Poesie e filastrocche SAN MICHELE – 29 settembre

Poesie e filastrocche SAN MICHELE – una collezione di poesie e filastrocche su San Michele. La raccolta è in costruzione…

San Michele
Quando il sol tramonta in cielo
e alle nubi dà fulgore
ecco brilla il tuo mantello
rosso e giallo di splendore.
La tua spada è sfavillante
fiero indomito guerriero
il tuo sguardo rilucente
ci rammenta sempre il vero.
Oh, tu prode San Michele
che nei cieli hai vinto il male
dacci forza e puro cuore
chè s’affermi alfin l’amore.

Atmosfera di Michele
Divengono i giorni più brevi
divengono i cuori più chiari
Al di sopra dell’autunno
splende il luminoso San Michele.
San Michele, signore del tempo!
Tu dai il vero pane
ed una nuova veste. (H. Ritter)

Il cavaliere
Me ‘n vo, me ‘n vo
sul mio destrier
timor non ho
da solo andrò
se vincerò,
ritornerò.

Poesie e filastrocche SAN MICHELE – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

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Poesie e filastrocche: 2 ottobre, la festa dei nonni

Poesie e filastrocche: 2 ottobre,  la festa dei nonni. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Nonno e nipotino
Passan sul prato nonno e nipotino.
Il nonno è vecchio, il bimbo è piccolino:
il bimbo è biondo, il nonno è tutto bianco,
il bimbo è dritto, il nonno è curvo e stanco.
Passan sul prato dandosi la mano.
Il nonno dice: “Presto andrò lontano,
molto lontano e più non tornerò…”
E il bimbo: “Nonno mio, ti scriverò”.
L. Schwarz

La nonna
D’inverno ti mettevi una cuffietta
coi nastri bianchi come il tuo visino,
e facevi ogni sera la calzetta,
seduta al lume, accanto al tavolino.
Io imparavo la storia sacra in fretta
e poi m’accoccolavo a te vicino
per sentir narrar la favoletta
del Drago Azzurro e del Guerrier Moschino.
E quando il sonno proprio mi vinceva
m’accompagnavi fino alla mia stanza
e m’addormivi al suono dei tuoi baci.
Agli occhi chiusi allor mi sorrideva
in mezzo ai fiori una gioconda danza
di sonni dolci, splendidi e fugaci.
G. D’Annunzio

La nonna
Era partita la nonna
per un luogo lontano
mentre diceva: “Sì…” piano
la nipotina alla gonna
le stava “… nel bosco… la fata…”
e poi s’era addormentata.
La nipotina attendeva
diceva: “Ritornerà,
tanto, che aspetto lo sa”.
E giocava e sorrideva.
Ma la nonna s’era svagata,
chissà! Non era tornata.
L. C. Zilioli

Cari nipoti miei
Cari nipoti miei, veri e onorari,
mi giungono ogni tanto accenni vari,
lievi, gentili… “Oh sì, l’abbiamo amata
come poeta, un dì! Ora è invecchiata”.
E’ vero. Ma c’è un piccolo segreto
che voglio dirvi con animo lieto:
or la zia lascia a voi tutto il moderno.
e lei va a rifugiarsi nell’eterno”.
Lina Schwarz

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Esperimenti scientifici per bambini – Il diavoletto di Cartesio

Esperimenti scientifici per bambini – Il diavoletto di Cartesio o ludione è uno strumento di misurazione della pressione dei liquidi. Deve il suo nome a Cartesio; in realtà però fu inventato dall’italiano Raffaello Magiotti e descritto per la prima volta nel 1648.

Scopo

Realizzare un diavoletto di Cartesio o ludione, cioè uno strumento di misurazione della pressione dei liquidi.

Età

Dai 5 anni.

 Materiali

Una bottiglia di plastica trasparente con tappo da un litro o un litro e mezzo
Un bicchiere
acqua
una cannuccia per bibite
graffette
nastro isolante o nastro adesivo o biadesivo
forbici
un righello.
Note di sicurezza
Insegniamo ai bambini l’uso corretto delle forbici.

Presentazione

. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe

. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo

. spieghiamo ai bambini che questo esperimento mostra che con la variazione della pressione del liquido circostante e la conseguente variazione del volume dell’aria, si modifica anche la massa del diavoletto, che perciò sale o scende a seconda dei casi

. rimuoviamo eventuali etichette presenti sulla bottiglia

. riempiamo completamente la bottiglia con acqua di rubinetto

. per costruire il nostro diavoletto tagliamo dalla cannuccia un pezzo lungo circa 6 cm

. chiudiamo completamente un’estremità del pezzo di cannuccia con nastro isolante o biadesivo. Appendiamo all’altra estremità due graffette

. per testarlo immergiamolo in un bicchiere d’acqua: se galleggia restando in posizione verticale, con le graffette in basso, vuol dire che funziona correttamente

. se il test fallisce, dovremo provare a chiudere meglio l’estremità superiore, o aggiungere o togliere graffette

. inseriamo il diavoletto nella bottiglia piena d’acqua e chiudiamo bene il tappo

. possiamo chiedere ai bambini di dirci cosa succede secondo loro al diavoletto se schiacciamo la bottiglia tra le mani

. schiacciamo con forza la bottiglia tra le mani: vedremo scendere il diavoletto verso il fondo della bottiglia

. rilasciamo la bottiglia e vedremo il diavoletto tornare in alto

. con un po’ di pratica, possiamo far fermare il diavoletto al centro della bottiglia

. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.

Varianti

Funzionano come diavoletti di Cartesio anche:

Sono in commercio diavoletti di Cartesio in vetro soffiato, della lunghezza di circa 3 cm, con un forellino all’estremità inferiore (generalmente la “coda”):

http://www.timstar.co.uk/

una pallina (alluminio, carta, ecc…)

http://en.wikipedia.org/wiki/

le bustine di plastica di ketchup, salsa di soia, maionese e senape (perchè hanno una bolla d’aria al loro interno) :

il cappuccio di una penna col fondo appesantito da un po’ di plastilina:


http://nilgiriteam1.blogspot.com/

pipette e boccette:

http://www.physics.isu.edu/

http://www.members.shaw.ca/

realizzazioni artistiche varie:

http://panda.unm.edu/demos/

 una cannuccia e della plastilina:

http://www.abc.net.au/science/

altro:

http://www.grandadscience.com/

Il diavoletto di Cartesio può essere immerso in una bottiglia di plastica riempita quasi completamente di acqua e chiusa col tappo, oppure in un vaso di vetro cilindrico chiuso con una membrana di gomma (ad esempio un vecchio guanto) fissata con un elastico.

Premendo o rilasciando la membrana del vaso, o semplicemente premendo la bottiglia di plastica (come mostrato nei video che seguono) il diavoletto galleggia e affonda.

Osservazioni e conclusioni

Il diavoletto di Cartesio o ludione è uno strumento di misurazione della pressione dei liquidi. Deve il suo nome a Cartesio; in realtà però fu inventato dall’italiano Raffaello Magiotti e descritto per la prima volta nel 1648.

Con la variazione della pressione del liquido circostante e la conseguente variazione del volume dell’aria, si modifica anche la massa del diavoletto, che perciò sale o scende a seconda dei casi.

Se ad esempio la pressione sale, l’aria nel diavoletto rimane compressa: in questo modo il volume dell’aria diminuisce e il liquido affluisce all’interno.

Il peso del diavoletto e dell’aria al suo interno rimane invariato, ma il volume complessivo si riduce, e con esso la spinta verso l’alto. Quando il peso è maggiore della spinta, il diavoletto affonda. Il principio è sfruttato dalle boe oceanografiche.

Questo esperimento mostra dunque la densità dell’acqua rispetto a quella dell’aria.

Tenendo la bottiglia ben tesa, la bolla d’aria all’interno del diavoletto diventa più piccola, cioè più compressa. Lo spazio che era occupato dall’aria viene occupato dall’acqua, che entra nel diavoletto, e questo rende il diavoletto più denso dell’acqua.

Per questo se comprimiamo la bottiglia, il diavoletto affonda.

Quando smettiamo di premere sulla bottiglia, la bolla d’aria aumenta di nuovo di dimensioni spingendo l’acqua fuori dal diavoletto, e facendo risalire il diavoletto verso l’alto.

I liquidi, quindi anche l’acqua, sono incomprimibili, cioè il loro volume è costante.

I gas, quindi anche l’aria l’aria, sono comprimibili.

Quando schiacciamo la bottiglia chiusa, l’acqua non può essere compressa, ma l’aria all’interno del diavoletto può farlo.

Una corona di foglie secche

Corona di foglie secche – un bellissimo lavoretto per l’autunno, adatto a bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Corona di foglie secche: raccogliete delle belle foglie autunnali e fatele asciugare e stirare tra le pagine di un libro. Non fatele seccare completamente, però.

Poi pinzatele su una striscia di stoffa o cartoncino, e se volete, per rendere la corona più lucida e resistente, spennellate il tutto con acqua e colla vinilica.

Un’alternativa naturale alla colla è quella di immergere  le foglie nella cera fusa prima di  costruire la corona di foglie.

Se volete invece conservare la corona di foglie negli anni, plastificate le foglie con la plastificatrice.

E’ un bellissimo regalo per i bambini che compiono gli anni in autunno.

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

Tutti gli album

 A crown of dried leaves – a beautiful craft for fall, suitable for the children of kindergarten and primary school.

A crown of dried leaves

How is it done?

Pick up some beautiful autumn leaves and dry them between the pages of a book. Do not let them dry out completely, however.

Then fix them on a strip of cloth or paper, and if you want to make the crown more glossy and resistant, brush them with water and vinyl glue.

A natural alternative to the glue is to dip the leaves in melted wax before building the crown of leaves.

If you want to keep the crown of leaves over the years, plasticized leaves with the laminator.

It is a wonderful gift for children who have birthdays in autumn.

Acquarello steineriano L’ ALBERO IN AUTUNNO

Acquarello steineriano L’ ALBERO IN AUTUNNO: una proposta di lavoro. L’esperienza procede rispettando una data sequenza di azioni, che porta il bambino a riflettere sulla condizione dell’albero in questa stagione.

Molto importante è non presentare ai bambini lavori già fatti: vi accorgerete così che proprio chiedendo ai bambini di rispettare una certa sequenza, verrà fuori la personalità di ognuno di loro, e non potranno esserci due alberi uguali, o due verdi uguali, o due marroni uguali ecc…

Acquarello steineriano – Materiale occorrente

acquarelli di qualsiasi marca in tubetto o flaconcino (non in pastiglia) nei colori:
giallo limone,
giallo oro,
blu oltremare,
blu di prussia
rosso vermiglio
(nelle foto c’è anche il rosso carminio, ma non è stato usato). I colori vanno diluiti nei vasetti, in modo che il colore risulti non denso e non carico: diciamo una diluizione abbastanza decisa.

Un pennello a punta piatta largo e con setole di qualsiasi genere, purchè morbide (altrimenti il bambino rischia di graffiare il foglio e noi rischiamo che l’esperienza non venga vissuta come un pieno successo)

una bacinella e un vasetto d’acqua

una spugna che servirà per stendere bene il foglio bagnato sul tavolo, e poi per asciugare il pennello (molto meglio degli straccetti o della carta)

un foglio di carta robusta, meglio se da acquarello (le carte scadenti bagnate possono fare i “pallini”)

Acquarello steineriano – Come si fa

Immergere il foglio nella bacinella, quindi stenderlo con cura sul tavolo con l’aiuto della spugna. 

Bisogna evitare che si formino bolle d’aria, perchè altrimenti la carta rischia di arricciarsi.

Poi si dispone il materiale, se volete così:

E’ il modo migliore per evitare incidenti.

Al bambino possiamo dire che stiamo dipingendo un albero in autunno prima, oppure possiamo semplicemente dire che faremo una “pittura” e sarà lui a scoprirlo facendo.

Col blu oltremare si comincia a far scendere la luce dall’alto verso il basso (essere buoni mimi in questi casi aiuta); si può dire che la luce viene sempre dall’alto, e che questa è una luce un po’ mescolata al freddo e all’umidità. 

Siccome i bambini non hanno visto la pittura già fatta, ognuno troverà il suo gesto, (breve, lungo, irregolare, verticale o tondeggiante ecc…) l’importante è che ogni pennellata vada dall’alto al basso, senza tornare indietro ma staccando… Si prende dal vasetto il colore in più riprese. Alla fine il blu oltremare è su tutto il foglio.

Ora, senza lavare il pennello, aggiungiamo all’elemento aria l’elemento terra, utilizzando il blu di prussia. Possiamo dire che un appoggio duro sta sotto l’aria, mimando un percorso orizzontale con la mano.

E quando il bambino ha fatto la sua “striscia” blu, gli diciamo che i due si parlano sempre tra loro, e che il blu non se ne sta sdraiato, ma comincia ad andare un po’ incontro alla luce. 

Allora possiamo dire che sono cielo e terra, ma che così sembra un paesaggio polare, invece noi vogliamo un paesaggio che si ricorda il sole dell’estate. Infatti in autunno e in inverno la terra è calda anche se l’aria è fredda, ed è per questo che il contadino semina il grano e molti animali si scavano tane per il letargo… così possiamo dire ai bambini di lavare benissimo il pennello, asciugarlo sulla spugna e poi prendere il giallo oro (una volta) e farlo giocare sul foglio col blu di prussia, poi si può rilavare il pennello e far giocare un po’ anche il giallo limone.

Ora è chiaro che siamo in un prato.

E possiamo dire ai bambini di prendere una punta di rosso vermiglio, sempre senza lavare il pennello. Perchè il seme è il ricordo dell’estate e del suo calore, per la pianta. E chiediamo ai bambini di piantare questo seme.

Ora è molto importante non lavare mai il pennello, e non prendere altro rosso: si usa solo il rosso del seme, che si mescola agli altri colori sul foglio.

Il seme nella terra incontra calore, luce e acqua, e così si apre: una parte va verso il basso (le radici), quindi si mette il pennello sul seme e si scende, sempre staccando e senza mai tornare indietro:

e una parte comincia ad andare verso l’alto (sempre dal seme in su, senza tornare indietro). Naturalmente mescolandosi rosso blu e giallo si forma il marrone, e non ci saranno due marroni uguali…

e il tronco cosa fa? Prende dalle radici il nutrimento e lo porta su, verso i rami…

se si usano solo i colori che ci sono sul foglio, naturalmente i rami diventano sempre più sottili e chiari, e non serve dire ai bambini di disegnarli così.

Ora diciamo che questo è un albero che ha già perso tutte le sue foglie, ma invece noi vogliamo ricordarci di quando, prima di cadere, c’erano ancora ,anche se non erano verdi verdi come in primavera.

Sempre senza lavare il pennello chiediamo di prendere una puntina di giallo oro e di ricordarci insieme all’albero di quando il sole era ancora un po’ luminoso, e di fare la chioma…Le foglie naturalmente spuntano dai rami, non arrivano sull’albero volando o rimbalzando da terra…

… poi ci si può ricordare anche del tepore, prendendo una puntina di rosso, e poi si lavora la chioma senza prendere altri colori…

Questo è quello che succede all’albero in autunno: anche se c’è ancora un po’ di luce e di calore, smette di portare nutrimento alle foglie (blu), e così queste perdono il loro verde (giallo+blu), e mentre si decompongono prendono colorazioni rossastre, gialle e marroni, e anche la decomposizione produce calore…

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Dettati ortografici: Autunno

Dettati ortografici: Autunno. Dettati e letture di autori vari, per la scuola primaria. Difficoltà ortografiche miste.

Autunno
Sono bastati tre giorni di vento freddo e qualche ora di pioggia grossa per cambiare faccia al mondo. Adesso, sì, è l’autunno.
L’azzurro non splende più da sé, ma riflette per trasparenza una luce che sembra essersi allontanata, ritirata al fondo del cielo; basse sull’orizzonte fumano bellissime nuvole grigiazzurre falla gran cresta bianca. Nei campi, tra il verde brillante, spiccano grovigli di vigne rossastre chiazzate d’uva viola; gracili robinie, tremule d’oro, si levano da dietro le siepi nere.

Autunno
Muore sul poggio l’ultima eco delle canzoni della vendemmia: nel giardino passa l’aria fredda dell’aurora a tingere di rosso le foglie della vitalba; sbocciano, ultimi fiori, le corolle dei crisantemi; le dalie appassite piegano il grosso capo. Lievi strati di nebbia si stendono qua e là, fra gli alberi dalle fronde già diradate, sui campi arati di fresco, sul corso serpeggiante del fiume. (V. Bersezio)

Autunno
La nuova stagione ha avuto inizio con l’equinozio d’autunno, il 23 settembre, e terminerà il 21 dicembre. Equinozio è parola che deriva dal latino e vuol dire “giorno uguale alla notte”. Gli equinozi sono due poichè oltre a quello d’autunno c’è quello di primavera, il 21 marzo. In detti periodi la notte ha, dunque, la stessa durata del giorno.

Mattino d’autunno
Il sole non era ancora tutto apparso all’orizzonte… Il cielo era tutto sereno: di mano in mano che il sole si alzava dietro il monte, si vedeva la sua luce, dalla sommità dei monti opposti, scendere, come spiegandosi rapidamente, giù per i pendii e nella valle. Un venticello d’autunno, staccando dai rami le foglie appassite del gelso, le portava a cadere a qualche passo distante dall’albero. (A. Manzoni)

Autunno

L’autunno cominciò precocemente, quell’anno: un settembre piovoso e freddo seguiva all’agosto torbido di uragani. La vegetazione risentiva già la vecchiaia; si coloriva d’oro e di rosso. Cade una foglia che pare tinta di sole e nel cadere ha l’iridescenza della farfalla. Appena a terra si confonde, con l’ombra, già morta. (G. Deledda)

La caduta delle foglie

Cadono lente, con un breve volo, come se fossero stanche di stare attaccate al ramo. Se, invece, tira vento, ecco che vengono strappate con rabbia e si disperdono finchè alla fine cadono a terra dove vanno a formare un frusciante tappeto. La pioggia le bagna, le fa marcire. Ma esse vanno ad arricchire il terreno, che a primavera sarà più prodigioso di succhi e darà maggior nutrimento all’albero che metterà nuove foglie e nuovi frutti.

Il lamento dell’albero

E’ bastato il fruscio della foglia a scuotere l’albero che cominciava a lamentarsi. D’albero in albero, il lamento si estende; tutto il frutteto è agitato, e sembra che non sia il vento a scuoterlo, ma una forza interiore, un’angoscia mista a rivolta. Giù tutte le foglie! E’ inutile tenerle quando non sono più parte viva del ramo: e con le foglie cade anche qualche frutto: la pigna si spacca e i pinoli si staccano e cadono. I rami più alti, con ancora le foglie verdi, si sbattono in una lotta leggera. (G. Deledda)

Autunno

Nell’aria, che si riposa sulla campagna, volano schiere di uccelli: dal bosco vicino, che comincia a tingersi di macchie rossastre, viene il canto dorato e lento del cuculo. La stagione indugia dorandosi in un’attesa piena di sopore. Le strade odorano di mele cotogne e d’uva e dalle porte spalancate delle cantine esce il fumo delle caldaie schiumanti di mosto, fra le voci aspre e clamorose dei pigiatori. (G. Titta Rosa)

Autunno

Settembre era passato e i primi giorni di ottobre erano grigi, freddi; nelle notti, sempre più lunghe, cadeva una brina cristallina che bruciava le erbe; il bosco aveva mutato aspetto, voce; il vento traeva dagli alberi quasi nudi non più fruscii, ma gemiti. Ad uno ad uno gli animali erano migrati o si erano barricati in casa per cadere in letargo. (R. Calzini)

Autunno

Un silenzio penoso domina pianure e colline. Le foglie rosse della vite che si dondolano ai tralci parlano ancora di solleoni, di grappoli d’oro, di ronzanti mosconi. Fluttua nell’aria quasi un resto di profumo vendemmiale e insieme l’eco di allegri richiami, di cantilene, di risa e di chiacchiere… Ciò era appena ieri; eppure sembra già così lontano. (A. S. Novaro)

Rondini addio

Si chiamano, si rincorrono, volano di qua e di là, dai nidi vuoti al campanile, dal campanile alle grondaie; stanno ferme un momento posate lungo il cornicione quasi a consultarsi, poi scappano.
Volteggiano, stridono: è il gran giorno della partenza… Ecco: le prime hanno già spiccato il volo; ecco altre e altre le seguono; eccole tutte partite.
Addio, rondini! Volano via lentamente, stridono quasi indugiando nei saluti. Sono già lontane. Addio, rondini, addio! (L. Capuana)

Autunno

L’estate fresca e piovosa non ha ingiallito la campagna, e le poche foglie appassite tendono sugli orti al rosso e al violetto. Limpida l’aria, nitidi i colori, un autunno che sembra primavera.
Bianche nuvole corrono per il cielo luminoso, lungo le siepi ronzano ancora le api, fioriscono le rose selvatiche, ma all’orizzonte è in partenza una nera fila di uccelli fuggenti l’inverno in agguato. (G. Mosca)

Sole d’autunno
La nuvolaglia si ruppe e ne scattò un bel raggio di sole. Baciò le piante umide di pioggia e le fece brillare; fece scintillare le pozzanghere, dorò le montagne, disperse la nebbia e la natura sembrò ridere di gioia sotto il bel sole d’autunno.

Mattino d’autunno
Un venticello d’autunno, staccando dai rami le foglie appassite del gelso, le portava a cadere a qualche passo distante dall’albero. A destra, a sinistra, nelle vigne, su tralci ancora tesi, brillavano le foglie rosseggianti a varie tinte, e la terra lavorata di fresco, spiccava bruna e distinta nei campi di stoppie biancastre e luccicanti dalla guazza. (A. Manzoni)

L’autunno

I campi arati fumano e la prima nebbia li fascia. Gli alberi nudi levano come scheletri le braccia. Comincia la stagione piovosa, come vuole l’agricoltura. Cadono pioggerelle fini e intanto i solchi e le zolle si vanno riempiendo di semi che daranno frutti alla nuova stagione.

L’autunno
L’autunno è una bella stagione che ci regala ancora qualche bella giornata di sole. E ci regala anche tanta frutta nutriente e saporita: mele, pere, fichi, uva, castagne. Saranno gli ultimi doni, poi la terra si addormenterà e si sveglierà a primavera.

Mattino d’autunno
Si apriva appena il più bel giorno d’autunno.  Pareva che la notte, seguita dalle tenebre e dalle stelle, fuggisse dal sole che usciva nel suo immenso splendore, dalle nubi d’oriente, quasi dominatore dell’universo; e l’universo sorrideva. Le nuvole dorate e dipinte di mille colori salivano la volta del cielo. Gli alberi sussurrando soavemente facevano tremolare, contro la luce, le gocce trasparenti di rugiada.  (U. Foscolo)

La caduta delle foglie.
Cade una foglia che pare tinta di sole, ma appena giunta a terra si confonde con l’ombra, già morta. E’ bastato il suo fruscio per scuotere tutto l’albero, che comincia a lamentarsi. D’albero in albero, il lamento si estende: tutto il frutteto è agitato. Giù tutte le foglie! E’ inutile tenerle quando non sono più parte viva del ramo. I rami più alti, con ancora le foglie verdi, si battono in una lotta leggera; alcuni dicono di sì, altri di no. Poi tutto di nuovo si placa, in una stanchezza dolce, rassegnata. (G. Deledda)

Pioggia autunnale.

Alla fine dell’autunno, in un solo giorno, cambiava il tempo. Di notte dovevamo chiudere le finestre perchè non entrasse la pioggia e il vento freddo strappava le foglie dagli alberi della piazza. Le foglie giacevano fradicie nella pioggia contro il grosso autobus verde al capolinea; il caffè era gremito e le vetrine erano appannate dal caldo e dal fumo dell’interno. (E. Hemingwai)

Rondini, addio.
Si chiamano, si rincorrono, volano di qua e di là, dai nidi vuoti al campanile, dal campanile alle grondaie, stanno ferme un momento, posate lungo il cornicione quasi a consultarsi, poi scappano. Volteggiano, stridono: è il giorno delle partenze! (L. Capuana)

Il letargo.
La marmotta, il riccio, il ghiro, il tasso, lo scoiattolo, la talpa, la tartaruga, la lumaca, la lucertola combattono il freddo e la fame andando in letargo. Prima di abbandonarsi al sonno ognuno prende le sue brave precauzioni: respira il meno possibile e non si muove. Una tale vita di risparmio si può paragonare a un focolare il cui carbone brucia lentamente sotto la cenere. ((H. Fabre)

Autunno
E’ arrivato l’autunno e ha portato i bei frutti saporiti e nutrienti, pere, mele, noci, castagne. Le foglie degli alberi sono diventate rossastre e appena tira un soffio di vento si staccano dal ramo e cadono al suolo dove formano un bel tappeto frusciante. Nel cielo vagano nuvoloni soffici che ben presto si scioglieranno in pioggia.

Autunno
L’autunno dipinge di rosso, di giallo, di viola il bosco e la vigna. Nel bosco, ai piedi degli alberi, spuntano grossi funghi e nei prati fiori violetti dalla corolla delicata e leggera. Sono i colchici autunnali.

Autunno
E’ una bella stagione anche se non è calda e allegra come l’estate. L’aria è mite, il sole dorato, la campagna è tutto uno splendore di toni rossastri, gialli, verdi. Dagli alberi pendono i frutti maturi; la vigna è ormai spoglia, ma ci ha regalato i bei grappoli d’uva succosa. Gli uccelli sono partiti, ma quelli che sono rimasti cinguettano dolcemente fra i rami degli alberi e il fischio allegro dei merli riempie il silenzio del bosco.

Autunno
Tutto intorno l’autunno vive nelle sue creature. Le olive, piccole uova con l’osso dentro, cadono ai piedi dei loro tronchi feriti. Le formiche, il granello tra le mandibole, passano tutte in fila. Forse anche per loro questo è l’ultimo giorno, poi si chiuderanno nel nido a dormire. Per l’aria le grandi nuvole sono gonfie di pioggia. Da una gran zucca gialla salta fuor un cosino nero. Il riccio ha un battito di cuore, poi si accorge che è un topo e ride. Più lontano, su uno stagno, un uccello dal largo becco pesca. Si sente strisciare: è la serpe che avanza. Pioviggina un poco e la quercia assopita prova dei brividi di dolcezza. (F. Tombari)

Alberi d’autunno
Sono ancora fronzuti, anche se le foglie hanno dei toni gialli e rossastri. L’albero non le nutre più e al più lieve soffio di vento, alla prima pioggia, ecco che le foglie si staccano e, con un volo leggero, cadono per terra. L’albero resterà presto spoglio del suo bel manto.

Alberi d’autunno
Hanno perduto quasi tutte le foglie ed ora alzano, verso il cielo grigio, i loro rami spogli. Pure, se guardate bene dove prima c’era la foglia, vedrete già la piccola gemma che aspetta la primavera per dar vita a una nuova foglia, a un fiore, a un frutto.

Autunno
Viene l’autunno, grasso, allegro, rubicondo. Ha un cesto di frutta squisite: mele, pere, castagne, uva, noci… Fra un raccolto e l’altro si diverte a dare alle foglie una bella tinta rossastra. Ma qualche volta è di cattivo umore e tira fuori un ventaccio strapazzone che stacca le foglie dagli alberi e le fa turbinare nell’aria.

Giornata d’autunno
Una brutta mattina la campagna si risveglia ammantata di brina. Cominciano i primi freddi! Piove a dirotto. Fuori ombrelli, impermeabili e maglie di lana. Tutto è brullo e squallido. Solo i pallidi crisantemi fioriscono ancora sui cespugli.

Autunno
L’autunno arrivò e subito si mise a ridere giocondamente. Era di carattere allegro, e quando stava in compagnia, non rifiutava un bicchiere di vino. Appena giunto, fu sua cura andare nella vigna per vedere se i grappoli erano maturi. I grappoli c’erano, ma ancora verdi e acerbi. L’autunno li toccò con la punta delle dita e quelli diventarono pieni di succo fino a scoppiare. L’autunno poi, si guardò intorno e osservò: “C’è troppo verde qui. E’ monotono”. E con un largo pennello chiazzò di giallo, di rosso, di bruno, le chiome degli alberi.

Autunno
L’autunno andò nel frutteto. C’erano pere, mele, noci. “Evviva!” esclamò e ne fece una scorpacciata. Poi andò nel bosco a scrollare i castagni e fece cadere i ricci che schiacciò col piede per farne uscire le castagne. Disse al tasso, alla marmotta, al ghiro: “Ebbene? Che cosa aspettate per andare a dormire?”. Ma il tasso, la marmotta e il ghiro gli risposero che era troppo presto e che ancora non avevano sonno. Allora l’autunno fece levare un forte vento di tramontana e il tasso, la marmotta e il ghiro scapparono subito a rintanarsi.

Autunno
E’ una stagione che ci regala ancora qualche bella giornata di sole. E ci regala, anche, tanta frutta saporita e nutriente: mele, pere, castagne, noci, uva. Saranno gli ultimi doni della terra che poi si addormenterà per il lungo riposo invernale.

Sole d’autunno
La nuvolaglia si ruppe e ne scattò un bel raggio di sole che baciò le piante umide di pioggia e le fece brillare. Trasse scintille dalle pozzanghere, dorò le montagne e disperse la nebbia. La natura sembrò ridere di gioia sotto il tiepido sole d’autunno.

Autunno
Ecco l’autunno tutto grappoli e frutti, e odoroso di mosto. La campagna lentamente si spoglia; fuggono gli uccelli che fecero lieta l’estate, e nel cielo grigio veleggiano i corvi e le gru che sentono l’acqua. I campi arati fumano, e la prima nebbia li fascia. Gli alberi nudi levano come scheletri le braccia. (F. Lanza)

Vento d’autunno
Un venticello d’autunno, staccando dai rami le foglie appassite dal gelo, le portava a cadere qualche passo distante dall’albero. A destra e a sinistra nelle vigne, sui tralci ancora tesi, brillavano le foglie rosseggianti a varie tinte; e la terra lavorata di fresco, spiccava bruna e distinta nei campi di stoppie biancastre e luccicanti dalla guazza. (A. Manzoni)

Autunno
La bella estate è finita. Le rondini sono partite e i nidi sono rimasti deserti. Il cielo ha perduto il suo bel colore azzurro. Ora è bigio e coperto di nuvole. Gli alberi si spogliano delle loro chiome. Erano così belli, tutti vestiti di verde! Ora sono nudi e stecchiti e rabbrividiscono al vento freddo che scuote i rami e strappa le foglie.

Il ghiro
Il ghiro esce dalla sua tana. Ghiotto ghiotto mangia nocciole e ghiande. Se non le trova, sbuffa e borbotta; quindi saltella di ramo in ramo. Sale sul noce e coi dentini aguzzi ruba alle noci il saporito gheriglio.

Autunno
Anche l’autunno ha la sua bellezza. Passano alti gli uccelli migratori che vanno verso i paesi caldi. Torneranno con la bella stagione. Le foglie sono spennellate di rosso e di giallo, il cielo è dolcemente velato, il sole è tiepido; sulle siepi rosseggiano le bacche e fra l’erba sbocciano gli ultimi fiori.

Le rondini
Una mattina le rondini si raccolsero sui fili e sulle gronde delle case. La rondine più bella partì come una freccia, lanciando un grido acuto. Tutte, con un frullo solo, si levarono nell’aria e la seguirono in stormo. Volteggiarono un poco intorno al campanile, salutarono il vecchio nido, il bosco, i prati… Volarono verso il sole… Addio, rondini!

Partono le rondini
Hai sentito la folata? Guarda, guarda quante rondini sul mare! Sono più di mille: una nuvola viva. Guarda come brillano! Ora partono per un gran viaggio, verso una terra distante; l’ombra cammina sull’acqua con loro; qualche piuma cade, si farà sera; incontreranno le barche in alto mare, vedranno i fuochi, udiranno i canti dei marinai; i marinai le guarderanno passare rasente alle vele; qualcuna si poserà stanca sul ponte.

Autunno
I giorni si sono accorciati. L’aria si è fatta più fredda. Il cielo è spesso nuvoloso, piove e c’è nebbia. In autunno si ripongono i vestiti estivi e si levano dagli armadi quelli più pesanti e le coperte di lana. Le rondini migrano verso paesi più caldi perchè non resisterebbero ai rigori invernali e non troverebbero insetti per cibarsi. Il passero e lo scricciolo non migrano. Alcuni animali si preparano a cadere in letargo. Essi sono: il ghiro, il pipistrello, l’orso, la vipera, il rospo, ecc… Prima di cadere in letargo mangiano moltissimo, poi, fino a primavera, non prendono più cibo. Lo scoiattolo ogni tanto si sveglia per mangiare ghiande, nocciole e bacche che aveva nascoste. In autunno scendono al piano le greggi.

Autunno
L’autunno comincia il 23 settembre e termina il 20 dicembre. Le giornate sono più corte che in estate: il sole si leva più tardi e tramonta più presto. Fa meno caldo che in estate e il mattino, la sera e durante la notte la temperatura è abbastanza fresca. Dobbiamo già indossare abiti pesanti. Raramente il cielo è limpido e azzurro. Generalmente è grigio e nebbioso. Al mattino e alla sera in alcune zone particolarmente ricche di acqua il bianco velo della nebbia avvolge silenziosamente tutte le cose, trasportandoci in un mondo di fiaba. I prati, al mattino, come in estate, sono costellati di limpide goccioline di rugiada che, a volte, quando la temperatura della notte è particolarmente fredda, si trasformano in bianchi aghetti di ghiaccio: la brina.

E’ tempo di semina e di raccolta. Si semina il frumento: i solchi si vanno riempendo di semi che daranno spighe d’oro nella calda estate. I frutteti si spogliano offrendoci i loro doni. Fra i cespugli, nei castagneti e nelle abetaie spuntano i funghi. Si raccolgono pere, mele, cachi, noci, nocciole, castagne. Il bosco è una meraviglia, perchè le foglie cambiano colore: ve ne sono di gialle, di rossastre, di brune, di dorate. Il vento le porta via, la pioggia le fa marcire, ma anche così le foglie saranno ancora utili, perchè decomponendosi renderanno più fertile il terreno. Il bosco è deserto e silenzioso, ma nelle vigne si odono i canti dei vendemmiatori: questi staccano i grappoli maturi dai tralci e riempiono ceste e bigonce. A novembre sarà pronto il nuovo vino.

Le rondini lasciano le nostre regioni per migrare verso i paesi più caldi: ma in primavera le rondini ritorneranno, ripareranno i nidi rotti e ne costruiranno di nuovi sotto le grondaie. Lo scoiattolo, la formica, il tasso e la talpa sanno che in inverno non potranno procurarsi il cibo e approfittano dell’autunno per completare le provviste. La marmotta, il pipistrello, il riccio, il ghiro, l’orso si riparano nelle loro tane e, prima che giunga l’inverno, cadono in letargo.

Si ritorna a scuola dopo le liete vacanze: per i bambini è tempo di rimettersi al lavoro con gioia.

Esternamente il bosco non sembra cambiato, eppure aleggia tra le piante qualcosa come se ogni essere fosse teso nell’attesa di una sciagura. Il verde delle foglie comincia ad attenuarsi e si rivelano quei colori che erano stati sempre nascosti dalla verde clorofilla. Il manto degli alberi si fa bruno, giallo, rossastro; ogni foglia si prepara a cadere. Alla base del suo stelo si forma una parete di separazione e basterà un leggero soffio di vento o una goccia di pioggia a farla precipitare. Dalla fine di ottobre il suolo comincerà a tappezzarsi d’oro. E sul tappeto di foglie lavoreranno i microscopici animali che trasformeranno le foglie in nutrimento della terra.

Il cielo in autunno può essere: nebbioso, nuvoloso, grigio, cupo, livido, fuligginoso, piovoso, celeste, burrascoso, caliginoso, tetro, buio, oscuro, tempestoso.

Elenco della frutta d’autunno: noci, mele, pere, castagne, arance, mandarini, limoni, fichi, mandorle, nespole, nocciole, uva.

Elenco degli ortaggi d’autunno: piselli, fagioli, cavolfiori, carote, sedano, prezzemolo, rape, cavoli, cicoria, lattughe, fave, ceci, spinaci, indivia.

Le rondini partono.
Le hai viste per l’ultima volta in un pomeriggio nuvoloso, appoggiate tutte in fila sui cavi della corrente elettrica. Lanciavano qualche raro richiamo alle compagne lontane. Sembravano tristi. Di tanto in tanto si ravvivavano col becco il nero mantello lucente, come per prepararsi al lungo viaggio. Poi sono partite. QUasi obbedendo a un richiamo misterioso, sono partite in stormi verso le lontane terre d’Africa. D’inverno non troverebbero più cibo da noi. Perciò ogni anno, in autunno, affrontano venti contrari e tempeste, attraverso il mare con volo lungo e faticoso, per raggiungere le terre calde del sud, dove nell’aria brulicano ancora gli insetti. Con esse partono anche altri uccelli migratori: le cicogne, le anatre, le gru. Torneranno in primavera, con i mandorli in fiore.

Per le ultime notti il tasso esce per procurarsi il cibo. Presto verrà il freddo, e il nostro amico si ritirerà nella tana ben pulita e foderata di erba secca e là, al calduccio, si addormenterà e passerà in letargo tutto l’inverno. Durante l’estate si è nutrito di talpe e di serpenti; ha saccheggiato nidi di pernici e nidiate di leprotti; ha divorato favi di miele rubati alle api- Ora, però, preferisce cibi vegetali e mangia voracemente tutto ciò che il bosco, il frutteto e l’orto gli offrono. Sotto la pelle ha accumulato molto grasso. Durante il sonno invernale questo a poco a poco si consumerà, e a primavera il tasso uscirà di nuovo magro e affamato.

L’autunno intorno a noi. Guarda: ogni stagione ha la sua poesia di giorni e di cose. Se la primavera inventa i colori, l’autunno li cancella. La terra ha lavorato a dar fieno e biada, ed ecco l’autunno coprirla di foglie cadute, velarla di nebbie sottili, perchè s’addormenti e dolcemente riposi. Gli alberi fino a ieri così folti di chiome, così beati di ombre e popolati di nidi, ingialliscono e si spogliano. L’autunno li prepara alla vita più segreta delle radici. E dove sono gli uccelli? Le rondini dove sono? La bella stagione andandosene li ha chiamati con sè. Il cielo lascia vedere la sua malinconia, e tocca le cose con un sole impallidito, che al mattino si alza tardi; ed è subito sera. (R. Pezzani)

Tardo autunno. L’autunno tutto grappoli e frutti e odoroso di mosto si è ormai dileguato. La campagna rapidamente si spoglia; fuggono gli uccelli, che fecero allegra l’estate, e nel cielo grigio veleggiano i corvi e le gru. I campi arati fumano e la prima nebbia li fascia; e gli alberi nudi levano come scheletri le braccia. Comincia la stagione piovosa come vuole l’agricoltura. Cadono pioggerelle fini ad inzuppare il contadino e, intanto, i solchi e le zolle si vanno riempendo di semi. che daranno frutto alla nuova stagione. (F. Lanza)

Gli alberi si spogliano

Le foglie cadevano! Era una pioggia continua e silenziosa. Le foglie gialle si staccavano lievi lievi, volteggiando per l’aria come ali di farfalle. A volte era una soltanto che cadeva, poi, più lontano, quattro o cinque, poi venti trenta cinquanta falde d’oro che erravano per l’aria verso il suolo, senza interruzione, come una tranquilla nevicata gialla. Il vento autunnale mandava forti folate talvolta; e allora era un agitarsi di rami e di fronde; un rumore stridente e confuso come sciacquio d’onde sul lido.

Un angolo di bosco in autunno
Ho visto un angolo di bosco. Non lo dimenticherò mai. Non era che un pezzetto di terra, ma che meraviglie comprendeva!
Era raccolto intorno al piede di un castagno molto grosso, macchiettato qua e là di muschio verdastro.
Da un nodo della corteccia nascevano alcune foglie ancora fresche, ma già punteggiate di ruggine, a terra ne giacevano altre secche, color marrone bruciato, accartocciate e rotte: a toccarle sarebbero andate in briciole.
Dall’alto pendeva un tralcio di vite del Canada. Sembra impossibile che su uno stesso getto si trovino tanti colori. Le foglie più alte, grosse e un po’ avvizzite, erano opache; ma a mano a mano che digradavano si accendevano di bruno e di fiamma, più simili a fiori che a foglie. Così ordinate a cinque, si piegavano ad arco sollevandosi dal tronco, quasi cercassero luce ed aria fuori dal groviglio delle erbe. Altre avevano strani colori: verde tenerissimo al centro, rosa corallo verso le punte, e ciclamino, scarlatto, viola, marrone, giallo nei toni più svariati, tutti sparsi sulla superficie senza alcun ordine. Lo stelo era appena rosato, con una indefinibile sfumatura bruno – rossiccia.
Ho voluto toccare un gruppetto delle ultime foglie; una sola ne è rimasta attaccata, la meno rossa. Perchè la bellezza più appariscente a volte è così fragile? Un semplice tocco di mano e l’ordine del tralcio era distrutto.
Cresceva anche un rovo al piede del castagno: col gambo rigido e spinoso e le foglie scure rosicchiate dagli insetti, si slanciava arditamente al di sopra delle felci, formando un intreccio confuso di rami sottili e robusti.
Seminascosti nell’ombra si intravvedevano due ricci di castagna. Uno era ancora tutto chiuso, l’altro offriva da una spaccatura i frutti lucidi e chiari: due grossi ai lati che ne racchiudevano al centro uno più striminzito; ma tutti erano lisci, con la punta chiara ornata di un pennacchietto.
Sotto l’albero nascevano anche due funghi. L’ombrello del più grosso presentava solo una gobba poco accentuata ala sommità; tutto intorno aveva una delicata raggera di alette regolari e rideva da una spaccatura bianca, che faceva contrasto col rosso dell’ombrello. Il fungo sorgeva come una ninfa da un calice tenero e bianco, con un gambo dalla linea elegante e slanciata, ora  stretta, ora più arrotondata. L’altro fungo poteva sembrare un fiore: era tutto chiuso in una membrana chiara; soltanto in cima si mostrava con una puntina di rosso e così rotondo pareva non avesse radici.
Nell’angolino di bosco viveva perfino una chiocciola. Saggiava guardinga il terreno da percorrere con i cornetti flessibili, e segnava dietro di sè una striscia argentea che attingeva dal sole riflessi iridati.
La terra, nei tratti scoperti, era di un arido color ocra, ma sotto la vegetazione presentava grumi scuri, impastati di umidore.
Ogni tanto un raggio filtrava dalle fronde e accendeva di fugaci trasparenze i colori delle foglie attraverso la nebbiolina che fumava dalla terra. Intanto la chiocciola, perduto all’improvviso l’equilibrio, era precipitata a capofitto trascinando le erbe. Sotto brillava uno zaffiro di rugiada, trepido e pronto a rotolare da un momento all’altro nel terreno assetato.
(G. Ramponi)

Un silenzio pensoso
Un silenzio pensoso domina pianure e colline. Le foglie rosse della vite che si dondolano ai tralci parlano ancora di solleoni, di grappoli d’oro, di ronzanti mosconi. Fluttua nell’aria quasi un resto di profumo vendemmiale e insieme l’eco di allegri richiami, di cantilene meridiane, di risa e chiacchiere strepitose protratte per le placide notti bagnate e benedette di luna.
Ciò era appena ieri: eppure sembra già così lontano! (A. S. Novaro)

Autunno
Ecco, è l’autunno.
D’un verde più cupo, più gialli e più rossi, gli alberi rendono freschi e dolci i villaggi dell’Ohio, con le foglie che tremolano a un mite vento, le mele pendono mature nei frutteti, pendono i grappoli dai pergolati (avverti l’aroma dei grappoli sui tralci? Senti l’odore del grano saraceno, dove testè ronzavano le api?).
Su tutto si apre il cielo, così limpido e calmo dopo la pioggia, e con mirabili nubi; anche al disotto è tutto calmo, pieno di vita, bello; il podere è in fiore. (W. Whitman)

Pomeriggio d’autunno
I conigli erano stranamente audaci quel pomeriggio; continuavano a sbucar fuori da ogni parte intorno a noi e a lanciarsi giù per la scarpata come se stessero giocando un loro gioco speciale. Ma gli animaletti ronzanti che vivono nell’erba erano tutti morti: tutti meno uno; mentre me ne stavo lì steso sulla terra calda, un insettino di un verde tenero pallidissimo uscì fuori dall’erba saltellando penosamente e tentò di raggiungere con un balzo un ciuffo di campanule. Non vi riuscì, cadde indietro e rimase lì con la testa abbassata fra le lunghe zampe, le lunghe antenne vibranti come se aspettassero che qualcosa giungesse a finirlo… (W. Cather)

Vien l’autunno a Venezia
L’estate se ne va bruscamente, senza lasciare strascichi di sorta. Cola a picco nei canali come una vecchia gondola logora. E ci si accorge del suo passaggio dal diradarsi dei turisti che, in numero sempre più esiguo, occupano i tavoli dei caffè di piazza San Marco. In quelle file gloriose riempite fino a ieri da un pubblico dorato e fittizio, si sono fati a un tratto dei vuoti melanconicissimi. Ormai le poche persone che vi si attardano verso sera non sono più nemmeno forestieri smarriti, ma clienti abituali, tipi del luogo, che si confusero nei mesi estivi con la grossa ondata turistica, per poi rimanere scoperti sulla gran piazza come gusci di riccio e ossa si seppia sulla spiaggia. Intanto l’autunno veneziano si accompagna a questo vasto senso di esodo e di solitudine inattesa. I crepuscoli scendono rapido, soverchiamente bruni… (V. Cardarelli)

Sulla spiaggia d’autunno
Le giornate erano ancora tanto lunghe che bastava fermarsi un momento a guardarsi dattorno, per sentirsi isolati come fuori dal tempo. Stefano aveva scoperto che il cielo marino si faceva più fresco e come vitreo, quasi ringiovanisse. A posare il piede nudo sulla sabbia, pareva di posarlo sull’erba. Ciò avvenne dopo un groppo di temporali notturni…
Ritornò il sereno, ma a mezza mattina, l’incendio, la lucida desolazione della canicola, erano ormai cosa lontana. Certe mattine Stefano  s’accorgeva che grosse barche da pesca, a secco sulla sabbia e avvolte di tela, erano state spinte in mare nella notte; e non di rado i pescatori che non aveva mai visto prima, si lasciavano sorprendere a smagliare reti ancora umide. (C. Pavese)

Gli ultimi bagnanti Venne l’autunno: si era levato il promo vento gagliardo. In cielo si incalzavano lembi di nuvole sottili e grige. Il mare fosco, sconvolto, era tutto coperto di schiuma. Onde altissime si avvicinavano con terribile inesorabile calma, si incurvavano maestosamente formando una cavità verde cupa lucida come il metallo, poi si rovesciavano sulla spiaggia con fragore di tuono. La stagione era finita. Quella parte di spiaggia di solito gremita d’una folla di bagnanti, già quasi sgombra di cabine e con pochi seggiolini di vimini pareva ormai morta. Ogni tanto un gabbiano sfrecciava sul mare gettando il suo grido di uccello rapace. Toni e Morten contemplavano le verdi pareti delle onde, tappezzate di alghe, che avanzavano minacciose e s’infrangevano contro la roccia, in quell’eterno fragore che stordisce, rende muti e distrugge la sensazione del tempo. (T. Mann)

Bosco d’autunno Piove, l’aria autunnale discende dai boschi, toccati da una fiamma che diventa sensibile di giorno in giorno. L’autunno comincia così a bruciare questa tenera vegetazione. Lo so, i castani sono fragili, impallidiscono alla prima burrasca, poi passano attraverso tutta la ricchezza del rosso e del giallo: quel rosso e quel giallo vegetale, che sembrano morire e invece durano due, tre mesi, finchè il vento gelido non li polverizza. (M. Ferro)

Bosco d’autunno Nel bosco, l’autunno aveva già disegnato nettamente i confini tra il mondo delle conifere e il mondo delle foglie. Il primo si rizzava in profondità come una parete cupa, quasi nera, mentre il secondo traluceva qua e là con macchie rossodorate. La terra, piena di buche e nei solchi della foresta percorsa e indurita dai geli mattutini, era fittamente cosparsa e come lastricata dalle foglie del salice piangente, aride, secche e accartocciate. L’autunno sapeva di quell’amaro fogliame bruno e di infiniti altri aromi. (B. L. Pasternak)

Il lamento dell’albero E’ bastato il fruscio della foglia a scuotere l’albero che comincia a lamentarsi. D’albero in albero, il lamento si estende; tutto il frutteto è agitato, e sembra che non sia il vento a scuoterlo, ma una forza interiore un’angoscia mista a rivolta. Giù tutte le foglie! E’ inutile  tenerle quando non sono più parte viva del ramo: e con le foglie cade anche qualche frutto: la pigna si spacca e i pinoli si staccano e cadono. I rami più alti, con ancora le foglie verdi, si sbattono in una lotta leggera. (G. Deledda)

Cadono le foglie Un continuo mormorio, un sussurro continuo correvano per il bosco: parole di congedo delle foglie, che cadevano dai cespugli e dagli alberi. Una volta avevano cantato il cantico della loro forza vitale, sotto il venticello che le agitava, un cantico con molte strofe: dal tenero sussurro allo stormire cupo e doloroso. Quando germogliavano sotto l’invito e il bacio del sole primaverile, erano d’un verde pallido, quasi giallo, come il cielo all’inizio del giorno. Saldamente attaccate ai rami, ai ramoscelli sottili, ai virgulti oscillanti, si sarebbe detto che dovessero essere eternamente giovani. Poi, percorse dal succo nutritivo, crescevano e diventavano d’un verde più intenso. Alcune avevano il rovescio argenteo, velato da una deliziosa peluria bianca; altre erano vigorose e lisce, molte mandavano un odore gradevole… Ora lo smalto era sparito, svanito l’aroma, scomparsi i superbi colori. L’età toglieva ad alcune la luminosità argentea, ad altre la levigatezza compatta. Ora erano secche, senza forze, raggrinzite. (F. Salten)

 

Dettati ortografici: Autunno – tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Racconti per l’autunno

Racconti per l’autunno – una raccolta di racconti per la scuola d’infanzia e primaria.

Racconti per l’autunno – La vite tagliata
C’era una volta un uomo, piccolo, magro, dispettoso come una scimmia, che possedeva un bellissimo orto,e, meraviglia di tutto il paese, una magnifica vite che a settembre maturava certi grappoli d’uva che erano una bellezza.
L’omino magro l’aveva avuta in cambio di una grossa somma di denaro, da un mercante di passaggio. Immaginate come restò quando seppe che il suo vicino aveva piantato anche lui una vite che si arrampicava sul muro che divideva i due orti. L’omino maligno, dalla rabbia, non poteva dormire la notte, e quando gli riusciva di appisolarsi un po’, sognava che la vite del vicino cresceva, cresceva, fino a soffocare la sua.
Un bel giorno, decise di andare a trovare il suo rivale. Il vicino lo accolse con grande cortesia, ma quando seppe il motivo della visita scrollò il capo.
“No, caro vicino, la vite non la vendo. Ho una bambina che gusta quei grappoli come se fossero di miele. Posso toglierle questa gioia? L’avete voi, la vite; posso averla anch’io.”
L’omino maligno, visto che non la spuntava con le buone, decise di ottenere il suo scopo con le cattive. Una sera, era d’inverno e la notte era buia, aspettò che tutti fossero andati a letto, poi uscì pian piano dalla sua casa, e nelle mani aveva un grosso paio di forbici da giardiniere. Scavalcò il muro e penetrò nell’orto del vicino come un ladro. Eccola, la pianta tanto invidiata! Era spoglia, tutta rami secchi e viticci spezzati. L’omino le si accostò pian piano e giù, grandi colpi di forbici, di diritto, di traverso, e i bei rami troncati caddero con un fruscio lieve come un sospiro. Della povera pianta non rimase che il tronco.
Compiuta la sua cattiva azione, il malvagio omino scavalcò di nuovo il muro e se ne ritornò, tutto contento, a casa. L’indomani mattina, quando il vicino vide quello scempio, restò male e la sua bambina pianse, pensando che in autunno non avrebbe più mangiato quei bei grappoli succosi che le piacevano tanto, ma poichè a tutto ci si rassegna, anche loro si rassegnarono alla loro bella pianta perduta e non dissero neppure niente al cattivo vicino per non guastarsi il sangue.
Invece la vite, a primavera, germogliò. E così mutilata e priva di rami, mise tutto il suo vigore nei nuovi germogli che crebbero con maggior forza e, quando fu autunno, maturò certi grappoli succosi e grossi come non se n’erano mai visti.
La vite dell’omino cattivo, invece, mise una gran quantità di foglie larghe come ombrelli, ma di grappoli nemmeno uno per cavarsi la voglia.
Così l’omino invidioso fu punito e gli uomini, da quella volta, potarono sempre la vite.
M. Menicucci

Racconti per l’autunno – L’albero dorme

Un bambino molto piccolo non aveva mai visto un albero perdere le foglie.
“Oh” esclamò, quando vide il bell’albero spogliato “mi dispiace che tu sia diventato così! Eri tanto bello!”.
“Non ti rammaricare!” rispose l’albero “Ho perduto la mia veste verde, ma non per sempre. A primavera le foglie ritorneranno e torneranno anche i fiori e i frutti. E tutto sarà come prima”.
“E durante l’inverno che cosa farai?” chiese il bambino.
“Nulla farò” rispose l’albero. “Mi addormenterò di un sonno lungo lungo e così non sentirò il freddo. Ma a primavera mi risveglierò e sarà una bellissima cosa”.
“Verrò a svegliarti io!” disse il bambino. “Ti assicuro che non me ne dimenticherò”.
“Non importa” replicò l’albero allegramente “Non importa che tu venga. Ci penserà il sole, ci penseranno gli uccellini a svegliarmi”.
“Bene” disse il bambino “ma io verrò lo stesso e batterò le mie manine sul tronco”.
L’albero rise dell’insistenza dolce del bambino, poi ebbe un lungo brivido e si addormentò.
M. Menicucci

Racconti per l’autunno – La castagna
C’era una castagna insieme ad altre due sorelline, dentro il suo astuccio spinoso. E stava molto calda e morbida perchè quell’astuccio di fuori aveva le spine, ma dentro aveva una bella pelliccetta soffice.
La castagna diventava sempre più grossa, finchè un giorno ruppe il riccio e si affacciò.
“Com’è bello il mondo!” disse. Forzò l’apertura e cadde per terra. Era una bellissima castagna lucida e grossa.
“Buongiorno, castagna!” disse la formichina che passava.
“Dove vai?” chiese la castagna che aveva voglia di chiacchierare.
“Vado a portare questo granellino al formicaio”
“Buon lavoro, formichina!”.
E la formichina se ne andò.
Venne un grillo.
“Buongiorno castagna!”
“Anche tu porti un granellino al formicaio?”
Il grillo si mise a ridere.
“Quelle son faccende da formica. Io suono il violino”. E si mise a suonare una bellissima melodia.
“Sei bravo” disse la castagna. “Ora ricordo di averti sentito suonare quando ero chiusa nel riccio”.
“Forse mi nomineranno re di tutti i grilli!” disse il grillo dandosi grande importanza.
Un fungo, che era nato nella notte, si mise a ridere.
“Forse ti nomineranno re di tutti gli sciocchini!” disse.
“E io cosa diventerò?” chiese la castagna. “Sono ancora nuova e non lo so”.
“Polenta” disse il fungo. “Oppure castagnaccio. Ma forse caldarrosta”.
Venne una bambina e raccolse la castagna.
“Com’è bella!” disse, e se la mise in tasca.
Quando arrivò a casa la dette al fratellino piccolo, perchè ci giocasse e quella castagna non diventò polenta e nemmeno castagnaccio. Non fu nemmeno caldarrosta; diventò un giocattolo per un bambino piccolo, e fu molto contenta lo stesso.
M. Menicucci

Storia di una foglia

Nacqui come foglia d’albero in mezzo a un bel campo. Il mio primo amore fu il sole, il mio primo gioco l’altalena col vento. Ma poi vidi sbocciare vicino a me, sui rami del mio albero, i fiori ed ebbi invidia dei fiori che erano più belli di me.
Ma vidi ingrossare, al posto dei fiori, i frutti colorati e polposi ed ebbi invidia dei frutti.
Ma trascorsero le settimane e molti di quei frutti furono colti e morsi e ingoiati dagli uomini; altri caddero a terra e marcirono e allora ebbi pietà anche dei frutti mentre io rimanevo fresca e verde nell’aria ancora tiepida in alto.
Ma venne il novembre e mi feci gialla e grinzosa; uno strappo rabbioso del vento mi divelse dal ramo e caddi anch’io sulla terra fradicia.
Ebbi pietà di me stessa e invidiai il maestoso tronco che rimaneva intatto e dritto a dispetto dell’inverno.
Ma prima ancora che mi disfacessi tutta vidi arrivare due uomini armati di ascia e di accetta che si avvicinarono all’albero mio padre e cominciarono a colpirlo barbaramente giù in basso per farlo cadere.
E seppi dai loro discorsi che era destinato al fuoco della famiglia.
E allora, sul punto di essere annientata, ebbi il tempo di sentire una immensa pietà per l’albero dove ero nata.

(Giovanni Papini)

Racconti per l’autunno – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici per i frutti dell’autunno

Dettati ortografici per i frutti dell’autunno. Una collezione di dettati ortografici per la scuola primaria sui frutti dell’autunno: funghi, uva, castagne, frutta secca, ecc…

Funghi

Il bosco si è ripopolato di funghi. Curvi sotto un gran cappellone, i porcini; altri grassocci, tondi come osti, altri ancora più piccini, col cappuccio, un po’ storti, riuniti a famigliole simili a funghi bambini, bruni, giallicci e bianchi, sporchi di fango, fanno capolino qua e là, nascosti sotto il cumulo delle foglie, sul terriccio molle, su muschio, dietro gli alberi. (F. Tombari)

Il grappolo d’uva

Il grappolo d’uva occhieggia fra i pampini con i suoi chicchi maturati al sole. Chicchi d’oro, chicchi bruni, così belli e dolci che il bimbo, al solo vederli, tende le mani, pieno di desiderio. Chicco dopo chicco, ben presto del bel grappolo non resta che il raspo.

L’offerta

Il sole pallido batte sulla siepe e sul bosco. Disegna con le ombre degli stecchi e dei rami strane figure sulla terra imbiancata dal freddo. Ma su quella ragnatela di scarabocchi oscuri si accendono i colori delle bacche, risaltano le sagome della frutta secca. Pare che il mondo delle piante si sia spogliato per rendere più visibile l’offerta dei suoi dono agli uccelli che si preparano al lungo volo, agli animali che si preparano al grande digiuno e al lungo sonno.

La vendemmia

Gli allegri vendemmiatori si spargono nella vigna, armati di cesoie e di panieri. Ad uno ad uno, i bei grappoli vengono staccati dal tralcio e cadono nelle ceste. Le ceste ricolme sono rovesciate nei tini dove un uomo, a piedi nudi, pigia l’uva. Ecco il mosto dolce e profumato. E’ una fatica allegra. Tutti sono nelle vigne, perfini i bambini più piccini; ognuno ha il suo grappolo da portare nel tino.

I semi del pino

E’ venuto il vento e ha seccato l’aria. Le pigne si aprono crepitando. Poi, nel chiarore del nuovo mattino, si vedono volteggiare piccole eliche. Sono i semi del pino: quasi puntini neri, tanto sono piccoli. Da questi “puntini” nasceranno i pini marittimi: i giganti che combattono contro il vento, per donare all’uomo terra buona ed aria purissima.

Nella vigna

L’uva è stata vendemmiata. Fra i tralci c’è rimasto solo qualche grappolino dimenticato dal vendemmiatore, ma non dimenticato dalle vespe che vi ronzano attorno, ansiose di succhiare la bella polpa zuccherina.

La castagna

La castagna è un frutto prezioso. L’albero delle castagne è il castagno. E’ un albero alto e ricco di rami. Il bosco di castagni si chiama castagneto. La castagna è protetta dal riccio spinoso. Dalla castagna si ottiene una farina dolciastra che serve per preparare i dolci. Io mangio volentieri le castagne arrosto e lessate. Al mattino incontro il venditore di caldarroste. Conosco un indovinello che dice: “Il riccio pungente, la buccia lucente, si mangiano cotte, arroste o ballotte”.

Il mosto bolle

Il mosto bolle nelle buie cantine. Un odore acuto si sprigiona dai tini. E’ pericoloso entrare nelle cantine quando il mosto bolle. Ma il contadino prudente lo sa; e, quando vi scende, accende una candela. Se la candela si spegne, egli sa che c’è pericolo e si affretta a risalire.

Caldarroste

Sull’angolo della strada è già comparso il solito carretto che si annuncia da lontano con l’odore delle castagne arrostite. Il fornello ha la bocca rossa; la grande padella forata, messa lì sopra, viene scoperta di tanto in tanto per rimestare le castagne, e manda una fumata.

L’uva è matura

L’uva è matura e fra i pampini s’intravedono i grappoli grossi e lucenti. Tac tac, si sente il rumore delle cesoie che recidono i tralci e i grappoli che vanno a cadere nelle ceste. Le ceste colme sono poi rovesciate nei tini, dove l’uomo è già pronto per pigiare i grappoli e spremerne il buon mosto profumato.

Le castagne

Gli alberi del bosco dicevano al castagno: “Tu non dai che spine e foglie”. Venne l’autunno, e gli alberi tristi e soli si lamentavano ancora: “Non abbiamo più frutta. Non abbiamo più bacche. Sono fuggiti gli uccelli, sono fuggiti i bambini. E tu, vecchio castagno, ancora non dai che spine”. Il castagno taceva e soffriva. E soffrì tanto che i suoi frutti spinosi si ruppero e… tac tac tac, caddero le castagne scure sulle foglie morte. Le vide un bambino. Chiamò i compagni. E, nel bosco, pieno di canti e di voci, tornò per alcuni giorni la gioia, come a primavera. (Comassi – Monchieri)

La vite

La vite, in primavera, ha fiorito, ma non ha fatto fiori vistosi, bensì dei fiorellini minuti e modesti. Questi, dopo essere stati visitati dagli insetti, ghiotti del dolce nettare che essi contengono, si sono poi trasformati in chicchi dolcissimi. E ora, dalla vite, pendono grossi grappoli color d’oro e di rubino che sono un frutto squisito e sano.

La raccolta delle castagne

Uomini, donne, ragazzi, raccolgono le castagne su per il bosco. Dai ricci secchi e spaccati, le castagne sono ruzzolate in terra tra l’erba e i ciuffi delle felci. Le castagne vengono gettate nel paniere, che ciascuno di quei montanari porta al braccio. Come son belle, gonfie, lustre! I ragazzi vuotano i panieri colmi nei sacchi, giù presso la viottola grande. Poi passerà il carro per portare i sacchi a casa. (G. Fanciulli)

La pigiatura

Quando il tino è pieno di grappoli, vi entra un baldo giovanotto, a piedi nudi, che comincia un allegro ballo. Dall’uva schiacciata esce il succo, il mosto dolcissimo e profumato. Esso viene messo in tini capaci e, nella profondità della cantina, bolle e, come meglio si dice, fermenta. Dopo qualche tempo, non è più mosto: è vino.

La stagione delle castagne

La stagione delle castagne è anche quella del vino e le due opere si incrociano. Grandi faccende da per tutto. Mentre in paese gli uomini provvedono ai tini, le donne e i ragazzi s’inerpicano su su nei boschi a raccogliere le prime castagne. Sotto le grandi chiome dei castagni, i richiami, le voci, i canti hanno un tremolio, un calore come di eco. Tratto tratto le sassate improvvise dei ragazzi saettano le chiome. Con un tonfo pieno, qua e là i ricci cadono da sè sulla terra morbida; ne sgusceranno castagne tutte nuove, umide e ammiccanti come occhi. E questa è vendemmia dei ricchi e dei poveri; il castagno è una buona pianta che qualcosa dà a tutti. “La castagna ha la coda: chi l’acchiappa è la sua!”. Questo vuol dire che le castagne che cadono nei viottoli del castagneto sono di chi le prende. (P. Pancrazi)

La vendemmia

L’epoca della vendemmia è la più lieta di tutto l’anno. Nessun altro prodotto della campagna, neppure le spighe d’oro, è portato a casa in mezzo a tanta festa. Nei lavori della vendemmia tutti possono essere utili. Curve sui filari le fanciulle e le donne, avvolti intorno al capo i loro bei fazzoletti colorati, muovono rapidamente le forbici tra i pampini e staccano i grappoli che pongono con cura dentro i canestri posti ai loro piedi. Gli uomini con le bigonce si avvicinano e versano in esse l’uva dei cesti, piano, sospingendola con le mani. (R. Lombardini)

La castagna 

Il castagno fiorisce in maggio – giugno. I suoi fiori sono di due specie. Alcuni sono ricchi di polline giallo; quando questo viene portato via dal vento i fiori seccano e cadono. Alcuni fiori invece ricevono il polline trasportato dal vento e dagli insetti, si ingrossano e diventano castagne. Il frutto matura da settembre a novembre. Il riccio è la buccia verde e spinosa in cui sono racchiuse una, due o tre castagne.  La polpa bianca, molto nutriente, della castagna è protetta da due bucce: quella esterna è bruna, lucida e dura, più chiara alla base perchè unita al riccio; quella interna è bionda, sottile e pelosa. Ci sono molte varietà di castagne: la più grossa e saporita si chiama marrone. Il frutto dell’ippocastano, o castagno d’India, è simile alla castagna, ma non si può mangiare perchè è di cattivo sapore. La raccolta delle castagne avviene in autunno con la bacchiatura, così chiamata perchè i contadini fanno cadere le castagne percuotendo i rami della pianta con un bastone grosso e lungo detto appunto bacchio. Le castagne si mangiano lessate, arrostite (caldarroste), o condite (fatte bollire in uno sciroppo di zucchero). Per conservarle i montanari usano ammucchiare le castagne sotto ricci vuoti, foglie e terriccio. Un altro metodo per la conservazione delle castagne è quello di affumicarle, bagnarle e farle seccare più volte: preparate così, vengono vendute sciolte o infilate a treccia. Le castagne possono anche essere seccate a fuoco in appositi recipienti; poi si sbucciano e si hanno così le castagne pelate o peste, che si mangiano cotte in acqua con un po’ di vino, o nel latte. Con la farina di castagne si fa il castagnaccio, una torta casalinga con l’aggiunta di noci e pinoli.

La vite

Il contadino coltiva la vite in filari, a festoni,  a pergolato. La vite ha un fusto contorto e i rami (tralci) che si afferrano con facilità ai sostegni per mezzo dei viticci. Le foglie (pampini) sono larghe, a forma di cuore, con contorno dentellato. La vite produce grappoli d’uva scura o bionda. Ogni grappolo è composto di un raspo e di acini tondi o allungati. La polpa dell’acino è rivestita da una buccia resistente e contiene alcuni semi, detti vinaccioli. La vite viene attaccata da un piccolo insetto, la fillossera, che punge le radici e provoca la morte della pianta. Un altro parassita della vite è la peronospora che il contadino combatte con lo zolfo. La vite preferisce colline piene di sole, ma prospera bene anche in pianura ed in montagna, non oltre i mille metri. In Italia, perciò ci sono tante varietà d’uva. L’uva dell’Italia meridionale è zuccherina; quella dell’Italia settentrionale è più acida. La vendemmia avviene a settembre ed il raccolto dell’uva in Italia è uno dei più ricchi. Noti in tutto il mondo sono i vini italiani.

La vite e l’uva

Nelle antiche mitologie esiste la leggenda del primo che piantò la vite. Per gli Egiziani fu Osiride, per i Greci Dioniso che, allevato dalle Ninfe, era nutrito da queste con grappoli d’uva. Gli Indiani, che facevano col succo d’uva sacrifici agli dei, chiamarono questo succo vinas, cioè amato. E quando gli Arabi penetrarono in Europa, vi portarono questa parola: “vino”.
La coltivazione della vite è antichissima e se ne sono trovate tracce anche nei villaggi di palafitte.
Le foglie della vite si chiamano pampini, i rami tralci e i loro filamenti attorcigliati, che si avvinghiano ai sostegni, viticci. Il grappolo è composto di acini (o chicchi) che sono bacche contenenti i semi o vinaccioli. L’acino è costituito dalla buccia e dalla polpa. La buccia può essere di colore verde che assume varie gradazioni, quando non di tratti della cosiddetta uva nera che assume invece una tinta violacea più o meno scura.
La buccia è ricoperta di uno strato di cera che ha il compito di difendere l’acino dalla pioggia e dalla puntura degli insetti. Questo strato cereo si chiama pruina.
L’Italia fu chiamata anticamente Enotria, dalla voce greca oinòs che vuol dire vino, quindi, terra del vino.
La vite prospera in regioni temperate e anche in quelle calde purchè abbia un sufficiente grado di umidità. Si conoscono numerosissime varietà di uva non soltanto in relazione al colore, ma anche al sapore, alla consistenza della polpa, all’uso, ecc… Si hanno quindi uve da tavola e uve da vino.
Nemici della vite sono la filossera, un insetto dannosissimo che può distruggere interi vigneti e la peronospera, malattia causata da un fungo.

Il vino

L’uva viene pigiata in capaci tini e se nei tempi passati questa operazione si faceva coi piedi, oggi generalmente viene fatta con apposite macchine pigiatrici.
Dall’uva schiacciata si ricava il mosto, un liquido dolce, dal caratteristico profumo.
Dopo qualche giorno, il mosto fermenta. Anticamente si davano le versioni più disparate di questo fenomeno che non si sapeva spiegare. Fu Pasteur che, per primo, scoprì come la fermentazione fosse dovuta a speciali microorganismi esistenti sulle bucce e che, trasportati dall’aria sulle sostanze zuccherine dell’uva, si sviluppano e sono la causa della trasformazione dello zucchero in alcool e anidride carbonica. Il liquido perde così il suo sapore dolce; l’alcool resta nel vino, mentre l’anidride carbonica si disperde nell’aria dopo essere salita alla superficie del liquido smuovendo la massa.
L’anidride carbonica è un gas irrespirabile. Ecco perchè la permanenza nelle cantine durante la fermentazione costituisce un pericolo che può essere anche mortale. E’ prudente, quindi, scendere in cantina con una candela accesa. Se la candela si spegne vuol dire che esiste anidride carbonica in eccesso.
Quando la fermentazione è compiuta, si tolgono le bucce ed i semi. Il vino è composto di una gran quantità di acqua, una piccola quantità di alcool, vitamine, sostanze varie ed enocianina, che è la sostanza colorante contenuta nelle bucce.
Se si espone il vino all’aria, dopo un po’ esso diventa aceto per opera anche questa volta di microorganismi vegetali che formano, alla superficie del liquido, un velo detto appunto madre dell’aceto. Questi microorganismi trasformano l’alcool in acido.

Vendemmia

Nelle ultime settimane di agosto il paese mutava, si agitava, pareva ammalarsi d’ansia. Cantine, che per noi non aerano mai state porte chiuse, con un buco sulla soglia per i gatti, si aprivano, rivelandoci androni bui in cui troneggiavano cupamente tini, botti e qualche misteriosa macchina, simile a un gigante che avesse per petto un’enorme vite di legno e per testa una trave di traverso. (E. Cozzani)

Vendemmia

Tutto il paese fa la veglia, tra le vasche e le botti, e mangia sorbe bagnate nel mosto e tracanna bicchieri di vino fermentato, che sprizza vivido e vermiglio dai tini coperti di graspi. Solo all’alba, quando la stella del giorno è lassù a sfiammare nello spazio e annuncia il primo chiarore, il paese va a riposare.
La vendemmia durava due settimane, tra la raccolta delle noci e le prime semine. Così la stagione, dopo tanto pacato indugiare, cadeva spossata: si alzavano le prime nebbie, partivano gli uccelli, e la campagna si spogliava al vento d’autunno. (G. Titta Rosa)

Vendemmia

L’afa era ancora pesante, il cielo velato di vapori. La pioggia doveva essere assai lontana, e si cominciò la vendemmia. Nelle vigne popolate di vespe e di calabroni i grappoli appena punti si disfacevano. Un odore denso era dappertutto. Le donne si sparsero per il campo con le loro ceste sul capo, e si adagiavano sotto le viti. Le dita si appiccicavano legate dai succhi e dalle ragnatele. Nell’aria si intonavano canzoni cui si rispondeva da vite a vite, e i peri e i peschi buttavano giù con un tonfo qualche frutto troppo maturo.
Verso mezzogiorno il palmento si riempì d’uva e fu il primo convegno delle vespe che salivano stordite alla superficie dei grappoli. L’aria era divenuta di miele, e l’aroma delle piante bruciate dal sole si mescolava a quello dolce e inebriante delle uve che non riuscivano più a contenere i succhi e che si disfacevano, un grappolo sull’altro, nel reciproco peso. (C. Alvaro)

Si vendemmia

In ogni vigna si vendemmia: l’uva bianca e l’uva nera passa dalle mani invischiate delle ragazze che la mondano degli acini secchi o guasti e ne riempiono ceste e bigonce. Ronzano vespe e mosche ubriache. Il sole scotta ancora: le ombre del pomeriggio sono brevi, raccolte ai piedi dei tronchi, nascoste nelle siepi. Frullano per ogni dove, passi di gioia, schiere di uccelli; anche per essi si vendemmia. Da una vigna all’altra i canti si chiamano, si rispondono, tacciono; e s’ode un’accetta, in quel silenzio a un tratto slargato, battere nel bosco vicino. Poi il rumore d’un carro, le voci del paese dalle aie, un fischio lontano. Il giorno pare che riposi su se stesso, adagiato in un calmo dorato sopore, in un tempo che sembra fermo, come in uno specchio.
Le poche, scarse nebbioline azzurre della mattina se l’era assorbite il cielo, bevute il sole. Saluto dal monte cinto di nuvole arrossate, il sole s’era avviato a varcare la curva dello spazio con vittoriosa lentezza. Ora comincia a discendere, e pare che i colli si alzino con le lunghe loro ombre per seguirlo. Poi, poco prima che giunga la sera, un grillo si mette a cantare tutto solo. Chiama la notte, la luna. (G. Titta Rosa)

La sfogliatura

Pochi uomini intorno alla macchina. Le grosse pannocchie incartocciate venivano immesse in una specie di imbuto e da una bocca situata in basso, simile a una pioggia d’oro, usciva una cascata di chicchi che rimbalzavano a terra dove il mucchio si elevava.
Dall’altro lato i tutoli, e le foglie che prima avvolgevano le pannocchie, venivano rigettati al di fuori da due diverse aperture.
Un uomo spalava i chicchi che più tardi sarebbero stati distesi sull’aia e rivoltati accuratamente per la completa asciugatura; intanto una ragazza ammucchiava con un rastrello i tutoli che sarebbero serviti per avviare il fuoco. Un’altra ragazza affastellava le foglie crocchianti dentro le quali, con alti strilli di gioia che superavano il ronzio della macchina, i bambini facevano le capriole. (Q. P. Fontanelli)

La sfogliatura del granoturco

Un canto di più voci, lento e dolcissimo, che scende da una casa buia, mi conduce su per una scala di pietra di un granaio dove in dieci o dodici stanno sfogliando il granoturco. Seduti in cerchio, uomini, donne, fanciulli, fra i cartocci già alti sull’impiantito; in mezzo al cerchio pende una lacrimosa lanterna da stalla. L’ombra di questa lanterna si distende su ogni cosa; la sua fioca luce sembra il riflesso di un lontano lume.
I cartocci si aprono come strani fiori, i loro gambi si spezzano crocchiando e le pannocchie stupendamente lucide e compatte vanno a cadere nel mucchio. (U. Fracchia)

La bacchiatura delle noci

Sotto la pertica lunga sbattuta con forza addosso ai rami, le belle noci cascano con tonfi umidi e sordi sul muschio del piede dell’albero, e i loro malli, spaccandosi, cacciano odore di verde e di radici. I bambini, che naturalmente alla festa non mancano, è il loro mestiere raccogliere nel sacco e portarle fino a casa; dove, riposte in solaio o in dispensa, saranno ambito companatico alla lieta merenda. Tanto che un proverbio dialettale lombardo, con una rima che in lingua non torna, dice che pane e noci è mangiare da sposi, volendo dire che è molto gustoso. (C. Angelini)

La vite

La vite è una pianta sarmentosa, provvista di radici molto sviluppate e minutamente ramificate (radici capillari o barboline).
La radice continua nel fusto o ceppo, che si eleva più o meno da terra e si dirama nelle branche sulle quali sono inseriti i rami di uno o due anni, detti tralci.
Questi sono lunghi, esili, cilindrici e ingrossati ai nodi.
I tralci, quando sono ancora allo stato erbaceo, si chiamano cacciate e terminano col germoglio. Il tratto che corre tra un nodo e l’altro è detto internodo; esso contiene un midollo molto sviluppato, interrotto da un diaframma legnoso in corrispondenza dei nodi.
Sui nodi dei tralci si trovano le gemme dormienti, che si formano d’estate e danno in primavera i tralci fruttiferi. Invece le gemme che si sviluppano subito dopo formate si chiamano gemme pronte e danno rami inutili, che si chiamano femminelle.
Sul legno vecchio talora spuntano, da gemme latenti, tralci detti succhioni, che non portano frutto.
Le foglie sono palmate, dentate, lobate (divise in tre o cinque lobi divisi a loro volta dalle rispettive insenature). La pagina inferiore è spesso pelosa o feltrata. I viticci o cirri sono organi filiformi, coi quali la vite si attacca a sostegni durante il suo sviluppo.
I grappolini dei fiori in boccio si chiamano lame fiorifere.
I fiori sono minuti ed odorosi.
Il grappolo è formato dal graspo, nel quale si distinguono: la raffide, cioè l’asse principale; i racemi, ossia le diramazioni secondarie ed i pedicelli, ai quali sono attaccati gli acini.
La buccia è ricoperta da una sostanza biancastra, di natura cerosa, detta pruina.
Gli acini contengono da uno a quattro vinaccioli.

Perchè il vino, che deriva dall’uva, ha un sapore così diverso?

Quando l’uva viene pigiata nei tini o nella pigiatrice, il suo succo si trasforma in mosto. Questo sembra bollire e gorgoglia continuamente. Che cosa succede? Nel mosto si trovano certi funghi piccolissimi chiamati saccaromiceti (funghi mangiatori di zucchero). Questi funghi si raccolgono sugli acini sin da quando l’uva, ancora sulla pianta, comincia a maturare e con essa passano nei tini. Appena l’uva viene pigiata, si mettono in alacre attività: cominciano a nutrirsi e a produrre, in conseguenza, un gas, l’anidride carbonica; è questa che, salendo attraverso il liquido, per uscire all’aria fra gli altri gas, fa gorgogliare. Attenzione! E’ un gas venefico: gli ambienti dove il vino fermenta devono avere tanti finestroni; guai a lasciarli chiusi, anche se solo per poco si può anche morire, uccisi dall’anidride carbonica, che gli operai degli stabilimenti vinicoli chiamano lupo. Ma, mangiando lo zucchero, i saccaromiceti, e questo è il buon servizio che ci rendono, lo trasformano in alcool, che dà la gradazione e il sapore al vino. Il vino viene lasciato nelle botti, sul fondo delle quali si sedimentano le impurità. Dopo un po’, perciò, il vino va travasato in altri recipienti puliti

Gli agrumi, riserva di sole e di vitamine

Pochi frutti riscuotono in tutto il mondo tanto successo quanto gli agrumi. Aranci, mandarini, limoni, cedri, pompelmi sono divenuti oggetto di un commercio attivissimo e redditizio che non si limita a rifornire le nostre tavole di frutti gustosi e decorativi, ma costituisce la materia prima per molti impieghi industriali. Gli agrumi trovano infatti largo impiego in profumeria, farmacia e nella fabbricazione delle bevande dissetanti. Con aranci e mandarini sono stati ottenuti incroci interessantissimi, come i mandaranci e le clementine.
(P. Tombari)

Dettati ortografici – I frutti dell’autunno. Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Poesie e filastrocche – I frutti dell’autunno

Poesie e filastrocche – Una raccolta di poesie e filastrocche per bambini del nido, della scuola d’infanzia e della scuola primaria sul tema “I frutti dell’autunno”, di autori vari.

La filastrocca delle frutta
Gira, gira, s’arrivasse
nel paese delle frutta
che, si dice, ha una stagione!
E ci fosse proprio tutta,
pera, fragola, popone,
quella bella frutta sana,
melarancia, melagrana,
quella bella frutta fina,
l’albicocca, la susina,
quella bella frutta aspretta,
uva spina, nespoletta,
giuggioletta di montagna;
e il marrone, e la castagna;
e, tra i pampini a corona,
l’uva buona!
E ci fosser le nocciole
e le mele lazzerole
con le noci tutte quante
tutte insieme sulle piante,
tutte insieme nel corbello;
ce ne fossero mai tante
da giocarci a rimbalzello,
da poterne regalare,
da poterne dare a tutti
da poterne (che allegria!)
far razzia!                                      (Térésah)

 

Filastrocca
Il castagno ha lavorato:
tanti frutti ci ha donato
or col canto più giocondo
intrecciamo il girotondo.
Il castagno s’addormenta
e la luna lo inargenta,
si addormenta a poco a poco
mentre stiamo accanto al fuoco.
C’è un paiolo che borbotta:
“Non è cotta, non è cotta!”
mentre stiamo ad aspettare,
su corriamo a lavorare!
Ravviviamo un po’ la fiamma
aiutiamo un po’ la mamma
riordiniamo la cucina:
verrà poi la merendina.
Merendina di castagne;
dolci, piccole compagne
il castagno ce le ha date
non le abbiamo guadagnate! (L. Nason)

 

Vendemmia
Con un secchio ed un cestello,
con le forbici o il coltello,
donne ed uomini, da ieri,
tutti allegri e faccendieri
colgon l’uva zuccherina
e la portano in cantina.
La vendemmia è un gran lavoro!
Nella vigna era un tesoro
di bei grappoli dorati.
Or li han colti e li han pigiati;
ed il mosto, in un gran tino,
già fermenta e si fa vino.         (F. Socciarelli)

 

Il castagno
Sotto il castagno, durante l’estate,
fu una festa di bimbi e d’allegria;
che dolci ombre egli diede alle chiassate
della garrula e vispa compagnia!
Or solitario, al gran cielo velato,
nel deserto squallor delle campagne
s’alza quel nudo tronco desolato.
E i bimbi? … I bimbi mangian le castagne. (L. Schwarz)

 

Si vendemmia
Lieta festa di bei colori:
pampini, grappoli maturi,
grappoli biondi, grappoli scuri…
Su cantate, vendemmiatori.
Colmo il canestro, colma la gerla
e il tralcio è ricco di frutti ancora:
brilla ogni chicco che il sole sfiora
come il rubino, come la perla.
Bigoncia colma, colmo il cestello:
vendemmiatrici, uno stornello. (D. Rebucci)

 

Il pesco e la vite
Diceva un pesco altero
all’uva: “Oh, sciagurata,
tu finirai calcata!”
Gli fu risposto: “E’ vero;
ma, all’uom che mi calpesta,
fo’ poi girar la testa. (Luigi Carrer)

 

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Grazie per i frutti – una canzoncina pentatonica per i pasti

Grazie per i frutti – Canto pentatonico sul tema dei frutti autunnali, semplice anche da suonare col flauto dolce.

E’ un classico nelle scuole d’infanzia steineriane per accompagnare il momento della merenda e del pranzo, seguita dalla recitazione di questa poesia (autore ignoto):

“Terra tu cibo ci hai dato
sole tu l’hai maturato
cara Terra
Sole amato
il nostro cuor vi è tanto grato…
(dandosi tutti la mano)
… e buon appetito a tutti!”

Testo del canto Grazie per i frutti:

Dolci frutti, messi d’or,
son del sole doni;
che coi raggi e col calore
crescon sani e buoni.
Madre Terra in ogni dì
noi la ringraziamo,
poichè i semi custodì
fino a germogliare.

Qui puoi ascoltare la melodia in mp3 e stampare lo spartito qui:

Esperimenti scientifici per bambini – il succo di cavolo rosso

Esperimenti scientifici per bambini – il succo di cavolo rosso: esperimenti per scoprire se le sostanze sono acide, basiche o neutre utilizzando il succo di cavolo rosso (per saperne di più vai al post esperimenti scientifici: misurare il pH col cavolo rosso ):

Versando il succo di cavolo rosso in tante ciotoline diverse, e posandole su un foglio di carta, i bambini possono testare le varie sostanze, annotarle sul foglio, e scrivere sul quaderno le loro osservazioni:

Si possono testare tantissime sostanze presenti in casa: sale, dentifricio, candeggina, ammoniaca, succo di limone, succhi di frutta, zucchero, spray per i vetri, detersivo per i piatti, ecc…

Le varie sostanze testate possono essere classificate e ordinate dalla più acida alla più basica…

Poesie e filastrocche AUTUNNO

Poesie e filastrocche AUTUNNO – Una collezione di poesie e filastrocche di autori vari, per i bambini, della scuola materna e della scuola primaria.

Cadon le foglie
Cadon le foglie come farfalle:
ve n’è di rosse, ve n’è di gialle,
volteggiano un momento,
e partono col vento.
E la povera pianta là, nell’aria,
rabbrividisce, nuda e solitaria. (M. Maltoni)

 

La nuova stagione
Le svelte rondinelle son partite
in cerca di una terra solatia;
le brune passerine, infreddolite,
cinguettano canzoni in armonia.
Le tiepide giornate son finite:
la fitta nebbia dà malinconia;
le foglie, intanto, vizze ed ingiallite,
cadono volteggiando sulla via.
Ara la terra il rude contadino
e sparge i duri chicchi di semente,
e corre, col pensiero, lietamente,
alle castagne nuove, al dolce vino.
Mugghiano bovi nelle chiuse stalle
e canta il boscaiolo nella valle. (C. Mazzoleni)

 

Ora l’autunno
Ora l’autunno guasta il verde ai colli,
o miei dolci animali. Ancora udremo,
prima di notte, il richiamo della grigia
pianura che va incontro a quel rumore
alto di mare. E l’odore di legno
alla pioggia, l’odore delle tane,
com’è vivo qui fra le case,
fra gli uomini, o miei dolci animali. (S. Quasimodo)

 

Autunno
Biondo autunno che ci porti?
Uva, fichi e noci a staia.
Pioggia e vento alle montagne
mucchi, al fuoco, di castagne. (R. Rompato)

 

L’autunno
Vien l’autunno sospirando,
sospirando alla tua porta.
Qualche bacca porporina,
nidi vuoti, rame spoglie,
e tre gocciole di brina,
e un pugnel di morte foglie.  (A. S. Novaro)

 

L’autunno
Io vidi una mattina
l’autunno camminare.
Aveva nella mano
tre gocciole di brina,
nel cesto un venticello
per sollevar le foglie.
Portava per mantello
un grigio nuvolone
e andava lento lento
curvo sul suo bastone.  (A. Mazzeo)

 

L’autunno
Quando piove lento lento
e fa freddo e tira il vento
nella casa sta il bambino
nella cuccia il cagnolino
presso il fuoco il mio gattino.
E il ranocchio senza ombrello
sotto un fungo sta bel bello.  (O. Cicogna)

 

Vien l’autunno piano piano
Nel silenzio del mattino, getta il chicco il contadino
getta il chicco, getta getta, alla terra che lo aspetta
gli gnometti nel profondo, si rallegran per il mondo
getta il chicco, getta getta, alla terra che lo aspetta
una spiga nascerà, che il buon pane ci darà
getta il chicco, getta getta, alla terra che lo aspetta
guarda il ciel benedicente, il cader della semente
getta il chicco, getta getta, la semenza è benedetta
vien l’autunno piano piano, cavalcando da lontano
sulla testa un gran cappello, foglie rosse nel mantello
porta grappoli e castagne, nuvolette alle montagne
nei vigneti gli stornelli, acque chiare nei ruscelli
nelle sacche più profonde, nebbia e freddo vi nasconde
ed ai bimbi che son buoni, reca belli e ricchi doni. (E. Minoia)

 

Autunno
Un colpo di vento,
spalanca la porta
ed entra l’autunno,
che regge una sporta
è piena di noci,
di frutta nostrane
faremo merenda,
per più settimane
l’autunno nel bosco,
va a far la fascina
che dopo regala,
a qualche vecchina
le rondini liete,
son tutte partite
a terra le foglie,
son tutte ingiallite.
Il tempo dei giochi,
ahimè come vola!
Con libri e cartella
l’autunno va a scuola. (Nidario)

 

Foglie gialle
La nonnetta nello scialle
si rannicchia intirizzita.
Piovon foglie e foglie gialle
sulla terra insonnolita.
Nubi fosche, nubi nere
van pel cielo a torme a frotte;
calan rapide le sere
scende rapida la notte. (Anita Ferraresi)

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Foglia foglina – Gioco cantato

Foglia foglina – Con istruzioni di gioco, spartito stampabile e file mp3 della melodia. Un bellissimo girotondo tradizionale sul tema dell’autunno per la scuola d’infanzia.

Foglia foglina – Testo:

Foglia foglina, l’inverno si avvicina. Foglia foglietta, l’inverno è lì che aspetta. Povera foglia, l’inverno è sulla soglia. Ben presto arriverà, e via la porterà.

lo spartito

spartito stampabile e file mp3:

Foglia foglina – Istruzioni di gioco

I giocatori sono in cerchio, si tengono per mano e girano cantando.

Un giocatore all’esterno (l’inverno) gira in senso inverso al cerchio e al “via ti porterà” tocca un giocatore (foglia) che lascerà il cerchio e si unirà a lui.

Il gioco continua fino a che tutti non saranno stati chiamati.

Esperimenti scientifici per bambini – automobiline con motore ad aria

Esperimenti scientifici per bambini
automobiline con motore ad aria
Primo modello

Cosa serve:
una bottiglia di plastica con tappo,
quattro bottoni indentici,
una cannuccia da bibita pieghevole,
un elastico,
un palloncino,
due bacchette per le assi delle ruote e del filo.

Esperimenti scientifici per bambini
automobiline con motore ad aria
Cosa fare

assemblare seguendo le istruzioni fornite nel video, quindi gonfiare il palloncino attraverso la cannuccia e rilasciare

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Esperimenti scientifici per bambini
automobiline con motore ad aria
Variante

http://www.arvindguptatoys.com

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Esperimenti scientifici per bambini
automobiline con motore ad aria
Modello due

In questo progetto il palloncino è sostituito dall’aria immessa attraverso una pompa da bicicletta:

http://www.arvindguptatoys.com/

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शुक्रिया अरविंद गुप्ता जी

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Altri link

https://www.grc.nasa.gov/www/k-12/BGP/Ashlie/BalloonRocketCar_easy.html

http://www.hometrainingtools.com/a/balloon-rocket-car-project

Esperimenti scientifici per bambini – La freccia che si inverte

Esperimenti scientifici per bambini – La freccia che si inverte: osservate questo brevissimo video, senza perdere di vista la freccia…

Esperimenti scientifici per bambini
La freccia che si inverte

Questo esperimento, semplice ma davvero d’effetto, ha per oggetto il fenomeno della rifrazione della luce: la luce “si piega”  quando passa da una sostanza ad un’altra di densità diversa (in questo caso dall’aria all’acqua), creando illusioni ottiche.

Cosa serve


un bicchiere cilindrico, liscio, trasparente
un foglio di carta e un pennarello
una brocca d’acqua

Esperimenti scientifici per bambini
La freccia che si inverte
Come si fa

Disegnate una freccia col pennarello sul foglio di carta, piegate il foglio in modo tale che possa stare in verticale sul tavolo.

Ponete davanti al foglietto il bicchiere vuoto.

Osservando la freccia, versate l’acqua nel bicchiere: la freccia invertirà la sua direzione.

Esperimenti scientifici per bambini
La freccia che si inverte
Link

https://www.childrensmuseum.org/blog/saturday-science-the-reversing-arrow

http://science.wonderhowto.com/inspiration/reverse-arrow-trick-amazing-0156019/

http://thekidshouldseethis.com/post/79356632627

https://www.highlightskids.com/science-experiment/reversing-arrow

http://www.physicscentral.com/experiment/physicsathome/reversing-arrows.cfm

Esperimenti scientifici – Visualizzare le onde sonore – Piastre di Chladni – Eidophone

Esperimenti scientifici – Visualizzare le onde sonore – Piastre di Chladni – Eidophone. Il suono è vibrazione. Le vibrazioni vengono trasmesse attraverso l’aria alle nostre orecchie, e noi le percepiamo come suoni. Vedere le vibrazioni sonore è possibile con questi semplici esperimenti.

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Esperimenti scientifici – Visualizzare le onde sonore – Piastre di Chladni – Eidophone
Esperimento 1

Prendi una ciotola di circa 20cm di diametro, copri la parte superiore con della pellicola da cucina, tirandola accuratamente fino a renderla perfettamente aderente, piatta e liscia.

Cospargi del sale fino sulla sua superficie.

Ora prendi una pentola e un cucchiaio, ponili vicini alla ciotola e colpisci il col cucchiaio il fondo della pentola per ottenere un suono. Vedrai il sale saltare sulla pellicola.

Puoi ottenere lo stesso risultanto gridando forte vicino alla ciotola.

C0sa succede?

Quando si colpisce la pentola o si grida si producono delle vibrazioni che si trasmettono attraverso l’aria al tuo orecchio e anche alle pellicola posta sulla ciotola

http://www.unmuseum.org/exsound.htm

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Esperimenti scientifici – Visualizzare le onde sonore – Piastre di Chladni – Eidophone

Eidophone

Margaret Watts-Hughes ha inventato nel 1885 un dispositivo chiamato Eidophone, che consiste in una camera di risonanza in legno con una estremità aperta sulla quale è tesa una membrana di gomma, cosparsa di sabbia o altro.

La camera di risonanza era collegata ad un tubo nel quale era previsto cantare.

Per realizzare un eidophone si può utilizzare un vaso di fiori, la gomma di un palloncino, e un tubo di plastica.

 

Eidophone 1, performed by Esmeralda Conde Ruiz, 2006
steel and latex membrane

http://old.likeyou.com/archives/

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Come mostrato in questo video, mentre si canta nell’ eidophone sulla membrana si formano figure geometriche bellissime. I bambini ne saranno davvero incantati

Trio Eidophone (2010 – Work in Progress) – Film / Prototype / Performance

Sulla base dell’invenzione di Margaret Watts-Hughes, questo è un dispositivo di recente progettazione, per tre voci.

http://sciencedemonstrations.fas.harvard.edu/

Esperimenti scientifici – Visualizzare le onde sonore – Piastre di Chladni – Eidophone
Piastre di Chladni

Poi, naturalmente, non possono mancare le piastre di Chladni, cosparse di sabbia o sale e messe in vibrazione con un archetto da violino:

 http://www.tokenrock.com/
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Esperimenti scientifici – Visualizzare le onde sonore – Piastre di Chladni – Eidophone
Altri video

Esperimenti scientifici per bambini – Come realizzare una mongolfiera

Esperimenti scientifici per bambini – Come realizzare una mongolfiera: per tutti i progetti di mongolfiera ad aria calda è bene prendere le dovute precauzioni per evitare di provocare incendi, ma non rinunciate all’esperimento per questo: realizzare una mongolfiera è il sogno di ogni bambino… ad esempio potete aggiungere sempre un filo abbastanza lungo e tenuto morbido, che consenta il recupero del pallone 🙂

Esperimenti scientifici per bambini Come realizzare una mongolfiera Primo progetto

Cosa serve: un sacchetto di plastica molto sottile, candeline da torta di compleanno, del filo, nastro adesivo, cannucce da bibita, righello e forbici, cartoncino sottile, accendino.

Cosa fare:

Fissare le cannucce tra loro per formare un cerchio con un diametro di circa 12 pollici, senza colla o nastro adesivo, ma semplicemente inserendole una nell’altra.

Con la minor quantità possibile di nastro adesivo fissare il cerchio di cannucce al margine aperto del sacchetto di plastica, ed il pallone è fatto.

Ritagliare un quadrato di 2 pollici di lato dal cartoncino, e praticarvi quattro fori in prossimità del centro (i fori dovrebbero essere leggermente più piccoli rispetto alla larghezza delle candele di compleanno, in modo che possano incastrarvisi perfettamente), poi fissare ad ogni lato del quadrato di cartoncino circa 12 pollici di filo.

Inserire le candele nei fori, collegare al pallone e verificare che il quadrato sia ben bilanciato rispetto al sacchetto tenuto sospeso. Fare tutte le correzioni necessarie.

Accendere le candeline, aspettare che l’aria riscaldata riempia il sacchetto, quindi lasciar volare la mongolfiera

http://www.wikihow.com/
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Esperimenti scientifici per bambini Come realizzare una mongolfiera Secondo progetto:

Cosa serve: un foglio di plastica da imbianchino molto leggera, legno di balsa, candeline di compleanno, colla a caldo.

Cosa fare Tagliare la plastica e chiudere ai bordi con la colla a caldo, per formare il pallone. Unire le candeline di compleanno tra loro, sempre con la colla a caldo, e fissarle a un piccolo pezzetto di balsa.

http://www.instructables.com

Esperimenti scientifici per bambini Come realizzare una mongolfiera Le lanterne volanti 

I progetti per realizzare le mini mongolfiere non possono non  essere associati al lancio delle lanterne di carta orientali.

http://lusignolo.wordpress.com/

In questo video ne vediamo una versione “natalizia”: il papà protagonista sostiene che non è pericoloso se la giornata non cade nella stagione secca e non ci sono venti troppo forti, perchè queste lanterne bruciano ad alta quota e quando tornano a terra sono fredde e senza braci accese.

La carta di riso della lanterna e il filo sono totalmente biodegradabili, e hanno una storia gloriosa di migliaia di anni.

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Esperimenti scientifici per bambini  Come realizzare una mongolfiera  Altre fonti

http://www.wikihow.com/

http://eo.ucar.edu/

Esperimenti scientifici per bambini – Scintillanti cristalli dal carbone

Esperimenti scientifici per bambini – Scintillanti cristalli dal carbone: il vostro bambino sa che attraverso la pressione e milioni di anni il carbone in natura ha prodotto i diamanti? Questa attività  non solo introduce dei concetti geologici, ma coltiva il senso di stupore per le meraviglie della natura e insegna che le cose belle possono nascere nei luoghi più improbabili, come da un pezzo di nero carbone…

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Esperimenti scientifici per bambini
Scintillanti cristalli dal carbone
Cosa serve

alcuni pezzi di carbone da barbecue,
una ciotola poco profonda,
acqua,
sale,
azzurrante (additivo per bucato bianco),
ammoniaca,
coloranti alimentari,
mascherina.

Esperimenti scientifici per bambini
Scintillanti cristalli dal carbone
Cosa fare

indossare la mascherina e miscelare tra loro 6 cucchiai di acqua, 6 cucchiai di sale, 6 cucchiai di azzurrante e un cucchiaio di ammoniaca.

Adagiare i carboni un una bella ciotola e versarvi la miscela.

Se  dei punti rimangono asciutti, cospargere di ammoniaca.

Aggiungere qualche goccia di colorante alimentare diverso qua e là e se il carbone risulta ancora asciutto dell’altra acqua.

Naturalmente non lasciare che i bambini facciano l’esperimento da soli: l’ammoniaca è tossica ed è sempre bene utilizzarla in un locale ben ventilato o meglio ancora all’aperto.

 
http://ivori.hubpages.com/
 
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Esperimenti scientifici per bambini
Scintillanti cristalli dal carbone
Variante

Cosa serve:

un cucchiaio,
azzurrante liquido da lavanderia,
detersivo liquido per bucato,
sale da cucina,
ammoniaca,
un vasetto di vetro,
carbone,
una scodella non metallica,
colorante alimentare,
mascherina.

Cosa fare:

indossare la mascherina e  in un barattolo a parte mescolare tra loro 2 cucchiai di azzurrante, 2 di detersivo per bucato, due di sale e due di ammoniaca.

Disporre il carbone in una scodella, aggiungere ad ogni pezzetto qualche goccia di colorante diverso, e versarvi sopra la miscela preparata nel barattolo.

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Esperimenti scientifici per bambini
Scintillanti cristalli dal carbone
 Variante

Cosa serve:
pezzi di carbone,
acqua (preferibilmente distillata) in uno spruzzino,
una scodella non metallica,
sale non iodato,
ammoniaca,
azzurrante da lavanderia,
coloranti alimentari,
un barattolo.

Cosa fare:

riduci  il carbone in pezzetti piuttosto piccoli, ma senza polverizzarlo.

Spruzzare l’acqua fino a quando non è ben bagnato e disporre i pezzi nella scodella formando uno strato uniforme.

In un barattolo a parte mescolare 3 cucchiai (45 ml) di ammoniaca, 6 cucchiai (90 ml) azzurrante e 3 cucchiai (45 ml) di sale e con questa miscela inumidire tutto il carbone.

Spruzzare altra acqua per bagnare bene tutto il carbone, se serve. Se vuoi spruzza del colorante alimentare qua e là (senza coloranti si formeranno solo cristalli bianchi).

Cospargere con un altro paio di cucchiai di sale, e porre la ciotola in un luogo sicuro. Nei tre giorni seguenti continuare a tenere umido il carbone versando sul fondo una miscela di ammoniaca, acqua e azzurrante (2 cucchiai da tavola per ogni ingrediente).

Non muovere la ciotola durante la crescita dei cristalli.  A seconda del clima questi si formeranno in massimo due settimane.

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Esperimenti scientifici per bambini
Scintillanti cristalli dal carbone
Variante

Mettete alcuni pezzi di i carbone in una ciotola.

In un barattolo a parte mescolare 60 ml di acqua, 60 ml di azzurrante da lavanderia, 60 ml  di sale da cucina non iodato e 15 ml di ammoniaca.

Mescolare bene e versare sopra i pezzetti di carbone.

Aggiungere qua e là qualche  goccia di mercurocromo, inchiostro colorato e colorante alimentare e attendere la crescita dei cristalli.

Cosa serve:
30 ml di ammoniaca,
30 ml di acqua preferibilmente distillata,
colorante alimentare,
piccoli pezzi di carbone,
30 ml di sale non iodato,
un barattolo e una scodella non metallici.

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Esperimenti scientifici per bambini
Scintillanti cristalli dal carbone
Fonti

http://ivori.hubpages.com/hub/

http://www.kerala.com/

http://www.wackyuses.com/

http://www.education.com/

Esperimenti scientifici per bambini – Newton, l’inerzia e il tuffo dell’uovo

Esperimenti scientifici per bambini – Newton, l’inerzia e il tuffo dell’uovo – Assiomi o leggi della dinamica secondo Newton: Legge I-Legge di inerzia di Galilei “Ciascun corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, salvo che sia costretto a mutare quello stato da forze impresse.”

Questa legge è nota anche con il nome di principio di inerzia.

Esperimenti scientifici per bambini
Newton, l’inerzia e il tuffo dell’uovo
Cosa serve:

uno o più uova crude
un vassoio

e per ogni uovo:
un tubo di cartone (dal rotolo della carta igienica)
un vaso pieno d’acqua (eventualmente colorata)

 

Esperimenti scientifici per bambini
Newton, l’inerzia e il tuffo dell’uovo
Cosa fare

Preparare il materiale come mostrato nei video e nelle foto:

http://www.stevespanglerscience.com/
 
 
http://www.ordinarylifemagic.com
 

Armiamoci di coraggio e fiducia nelle leggi della fisica, e diamo un colpo deciso al vassoio: le uova cadranno nei bicchieri…

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Esperimenti scientifici per bambini
Newton, l’inerzia e il tuffo dell’uovo
Fonti

http://www.stevespanglerscience.com/

http://www.ordinarylifemagic.com/

http://it.wikipedia.org/wiki/Dinamica_(fisica)

https://www.childrensmuseum.org/blog/saturday-science-egg-drop-inertia

Esperimenti scientifici per bambini – Perchè le foglie in autunno cambiano colore – cromatografie

Esperimenti scientifici per bambini – Perchè le foglie in autunno cambiano colore – cromatografie. Per vivere le piante prendono l’acqua dal terreno e l’anidride carbonica dall’aria, e  utilizzano la luce solare per trasformare acqua e anidride carbonica in glucosio attraverso un processo chiamato fotosintesi, che avviene anche grazie ad una sostanza chimica chiamata clorofilla. La clorofilla è anche ciò che dà alle piante il colore verde.

Durante l’inverno la quantità di luce e di acqua a disposizione delle piante diminuisce, e gli alberi entrano in uno stato di minore attività: la clorofilla verde scompare dalle foglie, e via via  cominciamo a vedere i colori giallo e arancio. Piccole quantità di questi colori sono sempre stati presenti nelle foglie, anche quando ci apparivano verdi. Ma non potevamo vederli perchè coperti dal verde della clorofilla.

Durante le giornate autunnali la luce diventa via via minore, e siccome la clorofilla viene prodotta grazie alla luce, anche questa diminuisce, e il  colore verde inizia a svanire dalle foglie. Allo stesso tempo, le concentrazioni di zucchero in aumento causano un aumento della produzione di pigmenti di colore rosso (pigmenti antociani), arancio-giallo (carotenoidi) e marroni (tannini), che non hanno bisogno della luce per formarsi.

Insomma in autunno vediamo le foglie gialle, marroni ed arancioni perché la clorofilla, che maschera gli altri colori, si degrada .

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Esperimenti scientifici per bambini Perchè le foglie in autunno cambiano colore Esperimenti di cromatografia

http://www.scuolamediacoletti.org/
 

Gli esperimenti di cromatografia consentono di separare tutti i colori nascosti in quello che in apparenza sembra un  colore unico.

Prima di procedere con le foglie, si può mostrare l’esperimento con un pennarello, come mostrato in questo video:

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Cromatografia degli spinaci

Esperimenti scientifici per bambini Perchè le foglie in autunno cambiano colore – cromatografie Cosa fare 

Appoggiare una foglia di spinacio su di una striscia di carta assorbente e, facendovi scorrere sopra ripetutamente il bordo di una moneta, tracciare una linea verde a circa 2 cm dal bordo. Ripetere l’operazione perché la linea deve essere di colore intenso.

Versare sul fondo di un vaso di vetro trasparente pochi ml di alcol. Inserire la striscia nel becher, con la linea verde verso il basso, facendo in modo che l’estremità della striscia sfiori appena l’alcol, e fissare la carta al bordo del bicchiere con una graffetta.

Fare attenzione a non bagnare direttamente la linea colorata con l’alcol. Aspettare qualche minuto, fino a quando l’alcol è risalito lungo la striscia fino quasi al bordo del bicchiere e far asciugare la striscia di carta sul termosifone.

L’alcol risale lungo la striscia di carta spostando il pigmento colorato e separandolo in colori diversi, che sono, a partire dal fondo: marrone/verde cachi, verde brillante, giallo (a volte si riesce a notare anche dell’arancione)

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Esperimenti scientifici per bambini Perchè le foglie in autunno cambiano colore – cromatografie Perchè?

L’alcol risale lungo la carta per capillarità.

Il colore verde delle foglie in realtà è il risultato del mescolamento di colori diversi, che corrispondono a sostanze diverse.

Come i membri di una famiglia, ogni sostanza ha le sue simpatie e le sue antipatie.

Alcune amano di più stare aggrappate alla carta e non sono per nulla attratte dall’alcol, altre preferiscono farsi sciogliere e trasportare, più o meno facilmente, dall’alcol.

E’ proprio questa diversa “simpatia” di ogni pigmento nei confronti dell’alcol a permettere la loro separazione.

Esperimenti scientifici per bambini Perchè le foglie in autunno cambiano colore – cromatografie Separare i colori di una foglia verde con cromatografia

Cosa serve:

foglie, piccoli vasetti, coperchi per barattoli o fogli di alluminio o pellicola trasparente, alcol, carta assorbente, tegame, acqua calda, nastro, penna, coltello o un cucchiaio di plastica, orologio o timer.

Cosa fare:

raccogliere 2-3 foglie di grandi dimensioni da alberi diversi.

Tagliare le foglie in pezzi molto piccoli e metterli in vasetti etichettati con il nome o la posizione dell’albero.

Aggiungi in ogni barattolo l’alcol che serve a coprire completamente i pezzetti di foglia, e sminuzzare ulteriormente usando un coltello o un cucchiaio di plastica fino a ottenere una specie di poltiglia.

Tappare accuratamente i vasi e posizionarli su di un vassoio contenente qualche centimetro di acqua calda. Aspettare almeno mezz’ora, finchè l’alcol non si è ben colorato (più scuro è meglio è).

Posizionare i vasi con cura in un vassoio contenente superficiale 1 pollice di acqua calda sanitaria. Sostituire l’acqua calda se si raffredda e ogni tanto scuotere i vasetti.

Tagliare una striscia lunga e sottile di carta assorbente per ogni vasetto ed etichettarla.

Togliere i vasetti dall’acqua calda, aprirli e mettere una striscia di carta in ogni barattolo,  in modo che la sua estremità si trovi immersa nell’alcool. Piegare l’altra estremità sulla parte superiore del vaso e fissarla con del nastro adesivo.

L’alcool viaggerà lungo la carta, portando i colori con sè.

Dopo circa un paio d’ore, i colori avranno percorso distanze diverse lungo la carta, e l’alcol sarà via via evaporato.  Dovreste così essere in grado di vedere diverse sfumature di verde, e forse qualche giallo, arancione o rosso, a seconda del tipo di foglia.

http://www.parentsconnect.com/

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Esperimenti scientifici per bambini Perchè le foglie in autunno cambiano colore Cromatografia con foglie verdi e con foglie autunnali

Cosa serve:

due o tre foglie verdi, due o tre foglie d’autunno che hanno già cambiato colore, barattoli di vetro con coperchio (uno per ogni foglia), alcol, carta assorbente, teglia da forno, acqua calda, nastro adesivo, cucchiai e coltelli, un timer.

Cosa fare:

Procedere come spiegato nell’esperimento precedente.

Esperimenti scientifici per bambini Perchè le foglie in autunno cambiano colore – cromatografie Video:

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Esperimenti scientifici per bambini Perchè le foglie in autunno cambiano colore – cromatografie Fonti

http://www.parentsconnect.com/

http://www.hometrainingtools.com/

http://www.sciencemadesimple.com/

http://www.miniscience.com/projects/

http://chemistry.about.com/cs/howtos/ht/

http://www.scuolamediacoletti.org/

Le castagne – canto

Le castagne – canto con testo, spartito stampabile, e file mp3 gratuito per ascoltare la melodia.

Testo:
Passeggiando dentro il bosco
ho trovato strani frutti
sono verdi e ricoperti
da spinette lunghe e dure
con il babbo li raccolgo
e li apriamo con cautela.
Che sorpresa, meraviglia,
ci son dentro le castagne
per finir la scampagnata
accendiamo un grande fuoco,
le cuociamo tutte quante,
oh che bella scorpacciata!

Di seguito puoi stampare lo spartito e  scaricare la base in mp3:

Esperimenti scientifici per bambini – Spieghiamo cos’è l’osmosi utilizzando l’uovo nudo

Esperimenti scientifici per bambini – Spieghiamo cos’è l’osmosi utilizzando l’uovo nudo: il termine osmosi indica il passaggio della parte liquida tra due soluzioni che hanno concentrazioni diverse, attraverso una membrana semipermeabile.

Il liquido tende a passare dalla soluzione meno concentrata verso quella più concentrata. L’osmosi è quindi un processo fisico spontaneo che tende a diluire la soluzione più concentrata, e a ridurre la differenza di concentrazione.

In altre parole quando sui due lati della membrana si trovano soluzioni a diversa concentrazione, la differenza di pressione osmotica muove le molecole dalla soluzione meno concentrata (ipotonica) verso la soluzione più concentrata (ipertonica), fino a quando le concentrazioni  nelle due soluzioni diventano identiche (isotoniche).

Per questo esperimento occorre un uovo nudo, che si ottiene come meglio spiegato qui http://www.lapappadolce.net/ tenendo immerso in aceto un uovo crudo e perfettamente integro per almeno un giorno.

Già durante questa fase di preparazione dell’esperimento è possibile osservare il fenomeno dell’osmosi. Misuriamo l’uovo prima di immergerlo  nell’aceto (l’altezza col righello, il diametro con uno spago) e dopo.

L’uovo nudo risulterà ingrossato rispetto all’uovo con guscio perché l’acqua contenuta nell’aceto si è spostata al suo interno. Infatti ci sono più sostanze disciolte nell’acqua all’interno dell’uovo di quante non ve ne siano nell’aceto.

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Esperimenti scientifici per bambini
Spieghiamo cos’è l’osmosi utilizzando l’uovo nudo
Prima variante

http://www.scuolamediacoletti.org/

Cosa serve:

un uovo “nudo”,
un barattolo con coperchio,
sale,
un pezzo di spago
un righello.

Cosa fare: 

Versare acqua in un barattolo riempiendolo per circa ¾ e aggiungere sale, mescolando, fino a quando il sale non si scioglie più (soluzione satura).

Misurare l’uovo nudo quindi immergerlo all’interno del barattolo, chiudere e lasciare riposare per qualche giorno.

Togliere l’uovo dal barattolo e misurarne nuovamente la circonferenza.

L’uovo nudo, dopo essere stato immerso a lungo in acqua sale, si sarà ristretto.

Perchè?

Il fenomeno dell’osmosi ha provocato il trasferimento d’acqua dall’uovo (soluzione meno concentrata) alla soluzione salina (più concentrata).

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Esperimenti scientifici per bambini
 Spieghiamo cos’è l’osmosi utilizzando l’uovo nudo
Seconda variante

Cosa serve:

2 buste di plastica per alimenti con chiusura zip,
uno sciroppo di colore chiaro (ad esempio malto),
un uovo nudo,
una ciotola piena d’acqua,
righello e spago per le misurazioni.

Cosa fare:

Riempire una busta di plastica per circa la metà con lo sciroppo, mettervi l’uovo nudo e chiudere.

Posare il tutto nella ciotola d’acqua per evitare rotture e lasciare così per tre giorni.

Togliere l’uovo dallo sciroppo, lavarlo con delicatezza e misurare: l’uovo risulterà tanto rimpicciolito da apparire avvizzito, e si potrà sentire il tuorlo al suo interno.

Ora riempire a metà un’altra busta con acqua, e mettere l’uovo rimpicciolito. Lasciate riposare  per alcuni giorni: tornerà alle sue dimensioni iniziali.

Perchè?

Nella prima fase dell’esperimento l’acqua passa attraverso la membrana dall’uovo verso lo sciroppo (che è più concentrato) e l’uovo si disidrata. Nella seconda fase si verifica il processo inverso.

Esperimenti scientifici per bambini
Spieghiamo cos’è l’osmosi utilizzando l’uovo nudo
Terza variante

http://www.science-sparks.com/

Cosa serve:

un uovo nudo,
un vaso di vetro trasparente,
sciroppo o melassa.

Cosa fare:

Immergere l’uovo nudo nel vaso riempito di sciroppo:  l’uovo deve esserne coperto.

Lasciate così per circa 3 giorni. L’uovo risulterà più piccolo.

Sciacquare, immergere in un vaso pieno di sola acqua e attendere altri tre giorni: l’uovo sarà tornato normale.

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Esperimenti scientifici per bambini
Spieghiamo cos’è l’osmosi utilizzando l’uovo nudo
Quarta variante

Cosa serve:

due uova nude di uguale grandezza,
acqua,
due bicchieri,
zucchero,
uno spillo.

Cosa fare: 

Preparare una soluzione satura di zucchero e acqua in un bicchiere e immergervi una delle due uova nude.

Versare nell’altro bicchiere solo acqua ed immergervi il secondo uovo.

Lasciare riposare per almeno un giorno.

Come già spiegato sopra, l’uovo immerso nella soluzione zuccherina sarà rimpicciolito e quello immerso in acqua sarà più grande.

Provate a pungere l’uovo ingrandito con uno spillo: dal foro uscirà un getto d’acqua.

Ora potete gettare via l’uovo bucato e provare a mettere l’uovo rimpicciolito in acqua per un altro giorno, per vederlo tornare alle sue dimensioni iniziali.

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Esperimenti scientifici per bambini
 Spieghiamo cos’è l’osmosi utilizzando l’uovo nudo
 Altri link

http://dragon.sleepdeprived.ca/

http://www.hometrainingtools.com/

http://www.science-sparks.com/

http://www.scuolamediacoletti.org/

http://doc.studenti.it/appunti/

http://it.wikipedia.org/wiki/Osmosi

Esperimenti scientifici per bambini – Bombe frizzanti

Esperimenti scientifici per bambini – Bombe frizzanti preparate con bicarbonato di sodio e aceto, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

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Esperimenti scientifici per bambini
Bombe frizzanti
Cosa serve:

acqua,
un cucchiaio,
tovaglioli di carta,
sacchetti integri di plastica per alimenti (quelli con chiusura a zip),
aceto
bicarbonato di sodio.

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Esperimenti scientifici per bambini
Bombe frizzanti
Cosa fare:

E ‘ molto importante utilizzare sacchetti perfettamente integri, quindi è meglio testarli prima dell’esperimento versandovi dell’acqua, chiudendo la zip e capovolgendoli.

Avvolgere in un pezzetto di tovagliolo di carta 2 cucchiai di bicarbonato, facendo un pacchettino.

Versare nel sacchetto di plastica mezza tazza di aceto un quarto di  tazza di acqua tiepida.

Ora è necessaria una certa attenzione e abilità, per riuscire a far cadere pacchetto di carta nell’aceto con il sacchetto chiuso,  prima che si sviluppi l’effervescenza.

Si può fare ad esempio così:

http://superheroesandprincesses.blogspot.com/

A sacchetto chiuso rilasciare il pacchetto, agitare un po’, quindi posare la “bomba” sul prato (o nella vasca da bagno) e osservare. Il sacchetto comincerà a gonfiarsi e quindi esploderà.

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Esperimenti scientifici per bambini
Bombe frizzanti
Perchè?

Quando l’aceto (che è un acido) reagisce con il bicarbonato (che è una base), si forma anidride carbonica.

Se hai mai fatto una torta al forno o il pane hai già fatto  esperimenti come questo senza saperlo.

Se la ricetta contiene bicarbonato di sodio, ma senza lievito, ci sarà probabilmente anche un ingrediente acido, (limone, yogurt, succo d’arancia, ecc…).

Alcune ricette poi richiedono il lievito in polvere, che non è altro che una miscela di  bicarbonato di sodio con un ingrediente acido (acido tartarico ad esempio).

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Esperimenti scientifici per bambini
Bombe frizzanti
Altri link

http://www.exploratorium.edu/

http://superheroesandprincesses.blogspot.com/

http://www.apple-cider-vinegar-benefits.com/baking-soda-and-vinegar.html

http://www.flashbangscience.co.uk/funstuff/experiments/bubbleb.htm

Esperimenti scientifici per bambini – Una semplice fontana

Esperimenti scientifici per bambini – Una semplice fontana. Basta un po’ d’acqua, una cannuccia, e un pezzo di argilla. Chiediamo al bambino di soffiare attraverso la cannuccia più forte che si può, finchè non ha la sensazione che la bottiglia sia piena. Osserviamo lo zampillo…

http://thefantasticfive-hockmana.blogspot.com

Esperimenti scientifici per bambini
Una semplice fontana
Variante

Si può ottenere un aumento di pressione all’interno della bottiglia anche attraverso il calore.

Procuriamoci una bottiglia di vetro con tappo a vite, del colorante, una cannuccia, dell’argilla, una ciotola, dell’acqua fredda e una teiera contenente acqua calda, un paio di forbici.

Riscaldiamo l’acqua nella teiera. Togliamo il tappo dalla bottiglia di vetro e riempiamo a metà con acqua fredda che coloreremo a piacere.

Pratichiamo un foro sul tappo, avvitiamolo saldamente, inseriamo la cannuccia in modo che si trovi sotto il livello dell’acqua e sigilliamo con l’argilla tutto intorno al tappo e alla cannuccia.

Con poca argilla facciamo un tappo anche per la cannuccia. Ora poniamo la bottiglia nella ciotola e versiamo esternamente l’acqua della teiera.

Anche in questo caso l’acqua uscirà con uno zampillo, perché l’acqua calda nella ciotola riscalda l’aria nella bottiglia; l’aria riscaldata  si espande e occupa più spazio quindi spinge l’acqua verso l’esterno, attraverso la cannuccia.

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Esperimenti scientifici per bambini
Una semplice fontana
Altri link

http://pbskids.org/zoom/activities/phenom/bottlefountain.html

http://thefantasticfive-hockmana.blogspot.com/

http://www.arvindguptatoys.com/toys/Threebottlefountain.html

http://www.ekunji.com/learn/easy-science-projects-for-kids/science-projects-for-kids-fountain-in-water-bottle

http://www.abc.net.au/science/articles/2012/11/14/3631891.htm

http://www.learnwithplayathome.com/2012/07/science-for-kids-water-bottle-fountain.html

 

Esperimenti scientifici per bambini – Aeroscafo con un vecchio cd

Esperimenti scientifici per bambini –  Aeroscafo con un vecchio cd – Un hovercraft o aeroscafo (o anche aeroscivolante come viene talvolta tradotto in italiano) è un veicolo sostentato da un “cuscino d’aria” e mosso da una o più eliche.

E’ in grado di spostarsi su diverse superfici e può essere in grado di spostarsi a velocità superiori ai 150 km/h. Realizzato in forma industriale o hobbystica in misure che vanno da 2 metri di lunghezza sino a 57 metri (hovercraft da sbarco russi della Classe Zubr).

Viene usato per uso dilettantistico, soccorso e militare per la sua rapidità di lancio, la sua velocità e soprattutto per la sua versatilità nell’attraversare superfici di differente composizione.

Al momento non esiste normativa mondiale per la definizione dettagliata di “Veicolo a cuscino d’aria”. L’hovercraft è stato classificato come penultima invenzione nel settore trasporti, prima dello Space Shuttle.

Costruiamo un modello di aeroscafo.

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Esperimenti scientifici per bambini
Aeroscafo con un vecchio cd
Cosa serve

un cd,
un palloncino,
un tappo da acqua o da detersivo di tipo push-up,
colla a caldo.

Eventualmente una molletta di quelle per chiudere i sacchetti per il congelatore (ad esempio Ikea)

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Esperimenti scientifici per bambini
Aeroscafo con un vecchio cd
Cosa fare

Incollare il tappo al foro centrale del cd con la colla a caldo, e tenerlo chiuso.

Preparare vari palloncini di diverse dimensioni, se vogliamo fare vari tentativi e magari registrare le osservazioni.

Gonfiare un palloncino, tenerlo chiuso con le mani (oppure utilizzando la molletta) e inserirlo nel tappo chiuso. Togliere la molletta, aprire il tappo e osservare.

Quando il tappo è aperto, l’aria esce dal palloncino, corre attraverso il tappo e va sotto il CD causandone il movimento.

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Esperimenti scientifici per bambini
Aeroscafo con un vecchio cd
Perchè

Il CD ha una superficie molto liscia, quindi permette all’aria di distribuirsi in modo uniforme al di sotto del disco stesso; questa aria riesce a sollevare il CD dalla superficie su cui è appoggiato.

Questo strato d’aria che si forma tra disco e superficie d’appoggio riduce notevolmente l’attrito tra le due superfici stesse e il nostro aeroscafo scivolerà con grande facilità.

http://www.sciencebuddies.org/

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Esperimenti scientifici per bambini
Aeroscafo con un vecchio cd
Un video

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Esperimenti scientifici per bambini
Aeroscafo con un vecchio cd
Altre fonti

http://it.wikipedia.org/wiki/Hovercraft

http://www.hovercrafterz.com/

http://sciencesquad.questacon.edu.au/

Dettati ortografici su ottobre

Dettati ortografici su ottobre, di autori vari, per la scuola primaria. Difficoltà ortografiche miste.

Ottobre
Al tempo degli antichi Romani, che furono quelli a dar il nome ai mesi, l’anno cominciava con marzo, ed ecco che ottobre era, appunto l’ottavo mese. Mutò il calendario, ma il nome restò, così come sono restati quelli di settembre, di novembre e di dicembre.

Ottobre al mare
Come corre l’acqua lungo i rigagnoli delle strade! Addio, estate! Addio, bagni!

E’ tanto bello anche il mare così grigio e malinconico senza più traccia alcuna di umanità, come al giorno della sua creazione. Già gli alberghi, le pensioni, chiusi i vetri sul mare, hanno ritirato i tavolo dalle rotonde, dai terrazzi.

Sono le sere in cui i pochi villeggianti rimasti si illudono di avere il mare tutto per loro e tornano dalle passeggiate, chiusi negli impermeabili; sono le notti di vento e di salsedine, quando cadono lungo i viali le foglie di tiglio che la prima tramontana spazzerà via del tutto. (F. Tombari)

Ottobre
Ottobre tinge tutto d’oro. D’oro sono le foglie che si staccano dall’albero, d’oro sono i tramonti, d’oro il sole che manda i suoi tiepidi raggi ad illuminare la terra arata, la campagna ormai stanca, il cielo velato dalle prime nebbie di autunno.

E’ un bel mese, ottobre. Il sole è un po’ stanco, ma si dà ancora da fare per dipingere le foglie di rosso e di giallo. E le foglie insuperbiscono di quel colore, senza immaginare che basta un soffio di vento per staccarle dal ramo. Un lieve volo e giù, per terra. Se durante la notte il vento ha tirato un po’ forte, la mattina c’è tutto un tappeto frusciate per terra.

Due ricchezze ci dona la terra nel mese di ottobre: nei tini canta il vino frizzante; nei boschi i ricci aperti lasciano cadere le castagne, che un tempo davano cibo nutriente ai montanari. Ma ai frutti freschi e succosi bisogna dire addio. Il sole, ormai debole e pallido, non riesce a maturare gli ultimi: la sorba e la nespola. Esse finiranno di maturare, nel granaio, nel tepore della paglia. (F. Bartorelli)

Ottobre

Ottobre dà l’idea di un grasso oste che, col grembiule bianco e il pancione, ci inviti a passare nella sua cantina. Vuole darvi ad intendere che ha il vino nuovo, ma non gli date retta. E’ ancora il vino dell’altr’anno; quello di adesso bolle ancora nel tino, giù nel profondo della cantina.

E i contadini hanno paura di questo vino che bolle. Sanno che può far brutti scherzi e, quando devono scendere giù dove la vinaccia gorgoglia, ci vanno con la candela accesa. Se la candela si spegne scappano subito e dicono: “Giù non si può respirare; c’è il vino che bolle”. E non scendono finchè il pericolo non è passato.

Ma se non c’è il vino nuovo nell’osteria di Mastro Ottobre, un leprotto al forno lo troverete di certo. E’ tempo di caccia e per la campagna si sentono gli spari dei cacciatori. Pum pum, e starne e beccacce e lepri cadon giù stecchite sopra il campo arato, dopo aver cercato invano di sfuggire alla corsa disperata dei cani.

Ottobre

E’ un bel mese, ottobre. Il sole è un po’ stanco, ma si dà ancora da fare per dipingere le foglie di rosso e di giallo. E le foglie insuperbiscono di quel colore, senza immaginare che basta un soffio di vento per staccarle dal ramo. Un lieve volo e giù, per terra. Se durante la notte il vento ha tirato un po’ forte, la mattina c’è tutto un tappeto frusciate per terra.

In montagna, gli stambecchi, rinvigoriti, fanno battaglia con le loro corna; la marmotta s’è ritirata nella sua tana a mangiare il fieno che ha messo in serbo. Fra poco s’addormenterà per risvegliarsi soltanto quando il venticello di marzo farà frusciare i rami degli alberi rinverditi.

I campi sono tutti scuri, puliti, con certi solchi dritti, pronti a ricevere il seme.
(M. Manicucci)

Ottobre

Nei luoghi in cui si coltiva la vite si vendemmia; l’uva viene pigiata per ottenere il mosto che, con la fermentazione, diverrà vino. Nei campi si ara e in alcuni luoghi comincia la semina del grano. Finisce la raccolta del granoturco ed inizia quella delle castagne, delle noci e delle nocciole. Si potano gli alberi da frutto. Il mese di ottobre nel nostro calendario è il decimo mese dell’anno; nel più antico calendario romano era l’ottavo mese.

Ottobre
Gli alberi a foglie caduche si spogliano lentamente ai forti venti autunnali. Sui monti è già freddo e le greggi scendono al piano. Gli insetti spariscono nelle cavità degli alberi o sotto terra; molti animali, come il riccio, la talpa e la marmotta cadono in letargo; altri, come la volpe, infoltiscono la loro pelliccia; molti uccelli, come la rondine,  migrano verso i paesi più caldi.

I contadini curano i frutteti, disinfettano le piante, sistemano l’orto, piantano i cavolfiori, i piselli, le fave, l’aglio. Nei luoghi in cui si coltiva la vite si vendemmia; l’uva viene pigiata per ottenere il mosto che, con la fermentazione diventerà vino. Nei campi si ara e in alcuni luoghi comincia la semina del grano. Finisce la raccolta del granoturco ed inizia quella delle castagne, delle noci e delle nocciole. Si potano gli alberi da frutto.

Il mese di ottobre sul nostro calendario è il decimo mese dell’anno; nel più antico calendario romano era l’ottavo mese.

Ottobre
Odore di ottobre. Nell’aria, che si riposa nella campagna, volano schiere di uccelli: dal bosco vicino, che comincia a tingersi di macchie rossastre, viene il canto dosato e lento del cuculo. La stagione indugia, dorandosi in un’attesa piena di sopore. Le strade odorano di mele cotogne e d’uva, e dalle porte spalancate delle cantine esce il fumo delle caldaie schiumanti il mosto, fra le voci aspre e clamorose dei pigiatori. (G. Titta Rosa)

Vento d’ottobre
Un soffio di vento ottobrino scuote gli alberi del bosco. E’ un vento frizzante che scende dai monti già avvolti di nebbia. Alcune foglie si staccano; scivolano, quasi trattenute ancora, lungo i rami più grossi; volteggiano nell’aria; si posano al suolo umido e nero.

“Addio!” dicono le foglie gialle, “Addio, albero amico! Il vento ci strappa senza pietà. Non sentiremo più il canto degli uccelli, non godremo più i raggi del sole!”

Un soffio più impetuoso… Numerose foglie sfarfallano intorno; altre si alzano da terra in un breve ultimo volo. Ora sul prato si stende un giallo tappeto di foglie morte; ma, a primavera, nuove foglie rivestiranno di tenero verde tutti gli alberi del bosco. (L. Fiorentini)

Dettati ortografici su ottobre. Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Esperimenti scientifici per bambini – Razzo ad acqua

Esperimenti scientifici per bambini – Razzo ad acqua. Questo esperimento dimostra come un accumulo di pressione può lanciare un razzo.

Quando la pressione all’interno della bottiglia riesce a scollegare il tappo in fondo alla bottiglia, l’acqua uscirà di getto dalla parte inferiore, mentre la bottiglia sarà lanciata in direzione opposta.

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Esperimenti scientifici per bambini
Razzo ad acqua
Cosa serve

una bottiglia di plastica vuota
un cono e 4 alettoni realizzati in cartoncino colorato
acqua
un tappo di sughero e una pompa da bicicletta con un ago adattatore (per realizzare il tappo-raccordo esistono varie possibilità, consultate i link in fondo all’articolo. L’importante è che il sistema sia costruito in modo tale da non scollegarsi finchè all’interno della bottiglia non si sia accumulata una pressione sufficiente al lancio)

http://www.science-sparks.com/

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Esperimenti scientifici per bambini
Razzo ad acqua
Cosa fare

Spingere l’adattatore ad ago della pompa attraverso il tappo di sughero (se non fuoriesce, accorciare il tappo).

Decorare la bottiglia con il cono e gli alettoni. Riempire la bottiglia con l’acqua per circa un quarto e spingere saldamente il tappo all’imboccatura della bottiglia. Collegare la pompa all’adattatore.

Gli alettoni possono servire proprio a tenere la bottiglia in verticale, ma si può anche costruire una rampa con un tubo di plastica, una gruccia metallica, dei picchetti da campeggio o delle tavolette di legno, come mostrato nei link in fondo all’articolo.

Pompare l’aria nella bottiglia: prenderà il volo dopo pochi secondi.

I razzi spaziali funzionano in modo simile alla bottiglia, ma invece del getto d’acqua bruciano carburante per creare un getto di gas caldo.

Video per la realizzazione del raccordo:

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Rampe di lancio:

http://www.instructables.com/

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Guardate qualche lancio:

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Istruzioni dettagliate per realizzare modelli di razzo ad acqua più complessi (con paracadute, a più stadi, ecc…) qui: http://www.aircommandrockets.com

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Esperimenti scientifici per bambini
Razzo ad acqua
Altre fonti

http://www.e-scoutcraft.com/activities/

http://en.wikipedia.org/wiki/Water_rocket

http://www.instructables.com/id/Soda-Bottle-Rocket./

http://www.wired.com/geekdad/

http://www.aircommandrockets.com/

Poesie e filastrocche su Ottobre

Poesie e filastrocche su ottobre: una collezione di poesie e filastrocche di autori vari per la scuola materna e primaria

Io sono ottobre
Io sono ottobre che stringo il vinello
ne’ solchi nuovi ci semino il grano
metto di nuvole a’ monti il cappello
guido dai monti le pecore al piano. (Otto Cima)

Vien l’ottobre
Vien l’ottobre e sopra il cielo,
di sue nebbie stende il velo;
improvviso s’alza il vento
con un lungo alto lamento.
Pur, che festa di colori,
che tripudio id canzoni,
che splendor, qua e là, di falci
e che porpora nei tralci!
Quest’ottobre un po’ bizzarro
mette e toglie il suo tabarro,
è venuto con l’ombrello,
se ne va col tempo bello.
Nel settembre generosa,
or la terra si riposa
sotto un fremito di foglie;
pur già dentro il grembo accoglie
nuovi semi di lavoro;
i preziosi chicchi d’oro
che in un mese ancor lontano
diverran spighe di grano. (F. Castellino)

Ottobre
Son spariti i fiori e le farfalle,
e per le strade spesso si cammina
sopra il tappeto delle foglie gialle.
Alla scuola ritornano i bambini
con dentro al cuore un po’ di nostalgia.
Il mosto nuovo bolle già nei tini,
e nei campi la terra arata freme
sotto il passo dei bovi. Il contadino
sparge nei solchi lentamente il seme. (Zietta Liù)

Ottobre
Tempo d’uva,
la terra si spoglia tutta,
la casa odora di frutta,
il cielo piange di addio.
Alla prima pioggia si è più soli,
il muro sanguina di rampicanti:
nei giorni dorati di incanti
la rondine scrive gli ultimi voli. (R. Pezzani)

Mattini d’ottobre
Di giorno in giorno il sole
si fa sempre più pallido.
E’ un pallore che fiacca i nervi
e l’anima rattrista:
un’agonia di luce che si spegne,
un singhiozzo che muore lentamente.
In queste mattine d’ottobre
io vagolante in mezzo alla ressa
vo come un’ombra che cader
potrebbe senza rumore,
assaporando il sole d’autunno
ch’è il solicello della lunga morte. (V. Cardarelli)

Sole d’ottobre

Il sole giallo d’ottobre
m’è così dolce! Non scalda quasi: lo cerco tremando.
Ferisce obliquo le cave volte dei boschi ingialliti;
ardono d’oro, divampano violentemente al tramonto.
Mi par che l’aria sia anch’essa più tenue e rara. (E. Thover)

Ottobre

Ottobre ha una cara anima pensosa
che gli sorride fra le ciglia d’oro,
ma sentendo partirsi un vol canoro
talor vorrebbe piangere e non osa.
Dolce sui colli, quando in radiosa
pace, concesso tutto il suo tesoro
d’uve, spenta l’eco ultima di un coro,
serenamente stanco si riposa.
Ma più l’amo nei piani, ove ampio svaria
e gli orizzonti ceruli vapora,
mite persuadendo alla fatica.
Tutto è divino: il cielo intento, l’aria
che tace e splende, l’uomo che lavora
coi bovi il grembo della madre antica. (Francesco Pastonchi)

Al lavoro

Caro ottobre, che porti alle tue soglie,
un lento mulinar di foglie gialle,
dimmi un po’, dove sono le farfalle?
Le uccidi forse tu, come le foglie?
Pure, ti voglio bene! Nel mio cuore
tu porti una dolcezza che consola.
Tu per la mano mi riporti a scuola,
e dici a me, come al seminatore:
“Comincia il tuo lavoro, lieto in volto;
a giugno, quando sarà d’oro il piano,
il libri ti daranno, come il grano,
piccolo amico, abbondante raccolto”. (Zietta Liù)

Ottobre

Ottobre ha il berretto di sghembo:
odora di mosto e di viole;
negli occhi gli luccica un lembo
di cielo, una spera di sole:
Trascina un mantello corroso
ma ricco di porpore e d’ori;
appende sul tralcio rugoso,
sul cespo, sul ramo tesori.
Tra un colchico e una farfalletta
cammina cammina bel bello;
al bivio novembre l’aspetta
col bavero alzato e l’ombrello. (D. Mc Arthur Rebucci)

Ottobre

Ottobre i prati riveste d’argento,
al bosco fa tutte d’oro le foglie,
le nubi in pioggia sottile discioglie,
poi s’accapiglia e combatte col vento.
E vien l’autunno cui campi rimossi;
viene e ci porta nel fresco cestello
l’uva che ha colto, goloso monello,
incoronato di pampini rossi.
Di sera accende le fiamme dei ciocchi,
quando la nebbia comincia a salire,
e getta il sonno a manciate negli occhi
a tutti i bimbi per farli dormire.
Li fa sognare l’estate, che vola
via nel ricordo, col sole rovente;
e poi li prende per man, dolcemente,
come un buon mago, per portarli a scuola. (A. Lugli)

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Dettati ortografici – la semina

Dettati ortografici – Una collezione di dettati ortografici sul tema “l’autunno e la semina” per la scuola primaria.

La semina
Il campo è stato arato. I buoi hanno tracciato i lunghi solchi diritti e il contadino si prepara a gettarvi il seme. Poi il seme sarà ricoperto di terra, la pioggia lo gonfierà, il tepore della terra lo riscalderà e, un bel giorno, tante piantine verdi ricopriranno la superficie del campo.

La semina
I buoi hanno tracciato i lunghi solchi diritti nel bruno campo. Il contadino vi getterà il seme e, ai primi tepori, vedremo tante piantine verdi che un giorno diverranno le preziose spighe del grano. Quanta fatica e quanto tempo perchè il seme del frumento possa trasformarsi nel buon pane profumato!

Il seme
Il seme è stato gettato nel solco. L’acqua lo gonfierà, la neve lo coprirà col suo candido mantello, la terra lo nutrirà e finalmente, da quel semino, nascerà la bella pianta del grano che un giorno diverrà pane.

Sotto terra
I campi, in inverno, sono brulli, spogli, deserti. Sembra che non debbano produrre nulla e invece, sotto terra, i piccoli semi del grano germogliano: fra poco spunteranno all’aperto tante piantine verdi che un giorno ci daranno il cibo più prezioso: il pane.

Le speranze del contadino
Il contadino spera quando semina il grano, spera quando vede il primo biondeggiar delle spighe, spera quando i primi fiori della vite spandono il loro profumo e, attraverso una bella fiorita di speranze, porta al granaio le messi, alla botte il mosto, alla cucina i legumi dell’orto. (P. Mantegazza)

Il seme
E’ caduto nel solco e fra poco germoglierà. Da quel piccolo seme nascerà una piantina prima debole, sottile, poi, man mano, più robusta e forte. Infine la vedremo mettere, in cima, una bella spiga che col calore del sole diverrà dorata e maturerà. E in quella pianta, nata da un semino solo, ci saranno migliaia e migliaia di semi come quelli gettati nel solco in un giorno lontano.

La semina

I buoi abbassano la testa soffiando, il gioco cigola, l’aratro scricchiola. Il vomero affonda nella terra, apre il solco, e lascia indietro, ai lati, le grosse zolle. A poco a poco tutto il campo è segnato da lunghi solchi scuri. Poi il contadino cammina nel solco, portando un paniere al braccio. Tuffa la mano nel paniere, prende un pugnetto di grano e, via via, con un gesto largo lo sparge nel solco. Dietro a lui, donne ed uomini rompono le zolle con la zappa e ricoprono di terra i semi. (G. Fanciulli)

Il seminatore

“Guarda che figura!” esclamò Federico, soffermandosi ed indicando il seminatore: “Ha l’altezza di un uomo, eppure sembra un gigante”.  Egli avanzava per il  campo in linea dritta con una lentezza misurata. Con la sinistra teneva il saccolo; con la destra prendeva la semenza e la spargeva. Il suo gesto era largo, gagliardo e sapiente e il grano, involtandosi dal pugno, brillava talvolta nell’aria come faville d’oro e cadeva sulle zolle umide ugualmente ripartito. (G. D’Annunzio)

L’aratro

In principio l’aratro fu soltanto un ramo ricurvo da cui ebbe origine il cosiddetto aratro a uncino, grosso ramo biforcuto di cui la parte più corta penetrava nella terra scavandovi un solco e quella più lunga serviva da traino. Più tardi, alla parte più corta di questo aratro fu applicata una selce appuntita per facilitare la sua penetrazione nel terreno; la selce, in seguito, fu sostituita da una punta di rame, di bronzo e infine di ferro: fu l’aratro a chiodo, usato dai nostri bisnonni, e ancor oggi nei paesi meno progrediti.
L’invenzione del giogo permise all’uomo di attaccare all’aratro gli animali a coppia, in genere buoi.
Attualmente l’aratro, nelle sue parti principali, si compone del coltello, una lama che taglia la terra verticalmente; del vomere, che è una lama che taglia la terra orizzontalmente al di sotto della sua superficie; dell’orecchio, così chiamato per la sua forma e che ha il compito di far ruotare la terra tagliata dall’azione combinata del coltello e del vomere e di rovesciarla nel solco.

Il lavoro della terra

Dal materno grembo della terra viene tutto ciò che è necessario all’uomo. Egli ne ricava le piante che gli servono per sfamarsi e poichè si nutre anche di carne, ecco la terra nutrire gli animali che egli alleva a tale scopo. Tutto gli viene dalla terra purchè l’uomo  le dia il suo lavoro di ogni giorno, quel lavoro che cominciò in un giorno lontano, quando un essere irsuto, selvaggio, vestito di pelli e di corteccia d’albero gettò nel terreno alcuni granelli di una spiga e stette a vedere cosa sarebbe successo.

L’aratro

L’uomo preistorico si servì del ramo di un albero biforcuto per tracciare il primo solco nel terreno. Era il primo aratro. Poi, a questo ramo fu applicata una punta, prima fatta di pietra, poi di metallo. Oggi l’aratro si è perfezionato, compie il suo lavoro in modo razionale, risparmiando all’uomo fatica e tempo. L’intelligenza dell’uomo e la sua industriosità non conoscono limiti.

Il seminatore

Avanzava per il campo direttamente e con una lentezza misurata. Un saccolo bianco gli perdeva dal collo per una striscia di cuoio, scendendogli davanti, alla cintura, pieno di grano. Con la manca teneva aperto il sacco, con la destra prendeva la semenza e la spargeva. Il suo gesto era largo e sapiente, moderato da un ritmo uguale. (G. D’Annunzio)

Sulla tomba di un mietitore romano

Sono nato da povera famiglia e da poveri genitori. Vissi coltivando il campo nel quale nacqui e che non cessai mai di coltivare. Quando le messi erano mature,  io fui il primo a mietere, e allorchè la schiera dei mietitori si recava ai campi, io precedevo tutti lasciandomi dietro la lunga fila di essi. Dopo aver mietuto  dodici volte sotto il sole torrido, in premio al lavoro compiuto, fui eletto capo dei mietitori. Gli anni della mia vita furono belli, senza offese o accuse. Così meritò di morire chi visse senza commettere cattive azioni.

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Esperimenti scientifici per bambini – Il palloncino che non scoppia sul fuoco (ancora sulla convezione)

Esperimenti scientifici per bambini –  Il palloncino che non scoppia sul fuoco (ancora sulla convezione). Per questo esperimento servono due palloncini, una candela, fiammiferi, un imbuto e una brocca d’acqua.

Esperimenti scientifici per bambini
Il palloncino che non scoppia sul fuoco
Cosa fare

Gonfiamo il primo palloncino e chiudiamolo con un nodo. Accendiamo la candela e poniamo il palloncino sopra la fiamma. Naturalmente vedremo il palloncino scoppiare.

Infiliamo il secondo palloncino all’imboccatura dell’imbuto e con la brocca versiamo al suo interno circa 1/3 di acqua, quindi togliamo dall’imbuto, gonfiamo per la parte rimanente di aria e chiudiamo con un nodo.

Accendiamo nuovamente la candela, poniamo il palloncino sulla fiamma e osserviamo: il palloncino non scoppierà!

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Esperimenti scientifici per bambini
Il palloncino che non scoppia sul fuoco
Perchè?

L’acqua all’interno del pallone assorbe il calore del fuoco.

Il palloncino, essendo molto sottile, consente al calore di passare  molto rapidamente e quindi di riscaldare l’acqua.

Scaldandosi l’acqua inizia a salire, in alto si raffredda e torna a scendere, e il processo di ripete così, impedendo a lungo al palloncino di scoppiare.

Questo tipo di circolazione del calore è detta convezione: il palloncino pieno d’acqua non scoppia perché il calore viene costantemente trasferito lontano dal pallone, e per questo il pallone rimane intatto.

La fuliggine sul fondo del pallone è il residuo della combustione  della candela, e non è un residuo del palloncino, che rimane intatto.

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Esperimenti scientifici per bambini – Un serpente a moto convettivo

Esperimenti scientifici per bambini – Un serpente a moto convettivo. Il fenomeno della convezione termica si ha quando un fluido (come l’acqua o l’aria) entra in contatto con un corpo la cui temperatura è maggiore della sua.

Aumentando di temperatura per conduzione, il fluido a contatto con l’oggetto si espande e diminuisce di densità, e a causa della spinta di Archimede sale, essendo meno denso del fluido che lo circonda che è più freddo. Si generano così moti convettivi, in cui il fluido caldo sale verso l’alto e quello freddo scende verso il basso.

La convezione è il meccanismo principale di trasmissione del calore nei fluidi e, dicendolo in modo più semplice, consiste nello spostamento di materia dalle zone a temperatura maggiore a quelle a temperatura minore e viceversa. Per effetto della spinta di Archimede, il fluido caldo (più leggero di quello freddo), tende a galleggiare su quest’ultimo e generano correnti convettive grazie alle quali le parti fredde del fluido vengono sostituite da parti calde e viceversa.

La convezione è un processo molto comune nell’esperienza quotidiana e, in particolare, gioca un ruolo fondamentale in alcuni fenomeni atmosferici, come il vento. Inoltre il fenomeno della convezione trova applicazione nella costruzione di impianti di riscaldamento a termosifoni, nei quali la circolazione dell’acqua all’interno dei tubi e la trasmissione del calore all’ambiente è regolata da moti convettivi.

Esperimenti scientifici per bambini
Questo esperimento mostra le correnti convettive all’interno dell’acqua:

e si realizza molto facilmente immergendo un piccolo vasetto trasparente contenente acqua calda colorata all’interno di un contenitore molto più grande, sempre trasparente, e contenente acqua fredda non colorata:


http://www.arvindguptatoys.com/
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Esperimenti scientifici per bambini
Un serpente a moto convettivo

Questo gioco mostra i moti convettivi attraverso il movimento di un serpente di carta, ed è molto interessante da proporre anche ai bambini più piccoli:

Ritaglia un serpente (o una spirale colorata), legala ad un filo e ponila su una fonte di calore (una candela o il fornello della cucina) ad una distanza tale che permetta il suo riscaldamento, ma senza che prenda fuoco ;-). Il serpentello (o la spirale colorata) comincerà a ruotare su se stessa.

http://www.science-sparks.com/

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Esperimenti scientifici per bambini
Un serpente a moto convettivo
Altre fonti

http://it.wikipedia.org/wiki/Convezione

http://www.uop-perg.unipa.it/

Esperimenti scientifici per bambini – Tornado in bottiglia

Esperimenti scientifici per bambini – Tornado in bottiglia. I tornado, o trombe d’aria, sono violenti vortici d’aria che si originano alla base di un cumulonembo e giungono a toccare il suolo. I tornado sono associati quasi sempre a temporali molto violenti, possono percorrere centinaia di chilometri e generare venti anche di 500 km/h.

Il tornado si presenta come un imbuto che si protende dalla base del cumulonembo fino al terreno o alla superficie marina.

Il tornado che si verifica sulla terra ferma (la maggior parte), solleva una grande quantità di polvere e detriti.

Il diametro della base di un tornado varia dai 100 ai 500 metri, ma in casi eccezionali sono stati registrati tornado con diametro di base superiore a 1 km. L’altezza di un tornado può variare tra i 100 e i 1000 metri, in relazione alla distanza tra suolo e base del cumulonembo.

Normalmente un fenomeno temporalesco sviluppa dei moti ventosi al suo interno più o meno rettilinei; in alcuni casi, invece, può dar vita a vortici. Questi vortici, in determinate situazioni, danno origine a tornado.

Anche l’Italia ricorda degli eventi tragici legati al fenomeno dei tornado. Il tornado più violento mai verificatosi in Italia è sicuramente la “Tromba del Montello” presso il comune di Volpago del Montello in provincia di Treviso il 24 luglio 1930. Si stima, in base al calcolo dei danni, che i venti raggiunsero velocità prossime ai 500 km/h.

http://framor.com/

Al centro del tornado si forma una colonna d’aria rotante chiamata vortice. Alcuni tornado hanno anche più di un vortice. Questo progetto consente di vedere un vortice all’interno di una bottiglia, molto simile ad un tornado.

Esperimenti scientifici per bambini
Tornado in bottiglia
Cosa serve  

2 bottiglie pop da 1,5 o 2 litri con tappo,
acqua,
eventualmente coloranti,
pezzetti di carta o brillantini.

Per collegare tra loro le due bottiglie esistono varie possibilità:

1. è possibile acquistare degli adattatori appositamente creati

2. si può posizionare una rondella sul collo di una bottiglia e fissare il tutto con del nastro isolante al collo della seconda bottiglia

http://www.exploratorium.edu/

 

Oppure forare entrambi i tappi così:

http://www.arvindguptatoys.com/
 

Esperimenti scientifici per bambini
Tornado in bottiglia
Cosa fare

Riempire una delle due bottiglie con acqua per circa 3/4.

Aggiungere eventualmente colorante, coriandoli di plastica, pezzetti di carta, brillantini ecc…

Avvitare la bottiglia vuota sulla parte superiore della bottiglia che contiene l’acqua.

Tenere le due bottiglie per il punto di raccordo e capovolgere, in modo che la bottiglia piena vada a trovarsi al di sopra di quella vuota. Esercitare un veloce movimento rotatorio e osservare.

http://www.all-science-fair-projects.com/

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Prima di versare l’acqua nella prima bottiglia, si può mettere in essa un po’ di olio colorato per lampade: l’olio è più denso dell’acqua e quando il tornado ha inizio l’olio ne sottolineerà meglio la forma.

È anche possibile modificare il tornado agendo sul diametro del foro tra le due bottiglie, ad esempio cambiando rondella.

http://craftswiththekids.blogspot.com

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Esperimenti scientifici per bambini
Tornado in bottiglia
Altri link

http://www.all-science-fair-projects.com/

http://www.instructables.com/

Autunno – canto

Autunno – Una canzoncina per bambini della scuola d’infanzia e primaria sull’autunno, con testo, spartito e file mp3 per la melodia.

Autunno – testo

Le foglie veston i colori del tramonto,
e raccogliamo i frutti per l’inverno,
si sente già l’odore del vino,
di fieno e legna che poi ci scalderà.
E sulla brace scoppiettan le castagne,
ed un sorriso si accende su ogni volto,
cantiamo insieme alla buona terra,
che si prepara al lungo e freddo inverno.

Autunno – spartito ed mp3 disponibili gratuitamente per gli abbonati

https://areariservata.lapappadolce.net/autunno-canto/

Esperimenti scientifici per bambini – Girandole e trottole per studiare lo spettro della luce

Esperimenti scientifici per bambini – Girandole e trottole per studiare lo spettro della luce. La combinazione dei vari colori (rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco, violetto) dà la luce bianca.

Questi colori (detti colori dello spettro) sono visibili quando la luce attraversa un prisma. In natura è possibile vedere lo spettro dei colori dell’arcobaleno, che si forma dopo una pioggia.

I colori sono visibili perchè la luce del sole passa attraverso le piccole gocce di pioggia, che fungono da prismi.
Gli arcobaleni compaiono quando il Sole è a un angolo inferiore a 54 gradi sull’orizzonte.

Per questo l’arcobaleno si vede di primo mattino o alla sera.

http://fisica.cattolica.info/

Guardate questo flapbook:

http://www.masa-ka.com/

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Per esplorare lo spettro luminoso coi bambini è possibile realizzare delle “trottole” come queste:

pdf qui: http://www.minieco.co.uk/

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http://www.minieco.co.uk/

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http://www.kids-science-experiments.com/


http://www.arvindguptatoys.com/

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Modelli più complessi:

http://www.arvindguptatoys.com/

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http://www.arvindguptatoys.com/

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Il disco di Newton realizzato utilizzando un vecchio cd e una biglia:

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Altre dettagliate istruzioni qui:

http://www.arvindguptatoys.com/

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E con un tappo e un bastoncino da spiedino:

http://www.arvindguptatoys.com/

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Esperimenti scientifici per bambini
Girandole e trottole per studiare lo spettro della luce
Fonti

http://fisica.cattolica.info/

http://www.masa-ka.com/

 http://www.kids-science-experiments.com/

http://www.arvindguptatoys.com/

Esperimenti scientifici per bambini – Baricentro, equilibrio e gravità – Il gioco dei dieci chiodi

Esperimenti scientifici per bambini – Baricentro, equilibrio e gravità – Il gioco dei dieci chiodi. Quando si cercano le posizioni di equilibrio di un oggetto di forma qualsiasi, sia esso appoggiato o vincolato a un punto, occorre trovare il suo baricentro, ovvero il punto nel quale si può considerare concentrata tutta la sua forza peso.

Il baricentro, detto anche centro di gravità, presuppone l’azione della forza di gravità.

La posizione del baricentro di un corpo dipende dalla sua forma geometrica e dalla distribuzione della sua massa. In una sfera, per esempio, il baricentro coincide con il centro della sfera.

Il baricentro di un corpo può essere determinato attraverso metodi geometrici, se il corpo possiede elementi di simmetria, o sperimentalmente, trovando le posizioni di equilibrio del corpo, se questo è vincolato a un punto fisso (sospeso) o a una superficie (appoggiato).

Equilibrio dei corpi appoggiati

Un corpo pesante appoggiato è un corpo vincolato a una superficie. È soggetto alla forza di gravità e alla forza vincolare, diretta verso l’alto, data dalla base di appoggio. Se l’appoggio è in un punto, l’equilibrio si realizza quando il baricentro del corpo si trova sulla verticale del punto di appoggio.

Quando, spostando l’oggetto dalla sua posizione iniziale, il baricentro si sposta verso l’alto l’equilibrio è stabile: il corpo tende a tornare nella posizione iniziale.

Quando il baricentro si sposta verso il basso l’equilibrio è instabile: il corpo si allontana dalla posizione iniziale. Quando infine il baricentro del corpo resta alla stessa quota l’equilibrio è indifferente.

Preparate una base per il gioco, con un chiodo più grande conficcato al centro, e dieci chiodi più piccoli tutti della stessa dimensione. Poi disponete i chiodi così:

e appoggiateli al chiodo più grande:

Esperimenti scientifici per bambini
Baricentro, equilibrio e gravità
Il gioco dei dieci chiodi

l’esperimento è dettagliatamente descritto con fotografie, pdf e un video qui: http://www.arvindguptatoys.com/

Esperimenti scientifici per bambini
Baricentro, equilibrio e gravità
Il gioco dei dieci chiodi – Altri link

http://www.sapere.it/sapere/

http://www.stevespanglerscience.com/lab/experiments/balancing-nail-puzzle

http://weirdsciencekids.com/balancingnails.html

http://www.howtoresolved.com/public/index.php/tube/9xtXg_6C8QE/balancing-nails-sick-science-118

http://bar-tricks.wonderhowto.com/how-to/balance-10-nails-top-one-single-nail-370071/

Esperimenti scientifici per bambini – L’uovo in bottiglia

Esperimenti scientifici per bambini – L’uovo in bottiglia. Per questo esperimento servono: un uovo sodo raffreddato e sbucciato, una bottiglia trasparente di vetro o di plastica con l’imboccatura leggermente più piccola del diametro dell’uovo, un pezzo  di carta, accendino o fiammiferi.

Esperimenti scientifici per bambini – L’uovo in bottiglia – Cosa fare:

Dare fuoco al pezzo di carta e gettarlo nella bottiglia, quindi posizionare l’uovo all’imboccatura della bottiglia stessa in modo che la sigilli: l’uovo verrà risucchiato al suo interno.

http://www.kids-cooking-activities.com/

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Esperimenti scientifici per bambini
L’uovo in bottiglia
Perché? 

Il calore della fiamma fa espandere l’aria, quindi  la pressione all’interno della bottiglia diventa maggiore di quella esterna.

Quando l’aria all’interno della bottiglia si raffredda torna a contrarsi, quindi avremo all’interno della bottiglia una quantità di aria minore di quella che c’era all’inizio, in altre parole la pressione all’interno della bottiglia sarà inferiore rispetto alla pressione esterna, e la pressione esterna spingerà l’uovo verso il basso.

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Esperimenti scientifici per bambini
L’uovo in bottiglia
Un video:

Esperimenti scientifici per bambini
L’uovo in bottiglia
Altri link

http://www.kids-cooking-activities.com/egg-in-a-bottle-experiment.html

http://genius.com/2470769

http://www.thenakedscientists.com/HTML/experiments/exp/sucking-an-egg-into-a-bottle/

http://weirdsciencekids.com/egginbottle.html

http://www.weatherwizkids.com/experiments-egg-bottle.htm

http://www.hometrainingtools.com/a/egg-in-bottle-project

Esperimenti scientifici per bambini – Solubile o non solubile?

Esperimenti scientifici per bambini – Solubile o non solubile? In chimica una soluzione è un sistema omogeneo che può essere decomposto per mezzo di metodi di separazione fisici.

In una soluzione  il soluto è disperso nel solvente a livello di singole molecole, ciascuna circondata da molecole di solvente.

Si chiama soluto la sostanza (o le sostanze) in quantità minore e solvente la sostanza in quantità maggiore.

http://www.thepickyapple.com/blog/

Scopriamo con i bambini quali elementi sono solubili in acqua e quali non lo sono, utilizzando la sequenza previsione, esperimento, osservazione, conclusione.

Spieghiamo cosa significa soluzione e introduciamo i concetti di solvente e soluto.  Quindi prepariamo il materiale.

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Esperimenti scientifici per bambini
Solubile o non solubile
Cosa serve

vari contenitori trasparenti pieni d’acqua;
cucchiai;
scodelline contenenti le sostanze scelte per l’esperimento (farina, sale, riso, fondi di caffe, couscous, zucchero, preparato per tè freddo, e tutto quello che volete);
cartoncini per etichettare le scodelline,
un cartoncino nel quale scriveremo “Solubile” e uno nel quale scriveremo “Non solubile”.

http://totallytots.blogspot.com/

Chiedere al bambino di fare la sua previsione dividendo le scodelline in due gruppi: solubile e non solubile, quindi lasciarlo libero di provare.

Man mano che l’esperimento procede, spostare le sostanze eventualmente sbagliate nel gruppo giusto.

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Esperimenti scientifici per bambini
Solubile o non solubile
Altri link

http://it.wikipedia.org/wiki/Soluzione_(chimica)

http://www.thepickyapple.com/blog/

http://handsonaswegrow.com/kids-what-dissolves-in-water-experiment/

http://nerdybaby.blogspot.it/2013/11/does-it-dissolve.html

http://www.coffeecupsandcrayons.com/does-it-dissolve-kids-science-experiment/

http://www.science-sparks.com/2011/11/17/exploring-which-solids-dissolve-in-water/

 

Esperimenti scientifici per bambini – creare le nuvole in bottiglia o in vaso

Esperimenti scientifici per bambini – creare le nuvole in bottiglia o in vaso – Esistono varie possibilità…

Esperimenti scientifici per bambini
creare le nuvole in bottiglia o in vaso
Variante 1

Rimuovere l’etichetta da una  bottiglia di plastica trasparente da 2 litri e risciacquare accuratamente. Non utilizzare sapone e non asciugare l’interno.

Aggiungere una piccola quantità di acqua molto calda. Avvitare il tappo e agitare.

Aprire la bottiglia e vuotare dell’acqua in eccesso, quindi accendere un fiammifero e rilasciarlo nella bottiglia: il fumo è uno degli ingredienti chiave per la formazione delle nuvole.

Riavvitare immediatamente il tappo e agitare nuovamente per due tre volte.

Con entrambe le mani, spremere il centro della bottiglia nuvola più forte che si può, poi rilasciare le due mani in modo uniforme e molto rapidamente: state così simulando il terzo ingrediente: una variazione di pressione.

Dopo aver ripetuto per qualche volta l’operazione di spremitura e rilascio della bottiglia, vedrete apparire la nuvola all’interno della bottiglia. La visione sarà più chiara se posizionate la bottiglia davanti a un fondo scuro.

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Come si formano le nuvole?

Le nuvole richiedono tre ingredienti chiave per formarsi nell’atmosfera: acqua, particelle di polvere e variazioni di temperatura o di  pressione.

Le molecole di acqua devono infatti avere una superficie su cui raccogliersi. L’aria è costantemente ricca di acqua. Quando si guarda verso il cielo e si vede una nuvola, in realtà si sta vedendo l’umidità dell’aria.

Normalmente il vapore presente nell’aria non può essere visto,  a meno che non si raccolga  e si condensi formando una nuvola. Se l’aria fosse totalmente priva di polvere o altre particelle le nuvole però non potrebbero formarsi, ma fortunatamente per noi la natura provvede ad immettere molti di questi elementi  nell’aria, elementi che fungono da nuclei di condensazione, attraverso i vulcani, gli spruzzi degli oceani, gli incendi, i batteri, ecc…

Così, quando la temperatura o la pressione diminuiscono,  l’aria  può contenere quantità minori di acqua: più bassa è la temperatura, maggiore sarà la condensazione, cioè il passaggio di stato dell’acqua contenuta nell’aria da gassoso a liquido.

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 Esperimenti scientifici per bambini
creare le nuvole in bottiglia o in vaso
Variante 2

http://www.prh.noaa.gov/
 

Cosa serve:

un barattolo di vetro con coperchio,
acqua calda,
ghiaccio,
un foglio di carta scura,
uno spray (la lacca per capelli o del deodorante per ambienti vanno benissimo) oppure un fiammifero,
una torcia elettrica.

Cosa fare:

assicurarsi che il vaso di vetro sia perfettamente pulito, poi versare l’acqua calda per un centimetro circa e agitare un po’ per far arrivare il calore lungo le pareti del vaso. Riscaldare le pareti eviterà che si formi immediatamente della condensa.

Prendere il coperchio e posarlo sull’imboccatura capovolto, in modo che possa fungere da piccola ciotola, e metterci il ghiaccio. Fatto questo si potrebbe formare della condensa sulle pareti del vaso, ma non ancora la nuvola.

Ora prendete lo spray, sollevate il coperchio di ghiaccio, e spruzzate in piccola quantità nel barattolo, quindi molto rapidamente riposizionate il coperchio (invece dello spray, potere accendere un fiammifero, farlo fumare un po’ all’interno del vaso e quindi gettarvelo acceso).

Le nuvole cominceranno a formarsi: per visualizzarle meglio potete utilizzare la carta di colore scuro come sfondo e illuminare il vaso con una torcia elettrica. Se poi sollevate  il coperchio la vostra nuvola uscirà dal vaso e sarà possibile toccarla.

Anche in questo esperimento si simulano i tre ingredienti base che consentono in natura la formazione delle nuvole: umidità, variazione di temperatura o di pressione, e presenza di nuclei di condensazione. L’umidità è fornita dall’acqua calda sul fondo del vaso.

Quando l’aria calda e umida è salita nel vaso, è stata raffreddata dal ghiaccio contenuto nel coperchio, e quando il vapore acqueo si è raffreddato ha avuto la tendenza a ritrasformarsi in  liquido, ma per condensarsi ha avuto bisogno di una superficie.

Lo spray (o il fumo del fiammifero) ha fornito questa superficie, e il vapore acqueo si è condensato in minuscole goccioline, così piccole che possono  fluttuare in aria.

Nel vaso la nostra nuvola si muoverà molto e formerà probabilmente dei vortici: questi sono dovuti alla circolazione dell’ aria calda che sale e l’aria fredda che scende.

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Esperimenti scientifici per bambini
creare le nuvole in bottiglia o in vaso
Variante 3

http://www.sciencebuddies.org/ 
 

Cosa serve:

un grande vaso di vetro,
un guanto di lattice,
fiammiferi,
acqua.

Cosa fare:

Coprire il fondo del vaso con l’acqua, quindi agganciare il guanto all’imboccatura con le dita rivolte verso l’interno del vaso stesso. Inserire una mano nel guanto e rapidamente tirarlo verso l’esterno senza che si stacchi dai bordi. Non accadrà nulla.

Ora rimuovere il guanto, far cadere un fiammifero acceso nel barattolo, e riposizionare il guanto. Il fiammifero si spegnerà creando particelle di fumo che fungeranno da nuclei di condensazione.

Tirare nuovamente verso l’esterno il guanto ancora una volta: vedremo adesso formarsi all’interno del vaso una nebbia che scomparirà ogni volta che il guanto tornerà indietro.

Esperimenti scientifici per bambini
creare le nuvole in bottiglia o in vaso
Variante 4

http://bizarrelabs.com/
 

Cosa serve:

un grande vaso di vetro,
un foglio di gomma (ad esempio un palloncino tagliato),
un elastico,
del gesso in polvere (o del talco)
acqua fredda.

Lavare il vaso e versarvi circa 25mm di acqua. Coprire la bocca del vaso con il pezzo di gomma e appoggiarvi un libro per tenerlo in posizione.

Dopo 10-15 minuti, togliere il libro e la gomma dal vaso, polverizzare all’interno il gesso (o talco) e rapidamente riposizionare la gomma e questa volta fissarla bene con l’elastico all’imboccatura del vaso.

Spingere verso il basso la gomma con il pugno: in questo modo l’aria viene compressa e riscaldata, quindi sarà in grado di trattenere più vapore acqueo.

Dopo 15 secondi circa, sollevare velocemente il  pugno: così l’aria si raffredderà, e non sarà in grado di contenere lo stesso vapore acqueo di prima.

Questo eccesso di vapore si condenserà intorno alla polvere di gesso, formando una nube all’interno del vaso.


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Esperimenti scientifici per bambini
creare le nuvole in bottiglia o in vaso
Altri link:

http://weather.about.com/od/

http://www.prh.noaa.gov

http://www.sciencebuddies.org/

http://bizarrelabs.com/

Esperimenti scientifici per bambini – Creare la pioggia in un vaso

Esperimenti scientifici per bambini – Creare la pioggia in un vaso. Per questo esperimento servono un vaso di vetro con coperchio metallico, acqua calda, cubetti di ghiaccio.

Esperimenti scientifici per bambini
Creare la pioggia in un vaso
Cosa fare

Versate l’acqua calda nel vaso.
Posare il coperchio a rovescio sul vaso e riempirlo coi cubetti di ghiaccio.

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Esperimenti scientifici per bambini
Creare la pioggia in un vaso
Come funziona

l’aria calda e umida va verso l’alto e colpisce l’aria fredda creata dei cubetti di ghiaccio.
L’acqua si condensa e torna verso il basso.

http://mygratitudeattitudes.blogspot.com/

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Esperimenti scientifici per bambini
Creare la pioggia in un vaso
Altra versione dell’esperimento

Cosa serve:

un barattolo di vetro con coperchio metallico,
acqua bollente ,
cubetti di ghiaccio,
torcia elettrica.

Cosa fare:

Versare circa mezza tazza di acqua bollente nel barattolo e avvitare il coperchio. Far sentire ai bambini il calore del vaso.

Mettere i cubetti di ghiaccio in un piccolo foglio di stagnola e far sentire ai bambini quanto siano freddi, poi posarli sul coperchio del vaso e osservare cosa succede.

Il caldo, l’aria umida nel vaso, inizierà a diventare vapore, formando una nuvola nel vaso. Illuminare bene con la torcia: come avviene con la luce del sole quando colpisce una nuvola, la torcia rende l’aspetto del vapore più bianco.

Man mano che le goccioline d’acqua diventano più grandi (e quindi rendono più difficile la penetrazione della luce), il vapore comincerà a sembrare grigio. Presto nel vaso comincerà a piovere.

Come funziona:

l’interno del vaso è come l’aria aperta. Quando l’aria umida delle nuvole incontra l’aria fredda, l’acqua all’interno della nube forma delle goccioline e cade come pioggia. Questo processo si chiama condensazione.

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Esperimenti scientifici per bambini
Creare la pioggia in un vaso

Altri link

Esperimenti scientifici per bambini – Altre pozioni magiche

Esperimenti scientifici per bambini – Altre pozioni magiche con bicarbonato e aceto, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Cosa serve:

un contenitore trasparente,
aceto bianco,
colorante alimentare,
detersivo per piatti,
bicarbonato di sodio.

Cosa fare:

mettere il contenitore su un vassoio e riempire a metà con aceto bianco, aggiungere uno spruzzo di detersivo liquido e del colorante alimentare, quindi un cucchiaino di bicarbonato

http://www.minieco.co.uk/
 
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Esperimenti scientifici per bambini – Altre pozioni magiche

Qui con bicarbonato, aceto e acquarelli:

http://playathomemom3.blogspot.com/
 
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Esperimenti scientifici per bambini – Altre pozioni magiche

Col succo di cavolo rosso:

http://momandkiddo.blogspot.com/
 

Poichè il cavolo rosso cambia colore entrando in contatto con sostanze acide e basi, si possono sperimentare i cambiamenti di colore aggiungendo prima dell’aceto e poi il bicarbonato, oppure prima latte, sapone liquido, vino, ecc… e poi bicarbonato…

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Esperimenti scientifici per bambini – Altre pozioni magiche

 Ancora bicarbonato e aceto, ma con sorpresa:


http://notjustcute.com/

Si tratta di versare in ogni barattolo un colore diverso, e coprire col bicarbonato di sodio, in modo tale che i vasetti sembrino tutti uguali. Poi aggiungendo l’aceto i colori si riveleranno…

Esperimenti scientifici per bambini – Altre pozioni magiche

Con acqua ossigenata e lievito in polvere

http://www.sciencebob.com/

Cosa serve:

Una bottiglia di plastica pulita,
mezza  tazza di acqua ossigenata a 20 volumi (si trova dal parrucchiere),
una bustina  di lievito secco,
3 cucchiai di acqua calda,
sapone liquido per piatti,
colorante alimentare,
occhiali di sicurezza.

La schiuma traboccherà dalla bottiglia: siate sicuri di fare questo esperimento su una superficie lavabile, o  su un vassoio.

Cosa fare:

Versare nella bottiglia l’acqua ossigenata, aggingere otto gocce di colorante alimentare, un cucchiaio da tavola di detersivo per i piatti, e agitare un po’ la bottiglia per miscelare gli ingredienti.

In un contenitore a parte sciogliere il lievito nell’acqua calda mescolando. Con un imbuto versare il lievito così preparato nella bottiglia…

… la schiuma comincerà a crescere in modo impressionante!

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Esperimenti scientifici per bambini – Altre pozioni magiche

Vitamina C, tintura di iodio e acqua ossigenata

 
http://www.sciencebob.com/
 

Cosa serve:

3 tazze di plastica trasparente,
1000 mg di vitamina C in compresse,
tintura di iodio al 2%,
acqua ossigenata al 3%,
amido liquido da lavanderia (in alternativa potete usare amido di mais o fecola di patate),
occhiali di sicurezza,
misurini.

Cosa fare:

Indossare gli occhiali di sicurezza e schiacciare le compresse di vitamina C mettendole in un sacchetto di plastica e schiacciandole con un matterello, cercando di ottenere una polvere quanto più sottile possibile.

Mettere tutta la polvere in una tazza e aggiungere 60 ml di acqua tiepida. Mescolare per almeno 30 secondi. Etichettare la tazza come “LIQUIDO A”.

Mettere 1 cucchiaino (5 ml) di liquido A in una seconda tazza e aggiungere a questa: 60 ml) di acqua tiepida e 1 cucchiaino (5 ml) di iodio. Etichettare la tazza come “LIQUIDO B”.

In una terza tazza mescolare 2 ml di acqua tiepida, 1 cucchiaio (15 ml) del acqua ossigenata e 1 / 2 cucchiaino (2,5 ml) di amido liquido. Etichettate come “LIQUIDO C”.

Ora comincia l’esperimento vero e proprio: travasate il contenuto della tazza B nella tazza C, e ripetere il travaso tra un paio di volte.. Quindi appoggiare il contenitore sul vassoio e osservare: in pochi secondi il liquido trasparente diventerà  blu scuro.

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