Analisi logica Montessori: quarta presentazione dei complementi indiretti. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Analisi logica Montessori: quarta presentazione dei complementi indiretti
Materiale: – frasi preparate – Scatola per l’analisi logica Montessori B1d un cerchio rosso con la scritta PREDICATO un cerchio nero grande (per il soggetto) un cerchio nero medio (per il complemento oggetto o diretto) un cerchio arancio piccolo (per i complementi indiretti) una freccia nera con la scritta: SOGGETTO una freccia nera con la scritta: COMPLEMENTO OGGETTO O DIRETTO una freccia arancio con la scritta: COMPLEMENTI INDIRETTI.
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Analisi logica Montessori: quarta presentazione dei complementi indiretti Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già imparato come si analizza una frase”. Ricapitoliamo insieme quello che abbiamo imparato – diciamo: “Oggi faremo una nuova attività con le frasi” – mettiamo sul piano di lavoro il materiale elencato sopra – scegliamo una frase, ad esempio MARTA INDOSSA LA SCIARPA COL BERRETTO – chiediamo ai bambini di leggere la frase. Mettiamo la frase al centro del piano di lavoro – chiediamo: “Qual è il predicato?”. I bambini rispondono: “Indossa” – chiediamo a un bambino di ritagliare la parola dalla frase – mettiamo il cerchio rosso al centro del piano di lavoro e mettiamo il verbo INDOSSA sul cerchio rosso
– diciamo: “Chi è che indossa?”. I bambini rispondono: “Marta”. Diciamo: “Marta è il soggetto” – diciamo: “Ora metteremo la parola MARTA sul simbolo del soggetto, il cerchio nero grande” – mettiamo il cerchio grande nero a sinistra del cerchio rosso. Mettiamo la freccia nera SOGGETTO tra i due cerchi, in modo che punti verso il cerchio nero
– chiediamo: “Marta indossa cosa?”. I bambini rispondono: “La sciarpa” – diciamo: “Ora metteremo le parole LA SCIARPA sul simbolo del complemento oggetto o diretto, cioè sul cerchio nero medio” – mettiamo il cerchio nero medio a destra del cerchio rosso e mettiamo il complemento oggetto LA SCIARPA sul cerchio medio nero – mettiamo la freccia nera COMPLEMENTO OGGETTO O DIRETTO tra i due cerchi, in modo che punti verso il cerchio medio nero
– chiediamo: “Marta indossa la sciarpa con che cosa?”. I bambini rispondono: “COL BERRETTO” – diciamo “COL BERRETTO è il complemento indiretto” – mettiamo le parole COL BERRETTO sul simbolo che rappresenta i complementi indiretti, cioè il cerchio arancio piccolo” – mettiamo il cerchio arancio piccolo un po’ più in alto rispetto al cerchio rosso e a destra – mettiamo la freccia arancio COMPLEMENTI INDIRETTI tra il cerchio rosso e il cerchio arancio piccolo in modo che punti verso il cerchio arancio
– invertiamo l’ordine delle parti della frase in tutte le possibili combinazioni. Solo l’ordine di partenza risulterà quello corretto – ricostruiamo la frase – i bambini lavoreranno con il materiale da soli dopo la presentazione – i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica – nei giorni seguenti i bambini comporranno loro frasi e le analizzeranno col materiale.
Analisi logica Montessori: quarta presentazione dei complementi indiretti Scopo: – comprendere la relazione che c’è tra il predicato (verbo) e le famiglie del nome del soggetto, del complemento oggetto o diretto e dei complementi indiretti. – introdurre la nuova freccia con la scritta COMPLEMENTI INDIRETTI.
Dalla scatola ci serviranno: un cerchio rosso con la scritta PREDICATO un cerchio nero grande (per il soggetto) un cerchio nero medio (per il complemento oggetto o diretto) un cerchio arancio piccolo (per i complementi indiretti) una freccia nera con la scritta: “chi è che?… che cosa è che?…” su una facciata e la scritta SOGGETTO sull’altra una freccia nera con la scritta: “chi? che cosa?” su una facciata e la scritta COMPLEMENTO OGGETTO O DIRETTO sull’altra una freccia arancio con la scritta: “…chi? …che cosa?” su una facciata e la scritta COMPLEMENTI INDIRETTI sull’altra.
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già imparato come si analizza una frase”. Ricapitoliamo insieme quello che abbiamo imparato – diciamo: “Oggi faremo una nuova attività con le frasi” – mettiamo sul piano di lavoro il materiale elencato sopra – scegliamo una frase, ad esempio ANTONIO HA PREPARATO UNA TORTA PER CARLOTTA
– chiediamo ai bambini di leggere la frase. Mettiamo la frase al centro del piano di lavoro – chiediamo: “Qual è il predicato?”. I bambini rispondono: “Ha preparato” – chiediamo a un bambino di ritagliare la parola dalla frase – mettiamo il cerchio rosso al centro del piano di lavoro e mettiamo il verbo HA PREPARATO sul cerchio rosso
– diciamo: “Chi è che ha preparato?”. I bambini rispondono: “Antonio” – diciamo: “Ora metteremo la parola ANTONIO sul simbolo del soggetto, il cerchio nero grande” – mettiamo il cerchio grande nero a sinistra del cerchio rosso. Mettiamo la freccia nera con le domande ‘chi è che?… che cosa è che?…’ tra i due cerchi, in modo che punti verso il cerchio nero e voltiamola dalla parte in cui è scritto SOGGETTO
– chiediamo: “Antonio ha preparato cosa?”. I bambini rispondono: “Una torta” – diciamo: “Ora metteremo le parole UNA TORTA sul simbolo del complemento oggetto o diretto, cioè sul cerchio nero medio” – mettiamo il cerchio nero medio a destra del cerchio rosso e mettiamo il complemento oggetto UNA TORTA sul cerchio medio nero – mettiamo la freccia nera con le domande ‘chi? che cosa?’ tra i due cerchi, in modo che punti verso il cerchio medio nero e voltiamola dalla parte in cui è scritto COMPLEMENTO OGGETTO O DIRETTO
– chiediamo: “Antonio ha preparato una torta per chi?”. I bambini rispondono: “Per Carlotta” – diciamo “PER CARLOTTA è un complemento indiretto” – mettiamo le parole PER CARLOTTA sul simbolo che rappresenta i complementi indiretti, cioè il cerchio arancio piccolo” – mettiamo il cerchio arancio piccolo un po’ più in alto rispetto al cerchio rosso e a destra – mettiamo la freccia arancio con le domande ‘…chi? …che cosa?’ tra il cerchio rosso e il cerchio arancio piccolo in modo che punti verso il cerchio arancio, poi voltiamo la freccia dal lato che porta la scritta COMPLEMENTO INDIRETTO
– invertiamo l’ordine delle parti della frase in tutte le possibili combinazioni. Solo l’ordine di partenza risulterà quello corretto – ricostruiamo la frase – i bambini lavoreranno con il materiale da soli dopo la presentazione – i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica – nei giorni seguenti i bambini comporranno loro frasi e le analizzeranno col materiale.
Analisi logica Montessori: terza presentazione dei complementi indiretti Scopo: – comprendere la costruzione della frase – comprendere la relazione che c’è tra il predicato (verbo) e le famiglie del nome del soggetto, del complemento oggetto o diretto e dei complementi indiretti. – introdurre la nuova freccia con la scritta COMPLEMENTI INDIRETTI.
Analisi logica Montessori: terza presentazione dei complementi indiretti Età: – dai 9 ai 12 anni.
_________________ Analisi logica Montessori: terza presentazione dei complementi indiretti
un cerchio rosso con la scritta PREDICATO un cerchio nero grande (per il soggetto) un cerchio nero medio (per il complemento oggetto o diretto) un cerchio arancio piccolo (per i complementi indiretti) una freccia nera con la scritta: “chi è che?… che cosa è che?…” una freccia nera con la scritta: “chi? che cosa?” una freccia arancio con la scritta: “…chi? …che cosa?”
Analisi logica Montessori: seconda presentazione dei complementi indiretti Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già imparato come si analizza una frase”. Ricapitoliamo insieme quello che abbiamo imparato – diciamo: “Oggi faremo una nuova attività con le frasi” – mettiamo sul piano di lavoro il materiale elencato sopra – scegliamo una frase, ad esempio LA NONNA HA REGALATO UNA PALLA A GAIA
– chiediamo ai bambini di leggere la frase. Mettiamo la frase al centro del piano di lavoro – chiediamo: “Qual è il predicato?”. I bambini rispondono: “Ha regalato” – chiediamo a un bambino di ritagliare la parola dalla frase – mettiamo il cerchio rosso al centro del piano di lavoro e mettiamo il verbo HA REGALATO sul cerchio rosso
– diciamo: “Chi è che ha regalato?”. I bambini rispondono: “La nonna” – diciamo: “Ora metteremo le parole LA NONNA sul simbolo del nome che rappresenta la persona che esegue l’azione, il cerchio nero grande” – mettiamo il cerchio grande nero a sinistra del cerchio rosso. Mettiamo la freccia nera con le domande ‘chi è che?… che cosa è che?…’ tra i due cerchi, in modo che punti verso il cerchio nero
– chiediamo: “La nonna ha regalato cosa?”. I bambini rispondono: “Una palla” – diciamo: “Ora metteremo le parole UNA PALLA sul simbolo del nome che rappresenta la cosa che riceve l’azione, cioè sul cerchio nero medio” – mettiamo il cerchio nero medio fino a destra del cerchio rosso e mettiamo il complemento oggetto UNA PALLA sul cerchio medio nero – mettiamo la freccia nera con le domande ‘chi? che cosa?’ tra i due cerchi, in modo che punti verso il cerchio medio nero
– chiediamo: “La nonna ha regalato una palla a chi?”. I bambini rispondono: “A Gaia” – diciamo: “GAIA è un complemento indiretto. Il complemento oggetto è diretto perchè riceve l’azione direttamente. I complementi indiretti completano la frase in vari modi e non ricevono l’azione direttamente. I complementi indiretti sono spesso preceduti da un complemento oggetto o diretto. La prima parola di un complemento indiretto è spesso una preposizione. Il simbolo per i complementi indiretti è un piccolo cerchio arancio” – diciamo: “Ora metteremo il cerchio arancio piccolo un po’ più in alto rispetto al cerchio rosso e a destra” – mettiamo il cerchio arancio piccolo come abbiamo indicato e mettiamo la freccia arancio con le domande ‘…chi? …che cosa?’ tra il cerchio rosso e il cerchio arancio piccolo in modo che punti verso il cerchio arancio
– invertiamo l’ordine delle parti della frase in tutte le possibili combinazioni. Solo l’ordine di partenza risulterà quello corretto – ricostruiamo la frase – i bambini lavoreranno con il materiale da soli dopo la presentazione – i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica – nei giorni seguenti i bambini comporranno loro frasi e le analizzeranno col materiale.
Analisi logica Montessori: seconda presentazione dei complementi indiretti Scopo: – comprendere la relazione che c’è tra verbo (azione) e le famiglie del nome del soggetto, del complemento oggetto o diretto e dei complementi indiretti. – introdurre le nuove domande da usare per i complementi indiretti.
Età: – dai 9 ai 12 anni.
________________________________________ Analisi logica Montessori: seconda presentazione dei complementi indiretti
Analisi logica Montessori: prima presentazione dei complementi indiretti. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Materiale: – Scatola per l’analisi logica Montessori B1a:
Dalla scatola useremo: un cerchio rosso con la scritta VERBO un cerchio nero grande (per il soggetto) un cerchio nero medio (per il complemento oggetto o diretto) un cerchio arancio piccolo (per i complementi indiretti) due frecce nere mute una freccia arancio muta – frasi pronte.
Analisi logica Montessori: prima presentazione dei complementi indiretti Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già imparato come si analizza una frase”. Ricapitoliamo insieme quello che abbiamo imparato – diciamo: “Oggi faremo una nuova attività con le frasi” – mettiamo sul piano di lavoro il materiale elencato sopra – scegliamo una frase, ad esempio ALICE MOSTRA UN DISEGNO A FRANCESCA
– chiediamo ai bambini di leggere la frase. Mettiamo la frase al centro del piano di lavoro – chiediamo: “Qual è il verbo?”. I bambini rispondono: “Mostra” – chiediamo a un bambino di ritagliare la parola dalla frase – facciamo scivolare il cerchio rosso verso il centro del piano di lavoro e mettiamo il verbo MOSTRA sul cerchio rosso
– diciamo: “Chi è che mostra?”. I bambini rispondono: “Alice” – diciamo: “Ora metteremo la parola ALICE sul simbolo del nome che rappresenta la persona che esegue l’azione, il cerchio nero grande” – facciamo scivolare il cerchio grande nero fino a posizionarlo a sinistra del cerchio rosso. Mettiamo una freccia nera tra i due cerchi, in modo che punti verso il cerchio nero
– chiediamo: “Alice mostra cosa?”. I bambini rispondono: “Un disegno” – diciamo: “Ora metteremo le parole UN DISEGNO sul simbolo del nome che rappresenta la cosa che riceve l’azione, cioè sul cerchio nero medio” – mettiamo il cerchio nero medio a destra del cerchio rosso e mettiamo il complemento oggetto UN DISEGNO sul cerchio medio nero. Mettiamo una freccia nera tra i due cerchi, in modo che punti verso il cerchio medio nero
– chiediamo: “Alice mostra un disegno a chi?”. I bambini rispondono: “A Francesca” – diciamo: “Il cerchio nero piccolo è il simbolo che rappresenta la persona che riceve l’azione indirettamente. Francesca è un complemento indiretto. Il complemento oggetto è diretto perché riceve l’azione direttamente. I complementi indiretti completano la frase in vari modi e non ricevono l’azione direttamente. I complementi indiretti sono spesso preceduti da un complemento oggetto o diretto. La prima parola di un complemento indiretto è spesso una preposizione. Il simbolo per i complementi indiretti è un piccolo cerchio nero” – diciamo: “Ora metteremo il cerchio arancio piccolo un po’ più in alto rispetto al cerchio rosso e a destra” – mettiamo il cerchio arancio piccolo come abbiamo indicato e mettiamo una freccia arancio tra il cerchio rosso e il cerchio arancio piccolo in modo che punti verso il cerchio arancio
– invertiamo l’ordine delle parti della frase in tutte le possibili combinazioni. Solo l’ordine di partenza risulterà quello corretto – ricostruiamo la frase – i bambini lavoreranno con il materiale da soli dopo la presentazione – i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica – nei giorni seguenti i bambini comporranno loro frasi e le analizzeranno col materiale.
Analisi logica Montessori: prima presentazione dei complementi indiretti – Scopo: – comprendere la relazione che c’è tra verbo (azione) e le famiglie del nome del soggetto, del complemento oggetto o diretto e dei complementi indiretti. – introdurre i complementi indiretti.
Età: – dai 9 ai 12 anni.
_____________________ Analisi logica Montessori: prima presentazione dei complementi indiretti
Analisi logica Montessori: scatola A3, tavola, tabella e questionario. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Materiali: – matita – righello – fogli a righe – una raccolta di immagini ricche di azioni – scatola dei simboli per l’analisi logica Montessori A3 – tavola A3 – tabella A3
Dalla scatola dei simboli per l’analisi logica Montessori A3: – un cerchio rosso con la scritta ‘predicato’ – un cerchio nero grande – un cerchio nero medio – una freccia nera con la scritta ‘soggetto’ – una freccia nera con la scritta ‘complemento oggetto o diretto’.
La tavola può essere stampata in formato A4 o, meglio, si possono incollare i simboli a grandezza naturale su un foglio più grande.
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già imparato ad analizzare le frasi”. Ricapitoliamo insieme quello che abbiamo imparato – diciamo: “Oggi svolgeremo insieme una nuova attività con le frasi” – mostriamo la tavola A3 e discutiamone coi bambini
– chiediamo a un bambino di riprodurre il grafico presente nella tavola A3 utilizzando i simboli mobili della scatola A3
– parliamo del contenuto della scatola A3 dicendo: “In questa scatola non ci sono domande, ma soltanto i termini predicato, soggetto e complemento oggetto” – parliamo della tavola A3 dicendo: “La tavola non presenta domande, ma soltanto i termini predicato, soggetto e complemento oggetto” – diciamo: “Oggi impareremo a registrare il nostro lavoro in un modo diverso” – diamo ad ogni bambino un foglio di carta a righe – chiediamo di piegare il foglio lungo la metà verticale, mostrando come fare – chiediamo di tracciare una linea lungo la piegatura usando matita e righello, mostrando come fare
– chiediamo di scrivere la parola TESTO nella prima riga della colonna di destra – chiediamo di scrivere la parola ANALISI nella prima riga della colonna di sinistra. Sotto alla parola ANALISI scriviamo in colonna le parole PREDICATO, SOGGETTO, COMPLEMENTO OGGETTO
– diciamo: “Useremo la tavola A3 per aiutarci a ricordare i termini che ci servono ad analizzare la frase” – chiediamo ai bambini di formulare una frase che si accordi con lo schema illustrato nella tavola A3. Se i bambini hanno difficoltà ad inventare la frase, possono guardare le immagini per trarre suggerimenti – ogni bambino scrive la frase nella prima riga della colonna contrassegnata dalla parola TESTO, ad esempio un bambino scrive CAMILLA LEGGE UN ROMANZO
– indichiamo il predicato sulla tavola e sulla tabella – chiediamo: “Qual è il predicato?”. Il bambino risponde: “Legge”. Chiediamo di scrivere la risposta nella colonna di destra, a fianco della parola PREDICATO – indichiamo il soggetto sulla tavola e sulla tabella
– chiediamo: “Qual è il soggetto?”. Il bambino risponde: “Camilla”. Chiediamo di scrivere la risposta nella colonna di destra, a fianco della parola SOGGETTO – indichiamo il complemento oggetto sulla tavola e sulla tabella
– chiediamo: “Qual è il complemento oggetto?”. I bambini rispondono: “Un romanzo”. Chiediamo a un bambino di scrivere la risposta nella colonna di destra, a fianco delle parole COMPLEMENTO OGGETTO
– ripetiamo la procedura con altre frasi – i bambini registrano questa attività sui loro quaderni di grammatica – i bambini continuano ad esercitarsi da soli con altre frasi – nei giorni seguenti i bambini possono eseguire l’analisi logica solo per mezzo della compilazione del questionario.
Analisi logica Montessori: scatola A3 – Scopo: – comprendere la relazione tra il predicato (verbo) e le famiglie del nome che rappresentano il soggetto e il complemento oggetto – introdurre la Tavola A3 – introdurre la Tabella A3 – presentare un nuovo metodo per registrare l’analisi logica: il questionario.
Analisi logica Montessori: scatola A3 – Età: – dagli 8 ai 9 anni.
– dalla scatola per l’analisi logica Montessori A2:
un cerchio rosso con la scritta VERBO su una facciata e la scritta PREDICATO sull’altra
un cerchio grande nero un cerchio medio nero una freccia nera con la scritta “chi è che?… che cosa è che?…” su una facciata e la scritta SOGGETTO sull’altra
una freccia nera con la scritta “chi? che cosa?” su una facciata e la scritta COMPLEMENTO OGGETTO O DIRETTO sull’altra
Scatola A2 per l’analisi logica
Analisi logica Montessori: tabella A2 per la costruzione di frasi
Per la TAVOLA A2 possiamo stampare questa su foglio A4:
Tabelle A2 per l’analisi logica
Analisi logica Montessori: tabella A2 per la costruzione di frasi
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già imparato ad analizzare le frasi”. Ricapitoliamo insieme quello che abbiamo imparato – diciamo: “Oggi svolgeremo insieme una nuova attività con le frasi” – mostriamo la Tavola A2. Chiediamo a un bambino di prendere dalla scatola i simboli che si trovano stampati nella Tavola A2 – diciamo: “Oggi vedremo come possiamo registrare i nostri lavori di analisi logica in un modo diverso” – diamo ad ogni bambino un foglio a righe. Pieghiamolo in tre parti e con matita e righello disegniamo tre colonne
– diciamo: “Scriviamo la parola DOMANDA in alto, nella prima colonna a sinistra” – diciamo: “Scriviamo la parola RISPOSTA nella colonna centrale” diciamo: “Scriviamo ELEMENTO DELLA FRASE nella colonna di destra”
– diciamo: “Useremo la Tavola A2 come aiuto per ricordare le domande” – scriviamo una frase su una striscia di carta con la penna nera, ad esempio EVA DIPINGE UN ARCOBALENO
– chiediamo: “Qual è la prima domanda?”. I bambini rispondono: “Qual è il verbo?” – chiediamo ai bambini di scrivere la domanda nella prima colonna della tabella che hanno disegnato sui loro fogli a righe in questo modo: 1. Qual è il verbo?
– chiediamo: “Qual è la risposta alla domanda?” I bambini rispondono: “Dipinge” – chiediamo ai bambini di scrivere la risposta nella seconda colonna, in questo modo: 1. dipinge – chiediamo: “Quale parte della frase contiene il verbo?”. I bambini rispondono: “Il predicato” – chiediamo ai bambini di scrivere la risposta nella terza colonna, in questo modo: 1. predicato
– chiediamo: “Qual è la seconda domanda?”. I bambini rispondono: “Chi è che dipinge?” – chiediamo ai bambini di scrivere la risposta nella prima colonna, in questo modo: 2. chi è che dipinge? – chiediamo: “Qual è la risposta alla domanda?”. I bambini rispondono: “Eva” – chiediamo ai bambini di scrivere questa risposta nella seconda colonna in questo modo: 2. Eva – chiediamo: “Quale parte della frase contiene la persona, animale, cosa che esegue l’azione?”. I bambini rispondono: “Il soggetto” – chiediamo ai bambini di scrivere la risposta nella terza colonna in questo modo: 2. soggetto
– chiediamo: “Qual è la terza domanda?”. I bambini rispondono: “Eva dipinge cosa?” – chiediamo ai bambini di scrivere la domanda nella prima colonna in questo modo: 3. Eva dipinge cosa? – chiediamo: “Qual è la risposta alla domanda?”. I bambini rispondono: “Un arcobaleno” – chiediamo ai bambini di scrivere la risposta nella seconda colonna, in questo modo: 3. un arcobaleno – chiediamo: “Quale parte della frase contiene la persona, cosa, animale che riceve l’azione?”. I bambini rispondono: “Complemento oggetto” – chiediamo ai bambini di scrivere la risposta nella terza colonna, in questo modo: 3. complemento oggetto
– ripetiamo la procedura con altre frasi – i bambini registrano l’esercizio sui loro quaderni di grammatica – nei giorni seguenti i bambini svolgono questa attività in modo indipendente – dopo la presentazione iniziale, i bambini possono usare la Tabella A2 da sola.
Scopo: – comprendere la costruzione della frase – comprendere la relazione tra il predicato (verbo) e le famiglie del nome che rappresentano il soggetto e il complemento oggetto – introdurre un nuovo metodo per registrare il lavoro di analisi logica: la Tabella A2.
Età: – dai 7 ai 9 anni.
________________________________________ Analisi logica Montessori: tabella A2 per la costruzione di frasi
Analisi logica Montessori: tavola A2 per la costruzione di frasi. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Materiali: – tavola A2 – strisce di carta bianca – penna nera – dai simboli della scatola per l’analisi logica Montessori A2:
un cerchio rosso con la scritta VERBO su una facciata e la scritta PREDICATO sull’altra
un cerchio grande nero un cerchio medio nero una freccia nera con la scritta “chi è che?… che cosa è che?…” su una facciata e la scritta SOGGETTO sull’altra
una freccia nera con la scritta “chi? che cosa?” su una facciata e la scritta COMPLEMENTO OGGETTO O DIRETTO sull’altra
Per la TAVOLA A2 possiamo stampare questa su foglio A4:
o, meglio, incollare i simboli mobili a grandezza normale su un foglio più grande, aggiungendo le parole SOGGETTO e COMPLEMENTO OGGETTO o DIRETTO
Analisi logica Montessori: tavola A2
Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già imparato ad analizzare le frasi”. Ricapitoliamo insieme quello che abbiamo imparato – diciamo: “Oggi svolgeremo insieme una nuova attività con le frasi” – mostriamo la tavola A2 e discutiamone coi bambini. La tavola mostra il cerchio grande nero del soggetto a sinistra, la prima freccia nera con la scritta “chi è che?… che cosa è che?…” che punta verso il soggetto, il cerchio rosso con la scritta “verbo”, la seconda freccia nera con la scritta “chi? che cosa?” che punta verso il complemento oggetto, e il cerchio nero medio per il complemento oggetto. Lungo il margine sinistro della tavola si trova la scritta SOGGETTO e lungo il margine destro la scritta COMPLEMENTO OGGETTO O DIRETTO – scriviamo una frase su una striscia di carta bianca con la penna nera, ad esempio FRANCESCA CUOCE LA FRITTATA – diciamo: “Ora lavoreremo con la scatola A2”. Chiediamo a un bambino di prendere dalla scatola i simboli che si trovano stampati nella Tavola A2 – chiediamo: “Qual è la prima domanda?”. I bambini rispondono: “Qual è il verbo?” – diciamo: “La parte della frase che risponde alla domanda ‘Qual è il verbo?’ è chiamata predicato”. Mostriamo il cerchio rosso dal lato della scritta VERBO
– giriamo il cerchio rosso dal lato con la scritta PREDICATO
– chiediamo: “Qual è il predicato?”. I bambini rispondono: “Cuoce”. Chiediamo a un bambino di ritagliare la parola dalla frase e di metterla sul simbolo che rappresenta il verbo, il cerchio rosso
– chiediamo: “Qual è la seconda domanda?”. I bambini rispondono: “Chi è che cuoce?” – diciamo: “La parte della frase che risponde alla domanda ‘chi è che cuoce?’ è chiamata SOGGETTO. Il soggetto è la persona, cosa, animale che esegue l’azione – mostriamo la prima freccia nera dalla parte delle domande ‘chi è che?… che cosa è che?…’.
Giriamo la freccia dalla parte della scritta SOGGETTO – chiediamo: “Qual è il soggetto?”. I bambini rispondono: “Francesca” – mettiamo la parola sul simbolo che rappresenta il soggetto, cioè il cerchio nero grande – mettiamo la parola sul cerchio nero grande
– chiediamo: “Qual è la terza domanda?”. I bambini rispondono: “Francesca cuoce cosa?” – diciamo: “La parte della frase che risponde alla domanda ‘Francesca cuoce cosa?’ è chiamata COMPLEMENTO OGGETTO. Il complemento oggetto è la persona, cosa, animale che riceve l’azione” – mostriamo la freccia nera dalla parte delle domande ‘chi? che cosa?’e giriamola dalla parte della scritta COMPLEMENTO OGGETTO
– chiediamo: “Qual è il complemento oggetto?”. I bambini rispondono: “La frittata” – mettiamo le parole sul simbolo che rappresenta il complemento oggetto, cioè il cerchio nero medio – analizziamo la frase utilizzando la Tavola A2 al posto dei simboli mobili
– ripetiamo la procedura con altre frasi, e quando i bambini sono in grado di farlo potranno usare la tavola senza analizzare prima la frase con i simboli mobili – i bambini continuano ad esercitarsi da soli con altre frasi – l’attività sarà registrata sui quaderni di grammatica dopo aver presentato anche la Tabella A2, il giorno seguente
Analisi logica Montessori: tavola A2 Scopo: – comprendere la costruzione della frase – comprendere la relazione tra il predicato (verbo) e le famiglie del nome che rappresentano il soggetto e il complemento oggetto – introdurre la Tavola A2.
Analisi logica Montessori: tavola A2 Età: – dai 7 ai 9 anni.
Analisi logica Montessori: scatola A2 – domande e simboli ponte. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Analisi logica Montessori: scatola A2 Materiale:
– strisce di carta bianca – penna nera – tavola A2 per l’analisi logica Montessori – dalla scatola A2 i seguenti simboli: un cerchio rosso con la scritta VERBO su una facciata e la scritta PREDICATO sull’altra
un cerchio grande nero un cerchio medio nero una freccia nera con la scritta “chi è che?… che cosa è che?…” su una facciata e la scritta SOGGETTO sull’altra
una freccia nera con la scritta “chi? che cosa?” su una facciata e la scritta COMPLEMENTO OGGETTO O DIRETTO sull’altra
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già imparato ad analizzare le frasi”. Ricapitoliamo insieme quello che abbiamo imparato – diciamo: “Oggi svolgeremo insieme una nuova attività con le frasi” – mettiamo sul piano di lavoro il materiale elencato – scriviamo una frase su una striscia di carta bianca, ad esempio IL PARRUCCHIERE TAGLIA I CAPELLI – diciamo: “Nei giorni scorsi abbiamo lavorato con la scatola A1. Il materiale di questa nuova scatola è simile, ma ha qualcosa in più” – chiediamo: “Qual è la prima domanda?”. I bambini rispondono: “Qual è il verbo?” – diciamo: “La parte di questa frase che risponde alla domanda ‘Qual è il verbo?’ è chiamata PREDICATO”. Mostriamo il cerchio rosso dalla parte della scritta VERBO
diciamo: “La parola predicato viene dalla parola latina praedicare, che significa predicare – giriamo il cerchio rosso per mostrare la parola PREDICATO scritta sulla facciata opposta a VERBO
– chiediamo ai bambini: “Qual è il predicato?”. I bambini rispondono: “Taglia”. Chiediamo a un bambino di ritagliare la parola TAGLIA dalla frase. Mettiamo il predicato sul simbolo che rappresenta il verbo, cioè il cerchio rosso
– chiediamo: “Qual è la seconda domanda?”. I bambini rispondono: “Chi è che taglia?” – diciamo: “La parte della frase che risponde alla domanda “Chi è che taglia” si chiama SOGGETTO. Il soggetto è la persona, l’animale o la cosa che esegue l’azione” – mostriamo la prima freccia nera che mostra le domande “chi è che?… che cosa è che?…”. Giriamo la freccia rendendo visibile ai bambini la facciata che porta la scritta SOGGETTO
– diciamo: “La parola SOGGETTO viene dal latino subicere che significa mettere sotto la propria autorità.” – chiediamo: “Qual è il soggetto?”. I bambini rispondono: “Il parrucchiere.” – chiediamo a un bambino di mettere il soggetto sul simbolo che lo rappresenta, cioè il cerchio grande nero – facciamo scivolare il cerchio nero grande fino a portarlo a sinistra del cerchio rosso e mettiamo le parole IL PARRUCCHIERE sopra di esso. Poi mettiamo la freccia nera tra il cerchio rosso e quello nero in modo che punti verso il cerchio nero; la scritta visibile è SOGGETTO – chiediamo: “Qual è la terza domanda?”. I bambini rispondono: “Il parrucchiere taglia che cosa?” – diciamo: “La parte della frase che risponde alla domanda ‘Il parrucchiere taglia che cosa?’ è chiamata COMPLEMENTO OGGETTO o COMPLEMENTO DIRETTO”. Il complemento oggetto o diretto è la persona o la cosa che ricevono l’azione” – mostriamo la seconda freccia nera che reca la domanda ‘chi? che cosa?’ sulla facciata visibile.
Giriamo e mostriamo l’altra facciata, con la scritta COMPLEMENTO OGGETTO O DIRETTO
– chiediamo: “Qual è il complemento oggetto?”. I bambini rispondono: “I capelli.”
– mettiamo le parole I CAPELLI sul simbolo che rappresenta l’oggetto diretto, cioè il cerchio nero medio – facciamo strisciare il cerchio nero medio fino ad arrivare a destra del cerchio rosso e mettiamo le parole I CAPELLI sul cerchio. Mettiamo poi la freccia nera tra i due cerchi, in modo che punti verso il cerchio nero, con la facciata con la scritta COMPLEMENTO OGGETTO O DIRETTO visibile
– diciamo: “Il verbo o predicato è rappresentato dal simbolo del cerchio rosso, che è lo stesso simbolo che usiamo per il verbo quando facciamo l’analisi grammaticale. Il cerchio rosso rappresenta il sole, perchè il predicato è pieno di energia. Il cerchio che rappresenta il predicato è il cerchio più grande di tutti. Il predicato è la parte più importante nella frase perchè dà azione al soggetto. Il predicato è la sola parte di una frase che può anche stare da solo, se il soggetto è sottinteso” – diciamo: “Il cerchio che fa da simbolo per il soggetto è nero come il simbolo del nome che usiamo nell’analisi grammaticale. Il simbolo del soggetto è un cerchio perchè il soggetto può essere una famiglia del nome, o una parte di una famiglia del nome, o un pronome, o anche un’altra parte del discorso. Il cerchio che rappresenta il soggetto è più piccolo di quello che rappresenta il predicato perchè non può mai stare da solo. Il soggetto è un cerchio perchè è come un satellite del sole (il predicato). Il soggetto ha bisogno del predicato.” – diciamo: “Il simbolo del complemento oggetto o diretto è nero come il simbolo del nome in analisi grammaticale. Il simbolo del complemento oggetto è un cerchio perchè il complemento oggetto può essere una famiglia del nome, o una parte di una famiglia del nome, o un pronome, o anche un’altra parte del discorso. Il cerchio che rappresenta il complemento oggetto è più piccolo di quello che rappresenta il soggetto perchè è meno importante del soggetto. Le frasi non hanno necessariamente bisogno di un complemento oggetto.”
– ripetiamo la procedura con altre frasi – il bambino continuerà ad esercitarsi con questo materiale individualmente – l’attività verrà registrata sui quaderni di grammatica quando presenteremo anche la tavola A2 e del questionario A2.
Analisi logica Montessori: scatola A2 Scopo: – comprendere la costruzione della frase – comprendere la relazione tra il predicato con la famiglia del nome del soggetto e del complemento oggetto o diretto nella frase – introdurre i termini di predicato, soggetto e complemento oggetto o diretto per nominare le parti della frase
Possiamo stampare la Tavola A1 in formato A4, o meglio, per avere la tavola con i simboli nelle stesse dimensioni di quelli usati nell’analisi logica con la scatola A1, incollare secondo lo schema i simboli mobili su un cartoncino più grande.
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Presentazione della Tavola A1: Dopo che i bambini si sono esercitati con i simboli mobili della scatola A1 analizzando un gran numero di frasi, possiamo introdurre la Tavola A1. La prima presentazione consisterà nella comparazione tra lo schema che i bambini creano con i simboli mobili con quello presente sulla tavola. In seguito potremo fornire ai bambini delle frasi. I bambini separano le parti della frase isolando prima il verbo e ponendolo sul simbolo presente sulla tavola, poi il soggetto e il complemento oggetto, rispondendo alle domande.
Presentazione della tavola e del questionario A1: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già imparato ad analizzare le frasi”. Ricapitoliamo insieme quello che abbiamo imparato – diciamo: “Oggi faremo con le frasi una nuova attività” – diciamo: “Sto per mostrarvi come registrare il vostro lavoro nei vostri quaderni di grammatica” – diamo ad ogni bambino un foglio a righe e chiediamo di segnare la metà piegando il foglio e poi tracciare la linea verticale con la matita
– diciamo: “Scrivete la parola DOMANDA in alto nella colonna di sinistra” – diciamo: “Scrivete la parola RISPOSTA in alto nella colonna di destra”
– diciamo: “Abbiamo una tavola e una tabella che ci possono aiutare a ricordare le domande”. Mostriamo la tavola e la tabella ai bambini
– scriviamo GIOVANNI CAMMINA su una striscia di carta con la penna nera
– chiediamo: “Qual è la prima domanda?”. I bambini rispondono: “Qual è il verbo?”. Invitiamo i bambini a scrivere questa domanda nella colonna di sinistra, in questo modo: 1. Qual è il verbo? – chiediamo: “Qual è la risposta per questa domanda?”. I bambini rispondono: “Cammina”. Invitiamo i bambini a scrivere la risposta nella colonna di destra, in questo modo: 1. cammina – chiediamo: “Qual è la seconda domanda?”. I bambini rispondono: “Chi è che cammina?”. Invitiamo i bambini a scrivere la domanda nella colonna di sinistra, in questo modo: 2. Chi è che cammina? – Chiediamo: “Qual è la risposta a questa domanda?”. I bambini rispondono: “Giovanni”. Invitiamo i bambini a scrivere la risposta nella colonna di destra, in questo modo: 2. Giovanni
– ripetiamo la procedura con altre frasi, includendo anche frasi che contengono un oggetto, ad esempio LA BAMBINA BIONDA STA CHIUDENDO LA FINESTRA, tagliando la frase nelle sue parti per posarle sulla tavola e scrivendo le domande e le risposte sul foglio di carta a righe
– al termine della presentazione i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica – i bambini continueranno ad esercitarsi nei giorni successivi ad analizzare frasi utilizzando i simboli mobili oppure la tavola e la tabella, prima guidati e poi in modo indipendente.
Analisi della lettura Montessori – Scopo: – comprendere la costruzione della frase – comprendere le relazioni che ci sono tra verbo e famiglie del nome del soggetto e dell’oggetto nella frase – introdurre un nuovo metodo per registrare l’attività, cioè imparare ad usare il questionario – introdurre la tavola A1
Analisi della lettura Montessori – Età: – dai 7 ai 9 anni
____________________________________ Analisi della lettura Montessori
Analisi della lettura Montessori con la scatola A-1. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Materiali:
– strisce bianche di carta – penna nera – matita – scatola A1 per l’analisi logica Montessori
– dalla scatola A1 per l’analisi logica Montessori: un cerchio nero grande muto un cerchio nero medio muto un cerchio rosso con la scritta VERBO
una freccia nera su una facciata e con la scritta CHI E’ CHE?… CHE COSA E’ CHE?… sull’altra
una freccia nera su una facciata e con la scritta CHI?… CHE COSA?… sull’altra
Analisi della lettura Montessori con la scatola A-1
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già imparato come analizzare le frasi” e ricapitoliamo insieme quello che abbiamo imparato – diciamo: “Oggi svolgeremo insieme una nuova attività con le frasi” – mettiamo i simboli per l’analisi logica elencati sul piano di lavoro, con le facciate scritte nascoste – scriviamo una frase sulla striscia di carta con la penna nera, ad esempio ALMA BEVE UNA BIBITA FRESCA – diciamo: “Ora analizzeremo questa frase come abbiamo già imparato a fare” – chiediamo: “Vi ricordate qual è la prima domanda che dobbiamo farci?”. I bambini risponderanno: “Qual è l’azione?” – ora dovremo chiederci “Qual è il verbo?”. I bambini rispondono: “Beve” – facciamo scivolare il cerchio rosso verso il centro del piano di lavoro. Giriamo il cerchio per mostrare la parola VERBO scritta sull’altra facciata
– chiediamo a un bambino di tagliare la frase per separare il verbo dalle altre parole. Diciamo: “Mettiamo il verbo sul simbolo dell’azione che è il cerchio rosso”
– chiediamo: “Qual è la seconda domanda?”. I bambini rispondono: “Chi è che beve?” – giriamo la prima freccia nera per mostrare la domanda scritta sull’altra facciata (chi è che?… che cosa è che?…) – chiediamo: “Qual è la risposta a questa domanda?”. I bambini rispondono: “Alma” – diciamo: “Mettiamo la parola sul simbolo che rappresenta il nome di chi esegue l’azione” – spostiamo il cerchio nero grande a sinistra del cerchio rosso e mette la parola ALMA sul cerchio nero grande
Poi mettiamo la freccia tra i due cerchi in modo che punti verso il cerchio nero
– chiediamo: “Qual è la terza domanda?”. I bambini rispondono: “Beve cosa?” – giriamo la seconda freccia nera per mostrare la domanda scritta sull’altra facciata (chi? che cosa?) – chiediamo: “Qual è la risposta a questa domanda?”. I bambini rispondono: “Una bibita fresca” – diciamo: “Mettiamo le parole sul simbolo che rappresenta cosa riceve l’azione” – facciamo strisciare il cerchio medio nero fino a portarlo a destra del cerchio rosso e poniamo le parole UNA BIBITA FRESCA sul cerchio.
Mettiamo la freccia tra il cerchio rosso e quello nero medio in modo che punti verso il cerchio nero
– modifichiamo l’ordine delle parti della frase in tutte le possibili combinazioni, lasciandole sui rispettivi simboli. I bambini leggono le trasposizioni e decidono quale costruzione è la più corretta (quella di partenza) – ogni bambino scrive una frase e la analizza col materiale
– i bambini registreranno questa attività dopo la presentazione della tavola A1 e della tabella A1, il giorno successivo.
Analisi della lettura Montessori con la scatola A-1 Scopo: – comprendere la costruzione della frase – comprendere le relazioni che ci sono tra verbo e famiglie del nome del soggetto e dell’oggetto nella frase – introdurre la domanda “qual è il verbo?” e la parola VERBO sul cerchio rosso – introdurre le domande “chi è che?”, “che cosa è che?” e le domande “chi?”, “che cosa?” sulle frecce nere
Analisi della lettura Montessori con la scatola A-1 Età: – dai 7 ai 9 anni
________________________________________ Analisi della lettura Montessori con la scatola A-1
Analisi della lettura Montessori – ottavo caso: due soggetti, due predicati e due oggetti. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Materiale: – simboli dell’analisi logica: due cerchi grandi neri, due cerchi medi neri, due cerchi rossi, quattro frecce nere – strisce di carta bianca – penna nera – forbici.
Analisi della lettura Montessori – ottavo caso: due soggetti, due predicati e due oggetti
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già conosciuto le parti del discorso che abbiamo chiamato articolo, aggettivo, nome e verbo ed abbiamo già usato queste parole per formare delle frasi” – “Oggi faremo una nuova attività con le frasi” – mettiamo sul piano di lavoro due cerchi rossi, due cerchi neri grandi e due frecce nere – scriviamo una frase in due copie (su due strisce di carta bianca), ad esempio ALMA LAVA IL PAVIMENTO E GAIA SPOLVERA GLI SCAFFALI – i bambini leggono e se possibile eseguono le azioni – chiediamo: “Quali di queste parole indicano un’azione?” – i bambini rispondono “lava, spolvera”. Ritagliamo queste due parole da una delle due frasi – chiediamo a un bambino di scegliere i simboli adatti tra quelli presenti sul piano di lavoro (i due cerchi rossi) e di mettere la parola LAVA su uno e la parola SPOLVERA sull’altro – mettiamo i due cerchi rossi in colonna al centro del piano di lavoro
– ore chiediamo: “Chi è che lava?”. I bambini rispondono: “Alma” – chiediamo a un bambino di scegliere il simbolo adatto tra quelli presenti sul piano di lavoro (il cerchio grande nero) e di mettere la parola ALMA su di esso – mettiamo parola e simbolo a sinistra dell’azione LAVA – ora chiediamo: “Chi è che spolvera?”. I bambini rispondono: “Gaia” – chiediamo a un bambino di scegliere il simbolo adatto tra quelli presenti sul piano di lavoro (il cerchio grande nero) e di mettere la parola GAIA su di esso – mettiamo parola e simbolo a sinistra dell’azione SPOLVERA
– mostriamo ai bambini come mettere una freccia nera tra le parole ALMA e LAVA e un’altra freccia tra le parole GAIA e SPOLVERA
– chiediamo: “Alma lava cosa?”. I bambini rispondono: “Il pavimento” – mettiamo le parole su uno dei cerchi neri medi – mettiamo parole e simbolo a destra della parola LAVA – chiediamo: “Gaia spolvera che cosa?”. I bambini rispondono: “Gli scaffali” – mettiamo le parole su uno dei cerchi neri medi – mettiamo parole e simbolo a destra della parola SPOLVERA
– chiediamo a un bambino di mettere la parola che fa da congiunzione tra i due gruppi di simboli, in colonna coi simboli delle azioni
– invertiamo le due parti della frase. Prima spostiamo soltanto il verbo, poi tutte le parole, in tutte le possibili combinazioni. Leggiamo ogni volta a voce alta e discutiamo ogni mutamento di significato. – rimettiamo le parti della frase nell’ordine corretto sopra i loro simboli – ripetiamo la procedura con altre frasi – diciamo: “Oggi abbiamo analizzato le frasi in base alla relazione che c’è tra il verbo e il nome. Abbiamo diviso le frasi in due parti: la parte che conteneva l’azione e la parte che conteneva il nome di chi esegue l’azione. Abbiamo poi indicato la relazione tra le due parti con una freccia nera” – i bambini registrano questa presentazione sui loro quaderni di grammatica, usando la matita rossa per il simbolo dell’azione e la matita nera per il simbolo di chi la esegue. I simboli possono essere disegnati a mano libera o con l’ausilio di stencil.
Analisi della lettura Montessori – ottavo caso: due soggetti, due predicati e due oggetti Scopo: – comprendere la costruzione delle frasi – analizzare le frasi rispondendo a delle domande – identificare le parti di una frase – comprendere la relazione che c’è tra verbo (azione) e famiglia del nome in una frase – incentivare la comprensione della lettura evidenziando il significato dato dall’ordine delle parole – arricchire il vocabolario a favore dell’espressione verbale e scritta.
Analisi della lettura Montessori – ottavo caso: due soggetti, due predicati e due oggetti Età: – dai 7 ai 9 anni. Il prerequisito per questa presentazione è che i bambini abbiano ben compreso la funzione del verbo con gli esercizi di analisi grammaticale.
Analisi della lettura Montessori – ottavo caso: due soggetti, due predicati e due oggetti Note: – possiamo ripetere questa presentazione ogni anno – evitiamo frasi con il verbo essere.
________________________________________ Analisi della lettura Montessori – ottavo caso: due soggetti, due predicati e due oggetti
Analisi della lettura Montessori – terzo caso: un soggetto un’azione e un oggetto. Presentazioni ed esercizi per la scuola primaria.
Materiali: – simboli per l’analisi logica: un cerchio nero grande, un cerchio nero medio, un cerchio rosso, due frecce nere – frasi pronte.
Un soggetto un’azione e un oggetto
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già conosciuto le parti del discorso che abbiamo chiamato articolo, aggettivo, nome e verbo ed abbiamo già usato queste parole per formare delle frasi” – “Oggi faremo una nuova attività con le frasi” – mettiamo sul piano di lavoro il cerchio rosso, il cerchio nero grande, una freccia che punta ad esso a destra, un cerchio nero medio, una freccia nera che punta ad esso a sinistra – scegliamo una frase pronta, ad esempio MARIA MANGIA UNA MELA. Chiediamo ai bambini di leggere la frase e poniamola al centro del piano di lavoro – chiediamo: “Qual è l’azione?”. I bambini rispondono: “Mangia” – facciamo scivolare il cerchio rosso verso il centro del piano di lavoro senza sollevarlo – chiediamo ad un bambino di tagliare la parola che indica l’azione, MANGIA, dalla frase. Diciamo al bambino: “Ora metti la parola che indica l’azione, MANGIA, sul simbolo che indica l’azione, il cerchio rosso” – diciamo: “Il cerchio rosso è il simbolo dell’azione. Le parole che indicano azioni sono il centro della frase”.
– chiediamo: “Chi è che mangia?”. I bambini rispondono: “Maria” – facciamo scivolare il cerchio nero grande a sinistra del cerchio rosso – diciamo: “Ora mettiamo la parola MARIA sul simbolo che rappresenta il nome di chi esegue l’azione” – diciamo: “Il cerchio nero grande rappresenta la persona che esegue l’azione”
– chiediamo: “Cosa mangia Maria?”. I bambini rispondono: “Una mela” – facciamo scivolare il cerchio nero medio fino a posizionarlo a destra del cerchio rosso – diciamo: “Ora metteremo le parole UNA MELA sul simbolo del nome più piccolo – diciamo: “Il cerchio nero medio è il simbolo della cosa che riceve l’azione. Abbiamo usato il cerchio nero medio per UNA MELA perchè non è importante come MARIA, infatti potremmo anche dire soltanto MARIA MANGIA per comunicare il concetto, ma se diciamo solo MANGIA UNA MELA la frase ha un altro significato
– mostriamo le frecce nere ai bambini. Colleghiamo il cerchio rosso ad ognuno dei cerchi neri con le frecce. Una delle frecce punterà verso MARIA e l’altra freccia punterà verso UNA MELA. Diciamo: “Le frecce mostrano la relazione che c’è tra l’azione ed i simboli dei nomi”
– invertiamo l’ordine delle parti della frase: UNA MELA MANGIA MARIA UNA MELA MARIA MANGIA MARIA UNA MELA MANGIA MANGIA UNA MELA MARIA MANGIA MARIA UNA MELA – chiediamo: “Queste frasi suonano bene?”. No. Ricostruiamo la frase nell’ordine corretto – ripetiamo la procedura con altre frasi che contengano un soggetto, un verbo ed un oggetto – diciamo: “Oggi abbiamo analizzato le frasi in base alla relazione che c’è tra il verbo ed i nomi. Abbiamo diviso le frasi in tre parti: la parte che contiene l’azione, la parte che contiene la persona, animale, cosa, luogo che esegue quell’azione la parte che contiene la persona, animale, cosa, luogo che riceve l’azione. Abbiamo poi indicato la relazione tra le tre parti con le frecce nere” – i bambini registrano questa presentazione sui loro quaderni di grammatica, usando la matita rossa per il simbolo dell’azione, la matita nera per i simboli di chi esegue l’azione e di chi riceve l’azione e per le frecce che indicano le relazioni tra azione e nomi. I simboli possono essere disegnati a mano libera o con l’aiuto di stencil
Un soggetto un’azione e un oggetto – Scopo: – comprendere la costruzione delle frasi – comprendere la relazione che c’è tra verbo (azione), famiglia del nome soggetto e la famiglia del nome oggetto in una frase.
Un soggetto un’azione e un oggetto – Età: – dai 7 ai 9 anni.
Un soggetto un’azione e un oggetto – Note: – possiamo ripetere questa presentazione ogni anno – evitiamo frasi con il verbo essere.
Analisi della lettura Montessori – Quarto caso: due soggetti e due predicati. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Materiale: – simboli dell’analisi logica: due cerchi grandi neri, due cerchi rossi, due frecce nere – strisce di carta bianca – penna nera – forbici.
Analisi della lettura Montessori – Quarto caso: due soggetti e due predicati
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già conosciuto le parti del discorso che abbiamo chiamato articolo, aggettivo, nome e verbo ed abbiamo già usato queste parole per formare delle frasi” – “Oggi faremo una nuova attività con le frasi” – mettiamo sul piano di lavoro due cerchi rossi, due cerchi neri grandi e due frecce nere – scriviamo una frase in due copie (su due strisce di carta bianca), ad esempio ALMA SUONA E GAIA CANTA
– i bambini leggono e se possibile eseguono l’azione – chiediamo: “Quali di queste parole indicano un’azione?” – i bambini rispondono “Suona, canta”. Ritagliamo queste due parole da una delle due frasi – chiediamo a un bambino di scegliere i simboli adatti tra quelli presenti sul piano di lavoro (i due cerchi rossi) e di mettere la parola SUONA su uno e la parola CANTA sull’altro – mettiamo i due cerchi rossi in colonna a destra del piano di lavoro e chiediamo a un bambino di mettere la parola che fa da congiunzione tra i due simboli
– ore chiediamo: “Chi suona?”. I bambini rispondono: “Alma” – chiediamo a un bambino di scegliere il simbolo adatto tra quelli presenti sul piano di lavoro (il cerchio grande nero) e di mettere la parola ALMA su di esso – ora chiediamo: “Chi canta?”. I bambini rispondono: “Gaia” – chiediamo a un bambino di scegliere il simbolo adatto tra quelli presenti sul piano di lavoro (il cerchio grande nero) e di mettere la parola GAIA su di esso
– chiediamo a un bambino di mettere la E di congiunzione tra i due nomi – mostriamo ai bambini come mettere una freccia nera tra le parole ALMA e SUONA e un’altra freccia tra le parole GAIA e CANTA
– invertiamo le due parti della frase. Prima spostiamo soltanto il verbo, poi tutte le parole, in tutte le possibili combinazioni. Leggiamo ogni volta a voce alta e discutiamo ogni mutamento di significato. – rimettiamo le parti della frase nell’ordine corretto sopra i loro simboli – ripetiamo la procedura con altre frasi – diciamo: “Oggi abbiamo analizzato le frasi in base alla relazione che c’è tra il verbo e il nome. Abbiamo diviso le frasi in due parti: la parte che conteneva l’azione e la parte che conteneva il nome di chi esegue l’azione. Abbiamo poi indicato la relazione tra le due parti con una freccia nera” – i bambini registrano questa presentazione sui loro quaderni di grammatica, usando la matita rossa per il simbolo dell’azione e la matita nera per il simbolo di chi la esegue. I simboli possono essere disegnati a mano libera o con l’ausilio di stencil.
Analisi della lettura Montessori – Quarto caso: due soggetti e due predicati Scopo: – comprendere la costruzione delle frasi – analizzare le frasi rispondendo a delle domande – identificare le parti di una frase – comprendere la relazione che c’è tra verbo (azione) e famiglia del nome in una frase – incentivare la comprensione della lettura evidenziando il significato dato dall’ordine delle parole – arricchire il vocabolario a favore dell’espressione verbale e scritta.
Analisi della lettura Montessori – Quarto caso: due soggetti e due predicati Età: – dai 7 ai 9 anni. Il prerequisito per questa presentazione è che i bambini abbiano ben compreso la funzione del verbo con gli esercizi di analisi grammaticale.
Analisi della lettura Montessori – Quarto caso: due soggetti e due predicati Note: – possiamo ripetere questa presentazione ogni anno – evitiamo frasi con il verbo essere.
______________________ Analisi della lettura Montessori – Quarto caso: due soggetti e due predicati
Analisi della lettura Montessori – quinto caso: due o più soggetti, un’azione e due o più oggetti. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Materiali: – simboli per l’analisi logica: due cerchi neri grandi, tre cerchi neri medi, un cerchio rosso, cinque frecce nere – frasi pronte.
Due o più soggetti, un’azione e due o più oggetti
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già conosciuto le parti del discorso che abbiamo chiamato articolo, aggettivo, nome e verbo ed abbiamo già usato queste parole per formare delle frasi” – “Oggi faremo una nuova attività con le frasi” – mettiamo sul piano di lavoro il cerchio rosso, i due cerchi neri grandi, due frecce nere che puntano ad essi a destra, tre cerchi neri medi, tre frecce nere che puntano ad essi a sinistra – scegliamo una frase pronta, ad esempio ALMA E GAIA MANGIANO MELE BISCOTTI e YOGURT. Chiediamo ai bambini di leggere la frase e poniamola al centro del piano di lavoro – chiediamo: “Qual è l’azione?”. I bambini rispondono: “Mangiano” – facciamo scivolare il cerchio rosso verso il centro del piano di lavoro senza sollevarlo – chiediamo ad un bambino di tagliare la parola che indica l’azione, MANGIANO, dalla frase. Diciamo al bambino: “Ora metti la parola che indica l’azione, MANGIANO, sul simbolo che indica l’azione, il cerchio rosso” – diciamo: “Il cerchio rosso è il simbolo dell’azione. Le parole che indicano azioni sono il centro della frase”.
– chiediamo: “Chi è che mangia?”. I bambini rispondono: “Alma e Gaia” – facciamo scivolare i due cerchi neri grandi a sinistra del cerchio rosso, in colonna – diciamo: “Ora mettiamo la parola ALMA su uno dei simboli che rappresenta il nome di chi esegue l’azione e la parola GAIA sull’altro” – diciamo: “I cerchi neri grandi rappresentano le persone che eseguono l’azione. Ci sono due persone che eseguono l’azione”
– chiediamo: “Cosa mangiano Alma e Gaia?”. I bambini rispondono: “Mele, biscotti e yogurt.” – facciamo scivolare i tre cerchi neri medi fino a posizionarli a destra del cerchio rosso, in colonna – diciamo: “Ora metteremo le parole MELE sul primo simbolo del nome che riceve l’azione, la parola BISCOTTI sul secondo simbolo del nome che riceve l’azione e la parola YOGURT sul terzo. Ci sono tre cose che ricevono l’azione. Mettiamo la parola E tra il secondo cerchio nero medio ed il terzo – diciamo: “Il cerchio nero medio è il simbolo della cosa che riceve l’azione. Abbiamo usato il cerchio nero medio per MELE, per BISCOTTI e per YOGURT. Ci sono tre cose che ricevono l’azione
– mostriamo la relazione che c’è tra il verbo e i due soggetti e tra il verbo e i tre oggetti. Prima mettiamo le frecce che dall’azione puntano ai soggetti. Poi mettiamo le frecce che dall’azione puntano verso i tre oggetti diretti. Diciamo: ” Le frecce nere mostrano la relazione che c’è tra l’azione, le persone che eseguono l’azione e le cose che ricevono l’azione”
– invertiamo l’ordine delle parti della frase in tutte le combinazioni possibili. Chiediamo: “Queste frasi suonano bene?”. No. Ricostruiamo la frase nell’ordine corretto – ripetiamo la procedura con altre frasi che contengano un soggetto, un verbo ed due o più oggetti – diciamo: “Oggi abbiamo analizzato le frasi in base alla relazione che c’è tra il verbo ed i nomi. Abbiamo diviso le frasi in tre parti: la parte che contiene l’azione, la parte che contiene la persona, animale, cosa, luogo che esegue quell’azione la parte che contiene la persona, animale, cosa, luogo che riceve l’azione. Abbiamo poi indicato la relazione tra le tre parti con le frecce nere”
– i bambini registrano questa presentazione sui loro quaderni di grammatica, usando la matita rossa per il simbolo dell’azione, la matita nera per i simboli di chi esegue l’azione e di chi riceve l’azione e per le frecce che indicano le relazioni tra azione e nomi. I simboli possono essere disegnati a mano libera o con l’aiuto di stencil
Due o più soggetti, un’azione e due o più oggetti Scopo: – comprendere la costruzione delle frasi – comprendere la relazione che c’è tra verbo (azione), famiglia del nome soggetto e la famiglia del nome oggetto in una frase.
Due o più soggetti, un’azione e due o più oggetti Età: – dai 7 ai 9 anni.
Due o più soggetti, un’azione e due o più oggetti Note: – possiamo ripetere questa presentazione ogni anno – evitiamo frasi con il verbo essere.
________________________________________ Due o più soggetti, un’azione e due o più oggetti
Analisi della lettura Montessori – terzo caso: un soggetto e due azioni. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Analisi della lettura Montessori – terzo caso: un soggetto e due azioni Materiale: – simboli dell’analisi logica: un cerchio grande nero, due cerchi rossi, due frecce nere – strisce di carta bianca – penna nera – forbici.
Analisi della lettura Montessori – terzo caso: un soggetto e due azioni
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già conosciuto le parti del discorso che abbiamo chiamato articolo, aggettivo, nome e verbo ed abbiamo già usato queste parole per formare delle frasi” – “Oggi faremo una nuova attività con le frasi” – mettiamo sul piano di lavoro due cerchi rossi, il cerchio nero grande e due frecce nere – scriviamo una frase in due copie (su due strisce di carta bianca), ad esempio FRANCESCA CANTA E BALLA – i bambini leggono e se possibile eseguono l’azione – chiediamo: “Quali di queste parole indicano un’azione?” – i bambini rispondono “Canta, balla”. Ritagliamo queste due parole da una delle due frasi – chiediamo a un bambino di scegliere i simboli adatti tra quelli presenti sul piano di lavoro (i due cerchi rossi) e di mettere la parola CANTA su uno e la parola BALLA sull’altro – mettiamo i due cerchi rossi in colonna a destra del piano di lavoro e chiediamo a un bambino di mettere la parola che fa da congiunzione tra i due simboli
– ore chiediamo: “Chi canta?”. I bambini rispondono: “Francesca” – chiediamo a un bambino di scegliere il simbolo adatto tra quelli presenti sul piano di lavoro (il cerchio grande nero) e di mettere la parola FRANCESCA su di esso
– mostriamo ai bambini come mettere una freccia nera tra le parole CANTA e FRANCESCA – chiediamo: “Chi balla?”. I bambini rispondono: “Francesca”. Mostriamo ai bambini come mettere una freccia nera tra le parole BALLA e FRANCESCA
– invertiamo le due parti della frase. Prima spostiamo soltanto il verbo, poi tutte le parole, in tutte le possibili combinazioni. Leggiamo ogni volta a voce alta e discutiamo ogni mutamento di significato. – rimettiamo le parti della frase nell’ordine corretto sopra i loro simboli – ripetiamo la procedura con altre frasi che contengano solo una famiglia del nome e due verbi – diciamo: “Oggi abbiamo analizzato le frasi in base alla relazione che c’è tra il verbo e il nome. Abbiamo diviso le frasi in due parti: la parte che conteneva l’azione e la parte che conteneva il nome di chi esegue l’azione. Abbiamo poi indicato la relazione tra le due parti con una freccia nera” – i bambini registrano questa presentazione sui loro quaderni di grammatica, usando la matita rossa per il simbolo dell’azione e la matita nera per il simbolo di chi la esegue. I simboli possono essere disegnati a mano libera o con l’ausilio di stencil.
Analisi della lettura Montessori – terzo caso: un soggetto e due azioni Scopo: – comprendere la costruzione delle frasi – analizzare le frasi rispondendo a delle domande – identificare le parti di una frase – comprendere la relazione che c’è tra verbo (azione) e famiglia del nome in una frase – incentivare la comprensione della lettura evidenziando il significato dato dall’ordine delle parole – arricchire il vocabolario a favore dell’espressione verbale e scritta.
Analisi della lettura Montessori – terzo caso: un soggetto e due azioni Età: – dai 7 ai 9 anni. Il prerequisito per questa presentazione è che i bambini abbiano ben compreso la funzione del verbo con gli esercizi di analisi grammaticale.
Analisi della lettura Montessori – terzo caso: un soggetto e due azioni Note: – possiamo ripetere questa presentazione ogni anno – evitiamo frasi con il verbo essere.
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Analisi della lettura Montessori – terzo caso: un soggetto e due azioni
Analisi della lettura Montessori secondo caso: due soggetti e un’azione. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Materiali: – simboli per l’analisi logica: due cerchi neri grandi, un cerchio rosso, due frecce nere – frasi pronte.
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già conosciuto le parti del discorso che abbiamo chiamato articolo, aggettivo, nome e verbo ed abbiamo già usato queste parole per formare delle frasi” – “Oggi faremo una nuova attività con le frasi” – mettiamo sul piano di lavoro il cerchio rosso, i due cerchi neri grandi e le due frecce nere – scegliamo una frase pronta, ad esempio ALMA E GAIA STUDIANO. Chiediamo ai bambini di leggere la frase e poniamola al centro del piano di lavoro – chiediamo: “Qual è l’azione?”. I bambini rispondono: “Studiano” – mettiamo il cerchio rosso al centro del piano di lavoro, poi fermiamo il cerchio a destra dei nomi ALMA E GAIA
– chiediamo ad un bambino di tagliare la parola che indica l’azione, STUDIANO, dalla frase. Diciamo al bambino: “Ora metti la parola che indica l’azione, STUDIANO, sul simbolo che indica l’azione, il cerchio rosso”
– diciamo: “Il cerchio rosso è il simbolo dell’azione. Le parole che indicano azioni sono il centro della frase”. – chiediamo: “Chi è che studia?”. I bambini rispondono: “Alma e Gaia” – diciamo: “Ci sono due persone che studiano”. Mettiamo i cerchi grandi neri a sinistra del cerchio rosso, in colonna
– chiediamo a un bambino di separare con le forbici le tre parole ALMA, E, GAIA – diciamo: “Ora mettiamo la parola ALMA su uno dei due simboli che rappresentano il nome di chi esegue l’azione, e GAIA sull’altro. Poi mettiamo la parola E tra i due simboli”
– diciamo: “I cerchi neri grandi si usano come simboli per i nomi delle persone che eseguono l’azione. Ci sono due persone che eseguono l’azione” – mostriamo ai bambini le due frecce nere. Mettiamo ognuna delle due frecce nere tra il cerchio rosso ed uno dei cerchi neri grandi. Una freccia nera punta su ALMA e l’altra su GAIA. Diciamo: “Le frecce nere indicano la relazione che c’è tra l’azione ed i nomi”
– invertiamo l’ordine delle parti nella frase: STUDIANO ALMA E GAIA e chiediamo: “Secondo voi così la frase suona bene?”. No. Ricomponiamo la frase nell’ordine corretto – ripetiamo la procedura con altre frasi che contengano sempre un’azione e due soggetti – diciamo: “Oggi abbiamo analizzato le frasi in base alla relazione che c’è tra il verbo ed i nomi. Abbiamo diviso le frasi in due parti: la parte che contiene l’azione e la parte che contiene le persone, animali, cose, luoghi che eseguono quell’azione.
Analisi della lettura Montessori secondo caso: due soggetti e un’azione Scopo: – comprendere la costruzione delle frasi – comprendere la relazione che c’è tra verbo (azione) e famiglia del nome in una frase.
Analisi della lettura Montessori secondo caso: due soggetti e un’azione Età: – dai 7 ai 9 anni.
Analisi della lettura Montessori secondo caso: due soggetti e un’azione Note: – evitiamo frasi con il verbo essere.
Analisi della lettura Montessori – primo caso: un soggetto e un’azione. Presentazione ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Materiale: – simboli dell’analisi logica: un cerchio grande nero, un cerchio rosso, una freccia nera – frasi pronte.
Un soggetto e un’azione – Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già conosciuto le parti del discorso che abbiamo chiamato articolo, aggettivo, nome e verbo ed abbiamo già usato queste parole per formare delle frasi” – “Oggi faremo una nuova attività con le frasi” – mettiamo sul piano di lavoro il cerchio rosso, il cerchio nero grande e una freccia nera – scegliamo una frase tra quelle preparate, ad esempio LE PERSONE DISCUTONO. Invitiamo i bambini a leggere la frase. Mettiamo la frase al centro del piano di lavoro
– chiediamo: “Qual è l’azione?”. I bambini rispondono: “Discutono” – mettiamo il cerchio rosso al centro del piano di lavoro e portiamolo a destra del nome – chiediamo a un bambino di tagliare DISCUTONO dalla frase e diciamo: “Ora mettiamo la parola che indica l’azione, DISCUTONO, sul simbolo dell’azione che è il cerchio rosso”
– diciamo: “Il cerchio rosso rappresenta l’azione. La parola che indica l’azione è il centro della frase” – chiediamo: “Chi è che discute?”. I bambini rispondono: “Le persone”. Mettiamo il cerchio nero grande a sinistra del cerchio rosso – diciamo: “Ora metteremo le parole LE PERSONE sul simbolo che rappresenta il nome di chi esegue l’azione”
– diciamo: “Il cerchio nero grande rappresenta chi esegue l’azione” – mostriamo ai bambini la freccia nera. Diciamo: “Mettiamo la freccia tra i due cerchi, in modo che punti verso il cerchio nero grande. La freccia indica la relazione tra l’azione e il nome”
– invertiamo le due parti della frase: DISCUTONO LE PERSONE e chiediamo: “Secondo voi così la frase suona bene?”. I bambini risponderanno di no. – rimettiamo le parti della frase nell’ordine corretto – ripetiamo la procedura con altre frasi che contengano solo una famiglia del nome e un verbo – diciamo: “Oggi abbiamo analizzato le frasi in base alla relazione che c’è tra il verbo e il nome. Abbiamo diviso le frasi in due parti: la parte che conteneva l’azione e la parte che conteneva il nome di chi esegue l’azione. Abbiamo poi indicato la relazione tra le due parti con una freccia nera” – i bambini registrano questa presentazione sui loro quaderni di grammatica, usando la matita rossa per il simbolo dell’azione e la matita nera per il simbolo di chi la esegue. I simboli possono essere disegnati a mano libera o con l’ausilio di stencil.
Un soggetto e un’azione – Scopo: – comprendere la costruzione delle frasi – comprendere la relazione che c’è tra verbo (azione) e famiglia del nome in una frase.
Un soggetto e un’azione – Età: – dai 7 ai 9 anni.
Un soggetto e un’azione – Note: – evitiamo frasi con il verbo essere.
Esperienza chiave per l’analisi della lettura Montessori per bambini della scuola primaria.
Materiali: – simboli dell’analisi logica: un cerchio grande nero muto, un cerchio rosso muto, una freccia nera muta – cartellini bianchi – penna nera – una raccolta di immagini che contengono azioni.
Esperienza chiave per l’analisi della lettura Montessori
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già conosciuto le parti del discorso che abbiamo chiamato articolo, aggettivo, nome e verbo ed abbiamo già usato queste parole per formare delle frasi” – “Oggi faremo una nuova attività con le frasi” – mettiamo sul piano di lavoro il cerchio rosso, il cerchio nero grande e una freccia nera – invitiamo un bambino a prendere un’immagine. Chiediamogli di osservare l’immagine e formulare una frase, ad esempio LA BAMBINA SORRIDE
– scriviamo la frase su un cartellino con la penna nera – chiediamo: “Qual è l’azione?”. I bambini rispondono: “Sorride”. Facciamo strisciare il cerchio rosso al centro del piano di lavoro, senza sollevarlo e diciamo: “Il cerchio rosso è il simbolo della parola che indica l’azione, SORRIDE” – invitiamo un bambino a tagliare la parola SORRIDE dalla frase e a posizionarla sopra al cerchio rosso – diciamo: “Il cerchio rosso è il simbolo dell’azione” – chiediamo: “Chi è che sorride?”. I bambini rispondono: “LA BAMBINA” – facciamo strisciare il cerchio nero grande fino a portarlo a sinistra del cerchio rosso. Diciamo: “Il cerchio nero grande è il simbolo dell’essere o della cosa che esegue l’azione, cioè LA BAMBINA”
– chiediamo a un bambino di mettere le parole LA BAMBINA sopra al cerchio nero – diciamo: “Il cerchio nero grande è il simbolo di chi esegue l’azione” – mostriamo la freccia nera ai bambini. Diciamo: “La parola SORRIDE mette in azione LA BAMBINA. Mettiamo la freccia nera tra il simbolo dell’azione, il cerchio rosso, e il simbolo di chi esegue l’azione, il cerchio nero grande. La freccia punta verso il cerchio nero. La freccia indica che è LA BAMBINA che SORRIDE. La freccia mostra la relazione che c’è tra l’azione e il nome”
– invertiamo le parti della frase: SORRIDE LA BAMBINA. Diciamo: “Secondo voi la frase in questo modo suona bene?”. I bambini risponderanno che non suona bene. Rimettiamo le parti al loro posto. – ripetiamo la procedura con altre frasi che siano composte solo da un verbo e una famiglia del nome (articolo e nome) – diciamo: “Oggi abbiamo analizzato la frase in base alla relazione che c’è tra verbo e nome. Abbiamo diviso la frase in due parti: la parte che contiene l’azione e la parte che contiene la persona, animale, cosa, che esegue l’azione. Abbiamo poi indicato la relazione tra le due parti con una freccia nera” – i bambini lavorano all’esercizio usando i simboli dell’analisi logica e le frasi preparate. Non è necessario che registrino l’attività sul quaderno.
Esperienza chiave per l’analisi della lettura Montessori Scopo: – comprendere la costruzione delle frasi – comprendere la relazione che c’è tra verbo (azione) e famiglia del nome nella frase.
Esperienza chiave per l’analisi della lettura Montessori Età: – dai 7 ai 9 anni.
Esperienza chiave per l’analisi della lettura Montessori Note: – evitiamo di usare il verbo essere nelle frasi che proponiamo.
Analisi della lettura Montessori sesto caso: un soggetto, un’azione e due o più oggetti. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.
Materiali: – simboli per l’analisi logica: un cerchio nero grande, due cerchi neri medi, un cerchio rosso, tre frecce nere – frasi pronte.
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già conosciuto le parti del discorso che abbiamo chiamato articolo, aggettivo, nome e verbo ed abbiamo già usato queste parole per formare delle frasi” – “Oggi faremo una nuova attività con le frasi” – mettiamo sul piano di lavoro il cerchio rosso, il cerchio nero grande, una freccia che punta ad esso a destra, due cerchi neri medi, due frecce nere che puntano ad essi a sinistra – scegliamo una frase pronta, ad esempio MARIA MANGIA UNA MELA E UN PANINO.
Chiediamo ai bambini di leggere la frase e poniamola al centro del piano di lavoro – chiediamo: “Qual è l’azione?”. I bambini rispondono: “Mangia” – facciamo scivolare il cerchio rosso verso il centro del piano di lavoro senza sollevarlo – chiediamo ad un bambino di tagliare la parola che indica l’azione, MANGIA, dalla frase. Diciamo al bambino: “Ora metti la parola che indica l’azione, MANGIA, sul simbolo che indica l’azione, il cerchio rosso” – diciamo: “Il cerchio rosso è il simbolo dell’azione. Le parole che indicano azioni sono il centro della frase”.
– chiediamo: “Chi è che mangia?”. I bambini rispondono: “Maria” – facciamo scivolare il cerchio nero grande a sinistra del cerchio rosso – diciamo: “Ora mettiamo la parola MARIA sul simbolo che rappresenta il nome di chi esegue l’azione” – diciamo: “Il cerchio nero grande rappresenta la persona che esegue l’azione”
– chiediamo: “Cosa mangia Maria?”. I bambini rispondono: “Una mela e un panino” – facciamo scivolare i due cerchi neri medi fino a posizionarli a destra del cerchio rosso, in colonna
– diciamo: “Ora metteremo le parole UNA MELA sul primo simbolo del nome che riceve l’azione e le parole UN PANINO sul secondo simbolo del nome che riceve l’azione. Ci sono due cose che ricevono l’azione. Mettiamo la parola E tra i primo ed il secondo cerchio nero medio
– diciamo: “Il cerchio nero medio è il simbolo della cosa che riceve l’azione. Abbiamo usato il cerchio nero medio per UNA MELA e per UN PANINO perchè non sono importanti come MARIA, infatti potremmo anche dire soltanto MARIA MANGIA per comunicare il concetto, ma se diciamo solo MANGIA UNA MELA o MANGIA UN PANINO la frase ha un altro significato – mostriamo le frecce nere ai bambini. Mostriamo la relazione che c’è tra il verbo e il soggetto e tra il verbo e i due oggetti. Prima mettiamo la freccia che dall’azione punta al soggetto, MARIA.
Poi mettiamo le frecce che dall’azione puntano verso i due oggetti diretti, UNA MELA e UN PANINO
– invertiamo l’ordine delle parti della frase in tutte le combinazioni possibili. Chiediamo: “Queste frasi suonano bene?”. No. Ricostruiamo la frase nell’ordine corretto – ripetiamo la procedura con altre frasi che contengano un soggetto, un verbo ed due o più oggetti – diciamo: “Oggi abbiamo analizzato le frasi in base alla relazione che c’è tra il verbo ed i nomi. Abbiamo diviso le frasi in tre parti: la parte che contiene l’azione, la parte che contiene la persona, animale, cosa, luogo che esegue quell’azione la parte che contiene la persona, animale, cosa, luogo che riceve l’azione. Abbiamo poi indicato la relazione tra le tre parti con le frecce nere”
– i bambini registrano questa presentazione sui loro quaderni di grammatica, usando la matita rossa per il simbolo dell’azione, la matita nera per i simboli di chi esegue l’azione e di chi riceve l’azione e per le frecce che indicano le relazioni tra azione e nomi. I simboli possono essere disegnati a mano libera o con l’aiuto di stencil
Analisi della lettura Montessori sesto caso: un soggetto, un’azione e due o più oggetti Scopo: – comprendere la costruzione delle frasi – comprendere la relazione che c’è tra verbo (azione), famiglia del nome soggetto e la famiglia del nome oggetto in una frase.
Analisi della lettura Montessori sesto caso: un soggetto, un’azione e due o più oggetti Età: – dai 7 ai 9 anni.
Analisi della lettura Montessori sesto caso: un soggetto, un’azione e due o più oggetti Note: – evitiamo frasi con il verbo essere.
Analisi logica Montessori: esercizi con frasi pronte. Si tratta di esercizi preparatori al lavoro successivo.
Materiale: – simboli per l’analisi logica: cerchio grande nero, cerchio rosso e freccia nera – frasi pronte.
Analisi logica Montessori: esercizi con frasi pronte
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già conosciuto le parti del discorso che abbiamo chiamato articolo, aggettivo, nome e verbo ed abbiamo già usato queste parole per formare delle frasi” – “Oggi faremo una nuova attività con le frasi” – mettiamo sul piano di lavoro il cerchio rosso, il cerchio nero grande e una freccia nera – diciamo: “Per questo gioco ho preparato per voi delle frasi. Invitiamo i bambini a leggere la prima frase, ad esempio LA DONNA SORRIDE – chiediamo: “Qual è l’azione?”. I bambini risponderanno: “Sorride”. – tagliamo la parola SORRIDE dalla frase. Mettiamo il verbo SORRIDE sopra ad un cerchio rosso. Diciamo: “Il cerchio rosso simboleggia la parola SORRIDE, cioè la parola che esprime l’azione”
– diciamo: “Chi è che sorride?”. Il bambino risponde: “La donna”. Mettiamo le parole LA DONNA sul cerchio nero grande. Diciamo: “Il cerchio nero grande simboleggia la persona, LA DONNA, che esegue l’azione SORRIDE.
– mostriamo ai bambini la freccia nera. Diciamo: “La parola SORRIDE mette in azione la persona, LA DONNA. Mettiamo la freccia nera tra i simboli dell’azione, il cerchio rosso, e il simbolo della persona che esegue l’azione, il cerchio grande nero. La freccia punta verso il cerchio nero. La freccia indica che è LA SIGNORA che SORRIDE. La freccia mostra la relazione che c’è tra l’azione e la famiglia del nome
– ripetiamo la procedura con altre frasi che contengano soltanto famiglia del nome (articolo e nome) e verbo – diciamo: “Abbiamo analizzato queste frasi in base alla relazione del verbo con il nome. Abbiamo diviso la frase in due parti: la parte che contiene l’azione e la parte che contiene la persona, il luogo o la cosa che esegue l’azione. Abbiamo poi indicato la relazione tra le due parti con la freccia nera” – il bambino potrà continuare a lavorare all’esercizio con i simboli dell’analisi logica e le frasi preparate. A questo livello non è indicato registrare l’attività sul quaderno.
Analisi logica Montessori: esercizi con frasi pronte Scopo: – comprendere la costruzione della frase – comprendere la relazione tra il verbo (azione) e la famiglia del nome in una frase.
Analisi logica Montessori: esercizi con frasi pronte Età: – 7-9 anni.
Analisi logica Montessori: esercizi con frasi pronte Note: – evitiamo di usare il verbo essere nelle frasi.
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Analisi logica Montessori: esercizi con frasi pronte
Analisi logica col metodo Montessori – azioni illustrate. Si tratta di una presentazione molto consigliata in preparazione al lavoro di analisi logica e del periodo.
Materiale: – simboli dell’analisi logica: cerchio grande nero, cerchio grande rosso, freccia nera – penna nera – strisce di carta bianca – un’ampia selezione di immagini che contengano azioni.
Analisi logica col metodo Montessori – azioni illustrate
Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto – diciamo: “Abbiamo già conosciuto le parti del discorso che abbiamo chiamato articolo, aggettivo, nome e verbo ed abbiamo già usato queste parole per formare delle frasi” – “Oggi faremo una nuova attività con le frasi” – mettiamo sul piano di lavoro il cerchio rosso, il cerchio nero grande e una freccia nera – diciamo: “Ora facciamo un gioco con le azioni illustrate, il gioco della caccia all’azione” – invitiamo un bambino a prendere una carta immagine. Invitiamo il bambino a comporre una frase per descrivere l’immagine, ad esempio IL BAMBINO CORRE
– usando la penna nera, scriviamo IL BAMBINO CORRE su una striscia di carta bianca
– chiediamo: “Qual è l’azione?”. Il bambino risponde: “Corre”. Mettiamo il cerchio rosso grande sotto al verbo CORRE e diciamo: “Il cerchio rosso rappresenta la parola che indica l’azione, cioè la parola CORRE” – chiediamo: “Chi è che corre?”. Il bambino risponde: “Il bambino”. Mettiamo il cerchio nero grande sotto a IL BAMBINO e diciamo: “Il cerchio nero grande rappresenta la persona, IL BAMBINO, che esegue l’azione, CORRE”
– mostriamo la freccia nera e diciamo: “La parola CORRE mette in azione la persona, IL BAMBINO. Noi metteremo la freccia nera tra il simbolo dell’azione, il cerchio rosso, e il simbolo della persona che esegue l’azione, il cerchio nero grande. La freccia punta verso il cerchio nero. La freccia indica che è IL BAMBINO colui che CORRE. La freccia indica la relazione esistente tra l’azione e il nome”
– ripetiamo l’esercizio con altre frasi che contengano solo un nome e un verbo
– diciamo: “Abbiamo analizzato le frasi in base alla relazione che si crea tra verbo e nome. Abbiamo suddiviso queste frasi in due parti: la parte che contiene l’azione e la parte che contiene la persona, il luogo o la cosa che eseguono l’azione. Abbiamo poi indicato la relazione tra le due parti usando la freccia nera – i bambino continueranno a lavorare con questo materiale scegliendo una carta immagine, scrivendo una frase ed analizzandola – se lo reputiamo utile per alcuni bambini, invece di chiedere di comporre la frase, possiamo fornire insieme alle immagini delle frasi pronte:
Analisi logica col metodo Montessori – azioni illustrate Scopo diretto: – comprendere la costruzione della frase – comprendere la relazione che c’è tra verbo e famiglia del nome nella frase.
Analisi logica col metodo Montessori – azioni illustrate Età: – dai 7 ai 9 anni.
Analisi logica col metodo Montessori – caccia all’azione. Questa presentazione serve a preparare tutto il lavoro che si svolgerà nel campo dell’analisi logica e del periodo.
Analisi logica col metodo Montessori – caccia all’azione Presentazione: – invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto – diciamo: “Conosciamo già le parti del discorso che chiamiamo articolo, aggettivo, nome e verbo e abbiamo già usato queste parole per comporre delle frasi” – “Oggi faremo insieme una nuova attività con le frasi” – mettiamo sul piano di lavoro il cerchio rosso, il cerchio nero grande e una freccia nera – diciamo: “Ora faremo un gioco chiamato ‘Caccia all’azione’. Adesso cercherò qui in classe qualcosa o qualcuno che sta compiendo un’azione”
– usando la penna nera, scriviamo ad esempio ALMA DISEGNA su una striscia di carta
– chiediamo: “Qual è l’azione?”. I bambini risponderanno: “Disegna”. Posizioniamo il cerchio rosso sotto al verbo DISEGNA e diciamo: “Questo cerchio rosso è il simbolo della parola che indica l’azione, cioè della parola DISEGNA”
– ora chiediamo: “Chi è che disegna?”. I bambini rispondono: “Alma”. Posizioniamo il cerchio nero grande sotto alla parola ALMA e diciamo: “Il cerchio nero grande è il simbolo della persona, ALMA, che esegue l’azione, DISEGNA
– mostriamo la freccia nera ai bambini. Diciamo: “la parola DISEGNA mette in azione la persona, ALMA. Mettiamo la freccia nera tra il simbolo dell’azione e quello della persona che esegue l’azione. La freccia punta verso il cerchio nero. La freccia indica che è ALMA che DISEGNA. La freccia indica la relazione che c’è tra l’azione e il nome”
– ripetiamo con alcune altre frasi composte solo da un nome e un verbo – diciamo: “Oggi abbiamo analizzato le frasi in base alle relazioni che esistono tra il verbo e il nome.
Abbiamo separato la frase in due parti: la parte che contiene l’azione e la parte che contiene la persona, il luogo o la cosa che esegue l’azione.
Abbiamo poi indicato la relazione tra le due parti con la freccia nera” – i bambini potranno continuare a lavorare nei giorni successivi con questo materiale per l’analisi e frasi preparate per loro
– a questo livello non serve che i bambini registrino l’attività sui loro quaderni.
Analisi logica col metodo Montessori – caccia all’azione Scopo diretto: – comprendere la costruzione delle frasi – comprendere le relazioni tra il verbo (azione) e la famiglia del nome in una frase.
Analisi logica col metodo Montessori – caccia all’azione Età: – dai 7 ai 9 anni.
Analisi logica col metodo Montessori – caccia all’azione Note: – evitiamo di usare il verbo essere.
L’analisi delle proposizione e del periodo col metodo Montessori si realizza con materiali che seguono lo stesso principio dei casellari usati per l’analisi grammaticale. Nelle presentazioni troverete via via tutto il materiale Lapappadolce pronto per il download e la stampa . Se preferite acquistare il materiale in legno, in italiano è in vendita da Montessori 3D di Boboto.
Con l’analisi grammaticale i bambini imparano a riconoscere le nove parti del discorso e quale funzione specifica ognuna di queste parti ricopre all’interno del discorso.
Con l’analisi logica il bambino impara a riconoscere le componenti sintattiche presenti nella frase semplice, cioè il soggetto, il predicato, i complementi, l’attributo e l’apposizione, distinguendo le parti principali (soggetto e verbo) e tutti gli elementi secondari. Ma lo studio dell’analisi logica non serve solo ad identificare i componenti della frase, serve soprattutto a comprendere le relazioni che esistono tra di essi. Il bambino comincerà a chiedersi: “Le parole seguono un ordine logico?” “Qual è il modo più chiaro per esprimere quel pensiero?”.
Con l’analisi sintattica della frase complessa (analisi del periodo) il bambino impara infine a identificare le varie specie di proposizioni che compongono la frase complessa (proposizione principale, coordinata, subordinata, ecc.)
Per l’analisi della proposizione e del periodo al posto dei cartellini si utilizzano strisce di carta nelle quali sono scritti i periodi e le proposizioni da analizzare, e che Maria Montessori ha creato in serie determinate. La proposizione si divide in parti, e ciascuna di queste parti si pone in spazi appositi, sulla guida delle domande o delle specificazioni scritte negli spazi stessi.
L’analisi della proposizione e del periodo si focalizza sulle relazioni che le parole hanno tra loro quando sono inserite in una frase. Le parole hanno un loro significato, quando prese singolarmente, e una loro particolare funzione come parte del discorso. Inserite in una frase le relazioni che si creano tra le parole influenzano il loro significato. Attraverso l’analisi della proposizione e del periodo si esaminano queste relazioni.
Grazie agli esercizi di analisi logica il bambino interiorizza con precisione i concetti base della grammatica:
una frase è un’unità di senso compiuto inserita in una situazione comunicativa
una frase è composta da una o più proposizioni
la frase composta da una sola proposizione è detta frase semplice
una proposizione è un’unità sintattica di base costituita almeno da un soggetto e un predicato
unendo due o più proposizioni si ottiene una frase complessa o periodo.
Lavorando col materiale dell’analisi logica e del periodo, i bambini imparano come riconoscere e formare frasi e periodi.
Come sempre avviene nello studio nell’area linguistica col metodo Montessori, una struttura che è già assorbita dai bambini in forma inconsapevole e spontanea attraverso la lingua parlata, diventa consapevole ed esplicita.
L’analisi della proposizione e del periodo col metodo Montessori
L’analisi della proposizione e del periodo consta di tre fasi: – analisi della lettura: forniamo al bambino delle frasi da leggere ed analizzare nelle sue componenti e relazioni. Si comincia con l’analisi di frasi semplici, e la terminologia “soggetto”, “predicato verbale” e “oggetto diretto” non viene data; il bambino impara tuttavia a riconoscere questi elementi attraverso domande quali: “Qual è l’azione?”, “Da chi è svolta l’azione?” – costruzione di frasi: il bambino compone delle frasi e poi le analizza mettendo le varie parti in relazione tra loro – analisi logica e del periodo: si analizzano la frase semplice e il periodo, utilizzando la terminologia corretta (predicato, soggetto, complemento oggetto, ecc.). In questa fase l’analisi diventa più astratta e si arriva, al termine del lavoro, a determinare le relazioni esistenti fra i diversi componenti della frase e del periodo.
L’analisi della lettura e la costruzione di frasi conducono all’analisi logica attraverso un processo fatto di tappe successive. Solo quando il bambino si muove con sicurezza con la frase semplice potremo introdurre gradualmente i complementi. Il processo di comprensione dell’analisi della proposizione e del periodo avviene attraverso due livelli principali: – al primo livello, dai 6 ai 9 anni, il bambino acquisisce una comprensione intuitiva del significato di soggetto, predicato verbale e complemento oggetto e della loro posizione nella frase semplice. Le presentazioni iniziano con frasi molto semplici, composte soltanto da nome e verbo, fino a frasi più articolate composte da una famiglia del nome (soggetto), verbo e complemento oggetto. Ogni componente è analizzata in base alla sua funzione all’interno della frase; – al secondo livello, dai 9 ai 12 anni, la conoscenza di soggetto, predicato verbale e complemento oggetto viene approfondita attraverso molti esercizi pratici. Si introducono i complementi indiretti, il complemento predicativo, l’attributo, l’apposizione… Il bambino analizza frasi sempre più complesse. Ogni parte della frase è analizzata in base alla funzione che svolge.
L’analisi della proposizione e del periodo col metodo Montessori
L’analisi della proposizione e del periodo si introduce durante lo studio del verbo in analisi grammaticale, perchè l’analisi grammaticale del verbo e l’analisi logica trovano un perfetto accordo. A partire da questo momento, l’analisi grammaticale e l’analisi logica vengono condotte parallelamente. L’analisi logica e del periodo condotta parallelamente all’analisi grammaticale aiuta a comprendere meglio la funzione delle parole, ad esempio a capire come un verbo all’infinito può avere funzione di soggetto, un pronome personale può avere la funzione di oggetto diretto, e così via.
Il bambino avrà bisogno di molto esercizio prima di muoversi con sicurezza nell’analisi logica.
Lo studio della grammatica aiuta il bambino a migliorare le proprie abilità di scrittura, lettura e verbalizzazione. La capacità di lettura e di comprensione di testi scritti dipende dalla precisa interpretazione delle parole, e lo studio dell’analisi logica e del periodo forniscono un grandissimo aiuto in questa direzione.
I complementi vengono introdotti, come già detto, dopo i 9 anni. Il bambino deve aver raggiunto una buona capacità di comprensione delle relazioni grammaticali tra le parole e conoscere bene soggetto, predicato verbale e complemento oggetto prima di iniziare a lavorare con frasi complesse e complementi, al secondo livello.
L’analisi della proposizione e del periodo col metodo Montessori Materiale Montessori per l’analisi logica e del periodo
Il materiale Montessori, come vedremo in dettaglio nelle presentazioni, si compone di frasi pronte, tabelle, simboli e tavole.
Per quanto riguarda simboli e tavole, le principali sono:
– simboli della scatola 1 che comprendono: cerchi grandi neri muti per il soggetto cerchi medi neri muti per il complemento oggetto cerchi grandi rossi muti per il predicato verbale cerchi grandi rossi con la dicitura VERBO per il predicato verbale frecce nere mute per le presentazioni frecce nere mute su una facciata e parlate sull’altro con la dicitura chi è che…? che cosa è che…? per il soggetto frecce nere mute su una facciata e parlate sull’altro con la dicitura chi?… che cosa…? per il complemento oggetto
– tavola 1
– simboli della scatola 2 che comprendono: cerchi grandi neri muti per il soggetto cerchi medi neri muti per il complemento oggetto cerchi grandi rossi muti per il predicato verbale cerchi grandi rossi con la dicitura VERBO PREDICATO per il predicato verbale frecce nere mute per le presentazioni frecce nere con la dicitura chi è che…? che cosa è che…? su una facciata e la dicitura SOGGETTO sull’altra, per il soggetto frecce nere con la dicitura chi?… che cosa…? su una facciata e la dicitura COMPLEMENTO OGGETTO sull’altra, per il complemento oggetto
– tavola 2
– simboli della scatola 3 cerchi grandi neri muti per il soggetto cerchi medi neri muti per il complemento oggetto cerchi grandi rossi con la dicitura PREDICATO per il predicato verbale frecce nere mute su un lato e con la dicitura SOGGETTO sull’altra, per il soggetto frecce nere mute su una facciata e la dicitura COMPLEMENTO OGGETTO sull’altra, per il complemento oggetto
– tavola 3
Seguono le scatole per l’analisi logica avanzata e le varie versioni della stella logica:
La stella logica evolve via via fino ad una versione avanzata, dove al posto delle domande si trovano le denominazioni.
Il materiale per l’analisi logica avanzata si compone di: – cerchi rossi per il predicato – cerchi neri grandi per il soggetto – cerchi neri medi per il complemento oggetto o diretto – cerchi neri piccoli per i complementi indiretti in generale – cerchi arancio piccoli per i complementi indiretti – triangoli azzurri per attributo e apposizione – frecce nere per il soggetto, il complemento oggetto o diretto e i complementi indiretti in generale – frecce azzurre per attributo e apposizione – frecce arancio per i complementi indiretti
Nelle presentazioni troverete via via tutto il materiale pronto per il download e la stampa.
Se preferite acquistare il materiale in legno, in italiano è in vendita da Montessori 3D di Boboto.
Incastri delle frazioni Montessori PRESENTAZIONI ED ESERCIZI che comprendono esplorazione sensoriale, nomenclatura, lettura e scrittura di frazioni, addizione e sottrazione di frazioni con lo stesso denominatore, moltiplicazione e divisione di frazioni per un numero intero, equivalenze tra frazioni.
Gli incastri delle frazioni sono dieci piastrelle quadrate (bianche o verdi) identiche nelle quali si incastra un identico cerchio rosso. L’incastro rosso è suddiviso dall’intero ai 10/10. Il materiale classico è in legno o in metallo, ma può essere facilmente realizzato utilizzando cartoncino o gomma Eva.
Se optate per l’acquisto, questi sono gli incastri delle frazioni in legno acquistabili da Montessori Lernwelten:
Per le presentazioni che seguono ho usato gli incastri di Montessori 3D di Boboto e i miei incastri fai da te.
________________________ Incastri delle frazioni Montessori PRESENTAZIONI ED ESERCIZI
Scopo degli esercizi con gli incastri delle frazioni: – creare un’impressione sensoriale delle frazioni; – introdurre il concetto di frazione; – apprendere la lettura e la scrittura delle frazioni; – esplorare a livello sensoriale le equivalenze tra frazioni; – esercitarsi nelle operazioni tra frazioni.
Età consigliata per le presentazioni: a partire dai 4 anni e mezzo (quando il bambino conosce bene i numeri da 1 a 10).
________________________ Incastri delle frazioni Montessori PRESENTAZIONI ED ESERCIZI Presentazione I – Esplorazione sensoriale
Materiale: – incastri delle frazioni – tappeto.
Presentazione: – portiamo il materiale sul tappeto – diciamo: “Una frazione è una divisione di un intero in parti uguali” – mettiamo i dieci incastri sul tappeto formando una riga orizzontale dall’intero al decimo
– estraiamo il primo cerchio e mettiamolo davanti alla sua cornice – estraiamo ½ e mettiamolo davanti alla sua cornice – estraiamo 1/3 e mettiamolo davanti alla sua cornice e proseguiamo così per mostrare al bambino come prendere gli incastri – mostriamo anche come rimettere gli incastri al loro posto,
– chiedendo ad ogni bambino che partecipa all’esercizio di farne esperienza
– ripetiamo un paio di volte, anche mescolando gli spicchi
– chiediamo ai bambini di rimetterli nelle cornici correttamente.
___________________________ Incastri delle frazioni Montessori PRESENTAZIONI ED ESERCIZI Presentazione II – Nomenclatura
Materiale: – incastri delle frazioni – tappeto.
Presentazione: – portiamo sul piano di lavoro i primi cinque incastri delle frazioni – estraiamo l’incastro dell’intero, mettiamolo davanti alla sua cornice e diciamo al bambino “Questo è un intero.” – estraiamo un incastro delle metà, mettiamolo davanti alla sua cornice e diciamo al bambino “Questo è un mezzo”
– ripetiamo con gli altri incastri, fino a un quinto (primo tempo); – utilizzando la lezione in tre tempi proseguiamo chiedendo ai bambini, ad esempio “Per favore mi dai la frazione da un quarto?” e così via (secondo tempo). Infine possiamo chiedere: “Quale frazione vuoi rimettere nella sua cornice?” di modo che il bambino possa nominare la frazione e indicarcela (terzo tempo)
– quando il bambino si sente sicuro con questi primi cinque incastri, seguiamo la stessa procedura per i rimanenti cinque.
___________________________ Incastri delle frazioni Montessori PRESENTAZIONI ED ESERCIZI Presentazione III – Scrittura
Materiale: – incastri delle frazioni – tappeto – cartellini in bianco e pennarello nero.
Presentazione: – quando i bambini hanno ben memorizzato il nome delle dieci frazioni proposte, invitiamoli al tappeto e diciamo loro: “Oggi vi mostrerò come scrivere le frazioni” – indichiamo l’incastro delle metà e chiediamo ai bambini: “Questa cornice quanti pezzi contiene?”. “Due” – scriviamo 2 su un cartellino in bianco e diciamo: “Sì, ci sono due pezzi, quindi scriverò su questo cartellino 2”
– mettiamo un incastro sopra alla sua cornice e chiediamo al bambino quanti pezzi ho tolto dalla cornice e ora si trovano lì in alto. Il bambino dirà “1” – tracciamo la linea e scriviamo 1
– ripetiamo in questo modo per tutte le altre frazioni, fino ad arrivare ad 1/10
– se lo riteniamo opportuno, utilizzando la lezione in tre tempi, possiamo dare al bambino la nomenclatura di numerato e denominatore – dopo questa presentazione il bambino sarà in grado di scrivere e leggere qualsiasi frazione. Per esercitarsi proponiamo, ad esempio, 2/3, 6/8, 3/5, 8/10 ecc.
___________________________ Incastri delle frazioni Montessori PRESENTAZIONI ED ESERCIZI Presentazione IV – Lettura
Materiale: – incastri delle frazioni – tappeto – cartellini pronti delle frazioni da 1/1 a 10/10
Incastri delle frazioni Montessori PRESENTAZIONI ED ESERCIZI
Presentazione: – portiamo il materiale sul tappeto – disponiamo i cartellini formando pile in corrispondenza di ogni cornice, in basso
– chiediamo al bambino di prendere il primo cartellino, di leggerlo e di metterlo in alto – chiediamo di indicarci quale numero è il numeratore e quale il denominatore, per verificare se ha memorizzato i termini correttamente
– chiediamo al bambino di estrarre dalla cornice la frazione corrispondente al cartellino e porla accanto ad esso – ripetere con altri cartellini, mettendo ogni volta il materiale usato al suo posto
– dopo questa introduzione, due bambini possono lavorare insieme mescolando tutti i cartellini insieme e poi etichettando correttamente le frazioni.
___________________________ Incastri delle frazioni Montessori PRESENTAZIONI ED ESERCIZI Presentazione V – addizione di frazioni con lo stesso denominatore
Materiale: – incastri delle frazioni – tappeto – strisce di carta e pennarello
Presentazione: – portiamo il materiale sul tappeto – scriviamo su una striscia di carta un’addizione, ad esempio due settimi più quattro settimi – mostriamo al bambino che per la prima frazione prendiamo un settimo due volte (due settimi) – quindi prendiamo un settimo quattro volte (quattro settimi)
– chiediamo al bambino di contare quanti settimi ci sono (sei) – mostriamo al bambino come si scrive la risposta
– leggiamo l’intera operazione col bambino – scriviamo un’altra addizione e chiediamo al bambino di eseguirla – dopo alcuni esercizi del genere, facciamo notare al bambino che abbiamo sommato tra loro frazioni con lo stesso denominatore – quando il bambino ha capito può usare operazioni scritte su cartellini pronti.
___________________________ Presentazione VI – sottrazione di frazioni con lo stesso denominatore
Materiale: – incastri delle frazioni – tappeto – strisce di carta e pennarello
Presentazione: – portiamo il materiale sul tappeto – scriviamo una sottrazione su una striscia di carta, ad esempio tre sesti meno un sesto
– prendiamo tre sesti e mettiamoli davanti all’incastro
– indichiamo uno dei tre sesti e diciamo: “Adesso tolgo un sesto”
– prendiamo un sesto e spostiamolo a destra, separandolo dagli altri sesti
– chiediamo al bambino di contare quanti sesti si trovano a sinistra (due) – chiediamo al bambino di scrivere la risposta
– proponiamo e risolviamo insieme altre sottrazioni – quando il bambino ha capito può usare operazioni scritte su cartellini pronti.
___________________________ Presentazione VII – moltiplicazione di frazioni per un numero intero
Materiale: – incastri delle frazioni – tappeto – strisce di carta e pennarello.
Presentazione: – portiamo il materiale sul tappeto – scriviamo una moltiplicazione su una striscia di carta, ad esempio due decimi per quattro – leggiamo insieme l’operazione – diciamo: “Prendiamo due decimi quattro volte” – prendiamo due decimi una volta, due volte, tre volte e quattro volte mettendoli raggruppati a due a due sul tappeto – chiediamo al bambino di contare tutti i decimi che si trovano ora sul tappeto (otto) – mostriamo al bambino come scrivere la risposta
– facciamo altri esercizi col bambino – quando il bambino ha capito può usare operazioni scritte su cartellini pronti.
___________________________ Presentazione VIII – divisione di frazioni per un numero intero
Materiale: – incastri delle frazioni – bottoni o perle di legno o birilli o qualsiasi altro oggetto possa servire da contrassegno – tappeto – strisce di carta e pennarello.
Presentazione: – portiamo il materiale sul tappeto – scriviamo una divisione su una striscia di carta, ad esempio quattro quarti diviso due – leggiamo l’operazione e chiediamo per quanto dobbiamo dividere (per due) – chiediamo al bambino di prendere due bottoni e di metterli sul tappeto in riga, sotto agli incastri delle frazioni – chiediamo al bambino quanti quarti ci servono per iniziare (quattro) – prendiamo i quattro quarti e mettiamoli sul tappeto – diciamo al bambino che ora dovremo distribuire i quarti in parti uguali tra i due bottoni – procediamo mettendo un quarto sotto un bottone e un quarto sotto l’altro
– ricordiamo al bambino che nella divisione noi vogliamo sempre sapere quanti elementi si trovano in un solo gruppetto (sotto a un solo bottone) – chiediamo al bambino quanti quarti si trovano sotto ad un bottone (due) – chiediamo al bambino di scrivere la risposta
– facciamo altri esercizi simili – quando il bambino ha capito può usare operazioni scritte su cartellini pronti.
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___________________________ Presentazione IX – equivalenze tra frazioni
Materiale: – incastri delle frazioni – tappeto.
Si tratta di un’attività che può essere proposta durante o dopo gli esercizi con gli incastri delle frazioni. Dopo aver eseguito un certo esercizio, possiamo ad esempio chiedere al bambino se è possibile riempire lo spazio occupato da un terzo con frazioni di altri incastri. Nell’esempio il terzo può essere riempito da due sesti.
L’importante è stimolare il bambino affinché possa giungere da solo alla scoperta delle equivalenze, senza dare definizioni.
Al termine di tutto il lavoro con gli incastri delle frazioni, il bambino potrà stilare una propria tabelle delle equivalenze.
Tutorial per costruire gli incastri delle frazioni (o settori circolari delle frazioni) Montessori con cartamodelli e istruzioni. Gli incastri delle frazioni sono dieci piastrelle quadrate identiche (bianche o verdi) nelle quali si incastra un identico cerchio rosso. L’incastro rosso è suddiviso dall’intero ai 10/10. Il materiale classico è in legno o in metallo, ma può essere facilmente realizzato utilizzando cartoncino o gomma Eva.
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Tutorial per costruire gli incastri delle frazioni Montessori
Materiale occorrente: – cartoncino colorato – gomma Eva o cartone colorato (o compensato) – forbici e taglierino – colla stick – colla a caldo – perle di legno o plastica per i pomoli – matita – cartamodelli (oppure compasso e goniometro)
Cartamodello:
Tutorial per costruire gli incastri delle frazioni Montessori pdf qui:
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Tutorial per costruire gli incastri delle frazioni Montessori – Come si fa:
stampiamo e ritagliamo i modelli:
riportiamo il modello del cerchio sul foglio rosso di gomma Eva, ritagliamo il contorno e gli spicchi, ma non completamente, di modo che rimangano uniti al centro:
incolliamo con la colla a caldo le perle che serviranno da pomoli per la presa a tre dita degli incastri:
ritagliamo la cornice, poniamo al centro il cerchio rosso e segniamo i contorni con la matita:
ritagliamo la sagoma del cerchio nella cornice, poi incolliamo con la colla stick il fondo di cartoncino:
e l’incastro è pronto:
Questi sono i dieci incastri pronti:
_________________________________ Tutorial per costruire gli incastri delle frazioni Montessori
Incastro del cavallo Montessori con presentazioni ed esercizi per bambini della scuola d’infanzia.
Il materiale degli incastri degli animali è composto da 5 incastri principali: – un pesce – una tartaruga (per la classe dei rettili) – una rana (per la classe degli anfibi) – un cavallo (per la classe dei mammiferi) – un uccello. Si tratta quindi degli animali tipici di una determinata classe di vertebrati.
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L’incastro del cavallo si può acquistare online. Questo è di Montessori 3D di Boboto:
oppure si può realizzare in proprio utilizzando cartoncino colorato o gomma Eva:
Per le presentazioni ho utilizzato l’incastro fai da te e l’incastro di Montessori 3D di Boboto.
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Incastro del cavallo Montessori Presentazione 1 (presentazione del materiale)
Scopo: – introdurre i nomi delle parti del corpo caratteristiche degli animali (uno per ogni classe di vertebrati) – dare informazioni particolari sulle diverse parti del corpo degli animali – consentire al bambino di confrontare la morfologia degli animali con quella degli esseri umani
Presentazione – invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio – andiamo allo scaffale della zoologia e, se lo abbiamo a disposizione, indichiamo il cofanetto per gli incastri degli animali – diciamo: “Questo è il cofanetto degli incastri degli animali, e questi sono gli incastri degli animali” – mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro del cavallo e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto – arrivati al posto diciamo: “Questo è l’incastro del cavallo. Su questo incastro noi possiamo vedere le parti del corpo del cavallo “ – attiriamo l’attenzione del bambino sugli incastri, e diciamo che si tratta di un materiale molto utile a tutti e che lo maneggeremo con delicatezza e cura – mostriamo al bambino come prendere i pezzi in modo corretto utilizzando i pomoli, per rimuoverli dalla tavola
– prendiamo il primo incastro e posiamolo sul tappeto
– chiediamo al bambino di rimuovere i rimanenti incastri e metterli sul tappeto – dopo aver rimosso tutti i pezzi, prendiamone uno per i pomoli e mostriamo al bambino come riposizionarlo correttamente nell’incastro
– invitiamo il bambino a proseguire l’attività con gli altri incastri – quando il lavoro è concluso, riponiamo l’incastro dell’uccello nel cofanetto degli incastri degli animali, se lo abbiamo a disposizione, oppure sullo scaffale della zoologia – incoraggiamo il bambino a prendere dal cofanetto gli incastri degli animali e lavorare con essi ogni volta che lo desidera.
Età: a partire dai 4 anni.
_____________________ Incastro del cavallo Montessori Presentazione 2 (nominare le parti del corpo del cavallo )
Materiale – incastro del cavallo – cartellini delle parti del cavallo pronti (oppure cartellini in bianco e penna nera).
Presentazione: – invitiamo un bambino che ha già lavorato col cofanetto degli animali e chiediamogli di aiutarci a stendere il tappeto e a portare l’incastro del cavallo sul piano di lavoro – togliamo i primi tre incastri nominandoli, cioè dicendo ad esempio: “ad esempio dicendo: “testa, coda, criniera” oppure “testa, coda, zampe posteriori”
– ripetere i nomi: “testa, coda, criniera”
– chiediamo ai bambini di rimetterli al loro posto, nominandoli, cioè dicendo: “Per favore, rimetteresti a posto la coda?” – quando tutti gli incastri sono di nuovo al loro posto, chiediamo a un bambino di prendere gli stessi tre pezzi, uno per uno, nominandoli, ad esempio dicendo: “Per favore, toglieresti l’incastro della criniera?” – fatto questo chiediamo: “Quale parte del corpo del cavallo vorresti rimettere al suo posto?”. Il bambino risponderà col nome di una parte e rimetterà l’incastro corrispondente al suo posto – ripetiamo questa lezione in tre tempi con le altre parti del corpo del cavallo, finché il bambino conoscerà i nomi di tutti gli incastri – se lo riteniamo efficace, mentre introduciamo i nomi delle parti del corpo possiamo darne una breve descrizione, ad esempio dicendo: “Questa è la coda del cavallo. La coda del cavallo ha il compito di scacciare gli insetti e soprattutto le mosche, e di proteggere i genitali dalla sporcizia proveniente dall’esterno. Per questo motivo, la coda del cavallo deve sempre essere pulita e pettinata.” – se il bambino mostra vivo interesse per questo genere di presentazioni, continuiamo nei giorni seguenti, finché non avrà acquisito familiarità con i nomi delle parti del corpo del cavallo – per l’esercizio della lettura e della scrittura togliamo un incastro alla volta dalla tavola e componiamo la parola corrispondente con l’alfabeto mobile
– se il bambino è in grado di leggere, scriviamo sui cartellini in bianco i nomi delle parti del corpo ed abbiniamoli agli incastri
– oppure introduciamo i cartellini pronti e i fogli di controllo
I fogli di controllo prevedono un foglio muto con cartellini mobili e un foglio parlato. Naturalmente questo è un materiale che si può realizzare facilmente in proprio, riportando i contorni degli incastri e preparando i cartellini necessari.
Se utilizzate l’incastro fai da te, qui trovate il materiale pronto per la stampa:
pdf qui:
Età: a partire dai 4 anni
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Incastro del cavallo Montessori Attività che possiamo proporre con l’incastro del cavallo
Le attività legate all’utilizzo dell’incastro del cavallo possono essere di discriminazione visiva, di discriminazione tattile, di nomenclatura, di preparazione alla scrittura, di lettura; possono coprire varie fasce d’età: – discriminazione visiva: lavorare con gli incastri; assemblare il corpo del cavallo su un foglio di controllo; gioco del “Cosa manca” – discriminazione tattile: gioco del “Cosa manca”, borse del mistero, assemblaggio alla cieca – preparazione alla scrittura: ricreare l’incastro col ritaglio – sviluppo del linguaggio: gioco del detective, fogli di controllo e cartelli, nomenclature, definizioni.
__________________ Incastro del cavallo Montessori Lavorare con gli incastri
E’ l’attività più ovvia. Il bambino più piccolo può avere bisogno di procedere per più tentativi ed errori, mentre i più grandi sono in grado di mettere facilmente i pezzi negli incastri.
_______________________ Assemblare il corpo del cavallo su un foglio di controllo
Una volta che un bambino sa maneggiare gli incastri con facilità nella cornice, può provare a costruire il corpo del cavallo utilizzando un foglio di controllo. I fogli di controllo in commercio prevedono un foglio muto con cartellini mobili e un foglio parlato:
naturalmente questo è un materiale che si può realizzare facilmente in proprio, riportando i contorni degli incastri e preparando i cartellini necessari.
________________ Incastro del cavallo Montessori Gioco: “Cosa manca?”
– mettiamo l’incastro del cavallo completo davanti al bambino – chiediamo al bambino di voltarsi o di chiudere gli occhi (oppure bendiamolo), togliamo un pezzo dalla tavola e nascondiamolo – chiediamo al bambino di guardare e di dirci il nome della parte mancante – il gioco può essere reso più difficile, togliendo due pezzi invece di uno; oppure chiedendo di rispondere non a voce, ma scrivendo o disegnando la parte mancante – si potrebbe anche chiedere di riconoscere al tatto la parte mancante (cioè tenendo la benda sugli occhi).
_____________________ Incastro del cavallo Montessori Incastro alla cieca
Il bambino può ricomporre l’incastro del cavallo con gli occhi bendati. Ricordate che è più semplice, all’inizio, se tutti gli incastri sono posizionati ordinatamente a lato della tavola, prima di bendare il bambino.
_______________ Gioco: “Questo cos’è?”
– scegliamo un pezzo dell’incastro del cavallo e mettiamolo in una piccola borsa del mistero – il bambino tastando la borsa (oppure bendato) identifica la parte del corpo dell’uccello – si possono anche inserire nella borsa più pezzi alla volta, o anche tutti.
________________ Ricreare l’incastro col ritaglio
Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura, e si può rendere più interessante tracciando con la matita i pezzi e poi ritagliandoli, oppure tracciando i pezzi direttamente col punteruolo.
Materiale: – incastro del cavallo – fogli di carta colorata – foglio di carta bianca – matita – punteruolo o forbici – colla da carta
Scopo: – approfondire la conoscenza delle parti del corpo del cavallo – esercitare l’occhio e la mano in preparazione alla scrittura.
Presentazione: – chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale – chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo – mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta colorato e mostriamo come tracciarne il contorno con il punteruolo. Possiamo scegliere di punteggiare interamente il contorno:
oppure di fare fori distanti tra loro di circa mezzo centimetro, che serviranno come guida per le forbici:
– con l’aiuto dei bambini ritagliamo tutte le parti del cavallo nello stesso modo – al termine componiamo il cavallo sul foglio di carta – incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo – se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.
____________________ Ricreare l’incastro col disegno e preparare fogli di controllo da soli
Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura. Creare il disegno completo dell’incastro è più impegnativo rispetto al collage, perché richiede che il bambino posizioni correttamente i pezzi sul foglio bianco prima di tracciarli.
Materiale: – incastro del cavallo – foglio di carta – matita e matite colorate.
Scopo: – approfondire la conoscenza delle parti del corpo del cavallo – esercitare l’occhio e la mano in preparazione alla scrittura.
Presentazione: – chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale – chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo – mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta e mostriamo come tracciarne il contorno con la matita
– togliamo l’incastro e coloriamo usando lo stesso colore dell’incastro originale – prendiamo un altro incastro e posiamolo sul foglio nella stessa posizione in cui si trova nella tavola originale. Tracciamone i contorni e coloriamolo – continuiamo allo stesso modo finché non avremo disegnato tutto il cavallo – incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo – se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.
___________________ Caccia al tesoro (o gioco del detective)
Una volta che il bambino conosce il nome di ogni parte del corpo del cavallo, è possibile utilizzare i pezzi per giocare al detective: – togliamo tutti i pezzi dall’incastro e mettiamoli a lato della tavola – diciamo: “Sto cercando… sto cercando… un pezzo che inizia con la lettera C” – se i bambini non indovinano aggiungiamo un suono – quando hanno indovinato mettiamo il pezzo nell’incastro – possiamo giocare anche con le lettere finali o centrali.
________________________ Nomenclature in tre parti: immagine, titolo, immagine + titolo
– i bambini abbinano la scheda immagine + titolo all’immagine singola e al nome singolo – identificano la parte corrispondente sull’incastro, prendono il pezzo e lo pongono sulle carte corrispondenti.
_______________________ Scrivere i cartellini appropriati
Se il bambino sa scrivere le prime parole, può esercitarsi a scrivere dei propri cartellini per l’incastro del cavallo. In questa fase, naturalmente, non importa se qualche parola non è scritta correttamente. Se il bambino è nella fase in cui riconosce i suoni, ma non sa gestire praticamente gli strumenti di scrittura, può utilizzare gli alfabeti mobili.
_______________________ Nomenclature in tre parti immagine, titolo, definizione
Materiale – carte delle nomenclature delle parti dell’uccello (titolo, immagine, definizione) – incastro del cavallo.
Presentazione: – mettiamo sul piano di lavoro tutte le carte delle immagini – distribuiamo tra i bambini (o mettiamo in ordine sparso sul piano di lavoro) i titoli – chiediamo a un bambino quale parte del corpo del cavallo è evidenziato nella prima immagine. Il bambino abbina all’immagine il titolo, quindi pone su di esso l’incastro corrispondente – proseguiamo allo stesso modo per tutte le parti del corpo del cavallo – se i bambini sanno già leggere bene, distribuiamo le carte delle definizioni e chiediamo loro di abbinarle a titoli e immagini – se i bambini non sanno leggere bene, leggiamo noi una ad una le definizioni e discutiamo coi bambini dove è corretto metterle.
Scopo: – introdurre il nome e le definizioni delle parti del corpo del cavallo – aggiungere informazioni particolari relative all’anatomia del cavallo.
Incastro dell’uccello Montessori con presentazioni ed esercizi per bambini della scuola d’infanzia.
Il materiale degli incastri degli animali è composto da 5 incastri principali: – un pesce – una tartaruga (per la classe dei rettili) – una rana (per la classe degli anfibi) – un cavallo (per la classe dei mammiferi) – un uccello. Si tratta quindi degli animali tipici di una determinata classe di vertebrati.
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L’incastro dell’uccello si può acquistare online. Questo è di Montessori 3D di Boboto:
oppure si può realizzare in proprio utilizzando cartoncino colorato o gomma Eva:
Per le presentazioni ho utilizzato l’incastro fai da te e l’incastro di Montessori 3D di Boboto.
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Incastro dell’uccello Montessori Presentazione 1 (presentazione del materiale)
Scopo: – introdurre i nomi delle parti del corpo caratteristiche degli animali (uno per ogni classe di vertebrati) – dare informazioni particolari sulle diverse parti del corpo degli animali – consentire al bambino di confrontare la morfologia degli animali con quella degli esseri umani
Presentazione – invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio – andiamo allo scaffale della zoologia e, se lo abbiamo a disposizione, indichiamo il cofanetto per gli incastri degli animali – diciamo: “Questo è il cofanetto degli incastri degli animali, e questi sono gli incastri degli animali” – mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro dell’uccello e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto – arrivati al posto diciamo: “Questo è l’incastro dell’uccello. Su questo incastro noi possiamo vedere le parti del corpo dell’uccello” – attiriamo l’attenzione del bambino sugli incastri, e diciamo che si tratta di un materiale molto utile a tutti e che lo maneggeremo con delicatezza e cura – mostriamo al bambino come prendere i pezzi in modo corretto utilizzando i pomoli, per rimuoverli dalla tavola
– prendiamo il primo incastro e posiamolo sul tappeto
– chiediamo al bambino di rimuovere i rimanenti incastri e metterli sul tappeto – dopo aver rimosso tutti i pezzi, prendiamone uno per i pomoli e mostriamo al bambino come riposizionarlo correttamente nell’incastro
– invitiamo il bambino a proseguire l’attività con gli altri incastri – quando il lavoro è concluso, riponiamo l’incastro dell’uccello nel cofanetto degli incastri degli animali, se lo abbiamo a disposizione, oppure sullo scaffale della zoologia – incoraggiamo il bambino a prendere dal cofanetto gli incastri degli animali e lavorare con essi ogni volta che lo desidera.
Età: a partire dai 4 anni.
_____________________ Incastro dell’uccello Montessori Presentazione 2 (nominare le parti del corpo dell’uccello)
Materiale – incastro dell’uccello – cartellini delle parti dell’uccello pronti (oppure cartellini in bianco e penna nera).
Presentazione: – invitiamo un bambino che ha già lavorato col cofanetto degli animali e chiediamogli di aiutarci a stendere il tappeto e a portare l’incastro dell’uccello sul piano di lavoro – togliamo i primi tre incastri nominandoli, cioè dicendo ad esempio: “ad esempio dicendo: “ala, coda, capo”
– ripetere i nomi: “ala, coda, capo” – chiediamo ai bambini di rimetterli al loro posto, nominandoli, cioè dicendo: “Per favore, rimetteresti a posto la coda?” – quando tutti gli incastri sono di nuovo al loro posto, chiediamo a un bambino di prendere gli stessi tre pezzi, uno per uno, nominandoli, ad esempio dicendo: “Per favore, toglieresti l’incastro dell’ala?” – fatto questo chiediamo: “Quale parte del corpo dell’uccello vorresti rimettere al suo posto?”. Il bambino risponderà col nome di una parte e rimetterà l’incastro corrispondente al suo posto – ripetiamo questa lezione in tre tempi con le altre parti del corpo dell’uccello, finché il bambino conoscerà i nomi di tutti gli incastri – se lo riteniamo efficace, mentre introduciamo i nomi delle parti del corpo possiamo darne una breve descrizione, ad esempio dicendo: “Questa è la coda dell’uccello. La coda degli uccelli è rivestita da piume e penne che servono a dare stabilità e a regolare il volo. La coda funziona come un timone.” – se il bambino mostra vivo interesse per questo genere di presentazioni, continuiamo nei giorni seguenti, finché non avrà acquisito familiarità con i nomi delle parti del corpo dell’uccello – per l’esercizio della lettura e della scrittura togliamo un incastro alla volta dalla tavola e componiamo la parola corrispondente con l’alfabeto mobile
– se il bambino è in grado di leggere, scriviamo sui cartellini in bianco i nomi delle parti del corpo ed abbiniamoli agli incastri:
– oppure introduciamo i cartellini pronti e i fogli di controllo:
I fogli di controllo prevedono un foglio muto con cartellini mobili e un foglio parlato. Naturalmente questo è un materiale che si può realizzare facilmente in proprio, riportando i contorni degli incastri e preparando i cartellini necessari.
Se utilizzate l’incastro fai da te, qui trovate il materiale pronto per la stampa:
Età: a partire dai 4 anni
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Incastro dell’uccello Montessori Attività che possiamo proporre con l’incastro dell’uccello
Le attività legate all’utilizzo dell’incastro dell’uccello possono essere di discriminazione visiva, di discriminazione tattile, di nomenclatura, di preparazione alla scrittura, di lettura; possono coprire varie fasce d’età: – discriminazione visiva: lavorare con gli incastri; assemblare il corpo dell’uccello su un foglio di controllo; gioco del “Cosa manca” – discriminazione tattile: gioco del “Cosa manca”, borse del mistero, assemblaggio alla cieca – preparazione alla scrittura: ricreare l’incastro col ritaglio – sviluppo del linguaggio: gioco del detective, fogli di controllo e cartelli, nomenclature, definizioni.
__________________ Incastro dell’uccello Montessori Lavorare con gli incastri
E’ l’attività più ovvia. Il bambino più piccolo può avere bisogno di procedere per più tentativi ed errori, mentre i più grandi sono in grado di mettere facilmente i pezzi negli incastri.
_______________________ Incastro dell’uccello Montessori Assemblare il corpo dell’uccello su un foglio di controllo
Una volta che un bambino sa maneggiare gli incastri con facilità nella cornice, può provare a costruire il corpo dell’uccello utilizzando un foglio di controllo. I fogli di controllo in commercio prevedono un foglio muto con cartellini mobili e un foglio parlato:
naturalmente questo è un materiale che si può realizzare facilmente in proprio, riportando i contorni degli incastri e preparando i cartellini necessari.
I fogli di controllo che ho preparato io, pronti per il download e la stampa, sono qui:
– mettiamo l’incastro dell’uccello completo davanti al bambino – chiediamo al bambino di voltarsi o di chiudere gli occhi (oppure bendiamolo), togliamo un pezzo dalla tavola e nascondiamolo – chiediamo al bambino di guardare e di dirci il nome della parte mancante – il gioco può essere reso più difficile, togliendo due pezzi invece di uno; oppure chiedendo di rispondere non a voce, ma scrivendo o disegnando la parte mancante – si potrebbe anche chiedere di riconoscere al tatto la parte mancante (cioè tenendo la benda sugli occhi).
_____________________ Incastro dell’uccello Montessori Incastro alla cieca
Il bambino può ricomporre l’incastro dell’uccello con gli occhi bendati. Ricordate che è più semplice, all’inizio, se tutti gli incastri sono posizionati ordinatamente a lato della tavola, prima di bendare il bambino.
– scegliamo un pezzo dell’incastro dell’uccello e mettiamolo in una piccola borsa del mistero – il bambino tastando la borsa (oppure bendato) identifica la parte del corpo dell’uccello – si possono anche inserire nella borsa più pezzi alla volta, o anche tutti.
________________ Incastro dell’uccello Montessori Ricreare l’incastro col ritaglio
Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura, e si può rendere più interessante tracciando con la matita i pezzi e poi ritagliandoli, oppure tracciando i pezzi direttamente col punteruolo.
Materiale: – incastro dell’uccello – fogli di carta colorata – foglio di carta bianca – matita – punteruolo o forbici – colla da carta
Scopo: – approfondire la conoscenza delle parti del corpo dell’uccello – esercitare l’occhio e la mano in preparazione alla scrittura.
Presentazione: – chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale – chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo – mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta colorato e mostriamo come tracciarne il contorno con il punteruolo. Possiamo scegliere di punteggiare interamente il contorno:
oppure di fare fori distanti tra loro di circa mezzo centimetro, che serviranno come guida per le forbici:
– con l’aiuto dei bambini ritagliamo tutte le parti dell’uccello nello stesso modo – al termine componiamo l’uccello sul foglio di carta – incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo – se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.
Nomenclatura usata: coda, artigli, ala, occhio, testa (o capo), petto, corpo, zampe, becco.
____________________ Incastro dell’uccello Montessori Ricreare l’incastro col disegno e preparare fogli di controllo da soli
Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura. Creare il disegno completo dell’incastro è più impegnativo rispetto al collage, perché richiede che il bambino posizioni correttamente i pezzi sul foglio bianco prima di tracciarli.
Materiale: – incastro dell’uccello – foglio di carta – matita e matite colorate.
Scopo: – approfondire la conoscenza delle parti del corpo dell’uccello – esercitare l’occhio e la mano in preparazione alla scrittura.
Presentazione: – chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale – chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo – mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta e mostriamo come tracciarne il contorno con la matita
– togliamo l’incastro e coloriamo usando lo stesso colore dell’incastro originale – prendiamo un altro incastro e posiamolo sul foglio nella stessa posizione in cui si trova nella tavola originale. Tracciamone i contorni e coloriamolo – continuiamo allo stesso modo finché non avremo disegnato tutto l’uccello – incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo – se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.
Nomenclatura usata: coda, artigli, ala, occhio, testa (o capo), petto, corpo, zampe, becco.
___________________ Incastro dell’uccello Montessori Caccia al tesoro (o gioco del detective)
Una volta che il bambino conosce il nome di ogni parte del corpo dell’uccello, è possibile utilizzare i pezzi per giocare al detective: – togliamo tutti i pezzi dall’incastro e mettiamoli a lato della tavola – diciamo: “Sto cercando… sto cercando… un pezzo che inizia con la lettera A” – se i bambini non indovinano aggiungiamo un suono – quando hanno indovinato mettiamo il pezzo nell’incastro – possiamo giocare anche con le lettere finali o centrali.
________________________ Incastro dell’uccello Montessori Nomenclature in tre parti immagine, titolo
– i bambini abbinano la scheda immagine + titolo all’immagine singola e al nome singolo – identificano la parte corrispondente sull’incastro, prendono il pezzo e lo pongono sulle carte corrispondenti.
_______________________ Incastro dell’uccello Montessori Scrivere i cartellini appropriati
Se il bambino sa scrivere le prime parole, può esercitarsi a scrivere dei propri cartellini per l’incastro dell’uccello. In questa fase, naturalmente, non importa se qualche parola non è scritta correttamente. Se il bambino è nella fase in cui riconosce i suoni, ma non sa gestire praticamente gli strumenti di scrittura, può utilizzare gli alfabeti mobili.
_______________________ Incastro dell’uccello Montessori Nomenclature in tre parti immagine, titolo, definizione
Materiale – carte delle nomenclature delle parti dell’uccello (titolo, immagine, definizione) – incastro dell’uccello.
Presentazione: – mettiamo sul piano di lavoro tutte le carte delle immagini – distribuiamo tra i bambini (o mettiamo in ordine sparso sul piano di lavoro) i titoli – chiediamo a un bambino quale parte del corpo dell’uccello è evidenziato nella prima immagine. Il bambino abbina all’immagine il titolo, quindi pone su di esso l’incastro corrispondente – proseguiamo allo stesso modo per tutte le parti del corpo dell’uccello – se i bambini sanno già leggere bene, distribuiamo le carte delle definizioni e chiediamo loro di abbinarle a titoli e immagini – se i bambini non sanno leggere bene, leggiamo noi una ad una le definizioni e discutiamo coi bambini dove è corretto metterle.
Scopo: – introdurre il nome e le definizioni delle parti del corpo dell’uccello – aggiungere informazioni particolari relative all’anatomia dell’uccello.
Incastro del pesce Montessori con presentazioni ed esercizi per bambini della scuola d’infanzia.
Il materiale degli incastri degli animali è composto da 5 incastri principali: – un pesce – una tartaruga (per la classe dei rettili) – una rana (per la classe degli anfibi) – un cavallo (per la classe dei mammiferi) – un uccello. Si tratta quindi degli animali tipici di una determinata classe di vertebrati.
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L’incastro del pesce si può acquistare online, ad esempio da Montessori 3D di Boboto:
ma si può anche realizzare in proprio utilizzando cartoncino colorato o gomma Eva:
Per le presentazioni ho utilizzato l’incastro fai da te e l’incastro di Montessori 3D di Boboto.
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Incastro del pesce Montessori Presentazione 1 (presentazione del materiale)
Scopo: – introdurre i nomi delle parti del corpo caratteristiche degli animali (uno per ogni classe di vertebrati) – dare informazioni particolari sulle diverse parti del corpo degli animali – consentire al bambino di confrontare la morfologia degli animali con quella degli esseri umani
Presentazione – invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio – andiamo allo scaffale della zoologia e, se lo abbiamo a disposizione, indichiamo il cofanetto per gli incastri degli animali:
MATERIALIMONTESSORI.IT
– diciamo: “Questo è il cofanetto degli incastri degli animali, e questi sono gli incastri degli animali” – mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro del pesce e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto – arrivati al posto diciamo: “Questo è l’incastro del pesce. Su questo incastro noi possiamo vedere le parti del corpo del pesce” – attiriamo l’attenzione del bambino sugli incastri, e diciamo che si tratta di un materiale molto utile a tutti e che lo maneggeremo con delicatezza e cura – mostriamo al bambino come prendere i pezzi in modo corretto utilizzando i pomoli, per rimuoverli dalla tavola
– prendiamo il primo incastro e posiamolo sul tappeto
– chiediamo al bambino di rimuovere i rimanenti incastri e metterli sul tappeto – dopo aver rimosso tutti i pezzi, prendiamone uno per i pomoli e mostriamo al bambino come riposizionarlo correttamente nell’incastro
– invitiamo il bambino a proseguire l’attività con gli altri incastri – quando il lavoro è concluso, riponiamo l’incastro del pesce nel cofanetto degli incastri degli animali, se lo abbiamo a disposizione, oppure sullo scaffale della zoologia – incoraggiamo il bambino a prendere dal cofanetto gli incastri degli animali e lavorare con essi ogni volta che lo desidera.
Età: a partire dai 4 anni.
_____________________ Incastro del pesce Montessori Presentazione 2 (nominare le parti del corpo del pesce)
Materiale – incastro del pesce – cartellini della parte del pesce pronti (oppure cartellini in bianco e penna nera).
Nomenclatura usata: pinna dorsale, linea laterale, scaglie, corpo, testa, occhio, narici, bocca, branchia, pinna caudale, pinna anale, pinna pettorale, pinna pelvica.
Presentazione: – invitiamo un bambino che ha già lavorato col cofanetto degli animali e chiediamogli di aiutarci a stendere il tappeto e a portare l’incastro del pesce sul piano di lavoro – togliamo i primi tre incastri nominandoli, cioè dicendo ad esempio: “ad esempio dicendo: “testa, corpo, pinna caudale”
– ripetiamo i nomi: “testa, corpo, pinna caudale” – chiediamo ai bambini di rimetterli al loro posto, nominandoli, cioè dicendo: “Per favore, rimetteresti a posto la pinna caudale?” – quando tutti gli incastri sono di nuovo al loro posto, chiediamo a un bambino di prendere gli stessi tre pezzi, uno per uno, nominandoli, ad esempio dicendo: “Per favore, toglieresti l’incastro della testa?” – fatto questo chiediamo: “Quale parte del corpo del pesce vorresti rimettere al suo posto?”. Il bambino risponderà col nome di una parte e rimetterà l’incastro corrispondente al suo posto – ripetiamo questa lezione in tre tempi con le altre parti del corpo del pesce, finché il bambino conoscerà i nomi di tutti e sette gli incastri – se lo riteniamo efficace, mentre introduciamo i nomi delle parti del corpo possiamo darne una breve descrizione, ad esempio dicendo: “Questa è la testa del pesce. E’ direttamente attaccata al corpo, senza collo. Contiene la bocca, gli occhi e le narici.” – se il bambino mostra vivo interesse per questo genere di presentazioni, continuiamo nei giorni seguenti, finché non avrà acquisito familiarità con i nomi delle parti del corpo del pesce – per l’esercizio della lettura e della scrittura togliamo un incastro alla volta dalla tavola e componiamo la parola corrispondente con l’alfabeto mobile
– se il bambino è in grado di leggere, scriviamo sui cartellini in bianco i nomi delle parti del corpo ed abbiniamoli agli incastri, oppure introduciamo i cartellini pronti e i fogli di controllo
I fogli di controllo prevedono un foglio muto con cartellini mobili e un foglio parlato. Naturalmente questo è un materiale che si può realizzare facilmente in proprio, riportando i contorni degli incastri e preparando i cartellini necessari.
Se utilizzate l’incastro fai da te, qui trovate il materiale pronto per la stampa:
Età: a partire dai 4 anni
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Incastro del pesce Montessori Attività che possiamo proporre con l’incastro del pesce
Le attività legate all’utilizzo dell’incastro del pesce possono essere di discriminazione visiva, di discriminazione tattile, di nomenclatura, di preparazione alla scrittura, di lettura; possono coprire varie fasce d’età: – discriminazione visiva: lavorare con gli incastri; assemblare il corpo del pesce su un foglio di controllo; gioco del “Cosa manca” – discriminazione tattile: gioco del “Cosa manca”, borse del mistero, assemblaggio alla cieca – preparazione alla scrittura: ricreare l’incastro col ritaglio – sviluppo del linguaggio: gioco del detective, fogli di controllo e cartelli, nomenclature, definizioni.
__________________ Incastro del pesce Montessori Lavorare con gli incastri
E’ l’attività più ovvia. Il bambino più piccolo può avere bisogno di procedere per più tentativi ed errori, mentre i più grandi sono in grado di mettere facilmente i pezzi negli incastri.
_______________________ Incastro del pesce Montessori Assemblare il corpo del pesce su un foglio di controllo
Una volta che un bambino sa maneggiare gli incastri con facilità nella cornice, può provare a costruire il corpo del pesce utilizzando un foglio di controllo. I fogli di controllo in commercio prevedono un foglio muto con cartellini mobili e un foglio parlato:
naturalmente questo è un materiale che si può realizzare facilmente in proprio, riportando i contorni degli incastri e preparando i cartellini necessari.
I fogli di controllo che ho preparato io, pronti per il download e la stampa, sono qui:
________________ Incastro del pesce Montessori Gioco: “Cosa manca?”
– mettiamo l’incastro del pesce completo davanti al bambino – chiediamo al bambino di voltarsi o di chiudere gli occhi (oppure bendiamolo), togliamo un pezzo dalla tavola e nascondiamolo – chiediamo al bambino di guardare e di dirci il nome della parte mancante – il gioco può essere reso più difficile, togliendo due pezzi invece di uno; oppure chiedendo di rispondere non a voce, ma scrivendo o disegnando la parte mancante – si potrebbe anche chiedere di riconoscere al tatto la parte mancante (cioè tenendo la benda sugli occhi).
_____________________ Incastro del pesce Montessori Incastro alla cieca
Il bambino può ricomporre l’incastro del pesce con gli occhi bendati. Ricordate che è più semplice, all’inizio, se tutti gli incastri sono posizionati ordinatamente a lato della tavola, prima di bendare il bambino.
_______________ Incastro del pesce Montessori Gioco: “Questo cos’è?”
– scegliamo un pezzo dell’incastro del pesce e mettiamolo in una piccola borsa del mistero – il bambino tastando la borsa (oppure bendato) identifica la parte del corpo del pesce – si possono anche inserire nella borsa più pezzi alla volta, o anche tutti.
________________ Incastro del pesce Montessori Ricreare l’incastro col ritaglio
Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura, e si può rendere più interessante tracciando con la matita i pezzi e poi ritagliandoli, oppure tracciando i pezzi direttamente col punteruolo.
Materiale: – incastro del pesce – fogli di carta colorata – foglio di carta bianca – matita – punteruolo o forbici – colla da carta
Scopo: – approfondire la conoscenza delle parti del corpo del pesce – esercitare l’occhio e la mano in preparazione alla scrittura.
Presentazione: – chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale – chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo – mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta colorato e mostriamo come tracciarne il contorno con il punteruolo. Possiamo scegliere di punteggiare interamente il contorno:
oppure di fare fori distanti tra loro di circa mezzo centimetro, che serviranno come guida per le forbici:
– con l’aiuto dei bambini ritagliamo tutte le parti del pesce nello stesso modo – al termine componiamo il pesce sul foglio di carta – incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo – se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.
Nomenclatura usata: pinna dorsale, linea laterale, scaglie, corpo, testa, occhio, narici, bocca, branchia, pinna caudale, pinna anale, pinna pettorale, pinna pelvica.
____________________ Incastro del pesce Montessori Ricreare l’incastro col disegno e preparare fogli di controllo da soli
Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura. Creare il disegno completo dell’incastro è più impegnativo rispetto al collage, perché richiede che il bambino posizioni correttamente i pezzi sul foglio bianco prima di tracciarli.
Materiale: – incastro del pesce – foglio di carta – matita e matite colorate.
Scopo: – approfondire la conoscenza delle parti del corpo del pesce – esercitare l’occhio e la mano in preparazione alla scrittura.
Presentazione: – chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale – chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo – mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta e mostriamo come tracciarne il contorno con la matita
– togliamo l’incastro e coloriamo usando lo stesso colore dell’incastro originale – prendiamo un altro incastro e posiamolo sul foglio nella stessa posizione in cui si trova nella tavola originale. Tracciamone i contorni e coloriamolo – continuiamo allo stesso modo finché non avremo disegnato tutto il pesce – incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo – se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.
Nomenclatura usata: pinna dorsale, linea laterale, scaglie, corpo, testa, occhio, narici, bocca, branchia, pinna caudale, pinna anale, pinna pettorale, pinna pelvica.
___________________ Incastro del pesce Montessori Caccia al tesoro (o gioco del detective)
Una volta che il bambino conosce il nome di ogni parte del corpo del pesce, è possibile utilizzare i pezzi per giocare al detective: – togliamo tutti i pezzi dall’incastro e mettiamoli a lato della tavola – diciamo: “Sto cercando… sto cercando… un pezzo che inizia con la lettera B” – se i bambini non indovinano aggiungiamo un suono – quando hanno indovinato mettiamo il pezzo nell’incastro – possiamo giocare anche con le lettere finali o centrali.
________________________ Incastro del pesce Montessori Nomenclature in tre parti immagine, titolo, immagine + titolo
– i bambini abbinano la scheda immagine + titolo all’immagine singola e al nome singolo – identificano la parte corrispondente sull’incastro, prendono il pezzo e lo pongono sulle carte corrispondenti.
_______________________ Incastro del pesce Montessori Scrivere i cartellini appropriati
Se il bambino sa scrivere le prime parole, può esercitarsi a scrivere dei propri cartellini per l’incastro del pesce. In questa fase, naturalmente, non importa se qualche parola non è scritta correttamente. Se il bambino è nella fase in cui riconosce i suoni, ma non sa gestire praticamente gli strumenti di scrittura, può utilizzare gli alfabeti mobili.
_______________________ Incastro del pesce Montessori Nomenclature in tre parti immagine, titolo, definizione
Materiale – carte delle nomenclature delle parti del pesce (titolo, immagine, definizione) – incastro del pesce.
Presentazione: – mettiamo sul piano di lavoro tutte le carte delle immagini – distribuiamo tra i bambini (o mettiamo in ordine sparso sul piano di lavoro) i titoli – chiediamo a un bambino quale parte del corpo del pesce è evidenziato nella prima immagine. Il bambino abbina all’immagine il titolo, quindi pone su di esso l’incastro corrispondente – proseguiamo allo stesso modo per tutte le parti del corpo del pesce – se i bambini sanno già leggere bene, distribuiamo le carte delle definizioni e chiediamo loro di abbinarle a titoli e immagini
– se i bambini non sanno leggere bene, leggiamo noi una ad una le definizioni e discutiamo coi bambini dove è corretto metterle.
Scopo: – introdurre il nome e le definizioni delle parti del corpo del pesce – aggiungere informazioni particolari relative all’anatomia del pesce.
Nomenclature Montessori per le parti dell’uccello per bambini della scuola d’infanzia (immagine, nome, immagine e nome) e per la scuola primaria (immagine, nome, definizione) pronte per il download e la stampa in formato pdf.
Per realizzare l’incastro dell’uccello in proprio trovi il tutorial qui:
Nomenclature Montessori per le parti dell’uccello Set per attività con l’incastro dell’uccello
pdf qui:
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Nomenclature Montessori per le parti dell’uccello Nomenclature 3-6 anni
PDF qui:
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Nomenclature Montessori per le parti dell’uccello Nomenclature 6-9 anni
PDF qui:
Nomenclature Montessori per le parti dell’uccello
Se preferite realizzare il materiale in proprio, questi sono i testi utilizzati:
Gli uccelli sono una classe di vertebrati caratterizzati da becchi sdentati, corpi ricoperti di piumaggio e ripieni di sacchi d’aria, ali, uova dai gusci duri e ossa cave ma robuste. Ne esistono circa 10.000 specie. Le uova sono solitamente covate e incubate nei nidi. Gli uccelli hanno ali più o meno sviluppate. I corvidi e i pappagalli sono tra gli animali più intelligenti, capaci d’utilizzare attrezzi e di lasciare in eredità comportamenti non congeniti. Molte specie sono migratorie, traversando distanze notevoli ogni anno. Sono animali socievoli che spesso vivono in colonie, comunicando grazie a segnali di tipo visivo o di tipo uditivo. Spesso partecipano a comportamenti sociali quali caccia e difesa. Vivono in quasi tutto il mondo, variando in grandezza da 5 cm per il colibrì fino a tre metri per l’uccello elefante.
Le ali consistono di braccia specializzate, e la maggior parte degli uccelli è in grado di volare. Tra gli uccelli non volatori ci sono i pinguini che sono nuotatori specializzati. Alcune specie possiedono, sulle ali, particolari penne strutturate in modo tale da permette la produzione di suoni.
Il becco è una speciale struttura cornea che riveste i margini della bocca degli uccelli, è priva di denti ed è usata, oltre che per mangiare, per pulire le penne e le piume, per manipolare oggetti, per uccidere le prede, per ricercare il cibo, per nutrire i piccoli. Ci sono varie tipologie di becco in base alle diverse abitudini alimentari. Sulla superficie del becco si trovano due forellini, le narici, che servono a respirare. Il becco di molti pulcini possiede anche un piccolo osso, detto dente d’uovo, che facilita la rottura dell’uovo durante la schiusa. Il becco cresce costantemente per tutto l’arco della vita dell’animale.
La coda degli uccelli è rivestita da piume e penne che servono a dare stabilità, a regolare il volo e fungono da timone. Per questo le penne della coda degli uccelli hanno precise caratteristiche e sono disposte in punti ben precisi. Il ricambio delle penne di un uccello viene attuato in maniera da non lasciare nuda nessuna parte del corpo e in modo tale da non compromettere il volo. Le penne della coda vengono cambiate a coppie simmetriche proprio per questo motivo.
Il corpo degli uccelli è ricoperto di piume e penne. Le piume fungono da isolante termico come i peli per i mammiferi. In alcune specie (cigni, anatre, oche, etc.) servono anche per rendere impermeabile all’acqua il piumaggio sottostante. La presenza di penne sopra le piume permette un miglior controllo del volo. Le penne, tipiche degli uccelli, si sviluppano solamente in alcuni tratti ben definiti, e servono nel volo, nell’isolamento termico, nell’impermeabilità e nella colorazione, aspetto di grande importanza nella comunicazione dei volatili. Una penna è composta dal calamo, la parte che permette l’attacco all’epidermide, e dal rachide, la continuazione del calamo. Al rachide sono attaccate le barbe che, a loro volta, presentano ai lati le barbule. Nonostante le piume siano leggere, l’intero piumaggio di un uccello pesa circa tre volte di più del suo scheletro.
L’occhio. Gli uccelli sono dotati di una vista molto sviluppata, la migliore nel mondo animale: la poiana, ad esempio, ha una visione a distanza 6-8 volte migliore di quella umana, mentre un gufo riesce a vedere perfettamente nel buio più assoluto. Molti uccelli possono anche captare i raggi ultravioletti, che sono invisibili all’occhio umano. Gli occhi occupano una parte del cranio considerevole e sono circondati da un anello osseo, hanno inoltre una palpebra accessoria, la membrana nittitante, per ulteriore protezione.
Il petto degli uccelli è molto muscoloso. Gli arti anteriori, che negli uccelli si sono trasformati in ali, hanno bisogno di voluminosi e potenti muscoli pettorali per muoversi. Questo permette agli uccelli di librarsi nell’aria o compiere le infinite acrobazie proprie della loro vita di relazione.
La testa mancadi un vero e proprio naso (le narici si aprono direttamente sul becco) e di un vero e proprio orecchio (ci sono aperture ai lati del capo adatte a captare i suoni). La zona tra gli occhi ed il becco viene detta lore, ed in qualche caso è senza piume e colorata. Il cervello ha un peso molto elevato rispetto alla massa totale dell’animale e confrontato con quello di tutti gli altri animali. Tutti gli uccelli, ed in particolare quelli migratori, possiedono in alcuni nuclei del cervello sottilissimi aghi di magnetite che permettono l’orientamento col campo magnetico terrestre. E’ uno strumento così perfetto da funzionare anche per migliaia di chilometri in mare aperto, luogo privo di punti di riferimento.
L‘artiglio è un elemento che si trova all’estremità delle zampe ed è a forma di uncino. Gli artigli possono essere utilizzati per catturare e tener salda una preda, scavare o arrampicarsi. Esistono appendici simili che però non essendo uncinate e taglienti prendono il nome di unghie. Gli uccelli di solito hanno degli artigli alle zampe. Nei rapaci sono gli strumenti di caccia, altri uccelli li utilizzano come difesa.
Gli uccelli sono animali bipedi e le loro zampe poggiano sul suolo con le dita. A seconda dei casi possono essere idonee a camminare, a mantenersi in equilibrio, a nuotare, a prendere il cibo e così via. Ad esempio, lo struzzo, che conduce vita terrestre, ha solo due grandi dita rivolte in avanti che conferiscono all’arto notevole presa e stabilità durante la corsa. Il pappagallo può salire con estrema facilità sugli alberi perché le sue zampe sono dotate di ottima presa in quanto due dita sono volte in avanti e due all’indietro. Il fenicottero ha zampe lunghe e dita palmate, cioè con una membrana di pelle tra le dita, che gli consentono di muoversi agevolmente nell’ambiente di palude in cui vive, senza pericolo di affondare.
________________________ Nomenclature Montessori per le parti dell’uccello
Nomenclature Montessori per le parti del cavallo per bambini della scuola d’infanzia (immagine, nome, immagine e nome) e per la scuola primaria (immagine, nome, definizione) pronte per il download e la stampa in formato pdf.
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Set per attività con l’incastro del cavallo
pdf qui:
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Nomenclature Montessori per le parti del cavallo Nomenclature 3-6 anni
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Nomenclature Montessori per le parti del cavallo Nomenclature 6-9 anni
_______________________ Nomenclature Montessori per le parti del cavallo
Se preferite realizzare il materiale in proprio, questi sono i testi utilizzati:
Ilcavallo è un mammifero di medio-grossa taglia, erbivoro, quadrupede che si muove sulla punta dell’unghia. Il cavallo ha accompagnato e accompagna l’uomo per scopi ricreativi, sportivi, di lavoro e di polizia, bellici, agricoli, ludici e terapeutici. La femmina del cavallo, chiamata giumenta, ha un periodo di gestazione dei puledri di circa undici mesi, al termine dei quali il piccolo, una volta partorito, riesce a stare in piedi e a correre da solo dopo pochissimo tempo. Le oltre trecento razze di cavalli si dividono in base alla corporatura e al temperamento. Non avendo particolari organi di difesa verso i predatori il suo unico mezzo di difesa è la corsa. Perciò tutta la sua evoluzione è stata orientata verso una specializzazione nella corsa. Tanto è vero che un tempo pentadattile, a seguito dell’evoluzione della specie, ora rimane un unico dito sulla punta del quale il cavallo si sposta.
La groppa è la parte del corpo tra le reni anteriormente e la coda posteriormente.
Le zampe posteriori sono formate dalla coscia, la natica (parte posteriore muscolosa e prominente), la grassella (corrispondente alla rotula), la gamba e il garretto (tra la gamba e lo stinco). Le ossa degli arti si articolano tra di loro consentendo il movimento dell’animale.
Le zampe anteriori sono formate dalla spalla, il braccio, il cubito (tra il braccio e l’avambraccio), l’avambraccio, il ginocchio (tra l’avambraccio e lo stinco), lo stinco, il nodello (articolazione), il pastorale (fra il nodello e il piede), la corona (tra pastorale e zoccolo), il piede. Il piede è protetto esternamente dallo zoccolo.
Lo zoccolo è una scatola cornea che protegge il piede. E’ formato da una parete laterale (muraglia) e una base (suola e fettone). Il pareggio e la ferratura sono le due pratiche di cura tradizionale dello zoccolo del cavallo, svolte dal maniscalco ad intervalli regolari per riprodurre artificialmente, nel cavallo domestico, il naturale consumo e indurimento dello zoccolo, che nel cavallo selvaggio o nel cavallo in libertà è assicurato dal contatto diretto e continuo fra zoccolo e suolo.
La coda del cavallo, oltre alla sua funzione estetica, ha il compito fondamentale di scacciare gli insetti e soprattutto le mosche, e di proteggere i genitali dalla sporcizia proveniente dall’esterno. Per questo motivo, la coda del cavallo deve sempre essere pulita e pettinata.
La criniera è un ammasso di pelo lungo e folto che serve a proteggere la testa e il muso del cavallo dagli agenti atmosferici e dal freddo, mantiene il collo caldo, fa defluire l’acqua quando l’animale non ha riparo dalla pioggia, protegge il cavallo dagli insetti.
La bocca del cavallo è munita di denti, che sono 40 nel maschio e 36 nella femmina. Sulla lingua i cavalli hanno particolari papille gustative che consentono loro di esaminare e discernere i cibi buoni da quelli nocivi alla loro salute; sono inoltre in grado di riconoscere gli alimenti più ricchi di sale, che è particolarmente importante per il loro benessere.
Le orecchie: L’udito del cavallo è piuttosto sviluppato. L’apparato uditivo è simile a quello umano, ma più sensibile ai suoni di frequenza alta, non percepibili dall’uomo. Oltre che con le orecchie il cavallo percepisce le vibrazioni anche con le vibrisse e con gli zoccoli.
Il ciuffo è un ammasso di crini che scende sulla fronte del cavallo e che serve, con il suo movimento, a proteggere gli occhi dagli insetti.
La fronte del cavallo può essere di colore uniforme o con chiazze di pelo bianco che possono essere classificabili a seconda della forma in stella, fiore, palla di neve, lista, striscia. La fronte si trova tra naso, orecchie e tempie, è lunga, larga, liscia e piana.
Testa accoglie nel suo interno gli organi del sistema nervoso centrale, che rappresentano la stazione di partenza di ogni impulso vitale. Inoltre nella testa hanno sede i principali organi di senso. Da un punto di vista estetico la forma della testa del cavallo è molto importante, perchè serve a caratterizzare la razza.
Gli occhi del cavallo sono tra i più grandi fra i mammiferi della terra. Il cavallo ha una capacità visiva notturna molto sviluppata, come il cane e il gatto. Questo permette al cavallo di sfuggire prontamente ai pericolosi attacchi dei predatori della notte; di giorno, questo animale riesce a vedere, oltre il suo campo visivo, il movimento rapido di un oggetto alle sue spalle, ma ha una limitata percezione dei colori, che si limitano soltanto al blu ed al rosso.
Il collo del cavallo riveste una grande importanza nel movimento perché, agendo da bilanciere, assicura stabilità ed equilibrio al cavallo nelle sue diverse andature.
Le narici del cavallo sono molto sensibili.L’olfatto equino è più sviluppato di quello dell’uomo. I cavalli, all’interno del branco, usano il senso dell’olfatto per corteggiare i loro simili; infatti, tramite l’odore emanato dalla giumenta, lo stallone ne riesce a comprendere la sua disponibilità all’accoppiamento; quando viene al mondo un puledro, la mamma annusa attentamente il corpo del suo piccolo per riconoscerlo al momento dell’allattamento e per educarlo. Infine, tramite l’olfatto, il cavallo percepisce il pericolo di un attacco dei predatori carnivori, a causa dell’odore che essi emanano, permettendogli così di sfuggire alla morte.
________________________ Nomenclature Montessori per le parti del cavallo
Nomenclature Montessori per le parti del pesce per bambini della scuola d’infanzia (immagine, nome, immagine e nome) e per la scuola primaria (immagine, nome, definizione) pronte per il download e la stampa in formato pdf.
Per realizzare l’incastro della rana in proprio trovi il tutorial qui:
Nomenclature Montessori per le parti del pesce Set per attività con l’incastro del pesce
pdf qui:
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Nomenclature Montessori per le parti del pesce Nomenclature 3-6 anni
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Nomenclature Montessori per le parti del pesce Nomenclature 6-9 anni
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Nomenclature Montessori per le parti del pesce
Se preferite realizzare il materiale in proprio, questi sono i testi utilizzati:
I pesci sono animali acquatici a sangue freddo. Vivono in tutto il pianeta negli oceani, nei mari, nei fiumi, nei laghi e negli abissi. Ne esistono più di 30.000 specie. Il loro corpo è idrodinamico, cioè adatto a muoversi in acqua. I pesci sono vertebrati coperti di squame e dotati di pinne, che respirano attraverso le branchie. Le pinne sono gli organi di locomozione dei pesci, cioè gli organi che permettono il movimento. Si tratta di strutture formate da raggi ossei o cartilaginei collegati da una membrana di pelle.
Le pinne dorsali possono essere da 1 a 3 e a volte possono fondersi con l’anale e la caudale, formando un’unica grande pinna. La pinna dorsale si trova lungo la parte superiore del corpo del pesce e serve a dare stabilità. Può essere dotata di spine, che servono da difesa contro i predatori.
La pinna pelvica, situata sul ventre del pesce, serve da timone quando il pesce vuole cambiare la direzione del suo movimento.
La pinna caudale è responsabile della principale spinta propulsiva del pesce, è disposta verticalmente rispetto al piano del pesce e si muove da destra verso sinistra e viceversa. Questa caratteristica permette di distinguere a prima vista un pesce da un cetaceo, in cui la pinna caudale è disposta orizzontalmente e si muove dal basso verso l’alto. A seconda della sua forma può essere adatta al nuoto per lunghe distanze oppure alla velocità.
La pinna pettorale si trova sotto all’apertura delle branchie, da entrambi i lati, e funziona da timone per accompagnare il movimento e aumentare la stabilità del corpo del pesce in acqua.
La pinna anale si trova non lontano dall’ano e viene usata per stabilizzare il pesce quando nuota. Non tutti i pesci ne sono dotati, ma in pesci particolari la pinna anale riveste una particolare importanza ai fini del movimento sostituendo la pinna caudale: nel pesce luna, ad esempio, la pinna anale accoppiata alla pinna dorsale consente al pesce di muoversi lentamente ondeggiando.
Il corpo dei pesci è idrodinamico, cioè adatto a muoversi in acqua. Le dimensioni dei pesci variano dai 16 m dello squalo balena ai circa 8 mm della Schindleria brevipinguis, considerato il vertebrato più piccolo del mondo.
Le scaglie. Come tutti i vertebrati, i pesci presentano una pelle composta da due strati: l’epidermide (la parte esterna) e il derma (la parte interna), ma sopra l’epidermide i pesci hanno uno strato in più formato da scaglie. Le scaglie sono formate da un materiale simile alla dentina e sono incastrate una con l’altra come le tegole di un tetto; crescono come crescono unghie e peli. La loro funzione è quella di coprire il corpo del pesce rendendolo liscio e idrodinamico.
La maggior parte dei pesci presenta gli occhi ciascuno su un lato: ciò consente loro di avere un campo visivo di quasi 360° e una visione monoculare (ognuno dei due occhi mette a fuoco indipendentemente dall’altro) e grandangolare, non ad alta definizione ma che permette di controllare l’eventuale avvicinarsi di un pericolo. Gli occhi dei pesci non hanno palpebre, sono mobili e piuttosto grandi.
La testa dei pesci è direttamente attaccata al corpo, senza collo. Contiene la bocca, gli occhi e le narici.
La bocca serve ad assumere il cibo e può avere forme diverse: i pesci che vivono in superficie hanno la bocca rivolta verso l’alto, i pesci che vivono a mezza altezza hanno la bocca parallela al corpo e pesci di fondo hanno la bocca orientata verso il basso. I pesci carnivori hanno i denti.
Le narici nei pesci non hanno funzione respiratoria, ma sono un organo dell’olfatto. Sono delle rientranze ricoperte di rosette olfattive che percepiscono le particelle odorose. L’acqua è convogliata all’interno e poi estromessa.
La branchia è un organo di respirazione: nei pesci l’acqua ricca di ossigeno entra dalla bocca ed esce dalle branchie carica di anidride carbonica.
I pesci presentano un organo di senso non presente in altri vertebrati: la linea laterale. Essa è costituita da una serie di canalicoli che corrono lateralmente nella testa e nel corpo dell’animale, collegati con l’esterno tramite piccoli pori, e ha la funzione di percepire variazioni di bassissima frequenza, flebili campi elettrici, variazioni di pressione e vibrazioni. Dalla linea laterale queste informazioni raggiungono il cervello.
Procedimento: – tagliamo due fili lunghi almeno 5 metri, infiliamo in ognuno una cannuccia e fissiamoli paralleli tra due pareti della stanza, volendo in salita – gonfiamo un palloncino con aria e tenendolo chiuso con le dita (senza fare il nodo) attacchiamolo ad una delle cannucce
– gonfiamo un palloncino con l’elio
– e sempre tenendolo chiuso con le dita (senza fare il nodo) attacchiamolo all’altra cannuccia
– chiediamo: “Quale dei due razzi sarà il più potente?”
– lasciamo andare i due palloncini e osserviamo. Questi sono i nostri palloncini a termine corsa (quello verde era gonfiato con elio, quello arancio con aria):
Esperimenti scientifici per bambini: perchè dopo un po’ i palloncini a elio si sgonfiano? Probabilmente avrete notato che nel corso di un breve periodo di tempo, i palloncini gonfiati con elio cominciano a perdere la loro capacità di sollevarsi in aria e si sgonfiano.
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Esperimenti scientifici per bambini: perchè dopo un po’ i palloncini a elio si sgonfiano? Primo esperimento
Con questo esperimento vogliamo misurare quanto i palloncini a elio cambiano nel corso del tempo.
Introduzione Sappiamo che i palloncini contenenti elio volano perché l’elio è più leggero dell’aria circostante. In altre parole, il peso dell’aria spostata dal pallone è maggiore del peso del palloncino e il gas all’interno, quindi il palloncino sale verso l’alto. Questa forza, detta forza di Archimede o forza idrostatica, è esattamente data dalla differenza di peso del pallone e del suo contenuto (più eventualmente il peso dello spago legato ad esso), rispetto al peso del volume dell’aria spostata. Il lattice di cui sono fatti i palloncini è una membrana permeabile, cioè ha molto piccoli fori che permettono gli atomi di elio di sfuggire. L’elio fuoriesce dai palloncini in lattice più velocemente di quanto non avvenga con i palloncini gonfiati con aria, a causa delle piccole dimensioni degli atomi di elio. Poiché l’elio intrappolato all’interno di un palloncino in lattice sfugge lentamente, il palloncino inizia a scendere. Arriverà poi ad un punto in cui la forza di gravità e la forza idrostatica saranno uguali, ed a questo punto il palloncino si fermerà a mezz’aria, senza salire né scendere: questa situazione è detta “assetto neutro”.
Materiali: – cucchiaio di metallo – bilancia digitale con una precisione di almeno 1 g – metro da sarto – 1 palloncino in lattice – bombola di elio – spago e forbici – quaderno.
Esecuzione dell’esperimento – pesiamo il cucchiaio e registriamo i valori sul quaderno
– gonfiamo il palloncino utilizzando la bombola di elio
– fissiamo il palloncino al cucchiaio per mezzo dello spago, per zavorrarlo – pesiamo ora il cucchiaio con il palloncino attaccato ad esso e registriamo i valori sul quaderno
– col metro misuriamo il diametro del palloncino – ripetiamo le misurazioni ogni 2 ore, registrando i dati – analizziamo i dati – possiamo anche realizzare un grafico mettendo in relazione tempo e peso e tempo e diametro per vedere se il tasso è costante oppure no.
_______________________ Esperimenti scientifici per bambini: perchè dopo un po’ i palloncini a elio si sgonfiano? Secondo esperimento
Ipotesi Abbassare la pressione dell’aria circostante causerà una fuoriuscita di elio dal palloncino a maggiore velocità.
Introduzione La diffusione è il passaggio di molecole da una zona ad alta densità verso un’area a densità minore. In questo esperimento le molecole di elio all’interno del palloncino (che sono ad alta densità molecolare) si spostano all’esterno nello spazio aereo intorno al palloncino. La pressione dell’aria della stanza in cui è condotto l’esperimento, può essere variata ripetendo l’esperimento in stanze che si trovano a piani diversi in un edificio alto.
Materiale: – 60 palloncini – bombola di elio – metro da sarto – 60 chiodi per tenere abbassati i palloni – spago per legare i palloncini – un edificio alto (almeno 60 piani) possibilmente con stanze climatizzate.
Esperimenti scientifici per bambini: perchè dopo un po’ i palloncini a elio si sgonfiano?
Procedura Per questo esperimento, la variabile indipendente è la pressione dell’aria ambientale. Per misurare il diametro esterno del palloncino si utilizzano un righello e due tavole di legno. Le costanti (variabili di controllo) possono essere la temperatura nella stanza, il livello di umidità e il tipo di gas utilizzato per gonfiare i palloncini. L’esperimento viene condotto in una stanza climatizzata per mantenere una temperatura e umidità costanti. Essa viene eseguita al piano terra, al 30° e al 60° piano di un edificio, al fine di fornire dati provenienti da ambienti con diversa pressione dell’aria in cui sono immersi i palloncini gonfiati con elio. L’esperimento inizia al piano terra. Si gonfiano con l’elio 20 palloncini. Tutti i palloncini devono avere lo stesso diametro (ad esempio 300 mm). Si legano a un pezzo di spago e si zavorrano con un chiodo. Il diametro dei palloncini viene misurato una volta ogni 2 ore ed i risultati sono riportati in una tabella. Lo stesso procedimento viene ripetuto in una stanza al 30° piano ed in una al 60° piano.
Osservazione Si osserverà che i palloncini al 60 ° piano si riducono in termini di dimensioni e diametro ad un ritmo più veloce rispetto ai palloncini al piano terra. In altre parole, l’elio fuoriesce più rapidamente dai palloncini situati al piano più alto.
Esperimenti scientifici per bambini: perchè dopo un po’ i palloncini a elio si sgonfiano?
Conclusione L’ipotesi si dimostra vera. I piani più alti di un edificio hanno una pressione atmosferica inferiore rispetto a quelli più bassi e quindi una minore densità dell’aria. Questo fa sì che l’elio, che all’interno del palloncino ha una densità maggiore, fugga più rapidamente a causa della diffusione, perchè l’elio è in grado di uscire attraverso i fori microscopici che esistono naturalmente nelle pareti dei palloncini di lattice. Questi piccoli fori sono più grandi degli atomi di elio. È a causa di diffusione che i palloncini si riducono di dimensione nel tempo.
Incastro dell’Italia Montessori – presentazioni ed esercizi per la scuola d’infanzia e primaria. L’incastro utilizzato per le presentazioni è prodotto da Montessori 3D di Boboto.
Dai 3 ai 6 anni facciamo leva sulle caratteristiche della mente per stimolare l’interesse del bambino verso la geografia, gettando le basi per la costruzione di un linguaggio tecnico connesso alla materia di studio. In questo periodo i bambini interiorizzano molte informazioni sulla geografia facilmente e in modo gioioso, ad esempio i termini per indicare le zone di terraferma e quelle d’acqua, i nomi dei continenti, dei paesi, ecc. Così, quando il bambino avrà bisogno di utilizzare questi termini per i suoi studi, nella scuola primaria, avrà già grande familiarità con essi. Questi termini saranno inoltre legati ad esperienze di successo e verranno visti dal bambino con simpatia e non con ostilità. Sarà sufficiente un breve riassunto perchè il bambino recuperi ciò che ha imparato quando era più piccolo. Possiamo dire che mentre nella scuola d’infanzia il bambino entra in contatto con i fatti, nella scuola primaria esplora le ragioni che stanno dietro i fatti e le relazioni tra i fatti.
Nella scuola d’infanzia l’apprendimento quindi si realizza attraverso esercizi pratici, ad esempio con le forme della terra e dell’acqua:
dei singoli continenti, primi fra tutti l’incastro dell’Europa:
e dei singoli paesi, primi fra tutti l’incastro dell’Italia:
La geografia col metodo Montessori viene presentata, come tutte le altre materie d’insegnamento, in risposta a un bisogno del bambino: in questo caso si tratta del bisogno di comprendere la propria posizione nel mondo in relazione alle proprie storie personali e di viaggio.
Partendo dall’incastro del planisfero e progredendo attraverso gli incastri dei vari continenti e poi dei paesi, gli incastri della geografia hanno anche uno scopo secondario, che è quello di perfezionare il controllo motorio in previsione dell’utilizzo degli strumenti di scrittura, la motricità fine e la coordinazione occhio-mano.
Materiali: – incastro del planisfero Montessori – globo smerigliato, o globo colorato o mappamondo – incastro dell’Europa o cartina dell’Europa – tappeto – incastro dell’Italia – carta di controllo muta dell’Italia: si realizza facilmente riportando il contorno degli incastri su un cartoncino bianco.
Presentazione iniziale:
– mostriamo al bambino come prendere l’incastro dal mobiletto e portarlo sul tappeto o sul tavolo. Il piano di lavoro scelto dovrebbe essere parallelo alla parete nord della stanza. Mettiamo l’incastro nell’angolo in altro a destra del piano di lavoro – con movimenti lenti e curati togliamo gli incastri e mettiamoli in ordine lungo il margine inferiore della tavola – quando tutti gli incastri sono stati rimossi, rimettiamoli al loro posto con altrettanta lentezza e cura – invitiamo il bambino a ripetere l’esercizio – togliamo nuovamente tutti gli incastri e mescoliamoli. Chiediamo al bambino di riposizionarli
– possiamo mostrare al bambino come seguire i contorni dell’incastro tra le mani
e poi quello dello spazio vuoto sulla tavola:
Il pezzo va tenuto con la mano non dominante e i contorni vanno tracciati con la mano dominante.
Presentazione dell’esercizio: – inviamo i bambini a partecipare alla presentazione e portiamo il materiale sul tappeto – mostriamo ai bambini il globo e ripetiamo insieme i nomi dei continenti – mostriamo l’incastro del planisfero, mettendolo sul tappeto accanto al globo colorato – indicando il globo diciamo: “Questo è il modo in cui vediamo la terra dal cielo. Questa è la terraferma. Questa è l’acqua” – “Noi viviamo sulla Terra. La Terra è una sfera. Ma per rappresentarla usiamo anche delle mappe, che invece di essere sfere, sono piatte. Infatti è più facile usare mappe piatte, e non a forma di sfera, ad esempio se stiamo facendo un viaggio”. Vi ricordate il planisfero? Ne abbiamo già parlato – indichiamo l’incastro del planisfero e chiediamo: “Noi in quale continente viviamo?”. Sì, in Europa – indichiamo l’Europa – mostriamo l’incastro dell’Europa – l’Europa è suddivisa in tanti territori più piccoli, gli Stati. Vogliamo nominarli insieme? – Chiediamo: e noi in quale Stato viviamo? Sì, in Italia – indichiamo la posizione dell’Italia nell’incastro dell’Europa, nel planisfero e nel globo, poi presentiamo ai bambini l’incastro dell’Italia e la cartina muta – questa è l’Italia. Anche l’Italia è divisa in tanti territori più piccoli, che chiamiamo regioni. Noi in quale regione viviamo? Lo sapete? Noi viviamo in Calabria – mostriamo ai bambini la Calabria sull’incastro e sulla cartina di controllo muta – lentamente, utilizzando i pomoli, togliamo quattro incastri, cioè quattro regioni diverse, senza nominarli – mettiamo gli incastri a fianco della tavola, sulla cartina muta di controllo – reinseriamoli al loro posto, uno ad uno – togliamo altri 4 incastri, sempre senza nominarli, mettiamoli a fianco della tavola e chiediamo a un bambino alla volta di reinserirli in modo corretto – ripetiamo togliendo 8 incastri – ripetiamo togliendo tutti gli incastri senza nominarli – rimettiamo tutti gli incastri nella tavola – ora togliamo di nuovo 4 incastri e nominiamoli, ad esempi dicendo: “Valle d’Aosta, Toscana, Abruzzo, Calabria”
– ripetere i nomi: “Valle d’Aosta, Toscana, Abruzzo, Calabria” – chiediamo ai bambini di rimetterli al loro posto, nominandoli, cioè dicendo: “Per favore, rimetteresti a posto la Toscana?” – quando tutti gli incastri sono di nuovo al loro posto, chiediamo a un bambino di prendere gli stessi 4 pezzi, uno per uno, nominandoli, ad esempio dicendo: “Per favore, toglieresti l’incastro della Valle d’Aosta?” – quando i 4 incastri sono fuori chiediamo: “Quale regione vorresti rimettere al suo posto?”. Il bambino risponderà col nome di una regione e rimetterà l’incastro corrispondente al suo posto – ripetiamo questa lezione in tre tempi con le altre regioni, finché il bambino ne conoscerà tutti i nomi.
Incastro dell’Italia Montessori Nomenclatura utilizzata in questa presentazione: – i nomi delle regioni italiane
Incastro dell’Italia Montessori Nomenclature che possono essere presentate successivamente: – i nomi dei capoluoghi di regione (i pomoli dell’incastro sono fissati proprio in corrispondenza del capoluogo di regione) – i nomi dei mari italiani.
Incastro dell’Italia Montessori Controllo dell’errore: – gli incastri e la tavola di controllo.
Incastro dell’Italia Montessori Scopo: – preparare allo studio della geografia – riconoscere visivamente le forme delle regioni italiane – nomenclatura – approfondire il concetto di rappresentazione piana del nostro mondo – condurre il bambino verso l’astrazione – rafforzare la mano in preparazione della scrittura.
Età: – dai 5 anni, dopo l’incastro dell’Europa
Incastro dell’Italia Montessori Estensioni per la scuola d’infanzia: – il bambino può costruire la cartina politica dell’Italia all’esterno del bordo della tavola, senza utilizzare la cartina muta di controllo – mettiamo le regioni dell’incastro dell’Italia in un sacchetto del mistero: il bambino cercherà di identificarle al tatto.
Incastro dell’Italia Montessori Estensioni per la scuola primaria: – abbinare i cartellini dei nomi alle regioni corrispondenti – abbinare i cartellini dei nomi ai mari corrispondenti – abbinare i cartellini dei nomi ai capoluoghi di regione corrispondenti – disegnare le regioni italiane su cartoncini colorati seguendo i contorni degli incastri con la matita e ritagliarli. Comporre la cartina dell’Italia su un cartoncino ed etichettare regioni, capoluoghi di regione, mari italiani – punteggiare i contorni degli incastri delle regioni su cartoncini colorati – siccome ritagliare le regioni con le forbici può essere difficile per alcuni bambini, perchè i contorni sono molto irregolari, scegliere di punteggiarli può essere una soluzione migliore. Si può anche optare per una tecnica mista, punteggiando cioè i contorni con punti distanziati di circa 0,5 cm e poi usare i fori come guida per le forbici – costruire un libretto delle regioni e dei mari italiani usando per i disegni gli incastri e ricercando informazioni varie – costruire da soli una cartina politica dell’Italia su carta utilizzando per i contorni gli incastri, colorare le regioni con matite colorate, tempera o acquarello, gessi colorati – tracciare i contorni degli incastri con una matita bianca su un cartoncino di colore scuro. Punteggiare i contorni. Mettere il lavoro sul vetro di una finestra per fare in modo che la luce passi attraverso la punteggiatura – le cartine realizzate dai bambini possono essere etichettate con cartellini prestampati, cartellini preparati dai bambini, oppure i nomi possono essere scritti direttamente sulla cartina – attività con le nomenclature e i libretti – questionario sull’Italia – questionari sulle regioni italiane (uno per ogni regione).
Materiali stampabili per l’incastro dell’Italia Montessori in formato pdf, che comprendono: cartellini delle regioni, cartellini dei capoluoghi di regione, cartellini dei mari, nomenclature in tre parti delle regioni italiane, nomenclature dei mari italiani in tre parti, questionario sull’Italia e questionari sulle regioni italiane (una per regione).
Realizzare l’incastro in proprio con cartoncino o gomma crepla (anche chiamata gomma eva, fommy o moosgummy) non è semplice ed i risultati rischiano di essere scadenti, per via dei numerosi incastri e dei contorni piuttosto complessi (anche stilizzando molto).
Per questo motivo ho scelto di non offrire un cartamodello da ritagliare, ed i colori che ho utilizzato per i materiali stampabili sono quelli dell’Incastro dell’Italia di Montessori Material
Se pensate comunque di poter ottenere un buon materiale col ritaglio, basterà copiare i contorni di una cartina politica dell’Italia.
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Le lezioni pronte con le presentazioni del materiale ai bambini e gli esercizi si trovano qui:
___________________ Materiali stampabili per l’incastro dell’Italia Montessori Cartellini delle regioni italiane colorati con immagine della regione:
______________ Cartellini dei capoluoghi di regione colorati con immagine della regione:
_______________ Cartellini dei mari e dei punti cardinali colorati:
________________ Nomenclature in 3 parti delle regioni italiane colorate (immagine, titolo, definizione):
Nomenclature in 3 parti delle regioni italiane in bianco e nero (immagine, titolo, definizione):
Materiali stampabili per l’incastro dell’Italia Montessori
Questo è il contenuto delle schede, se preferite realizzarle da soli:
Valle d’Aosta. E’ la regione più piccola d’Italia ed è l’unica a non essere suddivisa in province. Il capoluogo di regione è Aosta. Ha due lingue ufficiali: l’italiano e il francese. E’ la regione con la minore densità di popolazione. In questa regione si trovano le montagne più alte d’Italia. Ha un clima alpino. Per la bellezza dei suoi paesaggi il turismo è una voce molto importante della sua economia. Piemonte. Il suo nome significa “al piede dei monti”, infatti è circondata dalle Alpi e da un tratto dell’Appennino ligure. Le Langhe e il Monferrato sono importanti zone collinari. In questa regione nasce il fiume Po. Il capoluogo di regione è Torino. E’ la seconda regione per superficie dopo la Sicilia. Il suo clima è continentale. Sono molto sviluppate l’agricoltura, il terziario e l’industria. Lombardia. Il suo nome viene dal popolo dei Longobardi. Il capoluogo di regione è Milano. E’ la regione col maggior numero di abitanti, anche se è la quarta per estensione. Nella regione si trovano le Alpi e le Prealpi e il tratto centrale della Pianura Padana. E’ molto ricca di fiumi e laghi. Il clima è continentale. L’industria è molto fiorente, ma anche agricoltura e allevamento sono importantissimi. Trentino Alto Adige. Il capoluogo di regione è Trento. Il territorio è montuoso e costituito dalle Alpi e dalle Dolomiti. Numerosi i laghi ed i fiumi. Il clima è piuttosto rigido. L’economia si basa su turismo, alberi da frutto, vite, legname, allevamento. In questa regione troviamo abitazioni particolari: maso e malga. Nella regione si parlano italiano, tedesco, ladino, cimbro e mocheno. Veneto. In questa regione troviamo le Alpi e le Dolomiti, le Prealpi, la fascia collinare e la Pianura Veneta. Il capoluogo è Venezia. E’ la regione più pianeggiante d’Italia. Bagnata dal Mar Adriatico, la costa è bassa e sabbiosa con lidi e lagune. E’ ricca di fiumi e laghi. Si pratica l’agricoltura, l’allevamento, la pesca; l’artigianato, la piccola industria, il turismo nelle città d’arte e nelle località montane e marittime. Friuli Venezia Giulia. E’ una delle regioni meno estese. Il capoluogo è Trieste. Oltre all’italiano si parla sloveno, tedesco e ladino. A nord si trovano Alpi e Prealpi. A ridosso della costa troviamo l’altopiano del Carso, coperto di doline. La pianura si affaccia sul Mar Adriatico e presenta zone lagunari. Nella regione soffia la Bora. L’economia si basa su agricoltura e allevamento, industria soprattutto alimentare e navale e turismo balneare. Liguria. E’ la terza più piccola regione, dopo Valle d’Aosta e Molise. Il capoluogo è Genova. La regione è formata da una stretta fascia di montagne poco elevate che formano un arco intorno al Golfo di Genova. Il clima è mite. I fiumi sono di modesta importanza e a regime torrentizio. I terreni sono coltivabili grazie ai terrazzamenti. L’economia si basa su terziario, turismo, industria metallurgica e raffinerie, agricoltura. Emilia Romagna. Il suo capoluogo è Bologna. Circa la metà del territorio è occupato dalla Pianura Padana ed è bagnata dal Mar Adriatico. A sud si trova l’Appennino con monti poco elevati dalla forma arrotondata. E’ attraversata dal fiume Po che sfocia in mare formando le Valli di Comacchio a sud del delta. L’economia si basa su agricoltura e allevamento, industria alimentare, vino, pesca, turismo. Toscana. Quinta per estensione, il suo capoluogo è Firenze. E’ bagnata dal mar Ligure e dal Mar Tirreno. E’ in prevalenza collinare, e le pianure si trovano solo lungo le coste o vicino ai fiumi. Comprende le isole dell’Arcipelago Toscano. L’economia si basa sulla produzione di vino, allevamento di ovini, industria estrattiva e turismo nelle città d’arte e nelle località balneari. Marche. Il suo capoluogo è Ancona. E’ bagnata dal Mare Adriatico ed è in prevalenza collinare. Le coste sono basse e sabbiose. Nella regione scorrono molti fiumi, dal corso breve e torrentizio. L’economia si basa su agricoltura, allevamento, pesca, industria alimentare e artigianato specializzato, turismo nelle città d’arte e nelle località balneari. Umbria. E’ una delle regioni più piccole. Il capoluogo è Perugia. Non è bagnata dal mare ed è interamente formata da montagne (Appennino) e colline. E’ ricca di fiumi.. In questa regione si trova il lago Trasimeno. Si producono vino e olio, insaccati, tartufo nero. L’industria sfrutta le Cascate delle Marmore per la produzione di energia elettrica. Altra risorsa è il turismo religioso e nelle città d’arte. Abruzzo. E’ la regione del centro-sud più montuosa e comprende le cime più alte dell’Appennino. Il capoluogo è L’Aquila. Bagnata dal Mar Adriatico, le coste sono sabbiose e argillose. E’ la regione con la maggior superficie di ambienti naturali protetti. Il clima è continentale all’interno e mite sulla costa. L’economia si basa su turismo balneare e sport invernali, allevamento e agricoltura, piccola e media industria. Lazio. Il capoluogo è Roma, che è anche capitale d’Italia. All’interno della regione si trova Città del Vaticano, il più piccolo stato del mondo. Tra l’Appennino e la costa pianeggiante si trova l’Antiappennino e gruppi di colline vulcaniche. E’ bagnata dal Mare Tirreno. L’economia di basa sul terziario per la centralità politica di Roma. Altre attività importanti sono agricoltura, allevamento, turismo. Molise. Seconda regione più piccola d’Italia, dopo la Valle d’Aosta, il suo capoluogo è Campobasso. E’ in prevalenza montuosa e occupata dall’Appennino. Le coste sono bordate da pianure poco estese. E’ bagnata dal Mare Adriatico. Il clima è continentale all’interno, mite sulla costa. L’economia si basa su agricoltura e allevamento, artigianato e piccola industria. Puglia. E’ bagnata dal Mar Adriatico e dal Mar Ionio. Il capoluogo è Bari. Verso il mare si estende l’altopiano carsico delle Murge. La pianura più vasta è il Tavoliere delle Puglie. Comprende le Isole Tremiti. E’ una regione povera di acque ed è la meno piovosa d’Italia. L’economia si basa su agricoltura, pesca, industria siderurgica e alimentare, turismo balneare. Famosi i trulli di Alberobello. Campania. E’ la regione più densamente popolata d’Italia. Il capoluogo è Napoli. A est è occupata dall’Appennino. A ovest, dove è bagnata dal Mar Tirreno, si trovano le pianure costiere. I vulcani della regione sono attivi. La costa forma quattro golfi e comprende le isole dell’Arcipelago Campano. Il clima è mite anche nelle zone montuose. L’economia si basa su allevamento, agricoltura, turismo, piccola industria e artigianato. Basilicata. Il capoluogo di regione è Potenza. E’ per la maggior parte montuosa e collinare, tranne lungo la costa ionica. E’ bagnata dal mar Ionio e dal Mar Tirreno.. La costa ionica è bassa, quella tirrenica alta e rocciosa. Il clima è mediterraneo sulla costa, continentale all’interno. L’economia si basa su allevamento, piccola industria, artigianato e turismo. A Matera si trovano antiche abitazioni dette “sassi”. Calabria. Il capoluogo di regione è Catanzaro. La regione è una penisola per la maggior parte montuosa e collinare e bagnata dal mar Ionio e dal Mar Tirreno. Lo stretto di Messina la separa dalla Sicilia. Il clima è rigido nelle zone montane più interne, mite nelle zone vicine alla costa. Si praticano agricoltura e allevamento, l’industria è poco sviluppata, mentre è diffuso il turismo balneare. Sicilia. E’ l’isola più grande d’Italia e di tutto il Mediterraneo, ed è la più grande regione italiana. Il capoluogo è Palermo. E’ bagnata dal Mar Tirreno, Ionio e di Sicilia. L’Etna è uno dei maggiori vulcani attivi del mondo. Comprende vari arcipelaghi e isole minori. Il clima è molto mite. Produce agrumi, mandorle e vino. Si pratica la pesca, l’artigianato, il turismo. Sardegna. E’ la seconda isola italiana e del Mediterraneo, dopo la Sicilia. Il capoluogo è Cagliari. A Nord le Bocche di Bonifacio la separano dalla Corsica. Il territorio è per lo più collinare e montuoso, con altopiani e vallate. I fiumi sono torrentizi e i laghi per lo più artificiali. L’economia si basa su allevamento, industria estrattiva, artigianato e turismo balneare. Vi si trovano antiche costruzioni: i nuraghi.
_________________ Nomenclature in tre parti delle regioni italiane colorate (immagine della regione, immagine dell’Italia e titolo):
__________________ Nomenclature in tre parti dei mari italiani colorate (cartina dell’Italia, titolo e definizione):
Questo è il contenuto delle schede:
Mar Mediterraneo. Il suo nome significa “in mezzo alle terre”. E’ un mare quasi chiuso, per questo ha acque calme e poco interessate da tempeste violente e forti correnti: La temperatura delle acque è piuttosto alta.. Comunica con l’Oceano Atlantico (Stretto di Gibilterra), col Mar Nero (Stretto dei Dardanelli) e col mar Rosso (Canale di Suez). L’Italia divide il Mediterraneo in Orientale e Occidentale. Mare Adriatico. Si estende a est della penisola italiana e comunica solo col mar Ionio attraverso il Canale d’Otranto. Ha forma allungata. E’ poco profondo e per questo è il mare più pescoso del Mediterraneo. Le sue coste sono in prevalenza basse e sabbiose. Mar Ionio. Bagna da un lato le coste est della Sicilia, della Calabria e la Puglia fino al canale d’Otranto; dall’altro la Grecia. E’ il mare più profondo del Mediterraneo. Le coste possono essere basse e sabbiose oppure alte e rocciose. Mare di Sicilia. Bagna la costa ovest dell’Italia a partire dal Promontorio di Piombino, la parte est della Corsica, la parte nord della Sicilia e la parte est della Sardegna.Ha la forma di un triangolo rettangolo. Le coste sono caratterizzate da golfi e insenature. In questo mare si trovano la maggior parte delle isole italiane. Mar Tirreno. Bagna la costa ovest dell’Italia a partire dal Promontorio di Piombino, la parte est della Corsica, la parte nord della Sicilia e la parte est della Sardegna. Ha la forma di un triangolo rettangolo. Le coste sono caratterizzate da golfi e insenature. In questo mare si trovano la maggior parte delle isole italiane. Mar di Sardegna. Bagna le coste ovest della Sardegna e della Corsica e si estende fino alle isole Baleari (Spagna). E’ un mare molto profondo. Le sue coste possono essere a volte alte e a volte basse. Le principali isole sono l’Isola di San Pietro e l’Isola di Sant’Antioco. Mare Ligure. Bagna la costa della Liguria, la costa della Toscana fino al Promontorio di Piombino, e la costa del Nizzardo. E’ limitato dal Mar di Sardegna, dalla Corsica e dal Mar Tirreno. E’ un mare poco esteso e abbastanza profondo. Le sue coste sono alte e rocciose.
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Indicazioni per realizzare in proprio le mappe di controllo (parlate, mute, bianco e nero e colorate):
– mappa di controllo I: una mappa con le regioni colorate e della stessa dimensione dell’incastro dell’Italia – mappa di controllo II: negli stessi colori e delle stesse dimensioni della prima mappa, ed ha in più i nomi delle regioni e dei mari italiani. Completa la mappa un set di cartellini (colorati o in bianco e nero) da usare per etichettare l’incastro dell’Italia – mappa di controllo III: una mappa in bianco e nero. Le regioni italiane sono della stessa dimensione dell’incastro dell’Italia – mappa di controllo IV: uguale alla mappa III ma con l’aggiunta dei nomi. Completa la mappa un set di cartellini da usare con l’incastro dell’Italia. Le mappe di controllo vengono presentate al bisogno. In seguito possiamo preparare mappe simili ma di dimensioni ridotte da usare per colorare ed etichettare. Per preparare queste mappe basterà, come già detto, copiare su grandi fogli di carta bianca i contorni del vostro incastro dell’Italia Montessori.
____________________ Cartellini per lo studio dell’Italia
Livello I In quale continente si trova l’Italia? In quale emisfero si trova l’Italia? Con quali stati e mari confina l’Italia? Qual è la capitale italiana? Nomina alcune città italiane importanti che conosci. Disegna e colora la bandiera italiana. Ricerca il significato dei colori della bandiera italiana. Disegna una cartina dell’Italia. Segna la capitale e alcune città importanti che conosci. Disegna alcuni simboli dell’Italia conosciuti in tutto il mondo. Disegna una cartina dell’Italia includendo la scala chilometrica. Etichetta gli stati e le acque che confinano con l’Italia.
Livello II Qual è la regione italiana più grande? Quale regione italiana è una penisola? Quale regione italiana è un’isola? In quale regione italiana vivi? Quante sono le regioni italiane? Quali regioni si trovano a est della Lombardia? Quali regioni si trovano a ovest dell’Abruzzo? Quali regioni si trovano a nord dell’Emilia Romagna? Quali regioni italiane non sono bagnate dal mare? Quali mari bagnano l’Italia a est? Qual è l’unica regione che confina con la Valle d’Aosta? Quali mari bagnano l’Italia a ovest? Quali regioni si trovano a est delle Marche?
Livello III Quali lingue si parlano in Italia? Quale moneta si usa in Italia? Raccogli alcuni francobolli italiani. Quali sono le religioni più praticate in Italia? Quale forma di governo c’è in Italia? Quali sono le principali industrie italiane?
__________________ Cartellini per lo studio delle regioni (un set per ogni regione)
Livello I Qual è il nome della regione? In quale stato si trova? In quale continente si trova? In quale emisfero si trova? Da quali mari è bagnata? Se non è bagnata dal mare, a quanti chilometri di distanza si trova dal mare? Qual è il suo clima? Disegna una cartina della regione includendo la scala chilometrica. Etichetta gli stati, le regioni e le acque che confinano con la regione.
Livello II Usando la scala chilometrica, trova quanto misura la regione nel suo punto più largo e nel suo punto più stretto. Quanto è popolata la regione? Quanto misura la sua superficie in chilometri quadrati? Qual è il capoluogo di regione? Quante province ha la regione? Elenca tutte le province della regione. Elenca almeno altre tre città importanti della regione. Quali sono le sue catene montuose e le montagne principali? A quanti metri sul livello del mare si trova il suo punto più alto? Elenca i principali fiumi e laghi della regione. Su una cartina della regione da te disegnata, localizza tutti gli elementi che hai nominato nel questionario.
Livello III Come si chiamano gli abitanti della regione? Quale lingue e dialetti si parlano nella regione? Trova alcune parole in queste lingue o dialetti. Quali tipi di vegetazione puoi incontrare nella regione? Quali animali puoi incontrare nella regione? Fai un disegno del paesaggio tipico della regione. Disegna o ricerca immagini degli animali tipici della regione.
Livello IV Quali sono i principali prodotti agricoli della regione? Quali sono le industrie più importanti? Quali sono le attività lavorative più importanti nella regione? Quali prodotti esporta la regione? Quali sono i piatti tipici?
____________________________ Materiali stampabili per l’incastro dell’Italia Montessori
Trovi tutto il materiale pronto in formato pdf qui:
Esperimenti scientifici per bambini: palloncini a confronto.
Materiali – bombola di elio – 4 palloncini – una bottiglia di plastica vuota senza tappo – un sacchetto di plastica e un elastico (o un sacchetto con chiusura zip) – una bottiglia di plastica vuota col tappo – bicarbonato – aceto – spago – forbici – graffette metalliche – una bacinella d’acqua (o la vasca da bagno) – una bilancia.
Perchè alcuni palloncini possono restare sospesi in aria e altri no? Cos’è che li fa sollevare da terra?
Esperimenti scientifici per bambini: palloncini a confronto
Esperimento – prendiamo il sacchetto di plastica, immergiamolo nell’acqua in modo che si riempia almeno per metà, quindi spremiamo fuori l’aria e chiudiamolo – chiediamo a un bambino di sollevare il sacchetto fuori dall’acqua e chiediamo: “Come lo senti? Pesante?”
– chiediamo di immergere di nuovo il sacchetto tenendolo immerso ma senza che tocchi il fondo e chiediamo “Adesso come lo senti? Più pesante o più leggero?”
– sentiamo il sacchetto più leggero quando è immerso in acqua perchè l’acqua della bacinella che si trova sotto al sacchetto sostiene un po’ del suo peso – se lasciamo andare il sacchetto, l’acqua della bacinella non basta a tenerlo sollevato, ed esso affonda per la forza di gravità che attira gli oggetti verso il basso. L’acqua della bacinella non sostiene l’acqua del sacchetto.
– prendiamo un palloncino e gonfiamolo d’aria. Il palloncino gonfiato d’aria è circondato da aria, come il sacchetto pieno d’acqua è circondato d’acqua. Anche il palloncino non può essere sostenuto e quindi non può restare sollevato
– l’acqua però, come abbiamo visto sentendo il sacchetto più leggero quando immerso, può esercitare una forza dal basso verso l’alto che può portare il peso degli oggetti, e può anche tenerli sollevati. Anche l’aria può farlo, come l’acqua. – facciamo un’altra prova. Prendiamo la bottiglia vuota chiusa col tappo. E’ molto leggera perchè contiene soltanto aria, ma naturalmente l’aria non tiene sospesa la bottiglia – mettiamo la bottiglia nella bacinella. Cosa succede? Galleggia sulla superficie, perchè l’acqua da sola è in grado di sostenere il suo peso, con la sua forza dal basso verso l’alto che vince sulla forza di gravità. L’aria contenuta nella bottiglia è più leggera dell’acqua della bacinella, quindi l’acqua può sostenerla – per sentire questa forza proviamo a tenere immersa la bottiglia con le mani: è molto difficile! La forza dell’acqua spinge la bottiglia verso l’alto e noi dobbiamo spingere un bel po’ verso il basso per vincerla
– prendiamo un palloncino, gonfiamolo con l’elio, chiudiamolo con un nodo e lasciamolo andare – al palloncino succede la stessa cosa che succede alla bottiglia piena d’aria immersa nell’acqua. L’aria è più pesante e l’elio è più leggero, quindi l’aria solleva l’elio, come l’acqua sostiene l’aria
– se liberassimo il palloncino con elio, il gas al suo interno è così leggero che salirebbe fino a sparire dalla nostra vista. Fin quando salirebbe? Fino ad allontanarsi tanto dalla terra da incontrare dell’aria leggera quanto lui. A questo punto si fermerebbe, senza salire né scendere. Si troverebbe in una condizione di equilibrio – possiamo provare a trovare anche noi questo punto di equilibrio aggiungendo dei pesi al nostro palloncino, fino a trovare il punto in cui non sale né scende – aggiungiamo al palloncino un pezzetto di spago, che avremo prima pesato, poi fissiamo allo spago una graffetta alla volta – ad un certo punto o saremo così fortunati da trovare il punto di equilibrio, o dovremo togliere del peso accorciando lo spago
– ora proviamo a trovare altri modi per rendere un palloncino più leggero dell’aria, e cerchiamo il loro punto di equilibrio – prendiamo una bottiglia vuota e versiamo in essa del bicarbonato
– aggiungiamo molto velocemente dell’aceto e fissiamo al collo della bottiglia un palloncino – il palloncino si riempie di gas e si gonfia sotto i nostri occhi. Di quale gas si tratta? Di anidride carbonica.
Facciamolo gonfiare finché non raggiunge le stesse dimensioni del palloncino gonfiato con l’elio, quindi chiudiamolo con un nodo e aggiungiamo un pezzo di spago – vedremo che anche questo palloncino si solleverà in aria, e potremo confrontare la velocità in cui lo fa con quella del palloncino pieno di elio. Inoltre potremo trovare il suo punto di equilibrio, come abbiamo fatto col primo palloncino – possiamo dire che l’anidride carbonica è più leggera dell’aria, ma è più pesante dell’elio.
Esperimenti scientifici per bambini: volare coi palloncini a elio Materiali: – palloncino – bombola di elio – spago – forbici – graffette metalliche – bilancia
Esperimenti scientifici per bambini: volare coi palloncini a elio Esperimento: – gonfiamo il palloncino con la bombola di elio, chiudiamolo e chiudiamolo con un nodo – pesiamo un pezzo di spago e leghiamolo al palloncino (il mio spago pesa 1 g) – lasciamo andare il palloncino – pesiamo una graffetta metallica (la mia pesa 2 g) – aggiungiamo una ad una le graffette allo spago fino a trovare il punto in cui il palloncino può iniziare a sollevarsi
– ora possiamo sapere quanti grammi possono essere sollevati da un palloncino – consideriamo il peso di un bambino, ad esempio di 30 Kg, e chiediamo: “Quanti palloncini servirebbero per sollevarlo da terra?”
Esperimenti scientifici per bambini: volare coi palloncini a elio Le mongolfiere possono volare e anche trasportare delle persone per lo stesso principio che fa volare i nostri palloncini: perchè l’aria calda del loro pallone è più leggera dell’aria circostante. Anche i dirigibili volano proprio come il nostro palloncino, e possono trasportare delle persone, e nel loro pallone contengono proprio elio. La forza che spinge il nostro palloncino, le mongolfiere e i dirigibili è la forza di Archimede o forza idrostatica. Il volo con questi mezzi è detto volo aerostatico.
Con i bambini più piccoli possiamo invertire l’esperimento e trovare insieme quanti palloncini occorrano per sollevare da terra un pupazzetto.
Esperimenti scientifici per bambini: volare coi palloncini a elio Materiali: – un pupazzetto – bilancia – bombola di elio – palloncini – spago e forbici
Esperimenti scientifici per bambini: volare coi palloncini a elio Esperimento: – chiediamo ai bambini: “Secondo voi quanti palloncini serviranno a far volare questo orsetto?”. I bambini faranno le loro previsioni – cominciamo a gonfiare i palloncini e leghiamoli al pupazzetto fino a raggiungere il nostro scopo.
Tavole di Seguin PRESENTAZIONI ED ESERCIZI per imparare a conoscere i numeri da 11 a 19, da 10 a 90 e da 11 a 99. Le presentazioni prevedono l’utilizzo, insieme alle tavole, di perle colorate, perle dorate e aste numeriche.
Tutto il materiale pubblicato sulle tavole di Seguin (download, presentazioni, tutorial, ecc.) si trova qui: LE TAVOLE DI SEGUIN.
Per le presentazioni ho utilizzato il mio materiale auto prodotto e le tavole di Seguin realizzate da Montessori 3D di Bobobo.
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Tavole di Seguin PRESENTAZIONI ED ESERCIZI La prima tavola di Séguin – numerazione da 11 a 19.
Il materiale è costituito da una serie di nove 10 scritti l’uno sotto l’altro e disposti in una cornice.
Sotto l’ultimo c’è uno spazio vuoto. Allegata a questa tavola c’è una serie di tavolette di grandezza sufficiente per coprire lo zero del 10, che si possono collocare nella cornice, introducendole dal lato destro fornito di apposita scanalatura.
L’esercizio consiste nel collocare la tavoletta dell’1 sopra lo zero del primo 10,
quella del 2 sullo zero del secondo 10 e così via,
fino a che il bambino non arriva a coprire col 9 l’ultimo zero. A partire da questo punto non si può fare altro, se non passare ad una seconda decina.
All’esercizio precedente bisogna associare la conoscenza dei termini. La difficoltà maggiore nella terminologia sta nel passaggio dal 10 al 20. Infatti, la struttura delle parole che si riferisce alla decina ed alle unità nasconde gli elementi che le compongono. Questi elementi, fondendosi, formano parole nuove.
Perciò, questa parte deve essere imparata a memoria mediante esercizi di composizione di parole costruite con cartellini.
La parola dici sarà sempre scritta in rosso, mentre l’altra parte della parola, che indica il gruppo di unità associate alla decina, sarà scritta in nero. Così fino al numero 16 l’unità precede la decina, negli altri (e poi in tutte le decine successive) l’unità segue la decina. In tal modo avremo:
un———–dici do———–dici tre———–dici quattor—–dici quin———dici se————dici —————dici—— a —– s-sette —————dici—————- otto —————dici—— a —–n-nove venti.
Conclude la serie la parola “venti”, termine che si differenzia completamente da quelli che la precedono nella numerazione. Raggiunto il nove, poi, perfino le parole dimostrano che si è concluso il passaggio graduale, per entrare in un nuovo gruppo.
E’ ora necessario unire le conoscenze dei numeri da 11 a 19, fin qui considerati separatamente prima come quantità e poi come simboli. L’appaiamento quantità – simboli si conduce presentando contemporaneamente le perle colorate e i cartelli, per ciascuno dei numeri da 11 a 19. Nelle immagini vediamo il numero 15 con le perle colorate, e con le “perle colorate” stampabili:
Altro esercizio consisterà poi nel lasciare fissa la stessa decina, e sostituendo via via accanto ad essa i gruppi successivi di unità. Questo esercizio può essere eseguito sia con le perle colorate, sia con le aste numeriche:
Ogni volta che si forma una nuova quantità, c’è la relativa composizione del numero. Si pone così il bastoncino da 1 perla vicino a un bastoncino della decina, mentre nel cartello del 10 lo zero viene coperto dal simbolo dell’1. Si prosegue così, sostituendo e unendo fra loro quantità e simboli, lasciando fissa la decina.
Arrivati al 9, non si può continuare con lo stesso procedimento, perchè il bastoncino (o l’asta numerica) che segue il 9 non può che essere una nuova decina. Collochiamo quindi la nuova decina accanto alla prima.
Per quanto riguarda i cartelli dei numeri, bisogna invece accantonare quelli usati prima e utilizzare il cartello del 20.
Tutti questi esercizi rafforzano il concetto chiave del sistema decimale, che si impernia sul passaggio da una decina all’altra, cioè dal 9 al 10. Dopo il 9, il ponte è stato superato: ha inizio una nuova decina.
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Tavole di Seguin PRESENTAZIONI ED ESERCIZI Esercizio 1 – Prima tavola di Séguin
tempo 1: si dispongono le tavolette di Séguin sul tappeto. L’insegnante tiene le tessere dei numeri da 1 a 9 e comincia inserendo quella dell’1 sul primo 10 dicendo: “10 e 1 si chiama undici. Questo è il nostro modo di scrivere 11. Undici.! “
Ripete più volte il nome. Poi mette sul secondo 10 la tessera del 2 dicendo: “10 e 2 si chiama dodici, Questo è il nostro modo di scrivere 12. Dodici.” L’insegnante continua allo stesso modo con tutti gli altri numeri fino al 19.
tempo 2: l’insegnante chiede ai bambini di indicarle le cifre che lei nomina, dicendo ad esempio “Mostrami il 18″ ecc…
tempo 3: l’insegnante indica le cifre non in ordine e il bambino le dice i nomi. Alla fine glieli chiede in ordine da 11 a 19.
Il materiale viene riposto in un luogo accessibile al bambino, in modo che lui possa usarlo ogni volta che lo desidera. Nei giorni successivi possiamo chiedere al bambino di comporre numeri non seguendo l’ordine:
_______________________________ Tavole di Seguin PRESENTAZIONI ED ESERCIZI Esercizio 2 – prima tavola di Séguin collegare le cifre da 10 a 19 alle quantità
Materiale: tavolette di Séguin dei 10, 9 barrette di perle del 10, un set di barrette di perle colorate da 1 a 9 Scopo: collegare le cifre da 10 a 19 alle quantità
Esercizio: si sistemano le tavole di Seguin sul tappeto. L’insegnante mette una barretta del 10 e una dell’1 a sinistra del primo 10 della tavoletta dicendo: “10 e 1 è undici”, e chiede al bambino di contare le perle.
Poi prende la tessera mobile dell’1 e la fa scivolare sul primo 10 della tavoletta dicendo “10 e 1 è 11. Questo è il nostro modo di scrivere 11″.
Quindi il bambino mette le barrette a destra del numero 11.
Poi chiede al bambino di mettere una barretta del 10 e una del 2 a destra del secondo dieci, quindi di comporre sulla tavoletta di Seguin il 12. Il bambino conta le perline delle barrette.
Questo esercizio prosegue fino al 19. Come sempre si ripone il materiale in un luogo accessibile al bambino, in modo che lui possa servirsene ogni volta che lo desidera.
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Tavole di Seguin – presentazioni ed esercizi Seconda tavola di Séguin – numerazione da 11 a 99.
Scopo di questa seconda tavola è quello di verificare, per altra via, lo stesso fenomeno. E’ costituita da due tavole uguali:
la suddivisione in due tavole ha solo lo scopo di rendere più maneggevole il materiale. Sulla prima tavola sono presenti i numeri corrispondenti alle prime 5 decine: 10 20 30 40 50; nell’altra le quattro decine successive 50 60 70 80 90. Il materiale è completato da una serie di nove tavolette con le unità, che si possono inserire nelle tavole per coprire gli zeri.
Ci sono poi, per eseguire l’esercizio, le perle dorate del sistema decimale: 9 decine e 10 unità sciolte.
Per la numerazione da 11 a 99 si procede contemporaneamente con quantità e simboli. Per esempio, per il passaggio dalla seconda alla terza decina, si aggiunge ai due bastoncini dorati una perla e contemporaneamente si copre lo zero del 20 con la tavoletta dell’1, per ottenere il numero 21. Poi, si aggiungerà una seconda perla, sostituendo l’uno col la tavoletta del 2 per ottenere il numero 22.
Arrivati al 29, nel momento stesso in cui si aggiunge la decima perla, si sostituiscono le perle sciolte con una nuova decina: quelle tre decine che, spostandosi in basso, corrispondono al numero 30.
Inserendo e sostituendo, sopra lo zero del 10, una dopo l’altra, le nove cifre delle unità secondo la serie naturale dei numeri, si formano successivamente i numeri 11 12 13 14 15 16 17 18 19.
Giunti a questo punto, bisogna passare al 20, ripercorrendo il procedimento per comporre via via i numeri 21 22 23 24 25 26 27 28 29… e così via, fino ad arrivare al 99.
Giunti al 99 non è più possibile continuare con questo materiale: i riquadri sono insufficienti a contenere il numero 100, che è formato da tre cifre. L’unità che manca, e che non possiamo aggiungere, è una chiave più importante di quella che prima ci permetteva il passaggio da una decina all’altra. Si tratta anche qui di un “semplice uno”, ma questa unità è diversa da quella che ci ha permesso di percorrere una ad una le decine: porta con sè una nuova gerarchia, che richiede per esprimersi di uno spazio maggiore. E’ il passaggio dalle decine alle centinaia.
Le decine che si susseguono l’una all’altra sono le guide. Lo dimostrano le parole stesse, tutte differenti tra loro: dieci, venti, trenta, quaranta, cinquanta, sessanta, settanta, ottanta, novanta. Al contrario, i punti di passaggio da una decina alla successiva, ad eccezione di quelli tra le prime due decine che ha richiesto uno studio a parte, si distinguono con parole uniformi che corrispondono all’unione successiva delle nove unità con ciascuna decina: vent-uno venti-due venti-tre venti-quattro venti-cinque venti-sei venti-sette vent-otto venti-nove.
Questo si ripete via via per ogni nuova decina, allo stesso modo che per la sostituzione delle tavolette: è un’autentica addizione di parole.
Questi esercizi chiariscono e facilitano non solo la comprensione del sistema decimale, ma anche il meccanismo del contare che deve svolgersi sulla base del grande quadro del sistema decimale.
Tavole di Seguin – presentazioni ed esercizi Esercizio 1 – seconda tavola di Seguin
Imparare i nomi dei numeri da 10 a 90 in relazione alle quantità
Materiale: 45 barrette di perle del dieci, Scopo: imparare i nomi dei numeri da 10 a 90 in associazione alle quantità.
Esercizio: si procede usando il metodo della lezione in tre tempi. L’insegnante porta sei barrette del 10 al tavolo del bambino e si siede accanto a lui.
Tempo 1: l’insegnante mette una barretta di fronte al bambino. Il bambino le dirà che è il 10.
Allora lei toglie la barretta dal tavolo ed al suo posto mette due barrette dicendo: “Questi sono due 10. Noi chiamiamo due 10 venti”, ripetendo venti più volte.
Poi toglie le due barrette, e al loro posto ne mette tre davanti al bambino “Questi sono tre 10. Noi chiamiamo tre 10 trenta” ripetendo trenta più volte.
Tempo 2: l’insegnante mette i tre gruppi di fronte al bambino e gli chiede di mostrarle quelli che via via indica, in ordine sparso:
“Poi mostrarmi il 30?” “Mi indichi il 20?” “Qual è il 10?” “Se io li rimescolo, poi me li ridici?” L’insegnante cambia l’ordine delle barrette più volte, e il bambino ripete i nomi correttamente.
Tempo 3: l’insegnante mette davanti al bambino una quantità alla volta e gli chiede di dirle il numero cui corrisponde. Alla fine della lezione l’insegnante dispone le quantità in colonna in ordine crescente e insieme al bambino ne dice i nomi: “Dieci, venti, trenta”.
Nei giorni seguenti ai numeri imparati vengono via via aggiunti tutti gli altri, fino al 90.
Si vanno via via a formare rettangoli sempre più larghi sul modello 10=10×1; 20=10×2; 30=10×3; ecc… Questo concetto non viene verbalizzato, si lascia che il bambino abbia un’impressione visiva della geometria del numero.
Esercizio 2 – seconda tavola di Seguin
collegare le cifre da 10 a 90
Materiale: tavolette di Séguin dal 10 al 90 45 barrette di perline colorate del 10.
Scopo: collegare le cifre da 10 a 90 alle quantità, contare da 10 a 90 con quantità e cifre
Esercizio: le tavolette di Seguin vengono disposte verticalmente sul tappeto, e l’insegnante mostra al bambino come mettere correttamente le barrette di perline alla sinistra delle cifre, cominciando dal 10.
Appena il bambino capisce l’esercizio, può lavorare autonomamente, infatti siccome le barrette di perline sono contate, lui può accorgersi da solo di eventuali errori ed autocorreggersi.
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Esercizio 3 – seconda tavola di Seguin
Identificare i numeri a 10 a 90 con le tavolette di Séguin
Materiale: tavolette di Séguin numerate dal 10 al 90
Scopo: identificare i numeri da 10 a 90
Esercizio: dopo che il bambino ha imparato i nomi dei numeri in relazione alle quantità, può associarli al segno grafico. Si utilizza il metodo della lezione in tre tempi:
tempo 1: l’insegnante indica i numeri uno alla volta in sequenza ripetendone il nome tempo 2: l’insegnante chiede al bambino di indicarle i numeri che lei nomina in ordine sparso tempo 3: l’insegnante indica i numeri in ordine sparso, e il bambino le dice il nome.
Al termine della lezione insegnante e bambino insieme, ripetono i nomi dei numeri in sequenza.
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Esercizio 4 – seconda tavola di Seguin
Contare da 10 a 99 con le tavolette di Séguin e le perle colorate Montessori
Materiale: tavolette di Séguin dal 10 al 90 e cifre mobili dall’1 al 9; 9 barrette di perline colorate del 10 un set di barrette di perline colorate dall’1 al 9.
Scopo: costruire quantità e numeri in sequenza da 10 a 99. Questa è la tappa finale di tutto il lavoro svolto per imparare a contare.
Esercizio: si prepara il materiale sul tappeto. Poi l’insegnante chiede al bambino di mettere una barretta di perline del 10 a sinistra del numero 10.
Poi gli mostra come costruire l’11 mettendo una perlina delle unità a sinistra del numero 10, quindi fa scivolare il numero mobile dell’uno sullo zero dicendo: “10 e 1 è 11, e noi lo scriviamo così, dieci e uno”.
L’insegnante mostra al bambino che per fare il 12 bisogna aggiungere un’altra unità, quindi toglie la tessera dell’1 e mette al suo posto quella del 2.
Insegnante e bambino continuano così a costruire i numeri e le quantità cui corrispondono fino a 19. I numeri mobili non usati si tengono da parte, girati sul rovescio:
“10 e 9 sono 19. Abbiamo una decina e 9 unità”.
Se noi avessimo un’unità in più (mette una perlina in più) avremmo 10 unità, quindi sarebbero 2 decine”.
Quindi sostituisce le dieci perline con una barretta di perline del 10: “Ora dobbiamo mettere questa decina con le altre, così di barrette ne abbiamo due adesso, quindi siamo a 20, il nostro prossimo numero”.
Si procede così, rispettando i tempi di apprendimento del bambino, fino al 99.
Quando il bambino ha capito l’esercizio, può svolgerlo anche da solo.
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Inserendo e sostituendo, sopra lo zero del 10, una dopo l’altra, le nove cifre delle tavolette secondo la serie naturale dei numeri, si formano successivamente i numeri
11 – 12 – 13 – 14 – 15 – 16 – 17 – 18 – 19
giunti a questo punto, bisogna passare al 20, ripercorrendo il procedimento per comporre via via i numeri:
21 – 22 – 23 – 24 – 25 – 26 – 27 – 28 – 29
e così via fino alla fine, il 99. Sono sempre le stesse tavolette che servono da ponte fra il 10 e il 20, così come fra il 20 e il 30, fra l’80 e il 90. Giunti al 99 non è più possibile continuare con questo materiale: i riquadri sono del tutto insufficienti a contenere il numero successivo, il 100, essendo costituito da tre cifre. Quell’unità che manca e che non possiamo aggiungere è una chiave più importante di quella che prima ci permetteva il passaggio da una decina all’altra. Si tratta di un semplice uno, ma questa unità non è quella che ci permette di percorrere una ad una le decine: porta invece con sé una nuova gerarchia che richiede per esprimersi uno spazio maggiore. E’ il passaggio dalle decine alle centinaia. Le decine che si susseguono l’una all’altra sono le guide. Lo dimostrano le parole stesse, tutte differenti fra loro: dieci, venti, trenta, quaranta, cinquanta, sessanta, settanta, ottanta, novanta. Al contrario, i punti di passaggio da una decina alla successiva, ad eccezione di quelli tra le prime due decine che hanno richiesto uno studio a parte, si distinguono con parole uniformi che corrispondono all’unione successiva delle nove unità con ciascuna decina: vent-uno, venti-due, venti-tre, ecc. Questo si ripete per ogni decina: quaranta-cinque, quaranta-sei, ottanta-tre, ottanta-quattro, ecc. E’ un’autentica addizione di parole. Gli esercizi descritti chiariscono e facilitano non solo la comprensione del sistema decimale, ma anche il meccanismo del contare che deve svolgersi sulla base del gran quadro del sistema decimale mostrato in principio. I passaggi non sono che dettagli, ponti sempre uguali che collegano un gruppo all’altro. E’ la serie dall’uno al nove che opera e, una volta appreso in meccanismo, non c’è che da ripeterlo. Gli ordini gerarchici che rappresentano il fondamento e la guida della numerazione devono venir studiati prima dell’attività di numerare e in se stessi. Poi il contare diverrà un’operazione semplice, con la quale non ci si può confondere.
Esperimenti scientifici per bambini – effetti della temperatura sui gas. Con questo esperimento vogliamo dimostrare che la temperatura influisce sulla densità, e che questo può influenzare il comportamento dei gas.
Domande: – Cos’è la densità? – Cosa dice il principio di Archimede? – Come la temperatura influenza la densità di un gas? – Come la densità di un gas influenza il suo comportamento?
Materiali: – bombola di elio – due palloncini – frigorifero o congelatore
Esperimenti scientifici per bambini – effetti della temperatura sui gas
Concetti base: – l’elio è meno denso dell’aria. La densità di una sostanza è la sua massa per il suo volume e si misura in chili per metri quadri. Quando diciamo che l’elio è meno denso dell’aria, intendiamo dire che un certo volume di elio pesa meno dello stesso volume di aria. – la forza di Archimede (o forza idrostatica) che spinge un pallone gonfiato con elio verso l’alto può essere influenzata dalla temperatura, perchè la temperatura di un gas ne modifica la densità.
Procedimento: – gonfiamo i due palloncini con l’elio, cercando di farli il più possibile della stessa grandezza e fermiamoli con un nodo
– mettiamo uno dei due palloncini in frigorifero o nel congelatore, e lasciamo l’altro a temperatura ambiente
– dopo 20 minuti prendiamo il pallone dal frigorifero, fotografiamo velocemente i due palloni, e liberiamoli possibilmente all’aperto – osserviamo attentamente: quale dei due palloncini si alza più velocemente? – Perchè c’è una differenza nel comportamento dei due palloncini?
CANTI DI NATALE Venite adoriamo (canto popolare) – con testo, spartito stampabile, e traccia mp3 scaricabile gratuitamente
CANTI DI NATALE Venite adoriamo (canto popolare) Testo
Venite adoriamo Il nato bambino, il figlio divino per noi s’incarnò. Sorgete o pastori che al pari del giorno coi raggi d’intorno la notte spuntò. Venite adoriamo il nato bambino, il figlio divino per noi s’incarnò. O candida notte che i giorni fai lieti già pria dei profeti di te si parlò.
CANTI DI NATALE Venite adoriamo (canto popolare) mp3
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