Poesie e filastrocche sulla casa

Poesie e filastrocche sulla casa – una raccolta di poesie e filastrocche sulla casa, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Il mio nido
Il mio nido è una casetta:
in quel nido ci ho una fiamma
sempre accesa:
è l’amor della mia mamma
che mi aspetta in dolce attesa. (C. Prosperi)

 

La mia casetta
La mia casetta è piccola,
ma dentro si sta bene.
Di fuori il vento sibila:
lo sento, eccolo, viene.
Ma il vecchio muro mormora:
“O vento, cozzi invano.
Son rozzo, ma son solido…”
E il vento va lontano.
E pioggia e neve e grandine
flagellano le mura
e la casetta impavida:
“Son vecchia, ma sicura…”
Scintilla dolce e tiepida
nel focolar la fiamma
e il sol sempre l’illumina:
quel sole è la mia mamma! (Hedda)

 

La casetta
In un prato, fra l’erbetta
c’è una piccola casetta;
nella casa c’è un lettino
ove dorme un bel bambino.
Presso il bimbo c’è una mamma
che lo ninna e che lo nanna.
E su tutti stende l’ali
per difenderli dai mali,
il buon angelo custode
che sorride e lieto gode. (D. Vignali)

 

Casetta
Una stanza, una cucina,
tre gerani alla finestra,
una mamma e una bambina,
e laggiù la via maestra.
Prati freschi intorno intorno,
gallo, tortore, e un tacchino…
e la fonte, tutto il giorno,
canta e specchia il ciel turchino. (Lamartine)

 

Felicità
Dolci pareti, una fiamma,
sei bimbi, una mamma.
Fuoco e braci nel camino,
passi del più piccino.
Tutto il sole a primavera
e le rondini a schiera.
Sul pane una croce
fuori l’ombra del noce.
Casa mia, felicità;
serenità. (C. Ronchi)

 

Dentro casa
Dolci sere d’inverno dentro casa,
col bricco che sul fuoco sta cantando,
mentre la bora par di furia invasa
e a gran colpi la porta va squassando.
La mamma cuce, il babbo legge un libro,
io, tra di loro, sopra una sedietta,
o gioco o sto a sentir la favoletta,
fino a quando il sonno, piano piano,
non sia venuto a condurmi lontano. (A. Noel)

 

La mia casetta

La mia casetta ha due finestre sole
ma fiorite che sembrano un giardino.
Ci sono tanti garofani e viole
e un po’ di maggiorana e rosmarino.
E dentro, è tutto lindo e tutto bello
e lustro, come sa lustrar la mamma.
Quando crepita allegra nel fornello
gode a specchiarsi anche la fiamma:
Oh, com’è cara questa mia casetta,
dove la mamma tutto il dì lavora;
dove, la sera, ognun di noi s’affretta
e, nell’essere insieme, si ristora! (L. Schwarz)

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Poesie e filastrocche LE BUONE MANIERE

Poesie e filastrocche LE BUONE MANIERE – una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Il silenzio non è d’oro
Tre bambini stanno zitti,
zitti come i coscritti
davanti al caporale.
E la mamma li guarda sospettosa,
gli dice: “Vi sentite male
o state macchinando qualche cosa?”
Come vedete è falso l’oro.
Il silenzi non è d’oro
se volete nascondere qualcosa
io vi consiglio di cantare in coro.
Intonate una piccola fanfara
di piatti e di trombe, la furiosa
ragazzata vi salva, si rischiara
la mamma e vi sorride. (A. Gatto)

La cuoca della bambola
Biancolina è una cuoca famosa;
tutto il giorno sfaccenda in cucina:
sbuccia, taglia, pulisce, infarina,
ogni piatto ella sa preparare.
Fortunata la sua bambolina
che sì buoni pranzetti può far!
Pasticcini stupendi di sabbia
erba trita, insalata di fiori,
sassolini di tutti i colori
le cucina e per pranzo le dà.
Fortunata la sua bambolina
che non certo di fame morrà.
Ma se un giorno la Bianca ha dei dolci,
se li mangia, e alla bambola… niente!
Ah, la bambola è stata imprudente;
ha una gastrica proprio in quel dì:
e la Bianca, mangiando le predica:
“Ai ghiottoni succede così”. (C. Del Soldato)

La signorina Vanità
Un dì, la signorina Vanità,
più del solito volle farsi bella:
mise una trina in fondo alla gonnella,
si strinse il busto senza carità.
Si profumò i capelli, li arricciò,
di un gioiello si ornò non mai veduto,
altera tra la gente se ne andò.
Ma la gente, a vederla scoppiò in riso:
s’era scordata di lavarsi il viso!
L. Schwarz

Marchino
Marchino piange a lavargli la faccia
perchè dice che l’acqua è troppo ghiaccia.
Se gli vien detto: “Lavati le mani”
risponde sempre: “Aspettiamo domani”.
A parlargli soltanto di sapone,
scappa più che a parlargli di veleno.
La sua nonna lo chiama un capo ameno,
e noi lo chiameremo… un sudicione.
R. Fucini

La protesta del maialino
Giovannino fa ritorno
dopo il chiasso d’ogni giorno,
da cambiare, da lavare…
oh, che sudicio bambino!
La sua mamma, che daffare!
“Tu mi sembri un maialino!”
Ma nell’aia spaziosa
tutto lindo, tutto rosa,
con la coda a riccioletto
ha sentito il maialetto.
E protesta: “Io non somiglio
a quel sudicio tuo figlio!”
G. Vai Pedotti

La bimba e l’acqua
C’era una bimba che aveva paura
dell’acqua pura.
Quando la mamma sua la lavava
sempre strillava.
Un giorno l’acqua la rispecchiò
e le parlò:
“Vedi sei brutta, sporca così,
lavati qui”.
La bimba allora si vergognò
e si lavò.
A. Cuman Pertile

Le prime tristezze
Ero un fanciullo, andavo a scuola e un giorno
dissi a me stesso: “Non ci voglio andare”.
E non ci andai. Mi misi a passeggiare
tutto soletto, fino a mezzogiorno.
E così spesso. A scuola non andai
che qualche volta, da quel triste giorno.
Io passeggiavo fino a mezzogiorno,
e l’ore… l’ore non passavan mai!
Il rimorso tenea tutto il mio cuore
in quella triste libertà perduto;
e l’ansia mi prendea d’esser veduto
dal signor Monti, dal signor dottore!
Pensavo alla mia classe, al posto vuoto,
al registro, all’appello (oh! il nome, il nome
mio nel silenzio!) e mi sentivo come
proteso nell’abisso dell’ignoto…
E quante, quante volte domandai
l’ora a un passante frettoloso, ed era
nella richiesta mia tanta preghiera!…
Ma l’ore… l’ore non passavan mai! (M. Moretti)

Siate buoni
Oh, che gorgheggi teneri
nell’aria profumata!
Che canzoni, che giubilo,
per tutta la vallata!
Sui prati verdi e roridi
sbucano le viole,
qualche mite lucertola
striscia sull’erba, al sole.
Tutto fiorito è il mandorlo,
tutt’azzurra è la valle.
A frotte i bimbi corrono
inseguendo farfalle.
E ridono e schiamazzano
come tanti folletti.
Oh, ma perchè tormentano
quei poveri uccelletti?
D’un tratto, dai freschi alberi,
da tutti i fiorellini,
par che una voce palpiti:
siate buoni, bambini!
(M. Matropaolo)

Valentino
Oh! Valentino vestito di nuovo,
come le brocche dei biancospini!
Solo, ai piedini provati dal rovo
porti la pelle de’ tuoi piedini;
porti le scarpe che mamma ti fece,
che non mutasti mai da quel dì,
che non costarono un picciolo: incece
costa il vestito che ti cucì.
Costa; chè mamma già tutto ci spese
quel tintinnante salvadanaio:
ora esso è vuoto; e cantò più d’un mese,
per riempirlo, tutto il pollaio.
Pensa, a gennaio, che il fuoco del ciocco
non ti bastava, tremavi, ahimè!
e le galline cantavano: “Un cocco!
ecco ecco un cocco un cocco per te!”.
Poi, le galline chiocciarono, e venne
marzo, e tu, magro contadinello,
restasti a mezzo, così con le penne,
ma nudi i piedi, come un uccello:
come l’uccello venuto dal mare,
che tra il ciliegio salta, e non sa
ch’oltre il beccare, il cantare, l’amare
ci sia qualch’altra felicità.
(G. Pascoli)

Un bimbo e un poeta
Mondo, mondo d’oro
io sono il tuo piccolo re.
Quanto è bello e buono,
tutto fu fatto per me.
Pur ch’io muova un passo
fiorisce ai miei piedi il terreno.
Prendo in mano un sasso,
ed ecco una gemma diviene.
Mondo, dolce mondo,
io sono il tuo piccolo re.
Giro, giro tondo:
tutta la gioia per me.
Bimbo, bimbo bello,
sono il tuo fratello.
Fammi entrare un poco
nel tuo caro gioco.
So la tua magia:
è la poesia.
(D. Valeri)

Libero
Prima di coricarsi, il bimbo levandosi il kimono
manifesta la sua gioia di essere libero e nudo.
E corre per la casa con rapidità incredibile,
come un uccellino scappato dalla sua gabbia,
o un piccolo re che scatta da una scatola magica.
(M. Senke)

Nasce un mondo nuovo
Non più sguardi d’angoscia
noi saremo fratelli;
non più sguardi d’odio.
E se nel cielo
c’è una luce,
sarà per rischiarare il nostro amore.
E se nelle fronde
c’è una melodia,
sarà per cullare il nostro sonno.
Noi saremo fratelli:
noi saremo uniti.
E gli astri a profusione
puri,
come gli occhi dei sapienti,
saranno tanto brillanti
quanto il nostro destino.
(B. Dadiè – Costa d’Avorio)

L’inno dell’amicizia mondiale
Salutiamo con gioia
tutti i ragazzi che vivono
nel vasto mondo.
A tutti diciamo
di porgerci la mano
per formare insieme
un cerchio completo
che abbracci il mondo intero.
Sia che viviamo in terre vicine
oppure in terre da noi lontane
una sola è la nostra famiglia.
La voce dell’amicizia,
che ora facciamo sentire,
attraversa i continenti
e congiunge tutti i mari.
(Studente anonimo – USA)

Solo
La gioia si è fermata
stamani nella mia casa.
Prima di stringerla al cuore
ho girato tutte le stanze
sempre gridando: -La gioia,
è venuta la gioia a trovarmi!-
Son corso alla finestra
sono uscito fuor della porta
ho cominciato a chiamare:
-Venite tutti, correte:
in casa mia c’è la gioia!-
Nessuno io sentivo arrivare.
Ho detto allora alla gioia:
-Non ho nessuno in casa mia,
ripassa un’altra volta.
(G. Bizzarri)

Obbedienza
Quando passeranno gli elefanti
dentro le crune degli aghi
quando le formiche giganti
accenderanno i lampadari,
quando usciranno dagli armadi
odoranti di pomi cotogni
le principesse dei sogni…
quando i pulcini faranno l’uovo
e le lucertole il nido
sopra la frasca,
e le rondini faranno il covo
sotto la vasca…
allora, gonfio d’orgoglio,
potrai dire: “Io voglio”.
A tutto, nel mondo, che voli,
a tutto, nel mondo, che strisci,
a tutto fu detto: “Obbedisci!”
(F. Pastonchi)

 

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Racconti sull’acqua

Racconti sull’acqua di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Storia di una goccia d’acqua

C’era una volta una goccia d’acqua che, con tante sorelline, se ne stava beata in fondo al mare. Un giorno salì alla superficie. In altro c’era un’immensa volta turchina su cui vagavano certe nuvole bianche, e in mezzo a tutto quell’azzurro, una gran palla d’oro mandava raggi infuocati.

“Com’è bello!” disse la gocciolina. “E come andrei volentieri fin lassù”.

Come se qualcuno l’avesse sentita e avesse potuto esaudire il suo desiderio, la gocciolina si sentì diventare leggera leggera, finchè si accorse che saliva verso il cielo.

“Che cosa succede?” disse spaventata.

“Nulla, sorellina!” rispose una goccia che saliva insieme a lei. “O almeno nulla di speciale. Io lo so perchè ho già fatto questo viaggio. Il sole ci ha scaldato e siamo diventate leggere leggere. Il fatto è” aggiunse “che non siamo più gocce d’acqua”.

“E cosa siamo, allora?” chiese la nostra gocciolina incuriosita.

“Siamo vapore, o meglio vapore acqueo. Una parola difficile, ma io sono una gocciolina istruita”.

“E cosa ci capiterà adesso? Mi piacerebbe saperlo!”.

“Ih, quanta fretta! Aspetta e lo saprai.”

Che viaggio meraviglioso! Dall’alto, la gocciolina, ormai non più gocciolina, poteva vedere i prati verdi, il mare spumeggiante, i ruscelli argentini, i grandi laghi. La gocciolina si divertì moltissimo a vedere tante belle cose, ma poi si guardò intorno e vide che con tante sorelline che erano salite insieme a lei, si era formata una nuvoletta bianca come quella che tante volte aveva visto quando era sperduta nel mare.

Il viaggio fu piuttosto lungo.

Intanto altre gocce, trasformate anch’esse in vapore acqueo, si erano unite a loro e avevano formato un nuvolone bianco che andava, andava, portato dal vento. E il vento lo portò vicino alle montagne che si levavano diritte, con le loro vette rocciose.

Non era più quel venticello scherzoso che aveva portato a spasso la nuvoletta bianca, era un vento gelido che stracciava la nuvola e la portava di qua e di là senza riguardo.

Quelle che erano state goccioline divennero tutte molto tristi e la nuvola prese il colore della loro tristezza e si fece grigia: e poichè chi è triste piange, anche la nuvola cominciò a far cadere sulla terra certi goccioloni grossi che parevano lacrime. Ma non si trattava di tristezza.

Glielo spiegò, alla nostra gocciolina, la goccia istruita che aveva viaggiato con lei. “Siamo diventate troppe” disse ” e poi non senti che freddo? Questo vento non ha proprio nessun riguardo. Io mi sento tutta rabbrividire. E non sono più vapore acqueo, ma sono di nuovo acqua, anzi, di nuovo una goccia d’acqua.”

Anche la nostra gocciolina dovette abbandonare il cielo. E, dopo aver attraversato un nembo tempestoso, si ritrovò sul petalo di un fiore dove brillò come un diamante. La gocciolina era di nuovo felice.

Il sole splendeva ed era proprio il sole che le dava dei colori così belli. Ma era tanto caldo, il fiore ebbe sete e bevve la gocciolina, che si trovò così sotto terra, al buio.

“Il buio non mi piace!” disse la gocciolina. “Se devo essere acqua, voglio tornare al mare!”

“Ci tornerai” disse una voce e la gocciolina si accorse di essere nuovamente accanto alla sorellina istruita “Ma prima dovrai viaggiare un bel po’. Ne so qualcosa io!” aggiunse, dandosi molta importanza.

La gocciolina cominciò a camminare, a infiltrarsi fra le zolle, e durante il suo cammino vide mille boccucce che volevano succhiarla. Erano le radici che avevano sete. Le goccioline erano tante e contentarono un po’ tutti, finchè a forza di camminare, si ritrovarono tutte all’aperto.

Era una bella sorgente di acqua pura e fresca e un uccellino vi volò sopra e bevve. Poi, molto soddisfatto, fece una cantatina e se ne andò.

“E’ finito?” chiese la gocciolina alla goccia istruita “Comincio a essere un po’ stanca”.

“Finito? Si può dire che il nostro viaggio comincia adesso!”

La sorgente si era trasformata in un ruscello che correva correva come sospinto da una forza misteriosa. Lungo il cammino si riunivano altri ruscelli e insieme formarono un bel fiume. Il fiume, scorrendo calmo e placido, faceva lungo il suo corso tante cose.

Muoveva le pale dei mulini, entrava in certi tubi lunghi per mettere in movimento grandi macchine che dovevano dare l’elettricità, alimentò le fontane, si precipitò nei laghi e non c’era pericolo che la nostra gocciolina, sballottata in quel modo, s’annoiasse.

Ma ormai era stanca e il ricordo della sua vita in quella bella distesa azzurra, si faceva sempre più vivo in lei. E arrivò finalmente il giorno in cui il fiume sboccò in mare e la gocciolina rivide di nuovo i suoi amici pesci e li salutò con affetto.

“Sapete” disse loro dandosi grande importanza “non mi chiamo più gocciolina. D’ora in poi mi chiamerete la grande viaggiatrice”. E quelli risero. Si capisce, come sanno ridere i pesci.

M. Menicucci

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Il metodo globale nell’insegnamento dell’aritmetica in prima classe

Il metodo globale nell’insegnamento dell’aritmetica in prima classe. Anche l’aritmetica, come qualsiasi altro insegnamento, deve far leva su ciò che il bambino già sa; deve servirsi, per la costruzione del suo edificio, dei fondamenti che sono stati posti dall’esperienza quotidiana che ha già insegnato molto al bambino.

Quando il bambino viene a scuola non ignora totalmente i numeri e ciò che essi rappresentano. Sente dire continuamente: “Questo costa tanto, quest’altro non si può comperare perchè costa troppo, ecc…” E non ignora nemmeno cosa significhi fare i conti. Sarà questa quindi la base sulla quale costruiremo il nostro edificio.

Facendo le nostre raccolte, abbiamo infinite occasioni per contare: questo rametto ha tre foglie, il riccio contiene tre castagne, Mario ha trovato due pinoli, Luigi ne ha trovati otto, Piero ha trovato due bacche. Possiamo mettere insieme pinoli e bacche per sapere quanti pinoli ci sono in tutto, o quante bacche? Non possiamo contarli tutti insieme! Ed ecco nascere il concetto che si possono addizionare soltanto quantità omogenee. Nelle nostre esplorazioni all’aperto, durante le quali facciamo le raccolte, contiamo sempre.

Metodo globale non significa che presenteremo tutti i numeri insieme, così come abbiamo fatto con le lettere dell’alfabeto. Il metodo globale nell’aritmetica ha un altro significato.

Il numero 4 per il bambino non è 1 ghianda + 1 ghianda + 1 ghianda + 1 ghianda. E’ un gruppo di 4 ghiande. Dalla sintesi, come ha già fatto per le lettere dell’alfabeto, arriverà all’analisi. Intanto saprà, e arriverà a saperlo da solo durante la sua attività scolastica quotidiana, che ha raccolto 3 bacche; che il suo compagno, avendone raccolte 4, ne ha 1 più di lui. Nessun insegnamento regolare di aritmetica nei primi tempi. Lasceremo, invece, che il bambino si familiarizzi con i numeri, con le quantità, che faccia le sue esperienze personali. Ed ecco che il bambino disegna. Ha raccolto 3 castagne. Le disegna su una scheda.  C’è un rametto con 5 foglie. Lo disegna su una scheda.

E ancora: disegna 3 palline, 4 palloncini… Il bambino generalmente non sbaglia, e se sbaglia l’insegnante glielo dice. Il bambino torna al suo posto, sembra distrarsi, quasi non guarda più la scheda, ma è una distrazione soltanto apparente: poi disegnerà esattamente 4 palloncini. Per quale procedimento segreto è pervenuto a correggere il suo errore? Ci siamo fatti la stessa domanda quando abbiamo parlato dell’alfabeto. Ed ecco che gli diamo una scheda su cui sono disegnate alcune farfalle, con un numero scritto, grande, da una parte. E subito, la scomposizione. Non una scomposizione astratta, ma qualcosa che il bambino dovrà creare con le sue stesse mani, col colore.

Il colore e il disegno sono di potente ausilio alla comprensione del numero perchè implicano, oltre tutto, quall’attivismo che noi auspichiamo specie nell’aritmetica. In genere, per dare al bambino le prime nozioni aritmetiche, si usano gruppi di oggetti che egli allinea, toglie, addiziona, divide, ecc… Noi invece facciamo di preferenza disegnare e colorare. Secondo noi, disegnando e colorando, il bambino è attivo ancor più che manovrando oggetti. Gli oggetti, infatti, sono già lì, esistenti e compiuti; con il disegno il bambino deve creare gli oggetti stessi; c’è un’ulteriore attività. E, dopo il disegno, il colore.

Il gioco delle dita

E’ un gioco che si è dimostrato di una grande efficacia.  L’insegnante mostra le dita delle mani aperte. Quante sono? Dieci. Tutti, o quasi tutti, lo sanno. Se qualcuno non lo sa lo impara sentendo gli altri. Una mano sola quante dita? Questo lo sanno proprio tutti: cinque. Ed ecco che l’insegnante fa vedere cinque dita di una mano e due dell’altra, mostrandole contemporaneamente. Per dare all’esercizio l’aspetto di un gioco, l’insegnante nasconde poi le mani dietro la schiena e chiede: “Quante dita in tutto?”. Qualche bambino risponde esattamente, qualche altro tace, qualcuno sbaglia. Non importa. L’insegnante ripete il gioco con altre combinazioni di dita. I bambini si divertono e intanto imparano a vedere il numero nella sua composizione e scomposizione. E soprattutto a vederlo globalmente. Ecco il significato della parola globale nell’insegnamento dell’aritmetica. Per dare l’idea del 4, noi non facciamo contare 1 2 3 4. Per il bambino, gli oggetti che allinea per formare il 4 sono 1 1 1 1 uguale 4, perchè quando con la sua manina prende 1 pallina e dice 1 va bene, ma quando prende la seconda pallina e viene invitato a dire 2 non capisce quel 2. Per lui, quella è ancora 1 pallina. Alla fine della sua numerazione, però, quando avrà contato 1 1 1 1,  avrà globalmente il concetto di 4 palline. Se il bambino invece contasse secondo la serie naturale dei numeri, quando conta la terza pallina e dice3, dovrebbe nella sua mente tener presenti tutte e tre le palline che ha contato, altrimenti che senso ha quel 3?

Altri esercizi

Preparare una scatolina nella quale saranno raccolti alcuni cartoncini su ognuno dei quali c’è scritto un numero. Il bambino ne pesca uno e dovrà disegnare, sulla scheda, un numero di oggetti corrispondente. Se pesca un 3, dovrà disegnare 3 palline, 3 puntini, 3 pere, ecc… Quando il bambino si sarà familiarizzato abbastanza con i numeri, allora potremo procedere alla loro scrittura, abbinando sempre al numero scritto la quantità di oggetti corrispondente.

Il metodo naturale nell’insegnamento della lettura e della scrittura

Il metodo naturale nell’insegnamento della lettura e della scrittura viene, come dice la parola, dalla natura: segue cioè le tendenze naturali di ogni bambino, le sue possibilità e le sue capacità; ha, come base, l’esplorazione dell’ambiente e lo studio della natura, e permette al bambino di esplicare liberamente la sua attività.

E’ un metodo che consente il recupero del bambino in difficoltà e che non lo mortifica anche quando non riesce a stare al pari con gli altri, che rispetta la personalità, che dà modo a ciascun bambino di rivelarsi interamente, di esprimersi liberamente, di chiarire a se stesso e all’insegnante le sue possibilità.

E’ un metodo che esige la partecipazione attiva del bambino e che quindi elimina la noia, il peso di un insegnamento non sempre adeguato alla capacità dell’individuo; che riesce a conseguire ottimi risultati fin da principio, che permette ai bambini di impadronirsi facilmente e piacevolmente dell’alfabeto, in modo che a gennaio essi riescono a leggere e a scrivere. Ma questo metodo non è il metodo per far presto: anche se questo è un vantaggio, è un vantaggio del tutto secondario.

Abituato all’attività individuale, alla libertà di acquisizione, alla ricerca, il bambino non solo impara a leggere e a scrivere senza sforzo, ma soprattutto impara a conquistarsi il sapere usando le sue forze, di cui con l’esercizio diverrà sempre più padrone. Vedremo così il bambino usare il metodo attivo, insito nel metodo naturale, non soltanto nell’apprendimento della lettura e della scrittura, ma via via, nella composizione, nell’aritmetica e in quello studio dell’ambiente che è alla base dell’attivismo; perchè questo non è un metodo specifico da applicarsi soltanto per imparare l’alfabeto, ma è un sistema di studio.

Il materiale

– Il materiale consta innanzitutto di un alfabetiere murale: un grande cartellone murale, diviso in tanti riquadri. In ogni riquadro c’è una figura. Il nome dell’oggetto rappresentato ha, per iniziale, una diversa lettera dell’alfabeto: ala per a, bue per b, ecc… Sotto ogni illustrazione c’è scritto il nome a caratteri grandi, facilmente visibili anche da lontano. L’iniziale del nome è di colore diverso. In alto, sopra ogni figura, ci sarà la stessa iniziale, sempre di colore diverso, nei caratteri minuscolo e maiuscolo, stampato e corsivo.
Il suono duro e quello dolce della c vogliono un’illustrazione ciascuno, in quanto il bambino imparerà a conoscere questi suoni come se si trattasse di due consonanti diverse. Così per la g. I suoni sc, gn e gl saranno presentati globalmente, cioè i primi due come suoni iniziali di una parola, nel corpo della parola l’altro (scimmia per sc, gnomo per gn, giglio per gl).

– A portata dei bambini saranno messi numerosi cartoncini che avranno semplicissime illustrazioni e sotto scritto il nome della cosa rappresentata.

– Per i caratteri mobili si consiglia di ostruire o acquistare un intero alfabeto per ciascun bambino fatto di caratteri di almeno cinque centimetri, in cartone solido. Questi serviranno soprattutto nei primi tempi quando le mani dei bambini non sono ancora abbastanza esercitate.

– Il libro di testo è insieme poco e molto importante. Col metodo naturale, i bambini imparano prestissimo a leggere tutte le lettere nelle varie combinazioni, quindi non sarebbe necessario un libro di testo con letture graduate. Qualsiasi libro, stampato in caratteri piuttosto grandi, potrebbe in definitiva essere adatto. Però il libro di testo, oltre a servire per la lettura vera e propria, ha un’altra specifica funzione: quella di servire anch’esso da materiale. Innanzitutto dovrà essere corredato da un alfabetiere identico a quello murale, una riduzione in piccolo dei riquadri delle illustrazioni e i nomi relativi.
Il metodo naturale si giova moltissimo delle illustrazioni, quindi anche quelle del testo avranno una grandissima importanza in quanto serviranno da ausilio alla lettura. Infatti, nelle prime pagine, ad ogni figura corrisponderà il nome relativo e la parola sarà sempre, in principio, associata alla figura.

Uso del materiale

Esercizi preparatori
Prima di procedere all’apprendimento delle lettere dell’alfabeto, il bambino dovrà essere esercitato a parlare, cioè a pronunciare parole e frasi dietro invito e dietro riflessione. L’esercizio che deve accompagnare l’apprendimento dell’alfabeto è quello volto all’arricchimento del linguaggio. Il bambino possiede un numero limitatissimo di vocaboli e un numero ancor più limitato di espressioni esatte. Compito dell’insegnante sarà quello di far pronunciare, come primo esercizio, il nome esatto delle figure dell’alfabetiere, degli arredi scolastici, degli oggetti che i bambini portano a scuola per le loro raccolte. L’insegnante domanda sempre: “Che nome ha?” e corregge eventualmente le dizioni inesatte.

Per quel che riguarda l’alfabetiere, in un primo tempo si lascerà il bambino libero di osservare le figure, di parlarne con l’insegnante e coi compagni. In seguito l’insegnante farà pronunciare correttamente il nome di ciascuna figura.

L’esercizio potrà avere molte variazioni: “Chi sa trovare l’oggetto che serve per travasare l’acqua?”; “Chi sa cercare l’animale che graffia?”.

Oppure: “E’ azzurro, si muove sempre, ci vanno sopra le barche”…

Intanto l’insegnante avrà messo sugli arredi scolastici e sugli oggetti alcuni grandi lettere in carta ritagliata: la b sul banco, la f sulla finestra, la n sulla noce, la f sulla foglia, e così i bambini potranno constatare che la f è tanto sulla finestra che sulla foglia, ecc… Sarà il principio di quell’analisi della parola che verrà in seguito.

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Mobile in lana cardata per la culla del neonato

Mobile in lana cardata per la culla del neonato, con tutorial fotografico e istruzioni.

 

 

Materiale occorrente:

Lana cardata colorata a scelta

filo dorato

forbici, aghetto da feltro, ago lungo per bambole

filo trasparente o filo di cotone sottile

fil di ferro e nastro adesivo

una pietruzza o un cristallino forato

__________________________

 

Per prima cosa prepariamo un anello col fil di ferro di circa 13cm di diametro, fermiamolo con del nastro adesivo, quindi rivestiamolo con la lana cardata, avvolgendola strettamente attorno al fil di ferro:



Poi col filo sottile si preparano una serie di asole che serviranno a tenere l’anello appeso in equilibrio, e si inserisce su un filo lungo che parte dal centro la pietra o il cristallino:

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Filastrocche e tiritere per i più piccini

Filastrocche e tiritere per i più piccini: Cecco Velluto, Stellina, Arri arri cavallino, Petruzzo, La rapa e il nonno, e molte altre ancora… possono essere usate anche come testi per il teatrino.

 

Filastrocca
Zucca pelata
dai cento capelli
tutta la notte
ci cantano i grilli,
e ti fanno la serenata
zucca pelata, zucca pelata!

 

Tiritera
Cinque coccole d’alloro
quattro foglie d’insalata
una rosa profumata
sette spighe e un pomodoro.
Nove rondini nel cielo
otto penne di pavone
tre violette e un fior di melo
due formiche e un formicone,
o che numero farà.
Forse dieci , forse cento
un milione, chi lo sa?
Due sbadigli, tre sbadigli
due sospiri e dei bisbigli.
Quando il bimbo dormirà?
E. Morini Fezzati

 

Cecco Velluto
Cecco Velluto
suonami l’imbuto
suonamelo bene
c’è un bambin che viene,
viene da Roma
e porta la corona
d’oro e d’argento
che vale cinquecento,
centocinquanta
la pecorina canta,
canta il gallo
risponde la gallina,
s’affaccia Serafina
con tre corone in testa.
Bianca la sella,
bianca la gonnella,
bianco il parasole,
che arrivi un po’ di sole!
Popolare

 

Arri arri cavallino
Arri arri cavallino
per la strada del mulino
il mulino è rovinato
il mugnaio s’è legato
s’è legato alla catena
la sua moglie la fa la cena
fa la cena pel bambino
arri arri cavallino.
Popolare

 

Stellina
Stellina, mia stellina,
sei bella e sei piccina
la luna è tonda e bianca
cammina e non si stanca
il sole è d’oro fino
il cielo è, su, turchino
il mare, giù, è profondo
la terra gira in tondo
e gira intorno al sole
ci nascono le viole
ci nascono i bambini
ci nascono i pulcini
poi giran tondo tondo
e fanno come il mondo.
F. Castellino

 

Bolli bolli pentolino
Bolli bolli, pentolino,
fa la pappa al mio bambino,
la rimescola la mamma,
mentre il bimbo fa la nannna.
Fa la nanna, gioia mia,
o la pappa scappa via!
L. Schwarz

 

Filastrocca
Cavallino arrò arrò
prendi la biada che ti dò
prendi i ferri che ti metto
per andare a San Francesco
San Francesco è quella via
per andare a casa mia
per andare e per tornare
cavallino non ti stancare.
Popolare

 

Ninna nanna
Ninna nanna, ninna nanna,
non c’è latte senza panna,
non c’è gatta senza micini,
non c’è casa senza bambini,
non c’è canneto se non c’è canna
fa la ninna, fa la nanna,
M. Giusti

 

Filastrocca
Fa le fusa il bel gattino
presso il fuoco del camino
sta il bel cane nel canile
stan le pecore all’ovile
il cavallo è nella stalla
con il mulo e la cavalla
con la mucca ed il vitello
con il bue e con l’asinello
stanno i topi nel solaio
le galline nel pollaio
sta nel nido l’uccellino
nel porcile il maialino
sta la volpe nella tana
nel fossato sta la rana
la comare chiocciolina
porta appresso la casina
e se vien la pioggia o il vento
si ritira in un momento.

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Dettati ortografici – Il vento

Dettati ortografici sul vento – una raccolta di dettati ortografici, di autori vari, per bambini della scuola primaria. Difficoltà ortografiche miste.

 

Il vento è necessario: esso purifica l’aria, e trasportando qua e là le nuvole, modifica il clima. E’ il vento che regola le piogge, che rinfresca e rinnova l’aria, che porta l’umidità così necessaria alle piante. Inoltre, il vento è un gran disseminatore e porta i semi lontano dalla pianta madre, dove possono crescere e prosperare liberamente.

Quando il vento è troppo forte può arrecare grandi disastri. Sradica gli alberi, fa volare i tegoli, solleva, in mare, le procelle. Ma, nonostante i danni che arreca, anche il vento è necessario perchè, trasportando le nuvole, modifica il clima con le piogge e purifica l’aria.

Il vento se la piglia coi vostri capelli e vi soffia dentro come fosse un cespuglio. La gente tira via, serrata nei mantelli, a capo basso, con gli occhi chiusi. Qui il lastrico è liscio, là sepolto sotto piccole dune di sabbia e di bruciaglie sormontate da rotoli di lanugine. A ogni passo ti ruzzano tra i piedi, corrono via folleggiando, la foglia del platano e il brano di giornale, la piuma di gallina e ciocche di paglia, fiocchi di bambagia, di lana, che finiscono a darsi la posta agli angoli delle vie, sulle piazzette, nei cortili, dove si raggruppano, si sbandano, si raccolgono di nuovo e danzano a tondo finchè si sollevano insieme da terra, turbinando in balia di un mulinello. (A. Stoppani)

Il vento radeva impetuoso i  ghiaioni, le sabbie e le acque. Dagli argini si sollevava la polvere delle strade e tutte le fronde dei salici si rovesciavano, imbianchendo; l’aria s’era fatta fredda; gli arbusti e i cespugli davano sibili al vento; un lampo balenò, seguito da un tuono ripercosso dalla terra. (G. Comisso)

Giorno di vento

Nuvole scure mossero contemporaneamente dalle vette dei due versanti; al centro della vallata rimasero separate da una sottile striscia d’un celeste inverosimile, quasi verse.
Si levò un ventaccio gelido; e le nuvole si sfrangiarono, scoprendo un cielo chiaro e infido, che, altissimo, parve un vertiginoso abisso capovolto. (G. Manzini)

I venti
Uno è caldo e uno gelido; questo è furioso e quello dolce e mite; un altro squassa gli alberi schiantando i rami, e un altro invece fa lietamente ondeggiare le erbe, mormorare le fronde… Quale solleva sul mare onde giganti e quale increspa appena le acque gonfiando le vele. Uno ti accarezza dolcemente e un altro ti scaraventa addosso un nuvolo di polvere. (V. Gaiba)

Il vento
Il vento arrivò di colpo dietro la siepe e la passò d’un salto: nessuno lo aveva visto venire, nessuno lo vedeva ed era dappertutto. Aveva sempre sospiri, carezze e parole per le cose amiche. Scavalcando la siepe, il vento rise. Era già sull’erba e piegava i fili verdi ad uno ad uno. La menta e il trifoglio dettero al vento un po’ del loro profumo che lo portasse dove non potevano andare. (G. Fanciulli)

 Venti di marzo
Violenti e scontrosi tra loro, muovono alla pugna uno per volta, dominando il campo nemico. Ecco il vento del nord. Muove dal Polo, freddissimo, nemico dei fiori, delle piogge.  Rischiara l’aria, uccide le api, gela i laghi, le montagne. Il Ponente è cagione di contrasti, piagnucoloso, spira verso sera. E’ utile agli orti, alle fave, alle biade. Suo opposto è il vento dell’est, il vento che arriva dal mare. E’ temperatamente caldo e secco, propizio alle arature, pastore di mandrie di onde. Lo Scirocco, suscitatore di marette d’argento, è vento caldo, turbolento, impetuoso. E’ amico dei fiori, degli orti, utile ai frutti. (F. Tombari)

Effetti del vento
Il vento piega i rami e rovescia le foglie e gli alberi; i prati su cui il vento passa, sembrano più chiari; ciò avviene perchè ogni foglia è più pallida al suo rovescio. Gli alberi che il vento piega maggiormente sono quelli più alti e sottili e nei vasti boschi e nelle praterie le onde prodotte dal vento sono simili a quelle del mare. Gli alberi che nascono presso la spiaggia, e sono esposti al vento, sono tutti piegati; e così piegati crescono e restano. (Leonardo da Vinci; adattamento)

Il vento
Il vento passò dai paesi caldi, prese dagli alberi di aranci e di limoni il loro gradito profumo e continuò il suo cammino. Giunse in una grande città.
Tutti gli abitanti delle case, gli operai delle officine, i sagrestani delle chiese spalancarono finestre e balconi, e il buon vento entrò, portando ovunque la soave fragranza delle erbe e dei fiori… (G. E. Nuccio)

Il figlio del vento
Quando nacque il figlio del vento, alla reggia fecero gran festa. Ma un figlio del vento non può essere che un disastro.
Infatti il vento neonato non era ancora stato messo dalle fate nella culla, che già le copertine e i lenzuolini se ne volavano come bandiere per il cielo. Poi fu la volta delle fasce e dei camicini.
Quando diventò più grandicello e incominciò a camminare, alla reggia accadde il finimondo. Porte, imposte e finestre scrollate, sbattute, spezzate. Che schianti!
Finalmente il monellaccio uscì di casa per andare a giocare. E incominciò a piegare i rami degli alberi fino a spezzarli, giocò a rincorrere le foglie, a strappare i manifesti, a rubare i cappelli ai signori. Poi s’arrampicò nel cielo e giocò al treno con le nuvole.
Un giorno il figlio del vento fu mandato a scuola e imparò a suonare con le canne del fiume e con le spighe del grano. Imparò a spazzare il cielo e a raccogliere insieme i nuvoloni, a far corree le vele sul mare, a far girare le pale dei mulini e a seminare.
Ti piacerebbe conoscerlo?
Guarda fiori dalla tua finestra. E’ lì che il vento passa, nel cielo.

Dettati ortografici sul vento – Tutte le opere  contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Lavoretti per bambini – Telaio per tessitura circolare

Lavoretti per bambini – Telaio per tessitura circolare: si prepara una pallina di circa 4cm di diametro utilizzando pasta di sale, cera da modellare, creta o qualsiasi altro materiale modellabile che indurisce una volta asciutto.

Tra i lavoretti per bambini della scuola d’infanzia è uno dei classici, di solito utilizzando al centro una “castagna matta”, cioè il frutto dell’ippocastano. Aiuta a coltivare la capacità di attenzione, e lo sviluppo della motricità fine e della coordinazione occhio-mano in previsione della scrittura.

Finchè la pallina è ancora morbida, si inseriscono degli stecchini in  numero variabile, basta che si tratti di un numero pari.

E’ un’attività molto adatta anche ai bambini piccoli della scuola d’infanzia. Naturalmente, se i bambini sono molto piccoli sarà meglio inserire pochi stecchini…

Per gli stecchini vanno benissimo quelli da spiedino o qualsiasi altro bastoncino di recupero di una lunghezza di circa 20 cm.

Il bambino sceglierà fili di lana del colore che via via preferisce, e comincerà a tessere avvolgendo il filo intorno ad ogni bastoncino, uno alla volta, fino a completare lo schema.

Tessere in questo modo è un’attività semplice, meditativa, e dal risultato di grande effetto: si ottiene una bellissima decorazione per la cameretta. Come tutti i lavori a telaio, come già detto, prepara all’apprendimento della scrittura.

Solitamente la realizzazione del quadretto richiede qualche settimana. Una volta impostato il lavoro, i telai vanno riposti in classe su una mensola bassa, in modo tale che siano i bambini stessi a decidere quando dedicarsi all’attività.

Una variante può essere quella di utilizzare la lana cardata invece di quella filata

Rosa rosella

Rosa Rosella, gioco cantato tradizionale, con testo, spartito stampabile e file mp3 gratuiti, istruzioni di gioco.

Testo

Rosa rosella la rosa è fiorita
bianca la rosa in mezzo alle viole
fai la riverenza a chi la vuoi far.
B. E … entra in ballo
e vi entra senza fallo
falla/o ballar, falla/o ballar
non ti piace lasciala/o star.

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Sparito ed mp3 qui

Rosa rosella

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Istruzioni di gioco

I giocatori sono in cerchio e un giocatore sta all’interno. Si canta la strofa A; chi sta al centro cammina girando nel senso inverso al cerchio

e a “fai la riverenza” si ferma e si inchina davanti a un componente del cerchio

I due girano saltellando e tenendosi sottobraccio, mentre il cerchio canta la parte B battendo le mani a tempo.

Il giocatore invitato prende il posto del primo e il gioco ricomincia.

Al castello bello bello

Al castello bello bello, con testo, spartito stampabile, file mp3 e istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Testo

Al castello bello bello ho perduto la dama mia,
la più bella che ci sia me la voglio portar via.
Avanti passo e musica, danziam la rillallera,
avanti passo e musica, danziam e rillallà.

Spartito ed mp3 qui

Istruzioni di gioco

Si forma un cerchio e ci si tiene per mano; un giocatore va all’interno. Il cerchio e il giocatore, cantando, girano in senso contrario.

Alle parole “portar via” tutti si fermano. Il giocatore che si trova all’interno si inchina di fronte alla persona alla quale si trova e la prende sottobraccio.

Insieme girano sottobraccio saltellando fino a “rillallera” mentre il cerchio canta battendo le mani.

Poi i due giocatori si scambiano di braccio e saltellano fino alla fine della canzone.

Al termine il giocatore invitato resta al centro, mentre l’altro prende posto nel cerchio e il gioco ricomincia.

Ho scelto la più bella

Ho scelto la più bella, gioco cantato tradizionale con testo, istruzioni di gioco, spartito stampabile e file mp3. Adatto a bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Testo

A. Ho scelto la più bella, per danzar, per danzar, per danzare con me.
Ho scelto la più bella, per danzar, per danzare con me.

B. Su danziamo Rosì, su danziamo Rosà,
su danziamo Rosetta, su danziamo Rosà.
Rosì, Rosà, su danziamo, su danziamo.
Rosì, Rosà, su danziamo Rosà.

Spartito ed mp3 qui

Istruzioni di gioco

I giocatori in cerchio si tengono per mano e cantano la parte A mentre un giocatore all’interno gira nel senso inverso al cerchio

e al termine sceglie un compagno per ballare

Nella parte B, mentre il cerchio cantando sta fermo e tutti battono le mani a tempo, si eseguono le seguenti figure:
– la coppia esegue un girotondo durante i primi quattro versi della strofa

– a “Rosì, Rosà” i due giocatori si mettono di fronte e ognuno batte le mani su quelle del compagno per quattro volte:

– a “su danziamo, su danziamo” i due giocatori, sempre stando di fronte, eseguono dei saltelli a forbice sul posto

– a “Rosì, Rosà, su danziamo Rosà” si ripetono i due movimenti precedenti.

Il giocatore prescelto rimane al centro e il gioco ricomincia.

Galoppa sul cavallo

Galoppa sul cavallo, gioco cantato tradizionale con spartito stampabile, file mp3, testo e istruzioni di gioco. Per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Testo

Galoppa sul cavallo
il signore del castello,
a mezzogiorno tornerà,
la campanella suonerà:
dlin, dilin, dilin, dilin, dilin.

Spartito ed mp3 qui

Istruzioni di gioco

I giocatori sono seduti in cerchio. Un “signore” e un “cavallo” camminano all’interno. Essi non hanno un posto a sedere. Il signore gira con una campanella e il cavallo lo segue.

A “dlin dlin dlin” tutti i bambini cambiano posto ed anche il cavallo che seguiva il signore cerca di trovare un posto.

Chi non trova posto segue il signore fino al nuovo cambio.

Maria Giulia

Maria Giulia, gioco cantato tradizionale con testo, spartito stampabile e file mp3, istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Testo

Maria Giulia di dove sei venuta?
Alza gli occhi al cielo, fai un salto, fanne un altro,
levati il cappelletto, fai la riverenza, fai la penitenza,
guarda in su, guarda in giù,
dai un bacio a chi vuoi tu.

Spartito ed mp3 qui

Maria Giulia

Istruzioni di gioco

I giocatori sono in cerchio, si tengono per mano ed eseguono un girotondo.

Un bambino in mezzo esegue via via i movimenti indicati dal canto

Alla fine dell’ultima frase, il girotondo si arresta e quello che sta in mezzo va a dare un bacio ad un giocatore del cerchio, il quale prenderà il suo posto. E il gioco ricomincia.

Era la sera battaglia di Magenta

Era la sera battaglia di Magenta, gioco cantato tradizionale con testo, spartito, traccia mp3 e istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Testo

Era la sera battaglia di Magenta,
oh che piacere vedere i cavalieri.
(parlato) Cavalieri, al passo!
Era la sera battaglia di Magenta,
oh che piacere vedere i cavalieri.
Cavalieri, al passo! Al trotto!
Era la sera battaglia di Magenta,
oh che piacere vedere i cavalieri.
Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo!
Era la sera battaglia di Magenta,
oh che piacere vedere i cavalieri.
Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! Con una mano!
Era la sera battaglia di Magenta,
oh che piacere vedere i cavalieri.
Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! Con una mano! Con due mani!
Era la sera battaglia di Magenta,
oh che piacere vedere i cavalieri.
Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! Con una mano! Con due mani! Con un piede!
Era la sera battaglia di Magenta,
oh che piacere vedere i cavalieri.
Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! Con una mano! Con due mani! Con un piede! Con due piedi!
Era la sera battaglia di Magenta,
oh che piacere vedere i cavalieri.
Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! Con una mano! Con due mani! Con un piede! Con due piedi!
Bum!

Spartito ed mp3 qui

Istruzioni di gioco

I giocatori sono in cerchio per mano e girano cantando.

Al termine della musica si fermano e dicono le parole: Cavalieri, al passo!

Quindi riprendono cantando di nuovo la strofa alla fine della quale si fermano per dire: Cavalieri, al passo! Al trotto!
Questa volta, nel riprendere il canto, invece di muoversi in cerchi camminando, effettueranno un trotto

La volta successiva, diranno Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! e il cerchio si sposterà galoppando.

Quando si arriva a Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! Con una mano! si batte la mano sinistra sul ginocchio sinistro restando fermi sul posto

Quando si arriva a Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! Con una mano! Con due mani! si batte anche la mano destra sul ginocchio destro

Quando si arriva a Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! Con una mano! Con due mani! Con un piede! si batte per terra a tempo il piede sinistro

Quando si arriva a Cavalieri, al passo! Al trotto! Al galoppo! Con una mano! Con due mani! Con un piede! Con due piedi! si saltella sui due piedi restando sul posto.

Al termine del gioco tutti i giocatori si avvicinano al centro ricantando la strofa e ripetendo tutte le parole parlate e quindi tutti gridano Bum!

Camminiamo per di qua

Camminiamo per di qua, gioco cantato tradizionale per bambini della scuola d’infanzia e primaria, con istruzioni di gioco, spartito stampabile e traccia mp3.

Istruzioni di gioco

I giocatori camminano in uno spazio delimitato, cantando. Il lupo si trova un po’ isolato rispetto al gruppo

e risponde alla domanda: -Lupo, ci sei?-

che i giocatori gli rivolgono al termine del canto.

Se il lupo risponde “No”, i giocatori riprendono il canto; se risponde “Sì” essi domandano ancora:

– Che fai?-

Il lupo può rispondere liberamente ed ogni volta i giocatori riprendono a muoversi cantando. Quando però il lupo risponde:

-Ho fame-

le pecore scappano e il lupo le insegue. La pecora presa diventa lupo ed il gioco ricomincia.

Spartito ed mp3 qui

Laissez passer les petits Saint-Jean

Laissez passer les petits Saint-Jean, gioco cantato tradizionale con spartito stampabile, traccia mp3 e istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Istruzioni di gioco

Tutti i bambini si dispongono in riga a coppie, uno di fronte all’altro e ogni coppia di giocatori, tenendosi per mano a braccia in alto forma un arco.

Mentre tutti cantano, l’ultima coppia della fila passa sotto gli archi seguita dalla coppia successiva e poi via via dalle altre.
Arrivate al termine del corridoio, le coppie formano nuovi archi e così via via per quanto tempo si vuole.

Spartito ed mp3 qui

La mugnaia

La mugnaia, gioco cantato tradizionale con testo, spartito stampabile, traccia mp3 e istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Istruzioni di gioco

I giocatori sono in coppia uno di fronte all’altro e si danno le mani.
All’inizio si mettono di fianco senza lasciarsi le mani e iniziano a girare in cerchio a passo di marcia in senso orario.

A “gira gira” i giocatori di ogni coppia si rimettono uno di fronte all’altro: i piedi dei due giocatori si avvicinano fino a che le punte si toccano

si stringono forte le mani e si gira con piccoli passi veloci.

Spartito ed mp3 qui

La mugnaia

Pippirugello

Pippirugello, gioco cantato tradizionale con testo, sparito stampabile, traccia m3 e istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Cantilena:
Pippirugello,
l’amore è così bello
la bella molinara,
che sale sulla scala,
la scala e lo scalone,
la penna del piccione,
la ruota del pavone.
Bella zitella,
che giochi a piastrella
col figlio del re,
(parlato): tira su questa ciantarella!

Spartito ed mp3 qui

Pippirugello

Istruzioni di gioco

I giocatori si siedono per terra uno accanto all’altro con le gambe allungate. Un giocatore in piedi, cominciando da una parte, picchia a tempo con un bastoncino su ciascun piede dei bambini mentre recita la cantilena. Il piede che viene toccato quando si dice l’ultima sillaba di “ciantarella” (ciabatta) dovrà essere ritirato dalla conta.

Si continua così fino all’ultimo giocatore rimasto, il quale dovrà allontanarsi dal gruppo.

A questo punto si svolge un dialogo tra il gruppo e il giocatore che cantava.

Gruppo: S’è venduto a una vecchia sei uova, e s’è comprata questa coltellina (così dicendo gli mostrano il bastoncino)

Il giocatore prende in mano la coltellina, la rigira, la prova con le mani e scuotendo la testa dice: Non taglia nemmeno il burro!
…e poi continua: Dov’è andata la vecchia che ha comprato le uova?

Gruppo: E’ andata… E’ nascosta… (e indicano un posto poco distante)

Il giocatore va a vedere e poi dice: Non c’è!

Gruppo: Si son bevute noi le uova!

… e così dicendo tutti scappano. Il giocatore cerca di prenderli e quando ne acchiappa uno dice: Sputa l’uovo!

Dopo aver fatto finta di sputare

chi è stato preso ricomincia il gioco facendo la conta sui piedi dei compagni.

Una danza voglio provar

Una danza voglio provar, gioco cantato tradizionale con testo, spartito stampabile, traccia mp3 e istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Istruzioni di gioco

I danzatori sono in cerchio, uno è al centro e si muove cantando per la durata della prima frase.

Al termine si ferma di fronte ad un danzatore e lo prende per le due mani

I due ballano durante la seconda frase “prima qua” (passo doppio laterale), “poi di là” (passo doppio laterale nell’altra direzione)

“un bel giro si farà” (giro tenendosi sempre per mano)

Al termine i due danzatori si separano, restando tutti e due all’interno del cerchio e muovendosi liberamente cantando di nuovo la prima frase

Poi ognuno sceglie un nuovo partner e così via fina a che tutti danzeranno.

Spartito ed mp3 qui

Danza dei tessitori

Danza dei tessitori, gioco cantato tradizionale con spartito stampabile, testo, traccia mp3 ed istruzioni di gioco,  per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Istruzioni di gioco

I giocatori, disposti a coppie, si tengono per le mani; le coppie, numerate per 1 e 2, formano una riga.

Durante la parte A le coppie 1 e le coppie 2 avanzano e indietreggiano in direzioni opposte

così da simulare un telaio che lavora (4 passi in una direzione, 4 passi nella direzione opposta, per due volte).

Nella parte B tutte le coppie si dispongono come all’inizio della danza, ma le prime due si mettono in posizione  di galoppo laterale

A questo punto tutti gli altri danzatori, che formano il corridoio, battono le mani mentre le coppie lo attraversano e vanno a fermarsi in fondo per continuare in corridoio.

Spartito ed mp3 qui

Dies irae

Dies irae, gioco cantato tradizionale con spartito stampabile, testo, traccia mp3 ed istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Istruzioni di gioco

I danzatori stanno su due righe una di fronte all’altra.

Allo stesso ritmo di tamburo si muovono uno verso l’altro facendo due passi e poi battendo alternativamente i piedi tre volte sul posto.

La stessa cosa si ripete andando all”indietro, cioè allontanandosi.

Questa forma di base si ripete senza interruzione per tutta la danza.

A questo punto un danzatore precedentemente indicato può dare dei comandi, ad esempio:

-Le mani!- (ogni volta che si battono i piedi si dovranno battere anche le mani)

-Mani sui fianchi!- (passo di base, tenendo però le mani sui fianchi)

– Voltarsi!- (tutti si voltano con mezzo giro al momento di battere i piedi)

Ogni figura si ripete tante volte finchè non cambia comando.

Questo è lo spartito sonoro, se siete in grado di suonare mentre i bambini danzano:

Spartito ed mp3 qui

Dies irae

Pantalon

Danza popolare tradizionale con spartito stampabile, traccia mp3 ed istruzioni, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Istruzioni per la danza

I danzatori sono in cerchio uno dietro all’altro numerati per uno e due. Ciascuno tiene nella mano destra un piccolo bastone.

Durante la parte A tutti girano in senso antiorario con passo doppio.

All’inizio della parte B i numeri 1 si voltano con mezzo giro a sinistra verso i numeri 2
e al ritmo della musica battono il bastone su quello del compagno che gli sta di fronte.

Al ripetersi della frase, tutti i giocatori si voltano con mezzo giro verso sinisra così che incontrano altri partner.

Questa volta i numeri 2 battono sui bastoni dei numeri 1.

Al termine sono i numeri 2 che si voltano con mezzo giro

e la danza ricomincia.

Spartito ed mp3 qui

Pantalon

Uno, due e tre

Uno due e tre, gioco cantato con testo italiano e tedesco, spartito stampabile e traccia mp3. Per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Testo italiano

Uno due e tre,
uno due e tre,
ecco la carrozza d’oro.
Porterà il re,
porterà il re,
il re dai capelli d’oro.
Cosa vuole il re?
Cosa vuole il re?
Vuole l’ultimo che passa.

(parlato): Chiusa la porta, chiuso il portone, resta un sacco di carbone!

Testo tedesco
Machet auf das Tor,
machet auf das Tor,
es kommt ein golden Wagen.
Wer sitzt darin?
Wer sitzt darin?
Ein Mann mit goldner Haaren.
Was will er denn,
was will er denn,
er will die Letzte holen.

(parlato): Die Letzte hat gestohlen, die Letzte hat gestohlen, einen Sack voll Kohlen!

Spartito ed mp3 qui

Uno, due e tre

Ho perso una pecorella

Ho perso una pecorella, gioco cantato tradizionale con testo, spartito stampabile, traccia mp3 ed istruzioni di gioco, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Testo

A. Ho perso una pecorella, logì e logià, ho perso una pecorella, logì e travaià.
B. E dove l’avete persa, logì e logià, e dove l’avete persa, logì e travaià.
A. L’ho persa nella villa, logì e logià, l’ho persa nella villa, logì e travaià.
B. E che occhi aveva, logì e logià, e che occhi aveva, logì e travaià.
A. Aveva gli occhi … , logì e logià, aveva gli occhi … , logì e travaià.
B. Che capelli aveva, logì e logià, che capelli aveva, logì e travaià.
A. Aveva i capelli … , logì e logià, aveva i capelli … , logì e travaià.
B. Che vestito aveva, logì e logià, che vestito aveva, logì e travaià.
A. Aveva il vestito … , logì e logià, aveva il vestito … , logì e travaià.
B. Quali scarpe aveva, logì e logià, quali scarpe aveva, logì e travaià.
A. Aveva le scarpe … , logì e logià, aveva le scarpe … , logì e travaià.
B. E come si chiamava, logì e logià, e come si chiamava, logì e travaià.
A. Si chiamava … , logì e logià, si chiamava … , logì e travaià.

Spartito ed mp3 qui

Istruzioni di gioco

Si forma un cerchio; un giocatore resta all’esterno e gira in senso contrario al cerchio cantando la prima strofa: il cerchio risponde.

Tutte le altre strofe vengono cantate a rispetto fino a che il giocatore canta “Si chiamava…” e dice il nome di un giocatore che si unirà a lui.

Il gioco ricomincia e continua fino a che tutti i giocatori non sono stati chiamati.

Chi è che passa per di qua?

Chi è che passa per di qua? Gioco cantato tradizionale con istruzioni di gioco, testo, spartito stampabile e traccia mp3. Per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Testo

A. Chi è che passa per di qua, compagnia della Margherita? Chi è che passa per di qua, là, là, chi passerà?
B. Cavalieri siam del Re, compagnia della Margherita? Cavalieri siam del Re, là, là, chi passerà?

A. Che volete cavalier, compagnia della Margherita? Che volete cavalier, là, là, chi passerà?
B. Una figlia da sposar, compagnia della Margherita? Una figlia da sposar, là, là, chi passerà?

A. Hanno detto che ce n’è, compagnia della Margherita? Hanno detto che ce n’è, là, là, chi passerà?
B. Che potete regalar, compagnia della Margherita? Che potete regalar, là, là, chi passerà?

A. Una borsa di denar, compagnia della Margherita? Una borsa di denar, là, là, chi passerà?
B. E la sua risposta è no, compagnia della Margherita? E la sua risposta è no, là, là, chi passerà?

A. Il mio cuore le offrirò, compagnia della Margherita? Il mio cuore le offrirò, là, là, chi passerà?
B. Se è così vi si darà, compagnia della Margherita? Se è così vi si darà, là, là, chi passerà?

Spartito ed mp3 qui

Istruzioni di gioco

I giocatori sono disposti su due riche, una di fronte all’altra. Due cavalieri si trovano ad una estremità delle due righe e si tengono per mano (o con le braccia incrociate).

Le righe e i cavalieri cantano a rispetto le strofe della canzone.

Cantando la prima strofa le due righe avanzano e indietreggiano (quattro passi avanti, quattro indietro nella prima metà della strofa, lo stesso nella seconda).

I cavalieri cantano la propria parte e passano tra le righe e poi tornano indietro (otto passi avanti e otto indietro)

Dopo la strofa “Se è così vi si darà”, i cavalieri scelgono un giocatore per ciascuna riga e il gioco ricomincia.

I due prescelti e i successivi seguono i cavalieri.

Maria che fai in giardino?

Maria che fai in giardino? Gioco cantato tradizionale, con istruzioni di gioco, spartito stampabile, traccia mp3 e testo, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Testo

A. Maria che fai in giardino? Din don della. Maria che fai in giardino? Din don della.
B. Io sto cogliendo l’erba. Din don della. Io sto cogliendo l’erba. Din don della.

A. Dell’erba che ne fai? Din don della. Dell’erba che ne fai? Din don della.
B. L’erba la dò alle mucche. Din don della. L’erba la dò alle mucche. Din don della.

A. Le mucche che ti danno? Din don della. Le mucche che ti danno? Din don della.
B. Le mucche danno il latte. Din don della. Le mucche danno il latte. Din don della.

A. Del latte che ne fai? Din don della. Del latte che ne fai? Din don della.
B. Lo porterò al mercato. Din don della. Lo porterò al mercato. Din don della.

A. Al mercato che ti danno? Din don della. Al mercato che ti danno? Din don della.
B. Al mercato avrò dei soldi. Din don della. Al mercato avrò dei soldi. Din don della.

A. Dei soldi che ne fai? Din don della. Dei soldi che ne fai? Din don della.
B. Le bambole mi compro. Din don della. Le bambole mi compro. Din don della.

A. E quale comprerai? Din don della. E quale comprerai? Din don della.
B. Mi comprerò … Din don della. Mi comprerò … Din don della.

Spartito ed mp3 qui

Istruzioni di gioco

I giocatori sono in cerchio e si danno la mano. All’interno gira un giocatore che canta a rispetto con il cerchio.

Al termine del canto sceglie il compagno che lo sostituirà.

In un’altra versione il giocatore si trova all’esterno del cerchio:

e chi è scelto si unisce a lui.

e così via fino a che tutti non sono stati scelti

Viene il signor di Ninivè

Viene il signore di Ninivè, gioco cantato tradizionale con istruzioni di gioco, spartito stampabile, traccia mp3 e testo, per bambini della scuola d’infanzia  e primaria.

Testo

A. Viene il signor di Ninivè, vipla, vipla, compaiè; viene il signor  di Ninivè, a-sci-scè.
B. Che vuoi signor di Ninivè, vipla, vipla, compaiè; che vuoi signor  di Ninivè, a-sci-scè.

A. Voglio un bimba da sposar, vipla, vipla, compaiè; voglio una bimba da sposar, a-sci-scè.
B. Ma che vestito deve aver, vipla, vipla, compaiè; ma che vestito deve aver, a-sci-scè.

A. Vestito … porterà , vipla, vipla, compaiè; vestito … porterà, a-sci-scè.
B. E come si dovrà chiamar, vipla, vipla, compaiè; e come si dovrà chiamar, a-sci-scè.

A. … si dovrà chiamar, vipla, vipla, compaiè; … si dovrà chiamar, a-sci-scè.

Spartito ed mp3 qui

Istruzioni di gioco

Da una parte c’è il “signore”, dall’altra la riga delle “figlie” che si tengono per mano.

Nella prima, e in tutte le strofe di risposta, il signore cammina verso la fila, prima avanti poi indietro (due tempi avanti e due indietro).

Nelle strofe con domanda le figlie vanno avanti e indietro.

Alla fine un giocatore passa dalla parte del signore e il gioco ricomincia

Madama Dorè

Madama Dorè, gioco cantato con istruzioni di gioco, testo, spartito stampabile, traccia mp3, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Testo

A. o quante belle figlie, Madama Dorè, o quante belle figlie
B. Son belle e me le tengo, Madama Dorè, son belle e me le tengo.
A. Me ne dareste una, Madama Dorè, me ne dareste una?
B. Che cosa ne vuoi fare, Madama Dorè, che cosa ne vuoi fare?
A. La voglio maritare, Madama Dorè, la voglio maritare.
B. A chi la mariterete, Madama Dorè, a chi la mariterete?
A. La mariterei a …, Madama Dorè, la mariterei a …
B. E come la vestirete, Madama Dorè, e come la vestirete?
A. La vestirei …, Madama Dorè, la vestirei …
B. E noi non siam contenti, Madama Dorè, e noi non siam contenti

(oppure)
B. Entrate nel castello, Madama Dorè, entrate nel castello.

Spartito ed mp3 qui

Madama Dorè

Istruzioni di gioco

I giocatori formano un cerchio e si tengono per mano. Un giocatore gira esternamente al cerchio cantando la prima strofa.

Il cerchio, girando nella direzione opposta, canta la seconda strofa e così via a rispetto.

Quando lo indica il canto il cerchio si apre, il giocatore esterno entra e conta sillabando:

“la più bel-la che ci sia me la vo-glio por-tar via!”

Il giocatore scelto si unisce al compagno mentre il cerchio canta:

“Uscite dal castello, Madama Dorè, uscite dal castello…”

A questo punto il gioco ricomincia.

E’ arrivato l’ambasciatore

E’ arrivato l’ambasciatore, gioco cantato tradizionale con testo, istruzioni di gioco, spartito stampabile e traccia mp3, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Testo

E’ arrivato l’ambasciatore, di sui monti e sulle valli,
è arrivato l’ambasciatore oiolì oilì oilà.
Cosa vuole l’ambasciatore, di sui monti e sulle valli,
cosa vuole l’ambasciatore oiolì oilì oilà.
Egli cerca una bimba bella, di sui monti e sulle valli,
egli cerca un bimba bella, oiolì oilì oilà.
e come la vestirete, di sui monti e sulle valli,
e come la vestirete, oiolì oilì oilà.
la vestirò … , di sui monti e sulle valli,
la vestirò … , oiolì oilì oilà.

Sì sì che siam contenti, di sui monti e sulle valli,
sì sì che siam contenti, oiolì oilì oilà.

(oppure) no no no non siam contenti, di sui monti e sulle valli,
no no no non siam contenti, oiolì oilì oilà.

Spartito ed mp3 qui

I giocatori su due righe di fronte si danno le mani incrociando le braccia in davanti.

La riga che rappresenta l’ambasciatore si dirige cantando verso l’altra, quindi torna al proprio posto camminando all’indietro e cantando la seconda strofa.

Gli altri giocatori, camminando in riga e tenendosi sempre per le mani, rispondono all’ambasciatore cantando la seconda strofa.

Per metà strofa camminano avanti, per l’altra metà indietro.

Al termine delle strofe cantate, un giocatore della riga sarà prescelto dagli ambasciatori; allora si unirà a loro e il gioco ricomincia.

Siamo tre fratelli

Siamo tre fratelli, gioco cantato tradizionale con istruzioni di gioco, spartito stampabile, traccia mp3 e testo italiano e francese, per bambini della scuola d’infanzia  e primaria.

Testo italiano

A. Siamo tre fratelli, tutti e tre siam da sposare.
Il più giovane son io, tocca a me a incominciare.

B. Sposerà chi vorrà, io forse non mi sposo,
sposerà chi vorrà, io non mi sposo più.

C. Io ho visto una ragazza e mi voglio presentar
e le dico: Signorina vieni a ballar con me.

D. Sposerà chi vorrà, io forse non mi sposo,
sposerà chi vorrà, io non mi sposo più.

Testo francese
A. Nous étions trois frères, tous les trois à marier
C’est moi qui suis le plus jeune, c’est moi qui vais commencer.

B. Mariera qui voudra, moi je n’me marierai guère,
mariera qui voudra, moi je n’me marierai pas.

C. J’apercois un’demoiselle, je m’en vais m’y présenter,
en lui disant:mad’moiselle, venez avec moi danser.

D. Mariera qui voudra, moi je n’me marierai guère,
mariera qui voudra, moi je n’me marierai pas.

Spartito ed mp3 qui

Istruzioni di gioco

I giocatori formano due righe, una di fronte all’altra ad una distanza di una decina di passi.
Una di queste file è composta da tre giocatori che rappresentano i tre fratelli della canzone.
Sulla prima metà della strofa A i tre fratelli avanzano nella direzione dell’altra riga
sulla seconda metà tornano indietro
Al termine le due estremità di ciascuna riga si daranno la mano formando due cerchi che girano saltellando durante tutta la strofa B.
Alla fine della strofa le due righe devono aver ripreso la loro posizione di inizio del gioco.

Cantando la strofa C, uno dei tre fratelli si distacca dalla riga, fa otto passi avanti verso il giocatore dell’altra riga che desidera scegliere,
lo prende per le due mani
poi lo conduce verso i tre fratelli.
Si ripete poi la strofa B con gli stessi movimenti.
Il gioco si ripete. La scelta del nuovo partner viene effettuata dal giocatore che si è inserito per ultimo nella riga dei tre fratelli.

Esercizi progressivi 9 per il flauto dolce

Esercizi progressivi 9 per il flauto dolce: canzoncine per mi+ (con sol la do+ fa mi si re+ re e do). Questo post fa parte di una serie che presenta esercizi progressivi per insegnare ai bambini a suonare il flauto dolce. Con traccia mp3 e spartito stampabile gratuitamente.

Contentuto dello spartito:

Esercizio 49

esercizio 50

esercizio 51

esercizio 52

esercizio 53

esercizio 54

esercizio 55

Sparito ed mp3 qui

Esercizi progressivi 8 per flauto dolce

Esercizi progressivi 8 per flauto dolce: esercizi per do (con sol, la, do+, fa mi si, re+ e re). Questo post fa parte di una serie che presenta esercizi progressivi per insegnare ai bambini a suonare il flauto dolce. Con traccia mp3 e spartito stampabile gratuitamente.

Contenuto dello spartito

esercizio 43

esercizio 44

esercizio 45

esercizio 46

esercizio 47

esercizio 48

Spartito ed mp3 qui

Esercizi progressivi 7 per flauto dolce

Esercizi progressivi 7 per flauto dolce: canzoncine per re (con sol, la, do+, fa, mi, si e re+). Questo post fa parte di una serie che presenta esercizi progressivi per insegnare ai bambini a suonare il flauto dolce. Con traccia mp3 e spartito stampabile gratuitamente.


C0ntenuto dello spartito

esercizio 36

esercizio 37

esercizio 38

esercizio 39

esercizio 40

esercizio 41

esercizio 42

Spartito ed mp3 qui

Il pastorello (canto del mattino)

Il pastorello (canto del mattino) con testo, spartito stampabile e traccia mp3, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Testo

Ecco il sole del mattin che fa capolin, hei!
Pastorello presto in piè il gregge aspetta te.
Prendi secchio e sgabellin, mungi per benin, hei!
Se la pecora fa bee, sai che aspetta te!
Lesto lesto, tira tira, prendi ben la mira, pieno il secchio è.
Lesto lesto, tira tira, prendi ben la mira, pieno il secchio è.
Mangia pane e latticel, oh mio pastorel, hei!
Che poi svelto guiderai il gregge a pascolar.
Porta a spalle l’agnellin, il più piccolin, hei!
Zufolando avanti vai, dove tu vorrai.
Lesto lesto, suona suona, la tua gioia dona, fino a sera dai.
Lesto lesto, suona suona, la tua gioia dona, fino a sera dai!

Spartito ed mp3 qui

Un elefante si dondolava

Un elefante si dondolava, canzoncina per bambini della scuola d’infanzia e primaria, con testo, spartito stampabile e file mp3.

Testo

Un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela
e ritenendo la cosa interessante andò a chiamare un altro elefante.

Due elefanti si dondolavano sopra il filo di una ragnatela
e ritenendo la cosa interessante andarono a chiamare un altro elefante…

…ecc.

Spartito ed mp3 qui

Dov’è la Margherita?

Dov’è la Margherita? Gioco cantato per bambini della scuola d’infanzia e primaria, con testo italiano e francese, spartito stampabile, traccia mp3 e istruzioni di gioco

Testo italiano

A. Dov’è la Margherita, oilì oilà ragazze? Dov’è la Margherita, oilà bei cavalier.
B. E’ chiusa nel castello, oilì oilà ragazze. E’ chiusa nel castello, oilà bei cavalier.
A. Si può andare a vederla, oilì oilà ragazze? Si può andare a vederla, oilà dei cavalier
B. Son troppo alti i muri, oilì oilà ragazze. Son troppo alti i muri, oilà bei cavalier
A. Ne leverò una pietra, oilì oilà ragazze. Ne leverò una pietra, oilà bei cavalier.
B. Non basta una pietra, oilì oilà ragazze. Non basterà una pietra, oilà bei cavalier.
A. Ne porterò via un’altra, oilì oilà ragazze. Ne porterò via un’altra, oilà bei cavalier
(ecc…)

Testo francese
A. Où est la Marguerite, oh! Gai! Oh! Gai! Mesdames? Où est la Marguerite, oh! Gai! Franc cavalier.
B. Elle est dans son chateau, oh! Gai! Oh! Gai! Mesdames. Elle est dans son chateau, oh! Gai! Franc cavalier.
A. Ne peut-on point la voir?…
B. Les murs en sont trop hauts…
A. J’enlève une première pierre…
B. Une pierre ne suffit pas,…
A. J’enlève une autre pierre, …
(etc…)

Istruzioni di gioco

Un giocatore rappresenta Margherita. Gli altri bambini la circondano formando con lei un gruppo compatto.

Tutto questo gruppo resta immobile. Un giocatore gira attorno al gruppo cantando la prima strofa; gli altri riprendono con la seconda e così via a rispetto.

A “Ne leverà una pietra” il giocatore esterno porterà via un bambino:

Il gioco continua ripetendo le ultime due strofe

fino a che attorno a Margherita sarà rimasto un solo giocatore il quale nasconderà il viso di Margherita tappandole gli occhi

A questo punto c’è un dialogo tra il primo giocatore esterno e l’ultimo rimasto che fa il guardiano:

giocatore esterno: Che cosa c’è in questo sacco?

guardiano: un uovo

giocatore esterno: che cosa c’è in questo uovo?

guardiano: il bianco dell’uovo

giocatore esterno: che cosa c’è nel bianco dell’uovo?

guardiano: il giallo dell’uovo

giocatore esterno: che cosa cìè nel giallo dell’uovo?

guardiano: un puntolino bianco

giocatore esterno: che cosa c’è in questo puntolino bianco?

guardiano: la Margherita!

Nel dire quest’ultima frase il guardiano libera velocemente il viso di Margherita. Essa si lancia all’inseguimento dei compagni che si allontanano. Il giocatore preso diverrà la nuova Margherita.

Impariamo a leggere l’orologio

Impariamo a leggere l’orologio. Per imparare a leggere le ore ho trovato molto utili questi orologi formati da due cerchi concentrici: in quello interno le ore, in quello esterno i minuti.

Puoi scaricare o stampare gli orologi  qui: http://www.time-for-time.com/printableclock.htm

L’orologio grande può essere incollato su una tavoletta di legno e con una puntina si possono inserire le lancette delle ore e dei minuti,

mentre con gli orologi piccoli si possono inventare tantissime attività:

 

strisce del tempo, lapbooks, dettati delle ore, giochi a schede…

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Citazioni dai testi di Maria Montessori

Citazioni dai testi di Maria Montessori tratti da testi vari.

” Ciò che muove il bambino all’attività è un impulso interiore primitivo, quasi un vago senso di fame interna, ed è la soddisfazione di questa fame che lo conduce a poco a poco ad un complesso e ripetuto esercizio dell’intelligenza nel comparare, giudicare, decidere un atto, correggere un errore. ”
Maria Montessori

“La cultura si deve lasciar prendere attraverso l’attività, con l’aiuto di materiali che permettano al bambino di acquistarla da solo, spinto dalla natura della sua mente che cerca, e diretto dalle leggi del suo sviluppo”.
Maria Montessori

“La cultura è assorbita dal bambino attraverso esperienze individuali in un ambiente ricco di occasioni di scoperta e di lavoro.”
Maria Montessori

“Il bambino è padre dell’umanità e della civilizzazione, è il nostro maestro, anche nei riguardi della sua educazione”
Maria Montessori

“L’educazione comincia alla nascita.”
Maria Montessori

“La prima cosa richiesta ad un insegnante è che abbia la giusta disposizione per il suo compito”.
Maria Montessori / The Secret of Childhood

“L’abilità del maestro di non interferire arriva con la pratica, come tutto il resto, ma non arriva mai facilmente.”
Maria Montessori / La Mente assorbente

“Le radici di ogni pianta cercano, tra le molte sostanze che il suolo contiene, solo quelle di cui la pianta ha bisogno”.
Maria Montessori / La Mente assorbente

“La scuola è quell’esilio in cui l’adulto tiene il bambino fin quando è capace di vivere nel mondo degli adulti senza dar fastidio.”
Maria Montessori

“Il più grande segno di successo per un insegnante … è poter dire: “I bambini stanno lavorando come se io non esistessi.”
Maria Montessori

“Mai aiutare un bambino mentre sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere successo”.
Maria Montessori

“L’umanità che si rivela in tutto il suo splendore intellettuale durante la dolce e tenera età dell’infanzia dovrebbe essere rispettata con una sorta di venerazione religiosa. E ‘come il sole che appare all’alba o un fiore appena sbocciato. L’educazione non può essere efficace se non aiuta il bambino ad aprire se stesso alla vita. “
Maria Montessori

“Una prova della correttezza del nostro agire educativo è la felicità del bambino.”
Maria Montessori

“Non possiamo creare osservatori dicendo ai bambini:” Osservate !”, ma dando loro il potere ei mezzi per tale osservazione, e questi mezzi vengono acquistati attraverso l’educazione dei sensi”
Maria Montessori

“L’ambiente deve essere ricco di motivi di interesse che si prestano ad attività e invitano il bambino a condurre le proprie esperienze”.
Maria Montessori

“I bambini sono esseri umani ai quali si deve rispetto, superiori a noi a motivo della loro innocenza e delle maggiori possibilità del loro futuro”
Maria Montessori

“Il bambino è insieme una speranza e una promessa per l’umanità.”
Maria Montessori

“L’educazione è un processo naturale effettuato dal bambino, e non è acquisita attraverso l’ascolto di parole, ma attraverso le esperienze del bambino nell’ambiente.”
Maria Montessori

“La prima premessa per lo sviluppo del bambino è la concentrazione. Il bambino che si concentra è immensamente felice “.
Maria Montessori

“Il bambino diventa una persona attraverso il lavoro.”
Maria Montessori

“La terra è dove sono le nostre radici. I bambini devono imparare a sentire e vivere in armonia con la Terra. “
Maria Montessori

“L’attività individuale è l’unico fattore che stimola e produce sviluppo”.
Maria Montessori

“Le mani sono gli strumenti propri dell’intelligenza dell’uomo”.
Maria Montessori

“Per aiutare un bambino, dobbiamo fornirgli un ambiente che gli consenta di svilupparsi liberamente.”
Maria Montessori

“Queste parole rivelano l’intimo bisogno del bambino, ‘Aiutami a fare da solo’.”
Maria Montessori

“La crescita non è solo un aumento armonioso di dimensioni, ma una trasformazione.”
Maria Montessori

“La crescita deriva dall’attività, non dalla comprensione intellettuale”.
Maria Montessori

“Guardare un bambino rende evidente che lo sviluppo della sua mente passa attraverso i suoi movimenti”.
Maria Montessori

“Il bambino deve vivere in un ambiente di bellezza”.
Maria Montessori

È necessario che l’insegnante guidi il bambino, senza lasciargli sentire troppo la sua presenza, così che possa sempre essere pronto a fornire l’aiuto desiderato, ma senza mai essere l’ostacolo tra il bambino e la sua esperienza.
Maria Montessori

Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo. (da Educazione per un mondo nuovo)
Maria Montessori

La scrittura può essere acquisita più facilmente dai bambini di quattro anni, che da quelli di sei. Mentre i bambini di sei hanno bisogno di almeno due anni per imparare a scrivere, i bambini di quattro imparano in pochi mesi.
Maria Montessori

«Chi si proponga di aiutare lo sviluppo psichico del bambino, deve partire dal fatto che la mente assorbente del bambino si orienta sull’ambiente; e, specialmente agli inizi della vita deve prendere speciali precauzioni affinché l’ambiente offra interesse e attrattive questa mente che deve nutrirsene per la propria costruzione»
Maria Montessori, La mente del bambino

«Il movimento non è soltanto espressione dell’io, ma fattore indispensabile per la costruzione della coscienza, essendo l’unico mezzo tangibile che pone l’io in relazioni ben determinate con la realtà esterna. Perciò il movimento è un fattore essenziale per la costruzione della intelligenza, che si alimenta e vive di acquisizioni ottenute dall’ambiente esteriore»
Maria Montessori

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