Uso dell’articolo

Uso dell’articolo – spunti di insegnamento, materiale didattico ed esempi di esercizi sull’uso dell’articolo per bambini della prima classe della scuola primaria, secondo il metodo globale.

Articolo determinativo

I bambini si saranno presi sicuramente delle anticipazioni per quel che riguarda l’articolo, ma noi vi torneremo su ad ogni occasione propizia.

Una storiella: “il nome è un gran signore, un re, che ha sempre bisogno di servitori. Ecco qua il primo: il.”

Scriveremo questo articolo in un cartoncino grande, e lo affideremo ad un bambino che lo terrà in mano in modo ben visibile. Un altro bambino avrà intanto composto un nome coi caratteri mobili grandi. Ed ecco che il servitore si andrà a collocare davanti al suo signore.

Vogliamo scrivere alcuni nomi col loro servitore? Scriviamone alcuni alla lavagna, e i bambini saranno chiamati ad anteporvi l’articolo. In un primo tempo ci limiteremo all’articolo il. In seguito, con lo stesso sistema, chiariremo l’uso dell’articolo la e successivamente del lo. Poi verrà l’articolo plurale.

Lasceremo passare un po’ di tempo prima di parlare dell’articolo apostrofato e di quello indeterminativo, per non creare confusione.

Articolo indeterminativo

Scriviamo su dei cartoncini, con caratteri grandi, gli articoli un, uno, una. Invitiamo un bambino a comporre coi i caratteri mobili un nome.

Ed ecco un nuovo servitore per questo re. Un bambino terrà tra le mani il cartoncino con l’articolo un, altri due avranno uno e una.

Dato il nome scritto, quale servitore occorrerà per accompagnarlo? Procederemo naturalmente con gradualità: un fiore, un soldato, un asino, un bambino, uno zero, una mamma, una mela,…

Quando i bambini saranno abbastanza sicuri sull’uso dell’articolo indeterminativo, procederemo con le schede:

L’articolo apostrofato

Non ci mancherà occasione di far notare ai bambini che spesso si incontra, davanti alle parole che cominciano per vocale, l’articolo con l’apostrofo. E, in questa occasione, potremo fare numerosi esempi.

Scriviamo sulla lavagna alcuni nomi: arancia, agnello, occhio, ecc… Invitiamo i bambini a scrivere l’articolo davanti a questi nomi. Sarà facile mostrare che non si dice e non si scrive la arancia, lo agnello o lo occhio, ma che si dice e si scrive l’arancia, l’agnello, l’occhio. Abbiamo tolto la vocale all’articolo, e al suo posto abbiamo messo l’apostrofo.

In seguito parleremo anche di apostrofare l’articolo indeterminativo una davanti ai nomi femminili che cominciano per vocale.

Intuizione dello spazio

Intuizione dello spazio per la preparazione allo studio della Geografia in prima classe della scuola primaria, secondo il metodo globale. Andiamo spesso all’aperto coi nostri bambini, ma non soltanto per fare una passeggiata. Impariamo a leggere nel gran libro della natura, a guardare le piante, il fiore, l’insetto, il cielo, il panorama.

Che cosa si vede stando al livello del terreno? I prati, il cielo, gli alberi. Ma se saliamo più in alto, ad esempio su una terrazza, o in cima ad una collinetta, che cosa vediamo? Ancora prati, ancora alberi, ancora cielo, ma in un panorama più vasto. E se salissimo sul campanile? E se andassimo in aeroplano?

In fondo al nostro panorama vediamo una linea dove pare che il cielo tocchi l’estremo limite della terra o del mare. Quella linea si chiama orizzonte.

Vogliamo riprodurre alla lavagna la scuola, la casa vicina, gli alberi, proprio come se li vedessimo dall’aeroplano? Questo quadrato è la scuola, questa è la casa vicina, questo è l’albero della scuola. Ecco che i bambini imparano schematizzare elementi noti in quadratini e cerchietti, e la piccola zona che ci è familiare viene riprodotta in una prima rudimentale pianta.

Gradualmente da questa pianta semplice potremo passare a una zona più vasta che disegneremo o che potremo controllare su una pianta già esistente.

Ecco, la nostra scuola sta qui, questa è la casa di Maria, questa è la via che percorre per andare da scuola a casa.

E così, passando man mano ad una zona sempre più vasta, arriveremo addirittura alla carta geografica che esporremo, un bel giorno, in aula.

Ecco, il nostro paese sta qui, rappresentato da questo puntino. Questi colorati in marrone sono i monti, questo è il fiume, questo è il mare.

Ai bambini piace molto guardare le carte geografiche, specie se noi riusciamo a renderle parlanti e significative. Impareranno prestissimo anche i particolari simboli.

Riprendiamo poi la nostra rozza ma familiare mappa. Abbiamo detto che questa è la scuola. Poco lontano c’è la casa di Luigino.

Chi sa disegnare, sulla carta, la strada che Luigino percorre per venire da casa a scuola?

Questi esercizi divertono molto i bambini che, piano piano, impareranno a tracciare i loro itinerari, anche se approssimativi.

E per disegnarli, dovranno osservare la strada e scopriranno quello che non avevano notato: la casa che la strada deve costeggiare, l’albero che deve aggirare, il fiume che deve scavalcare.

Se l’itinerario da casa a scuola è troppo difficile, cominciamo da uno più semplice, il percorso che porta dalla scuola al cancello, dalla classe alla mensa, dalla classe al cortile, ecc…

Altro interessantissimo lavoro è la realizzazione della pianta della classe:

Intuizione del passato

Intuizione del passato per la preparazione allo studio della Storia per bambini della scuola primaria, secondo il metodo globale.

Per avere una prima intuizione, seppur sommaria, del passato, si invitano i bambini a tornare indietro nel tempo a partire dai propri genitori, per poi passare ai nonni, ai bisnonni, ecc…

Quanto tempo fa sono vissute queste persone? Venti anni fa, cinquanta anni fa, cento anni fa… Voi non eravate ancora nati, la vostra mamma era piccola come voi adesso, la vostra nonna era una bambina, …

Queste persone saranno vissuto nelle stesse condizioni in cui viviamo adesso?

Non c’era il telefono, il tram andava a cavalli, non c’erano le automobili, le case non avevano le comodità di oggi. Andiamo a vedere qualche casa antica del rione e del paese.

Parliamo della diversità delle case antiche e moderne. Ma andiamo ancora più indietro. Un tempo non c’erano affatto case in muratura. L’uomo non aveva ancora imparato a impastare la calce e a fare i mattoni. Come costruiva le sue abitazioni? Con tronchi d’albero che ricopriva poi di rami.

Forse, in campagna, c’è ancora qualche capanna costruita in questo modo che serve da rifugio ai pastori o ai cacciatori o ai guardiani, e in fondo il modo di costruirla è rimasto quasi lo stesso.

Ma le capanne costruite in questo modo, e in aperta campagna, erano poco sicure. Le belve potevano entrarvi, e così gli animali selvatici. L’uomo allora pensò di costruire la sua abitazione sopra solidi pali infissi nell’acqua o nel terreno. Era più facile difendere queste costruzioni.

Andiamo ancora a ritroso. L’uomo non sapeva lavorare, non conosceva i metalli… si rifugiava nelle caverne, nelle grotte, nelle tane abbandonate dagli animali. Come sarà vissuto in queste abitazioni? Andava a caccia, uccideva gli animali, li portava nella grotta e li mangiava crudi. Perchè? Non aveva ancora scoperto il modo di procurarsi il fuoco.

La nostra lezione, più che esposta, sarà illustrata. Non ci mancherà modo di avere delle illustrazioni che ritaglieremo ed incolleremo su schede. Ecco l’uomo primitivo a caccia con la mazza… ecco la sua abitazione, una grotta naturale… ecco le prime capanne… le prime casette in muratura… Potremo aggiungere questo materiale a quello che presentato quando abbiamo parlato della casa. Disponiamo le schede in ordine cronologico.

Ricostruiamo la vita dell’uomo delle caverne. Abita in una grotta naturale, va a caccia con la mazza, con la fionda, uccide un animale, lo scuoia, si avvolge con la sua pelle, porta la preda alla famiglia che lo aspetta nella grotta al sicuro. Un giorno scopre il modo di procurarsi il fuoco.

Strofinando energicamente due pezzi di legno, forse per levigare un tronco, fa sprizzare una scintilla. La scintilla cade su un mucchio di foglie secche: è la fiamma, la luce, il calore. La grotta prende un nuovo aspetto: è chiara, riscaldata. L’uomo gusta per la prima volta il cibo cotto…

Organizzazione dell’ambiente nella scuola primaria

Organizzazione dell’ambiente nella scuola primaria secondo il metodo globale. “Disciplina” significa per noi muoversi silenziosamente, ordinatamente e senza far confusione.

Poichè l’attivismo impone il movimento dei bambini all’interno della classe, è importante che questo movimento sia rispettoso del lavoro dei compagni. E’ molto importante innanzitutto abituare i bambini a muoversi senza disturbare il lavoro degli altri.

Solitamente l’arredamento delle classi non è fatto per favorire i movimenti dei bambini. Un primo suggerimento di disposizione potrebbe essere questo:

oppure questo:

La cattedra starà benissimo in un angolo.

L’insegnante attivo, in una scuola attiva, si muove tra i bambini per consigliare e osservare il lavoro libero che è la caratteristica della classe, e che si svolge in modo quanto più possibile armonioso.

I bambini imparano a muoversi senza far troppo rumore, a scegliere i cartoncini aspettando il loro turno, a tornare al posto senza disturbare gli altri.

Si possono organizzare dei giochi del silenzio, nei quali dato un comando “uscite di classe e rientrate”, “andate a prendere un cartoncino” ecc…, i bambini si divertono a muoversi facendo meno rumore possibile. Non serve che ci sia un vincitore, ma possono essere “squalificati” per un turno i bambini che hanno fatto rumore.

Le operazioni entro il 10

Le operazioni entro il 10 per bambini della scuola primaria secondo il metodo globale.

L’addizione

Abbiamo detto che faremo apprendere le operazioni soltanto in funzione di problemi e saranno, naturalmente problemi illustrati e preferibilmente su schede. Ecco qualche esempio:

Sostituiamo la congiunzione “e” col segno “+” e la parola “uguale” col segno “=” e avremo l’indicazione.

Non dimentichiamo il colore. I bambini coloreranno le due oche di un colore, e  l’altra di un colore diverso.

Naturalmente il disegno andrà commentato. Che cosa vediamo? Due oche che stanno insieme; un’altra oca le va a raggiungere. Quando l’oca avrà raggiunto le altre due, vedremo insieme … oche. Il risultato andrà messo col numero. Nell’addizione saranno resi, col disegno, o soltanto gli addendi, o soltanto il risultato, per non creare confusione:

** + * = 3

oppure  2+ 1 = ***

Altri esempi di scheda:



Usiamo molto il disegno ed il colore per spronare il bambino ad essere attivo, e cercando sempre di togliere dall’insegnamento tutto ciò che è meccanico e affidato soltanto alla memoria.

Prepareremo numerose schede con questi problemini illustrati. Il bambino sarà felice di avere un compito tutto suo da eseguire, diverso da quello degli altri e nel quale potrà lavorare attivamente alla formazione del problema stesso.

La sottrazione

Anche per la sottrazione utilizzeremo schede simili a quelle dell’addizione:

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Poesie e filastrocche GIUGNO

Poesie e filastrocche GIUGNO – una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

 Giugno

Sul bosco già placida cala
la sera,
ma un’invisibil cicala
persiste a sgranare tenace,
nella dolcissima pace,
la sua tiritera.
E, mentre l’ombra s’estende
e qualche stella compare,
s’ostina a voler prolungare
quel ritornello di roche
parole
che mettono ancora nella notte
un poco di sole. (L. Spina)

 

Canzone di giugno

Stormiscono le fronde
nell’aria greve e il sole
ride alle prataiole
ed alle biche bionde,
e rende tutto l’oro
il campo donde arriva
la canzone giuliva
dell’agreste lavoro.
Ecco, è piena la spiga
e la falce è nel pugno;
il buon sole di giugno
rallegra la fatica.
E la canzone sale
dal campo del lavoro
e s’accompagna a un coro
stridulo di cicale;
e sale il canto anelo
da bocche più lontane
lodando in terra il pane
ed il buon padre in cielo. (M. Moretti)

 

Giugno

Vieni giugno tutto d’oro! Che cos’hai nel tuo tesoro?
Pesche, fragole, susine, spighe spighe senza fine
prati verdi, biondi fieni, lampi tuoni arcobaleni
giorni lunghi, notti belle, con le lucciole e le stelle.

 

La canzoncina del mulino

Quando, a giugno, biondeggiare
per i bei campi fiorenti
vedo il gran che lieto ai venti
freme e ondeggia come un mare,
nella mia felicità
dico in cuor: “Se non mi inganno,
grazie al cielo, anche quest’anno
il lavor non mancherà”.
Un timor solo mi punge:
il timor della tempesta.
Ma che gioia, ma che festa
quando il gran vedo che giunge!
Me lo portan di lontano,
dicon tutti: “Buon mulino,
trita, trita, il nostro grano!”
Ed io macino contento,
e la ruota gira e canta:
dalle pale l’acqua infranta
spuma e brilla come argento. (U. Ghiron)

 

La canzone delle ciliegie

Il buon giugno ha maturato,
coi suoi raggi d’oro puro,
tutte rosse le ciliegie
tra il fogliame verde scuro.
Ora occhieggiano invitanti
ragazzini e ragazzine.
Rosse, nere, morettine,
ciliegione e ciliegine.
Con un paio di bei frutti
io vi faccio gli orecchini,
scintillanti, rossi e belli,
come fossero rubini.
Bimbi belli, bimbe care,
dai capelli bruni e biondi:
tutti ornati di ciliegie
siete ancora più giocondi.
Rosse, nere, morettine,
ciliegione, ciliegine. (R. Paccarie)

 

Sole di giugno

Giugno! Un bel sole rotondo
promessa del pane d’oro
splende sul nostro lavoro,
la festa alla gente del mondo.
Colma la casa di tutti,
carità buona e fiorita,
porta sapore ai frutti,
l’ombra di là dalla vita.
Porta letizia ai bambini,
provvidenza alle bicocche,
calabroni ai biancospini,
canti alle cune e alle rocce.
Porta miele agli alveari
incendia l’aureola dei santi,
beve nei fiumi e nei mari
con avide lingue fiammanti.
E muore ogni sera tra i monti,
felice del bene compiuto.
La terra gli scaglia un saluto
dall’arco degli orizzonti. (R. Pezzani)

 

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Composizione e scomposizione di numeri

Composizione e scomposizione di numeri fino al 10 per i bambini della prima classe della scuola primaria secondo il metodo globale.

Una volta che i bambini hanno imparato a conoscere e scrivere correttamente i numeri fino a 10 ed hanno proceduto alla loro composizione e scomposizione col disegno e col colore, ecco arrivato il momento di mettere un po’ d’ordine nelle loro conoscenze.

Ad ogni numero sarà dedicata una scheda sulla quale, in un secondo momento, si potrà tornare.

In queste schede procederemo alla composizione e scomposizione di ogni numero, fino a 10, sempre a mezzo del disegno e del colore. Naturalmente i bambini saranno lasciati liberi di comporre il numero come vogliono.

Queste schede potranno poi essere riprese e completate con le relative operazioni già indicate dalla disposizione delle palline.

Ecco altri esercizi da completare col disegno:

Successivamente i cartellini col numero si potranno staccare e l’esercizio consisterà nel rimetterli a posto:

Ed in seguito, quando i bambini avranno compreso il significato dei segni + – : x =, potremo, con questo stesso materiale, continuare l’esercizio così:

I numeri fino a 10

I numeri fino a 10 per bambini della classe prima della scuola primaria, secondo il metodo globale.

Per quel che riguarda la conoscenza dei numeri e la loro scrittura, i bambini si eserciteranno su schede simili a queste:

In questo modo i bambini imparano a scrivere  i numeri e a comporli e scomporli attraverso il disegno e il colore.

Non hanno ancora però, ancora conoscenza dei simboli delle operazioni e nemmeno del loro procedimento.

Le operazioni saranno intuite soltanto in funzione dei problemini.

E ai problemini ci arriveremo con la calma e col tempo.

Intanto, per quel che riguarda la conoscenza dei numeri, i bambini si eserciterenno con schede simili a queste:

Schede autocorrettive SOTTRAZIONI – seconda classe

Schede autocorrettive SOTTRAZIONI – seconda classe – istruzioni: ogni foglio contiene due schede. Ritagliare lungo la metà orizzontale, quindi piegare ognuno dei due foglietti ricavati lungo la metà verticale. In questo modo otterrete delle schede fronte-retro.

Il bambino può svolgere l’esercizio sulla scheda, quindi aprirla per correggersi.

Gli esercizi sono quelli comunemente utilizzati in seconda classe, come vedete.

Ho sempre però difficoltà a trovare materiali che offrano ai bambini anche la possibilità dell’autocontrollo e dell’autocorrezione (per gli esercizi per i quali si può fare, naturalmente…).

Schede autocorrettive ADDIZIONI – seconda classe

Schede autocorrettive ADDIZIONI – seconda classe. Istruzioni: ogni foglio contiene due schede. Ritagliare lungo la metà orizzontale, quindi piegare ognuno dei due foglietti ricavati lungo la metà verticale. In questo modo otterrete delle schede fronte-retro. Il bambino può svolgere l’esercizio sulla scheda, quindi aprirla per correggersi.

Gli esercizi sono quelli comunemente utilizzati in seconda classe, come vedete. Ho sempre però difficoltà a trovare materiali che offrano ai bambini anche la possibilità dell’autocontrollo e dell’autocorrezione (per gli esercizi per i quali si può fare, naturalmente…).

Schede autocorrettive ADDIZIONI – seconda classe
download formato pdf qui:

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Schede autocorrettive ADDIZIONI – seconda classe. 
Questi sono gli esercizi contenuti nelle schede autocorrettive.

Schede autocorrettive ARITMETICA composizione scomposizione e scrittura dei numeri. Seconda classe

Schede autocorrettive ARITMETICA composizione scomposizione e scrittura dei numeri per la seconda classe- Istruzioni: ogni foglio contiene due schede.

Ritagliare lungo la metà orizzontale, quindi piegare ognuno dei due foglietti ricavati lungo la metà verticale. In questo modo otterrete delle schede fronte-retro. Il bambino può svolgere l’esercizio sulla scheda, quindi aprirla per correggersi.

Gli esercizi sono quelli comunemente utilizzati in seconda classe, come vedete.

Ho sempre però difficoltà a trovare materiali che offrano ai bambini anche la possibilità dell’autocontrollo e dell’autocorrezione (per gli esercizi per i quali si può fare, naturalmente…).

Schede autocorrettive ARITMETICA
download in formato pdf qui: 

Schede autocorrettive ARITMETICA
Questi sono tutti gli esercizi contenuti nelle schede autocorrettive:

Schede autocorrettive Italiano VERBI – Seconda classe

Schede autocorrettive Italiano VERBI – Seconda classe (istruzioni: ogni foglio contiene due schede. Ritagliare lungo la metà orizzontale, quindi piegare ognuno dei due foglietti ricavati lungo la metà verticale. In questo modo otterrete delle schede fronte-retro. Il bambino può svolgere l’esercizio sulla scheda, quindi aprirla per correggersi).

Schede autocorrettive Italiano VERBI – Seconda classe – Gli esercizi sono quelli comunemente utilizzati in seconda classe, come vedete. Ho sempre però difficoltà a trovare materiali che offrano ai bambini anche la possibilità dell’autocontrollo e dell’autocorrezione (per gli esercizi per i quali si può fare, naturalmente…).

Schede autocorrettive Italiano VERBI – Seconda classe
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Schede autocorrettive Italiano AGGETTIVO – Seconda classe

Schede autocorrettive Italiano AGGETTIVO – Seconda classe – (istruzioni: ogni foglio contiene due schede. Ritagliare lungo la metà orizzontale, quindi piegare ognuno dei due foglietti ricavati lungo la metà verticale. In questo modo otterrete delle schede fronte-retro.

Il bambino può svolgere l’esercizio sulla scheda, quindi aprirla per correggersi).

Schede autocorrettive Italiano AGGETTIVO

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Schede autocorrettive Italiano AGGETTIVO

Seconda classe- pdf: schede autocorrettive sugli aggettivi

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Gli esercizi sono quelli comunemente utilizzati in seconda classe, come vedete.

Ho sempre però difficoltà a trovare materiali che offrano ai bambini anche la possibilità dell’autocontrollo e dell’autocorrezione (per gli esercizi per i quali si può fare, naturalmente…).

Questi sono gli esercizi contenuti nelle schede autocorrettive.

Trova un aggettivo qualificativo per ogni nome dato:
la mamma …
il nonno …
il papà …
il bambino …
il ciclista …
il sarto …
la maestra …
il pagliaccio …

Trova un aggettivo qualificativo per ogni nome dato:
l’operaio …
il direttore …
il cane …
la pecora …
il cavallo …
l’asino …
il maiale …
la farfalla …

Trova un aggettivo qualificativo per ogni nome dato:
il coniglio …
l’aquila …
il leone …
il bambino …
la mosca …
il pulcino …
il bue …
la gallina …

Trova un aggettivo qualificativo per ogni nome dato:
l’ape …
il gallo …
l’agnello …
la neve …
lo zucchero …
l’aria …
il sole …
la pioggia …

Trova un aggettivo qualificativo per ogni nome dato:
la foglia …
il vento …
il fuoco …
il fiore …
la palla  …
la nuvola …
la casa …
la luna …

Congiungi con una freccia ogni nome all’aggettivo adatto:
cane                       traditore
gatto                      argenteo
coniglio                   placido
bue                         fedele
leone                      pauroso
pesce                      noiosa
mosca                     feroce

Congiungi con una freccia ogni nome all’aggettivo adatto:
fiore                       taglienti
oro                         fronzuto
cielo                       candida
albero                     splendente
neve                       soffice
nuvola                    profumato
forbici                     sereno

Congiungi con una freccia ogni nome all’aggettivo adatto:
mamma                        diligente
scolaro                          abile
ciclista                          allegro
bambino                       veloce
sarta                             brava
operaio                         affettuosa

Dato un aggettivo, trovare un nome di animale a cui si può riferire:
domestico
traditore
fedele
vispo
placido
pauroso
guizzante
feroce

Dato un aggettivo, trovare un nome di persona a cui si può riferire:
affettuosa
studioso
laborioso
indulgente
infelice
svelto
veloce
diligente

Dato un aggettivo, trovare un nome di cosa a cui si può riferire:
candida
chiara
morbido
freddo
fragile
ruvido
soffice
ardente

Dato un nome di cosa, trova più aggettivi:
neve
pioggia
cielo
sole

Dato un nome di cosa, trova più aggettivi:
casa
albero
fiore
aria
letto

Dato un nome di animale, trova più aggettivi:
bue
gatto
coniglio
maiale
pecora

Dato un nome di animale, trova più aggettivi:
uccello
cavallo
mosca
lupo

Dato un nome di persona, trova più aggettivi:
mamma
ciclista
autista
nonno
bambino

Dato un aggettivo, trovare più nomi di cosa a cui si può riferire:
soffice
ardente
giallo
freddo
caldo
trasparente
fragile

Dato un aggettivo, trovare più nomi di animale a cui si può riferire:
domestico
erbivoro
feroce
quadrupede
bipede
docile
selvatico
veloce

Dato un aggettivo, trovare più nomi di persona a cui si può riferire:
laborioso
veloce
amorevole
paziente
robusto

Paragoni:
nero come …
soffice come …
candido come …
morbido come …
duro come …
saporito come …
salato come …
profumato come …
dolce come …

Paragoni:
amaro come …
pesante come …
leggero come …
lucente come …
caldo come …
docile come …
veloce come …
traditore come …
laborioso come …
verde come …
placido come …
mite come …
lento come …
vispo come …
ruminante come …
svelto come ….
pauroso come …
erbivoro come …

Paragoni:
feroce come …
peloso come …
liscio come …
ruvido come …
trasparente come …
profumato come …
rotondo come …
dormiglione come …
quadrato come …

Il contrario di:
lento è …
veloce è …
triste è …
buono è …
caldo è …
liscio è …
freddo è …
bagnato è …
leggero è …

Uso del superlativo
Un cane molto fedele è
Un bambino molto svelto è
Un albero molto alto è
Un prato molto verde è
Una stoffa molto bianca è
Un uomo molto ricco è

Uso del superlativo
Un fiore molto profumato è
Un corridore molto robusto è
Un cavallo molto veloce è
Un treno molto rapido è
Un fungo molto velenoso è
Un metallo molto prezioso è

Uso del comparativo di maggioranza e di minoranza:
Il cavallo è più _________________ dell’asino.
La formica è più________________ della cicala.
Il piombo è più_________________ della paglia.
L’oro è più_________________ del ferro.
L’estate è più__________________ della primavera

Uso del comparativo di maggioranza e di minoranza:
Il cavallo è ________ veloce dell’asino.
La formica è __________laboriosa della cicala.
Il piombo è ____________pesante della paglia.
La lanterna è _______splendente della luna.
La luna è_____________luminosa del sole.

Comparativo di uguaglianza
La lumaca è lenta quanto …
La pesca è buona quanto …
La piuma è soffice quanto …
La nonna è indulgente quanto …
Il bue è utile quanto …

Schede autocorrettive Italiano ARTICOLO – Seconda classe

Schede autocorrettive Italiano ARTICOLO – Seconda classe (istruzioni: ogni foglio contiene due schede. Ritagliare lungo la metà orizzontale, quindi piegare ognuno dei due foglietti ricavati lungo la metà verticale. In questo modo otterrete delle schede fronte-retro. Il bambino può svolgere l’esercizio sulla scheda, quindi aprirla per correggersi).

Gli esercizi sono quelli comunemente utilizzati in seconda classe, come vedete. Ho sempre però difficoltà a trovare materiali che offrano ai bambini anche la possibilità dell’autocontrollo e dell’autocorrezione (per gli esercizi per i quali si può fare, naturalmente…).

Schede autocorrettive Italiano ARTICOLO – Seconda classe

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Schede autocorrettive Italiano ARTICOLO – Seconda classe
download qui:

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Schede autocorrettive Italiano ARTICOLO – Seconda classe

Questi sono gli esercizi contenuti nelle schede autocorrettive.

Anteporre l’articolo determinativo:
… fiore
… cane
… gatto
… lupo
… falegname
… farfalla
… cartella
… bambola
… mosca

Anteporre l’articolo determinativo:
… vespa
… gatti
… lupi
… conigli
… bambini
… bambole
… bambine
… mamme
… vespe

Anteporre l’articolo determinativo:
… scolaro
… specchio
… zoccolo
… spillo
… scolari
… specchi
… spilli
… bambola
… mosca

Anteponi ai seguenti nomi l’articolo determinativo:
mamma, papà, fratello, nonna, bambino, sarta, falegname, spazzino, modista, autista, domestica, frate, sorella, marinaio, operaio, pittrice, professore, medico, signora

Anteponi ai seguenti nomi l’articolo determinativo:
Leone, gatto, volpe, uccello, cane, cagna, passero, mucca, gallina, pecora, agnello, caprone, rondine, topo, talpa, cucciolo, formica, ape, vespa, lupo, gufo, farfalla, mosca, moscone, merluzzo, alice, sogliola.

Anteponi ai seguenti nomi l’articolo determinativo:
Tavolino, cattedra, sedia, casa, armadio, sole, luna, stella, rosa, garofano, pietra, roccia, montagna, fiume, acqua, aria, vento, conchiglia, bottiglia, bottiglione, bicchiere, forchetta, cucchiaio, vino, insalata, bottega, tovaglia.

Anteponi l’articolo determinativo ai seguenti nomi:
mamma, sorelle, operaie, babbi, muratori, falegname, scolaro, alunno, bambine, spazzini, operai, maestro, medico, farmacista, madre, scrittore, cameriere, padre.

Anteponi l’articolo determinativo ai seguenti nomi:
mosche, ape, cavallo, pecore, agnello, asini, coniglio, maiali, lupi, volpe, cane, cervi, uccello, rondine, passeri, sogliole, triglia, balena, farfalle, vespe, vespa, mosca, elefante, orso, orsacchiotti, leone, bue, leoni, buoi.

Anteponi l’articolo determinativo ai seguenti nomi:
banchi, cattedra, tavolini, case, libro, nave, matite, fiore, viola, crisantemi, prigioni, nave, lampada, armadi, cancelli, cappello, occhio, orecchie, arance.

Completa con l’articolo determinativo:
… anatra
… aquila
… ancora
… arancia
… angelo
… agnello
… uomo
…occhio

Completa con l’articolo determinativo:
… infelici
… ignoranti
… insetti
… infermi
… anima
… anguilla
… elefanti
… unghia
… orco

Completa con l’articolo indeterminativo:
… oca
… aquila
… anatra
… arancia
… ancora
… anima
… aragosta
… ombra

Completa con l’articolo indeterminativo:
… arcata
… antichità
… ortolano
…. angelo
… anima
… agnello
… elefante
… uomo
… arancia

Schede autocorrettive Italiano NOME – Seconda classe

Schede autocorrettive Italiano Nome – Seconda classe (istruzioni: ogni foglio contiene due schede. Ritagliare lungo la metà orizzontale, quindi piegare ognuno dei due foglietti ricavati lungo la metà verticale. In questo modo otterrete delle schede fronte-retro. Il bambino può svolgere l’esercizio sulla scheda, quindi aprirla per correggersi).

Schede autocorrettive Italiano Nome – Seconda classe

Gli esercizi sono quelli comunemente utilizzati in seconda classe, come vedete. Ho sempre però difficoltà a trovare materiali che offrano ai bambini anche la possibilità dell’autocontrollo e dell’autocorrezione (per gli esercizi per i quali si può fare, naturalmente…).

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Schede autocorrettive Italiano Nome – Seconda classe
download qui:

 

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Schede autocorrettive Italiano Nome – Seconda classe

Questi sono gli esercizi contenuti nelle schede autocorrettive.

Trascrivi i nomi comuni di cosa, persona, animale:
farmacista fagioli albero amico colore gatto quaderno lavagna lepre maestra indice aula libro maiale cesto contadino cane.

Sottolinea i nomi di cosa:
quadro, cavallo, pittore, vaso, albero, fabbro, forbici, aria.

Sottolinea i nomi di persona:
mamma, passero, fratello, micio, macchina, scolaro, sarto

Scrivi alcuni nomi di animali erbivori

Scrivi alcuni nomi di animali carnivori:

Scrivi alcuni nomi di animali bipedi:

Scrivi alcuni nomi di animali quadrupedi:

Scrivi alcuni nomi di animali che ronzano:

Scrivi alcuni nomi di animali che volano

Scrivi alcuni nomi di animali che vivono nell’acqua:

Scrivi i nomi degli oggetti contenuti nella cartella:

Scrivi i nomi degli arredi dell’aula:

Se dico: “Venga qua un bambino!” nessuno si muove (oppure si muovono tutti!). Ma se chiamo: “Sebastiano, vieni qui!”, Sebastiano si muove subito dal tavolo. Bambino è un nome comune a tutti, mentre Sebastiano è proprio il nome di quel bambino.

Io mi chiamo
La mamma si chiama
Il papà si chiama
I miei nonni si chiamano

Se avessi un gattino lo chiamerei
Se avessi un cane lo chiamerei
Se avessi un cavallo lo chiamerei
Io abito in via
La mia città si chiama

Ricopia questi nomi facendo due colonnine: una per i maschili e una per i femminili.
mamma, papà, fratello, nonna, bambino, sarta, falegname, spazzino, modista, autista, domestica, frate, sorella, marinaio, operaio, pittrice, professore, medico, signora

Ricopia questi nomi facendo due colonnine: una per i maschili e una per i femminili.
Leone, gatto, volpe, uccello, cane, cagna, passero, mucca, gallina, pecora, agnello, caprone, rondine, topo, talpa, cucciolo, formica, ape, vespa, lupo, gufo, farfalla, mosca, moscone, merluzzo, alice, sogliola.

Ricopia questi nomi facendo due colonnine: una per i maschili e una per i femminili.

Tavolino, cattedra, sedia, casa, armadio, sole, luna, stella, rosa, garofano, pietra, roccia, montagna, fiume, acqua, aria, vento, conchiglia, bottiglia, bottiglione, bicchiere, forchetta, cucchiaio, vino, insalata, bottega, tovaglia.

Fare due colonnine una per il maschile e una per il femminile, dei seguenti nomi propri:
Angelo, Mario, Maria, Alberto, Carlo, Paolo, Andrea, Giovanna, Cristina, Giulio, Alma, Lorenzo, Adele, Gaia, Sebastiano, Massimiliano, Pietro, Oscar, Ilaria.

Completa come vuoi:
la faccia e …
la goccia e …
la treccia e …
la guancia e …
la farmacia e …
la camicia e …
la bugia e …
l’acacia e …
l’uomo e …

Completa come vuoi:
il lago e …
il mago e …
lo spago e …
il lupo e …
il fungo e …
la pioggia e …
la valigia e …
la bilancia e …
la ciliegia e …

Completa come vuoi:
il cieco e …
il fico e …
il medico e …
l’amico e …
il manico e …
la sega e …
la vanga e …
la tartaruga e …
la maga e …

Dal maschile al femminile:
il gatto e la …
il maestro e la …
il bambino e la …
il coniglio e la …
Il ragazzo e la …
Il nipote e la …
Il cantante e la …
Il dottore e la …
Il poeta e la …

Dal maschile al femminile:
il professore e la …
lo scolaro e la …
il canarino e la …
il pastorello e la …
Il cavallo e la …
Lo zio e la …
Il parente e la …
Il ciclista e la …
Il conte e la …

Dal maschile al femminile:
lo studente e la …
il principe e la …
il padrone e la …
il cameriere e la …
Il pittore e la …
Il danzatore e la …
Il viaggiatore e la …
Il fratello e la …
Il marito e la …

Dal maschile al femminile:
il re e la …
il papà e la …
il signore e la …
il saltatore e la …
Il nuotatore e la …
Il suonatore e la …
Il gallo e la …
Il bue e la …
L’uomo e la …

Completa le seguenti frasi con un nome femminile:
…stira la biancheria.
… lava i panni.
… insegna ai bambini.
… assiste i malati.
… fabbrica il miele e la cera

Completa le seguenti frasi con un nome femminile:
…fa l’uovo.
…bruca l’erbetta.
…cuce gli abiti.
…ci dà il latte.
…taglia i capelli.

Completa le seguenti frasi con un nome maschile:
…pulisce le strade.
…lavora il legno.
…cura i malati.
…cura gli animali malati.
…insegna ai bambini.

Completa le seguenti frasi con un nome maschile:
…combatte la guerra.
…guarda le pecore.
…vende le medicine.
…serve a tavola.
…coltiva la terra.

Completa le seguenti frasi con un nome maschile:
…ara il terreno.
…tira il carro.
…ronza sui fiori.
…canta al mattino.
…cuoce il pane.

Completa le seguenti frasi con un nome femminile:
… ronza
… vola
… cigola
… soffia
… riscalda
… nitrisce
… becca
… miagola

Completa le seguenti frasi con un nome femminile:
… ruzzola
… illumina
… scroscia
… punge
… canta
… abbaia
… sfavilla
… bagna

Completa le seguenti frasi con un nome maschile:
… punge
… rode
… pigola
… canta
… miagola
… cinguetta
… becca
… vola

Completa le seguenti frasi con un nome femminile:
… bagna
… ruzzola
… splende
… rischiara
… illumina
… riscalda
… scorre
… scotta

Ricopia i seguenti nomi dividendo i singolari dai plurali:
mamma, sorelle, operaie, babbi, muratori, falegname, scolaro, alunno, bambine, spazzini, operai, maestro, medico, farmacista, madre, scrittore, cameriere, padre.

Ricopia i seguenti nomi dividendo i singolari dai plurali:
mosche, ape, cavallo, pecore, agnello, asini, coniglio, maiali, lupi, volpe, cane, cervi, uccello, rondine, passeri, sogliole, triglia, balena, farfalle, vespe, vespa, mosca, elefante, orso, orsacchiotti, leone, bue, leoni, buoi.

Ricopia i seguenti nomi dividendo i singolari dai plurali:
banchi, cattedra, tavolini, case, libro, nave, matite, fiore, viola, crisantemi, prigioni, nave, lampada, armadi, cancelli, cappello, occhio, orecchie, arance.

Completa come vuoi:
la bambina e le …
la mamma e le …
la bottiglia e le …
la margherita e le …
la mela e le …
la foglia e le …
la ruota e le …
la ragnatela e le …
la pera e le …

Completa come vuoi:
il papà e i …
il gatto e …
il fazzoletto e ….
il cancello e …
il pozzo e …
il maestro e …
il ramo e …
il pastorello e …
il cappello e …

Completa come vuoi:
la formica e …
la cuoca e …
la panca e …
la bocca e …
la mucca e …
la brocca e …
la zucca e …
il cuoco e …
il fuoco e …

Completa come vuoi:
il cane e …
il nipote e …
il mare e …
il cantante e …
la nave e …
la lumaca e le …
la barca e …
l’amica e …
l’oca e …

Poesie e filastrocche: il cane

Poesie e filastrocche: il cane. Una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Il cane
Noi mentre il mondo va per la sua strada,
noi ci rodiamo, e in cuor doppio è l’affanno,
e perchè vada, e perchè lento vada.
Tal, quando passa il grave carro avanti
del casolare, che il rozzon normanno
stampa il suolo con zoccoli sonanti,
sbuca il can dalla fratta, come il vento;
lo precorre, rincorre; uggiola, abbaia.
Il carro è dilungato lento lento.
Il cane torna sternutando all’aia. (G. Pascoli)

Ah, cane briccone!
Quel grosso cappone
è un grasso boccone
ma è frutto di un furto!
Ah, cane birbone,
ingordo furfante,
leccardo brigante!
Tu scappi e io sbuffo
però se ti acciuffo
ti do una lezione
di santa ragione!

Cane fedele
Neve, freddo intenso.
Immobile, intirizzito,
un cane sta di guardia
davanti alla porta
di una misera casa.
Dice con gli occhi buoni:
“Vigilo la miseria,
sono fedele ed amo il padrone
anche se è molto povero.
(G. Serafini)

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Poesie e filastrocche ASINO MULO CAVALLO

Poesie e filastrocche ASINO MULO CAVALLO – una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola materna e primaria.

Il muletto
Lontano lontano lontano
si sente suonare un campano
è un muletto per un sentiero
che si arrampica su su su!
Che tra i faggi piccolo e nero
si vede e non si vede più.
Ma il suo campanaccio si sente
sonare continuamente. (G. Pascoli)

 

L’asino
Asinello trotta trotta
con la soma sulla groppa
quando a casa tornerai
la tua biada tosto avrai.
Ma se accade che ti impunti
prima ancor che siete giunti
tu diventi, o somarello,
come il mulo tuo fratello
e può darsi che il padrone
somministri una lezione. (E. Minoia)

 

L’asino e le cicale
Fermatosi ad ascoltare le cicale
un asino invidioso, dalla strada
ingenuo chiese loro come accada
che avessero tale voce celestiale.
E quelle, conosciuto l’animale:
“Se come noi, anzicchè fieno e biada,
ti nutrissi soltanto di rugiada,
ti verrebbe una voce tale e quale.”
E il ciuco a tali detti, per un pezzo,
non mise mai più biada sotto il dente
sì che le ossa erano fuor del cuoio.
“Quale disdetta!” ragliò, “Or ch’ero avvezzo
a mangiar rugiada solamente,
invece di cantar ecco che muoio!”.

 

I tre asinelli
I tre asinelli
che vanno in Egitto
ah che piacere
oh che tragitto
andare a vedere
la stella polare
che brilla nel cielo
che cade nel mare.

 

Disse un asino
Disse un asino:
“Dal mondo voglio stima e rispetto
ben so come!” e così detto
in gran manto si serrò
oilà oilà oilà
in gran manto si serrò.
Indi ai pascoli comparve
con tal passo maestoso
che all’incognito vistoso
ogni bestia si inchinò.
Oilà oilà oilà
ogni bestia si inchinò.
E dai prati corse al fonte
a specchiarsi si trattenne
ma sventura! Non contenne
il suo giubilo, e ragliò.
Fu scoperto e fino al chiuso
fu dai fischi accompagnato
e il somaro mascherato
in proverbio a noi passò.
Oilà oilà oilà
in proverbio a noi passò.
Tu che base del tuo merito
veste splendida sol fai
taci ognor, se no scoperto
come l’asino sarai.
Oilà oilà oilà
come l’asino sarai.

 

Poesie e filastrocche ASINO MULO CAVALLO – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Sands school

SANDS SCHOOL: LA PRATICA DELLA LIBERTÀ

Intervista a David Gribble di Francesco Codello

Il fondatore della libertaria Sands school racconta la sua formazione di insegnante. Un approccio pragmatico e ragionevole per realizzare un’educazione capace di valorizzare appieno le potenzialità dei piccoli. Con una saggezza semplice, quanto profonda: i bambini imparano a usare la libertà se sono messi in condizione di essere liberi. Questo è il filo conduttore del colloquio di David Gribble, uno dei più originali pedagogisti contemporanei, con Francesco Codello, studioso di problemi dell’educazione.

Incontro David Gribble in una stanza della Sands school, l’istituto da lui fondato nel 1987. Gribble è poco conosciuto in Italia al di fuori della stretta cerchia di persone interessate alle scuole libertarie. Ma è sicuramente uno dei più importanti personaggi del piccolo (ma poi non tanto) mondo delle scuole «alternative».

Alla luce della tua esperienza, quali sono i valori e le idee che caratterizzano la pedagogia libertaria?
Non potrei dare alcuna definizione di «teoria pedagogica libertaria» e trovo alquanto difficile definire il tipo di educazione che più ammiro. I principi di base? Innanzitutto le persone di qualsiasi età devono essere trattate con rispetto. Inoltre, se le persone (di qualsiasi età) sono incoraggiate a prendere decisioni durante la loro vita, ascolteranno i consigli con attenzione, rifletteranno su di essi con senso di responsabilità e giungeranno a conclusioni sensate. Ma se non viene riposta fiducia nella loro capacità di scegliere, respingeranno i consigli e si comporteranno in modo molto meno razionale. Tutti desiderano imparare, ma qualsiasi forma di costrizione inibisce questo desiderio: troppa coercizione lo può addirittura distruggere del tutto. L’onestà è più importante della paura: esigere l’obbedienza rischia di far anteporre la paura all’onestà. Nessuno compie errori di proposito. I bambini quando sbagliano hanno bisogno di aiuto piuttosto che di punizioni. Poi, considero molto più importante il preoccuparsi degli altri dell’obbedienza alle regole. Dove i bambini vedono, a ragione, problemi morali, gli adulti spesso vedono solo questioni di convenienza. I bambini amati sono per natura altruisti. La maggior parte delle scuole tradizionali reprime questo altruismo naturale, valutandolo come un problema di condotta. I bambini che hanno sofferto e perso questa qualità possono spesso ritrovarla di nuovo se a loro viene offerto l’amore incondizionato che è venuto a mancare. Un requisito fondamentale per un efficace apprendimento è la felicità. Questi principi non fanno parte di un sistema consolidato. Ci sono sempre eccezioni. Ciò che interessa è lo sviluppo personale di ciascun bambino come individuo, senza tenere conto di sistemi pedagogici. Questi principi, nella loro apparente semplicità, rivelano una profonda saggezza. Sono concetti capaci di mettere in discussione gran parte delle teorie pedagogiche correnti. Inoltre, proprio perché così chiari e immediati, sono in grado di cambiare radicalmente i rapporti sociali e relazionali.

Rispetto al contesto culturale attuale, quale può essere il significato più autentico della pedagogia libertaria? Vale a dire, quale può essere il valore che, rispetto al mondo occidentale e consumistico, possono ancora esercitare principi e metodi propri di una prassi educativa che rinnega dominio e coercizione, collocando su di un piano di rispetto e uguaglianza il rapporto tra adulti e bambini?
In realtà non capisco questa domanda, così userò la tecnica dei politici e risponderò a un’altra domanda che non mi è stata rivolta. In Scandinavia l’educazione è un processo molto più rispettato di quanto avviene in Gran Bretagna o nel resto del mondo. In Occidente i diritti delle donne sono largamente riconosciuti ma i diritti dei bambini sono ancora ignorati. I bambini non hanno voce. I politici dovrebbero smettere di interferire nel lavoro degli insegnanti; insegnanti giovani ed entusiasti dovrebbero essere incoraggiati a mettere in pratica metodi  che si sono dimostrati efficaci,  esperienze didattiche e pedagogiche che hanno profondamente innovato i metodi educativi. Il rigido controllo del sistema scolastico statale ha spinto i genitori che si possono permettere modeste rette a rivolgersi in numero sempre più crescente al nostro genere di scuole. Summerhill ha più studenti adesso che in passato, e così è per la Sands. Negli Stati Uniti, Sudbury Valley (www.sudval.org) è ampiamente imitata e pubblica una guida che aiuta chi vuole iniziare una scuola sul genere di Sudbury. Se sopravvive all’attuale situazione politica, il Centro per l’educazione democratica di Hadera continuerà ad aiutare più di un centinaio di scuole in Israele per un cambiamento radicale, passando da uno stile autoritario a uno democratico. Ora Idec e Wren (rete di scuole e individualità che si occupa dell’educazione alternativa nel mondo) e Aero (organizzazione sulle risorse dell’educazione alternativa) stanno riunendo in una «listserver» gli istituti di questo tipo. (www.worldwiderealeducation.net
aerolist@edrev.org).

Puoi descrivere qual è la condizione dell’infanzia e degli adolescenti nelle società occidentali?
La loro posizione è più fluida rispetto al passato. Non c’è più un sentiero prestabilito da seguire. I ragazzi sono esposti a molte più pressioni contrastanti. Sono corteggiati come consumatori e angosciati da problemi ecologici, sono protetti da genitori ansiosi per quanto più tempo possibile e poi fuggono in un mondo dove hanno a disposizione droga e alcol, sono, come sempre, criticati dai più anziani e come sempre godono di queste disapprovazioni sapendole ampiamente ingiustificate.
Sono continuamente esortati ad astenersi dai rapporti sessuali, ma vedono molti film e spettacoli televisivi dove invece il sesso è considerato parte naturale della vita sociale. I ragazzi, a cui non è stato permesso di fare le proprie scelte fin da piccoli, trovano difficoltà nel tenere testa a tutta questa incertezza e manipolazione. Per i bambini abituati a prendere le proprie decisioni la gamma delle scelte possibili diviene invece una grande opportunità.

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

La scuola di Summerhill

LA SCUOLA DI SUMMERHILL

di Valeria Traversi

È la più vecchia e conosciuta scuola impostata su criteri pedagogici libertari. Pubblichiamo una biografia di Alexander Neill, il suo fondatore, e un capitolo della tesi di laurea dell’autrice sull’influenza del pensiero ibertario di Wilhelm Reich. Intanto l’esperienza di Summerhill, in Inghilterra, continua.

Alexander Sutherland Neill nasce in Scozia nel 1883 da una famiglia di maestri elementari. L’atmosfera familiare è autoritaria e severa. Alexander non è molto portato per gli studi infatti passa molto tempo nei campi a fantasticare e giocare. Visti gli scarsi risultati, il padre lo indirizza versa la carriera di maestro elementare. “«Il ragazzo è un disastro» disse tristemente mio padre. «Potrebbe fare il maestro» arrischiò mia madre” .

Dopo essersi laureato in Letteratura inglese all’Università di Edimburgo, insegna per diversi anni nelle scuole statali. Nel 1921 insieme alla maestra di danza Christine Baër, dà vita a Dresda in Germania alla scuola internazionale, nel 1923 la scuola si sposta a Sonntagberg in Austria, ma viene chiusa quasi subito per i suoi metodi non convenzionali, opposti a quelli delle autorità locali.

Nel 1924 Neill e Lilian Neustatter, la sua prima moglie, spostano la scuola in Inghilterra, fondando a Lyme Regis, sulla Manica, la scuola-comunità di Summerhill (collina d’estate proprio perché la casa è posta su una collina), trasferita poi presso Leiston nel Suffolk. Alla morte di Lilian, si risposa con Ena Wooff, dalla cui unione nasce Zoe, che attualmente dirige la Scuola.

Summerhill spicca tra le esperienze educative libertarie per la sua durata; anche se non si ispira direttamente ai principi anarchici, ne cattura implicitamente tutti i presupposti teorici alla luce degli studi psico-pedagogici. Infatti l’opera di Alexander Neill è ispirata dai “padri” della pedagogia e della psicologia moderna. Freud, Adler, Lane e Reich condizionano gli studi di Neill, arricchendo la sua analisi con teorie rivoluzionarie, che si contrappongono ai canoni tradizionali e autoritari.

Ricerca della felicità e della libertà. “Summerhill” aspira alla formazione di un nuovo tipo di pedagogia, vuole essere sintesi tra le prime forme di sperimentazioni libertarie e le nuove forme di pedagogia, approfondendo la ricerca della libertà e della felicità. Si accede alla scuola all’età di cinque anni, ma non sono rari i casi di bambini e bambine che arrivano dopo periodi in istituti statali o religiosi. Di solito la permanenza a Summerhill si protrae fino ai sedici anni. Vengono ospitati sia ragazze che ragazzi, fino a un massimo di quarantacinque, di cui una parte proviene da paesi stranieri. Vengono divisi in tre gruppi a seconda dell’età: dai cinque ai sette anni, dai sette agli undici, dagli undici ai sedici. Gli alloggi vengono organizzati tenendo conto dell’età e del sesso, ad ogni gruppo è assegnato una o un assistente. Per il gruppo “intermedio” vi è una costruzione di pietra, invece i ragazzi e le ragazze più grandi risiedono in casette di legno, solo alcuni hanno stanzette private, infatti generalmente si vive in tre o quattro per stanza. Non ci sono ispezioni delle camere e vi è completa libertà. L’idea su cui si fonda la scuola è quella di “adattare la scuola al bambino” , invece di adattare il bambino alla scuola, si aspira alla creazione di un istituto dove bambine e bambini siano liberi di essere se stessi, proprio per questo è necessario rinunciare a qualsiasi tipo di disciplina, di educazione morale e di istruzione religiosa. Neill ha fiducia nella bontà innata dell’infanzia, un’idea che non è mai venuta meno, anzi è diventata quasi una forma di fede.

Le lezioni a Summerhill sono facoltative, esiste l’orario solo per gli insegnanti, tutto si svolge in un ambiente libero dove nulla è autoritario, infatti si notano con molta facilità le differenze: chi ha sempre vissuto a Summerhill dimostra interesse verso l’apprendimento perché è una scelta volontaria, chi arriva dopo un’esperienza più o meno lunga in scuole statali o religiose, dove la frequenza costituisce un obbligo, sviluppa un senso di avversione verso lo studio e la scuola, tant’è che raramente all’inizio frequenta le lezioni. Gli esami non esistono, ma se un ragazzo o una ragazza decide di voler studiare per i test di ammissione all’università, il corpo docente lo preparerà senza problemi, non solo perché è altamente qualificato ma anche perché chi studia per proprio volere lo fa in modo più veloce e interessato, in quanto è una sua decisione. In un’assemblea generale, che si tiene il sabato, si stabiliscono regole da abolire o istituire, le scelte sono effettuate attraverso il voto democratico, tutti e tutte dispongono di un voto di uguale valore. Gli studenti di Summerhill provengono da famiglie agiate, non è possibile tenere aperta la scuola anche ai ceti bassi o medio-bassi, proprio perché le difficoltà economiche lo impediscono. Questo è sicuramente un problema da non sottovalutare: è difficile valutare la “vera” natura di un essere umano se questa si nasconde dietro il denaro e l’ambiente borghese. Insomma Summerhiil è scuola di libertà, dove il “buon senso” non manca, infatti per proteggere l’incolumità di ragazzi e ragazze esistono leggi base, scelte e votate da loro. Il fine della scuola è quello di renderli felici e non quello di riformare la società, non sarebbe possibile, è inevitabile accettare i compromessi proprio perché la società li impone. Neill scrive “non sono una persona che cerca attivamente proseliti per cambiare la società: posso solo cercare di convincere la società che è necessario per essa sbarazzarsi dell’odio, dei metodi punitivi, del misticismo.”

Se si desidera avere maggiori informazioni sulla scuola di Summerhill si può consultare il sito internet:
http://www.summerhillschool.co.uk/

Liberi per essere felici
di Francesco Codello

L’esperienza della scuola libertaria di Summerhill. Essere dalla parte del bambino, è la norma alla quale gli educatori e i genitori, secondo Neill, devono attenersi – Educare nella libertà è la premessa per formare una società di eguali.

I recenti avvenimenti della politica scolastica italiana, ci obbligano a porre in maniera “nuova” e sempre più attenta questo problema fondamentale dell’educazione. La progressiva crisi della famiglia, patriarcale prima, mononucleare ora, causata da un trapasso violento da una civiltà contadina a una industriale, dall’inurbamento e dalle migrazioni interne di milioni di contadini dalle campagne alle metropoli industriali, ha accentuato il ruolo svolto dalla scuola in una società di massa. Ecco alcuni elementi per giustificare e per impostare un discorso alternativo sull’educazione nella sua accezione anarchica e quindi antiautoritaria, totalmente liberatrice e anti-dogmatica.

“Cosa farebbe a un ragazzo che marina la scuola?” – A Pretoria Neill ho risposto: “Ucciderei il suo direttore”. Questa risposta, ad una domanda così comune, farebbe impallidire il più “moderno” pedagogista. Forse proprio perché Neill non è un pedagogista (perlomeno non lo è nel senso ricorrente del termine), può rispondere in questo modo a una domanda del genere.

Analizzare oggi la sua esperienza assume un profondo significato per chi, come noi, è alla ricerca continua di nuovi mezzi educativi da contrapporre a quelli autoritari dominanti il nostro panorama pedagogico. È importante anche perché ci permette di puntualizzare un discorso educativo in generale, e sulla scuola in particolare, dato il continuo estendersi della scolarizzazione di massa e l’importanza che assume la scuola nell’opera di indottrinamento di milioni di individui, vista la progressiva crisi della famiglia come unico veicolo di condizionamento socio-politico, caratteriale e psicologico.

“Il fine della vita è la felicità. Il male della vita è tutto ciò che limita o distrugge la felicità. Felicità significa sempre bontà: l’infelicità portata agli estremi limiti significa persecuzione contro gli ebrei, torture, o guerra nazionalistica”. Scopo della vita è dunque per Neill, la felicità che esiste solo dove opera l’amore, dove amare significa la capacità di approvare, non di punire o di inveire. A Summerhill “… i ragazzi hanno il senso di essere amati e approvati. È anche una riprova che il bambino nasce buono… e rimane buono quando ogni occasione di odiare e di temere è abolita”. Neill è convinto quindi della naturale bontà del bambino, il quale è provvisto di un atteggiamento potenzialmente ricco di amore e di interesse per la vita. Questa fiducia nella bontà della natura umana si concretizza in Neill in un impegno preciso: l’abolizione di ogni forma di oppressione che possa snaturare o reprimere la sua essenza. Il suo impegno si tradusse quindi in una scuola “… nella quale fosse concessa ai bambini la libertà di essere loro stessi. Per questo dovevamo rinunziare a qualsiasi disciplina, indirizzo, consiglio, ammaestramento morale, istruzione religiosa. Siamo stati chiamati coraggiosi, ma questo non richiede coraggio: richiede quello che noi avevamo: una completa fiducia nel bambino come creatura buona, non cattiva”. La sua fiducia nella naturale bontà e libertà del bambino non resta, come ad esempio in Rousseau, una enunciazione teorica da “scommessa”, ma diventa pratica della bontà e della libertà. In altri termini, la sua esperienza pratica (Summerhill) diventa la dimostrazione scientifica della sua intuizione filosofica. Teoria e prassi in Neill si fondono armonicamente ricomponendo quindi la personalità umana e liberandola dalla schizofrenia sociale che la avvolge.

La creazione di personalità autenticamente libere, che gestiscono direttamente la loro esistenza è il compito cui si dedica il nostro autore. Nella sua opera di educazione integrale egli non si dedica esclusivamente allo sviluppo delle qualità intellettive, ma ricompone la personalità dell’educando stimolando anche la sua sfera emotiva. “Nella società moderna riscontriamo una sempre maggior distanza tra intelletto e sentimento. Le esperienze dell’uomo moderno sono in gran parte mediate dal pensiero e non riflettono una percezione di ciò che il cuore sente, l’occhio vede, l’orecchio ascolta. In effetti questa separazione tra intelletto e sentimenti ha condotto l’uomo di oggi ad uno stato mentale pressoché schizoide che lo ha reso quasi incapace di percepire alcunché in maniera autentica, immediata”.

Questa istruzione integrale è la garante di una società di liberi ed uguali in cui non esista nessuna forma di autorità. Per dirla con Bakunin: “I fanciulli, come gli uomini maturi, diventano saggi per le esperienze che fanno da sé, mai per quelle fatte dagli altri” quindi “… da un punto di vista positivo intendiamo per libertà il pieno sviluppo di tutte le facoltà che si trovano nell’uomo e, da un punto di vista negativo, l’assoluta indipendenza della volontà di ognuno di fronte a quella degli altri”.

“Il bambino plasmato, condizionato, represso, disciplinato – il suo nome è Legione – vive in ogni angolo del mondo. Vive nella nostra città dalla parte opposta della strada. Siede nel banco noioso di una scuola noiosa; più tardi sarà seduto davanti alla scrivania ancor più noiosa di un ufficio, o starà al banco di una officina. È docile, fedele all’autorità, timoroso delle critiche e fanatico nel desiderio di essere normale, convenzionale e corretto. Accetta senza porsi domande quel che gli viene insegnato e trasmetterà tutti i suoi complessi, le sue paure e le sue frustrazioni ai figli”. L’esplicazione di un metodo nuovo e progressivo passa in Neill attraverso una critica radicale al metodo scolastico tradizionale perché esso è “… basato su quel che l’adulto crede che il bambino dovrebbe essere e dovrebbe imparare…. È ovvio che una scuola che costringe i bambini, per natura attivi, a stare seduti sui banchi a studiare una quantità di materie per la maggior parte inutili, è una cattiva scuola, quando si tenga in considerazione la psicologia del bambino”. Si tratta quindi di capovolgere i termini classici del rapporto tra il bambino e la scuola, cioè di “… adattare la scuola al bambino invece di adattare il bambino alla scuola”.

“Il primo comandamento al quale deve ubbidire ogni genitore e ogni maestro è questo: Tu devi essere dalla parte del bambino”. Più avanti Neill con un esempio ci chiarisce praticamente che cosa ciò significhi: “Se mentre sto verniciando una porta Robert passa e getta della mota sulla vernice fresca io lo strapazzo senza complimenti perché egli è uno dei nostri e quel che io dico non ha molta importanza. Ma se Robert fosse uno arrivato da poco da una scuola che egli odia e il suo buttar mota fosse un tentativo di rivolta contro l’autorità, mi metterei con lui a gettar mota perché la sua salvezza è assai più importante della mia porta”.  In altri termini la libertà presuppone l’uguaglianza e viceversa. Non vi può essere nessuna libertà dove non esiste l’uguaglianza, non vi può essere nessuna uguaglianza senza la libertà. Questo concetto costituisce uno dei presupposti fondamentali del metodo di Neill.

Un altro dei problemi fondamentali che ogni educatore (come qualsiasi individuo) deve affrontare è il rapporto mezzi-fini. L’uso di mezzi diversi o contrapposti al fine perseguito conduce inevitabilmente o a una sostituzione dei fini o a una scomparsa dell’obiettivo finale che viene risucchiato nella pratica continua e progressiva di nuovi mezzi.

A Summerhill i ragazzi svolgono anche un lavoro manuale che è (secondo Neill), un momento fondamentale per lo sviluppo armonico ed integrale del bambino in quanto, ricompone una personalità che la divisione sociale e gerarchica del lavoro ha spezzato a vantaggio di una divisione classista degli individui. In questo quadro va visto anche l’enorme interesse che a Summerhill viene dedicato al teatro. Le commedie, i drammi, le scenette vengono scritte, interpretate dai ragazzi e dalle ragazze e solo raramente gli insegnanti consegnano qualche trama ai bambini. Il teatro per Neill ricopre una notevole importanza in quanto sviluppa un senso di padronanza di sé ed evita poi che si reciti nella vita.

Lo studio non è qualche cosa che viene imposto dall’alto, ma è sempre in rapporto alle facoltà e ai gusti individuali. Logicamente quindi “I libri sono il materiale meno importante in una scuola. Tutto quello di cui un bambino ha bisogno è leggere, scrivere e far di conto; il resto consisterà di arnesi, argilla, sport, teatro, pittura, e… libertà”.

Tutto il metodo di Neill, oltre che sulla libertà, si basa sull’autogoverno. “Quando c’è un capo non c’è libertà e questo è ancor più vero per il capo benevolo che per quello autoritario. Il ragazzo che abbia spirito critico si ribellerà a un capo autoritario, ma un capo benevolo lo ridurrà semplicemente ad essere lui stesso molle ed impotente”.

Su Neill potremmo discutere all’infinito: sulla validità del suo esperimento come azione politica, sulle condizioni particolari in cui la sua esperienza si è concretizzata, sui limiti imposti dalla “situazione reale”. Resta il fatto che il suo lavoro è un’accusa spietata alla scuola, alla famiglia, allo stato, alla chiesa, affinché trionfino la libertà e l’uguaglianza.

Non è nichilismo. È soprattutto un’accusa alla scuola come istituzione, più o meno progressista, perché essa è il luogo in cui si pratica e si teorizza la divisione gerarchica del lavoro, in pratica dove si perpetua e si invoca la disuguaglianza. I suoi libri sono una poesia continua che deve continuare.

Bakunin amava ripetere di esser un amante fanatico della libertà. Anche noi.

Poesie e filastrocche IL CORPO UMANO

Poesie e filastrocche IL CORPO UMANO – una raccolta di poesie e filastrocche, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Il corpo umano

A un congresso si vuole stabilire
quale parte val più del corpo umano.
Uno dice: “Non posso che asserire
che val di più la mano”.
E, dopo quello,
un altro grida: “Val di più il cervello!”
E un altro: “Gli occhi!”
E un altro: “Il cuore!”.
Il congresso ora è tutto un gran rumore.
“Perdinci! Qui si ignora
che è la mano che agisce e che lavora!”.
“Macchè! Macchè! E’ la mente
che fa dell’uomo un uomo intelligente!”.
“D’accordo! Ma che credi?
E’ per mezzo degli occhi che ci vedi!”.
“Viva il fegato!”, “No, viva il polmone!”.
D’un tratto, in mezzo a quella confusione,
un congressista salta su per dire:
“La volete finire?
Ciascun di voi sostiene
ciò che più vale. Ebbene,
mi sapete ora dir ciò che vale meno?
Lo stomaco? Il duodeno?
C’è qualcuno tra voi che è persuaso
di lasciarmi la lingua, oppure il naso?
O che rinunci anche soltanto a un etto
del proprio cervelletto?”.
Queste parole un gran silenzio accoglie.
E il congresso si scioglie. (A. Novi)

Quello che io ho
Ho una manina bella,
ne ho un’altra, sua sorella;
ho un paio di piedini;
due occhi birichini.
Ho poi due orecchiette
attente e curiosette.
Linguetta ne ho una sola,
ma in bocca lesta vola:
mi sa assai ben servire,
tutto oramai sai dire.
Ho il cuore per amare,
la testa per pensare.
Tutto quello che ho
chissà chi me lo donò. (Renzo Pezzani)

 

 

 

Quel che possiede un bimbo
Due piedi lesti lesti
per prendere e per dare;
due mani sempre in moto
per prendere e per fare;
una bocca chiacchierina
per tutto domandare,
due orecchie sempre all’erta
intente ad ascoltare;
due occhioni spalancati
per tutto investigare
e un cuoricino buono
per molto molto amare. (Lina Schwarz)

 

 

 

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici – Il corpo umano e la salute

Dettati ortografici – Il corpo umano e la salute – una collezione di dettati ortografici, di autori vari, per bambini della scuola primaria.

L’uomo è un mammifero?

Abbiamo sentito ripetere tante volte che l’uomo è un animale e certamente siamo convinti che non è una pianta o un minerale. E badate bene che quando si dice ‘l’uomo’ ci si riferisce agli esseri umani in genere, siano essi uomini, o donne o bambini, come si dice ‘il gatto’ parlando della specie gatto, anche si tratta di una gattina. Sappiamo già che ogni specie animale ha caratteri suoi che la distinguono dalle altre ad anche l’uomo ha propri caratteri distintivi; ma prima di esaminare tali caratteri ricordiamoci di una cosa importante: tutti i bambini appena nati non hanno altro nutrimento che il latte e di solito è la mamma che allatta i propri bambini.
Questo fatto ci induce a pensare che anche l’uomo sia un mammifero e per esserne veramente sicuri controlliamo se esso presenta gli altri caratteri, che sono tipici dei mammiferi:
1. Esistono i peli sul corpo: infatti se osservate le vostre braccia e le vostre gambe con attenzione vedrete che esse sono rivestite di piccoli e delicati peli, la cosiddetta peluria, che diviene più evidente negli adulti; il capo è fittamente ricoperto di altri peli che sono i capelli; di peli sono costituite le ciglia e le sopracciglia; peli si trovano sotto le ascelle e così via.
2. Esistono i padiglioni auricolari attorno al meato uditivo esterno.
3. La bocca è con i denti.
4. E’ viviparo.
5. La temperatura del corpo è costante, infatti sappiamo che quando siamo malati, il medico per prima cosa controlla la nostra temperatura mediante un termometro. Se trova una temperatura di circa 37° il medico non si preoccupa troppo, perchè questa è la temperatura normale del nostro corpo; ma se la temperatura è più alta vuol dire che nel nostro organismo c’è qualcosa che non va bene, cioè che siamo malati. Questo vi dice quanto sia importante il fatto che i mammiferi abbiano una temperatura costante. (Lagreca – Tomaselli)

Che cosa distingue l’uomo dagli altri mammiferi?
Vediamo adesso di scoprire quali sono i caratteri che distinguono l’uomo da tutti i mammiferi che finora conosciamo.
1. Innanzitutto l’intelligenza: anche altri mammiferi possono essere più o meno intelligenti (basti pensare al cane), ma l’uomo ha un’intelligenza di gran lunga più sviluppata, che gli ha permesso di compiere cose meravigliose, di indagare sul mondo che lo circonda e di scoprire tante leggi naturali, di amare le cose belle, di fuggire il male, di esprimersi mediante un linguaggio articolato, che è ben diverso dai semplici suoni che emettono altri animali.
2. La posizione eretta che lo porta a camminare sugli arti posteriori che nell’uomo (appunto perchè sta eretto) si possono considerare arti inferiori; anche qualche scimmia o qualche orso possono reggersi o camminare per un poco sulle zampe posteriori, ma più spesso tornano ad usare anche le zampe anteriori.
3. L’uso delle dita degli arti anteriori, o meglio arti superiori, cioè delle dita delle mani, per afferrare e maneggiare oggetti; anche un topolino o il coniglio o uno scoiattolo possono afferrare oggetti fra le dita degli arti anteriori, ma non possono muoverle indipendentemente l’una dall’altra e soprattutto non possono ripiegare il pollice contro le altre dita (provate voi a farlo e osservate l’agilità delle vostre mani), come fa l’uomo (e le scimmie) che ha quindi il pollice opponibile.
4. La mancanza di coda. Esistono però altri mammiferi senza la coda.
(Lagreca – Tomaselli)

Il corpo umano
Ci sono animali e piante che possono vivere solo nelle calde regioni dell’equatore, altri che vivono nei gelidi climi polari.
L’uomo può vivere invece in ogni regione della Terra perchè il suo corpo si adatta a tutti i climi.
Il corpo dell’uomo resiste alla siccità, all’umidità, sopporta la mancanza di cibo, le intemperie, le fatiche, i lavori più pesanti, più di quello di ogni altro animale.
Vi sono animali dotati di zampe robuste: con esse corrono veloci sulla terra; altri animali hanno arti simili a braccia e possono arrampicarsi sugli alberi; altri ancora hanno le pinne e le usano per muoversi nell’acqua. Il corpo dell’uomo, fornito di braccia e di gambe, è adatto ad ogni forma di moto: può camminare, correre, saltare, strisciare, arrampicarsi, nuotare.
L’uomo ha le mani, con cui può afferrare e tenere saldi gli oggetti, ha il busto e il capo eretti, così da poter guardare lontano, ha la voce, capace di emettere innumerevoli suoni diversi.

E’ proprio vero!
Nel nostro corpo c’è tanto ferro da fabbricare cinque chiavi piuttosto grosse. Ma il fabbro preferirà certamente adoperare il ferro che ha nella fucina.
Quanto al sale, niente paura. Ce n’è in abbondanza tanto da riempire quaranta barattoli. Forse gli sciocchi ne hanno un po’ meno.
Volete un po’ di luce? Il nostro corpo vi potrebbe dare tanta cera da fabbricare cinque candele. Le signore api, se sapessero questo, sarebbero meno orgogliose dei loro favi di purissima cera, con la differenza, però, che per la loro cera le candele di fabbricano per davvero.
Nel nostro corpo c’è tanto zucchero da dolcificare venti tazze di caffè. Ma adesso non succhiatevi il dito con la scusa di sentire se è dolce. Il dito non è dolce e succhiarlo è soltanto una cosa poco pulita…
(M. Menicucci)

La macchina perfetta
Il corpo umano è spesso paragonato ad una macchina, perchè, considerato nel suo insieme, è costruito in modo da compiere nella maniera più spedita e più abile tutte le operazioni per conservare la vita e per migliorarne le condizioni. Come ogni macchina è composto di varie parti o organi (la mano, il cervello, il cuore, la bocca, i polmoni, lo stomaco, ecc.) che funzionano in collaborazione tra loro.
Ma il corpo umano può essere paragonato anche ad un laboratorio chimico, poichè riesce a trasformare le materie solide, liquide e gassose che esso si procura in altre sostanze utilizzabili per il proprio funzionamento.
Le sostanze utilizzate sono trasformate a loro volta in modo da produrre l’energia e il calore necessari perchè il corpo umano possa compiere tutte le operazioni di cui è capace.

La vera ricchezza
Un uomo si credeva povero. Diceva: “Lavoro tutto il giorno e non ho mai un soldo in tasca per divertirmi. Quello che guadagno mi basta appena per levarmi la fame!”.
Un tale che lo sentì, disse: “Mi venderesti un occhio per mille euro? Ne hai due, uno puoi darlo a me”.
Quello lo guardò stupito, poi disse di no.
“Se non vuoi darmi un occhio, vendimi un braccio per la stessa somma!”.
Ma l’uomo, che si credeva povero, disse anche questa volta di no.
“Allora vendimi una gamba”.
Ma quello rispose che non gli avrebbe venduto nemmeno un dente, e ne aveva trentadue tutti sani.
Allora quel tale fece un conto: “Duemila euro per gli occhi, duemila per le braccia e duemila per le gambe, e sono seimila. Poi tu hai cuore, fegato, stomaco che varranno molto di più perchè senza questi organi non potresti vivere. Consideriamo che il tuo corpo valga quanto un capitale di due milioni. E dici di essere povero? Ma l’uomo più ricco della terra, che abbia uno di questi organi malati, è indubbiamente più povero di te, perchè può darsi che tutte le ricchezze della terra non riescano a guarirlo”.

La salute è un tesoro che non ha l’eguale, perchè, quando non c’è la salute, tutto perde valore ai nostri occhi. Se è una bellissima giornata e noi ci sentiamo male e siamo costretti a letto, non possiamo godere del bel sole e della bella natura, se abbiamo nel piatto una squisita pietanza e abbiamo lo stomaco malato, non possiamo gustarla. Quindi noi dobbiamo cercare di mantenere il nostro corpo in perfetta salute. Inoltre, l’uomo sano lavora e se lavora produce e guadagna. L’uomo malato, invece, non lavora e vive del lavoro degli altri.

Ma per mantenere il nostro corpo in perfetta salute, noi dobbiamo sapere come è fatto e come funziona.
Il corpo è ricoperto di pelle, che lo riveste tutto come una corazza. Sotto la pelle ci sono i muscoli, che sviluppano la forza per cui l’uomo può lavorare, e sotto i muscoli c’è una solida impalcatura che sorregge il corpo, lo scheletro. Infatti, se lo scheletro non ci fosse, il corpo si affloscerebbe come un sacco vuoto.

Vediamo intanto come si chiamano le varie parti di cui si compone il corpo: la testa con gli occhi, il naso, la bocca, le orecchie. Nella testa è contenuto il cervello che possiamo considerare il motore della macchina. Abbiamo quattro arti, due braccia e due gambe rispettivamente con mani e piedi. E poi ancora il torace e l’addome. Nel torace sono contenuti i polmoni e il cuore, nell’addome l’intestino, il fegato e la milza.

Il corpo umano è una macchina meravigliosa con ingranaggi perfetti, ma, come tutte le macchine, ha bisogno di combustibile. Il combustibile della macchina – uomo si chiama pastasciutta, carne, verdura, frutta. L’uomo, per star bene, non deve mangiare sempre e soltanto gli stessi alimenti, ma deve mangiare di tutto. Caricata di combustibile la macchina – uomo produce energia, che ci permette di muoverci, di camminare, di lavorare.

La salute è il bene più prezioso della terra. L’uomo che ha perduto la salute , ha perduto un tesoro che tutte le ricchezze del mondo non potrebbero riacquistare.

L’uomo sano è l’uomo più ricco della terra. Egli può lavorare e col suo lavoro guadagnare tanto che basti a sè e alla sua famiglia. L’uomo malato, invece, vive del lavoro degli altri.

Il nostro corpo è ricoperto di pelle. Sotto la pelle ci sono i muscoli che sviluppano la forza per mezzo della quale l’uomo può lavorare. E sotto i muscoli c’è un solido sostegno: lo scheletro.

Cerca di mantenerti sano. I tuoi organi sono parti delicate e perfette del tuo corpo: conservali sani. La salute ti farà felice.

Nel corpo umano possiamo distinguere la testa. Nella testa è contenuto il cervello. Poi ci sono le braccia e le gambe, che sono gli arti. Nel tronco ci sono il torace, dove sono contenuti il cuore e i polmoni, e l’addome, dove si trovano intestino, fegato e milza.

La salute è un tesoro che non ha eguali in nessun tesoro della terra. Quando non c’è la salute, tutto perde di valore ai nostri occhi.

Il corpo umano è una macchina meravigliosa che, come tutte le macchine, ha bisogno di combustibile. Il combustibile della macchina uomo si chiama pastasciutta, carne, verdura, pane, frutta, latte.

Rispetta il tuo corpo!
La duchessa Anna di Francia (1462-1512) stava un giorno assistendo ad una partita di caccia quando udì dei gemiti quasi umani, e domandò chi gemesse in quel modo. Le fu risposto che erano gemiti di un ermellino che era stato accerchiato dai cacciatori.
La duchessa fece pochi passi e si trovò davanti a questa scena: un ermellino candidissimo, ormai accerchiato dai cacciatori, stava davanti all’acqua di uno stagno gemendo dolorosamente. Essa chiese: “Ma perchè non si salva gettandosi in acqua?”.
Le fu risposto che quelle bestiole sono gelosissime del loro candore e che, piuttosto di macchiarlo, preferiscono perdere la vita.
La duchessa fu talmente impressionata che fece incidere sul suo stemma le parole: “Potius mori quam foedari!” (Meglio morire che macchiarsi).

Come si difende il corpo

Ogni giorno il nostro corpo è invaso da miliardi di germi, molti dei quali possono provocare malattie e perfino la morte. Ciò nonostante ci conserviamo sani. Innumerevoli batteri e virus riescono a penetrare nel nostro organismo con il cibo che mangiamo, o con l’aria che respiriamo, o attraverso qualche ferita della pelle. Eppure ci conserviamo sani. Alcuni germi si stabiliscono permanentemente nella bocca, nel naso, nella gola o negli intestini, dove possono moltiplicarsi in modo incredibile. Ciò nonostante ci conserviamo sani. Che cosa ci protegge da questi assalti?

A poco a poco, durante secoli di studi, gli scienziati sono riusciti a scoprire che cosa accade. La nostra salute è protetta, essi affermano, da una serie ingegnosa di difese, disposte in profondità, come le linee successive di un esercito trincerato per respingere l’invasore.

Supponiamo, ad esempio, che una particella di polvere carica di microbi penetri nell’occhio. Con tutta probabilità non c’è alcun motivo di preoccuparsi. La superficie del globo oculare è costantemente bagnata da un liquido lacrimale, il quale contiene un antisettico detto lisozima, che uccide i batteri.

I germi che penetrano dal naso devono passare attraverso una complicata rete filtrante. La superficie delle vie nasali è mantenuta umida da un liquido mucoso che trattiene i germi. Se questi causano un’irritazione, sono espulsi con lo sternuto.

Cosa avviene nel nostro corpo quando ci facciamo una ferita,  sia pure un graffio? Dalla ferita alcuni microbi patogeni (cioè generatori di malattie) penetrano nel corpo. Il pericolo è tremendo perchè i batteri si moltiplicano con spaventosa rapidità e in breve tempo potrebbero invadere tutto l’organismo e anche ucciderlo.

Ma il nostro corpo si mette subito in allarme e un meraviglioso sistema di difesa entra immediatamente in azione. Migliaia e migliaia di globuli bianche (leucociti) accorrono, attaccano i batteri, li circondano e li distruggono.

Questo, quando i globuli bianchi (leucociti) contrattaccano in tempo e i  batteri non sono troppo numerosi e virulenti. Se invece i batteri resistono e riescono a moltiplicarsi uccidono le cellule dei tessuti. Allora i globuli bianchi non solo devono combattere i batteri, ma devono distruggere anche le cellule morte che potrebbero divenire pericolose per il corpo umano. In questa lotta tremenda, che ha come posta finale la salvezza o un grave danno per il corpo umano, molti globuli bianchi muoiono e si trasformano in pus. Ma da ogni parte accorrono sempre più numerosi rinforzi: i globuli bianchi arrestano così l’invasione; la bloccano in un punto (il foruncolo) impedendo che l’infezione si diffonda in tutto il sangue. In breve le cellule riparano i danni provocati dalla ferita e nel corpo cessa lo stato di allarme.

Molte volte però i batteri, appena entrano nel nostro organismo, emettono delle sostanze velenose, le tossine. Il tetano e la difterite sono alcune fra le malattie provocate da tossine batteriche. Il sangue allora, o meglio il siero del sangue, fabbrica subito del soldati capaci di attaccare le tossine nemiche: le antitossine. Questi anticorpi, così vengono chiamate le antitossine, combattono le tossine e spesso le vincono.
Molte volte però il sangue non riesce a fabbricare subito le antitossine. Ci vuole tempo. E le tossine batteriche hanno tutto il tempo per attaccare e vincere. Il corpo è costretto allora ad una lotta che può durare anche delle settimane.
Per aiutare il corpo nella lotta contro i batteri, i medici vaccinano, ossia iniettano nel sangue degli anticorpi (antitossine) già preparati, così il sangue ha già le antitossine pronte e può vincere l’attacco nemico.

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Poesie e filastrocche I CINQUE SENSI

Poesie e filastrocche I CINQUE SENSI una raccolta di poesie e filastrocche sui cinque sensi, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

La torta
Con gli occhietti la guardò.
con le dita la toccò,
col nasino l’annusò.
con la bocca la gustò:
con le orecchie poi sentì
che la mamma lo sgridò. (V. Gaiba)

 

La vecchina
Era una fila di dentini,
e tutti lucidi, bianchi, piccini.
Ne avea la bimba, oh, quanta cura,
se li lavava con l’acqua pura.
Due sul davanti ne perse un giorno
ed un gran pianto suonò d’intorno.
Ci fu che rise: “Buondì, vecchina!
Hai, nella bocca, la porticina.
Che non ti scappi qualche bugia!
Chiudi la porta, vecchina mia!”  (A. Cuman Pertile)

 

La bimba e l’acqua
C’era una bimba che aveva paura
dell’acqua pura.
Quando la mamma sua la lavava
sempre strillava.
Un giorno l’acqua la rispecchiò
e le parlò:
“Vedi sei brutta, sporca così,
lavati qui”.
La bimba allora si vergognò
e si lavò.  (A. Cuman Pertile)

 

 

I cinque sensi

Dice la vista: -Guarda lì Pierino
che magnifica torta inzuccherata!-
Dice l’olfatto: -Mettici il nasino
e sentirai Pierino mio che odore!-
E il gusto: – E’ buona, assaggiane un pochino-.
Pierino assaggia, ma col batticuore…
Infatti alla mamma va l’udito
e dice: -Senti, corri che c’è un gatto,
un gatto ladracchiolo-. Eh! Ha capito
Pierino a scapaccioni cos’è il tatto. (Zietta Liù)

 

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici sui cinque sensi

Dettati ortografici sui cinque sensi – una raccolta di dettati ortografici, di autori vari, per bambini della scuola primaria. Difficoltà ortografiche miste.

I sensi

I sensi sono cinque: vista, odorato, gusto, udito, tatto. Sappi mantenere sani gli organi dei sensi perchè con essi puoi godere le belle cose del creato.

La vista
la vista è un bene prezioso. Conservala meglio che puoi. Pensa alla sventura di chi è cieco, che non può vedere la bellezza della natura, il viso delle persone care.

L’occhio

L’occhio è la via della luce. Quando chiudi i tuoi occhi, anche per gioco, ti trovi avvolto nelle tenebre e il mondo non sembra esistere più attorno a te. Per mezzo degli occhi tu conosci il volto della tua mamma, del babbo, delle persone che ami di più. Con gli occhi tu cogli  i colori della natura, le forme infinite delle cose del mondo in cui vivi. Gli occhi ti permettono di leggere ciò che è stato scritto per te, ti permettono di allineare sul candido foglio il nitido segno delle parole che vuoi scrivere tu.
Che i tuoi occhi possano vedere sempre immagini di bontà e di bellezza!

L’occhio

Se ci guardiamo allo specchio, l’occhio appare come un globo che ha una parte bianca, umida e liscia, chiamata cornea. Il cerchietto scuro che vediamo al centro dell’occhio è la pupilla, un forellino la cui apertura è in parte variabile. La pupilla è circondata da un anello colorato detto iride, che può essere azzurro, marrone, verde, giallo, nero.

La superficie dell’occhio è tenuta sempre umida e pulita dalle ghiandole lacrimali, che emettono un liquido, non solo quando piangiamo. Le ciglia difendono gli occhi dal pulviscolo, mentre le sopracciglia impediscono che il sudore o un altro liquido scorra dalla fronte negli occhi.

E ora vediamo come l’immagine si forma nell’occhio. Ammettiamo che una candela accesa si trovi in una stanza buia. I raggi di luce che essa emette passano prima di tutto attraverso la cornea, che è trasparente; poi attraverso un liquido trasparente anch’esso (detto umor acqueo) e il foro che sta al centro dell’iride, giungono al cristallino. Questo è come una lente, che trasmette i raggi, attraverso un altro liquido detto umor vitreo, alla retina. Il cristallino, che sta dietro all’iride, appare nero, poichè non respinge i raggi di luce, ma li lascia passare.
Sulla retina l’immagine appare capovolta. Le immagini attraverso il nervo ottico sono trasmesse al cervello, il quale le percepisce, non più capovolte, ma nella giusta posizione.

L’udito
Il senso dell’udito ti permette di udire la musica, il soave canto degli uccellini, la voce della mamma. Ma con l’udito senti anche il rombo del tuono, lo scoppio di una bomba, lo stridio del treno sulle rotaie.

L’orecchio

Sentinella continuamente all’erta, il tuo orecchio ti avverte dei pericoli, richiama la tua attenzione, ti fa sentire che intorno a te si agita il mondo immenso delle cose, degli animali, degli uomini.
Con l’orecchio tu ascolti le parole di chi ti ama e ti guida, cogli l’armonia del canto e della musica, odi le mille voci della natura e il rumore degli strumenti che accompagnano la fatica dell’uomo.

L’orecchio

I suoni vengono raccolti da padiglione e, passando per il condotto, o canale uditivo, fanno vibrare il timpano, che trasmette la vibrazione agli ossicini. A loro volta gli ossicini trasmettono la vibrazione all’orecchio interno, il quale è un organo delicatissimo incassato ancor più profondamente nel cranio. L’orecchio interno è pieno di liquido, per cui le vibrazioni ricevute vi generano delle onde, che vanno ad eccitare delle terminazioni nervose e che vengono trasformate in impulsi inviati al cervello, in modo che noi possiamo sentire. In poche parole, nell’orecchio si riproduce la vibrazione e quindi il suono proveniente da un oggetto qualsiasi: da una limetta, dalla corda di un violino, da una moneta, e via dicendo.

Così, anche senza vedere, noi sappiamo se sulla strada transita un’automobile e da quale parte proviene la voce di qualcuno che ci chiama.

Una funzione dell’orecchio interno è quella di informarci sulla posizione della nostra persona, così da tenerci in equilibrio.

L’odorato
Il senso dell’odorato risiede nel naso. Questo senso ti permette di sentire i soavi odori dei fiori, i gustosi odori del cibo.

Il naso

Di quante cose ti avverte il tuo piccolo naso curioso! I profumi delicati dei fiori  ti insegnano ad amare la natura. Lo squisito profumo dei cibi più graditi e delle leccornie ti fa pregustare il piacere di mangiarle. Gli odori sgradevoli ti tengono lontano da ciò che ti potrebbe far male. Anche il naso, a suo modo, è una piccola sentinella.

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

L’autodettatura e la composizione

L’autodettatura e la composizione in prima classe, secondo il metodo globale: indicazioni pedagogiche, idee per l’insegnamento, esercitazioni ed esercizi e molto altro ancora.

L’autodettatura è un esercizio molto importante, soprattutto in prima classe, perchè implica, da parte del bambino, oltre all’attenzione per scrivere bene la parola, anche lo sforzo per trovarla. Inoltre questo esercizio va fatto in silenzio e ciò stimola l’attenzione e il rispetto reciproco.

L’autodettatura può essere fatta in più modi. Nei primi tempi, quando i bambini non sono ancora molto sicuri di sè e le parole che riescono a scrivere sono molto semplici, si potrà ricorrere alle illustrazioni con le quali è possibile graduare l’esercizio.

L’insegnante mostra un cartoncino rappresentante ad esempio il sole. I bambini guardano e, in silenzio, senza pronunciare il nome, scrivono la parola sole. Un cartoncino con l’illustrazione del mare. I bambini, in silenzio, scrivono mare.

Quando i bambini saranno più sicuri, si può ricorrere alla dettatura muta con vari oggetti. L’insegnante tira fuori dal cassetto un oggetto per volta: una penna, una bambolina, un giocattolo, un fiore… Può darsi che qualche bambino scriva “una bambola” o anche “una bambola bionda”. Se queste anticipazioni non portano inconvenienti, si lascia fare, ma se si vede che il bambino scrive ad esempio le parole attaccate, piuttosto che correggerlo è meglio semplicemente ricordare che la regola del gioco è scrivere soltanto il nome della cosa mostrata.

Nell’autodettatura si segue una certa gradualità. Questa gradualità non è relativa alla conoscenza delle consonanti che, col metodo globale sono presentate tutte insieme, ma dalla complessità della parola.
I primi esercizi saranno costituiti da parole bisillabe: pane, mano, casa, mela, topo,…
Successivamente passeremo ai dittonghi: fiore, uovo, sedia, ruota,…
In seguito le parole trisillabe: gelato, geranio, tavolo, barile, camino,…
Quando poi vorremo esercitare i bambini in una speciale difficoltà e attirare su questa la loro attenzione, ecco che i nomi conterranno quella particolare difficoltà:
per le doppie: letto, gatto, mucca, carro, sacco,….
per la q: aquilone, quadro, quaderno,…
E così di seguito: braccio, prato, treno, grano; scimmia, scialle, sciabola, prosciutto; agnello, gnomo, ragno, stagno; giglio, coniglio, pagliaio, maglia,…
Naturalmente bisogna avere un bel corredo di illustrazioni.

L’esercizio può anche essere variato: l’insegnante tiene in mano un’illustrazione, ma non la fa vedere ai bambini. Si limita a descrivere il soggetto: “E’ bianco, coperto di pelo, placido, ha le corna, tirava l’aratro,…” e i bambini dovranno scrivere in silenzio la parola bue. Quando tutti i bambini avranno scritto, l’insegnante mostrerà l’illustrazione e i bambini potranno controllare il loro lavoro. Questo gioco può essere anche condotto dai bambini stessi.

L’autodettatura può essere fatta anche come esercizio individuale. Distribuiamo alcuni cartellini, almeno cinque o sei per bambino. In questi cartellini ci saranno soltanto le illustrazioni. I bambini dovranno scrivere il relativo nome sul loro foglietto.

Il vantaggio dell’autodettatura è evidente: l’attenzione del bambino deve essere rivolta anche a cercare il nome che dovrà scrivere.

Possiamo poi dare al bambino una sola illustrazione, ad esempio di una casa, e lui dovrà scrivere tutti i nomi che derivano da casa: casina, casetta, casone, casupola, …

Oppure, e allora l’esercitazione è volta a un altro scopo, diamo un’illustrazione che rappresenta ad esempio il bue, e il bambino dovrà scrivere il nome degli animali che appartengono alla famiglia del bue: mucca, manzo, vitello, toro,…

Per questi esercizi di autodettatura si possono anche compilare delle schede che conterranno un’illustrazione rappresentante gli oggetti o gli animali di cui il bambino dovrà scrivere il nome: ad esempio una scheda con un’illustrazione di una stalla con tutti gli animali che vi abitano. Il bambino dovrà scrivere il nome di questi animali. Oppure una scheda con un’illustrazione che rappresenta un mazzo di fiori. Oppure una scenetta, e il bambino scriverà tutti i nomi degli oggetti, animali, persone rappresentati nella scenetta. Qualsiasi illustrazione può essere utile per questi esercizi.

Oltre all’autodettatura dei nomi, si potrà fare anche l’autodettatura degli aggettivi e dei verbi.

I bambini, imparando a leggere e scrivere col  metodo globale, compongono fin dalla prima parola che scrivono, perchè per loro nulla è meccanico, ma tutto viene da un lavoro di pensiero che è già composizione, o meglio espressione. Infatti, sopo aver passato i primi tempi a riprodurre e poi a scrivere spontaneamente il nome sulle schede e sui foglietti, saranno portati a scrivere le prime brevissime frasi, in principio magari limitate al solo nome e articolo…

La frase in disordine

Uno degli errori più comuni ai bambini, e non soltanto in prima classe, è quello di scrivere le parole attaccate. Si può cercare di ovviare a questo problema col gioco della frase in disordine.

Scriviamo le parole che compongono una frase in tanti pezzetti di carta, una per ogni pezzetto. Ad esempio: Il – sole – splende – nel – cielo.

I cartellini sono in disordine… chi sa ricomporre la frase?

continua nelle pagine seguenti (segui i numeri delle pagine):

Operazioni in colonna – Cartellini in bianco

Operazioni in colonna – Cartellini in bianco. Ho preparato queste schede in bianco per le operazioni in colonna. Ce ne sono con sole decine e unità, centinaia decine e unità, e migliaia centinaia decine e unità.

I colori sono quelli delle schede dei numeri Montessori.

I bambini le utilizzano liberamente per le loro esercitazioni, e poi le ripongono nel loro schedario individuale.

Operazioni in colonna

Cartellini pronti in formato pdf qui

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Operazioni in colonna

Dettati ortografici ESCLAMAZIONI

Dettati ortografici ESCLAMAZIONI – Una collezione di dettati ortografici per esercitare la scrittura delle esclamazioni, per la scuola primaria.

“Eh, via, non c’è bisogno di piangere!”.

“Ehi! Ehi! Dove andate? Non sapete che di qui non si può passare?”.

“Deh, siate generoso! Perdonatelo!”.

“Ohi! Ohi! Affogo!”, gridava il ragazzo, sentendosi mancare il respiro.

“Uh! che bestiaccia!”.

“Ahimè! La cosa è molto grave: bisognerà avvertire la mamma.”.

Ahi! Ma perchè non hai fatto attenzione? Mi hai pestato un piede.

Ehi, Emilio, giacchè sei qui, puoi darmi una mano nei preparativi o ti dispiace?

Ohi ohi, le cose si mettono male. Alberto è molto arrabbiato; ogni volta che sente parlare di Giovanni va in escandescenze. Eppure, fino a pochi giorni fa andavano d’accordo. Cosa sarà successo fra loro? Mah!

Toh, chi si vede!

Ah! Oggi sono stato proprio sfortunato!

Ahi! Non vedi che mi hai fatto male?

Sta attento ve’!

Oh, Gino, ti è piaciuto lo spettacolo?

(in costruzione)

Dettati ortografici ESCLAMAZIONI – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici APOSTROFO

Dettati ortografici APOSTROFO – Una collezione di dettati ortografici per esercitarsi con le parole con l’apostrofo, per la scuola primaria.

Non posso giocare all’aperto perchè piove.

Un’amica di Giorgio è ricoverata all’ospedale di Milano.

Tutti i bambini si ritroveranno nell’atrio della scuola.

Nell’acquario guizzano i pesci rossi.

Le lancette dell’orologio segnano le cinque.

Le orecchie dell’asino sono lunghe.

La visita dell’amico mi ha procurato tanta gioia.

L’aquila ha il nido sull’alto monte.

Sull’albero di Natale splendono le luci.

Dall’America sono partite grosse navi. Dall’alba al tramonto tutti lavorano.

Da’ retta a me e sarai contento.

Fa’ il tuo dovere.

Di’ sempre il vero quando ti si chiede qualcosa.

Va’ dritto per la tua strada se non vuoi essere importunato.

Da’ a lui quanto chiede.

Fa’ a me questo favore.

Sta’ a me vicina.

Fa’ in piacere di star zitto.

Va’ ad imbucare la lettera che ti ho dato.

Di’ che stia tranquillo.

Va’ a comprarmi un francobollo.

Quest’anno il tempo è stato abbastanza clemente.

Scarse le piogge di quest’autunno, brevi le apparizioni della neve quest’inverno.

Ricordo l’altro anno: quell’albero di pino si curvava perfino sotto il peso della neve.

Quell’angolo del cortile si era trasformato in un pantano.

Ricordate come quell’argine del canale avesse ceduto in seguito alla pioggia? In quell’occasione tutti ebbero paura e gli uomini dovettero abbattere quell’antico cascinale, che sorgeva proprio vicino all’argine. Tuttavia a quest’ora lo avranno già ricostruito un po’ più lontano.

C’era un giornale là, chi l’ha preso?

S’era stabilito così: c’era anche il papà quella sera, ora è impossibile cambiare l’ora.

S’è dimenticata che m’aveva promesso d’avvertirmi.

M’hai portato un bel libro da leggere quando sarò in campagna quest’estate?

Luisa, l’hanno consegnato a te quel pacco così pesante?

Vieni, e lascia che ti aiuti un po’.

Quand’egli t’indicò il cespuglio, vedesti dov’era nascosta la palla.

Sull’imbrunire c’incamminammo verso l’altro paese che s’intravvedeva sulla collina soprastante.

Un’ascia s’abbattè sul tronco dell’albero.

Quand’era stanco si riposava sui massi.

Ripreso il cammino spingeva avanti, quant’era possibile, lo sguardo.

Quand’era arrivato il treno io ero appena giunto alla stazione.

Quant’è bella la scena che ci offre la natura in questi giorni di primavera!

Raccolse tant’erba quant’era necessaria a mantenere le due mucche che aveva comprato.

E’ un bel cane, è il terz’anno che l’ho con me.

L’altr’anno l’ho incontrato durante le vacanze.

Anch’io gliel’ho detto di non tardare mezz’ora perchè non occorreva nient’altro.

Quand’ella verrà glielo dirò. Gliel’hai spiegato dov’è la casa di Giorgio?

Gliel’avevo detto quando partì.

Gliel’ho disegnato  proprio com’era.

Gliel’hanno detto appena è arrivato.

L’ho visto pallido e magro: dev’essere stato malato.

Gliel’hai detto che quella sera suo fratello s’era sentito male?

Se lui t’ha offeso ti chiederà perdono.

T’ho detto e t’ho ripetuto che io non so nulla.

M’è passato proprio davanti, ma non l’ho riconosciuto.

Adolfo è il conforto, l’aiuto, il sollievo della sua povera madre.

La lettera che t’invio v’apporterà nell’animo una dolce soddisfazione.

Questo o quest’altro per me fa lo stesso.

Chi loda se stesso s’imbroglia.

Quell’uomo non aveva una bella cera.

Quando tu m’hai detto quella cosa, io pensavo a tutt’altro.

Se t’avessi rimproverato avrei fatto meglio.

Quand’egli seppe la notizia, corse subito a riferirla alla mamma.

Ci accorgemmo ch’era tardi e c’impaurimmo.

C’incamminammo verso l’uscita, ma dovemmo girare mezz’ora per trovarla.

Il nonno m’ha raccontato una favola, ma tu dov’eri?

L’altr’anno durante le vacanze natalizie andai a sciare.

T’indicai l’uscita e tu te ne andasti mogio mogio.

Dettati ortografici APOSTROFO – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici ACCENTO

Dettati ortografici ACCENTO – Una raccolta di dettati ortografici per questa difficoltà di scrittura per la scuola primaria.

Mario uscì, passò il cancello, infilò la strada e corse finchè non ne potè più. S’era alzato tardi per andare a scuola. Suo fratello invece era già pronto, perchè s’era alzato presto. Entrò in cucina, mangiò tranquillamente, poi adagio s’avviò alla stazione. Quando il treno arrivò egli salì e partì per recarsi in città.

Là, sull’estremo orizzonte, dove nè la terra nè il cielo hanno precisi contorni, rimane per poco un chiarore rossastro: è l’ultimo saluto del dì che muore. Il sole, l’astro del giorno, dà un bacio al cielo prima che s’ingemmi di stelle, dà un bacio alla terra prima che si sprofondi nella quiete della notte. Il ricordo che di sè ci lascia è così dolce e così caro che le ore future saranno di rimpianto e d’attesa.

Non lo vidi nè a scuola nè in cortile e il giorno mi sembrò più lungo e più noioso. Andai anche  a cercarlo là, al solito posto accanto al cantiere, ma i compagni mi dissero che lì non era venuto. Uno aggiunse che forse suo padre se l’era portato con sè. “Sì”, intervenne un altro, “mi sembra proprio di averlo visto in automobile: si dirigevano verso la campagna”. Da mio fratello seppi poi che era vero. Tuttavia la sua assenza mi dà pensiero perchè è la prima volta che parte senza avvertirmi.

Da più giorni piove. Il temporale non ci dà tregua. Là, nell’angolo più basso del cortile, si è formata la più grande pozzanghera. La pioggia può cessare da un momento all’altro, ma è anche vero che ora vien giù come se non dovesse smettere mai. Ciò ci impensierisce perchè già lo scorso  anno avemmo un allagamento, che ci costrinse in casa tutto un dì. Nè io nè i  miei fratelli ci azzardammo ad uscire. Solo il giorno dopo il babbo ci portò con sè.

Ma ve lo devo proprio portare lì? Qui non c’è anima viva.

E’ più di là che di qua.

Non ti verrò mai più vicino.

 Dettati ortografici – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici DOPPIE

Dettati ortografici  DOPPIE – Una raccolta di dettati per la scuola primaria per questa difficoltà ortografica.

Il fumo esce dal camino. Quando fummo in cammino incominciammo a cantare.

Io sono stanco ed ho sonno.

Tutti sanno che chi è sano deve cercare di conservare la sua salute.

Nel mese di giugno le messi sono abbondanti.

Ada va a passeggio lungo le rive dell’Adda.

Entrai in casa e mi tolsi il cappello; m’accorsi allora che mio padre aveva un diavolo per capello.

Alla sera i pulcini vanno sotto l’ala della chioccia ed i fiori vengono portati nella serra.

In un vano della mia casa c’è una cassa di libri.

Una bella pecorella bela nell’ovile.

Spesso la mamma dice che ha speso troppo.

Nel vaso sono disposte alcune rose rosse di serra.

La sera giunge presto e la nonna serra al cuore il nipotino.

Giorgio gioca con la pala, Luisa invece preferisce divertirsi con la palla.

Sul nono gradino della scalinata c’era il nonno di Attilio.

Difficoltà ortografiche DIGRAMMI VARI

Difficoltà ortografiche DIGRAMMI VARI – Una raccolta di dettati ortografici per la scuola primaria.

La neve si scioglie e diventa acqua liquida.

I bambini non bevono i liquori.

Quella stoffa è di buona qualità.

Sul quadro c’è qualche macchia.

L’aquila è un uccello rapace.

Gli inquilini della casa sono tranquilli.

Lucia sa costruire gli aquiloni.

Quando tornerà la mamma?

C’era una grande quantità di neve.

Quattro spazzini spazzarono la strada.

Il nonno ha comprato quattro quintali di patate.

La quercia produce le ghiande.

L’acqua è indispensabile per la vita dell’uomo, delle piante, degli animali.

In cucina c’è l’acquaio.

Scende un’acquerugiola noiosa.

Che acquazzone!

Quel panettone fa venire l’acquolina in bocca.

In Sardegna c’è un grande acquedotto.

Nell’acqua vivono i pesci.

Scendendo le scale Mario scivolò.

Non sciupare i libri.

Un ragnetto ha tessuto la ragnatela nel cavo di una pigna.

La magnolia offre dei fiori bellissimi.

Quando compio il mio dovere, poi ho la coscienza tranquilla.

I soldati mangiano la pagnotta.

Emilio si è bagnato giocando presso lo stagno.

Ho fasciato un dito, perchè mi sono tagliato.

L’agnello belava nel prato.

I fogli del quaderno sono rigati.

Il pesce è fresco.

I cuochi sono i re della cucina.

Quando piove calzo un paio di scarpe di cuoio.

Quel banchiere riscuote le somme di denaro.

Sul taccuino ho segnato il numero di telefono di Giovanni.

Ci fu un tempo in cui i merli erano tutti bianchi e facevano il nido in gennaio. Una merla sbeffeggiava il gennaio così: “E’ la sera del ventotto. Tu stai per andartene. Ah ah! Le tue minacce non m’impauriscono più!”. Ma ecco la vendetta di gennaio ! Negli ultimi tre giorni del suo regno accumulò un freddo intensissimo. L’infelice merla dovette rifugiarsi, soi suoi figli, su su in un camino fuligginoso. Da allora i merli divennero neri e gli ultimi tre giorni di gennaio sono sempre rimasti i più freddi dell’anno.

Quando ho affermato che l’acqua occupa i quattro quinti del globo, tu non l’hai creduto. Eppure l’acqua, come l’aria, è ovunque. Ha il suo proprio luogo negli oceani, nei mari, nei laghi, nei fiumi, sotto terra, ma in notevole quantità la troviamo anche in tutti i corpi che hanno vita.Hai mai osservato una vite potata? L’esile tralcio tagliato è diventato una piccola fontanella da cui gocciolano stille lucentissime: le lacrime della vita. I vegetali ne hanno in quantità copiosa e non poca è all’interno del nostro corpo e di quello degli animali.

Un contadino aveva quattrocento monete d’argento. Andò al  mercato e comprò delle pecore. Gliene dettero una ogni cinque monete. Tornando si trovò a dover passare un fiume gonfio d’acqua per una gran pioggia ch’era venuto giù. Sulla riva c’era una barchetta così piccina che potevano entrarci il contadino e una pecora per volta. Cominciò dunque il pover’uomo a passare con una pecora… Ma qui il narratore di questa novella tacque. “E dopo?” gli chiesero gli ascoltatori. “Dopo? Lasciamo prima passare tutte le pecore; quando saranno passate seguiterò.

Nella famiglia ognuno ha le affettuose e sollecite cure dei genitori, nella scuola tutte le attenzioni del maestro che ci istruisce e ci educa. Che possiamo desiderare di più? Oh, pensiamo a tanti bambini che non hanno nè le carezze dei loro cari, nè le gioie serene di una vita tranquilla: nulla di tutto quanto può alleviare le sofferenze inevitabili della vita, nulla di ciò che la rende bella.

In inverno c’è sempre molta nebbia.

Saremo promossi se se lo meriteremo.

Il pavimento si pulisce con la cera.

Alla festa c’era anche il direttore della scuola.

M’ha detto che quand’anche io gli avessi fatto questo torto, egli m’avrebbe perdonato.

Difficoltà ortografiche DIGRAMMI VARI – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici SE SE’ S’E’, SERA S’ERA, uso di E’ ed E

Dettati ortografici – SE SE’ S’E’, SERA S’ERA, uso di E’ ed E – una raccolta di dettati ortografici su queste difficoltà di scrittura per la scuola primaria.

Se mi dirai la verità io ti perdonerò.

Egli aveva condotto con sè il fratello.

Antonio s’è dimenticato d’avvertirci.

Egli s’era trovato lì per caso sabato sera.

Egli s’era impegnato a fare tutto da sè.

Tutta la sera non ha fatto che piovere.

S’era sbucciato un po’ il ginocchio sinistro.

Tutti aspettavano con ansia quella sera. L’egoista non pensa che a sè.

A me piacciono i fiori. M’è caro il tuo ricordo. Vieni da me oggi.

Lo zio Nino ha mandato un bellissimo dono per te. T’è piaciuto il dono dello zio Nino?

Questa fiaba m’è piaciuta molto, e a te?

La pianta del tè è coltivata nei paesi caldi.

Preferisci bere il caffè o il tè?

Questa mattina al mercato m’è parso di vedere tua cugina.

A me e a te non piace il tè.

M’è passato proprio davanti, ma non l’ho riconosciuto.

S’era fatto buio e per le strade non c’era più nessuno.

Quant’è faticoso il lavoro compiuto contro la nostra volontà!

L’avevo detto che di te non c’è da fidarsi!

S’era fatto sera improvvisamente.

Dov’eri che ti ho cercato per tutta la sera?

Una vera fortuna non aver trovato la nebbia quella sera.

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici SC GN GL

Dettati ortografici SC GN GL  – una raccolta di dettati su queste difficoltà ortografiche per la scuola primaria.

La scimmia si diverte dondolandosi ai rami di un albero.

Il pesce  spada è molto pericoloso.

I coniglietti dello zio hanno il pelo bianco.

Non sciupare i fogli del quaderno.

La campagna è spoglia.

Le foglie dell’abete resistono al freddo dell’inverno.

Che sciocchezza!

Il pastorello raccoglie le pigne.

Gli scoiattoli sono in letargo.

Nella bottiglia non c’è più latte.

Arturo ha sciupato il suo libro di favole.

Le lavandaie sciorinano i panni al sole. Il giglio è candido.

Ogni medaglia ha il suo rovescio.

Sulla soglia di casa tutta la famiglia attendeva la zia. Io e Iei abbiamo passeggiato sotto il viale dei tigli.

I gladiatori combattevano nel circo con le fiere.

Maglione, fogliame, tovaglia, voglia, paglia, aglio, pagliaio, foglia, meglio, scegliere, coniglio, figli, conchiglie, tiglio, miglio, pagliericcio, scoglio, bottiglia, foglio, sveglia, sbadigliare.

Bagno, ragno, cigno, legno, regno, sogno, gnomo, guadagno, agnello, falegname, campagna, cicogna, lasagne. prugne, stagno, signore, compagno, maligno, ragnatela, insegnante, mugnaio, pugno, usignolo, lagna.

DETTATI ORTOGRAFICI – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici GLIA LIA, GLIO LIO

Dettati ortografici GLIA LIA, GLIO LIO – Una collezione di dettati per la scuola primaria per queste difficoltà ortografiche.

La zia Gigliola nel mese di luglio venne con un naviglio dall’Australia, e visitò i suoi parenti in Italia.

C’era la bella Lilia che aveva lunghe ciglia, la cuginetta Amalia che lavorava a maglia, la sorellina Aurelia che all’alba era già sveglia, mentre il cugino Emilio faceva uno sbadiglio.

Il nipote Basilio si curava col tiglio, ed il bisnonno Giulio preparava un intruglio.

La cognatina Clelia infornava una teglia, ed il prozio Aurelio sceglieva sempre il meglio. Il piccolo Virgilio giocava col coniglio e col cagnetto Ollio sul prato di trifoglio.

La cameriera Cecilia, pulita la fanghiglia, ritornava in famiglia. Partiva per la Puglia e arrivava in Sicilia.

Prima di ripartire, zia Gigliola posò per una statua di scagliola: prima di ritornare in Australia col naviglio, la regalò alla balia che amava la cianfrusaglia.

Molti furono costretti a vivere in esilio per sfuggire alle vendette dei tiranni.

Il figlio del signor Guglielmo si chiama Giulio.

Clelia coltivava con amore una bella pianta di dalia.

Stamattina Aurelio spedì un vaglia al proprio figlio che viveva sull’isola del Giglio.

L’olio di oliva è un ottimo condimento.

Gli uccelli si nutrono di miglio, di insalata, di frutta e di insetti.

La mia balia è una donna della campagna romana.

Mentre lavoravo mi è sfuggita una maglia.

Attilio se ne stava tranquillamente seduto su uno scoglio.

DETTATI ORTOGRAFICI – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici CA CU CO CHE CHI, GHE GHI GE GI

Dettati ortografici CA CU CO CHE CHI, GHE GHI GE GI – Una raccolta di dettati per la scuola primaria per queste difficoltà ortografiche.

Nella gabbia grande canta un canarino giallo. Il gelo di questi giorni è intenso: ha fatto ghiacciare anche la fontana dei giardini pubblici.

La chiave è nella serratura e la porta è chiusa.

Chi parla troppo, sbaglia; chi parla poco, pensa.

Il cielo è nebbioso.

Giochiamo in cerchio.

Giorgio e Amerigo sono amici. Anche Giovanna ha due amiche.

Gli occhiali del nonno sono rotti.

Chiediamo a Maria se ha visto i bachi.

I bruchi sono degli animaletti.

Alla mamma ho dato un bacio affettuoso.

Sai giocare a bocce?

Nel legno ci sono alcuni buchi.

Gli aghi sono appuntiti.

Il lago di Como è incantevole.

Le ghiande piacciono ai porcellini.

Col fuoco si fa un bel rogo.

Il vento mugghia.

Pagheremo domani il droghiere.

Chi dorme come un ghiro?

La marmotta è in letargo.

Ca cu co H no; che chi H sì!

Cotone, casetta, custode, chiave, nacchere, cuscino, colorificio, cartella, chiesina, maccheroni, costoso, cullare, canestro, cuore, bocche, chiudere, inchiostro, castagna, commercio, racchiuso, immacolato, boccone, vacchiette.

Ga gu go H no, ghe ghi H sì!

Gavetta, guscio, goloso, margherite, ghiottone, gastronomia, rugoso, guercio, ghette, maghi, gas, guizzare, spigolo, ghianda, arguto, magro, ghirlanda, regata, gomma, gufo, vaghe, lago, rughe, righetto, gattino, rogo.

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici S Z

Dettati ortografici S Z – Dettati per la scuola primaria per questa difficoltà ortografica.

In classe c’è silenzio. Che bellezza, ho ritrovato il mazzolino di fiori!

Dovevo studiare la lezione, ora devo eseguire le addizioni.

La visione del tramonto del sole è sempre bella.

La provvidenza pensa a tutto.

L’aviazione italiana è valorosa.

La tazza è rotta.

Le tasse vanno pagate subito.

(in costruzione)

 

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

 

Dettati ortografici SCI SCE

Dettati ortografici SCI SCE – Una raccolta di dettati per la scuola primaria per queste difficoltà ortografiche.

Gli sciatori scendono sulla neve con gli sci, e scendono veloci sulla discesa. Chi invece non sa sciare, scivola sul ghiaccio con gli schettini o scende dall’altro con slitte e slittini gridando: “Pistaaa!”. Attenti però a non schiantarsi sui tronchi scendendo troppo veloci.

Fruscio, frusciare, frusciante, nascere, nascita, pascere, uscio, uscire, ruscello, ruscellare, sciolto, sciogliere, sciabola, asciugare, asciugamani, asciugatoio, asciutto, sciupare, sciupone, sciupato, sciame, sciamare.

Guscio, uscio, scintilla, conoscere, pescecane, scenata, sconosciuto, ambasciata, scimmiotto, nascere, scegliere, sci, sciare, scenario, scioperato, visceri, scialle, conosciuto, maresciallo, sciacallo.

Pesce, fascia, scialle, prosciutto, cuscino, sciabola, fascio, coscia, ruscello, sciatore, scimmia, ascia, uscio, sciarpa, liscio, scendere, guscio, scena, sciame, sciocco, sciupare, pescivendolo, asciugamano.

La scimmia è un animale che imita tutto ciò che vede fare agli uomini. Che animale sciocco!

Via le galline dal campo di grano. Sciò sciò! La massaia le scaccia, ma quelle tornano sempre.

Un pesciolino nuotava nel ruscello. Un giorno quel pesciolino volle arrivare fino al mare. Come finì il pesciolino?

Una biscia è nel fosso. Non aver paura della biscia. Essa non è velenosa come la vipera.

Il pescatore scambiò Pinocchio per un pesce e per poco non lo mise  in padella a friggere con gli altri pesci.

La scimmia è un animale scioccherello. Sa imitare i gesti degli uomini e si dà, per questo, molte arie.

Il ruscello corre fra le erbe e i fiori, cantando la sua canzone. E’ un ruscelletto gaio che fruscia allegramente.

Lo sciatore scivola sulla neve. Ma ad un tratto, povero sciatore! Non scivola più. Ha fatto un bel ruzzolone.

Pesce, fascia, scena, scimmia, sciopero, cuscino, biscia, scellerato, sciocco, sciatore, fasciatura, scena, scimmietta, strisce, discesa, scenario, uscita, scettro, mascella, sciame, sciatrice, cuscinetto, sciarpa.

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici R

Dettati ortografici R – Una raccolta di dettati per la scuola primaria per questa difficoltà ortografica.

Padre, madre, freno, prato, drago, grillo, brocca, freddo, infreddolito, freddoloso, raffreddore, fragile, labbra, drago, febbre, febbricitante, febbrone, cresta, frastuono, fabbrica, trappola, intrappolare, braccio, abbracciare, ombrello, ombrellaio, ombrellone, ombrellino, maglieria.

Strada, stradina, stradone, istradare, stradino, straniero, stramazzare, strillo, strillare, strillone, sgranare, tromba, strombettare, trombettiere, spruzzo, spruzzare, sprizzare, crosta, scrostare, crostata, crema, scremare, strutto, struggere.

(in costruzione)

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici e filastrocche per la Q

Dettati ortografici e filastrocche per la Q – una raccolta di dettati per la scuola primaria per questa difficoltà ortografica.

Questa è la storia di un’anatra con quattro anatrini che si chiamavano Qua, Que, Qui e Quo. Tutti i giorni, quando mamma anatra li chiamava perchè andassero a tuffarsi con lei nell’acqua dello stagno, doveva starnazzare un bel po’ e urlare a squarciagola, perchè Qua era lento, Que era pigro, Qui era distratto e Quo dormiva sempre. Infine, quando Qua, Que, Qui e Quo si mettevano in fila, l’anatra li portava a tuffarsi nell’acqua quieta dello stagno.

Giorni fa venne qui da noi quel birichino di Quadrio. Indossava, come sempre quando piove, quel suo giubbetto di cuoio scuro. Disse che era di ritorno da scuola: infatti aveva con sè alcuni quaderni. Stette alquanto in cucina a disturbare Maria, la vecchia cuoca. Questa, che stava cuocendo la cena, prima gli promise quattro scappellotti, poi lo spruzzò d’acqua e infine fece l’atto di percuoterlo col mestolo che teneva in mano.

Quaranta, quaresima, quaderno, equestre, liquido, cinquanta, eloquenza, quadrupede, questura, quiete, questore, quercia, pasqua, liquefatto, quoziente, quasi, aquilino, quaglia.

Aquilone, quaderno, qualità, quantità, cinquanta, quadro, squillo, Pasqua, quattro, soqquadro, quattrini, quadrupede, liquirizia, squame, squadra.

Qua qua, fanno le anatre grasse e tranquille. E vanno verso la pozza fangosa dove troveranno squisiti bocconi.
Un bellissimo aquilone vola alto alto nel cielo tranquillo. E’ un aquilone di carta azzurra e ha una coda con quattordici anelli.

L’aquila volava in alto in alto. Disse un aquilone: “Arriverò fino all’aquila se il vento mi aiuta!”. Ma l’aquilone non arrivò fino all’aquila. Era soltanto un aquilone di carta.

Quanti passeri nel bosco! Dicono ai fratellini: “Qui! Qui!” Venite qui! Troverete da mangiare!”.

Qua qua, fa l’anatra ai suoi anatroccoli. “Venite qua”. E li porta a una pozza fangosa dove gli anatroccoli sono felici di nuotare.

Quattro uccellini sono sul ramo e cantano tutti: “Ci! Ci!”. Quattro bambini li guardano e sospirano. Dicono: “Venite da noi, uccellini. Ci divertiremo insieme.”

Aquila, aquilone, aquilotto, quaderno, quattro, cinquanta, soqquadro, squattrinato, qualità, quantità, squillare, liquore, squallido, squadra.

Liquore, quoto, aquila, quattro, quadro, questo, aquilone, cinque, questua, quindici, quotidiani, quarto, quando, quasi, quello.

Il vecchio nano Q, sta sempre con la U
ma vuole ancor di più.
Dice: “Soltanto in tre, si sta come dei Re”
Allora una per volta, chiama O A I E
e finalmente canta: qui quo qua e questa è que.

Ecco qui quattro fratelli, tutti belli questi e quelli
li ritrovai tali e quali, nei quaderni e nei quintali
nei quattrini e nei querceti, in quaranta bimbi inquieti
presso l’aquila che ruota, quando scende a bassa quota
nella quaglia e nel questore, non li trovi invece in cuore
nella scuola oppur nel cuoco, che cucina accanto al fuoco.

Qua… que… qui… quo…
or succede un qui-pro-quo…
perchè in cuor la q non va,
ma ci vuole in qualità,
in querela, in questo, in quello,
e nel quattro e nel quaranta,
e nella quaglia che vola e canta,
ed in quindici, e in Quirino
nella squadra e nel quattrino,
e in soqquadro che, per cose sue,
invece d’una ne vuole due!
Zietta Liù

Filastrocca del qui e del que
Filastrocca del qui e del que:
bimbi cari venite da me.
Filastrocca dei qui e del qua:
bimbi cari vi piacerà.
C’è un quaderno con tanti quadretti,
c’è un bel quadro con quattro angioletti,
c’è una squadra di soldatini,
ci sono cinque vispi bambini.
Corron di qua, saltan di là:
presto la casa a soqquadro sarà.

Il quaderno della Q
Il quaderno della Q
è un quaderno un poco matto:
se tu scambi C con Q
ahi! ti buschi un brutto quattro,
perchè in cuor la Q non va,
ma ci vuole in qualità.
Vuol la C il signor cuoco,
vuol la Q squadra per far gioco.
Con la C si va in cucina.
Pippo a scuola stamattina
ha imparato la lezione:
che soqquadro è un gran padrone
che si scrive con due Q.
Che pasticcio, dimmi tu!

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici MB MP

Dettati ortografici MB MP – una raccolta di dettati per la scuola primaria per queste difficoltà ortografiche.

In novembre e dicembre le foglie cambiano colore e cadono. Solo i sempreverdi sembrano avere compassione dei bambini e le trattengono, così campi e giardini sono meno tristi e brulli. Poi di neve imbiancano e a primavera i rami spogli si riempiono di nuove foglioline, che offrono la loro ombra alle prime campanule.

Tempo, temporale, temporalesco, tempesta, bomba, rimbombo, lampo, lampeggiare, lampada, bimba, bambola, gamba, ambizioso, impaurito, impaurire.

Carluccio rompe tutto; dopo è scontento, rimpiange i giocattoli che ha rotto e tenta di farseli ricomprare. Chi ha accompagnato quel bambino dal dentista? Giulia esce di casa per tempo per venire a scuola; per la via ode un rombo; leva il viso e vede un aeroplano che solca il cielo limpido: pare una rondine lucente.

Imbuto, piombo, bambina, gamba, lombrico, bombardiere, ambo, imberbe, imbarcare, timbro, imboccare, imbroglio, tombola, ombra, tomba, ombrello, tombino, ombroso, bambagia, imbrunire, gambero.
Pompiere, rompere, impigliare, impacco, limpido, empio, impedire, ampio, campana, rampante, rimpianto, completo, camposanto, zampone, campagna, lampione, campione, zampogna, impossibile.

Spugna, bisogno, castagna, bagnino, guadagnare, fogna, carogna, legnaia, prugna, cognato, castagnaccio, gnocco, ingegnoso, sognatore, signorina, regnante, segno, cagnolino, vigna, zampogna.

Temporale, bimba, rimbombo, bambino, ambizioso, impaurito, rombo, lambire, ambo, impetuoso, lampeggiare, tempo.

Un bambino aveva avuto in dono una tromba e suonava tutto il giorno. Diceva la mamma: “Bimbo mio, tu mi farai diventare sorda!”.

Una bambina aveva avuto in dono una bella bambola. Diceva quella bambina: “Ti voglio tanto bene. Tu sei la bambola del mio cuore”.

Mario ha voluto che ti regalassero un ombrello. Ora piove, ma il bambino non può uscire. Dice Mario: “Che cosa me ne farò di un ombrello se poi non posso uscire quando piove?”.

Quando fa il temporale, il cielo è buio e tempestoso, i lampi rischiarano la terra, cade la pioggia, il tuono rimbomba.

Un bambino era molto pauroso. Si impauriva del rimbombo del tuono, del chiarore dei lampi, aveva paura del buio. Quel bambino non aveva affatto coraggio.

Rampa, pompa, bambino, lamp, rombo, campo, lombo, tampone, cambiare, zampa, tomba, impaccare, imbottire,  impostare, lembo, tempo, cambio, temporale, impiego, imparare, rimborso, bomba.

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Dettati ortografici GN

Dettati ortografici GN – una raccolta di dettati per la scuola primaria su questa difficoltà ortografica.

Un Re aveva dimenticato nel bosco una pigna d’oro. La vide uno gnomo che pensò di impossessarsene. Chiamò in aiuto il ragno che si mise a tessere intorno alla pigna una ragnatela d’argento… (da completare coi bambini)

Agnello, gnocchi, ignorante, ingegno, ingegnere, ingegnarsi, bagno, bagnarsi, pugno, impugnare, impugnatura, vergogna, sostegno, impegno, legno, legnata, legnaia.

Ragno, lavagna, pigna, cigno, agnello, ragnatela, pugno, legno, vigna, falegname, ignorante, legnata, bagnare, vergogna, sostegno, gnocchi, castagna, cagnolino.

Un ragno era pieno di appetito. Fabbricò la sua ragnatela in un angolo della stanza. Arrivò una mosca, si posò sulla ragnatela. Il ragno se la mangiò.

L’agnellino ha perduto la sua mamma e bela. Chi aiuterà il povero agnellino? La sua mamma ha sentito il suo pianto e corre da lui.

Lo gnomo è un nanetto che vive nei boschi. Ha la sua casina dentro un fungo. Lo gnomo ha una lunga barba bianca e il cappuccio rosso.

Un agnellino bianco e ricciuto giocava fra l’erba. Un giorno, si allontanò dalla sua mamma. Venne il  lupo e se lo mangiò.

Il falegname lavora il legno. I mobili della tua casa sono di legno. Sai scrivere il loro nome?

Agnese ha mangiato troppe castagne e ora dorme, ma il suo sonno non è tranquillo. Fa dei brutti sogni. Sogna l’orco e le streghe. Troppe castagne, Agnese!

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