Il cofanetto delle figure geometriche piane come preparazione alla psicogeometria

Il cofanetto delle figure geometriche piane come preparazione alla psicogeometria. Secondo Maria Montessori ogni materia di insegnamento non dovrebbe procedere da sola, in modo lineare e separatamente dalle altre. Al contrario ognuna dovrebbe essere vista come un piccolo rivolo d’acqua che sgorga da una sorgente, si ingrossa, scompare per qualche tempo nascosto sotto le pietre, poi torna fuori più lontano, si unisce con altri rivoletti, si isola ancora e infine diventa un fiume con sponde proprie.

Questo vale anche per la geometria, che si avvia nella Casa dei Bambini (dai 4 ai 6 anni) quando il bambino si trova nel periodo di sviluppo dei sensi, delle coordinazioni motorie e del linguaggio. In questo periodo non interessano le analisi e le definizioni: il bambino assorbe il mondo esterno attraverso le sensazioni e la continua attività motoria che esercita sugli oggetti circostanti. Tenendo presente questa caratteristica peculiare della mente infantile, intorno ai 4 anni si presenta il primo materiale sistematico di forme geometriche piane, che serve a dare la prima rappresentazione sensoriale di esse: gli incastri geometrici piani.
Il vassoio di presentazione bianco e rosso delle immagini è prodotto da Montessori 3D di Boboto.

Ho già pubblicato sull’argomento:
Tutorial per costruire i vassoi delle figure geometriche 


– Cofanetto delle figure geometriche piane Montessori presentazione ed esercizi:

Per la prima presentazione si utilizzano le forme più regolari e contrastanti tra loro: un triangolo equilatero, un cerchio e un quadrato. Si tratta del vassoio di presentazione.

Dopo aver lavorato col vassoio di presentazione vengono gradualmente aggiunte le altre figure, fino a lavorare con più figure differenti insieme: triangolo, rettangolo, pentagono, rombo, trapezio, cerchio.

Infine si danno i vassoi contenenti sei figure che rappresentano varietà e gradazioni della stessa forma:

  • sei triangoli diversi: triangolo rettangolo isoscele, rettangolo scaleno, equilatero, acutangolo isoscele, ottusangolo isoscele, ottusangolo scaleno
  • il quadrato e cinque rettangoli che hanno un lato costante (10 cm) e l’altro degradante di 1 cm fino al rettangolo che ha il lato minore di 5 cm
  • sei poligoni dal pentagono al decagono, tutti costruiti in modo che siano iscritti in un cerchio che ha 10 cm di diametro
  • sei cerchi di cui il maggiore ha diametro di 10 cm e il minore di 5 e gli altri il diametro successivamente degradante di 1 cm dal primo all’ultimo
  • figure varie a contorni curvi: triangolo equilatero, ellisse, ovale, due fiori costruiti sullo stesso quadrato, uno sul lato e uno sull’angolo

Si tratta di incastri che si possono inserire perfettamente in una cornice quadrata, muniti di una manopola per la presa a tre dita. Ogni incastro può essere collocato esattamente solo nella propria cornice. L’esercizio dunque porta a una comparazione continua tra le forme, e a un controllo materiale su identità e differenze.

Che cosa c’è di identico tra la cornice e l’incastro? La linea di contorno. I due oggetti, incastro e cornice, in se stessi sono molto diversi, e in certo modo opposti: la cornice ha dal lato esterno sempre la stessa forma (un quadrato), invece gli incastri hanno contorni esterni diversissimi (triangolo, rettangolo, cerchio, pentagono, ecc.). Il quadrato delle cornici ha però incavi di contorno diversissimi, corrispondenti a quelli degli incastri: ha un vuoto, una mancanza di materia.

Col materiale degli incastri geometrici piani il bambino si dedica a comparazioni tra le figure geometriche ed al loro studio intuitivo, grazie ad esperienze attive fatte di spostamenti, ricerche e tentativi. L’attività del bambino con questo materiale è un’attività complessa: la mano sposta, l’occhio riconosce, la mente giudica.

Per richiamare l’attenzione del bambino sul contorno, facciamo eseguire un esercizio speciale: il bambino deve toccare tutto il contorno dell’incastro e poi il contorno dell’incavo che sta nella cornice.

I movimenti della mano seguono il contorno e questo movimento eseguito lentamente, attentamente e con precisione, dice Maria Montessori, dà un’idea motrice. Il bambino può riconoscere anche grazie al movimento la forma del contorno, e mettere in rapporto la forma rilevata come identica nell’incastro e nella cornice.

Gli esercizi proseguono a occhi bendati: il bambino mette una serie di incastri nelle cornici, toccandone attentamente i contorni e senza l’aiuto della vista.

Il cofanetto delle figure geometriche piane come preparazione alla psicogeometria

In tutti i vassoi previsti nel cofanetto, le figure sono costruite in modo da avere un riferimento alla medesima dimensione lineare: 10 cm. Il triangolo equilatero ha il lato di 10 cm e il cerchio il diametro di 10 cm. Così il triangolo, non essendo inscritto nel cerchio, non può entrarvi, né a maggior ragione il cerchio nel triangolo. Questa impossibilità pratica di sbagliare è il controllo dell’errore insito nel materiale stesso. Grazie a questo principio il bambino, una volta conosciuto l’uso degli oggetti, può procedere senza insegnante.

L’importanza di avere una cornice di incastro non è solo quella di garantire il controllo dell’errore: la cornice richiama anche l’attenzione sulle particolarità che differenziano le varie forme, quando il bambino cerca per tentativi cerca per tentativi la cornice giusta per la piastrella che ha in mano, o prova a incastrarla in diversi sensi.

Il quadrato, ad esempio, si può spostare nei quattro lati ed entra sempre. Il rettangolo, se non si appoggia in modo che i lati maggiori e minori corrispondano, rimane fuori dalla cornice. Il quadrato, tuttavia, non si può rigirare nella cornice tante volte come un poligono e questo, dal pentagono al decagono, fa passi sempre più piccoli nel suo giro. Il cerchio, infine, può girare tutto intorno senza interruzioni.

Il materiale degli incastri geometrici può insomma insegnare la differenza tra le figure senza intervento da parte dell’insegnante, che interviene solo per presentare gli esercizi e per dare i nomi delle forme geometriche attraverso la lezione in tre tempi che si utilizza per tutti i tipi di nomenclatura.

Col materiale degli incastri geometrici nella mente del bambino, grazie all’apprendimento dei concetti della geometria, si sviluppa il senso geometrico. Gli occhi del bambino sono stimolati a sentire l’aspetto geometrico dell’ambiente che li circonda: il piano del tavolo rettangolare, gli esagoni delle mattonelle del pavimento, i cerchi dei piatti, i quadretti dei fazzoletti, le ellissi delle cornici dei quadri … porte, finestre, decorazioni assumono un significato nuovo.

Questa nuova attitudine della mente, questa osservazione spontanea che si manifesta grazie allo sviluppo di una particolare sensibilità interiore, è qualcosa di molto diverso da ciò che consideriamo “apprendimento logico”.

Aggiungere alcune nozioni di una data disciplina, in questo caso della geometria, durante i periodi sensitivi prepara nella personalità attitudini che predispongono la mente a comprendere, depositano germi permanenti di interesse nell’intelligenza.

Il cofanetto delle figure geometriche piane come preparazione alla psicogeometria

Le figure geometriche rappresentate negli incastri vengono ripetute come semplici disegni su tre serie di cartoncini quadrati, che hanno la stessa dimensione delle cornici. Su di esse le figure riproducono:

  • serie 1: gli incastri colorati nella stessa dimensione e colore
  • serie 2: il contorno con una striscia colorata
  • serie 3: una linea sottile.

La linea di contorno, già tante volte percepita dal movimento della mano, viene dunque isolata e resa visibile.

Il cofanetto delle figure geometriche piane come preparazione alla psicogeometria

Le tre serie di cartoncini possono essere realizzate facilmente utilizzando come modello gli incastri.

Gli esercizi con gli incastri geometrici sono primissime esperienze che mettono in rapporto il bambino piccolo, dai tre o quattro anni di età, con le forme geometriche. Le sue conoscenze sono intuizioni d’insieme, che egli riceve attraverso la sua esperienza attiva.

Esperimenti scientifici per bambini: portiamo un palloncino a elio in automobile

Esperimenti scientifici per bambini: portiamo un palloncino a elio in automobile.

La prima legge della dinamica di Newton, detta anche principio d’inerzia o legge di Galileo afferma che “un corpo mantiene il proprio stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, finché una forza non agisce su di esso”.

Pensiamo a quando viaggiamo in automobile: quando l’auto accelera ci sentiamo spinti all’indietro, mentre una frenata improvvisa ci farebbe volare in avanti, se non avessimo le cinture di sicurezza allacciate.

Questo esperimento dimostra il diverso comportamento che può avere un pendolo o un pallone gonfiato con aria, e un pallone gonfiato ad elio all’interno di un’automobile che accelera e rallenta.
Vedremo che il pendolo o il pallone gonfiato ad aria si comportano in modo del tutto prevedibile, cioè oscillano all’indietro quando si accelera e in avanti quando si rallenta. Il palloncino ad elio, invece, non risponde alla legge di Newton sul moto, ma risponde invece al principio di Archimede, essendo l’elio più leggero dell’aria.

Materiale:
– un pendolo o un palloncino
– corda, forbici, nastro adesivo
– automobile
– palloncini
– bombola di elio

Esperimenti scientifici per bambini: portiamo un palloncino a elio in automobile

Esperimento:
– fissiamo un palloncino gonfiato con aria (o un pendolo) al tettuccio dell’automobile. Osserviamo che quando l’auto è ferma l’oggetto pende verso il basso
– quando l’auto accelera in avanti, l’oggetto oscilla all’indietro:

– quando l’auto rallenta, l’oggetto oscilla in avanti

– ora gonfiamo un palloncino con la bombola di elio:

– fissiamo sul fondo dell’auto il palloncino e osserviamo che va verso l’alto:

– quando l’auto accelera in avanti, il palloncino a elio oscilla in avanti:

– quando l’auto rallenta, il palloncino ad elio oscilla all’indietro:

Come afferma il principio di Newton, tutti i corpi tendono a rimanere fermi se sono fermi o in movimento se sono in movimento, se una forza non agisce su di loro in modo diverso. Quando l’automobile parte, l’aria contenuta nell’auto, che era ferma, tende a restare ferma, finché la forza data dal movimento dell’auto non agisce su di essa. Quando l’auto accelera in avanti, la densità dell’aria aumenta verso la parte posteriore dell’automobile, quindi la pressione nella parte posteriore dell’auto aumenta. Il pallone a elio, quindi, galleggia sull’aria più densa e si sposta in avanti.

Esperimenti scientifici per bambini: portiamo un palloncino a elio in automobile

Quello che succede al palloncino gonfiato con elio è simile a quello che avviene ad una bolla d’aria all’interno di un barattolo pieno d’acqua. Infatti l’elio è più leggero dell’aria, e l’aria è più leggera dell’acqua.
Se teniamo il barattolo in orizzon
tale, la bolla d’aria sale verso l’alto (come il palloncino d’elio), se noi incliniamo il barattolo l’acqua si sposta e spostandosi sposta la bolla d’aria. Questo avviene nel barattolo tenuto in orizzontale in automobile:

Quando si accelera il palloncino va in avanti perchè l’aria contenuta nell’auto si sposta all’indietro. Quando si rallenta il palloncino va indietro perchè l’aria contenuta nell’auto va in avanti.

Allo stesso modo il palloncino va a sinistra se l’auto curva a sinistra, e va a destra se l’auto curva a destra:

Qui il video completo (anche con sottotitoli in italiano): Youtube.

Esperimenti scientifici per bambini – palloncini a elio e legge di Archimede

Esperimenti scientifici per bambini – palloncini a elio e legge di Archimede.

Il principio di Archimede afferma che “ogni corpo immerso parzialmente o completamente in un fluido (liquido o gas) riceve una spinta verticale dal basso verso l’alto, uguale per intensità al peso del volume del fluido spostato”.

L’esclamazione “Eureka!” che usiamo per dire che abbiamo avuto una buona idea, è tradizionalmente attribuita ad Archimede. Si narra infatti che egli abbia proprio gridato “Eureka!” quando, entrando in una vasca da bagno e notando che il livello dell’acqua era salito, capì che il volume di acqua spostata doveva essere uguale al volume della parte del suo corpo immersa. Con questo “Eureka!” che in greco antico significa “Ho trovato!”, Archimede intendeva dire che aveva trovato la soluzione al problema che gli aveva posto il principe di Siracusa Gerone II.

Gerone aveva commissionato a un orefice una corona, e gli aveva consegnato l’oro necessario per realizzarla. Ricevuta la corona finita, però, gli venne il sospetto che l’orefice lo avesse imbrogliato: la corona pesava esattamente quanto l’oro fornito, è vero, ma Gerone pensava che l’artigiano avesse sostituito parte dell’oro con un uguale peso di un metallo meno prezioso. Chiese così ad Archimede se esistesse un metodo per valutare la purezza di un oggetto d’oro.

Basandosi sull’intuizione avuta nella vasca da bagno, Archimede cominciò a ragionare: due materiali diversi, ad esempio un chilo di ferro e un chilo di legno, hanno lo stesso peso ma occupano volumi diversi. Se hanno volumi diversi, questo significa che ricevono spinte diverse se immersi nell’acqua, e queste spinte dipenderanno esclusivamente dal volume del materiale e non dal suo peso. In particolare, siccome l’oro è molto più pesante dei metalli meno nobili, una corona d’oro puro avrà un volume minore di una che contiene anche altri metalli.

Cosa fece dunque Archimede? Appese la corona ad un braccio della bilancia, e all’altro un lingotto d’oro puro con peso pari a quello della corona, e la bilancia risultò ovviamente in equilibrio. La bilancia venne poi immersa in acqua. La corona, che in effetti era in parte composta da metallo più vile (di uguale peso ma maggior volume) aveva un volume maggiore del lingotto d’oro puro,  per questo riceveva una spinta verso l’alto maggiore e la bilancia si spostò dalla parte dell’oro denunciando la frode.

La legge di Archimede non riguarda solo il caso di un corpo immerso in un liquido (oro e acqua), ma anche il caso di un corpo immerso in un gas.

Come sappiamo il metodo scientifico richiede:
– osservazione
– ipotesi
– sperimentazione e raccolta dei dati
– conclusione.

Useremo il metodo scientifico per una serie di casi che riguardano il principio di Archimede applicato ai gas.

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Esperimenti scientifici per bambini – palloncini a elio e legge di Archimede
Primo esperimento

Materiali:
– bombola di elio
– due palloncini della stessa dimensione
– due pezzi di filo

Esperimento:
– gonfiamo un palloncino con elio e uno con aria

– chiudiamo entrambi con un nodo e leghiamo ad ognuno un filo
– lasciamo i palloncini contemporaneamente, tenendo il filo per l’estremità.

Esperimenti scientifici per bambini – palloncini a elio e legge di Archimede
Osservazioni
:
– il palloncino gonfiato con elio si solleva verso l’alto, e deve essere tenuto per il filo se non si vuole vederlo continuare a salire
– il palloncino gonfiato con sola aria rimane a terra.

Esperimenti scientifici per bambini – palloncini a elio e legge di Archimede
Conclusioni
:
– il palloncino gonfiato con aria sposta l’aria circostante senza che si crei nessuna forza di spinta verso l’alto, perchè l’aria interna e la massa del palloncino hanno una forza verso il basso che è maggiore della forza di Archimede;
– il movimento verso l’alto del palloncino gonfiato ad aria continuerà per lungo tempo. Fino a quando? Comincerà a rallentare soltanto al altezze notevoli, quando cioè incontrerà strati d’aria più leggera. Quando lasciamo un palloncino gonfiato con elio libero di volare, lo vediamo salire e salire, finché diventa un piccolo punto colorato e poi sparisce alla nostra vista. Sale così in alto nell’atmosfera da diventare non visibile.
Man mano che il palloncino sale incontra aria sempre meno densa. Anche se non possiamo vedere quello che succede, sulla base della fisica sappiamo che il pallone ad un certo punto comincerà a rallentare la velocità della sua salita e poi smetterà di salire. A questo punto le forze discendenti saranno uguali alle forze ascendenti e il palloncino non salirà né cadrà verso il basso. Se potessimo registrare l’altitudine e la velocità di salita del palloncino gonfiato con elio, potremmo calcolare, tenendo conto del volume del palloncino, la densità dell’aria e la quantità di aria spostata.
Possiamo quindi dire che:
– il palloncino riempito con elio continuerà a salire finché la forza dell’aria spostata dal palloncino verso l’alto è superiore alla massa totale del palloncino
– il palloncino cessa di salire quando raggiunge un’altezza in cui la forza di spinta verso l’alto (cioè lo spostamento d’aria causato dal palloncino) è pari alle forze discendenti del palloncino (massa x gravità = peso).

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Esperimenti scientifici per bambini – palloncini a elio e legge di Archimede
Secondo esperimento

Materiali:
– bombola di elio
– due palloncini della stessa dimensione
– due pezzi di filo
– un phon.

Osservazione:
– se c’è un colpo di vento, l’energia cinetica fa sollevare il palloncino gonfiato con aria, ma quando il vento cessa il palloncino torna a scendere.

Conclusioni:
– il palloncino riempito con aria si solleva perchè la forza del vento preme contro il palloncino e supera la forza del suo peso.

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Esperimenti scientifici per bambini – palloncini a elio e legge di Archimede
Terzo esperimento

Materiali:
– bombola di elio
– due palloncini della stessa dimensione
– due pezzi di filo
– un phon.

Se un palloncino viene riempito con aria calda, salirà verso l’alto.

Il palloncino riempito con aria riscaldata sale perchè l’aria calda ha un volume maggiore dell’aria fredda, quindi il palloncino risulterà essere più leggero dell’aria più fredda circostante. Questo è il principio che fa volare le mongolfiere.

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Esperimenti scientifici per bambini – palloncini a elio e legge di Archimede
Quarto esperimento

Materiali:
– bombola di elio
– un palloncino
– una bacinella colma d’acqua fino all’orlo inserita in una bacinella vuota più grande
– una bilancia.

Con questo esperimento vogliamo misurare il volume del palloncino gonfiato con elio.

Procedimento:
– spingiamo delicatamente il palloncino fino ad immergerlo completamente nell’acqua


– l’acqua che traboccherà si verserà nella seconda bacinella: si tratta dell’acqua che è stata sostituita dal palloncino
– prendiamo l’acqua che si è raccolta nella seconda bacinella e pesiamola


– sapendo che 1 litro d’acqua pesa 1 chilo, possiamo sapere il volume occupato dal palloncino in litri.

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Esperimenti scientifici per bambini – palloncini a elio e legge di Archimede
Quinto esperimento

Con questo esperimento possiamo determinare la potenza di sollevamento di un palloncino gonfiato con elio e dimostrare il principio di Archimede.

Materiali:
– bombola di elio
– un palloncino
– spago e forbici
– carta e penna per registrare i dati
– bilancia
– graffette metalliche

 Esperimento:
– tagliamo un pezzo di spago e pesiamolo: ricordiamo ai bambini che anche lo spago ha un peso e che questo peso lo tira verso il basso a causa della forza di gravità


– pesiamo una graffetta metallica


– leghiamo lo spago al palloncino e lasciamolo andare fino al soffitto

– fissiamo allo spago una graffetta e osserviamo se il pallone comincia a scendere. Registriamo le nostre osservazioni
– continuiamo ad aggiungere una graffetta alla volta finché il palloncino non comincerà a scendere o non avrà toccato terra. Continuiamo a registrare


– cominciamo a tagliare, se occorre, piccoli pezzi di spago finché non avremo trovato il punto di equilibrio, cioè il punto in cui il palloncino non potrà salire né scendere.

Conclusioni:
– un palloncino gonfiato con elio si solleva perchè sposta l’aria
– il peso del palloncino e di tutti gli elementi che abbiamo attaccato ad esso (spago e graffette) esercitano una forza verso il basso, ma questa forza può essere superata dall’elio, che è più leggero dell’aria; in questa condizione il palloncino continua a salire
– il palloncino comincia a scendere quando il suo peso con le aggiunte supera la forza di sollevamento

Esperimenti scientifici per bambini – palloncini a elio e legge di Archimede
Curiosità
:
– ci sono atleti che praticano una particolare attività che consiste nel sollevarsi in aria legati a dei palloni gonfiati con elio, come possiamo vedere qui: http://www.clusterballoon.org/
– mentre la mongolfiera si solleva da terra per riscaldamento dell’aria all’interno del pallone, il dirigibile si solleva proprio come i nostri palloncini perchè contiene gas più leggeri dell’aria, tra i quali proprio l’elio

Per il principio di Archimede, ogni corpo immerso in un fluido riceve una spinta verso l’alto pari al peso del volume di fluido spostato. Il dirigibile, volando immerso nell’aria che avvolge la Terra, ha una spinta ascensionale (P) pari al peso dell’aria che occupa il suo volume (V) meno il peso della sua struttura (Q) e del gas che lo riempie. Siccome l’aria al livello del mare pesa poco più di 1 kg per metro cubo, occorrono grandi volumi di gas leggeri per sollevare anche solo pesi modesti.

Chiamando A il peso specifico del gas interno e B il peso specifico dell’aria, avremo:

P = V (B – A) – Q

Esercizi di grammatica per la CLASSE SECONDA

Esercizi di grammatica per la CLASSE SECONDA in scheda pronti per il download e la stampa in formato pdf. Gli esercizi comprendono la frase, la frase minima, il gruppo del soggetto, il gruppo verbale, espansioni e riduzioni. Il materiale è composto da 20 pagine:

Il materiale pronto si trova qui:

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Esercizi di grammatica per la CLASSE SECONDA

Esercizi di aritmetica per la classe seconda

Esercizi di aritmetica per la classe seconda in schede pronte per il download e la stampa in formato pdf: addizione, sottrazione, moltiplicazione, numerazioni, maggiore e minore, calcolo veloce, ecc. Il materiale è composto da 24 pagine:

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Esercizi di aritmetica per la classe seconda

Classificazione delle preposizioni – Psicogrammatica Montessori

Classificazione delle preposizioni – Psicogrammatica Montessori.

Al momento opportuno (non c’è una regola per questa presentazione, ma è comunque un lavoro parallelo) si presenta ai bambini la tavola delle preposizioni semplici e degli articoli per la formazione delle preposizioni articolate. Questa tavola rappresenta un punto di arrivo al termine di tutto il lavoro svolto sulle preposizioni con le scatole grammaticali e i comandi.

PDF qui:

In realtà le tavole sono due:
– una muta, corredata da cartellini mobili;
– una parlata, che serve come controllo.

Il principio base è sempre quello di rendere autonomo il bambino nel suo lavoro, dopo avergli data una corretta presentazione del materiale che desidera usare.

In aggiunta alla tabella delle preposizioni semplici e articolate possiamo preparare la tabella della classificazione delle preposizioni che comprende:
– preposizioni semplici
– preposizioni articolate
– preposizioni improprie
– locuzioni preposizionali (o preposizioni composte).

PDF qui:

I lavori paralleli sono molto importanti e permettono al bambino di arrivare facilmente e in modo autonomo a stabilire connessioni e relazioni logiche.
Ad esempio lo studio analitico sulle preposizioni precede e conduce alla scoperta dell’analisi logica. Il segno funzionale della preposizione è ricchissimo di significati che si scoprono a poco a poco: possesso, materia, qualità, compagnia, unione, mezzo, misura, specificazione e apre quindi la strada ai complementi che dipendono, come si sa, quasi tutti dal verbo tramite preposizioni (nella nuova grammatica vengono chiamati espansioni).

Gli esercizi sull’ingranaggio delle parti possono ora essere diretti a far conoscere e ad usare forme grammaticali che lo studio delle singole parole prima non permetteva.
Così si scopre ad esempio che le forme verbali o alcuni pronomi possono essere usati come complemento oggetto o di termine; che una proposizione introduce a un complemento oppure che privata del nome cui si accompagna diventa avverbio.

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 Classificazione delle preposizioni

Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori

Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori. Esercizi con la scatola grammaticale e i cartellini per lo studio della preposizione, per bambini della scuola primaria.

Con questa scatola i bambini approfondiscono lo studio della preposizione. La presentazione della scatola grammaticale IV è la stessa di quella fatta per le scatole I, II e III. Anche in questo caso l’esercizio consiste nel comporre delle frasi analizzandole grazie ai cartellini colorati delle parole:
– rossi per i verbi
– marrone chiaro per gli articoli
– neri per i nomi
– marrone scuro per gli aggettivi
– viola per le preposizioni.

La scatola grammaticale IV ha cinque comparti, ognuno contrassegnato dalla relativa parte del discorso che contiene, e un comparto più grande per le frasi.
I cartellini di riempimento classici sono divisi in quattro serie, ciascuna di sei frasi.

Nei cartellini delle frasi si trovano due o tre azioni opposte da eseguire concretamente, ad esempio COLLOCA IL LIBRO SOTTO AL QUADERNO e COLLOCA IL LIBRO SOPRA AL QUADERNO, che vengono ricomposte con i cartellini colorati:

Le preposizioni, avendo creato cambiamenti di relazione tra gli oggetti, assegnano due diversi significati alla frase.  I cartellini permettono di analizzare il valore e il significato delle preposizioni e le caselle della scatola grammaticale con i relativi titoli ribadiscono il nome delle parti del discorso e aiutano il bambino nella ricostruzione delle frasi. Una volta che l’insegnante ha presentato il materiale al bambino, egli potrà esercitarsi da solo.

Questi esercizi sono stati a volte criticati perchè secondo alcuni danno una linea troppo tracciata. In realtà sono solo un’indicazione di partenza: le serie che esplorano le principali possibilità della preposizione sono infatti soltanto quattro. Non hanno nulla di ridondante e non sono mai staccate da un’azione reale. Le quattro serie permettono di esercitarsi con l’analisi grammaticale a livello intuitivo e si riferiscono a:
– relazioni di posizione reciproca nello spazio
– relazioni di appartenenza, di materia, di uso
– relazioni di direzione e di provenienza del moto.

Trovi i cartellini di riempimento pronti per il download e la stampa, e le indicazioni per realizzarli in proprio, se preferisci, qui:

Il tutorial per realizzare le scatole grammaticali è qui:

Qui una presentazione generale delle scatole grammaticali:

Qui infine i simboli grammaticali stampabili:

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Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori
Presentazione 1

Materiali:
– scatola grammaticale IV
– cartellini di riempimento serie A
– simboli  grammaticali.

Introduzione orale (per bambini che non hanno avuto esperienze precedenti)
– invitiamo i bambini a:
“Andare davanti alla finestra”,
“Mettersi sotto il tavolo”,
“Stare in piedi accanto a un amico”,
“stare in piedi dietro alla lavagna”
e simili, per fare in modo che essi abbiano un’esperienza fisica delle parole che mostrano una relazione tra due cose (in questo caso, tra di loro e qualcosa/qualcun altro).

Introduzione col materiale:
– prendiamo il materiale e con l’aiuto dei bambini mettiamo i cartellini scelti nella scatola grammaticale in modo corretto (i bambini lo sanno già fare avendo lavorato con le scatole grammaticali precedenti)
– invitiamo un bambino a leggere la prima frase e comporla con i cartellini delle parole, quindi chiedergli di eseguire l’azione indicata

– ripetere con la seconda frase e le eventuali altre successive, sostituendo le parole necessarie (cioè le preposizioni)

– per ogni parola facciamo domande ai bambini, per portarli a riconoscere ogni parte del discorso e scegliere il simbolo grammaticale corretto per ognuna, ad esempio:
“Quale parola  ti ha indicato il nome dell’oggetto di cui avevi bisogno?”
“Quale parola ti ha indicato se era un oggetto specifico oppure uno fra tanti?”
“Quale parola ti ha detto cosa fare con l’oggetto nominato?”
“Quale parola ti ha spiegato il rapporto che doveva esserci tra gli oggetti?”

– procedere allo stesso modo con tutti gli altri cartellini presenti nella scatola grammaticale
– dopo aver presentato il materiale in questo modo, nei giorni successivi i bambini potranno esercitarsi con gli altri set in modo indipendente.

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Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori
Presentazione 2

Materiali:
– scatola grammaticale IV
– cartellini di riempimento serie A
– tabella dei simboli grammaticali di primo livello
– scatola dei simboli grammaticali.

Presentazione del materiale:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– ricordiamo quello che abbiamo imparato su nomi, articoli, aggettivi, preposizioni e verbi con l’aiuto della tabella dei simboli grammaticali
– mettiamo sul piano di lavoro la scatola grammaticale e la scatola dei cartellini di riempimento scelta
– chiediamo ai bambini di riempire la scatola grammaticale
– inviamo un bambino a scegliere un cartello delle frasi dalla scatola grammaticale e a leggerlo, ad esempio: POSA LA MATITA DAVANTI AL TEMPERINO, POSA LA MATITA DIETRO AL TEMPERINO, POSA  LA MATITA A LATO DEL TEMPERINO
– chiediamo al bambino di riprodurre le frasi con i cartellini delle parole:

– il bambino esegue le azioni descritte. La sostituzione di una preposizione con un’altra modifica la frase

– togliamo i tre cartellini delle preposizioni e invitiamo i bambini a leggere la frase. La frase non ha senso senza preposizioni
– rimettiamo le preposizioni al loro posto
– proviamo a spostare le famiglie dei nomi nella frase, ad esempio: POSA IL TEMPERINO DAVANTI ALLA MATITA, e notiamo che la frase continua ad avere senso
– proviamo a spostare la preposizione, ad esempio DAVANTI IL TEMPERINO ALLA MATITA. Notiamo che la frase continua ad avere un senso, ma non suona molto bene
– rimettiamo la frase nell’ordine originale, che è il migliore
– consultando la tabella dei simboli grammaticali ricordiamo i simboli usati per articolo, aggettivo, nome, verbo e preposizione e chiediamo al bambino di mettere il simbolo grammaticale su ogni parte del discorso

– invitiamo il bambino a rimettere il materiale usato nella scatola grammaticale. Il bambino facendolo nomina la parte del discorso, ad esempio dicendo: “Posa è un verbo”, “Il è un articolo”, “temperino è un nome”, ecc.
– rimettiamo nella scatola i simboli grammaticali
– al termine della presentazione del materiale i bambini possono registrare l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali su ogni parola, a mano libera o con l’aiuto degli stencil
– ora i bambini possono esercitarsi con la scatola grammaticale IV in modo autonomo.

Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori
Scopo:

comprendere la funzione della preposizione.

Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori
Età:

dai 6 agli 8 anni

Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori
Nota:

in aggiunta a questa presentazione, a partire dagli 8 anni, possiamo introdurre i vari tipi di preposizione, cioè:
– le preposizioni semplici
– le preposizioni articolate
– le preposizioni proprie: semplici o articolate, sono usate per esprimere la relazione con un oggetto
– le preposizioni improprie: sono preposizioni che possono essere anche avverbi o pronomi
– le locuzioni proposizionali: sono formate da più di una parola.

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Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori
Presentazione 3

Materiali:
– scatola grammaticale IV
– cartellini di riempimento a scelta
– simboli grammaticali.

Presentazione orale della preposizione:
– invitiamo un piccolo gruppo di bambini a partecipare all’esercizio
– diciamo ad ogni bambino di eseguire un’azione, ad esempio: “Vai davanti alla finestra”, “Siedi sul tavolo”, “Nasconditi sotto al tavolo”, “Vai dietro alla tenda” ecc… per permettere loro di fare l’esperienza fisica relativa a queste parole, le preposizioni, che servono a mostrare la relazione tra le cose (in questo caso tra se stessi e qualcosa o qualcun altro).

Presentazione del materiale:
– mostriamo ai bambini la scatola grammaticale IV e chiediamo loro di inserirvi i cartellini che abbiamo scelto, come hanno fatto con le altre scatole
– chiediamo a un bambino di leggere la prima frase del primo cartellino e ricomporla coi cartellini delle parole
– chiediamo al bambino di eseguire l’azione descritta, ad esempio PRENDI LA SCATOLA CON LE MATITE COLORATE
– ripetiamo con la seconda frase sostituendo CON con SENZA e facciamo eseguire l’azione.
– ripetiamo con la terza frase, sostituendo SENZA con INSIEME ALLE
– chiediamo: “Quali parole ti hanno indicato i nomi degli oggetti di cui avevi bisogno?” Il nome. Mettiamo il simbolo sui nomi
_ “Quali parole ti hanno detto indicato che stava per arrivare un nome? Gli articoli. Mettiamo il simbolo sugli articoli.
– “Quale parola ti ha detto cosa fare con la penna e la matita?” Il verbo. Mettiamo il simbolo sul verbo.
– “Quali parole ti hanno detto in quale rapporto erano la penna e la matita?” Le preposizioni. Mostriamo il simbolo della preposizione, se necessario, e mettiamolo sulle preposizioni
– ripetiamo l’esercizio con gli altri cartellini delle frasi
– arrivati all’ultima frase, ricapitolare sempre le parti del discorso e mettere su ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente
– al termine della presentazione diciamo: “CON è una preposizione, così come SENZA e INSIEME ALLE. Le preposizioni mostrano il rapporto tra la scatola e le matite colorate”
– dopo la presentazione del materiale i bambini potranno esercitarsi con la scatola grammaticale IV in modo autonomo.

Esercizio autonomo:
– il bambino sceglie un cartellino della frase, lo legge ed esegue l’azione come descritta
– compone la prima frase usando i cartellini colorati delle parole
– compone la seconda ed eventualmente la terza frase (cambiando solo la preposizione) ed esegue le azioni come descritte
– aggiunge i simboli grammaticali sulle parole dell’ultima frase.

Scopo:
– fare pratica con l’uso della preposizione
– comprendere il senso logico della preposizione nella frase.

Controllo dell’errore:
– c’è solo una disposizione che ha senso
– il colore dei cartellini.

Varianti: 
– accordi illogici.

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Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori
Presentazione 4

Materiale:
– scatola grammaticale IV
– cartellini di riempimento per la scatola grammaticale IV
– un cilindro e un prisma.

Presentazione:
– invitiamo un bambino al tavolo o al tappeto e portiamo il materiale sul piano di lavoro
– diciamo al bambino che lavoreremo insieme con le preposizioni
– con l’aiuto del bambino mettiamo i cartellini nei comparti della scatola grammaticale, come abbiamo fatto per le altre scatole
– prendiamo la prima striscia delle frasi, mettiamola sul piano di lavoro e chiediamo al bambino di leggere a voce alta
– invitiamo il bambino a ricomporre la prima frase utilizzando i cartellini delle parti del discorso, formando ad esempio la scritta IL PRISMA SOTTO IL CILINDRO e chiediamo al bambino di mettere gli oggetti come indicato dai cartellini
– chiediamo al bambino di mettere il corretto simbolo grammaticale su ogni parola
– ripetere utilizzando la secondo frase
– ricordiamo al bambino che le parole SOTTO E SOPRA sono chiamate preposizioni, parole che mostrano il rapporto tra due parole in una frase
– chiediamo al bambino di scrivere due o tre frasi, ciascuna contenente almeno un preposizione, nel suo quaderno di grammatica, disegnando i simboli grammaticali appropriati su ogni parola
– nei giorni successivi il bambino si eserciterà in modo autonomo con la scatola grammaticale e i cartellini di riempimento, come mostrato nella presentazione.

Scopo:
– fare pratica con l’uso delle preposizioni.

Età:
dai 6 anni.

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Scatola grammaticale IV esercizi – Psicogrammatica Montessori

Comandi per le preposizioni – Psicogrammatica Montessori

Comandi per le preposizioni – Psicogrammatica Montessori. Agli esercizi individuali di analisi, eseguiti con l’aiuto delle scatole grammaticali, seguono (o possono essere svolte parallelamente) le lezioni e i comandi sulle preposizioni.

Questi esercizi vengono proposti dall’insegnante a un gruppo di bambini alla volta. Il tema è espresso da due o tre preposizioni scritte su cartellini di colore viola e da un comando scritto. I comandi sono testi che contengono due o tre proposizioni particolarmente espressive.

Prima di distribuire i comandi, l’insegnante può dare piccole lezioni sulla preposizione per spiegarne il significato, scegliendo se possibile due o tre preposizioni ogni volta. Le lezioni dovrebbero sempre essere attive e pratiche e piene di azione. Il bambino capirà così la relazione che si stabilisce grazie a questa o quella preposizione tra gli oggetti (nomi) e le azioni (verbi) che vengono eseguite.

Date queste spiegazioni, l’insegnante distribuisce i comandi ai bambini che li eseguono.

Quando si propongono i comandi, si notano da parte dei bambini grande partecipazione, movimento, desiderio di interpretare la consegna il meglio possibile. Sembra di assistere a una piccola drammatizzazione. Tutto questo accende l’immaginazione al punto che i bambini stessi cominciano a scambiarsi comandi tra loro e a inventarne.

Il materiale è formato da 15 buste, ognuna delle quali contiene una  o più carte del comando e cartellini viola sui quali sono scritte le preposizioni usate nel comando.
Il bambino legge ed esegue il comando.
Alcuni comandi richiedono la cooperazione tra due o più bambini, mentre altri possono eseguiti in modo indipendente.

Qui il mio modello per confezionare le buste:

Comandi per le preposizioni – Psicogrammatica Montessori
Presentazione

Materiale:
– buste dei comandi per la preposizione

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– prendiamo la prima busta dei comandi ed estraiamo il comando e i cartellini delle preposizioni
– leggiamo il comando ed eseguiamo l’azione, enfatizzando i nostri movimenti, ad esempio “Vai a prendere una scatola piena di perle. Vai a prendere un bicchiere di acqua. Tocca un pezzo di velluto.”
– il bambino prende i cartellini delle preposizioni e ripete ogni azione
– al termine della presentazione i bambini possono registrare l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali su ogni parola, a mano libera o utilizzando gli stencil.
– dopo la presentazione i bambini possono lavorare con i comandi in modo autonomo.

Scopo:
– comprendere la funzione della preposizione.

Età: dai 6-7 anni

Comandi per le preposizioni – Psicogrammatica Montessori

Questo è il materiale originale, proposto da Maria Montessori (prima serie di comandi per la preposizione):
Tema 1: vicino, accosto, lontano.
– Uno di voi venga in mezzo alla sala. Gli altri gli vadano pian piano vicino; aspettino un poco e poi gli vadano accosto; ancora un poco e poi fuggano lontano da lui.
Tema 2: in, dentro, fuori.
– Alzatevi, andate nella sala vicina e tornate subito al posto. Poi alzatevi ancora e andate a chiudervi dentro la sala vicina; aspettate alquanto e poi uscite fuori dalla sala in punta di piedi.
Tema 3: di là da, di qua da, oltre.
– Lasciate il posto e formate circolo di là dalla porta che mette nell’altra sala; dopo un poco rientrate e formate circolo di qua dalla porta.
– Tutti i bambini vadano a disporsi in fila oltre la porta che mette nel salone.
Tema 4: tranne, eccetto.
– Tutti i bambini, tranne due, si alzino e girino tra i tavolini in punta di piedi.
– Tutti i bambini, eccetto due, si alzino e girino intorno ai tavolini in punta di piedi.
Tema 5: di fianco, di fronte, avanti.
– Disponetevi l’uno di fronte all’altro.
– Disponetevi l’uno di fianco all’altro.
– Disponetevi l’uno avanti l’altro, col viso rivolto dalla stessa parte.
Tema 6: dirimpetto, dietro.
– Formate due file nella sala grande, l’una dirimpetto all’altra; e dopo l’una si disponga dietro all’altra.
Tema 7: su, secondo, lungo.
– Uscite dal posto, formate una fila e camminate sul filo segnato in terra; tornate indietro camminando secondo il filo.
– Uscite dal posto, formate una fila, e disponetevi lungo la parete.
Tema 8: fra, in mezzo a.
– Girate fra i tavoli; poi raccoglietevi e continuate a girare in mezzo alla sala.
Tema 9: da, a, fino a.
– Alzatevi, uscite dal posto e appressatevi alla finestra; aspettate un momento e poi tutti insieme tornate dalla finestra al posto.
– Disponetevi in fila e poi chinatevi in avanti fino a toccare il pavimento con la punta delle dita.
Tema 10: attorno, intorno.
– Fate un giro attorno alla sala; poi disponetevi intorno al tavolo più grande.
Tema 11: verso, contro.
– Alzatevi e andate con la seggiola verso la parete più libera; sedete alquanto, poi alzatevi di nuovo e mettete la sedia contro la parete.
Tema 12: attraverso, per.
– Uscite per la porta che dà nel corridoio, e rientrate per quella che dà nel salone.
– Formate quattro gruppi uguali, agli angoli del salone; poi i gruppi degli angoli si scambino i posti passando attraverso la sala.
Tema 13: di.
– Scambiatevi i posti in gran silenzio; Luigi prenda il posto di Carlo, Carlo il posto di Gino e così via. Poi tornate ciascuno al vostro posto senza far rumore.
Tema 14: con, senza.
– Fate un giro sul filo con i bicchieri pieni di acqua colorata: e fate un secondo giro senza i bicchieri pieni di acqua colorata.
Tema 15: per.
– Afferrate un oggetto ad occhi chiusi e toccatelo per riconoscerlo.
– Preparatevi per lavorare.

comandi per la preposizioni

PDF QUI:

Comandi per le preposizioni – Psicogrammatica Montessori

Questa è una seconda serie di comandi rivisitati:
Tema 1: di.
Vai a prendere una scatola piena di perle.
Vai a prendere un bicchiere di acqua.
Tocca un pezzo di velluto.
Tema 2: vicino a, accanto, lontano da
– Cammina e mettiti fermo al centro della stanza. Chiama due bambini e chiedi loro di mettersi  vicino a te. Poi chiedi a uno di loro di mettersi accanto a te a destra, e all’altro accanto a te a sinistra. Infine chiedi ai due bambini di andare lontano da te.
Tema 3in, dentro, fuori
Alzati dalla sedia e vai nella stanza accanto. Resta in quella stanza un attimo e poi torna in questa.
Vai in punta di piedi nella stanza vicina. Resta dentro la stanza per un po’. Infine vai fuori dalla stanza e torna in questa.
Tema 4a destra di, a sinistra di, al di là di
Metti una sedia a destra della libreria. Ora sposta la sedia a sinistra della libreria. Infine vai dove vuoi al di là della porta.
Tema 5tranne, eccetto
Tutti i bambini tranne due camminano in punta di piedi intorno alla stanza.
Tutti i bambini eccetto due tornano a sedere ai loro posti.
Tema 6: cona fianco, di fronte a, davanti a
Chiedi a un amico di venire con te. Camminate e poi fermatevi stando uno di fianco all’altro. Camminate e poi fermatevi stando uno di fronte all’altro. Camminate e poi fermatevi davanti alla finestra.
Tema 7davanti a, dietro di
Chiedi a due bambini di camminare e fermarsi davanti a te. Chiedi agli altri bambini di camminare e fermarsi dietro di te.
Tema 8: su, verso, lungo
Metti una matita sul tavolo.
Metti cinque matite lungo il bordo del tavolo. Ora disperdi le matite verso il  centro del tavolo.
Tema 9tra, in mezzo a
Mettiti in piedi tra due tavoli.
Mettiti in piedi in mezzo ai tuoi compagni di classe.
Tema 10da, a, fino a
Alzati e cammina dal tuo posto alla finestra; attendi un momento poi continua fino al muro.
Tema 11: intorno
Cammina intorno al tavolo per due volte. Poi fai un giro intorno alla sedia una volta prima di sederti.
Tema 12: verso, contro
Prendi la tua sedia e spostala di tre passi verso il muro.
Metti tre sedie in fila contro il muro.
Tema 13: attraverso, per
Lancia una gomma per la stanza. Raccoglila da dove è caduta e cerca di lanciarla attraverso la porta in corridoio.
Tema 14con, senza
Cammina per la stanza con la tua sedia in mano. Cammina per la stanza senza la sedia.
Tema 15: per, in modo da, 
Lava le mani per non sporcare il panno. Poi chiudi gli occhi e senti il panno in modo da poterlo riconoscere.

Comandi per le preposizioni – Psicogrammatica Montessori

La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI

La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI: presentazioni ed esercizi. I miei cartellini disponibili per il download e la stampa, in stampato minuscolo e in corsivo, sono qui:


La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI

Gioco 1

Prerequisiti:
– lezione introduttiva sulla preposizione

Materiale:
– cartellini pronti con preposizioni e oggetti delle preposizioni (composti da nome e aggettivo, e articolo se non sono da abbinare a preposizioni articolate)

Presentazione:
– invitiamo un piccolo gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– formiamo una colonna verticale con i cartellini delle preposizioni
– distribuiamo i cartellini degli oggetti tra tutti i bambini
– leggiamo la prima preposizione, ad esempio SOTTO e chiediamo: “Chi ha un cartellino che può andare bene per preposizione SOTTO?”
– un bambino risponde, ad esempio dicendo IL LETTO GIALLO
– mettiamo il cartellino a fianco della preposizione, leggiamo e aggiungiamo i simboli grammaticali
– continuiamo finché non avremo usato tutti i cartellini
– al termine dell’esercizio i bambini potranno registrare l’attività sui loro quaderni di grammatica, disegnando con le matite colorate  i simboli grammaticali, a mano libera o con l’aiuto degli stencil.

Frasi:
sotto il letto giallo
nel secondo cassetto
sopra la sedia rossa
sul tavolino basso
in un barattolo piccolo
lungo il viale alberato
dietro la casetta rossa
sulla mensola larga
nel portamatite giallo
davanti alla stazione ferroviaria.


La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI

Gioco 2

Materiale:
– strisce di carta bianca
– pennarello nero e verde
– scatola dei simboli grammaticali.

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto e diciamo: “Oggi scopriremo più da vicino come le preposizioni sono messe all’interno delle frasi”
– su una striscia scriviamo la solita frase IL FIORE ROSSO NEL VASO TRASPARENTE (scrivendo in nero tutte le parole tranne NEL che scriveremo in verde)
– con le forbici tagliamo la frase in tre parti, in modo tale da isolare la preposizione
– chiediamo a un bambino di spostare i cartellini cercando tutte le combinazioni possibili tra di essi, e chiediamo se la frase mantiene il suo senso:
NEL VASO TRASPARENTE IL FIORE ROSSO
IL FIORE ROSSO VASO TRASPARENTE NEL
VASO TRASPARENTE NEL IL FIORE ROSSO
NEL IL FIORE ROSSO VASO TRASPARENTE
– chiediamo a un altro bambino di rimettere i cartellini nell’ordine originale e di aggiungere ad ogni parola il simbolo grammaticale appropriato
– continuiamo l’attività nello stesso modo con frasi diverse
– discutiamo coi bambini il fatto che anche quando le parole compaiono in ordine diverso, a volte la frase ha senso, mentre altre volte questo non succede. A volte la frase ha senso, ma il suo significato cambia rispetto alla frase originale
– chiediamo ai bambini di copiare le frasi sui loro quaderni di grammatica, disegnando su ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente con le matite colorate, a mano libera o con l’aiuto degli stencil.

Scopo: comprendere la posizione delle preposizioni nelle frasi.

Età: dai 6 anni.


La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI

Gioco 3

Materiali:
– una palla

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini a partecipare al gioco
– prendiamo la palla e mettiamola sul tavolo
– chiediamo ai bambini: “Dove si trova la palla?”
– i bambini rispondono: “La palla è sul tavolo”
– chiediamo a un bambino di scrivere la frase e mettiamola sul piano di lavoro
– continuiamo così spostando la palla e componendo nuove frasi, ad esempio: la palla è sotto la sedia, la palla è sulla testa di Antonio, la palla è nell’armadio, la palla è fuori dalla porta, la sedia è tra Gaia e Alma, la palla è davanti alla lavagna, ecc.
– quando tutti i bambini del gruppo hanno avuto la possibilità di comporre una frase possiamo chiedere loro di registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica.


La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI

Gioco 4

Materiale:
– cartellini pronti contenenti la famiglia del nome-soggetto (articolo e nome) e la famiglia del nome-oggetto (preposizione, articolo, nome, aggettivo)
– cartellini in bianco
– penna rossa
– simboli grammaticali.

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– formiamo una colonna con i cartellini- soggetto
– mettiamo i cartellino-oggetto in ordine sparso lungo il margine inferiore del piano di lavoro
– chiediamo a un bambino di leggere il primo cartellino- soggetto e di scegliere un oggetto da abbinare
– leggiamo i due cartellini insieme e chiediamo al bambino di dirci un verbo che può completare la frase
– scriviamo il verbo in rosso su un cartellino bianco e mettiamolo tra i due cartellini, ad esempio formando la frase: IL BAMBINO E’ NASCOSTO SOTTO IL TAVOLO MARRONE
– chiediamo: “Cosa abbiamo costruito?”. Una frase
– mettiamo insieme ai bambini i simboli grammaticali appropriati su ogni parola
– continuiamo con gli altri cartellini

Prerequisiti:
– lezioni di introduzione alla preposizione
– lezioni introduttive alla composizione di frasi con preposizioni.

Scopo:
– esercitarsi con le frasi e le preposizioni
– ricordare che per creare una frase è necessario un verbo
– fare pratica di scrittura, lettura e composizione.

Controllo dell’errore:
– il materiale è preparato in modo che ci sia solo una disposizione che ha senso.

Varianti:
– creare disposizioni illogiche.

Estensioni:
– lavorare con lettere maiuscole e punto fermo.

Frasi:
molti giocatori di tennis – si sfidano – sul campo da gioco
mio padre – giuda – lungo l’autostrada
il giardiniere – lavora – nella serra
la piccola pallina colorata – rotola – sul pavimento
l’insegnante – gioca – con i bambini piccoli
il pagliaccio – recita – per divertire gli invitati
il passeggero – viaggia – in seconda classe
l’acqua – scorre –  attraverso le tubature
molta pioggia fredda – cade – dal cielo grigio
un uomo anziano – cammina – col bastone
gli uccelli migratori – si radunano –  tra le querce maestose
l’aeroplano – vola – tra le nuvole
quattro abili fantini – trottano – sui loro cavalli
i soldati – marciano – verso la vecchia caserma
quaranta noccioline tostate – si trovano – nel barattolo
il mio migliore amico – legge – con i suoi fratelli.


La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI

Gioco 5

Materiali:
– cestino con una serie di oggetti preparati
– cartellini di frasi preparate con preposizioni

Esercizio:
– i bambini leggono i cartellini e abbinano i cartellini agli oggetti secondo le indicazioni date nelle frasi.

La posizione della preposizione nella frase PSICOGRAMMATICA MONTESSORI

L’inventario di classe per la preposizione – Psicogrammatica Montessori

L’inventario di classe per la preposizione – Psicogrammatica Montessori

L’inventario di classe per la preposizione
Materiali:

– cartellini in bianco
– pennarello nero e verde
– scatola dei simboli grammaticali.

L’inventario di classe per la preposizione
Presentazione
:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già bene gli articoli, i nomi, gli aggettivi e i verbi. Oggi conosceremo meglio le preposizioni con un nuovo gioco”
– diciamo: “Per questo gioco con le preposizioni ora cercheremo due oggetti che abbiamo in classe e che possiamo mettere in relazione tra loro”
– scriviamo su una cartellino, ad esempio, LA PIANTA VERDE SULLO SCAFFALE BASSO
– mettiamo il cartellino sul piano di lavoro e chiediamo ai bambini di leggerlo e di andare a indicare l’oggetto descritto
– chiediamo ai bambini di mettere i simboli grammaticali su ogni parola del cartellino

– invitiamo i bambini a continuare l’esercizio scrivendo i propri cartellini e procedendo come abbiamo mostrato
– al termine del gioco i bambini possono registrare le frasi sui loro quaderni di grammatica, disegnando i simboli grammaticali su ogni parola con le matite colorate
– i bambini possono svolgere questa attività in gruppo quando lo desiderano, senza la partecipazione dell’insegnante.

L’inventario di classe per la preposizione
Scopo:

– comprendere la funzione della preposizione.

L’inventario di classe per la preposizione – Età:
– dai 6 anni.

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L’inventario di classe per la preposizione

Canto: Me compare Giacometo

Canto: Me compare Giacometo. Con testo, spartito stampabile in formato pdf e traccia audio. Per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Canto: Me compare Giacometo – Testo

Me compare Giacometo
el gaveva un bel galletto;
quando el canta el verze el beco
el fa proprio innamorar.
Quando el canta el canta el canta
el verze el beco, el beco, el beco
el fa proprio, proprio, proprio innamorar.

Un bel giorno la parona
per far festa a gl’invitati
la ghe tira el colo al galo:
la lo mette a cusinar.
La ghe tira tira tira
el col al galo, galo, galo:
la lo mette, mette, mette a cusinar.

Le galline tutte matte
per la perdita del gallo
le ga rotto anche el ponaro
da la rabbia che le ga.
Le ga rotto, rotto, rotto
anche el ponaro naro naro
da la rabbia rabbia rabbia che la ga.

Traccia audio: Me compare Giacometo

https://www.lapappadolce.net/wp-content/uploads/2016/09/Me-compare-Giacometo.mp3

IL CANE e il LUPO dettati ortografici e letture

IL CANE e il LUPO dettati ortografici e letture per bambini della scuola primaria.

I canidi

L’aspetto diverso dei vari cani ci dice che essi derivano non da un solo ceppo, ma che hanno diverse origini. Fra i lontanissimi progenitori abbiamo lo sciacallo, il lupo e la volpe, che appartengono anch’essi ai canidi.
Il cane, risultato di vari incroci, è stato addomesticato dall’uomo di cui è diventato il più fedele compagno; i capostipiti invece, l’uomo non desidera averli nemmeno come vicini di casa. Infatti il lupo, se può, sbrana le pecore e la volpe va matta per i galletti teneri.
Cane, lupo, volpe hanno dentatura fortissima e sono carnivori. A forza di stare con l’uomo, il cane si è abituato a mangiare di tutto, dalla verdura alla polenta, ma se tornasse ad essere libero e potesse riprendere la sua selvatichezza, dimenticherebbe ben presto queste abitudini. Ce lo dice la sua dentatura fortissima, atta ad afferrare la preda e a mangiare carne.

Cani generosi

Uno dei cani più belli e più gagliardi è il cane di Terranova che, abilissimo nuotatore, ha tratto fuori dall’acqua parecchie persone salvando loro la vita. Ma il primato spetta al cane San Bernardo. Parecchi uomini che, sulle Alpi, erano stati sepolti sotto la neve, o che erano caduti in un crepaccio insidioso, o che si erano smarriti fra la nebbia  o che erano stramazzati, esausti di fame o di stanchezza, sono stati salvati da un cane San Bernardo.
(Reichelt)

Il cane

Dove non troviamo questo caro e fedele amico dell’uomo? Di istinto acuto, può fare di tutto. Difende la casa dai ladri e il padrone dagli assalti dei malintenzionati. E’ bravissimo a caccia: sa stanare le bestie e rincorrerle, senza tuttavia impadronirsi di quelle buone carni. Ci sono i benefattori dell’umanità: i cani San Bernardo che con il loro fiuto finissimo riuscivano a ritrovare i viandanti sepolti sotto la neve, cosa che accadeva spesso, quando non c’erano ancora strade per valicare le montagne.

Il cane, amico dell’uomo

Quale amico più fedele e servizievole del cane? Convenientemente addestrato, fa da guida al cieco che, per suo merito, può evitare i pericoli della strada; se è un cane da compagnia, diventa amico dell’uomo a cui vorrebbe star sempre vicino. Vi sono cani da caccia che collaborano col padrone nella cattura della selvaggina, cani da guardia che custodiscono fedelmente la roba del padrone e la difendono dai malintenzionati.

Il cane

Chiamato l’amico dell’uomo, il cane è un animale intelligente, fedele e coraggioso. Fa la guardia alla casa e al bestiame, ordina il gregge, guida i ciechi, insegue i ladri, difende le persone, scova la selvaggina.
Ha i denti robusti, l’odorato e l’udito molto sviluppati. Il corpo del cane è coperto di pelo o mantello che varia come colore e come lunghezza. Il cane ha quattro zampe con le dita munite di unghie fatte ad artiglio. Secondo le razze, i cani sono barboncini, cani lupo, pastori, levrieri, pechinesi, San Bernardo, bracchi, bassotti, …
Il cane abbaia, ringhia, guaisce e latra.
Alla famiglia del cane, cioè dei canidi, appartengono la volpe, astuta cacciatrice di polli, che vive allo stato selvatico, il lupo e lo sciacallo.

Gli antenati del cane

Non si sa esattamente da quale animale derivi il cane domestico. Forse dal lupo, dallo sciacallo, dalla volpe. Il lupo, famelico crudele e prepotente non conosce che la preda; lo sciacallo è un animale falso e vile che si nutre preferibilmente di animali già morti. La volpe è astuta, ladra, paziente e risoluta nella caccia. Ma il cane ha perduto questi difetti ed ha acquistato quelle virtù che lo fanno amico dell’uomo.

Il lupo
Il lupo comune ha una pelliccia dal colore di fondo grigiastro. D’estate il pelame ha delle pezzature fulve ed è più chiaro di quello invernale. Il lupo ricorda un po’ i cani da pastore, ma lo si riconosce per la sua coda pendente verso il basso e gli occhi obliqui. Si nutre di mammiferi e di uccelli, di carogne e di frutti succosi. D’inverno, quando è affamato assale cervi, cavalli e altri animali domestici, ma raramente attacca l’uomo.
I lupi si tengono soprattutto nei boschi;  d’inverno si riuniscono in branchi ed errano per le pianure.
E’ un animale tipico dell’emisfero boreale.
Ne esistono varie razze, tra le quali il lupo bianco o lupo polare della Groenlandia e della Siberia settentrionale, e il lupo nero della Florida.
Il coyote è meno grande del lupo e vive nel Nord America. Si nutre soprattutto di carogne, ma divora anche lepri, conigli, pecore, capre e uccelli.
(H. Hvass; da “Mammiferi nel mondo”; ed. Colderini)

Vero o falso?

Il cane è quadrupede.
Il cane è carnivoro.
Il cane non è fedele.
Il cane è domestico.
Il cane è bipede.
Le razze dei cani sono poche.
Il cane quando è arrabbiato scodinzola.
Il cane abbaia quando vede gente che non conosce.

Il cane fedele

Un ladro, penetrato di notte nell’atrio di una casa, procedeva quatto quatto, quando, d’improvviso, si trovò davanti a un cane che faceva da portinaio. Il malandrino tremò, ma non si perdette di coraggio.
Tratto di tasca un bel pezzo di pane bianco, lo perse senza fiatare al guardiano, nella speranza che quello stesse zitto anche lui.
“Eh no” disse il cane, “tu, col tuo dono, vuoi impedirmi di dare l’allarme. Ma la sbagli di grosso! Io non mi lascio corrompere, perchè non voglio permettere che tu approfitti del mio silenzio”.
” si mise ad abbaiare.

Il cane

La prima amicizia fra l’uomo e il cane, si rinsaldò certamente, per ragioni di utilità. L’uomo dell’antichità aveva bisogno di un amico che lo difendesse, che lo aiutasse nella caccia, che lo amasse. Il cane fece tutto questo. Difese la sua roba, gli fu perfino compagno nella cattura degli animali, ma soprattutto lo amò.

Pitò e Pitù

Quando il gattino entrò in casa, Pitò, il bassotto, già vi regnava da padrone. Il gattino naturalmente si chiamò Pitù.
Ma Pitò, sempre cucciolo, non vide di buon occhio il nuovo arrivato. Fino a quel momento, tutte le carezze e tutti i bocconcini buoni erano stati suoi; e ora doveva fare a metà.
Guardò male il nuovo venuto, gli mostrò i denti e ringhiò.
Pitù gli rispose con un soffio terribile e uno schiaffetto meno terribile.
Le cose in seguito non migliorarono. Poi accadde che in autunno il bassotto si ammalò di certi doloracci alle zampe: non poteva più muoversi, e si annoiava da morire.
Pitù cominciò a girargli intorno; Pitò lasciò fare.
Pitù scherzò con la coda; la coda parve soddisfatta.
Un bel giorno il gattino gli gettò le zampine intorno al collo; il bassotto gli lavò il muso con una linguata.
Poi si addormentarono vicini
(B. Gerin)

L’orso e il cane

C’era una volta un contadino che aveva un buon cane da guardia; ma, col passare degli anni, il cane si fece vecchio e, la notte, invece di fare la guardia dormiva sempre.
Il contadino, che era molto povero, stufo di mantenere la bestia inutile, scacciò il povero vecchio cane.
Questo se  ne andò nel bosco e si stese sotto un albero. Passò un orso: “Cosa fai qui?” gli chiese.
“Sono venuto qui a morire.” rispose il cane malinconicamente, “Il mio padrone mi ha scacciato”.
“Vuoi che ti aiuti?” propose l’orso.
“Facciamo così: io vado alla casa del tuo padrone, gli ruberò il bambino e lo porterò qui nel bosco. Tu allora glielo riporterai e il tuo padrone, riconoscente, ti riprenderà in casa.
E così avvenne.
Immaginatevi lo spavento  e il dolore dei genitori quando si accorsero che il loro bambino era stato rubato!
Ma ecco, ad un tratto, il cane sbucò dal folto degli alberi reggendo delicatamente il bambino fra i denti, per le fasce.
I padroni gli si fecero incontro, ripresero il bambino che strillava a perdifiato, e colmarono il vecchio cane di baci e carezze.
“Resterai sempre con noi” gli disse la padrona; e il cane ricominciò la vita di prima.
Ogni tanto però andava nel bosco a fare visita al suo amico orso, che gli aveva salvato la vita.

Cani 
Liebe sta nell’altana, accovacciato. Ode me e mi corre incontro. Mi salta gioiosamente al collo.  Con occhi supplici mi interroga: “Padrone, mi vuoi bene?”.  E. dopo che ha ricevuto la carezza eccolo a dimostrare la sua gioia correndo intorno all’ampia altana. Quindi si ricorda di avere appetito e pone il muso nella scodella: a mangiare, perché è contento della carezza che ha ricevuto.
(L. Bartolini)

Cani
E’ Lilla la cagna scozzese: muso aguzzo, grandi occhi buoni, pelame fulvo di leonessa. Non si difende, perché ama tutti: l’inquietano soltanto le grida dei monelli contro i quali latra instancabilmente.
(C. Tumati)

Cani
Aveva un bel mantello rasato e lucido, a fondo bianco spruzzato di nero, con una larga chiazza nera sul dorso e due simmetriche dalle tempie a mezza fronte.  Di più,  le due caratteristiche fiamme fulve ai sopraccigli, che gli conferivano quel cipiglio aggressivo, che distingue anche fra gli uomini gli intuitivi dai semplicemente intelligenti. Bastava infatti che tu lo guardassi, che lui puntando su te quegli occhi di fiamma, capiva il tuo pensiero.
(G. Zorzi)

Cani
Che squallido, sinistro personaggio, l’accalappiacani. Tragico e meschino. Un misero boia in pantofole, privo della terribilità che ingrandisce il vero carnefice. E che raccapricciante spettacolo, la crudeltà scema degli sfaccendati che per la strada fanno cerchio e ridono sulla sofferenza di una bestiola mezzo soffocata dal laccio!
(B. Corra)

Trovi altri dettati ortografici qui: DETTATI.

IL CANE dettati ortografici e letture – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere.

CAVALLO, ASINO, MULO: dettati ortografici, poesie e letture

CAVALLO, ASINO, MULO: dettati ortografici, poesie e letture per bambini della scuola primaria.

Il cavallo

Il cavallo è il più nobile animale della fattoria: è slanciato, ha la testa allungata, gli occhi grandi e le orecchie a punta di cartoccio. Scuote la folta criniera, dondola la coda lucida; ma zampe sottili e robuste, terminanti in un piede con un solo dito, protetto dallo zoccolo.
Talvolta, mentre gli si mettono i finimenti, il cavallo sbuffa, nitrisce, scalpita e allarga le froge.
Tra i denti canini e i molari c’è uno spazio vuoto che porta il nome di barra, utile per appoggiarvi il morso: è questo l’arnese di cui si è servito l’uomo per domarlo.
Il mantello o pellame che ricopre il cavallo è molto vario. Il cavallo si dice baio quando ha il mantello rosso – castano, la criniera e la coda nere; sauro quando è più scuro o più chiaro del baio, ma con la criniera e la coda dello stesso colore del mantello; morello, storno quando è grigio macchiettato di bianco; roano quando ha il mantello bianco e grigio.
La durata della vita di un cavallo non supera i trent’anni.
Il cavallo veniva impiegato nei lavori agricoli e come mezzo di trasporto.
Alla famiglia degli equini appartengono anche l’asino e il mulo.

Il cavallino
L’altro giorno, alle pendici di Monte Mario, trovai un cavallino. Un cavallino nato da un mese, un mese appena; accosto alla cavalla, che era con una lunga criniera chiara; una madre bellissima e, dietro, andava a passi lenti il cavallo padre. Anzi, prima era il pastore che, con una lunga canna di comando sulle spalle, apriva il dolce e innocente corteo, poi era il cavallo padre e la cavalla madre, i quali andavano quasi di pari passo affiancati, poi era il cavallino. Padre e madre andavano fiutando l’erba, pregustando il vicino pascolo. Ma, il cavallino, non faceva altro che saltare. I cavallini hanno la testa a triangolo, piccina; la mascella vi disegna un archetto ben profondo; hanno la coda corta, ciuffosa,  ad anelli neri come le treccine delle ragazze di pochi anni. Hanno la sella vergine, snella, benissimo marcata ai lombi e già esuberante per quanto sia poco tempo che sono nati. Hanno le zampe lunghe, nocchiute; ma lo zoccolo l’hanno piccino, e non stanno mai fermi..
(L. Bartolini)

L’asino

L’asino somiglia al cavallo, ma ha il corpo più piccolo (supera di poco l’altezza di un metro); la sua testa è grossa e pesante; le orecchie sono lunghe, la criniera è ruvida con peli dritti; la coda è liscia, rivestita di peli solo all’estremità. Il mantello dell’asino può essere di colore grigio, bianco pezzato o scuro. La sua voce è sgraziata e rumorosa: si dice raglio e si distingue nettamente dal nitrito.
L’asino si nutre di fieno e di erba fresca. E’ un animale paziente e laborioso. Veniva utilizzato per il traino, per la soma e per la sella.

Il mulo

E’ figlio dell’asino e della cavalla. Si distingue dal cavallo per la forma del capo, per le orecchie più lunghe, per la coda simile a quella dell’asino. Il colore del mantello è come quello del cavallo.
Il mulo raglia come l’asino.
Il mulo è robusto come il cavallo, paziente e laborioso come l’asino; tira spesso e facilmente calci terribili. Nei percorsi di montagna è superiore all’asino e anche al cavallo per la sicurezza con la quale cammina nei luoghi più pericolosi.

Il cavallo nella storia

Il cavallo fu più di una volta l’elemento determinante di eventi storici molto importanti. I cavalli fiancheggiarono le legioni romane in battaglia, i destrieri medioevali furono i fedeli compagni dei cavalieri nelle loro imprese straordinarie, i veloci corsieri trasportarono le popolazioni asiatiche ai confini dell’Europa. La conquista delle Americhe fu agevolata dalle poche centinaia di cavalli che gli esploratori e i conquistatori vi importarono dall’Europa.

Il cavallo

Il cavallo fu chiamato il figlio del vento perchè fino alla scoperta del motore, questo nobile animale fu il mezzo di trasporto più veloce che si conoscesse. Il cavallo fu domato dall’uomo fin dall’epoca più antica. In principio gli uomini gli davano la caccia per nutrirsi della sua carne, poi quando videro che poteva essere utilizzato per la velocità della sua andatura, lo addomesticarono e i cavalli divennero tra i servitori più preziosi dell’uomo.

Il figlio del vento

Io sono il cavallo. E sono bello. Sono agile. E veloce. E generoso. E forte. E coraggioso. E non sono, ovviamente, modesto. La modestia la lascio al mio parente, l’asino. Fu lui ad essere domato per primo e ciò dipese, quasi certamente, dalla sua mancanza di fiducia nei meriti della specie a cui apparteneva.
Ma l’asino non ama l’uomo, lo subisce. China la testa, presto volenteroso la sua schiena al carico e si sottomette docilmente alle stanghe. E l’uomo, che non ama gli umili, che non ha alcun rispetto per i sottomessi, non solo si serve di lui, ma lo beffeggia. Lo burla per le sue lunghe orecchie e chiama asini i suoi simili che non brillano per sapere.

Soltanto dopo aver domato l’asino, l’uomo volse la sua attenzione al cavallo. Il cavallo era un animale fiero, veloce, orgoglioso e l’uomo disse: “Lo domerò!”. Fu, per lui, un puntiglio d’onore. Domare un cavallo significava sentirsi più uomo, re del creato, quello per cui il creato era stato fatto.
Branchi di cavalli galoppavano per le steppe, nelle pianure, nei deserti, criniere al vento, occhi lucenti, garretti veloci, froge frementi. L’uomo  li vedeva passare nei lontani orizzonti quando procedeva, lento, sulle piste, guidando carovane di asini carichi di masserizie. Andava per le sue migrazioni, attirato dall’ignoto, verso le terre sconosciute, campi più pingui, fiumi più profondi  e foreste più folte. Ma il passo dell’asino era troppo lento per il suo desiderio e fu così che l’uomo, un giorno, cede un cappio con una lunga liana e catturò un cavallo.

Inutili i nitriti di dolore, di ribellione, di furore dell’animale prigioniero. Egli era l’uomo, il re, il dominatore, il despota. Il cavallo dovette cedere, anche se si ribellò, lo scavalcò, lo calpestò con i suoi duri zoccoli. Alla fine, schiumante di rabbia impotente, dovette quietarsi. L’uomo conobbe l’ebbrezza della velocità. Chiamò il suo destriero figlio del vento. Lo carezzò, lo strigliò, lo nutrì e gli mise il morso.
Il cavallo finì per non ribellarsi più a quel peso estraneo che sentiva sulla groppa. Imparò a conoscere lo strattone delle briglie e piegò la sua natura fiera alla volontà dell’uomo.
Divenne il suo fido compagno non soltanto nella corsa, ma anche nel combattimento. L’uomo ormai era progredito e faceva la guerra. Come fare la guerra, a quei tempi, senza il cavallo? Noi cavalli abbiamo sempre amato la battaglia. Il grido dei combattimenti ci esalta, lo strepitio delle armi ci inebria.
Incuranti del pericolo, portammo i cavalieri nella mischia e li facemmo diventare coraggiosi anche se non lo erano. Fummo bardati di ferro e di cuoio, portammo elmo e corazza come il cavaliere che ci montava. Giocammo con lui nei tornei e nelle giostre e lo seguimmo nella caccia. Un’epoca gentile e generosa prese il nome da noi: la cavalleria. Per l’uomo fummo un elemento indispensabile delle sue gesta gloriose. Dice un proverbio arabo: “Allah creò il cavallo e disse: ti ho fatto senza pari. Volerai senza lai e combatterai senza spada”.
(Mimì Menicucci)

Il cavallo

Il più importante fra gli equini è il cavallo. Ha la testa piccola, eretta, allungata; orecchie aguzze mobilissime, occhi vivaci. Il cavallo è uno degli animali che hanno prestato maggiori servizi all’uomo, ma ai nostri giorni sta perdendo di importanza, di fronte ai prodigi della meccanica che ne ha ristretto l’impiego.

L’asino

Perchè tanto disprezzo per questo animale così buono, così utile? L’asino è per natura molto paziente, tranquillo quanto il cavallo è fiero, ardente, impetuoso; sopporta con costanza e, forse, con coraggio, la fatica; è sobrio sia nella quantità che nella qualità del cibo, si accontenta delle erbe più dure e disgustose che il cavallo e gli altri erbivori lasciano e sdegnano; è invece delicatissimo per l’acqua: non vuole bere che quella più limpida.
(Buffon)

Il ciuchino del mugnaio
“Arri là!”. Passa il ciuchino
del  mugnaio con la sacca,
avviandosi al mulino
pel viottolo, alla stracca.
“Arri là!”. La testa bassa,
annusando per la strada,
par che cerchi mentre passa,
il mastello con la biada.
“Arri là!”.  Ma per carezza,
soffermandosi, ha buscata
una stretta di cavezza
e un’amabile legnata.
“Arri là!”.  Come protesta
all’offesa dignità,
il ciuchino alza la testa:
“Ah!… ih ah! ih oh! ih ah!
(Dante Dini)

Il muletto
Lontano lontano lontano
si sente suonare un campano.
E’ un muletto per un sentiero
che si arrampica su su su!
Che tra i faggi piccolo e nero,
si vede e non si vede più!
Ma il suo campanaccio si sente
suonare continuamente.
(G. Pascoli)

L’asino e la speranza
Cieco, zoppo, brutto, vecchio
tira avanti un asinello.
Ma un allegro campanello
che gli suona nell’orecchio
lo rincuora e lo consola
raccontandogli una storia:
– C’era un tempo un contadino
che trattava l’asinello
con i calci e col randello,
e dicendogli: “In cammino!”
gli metteva sempre troppa
legna od altra cosa in groppa.
Ma Giuseppe falegname
l’asinello si comprò
e gli diede fieno e strame,
tutto a nuovo lo ferrò,
riservandogli l’onore
di portar nostro Signore.
Lo curò da ogni male,
lo strigliò da capo a piè
e gli mise al pettorale
un campano come me,
che a sentirlo mentre andava
tutto il mondo si voltava.
Soffri, dunque, rassegnato.
Verrà il giorno anche per te
che Giuseppe dal mercato
ti vorrà portar con sé.
Non importa se sei brutto
avrai fieno e strame asciutto.-
L’asinello zoppicando
gode il suon che l’accarezza.
Per sentirlo a quando a quando
scuote allegro la cavezza,
e, nutrito di speranza,
meno vecchio e stanco avanza.
(Renzo Pezzani)

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Incastro della rana Montessori

Incastro della rana Montessori con presentazioni ed esercizi per bambini della scuola d’infanzia.

E’ possibile realizzare l’incastro in proprio con feltro, cartoncino o gomma eva. Questo è il mio tutorial con cartamodelli pronti:

Il materiale degli incastri degli animali è composto da 5 incastri principali:
– un pesce
– una tartaruga (per la classe dei rettili)
– una rana (per la classe degli anfibi)
– un cavallo (per la classe dei mammiferi)
– un uccello.
Si tratta quindi degli animali tipici di una determinata classe di vertebrati.

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Incastro della rana Montessori
Presentazione 1
(presentazione del materiale)

Scopo:
– introdurre i nomi delle parti del corpo caratteristiche degli animali (uno per ogni classe di vertebrati)
– dare informazioni particolari sulle diverse parti del corpo degli animali
– consentire al bambino di confrontare la morfologia degli animali con quella degli esseri umani

Presentazione
– invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio
– andiamo allo scaffale della zoologia e, se lo abbiamo a disposizione,  indichiamo il cofanetto per gli incastri degli animali:

MATERIALIMONTESSORI.IT

– diciamo: “Questo è il cofanetto degli incastri degli animali, e questi sono gli incastri degli animali”
– mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro della rana e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto
– arrivati al posto diciamo: “Questo è l’incastro della rana. Su questo incastro noi possiamo vedere le parti del corpo della rana”
–  attiriamo l’attenzione del bambino sugli incastri, e diciamo che si tratta di un materiale molto utile a tutti e che lo maneggeremo  con delicatezza e cura
– mostriamo al bambino come prendere i pezzi in modo corretto utilizzando i pomoli, per rimuoverli dalla tavola


– prendiamo il primo incastro e posiamolo sul tappeto


– chiediamo al bambino di rimuovere i rimanenti incastri e metterli sul tappeto


– dopo aver rimosso tutti i pezzi, prendiamone uno per i pomoli e mostriamo al bambino come riposizionarlo correttamente nell’incastro
– invitiamo il bambino a proseguire l’attività con gli altri incastri
– quando il lavoro è concluso, riponiamo l’incastro della rana nel cofanetto degli incastri degli animali, se lo abbiamo a disposizione, oppure sullo scaffale della zoologia
– incoraggiamo il bambino a prendere dal cofanetto gli incastri degli animali e lavorare con essi ogni volta che lo desidera.

Età: a partire dai 4 anni.

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Incastro della rana Montessori
Presentazione 2
(nominare le parti del corpo della rana)

Materiale
– incastro della rana
– cartellini della parte della rana pronti (oppure cartellini in bianco e penna nera).

Nomenclatura usata: testa, tronco, zampe anteriori, zampe posteriori. In seguito si aggiungono: occhi, narici, orecchie, bocca, collo, dita.

Presentazione:
– invitiamo un bambino che ha già lavorato cofanetto degli animali e chiediamogli di aiutarci a stendere il tappeto e a portare l’incastro della rana sul piano di lavoro
– togliamo i primi tre incastri nominandoli, cioè dicendo ad esempio: “testa, tronco, zampe posteriori”


– ripetere i nomi: “testa, tronco, zampe posteriori”
– chiediamo ai bambini di rimetterli al loro posto, nominandoli, cioè dicendo: “Per favore, rimetteresti a posto il tronco?”
– quando tutti gli incastri sono di nuovo al loro posto, chiediamo a un bambino di prendere gli stessi tre pezzi, uno per uno, nominandoli, ad esempio dicendo: “Per favore, toglieresti l’incastro della testa?”
– fatto questo chiediamo: “Quale parte del corpo della rana vorresti rimettere al suo posto?”. Il bambino risponderà col nome di una parte e rimetterà l’incastro corrispondente al suo posto
– ripetiamo questa lezione in tre tempi con le altre parti del corpo della rana, finché il bambino conoscerà i nomi di tutti e sei gli incastri
– se lo riteniamo efficace, mentre introduciamo i nomi delle parti del corpo possiamo darne una breve descrizione, ad esempio dicendo: ” Queste sono le zampe posteriori. Le zampe posteriori sono molto più grandi e più forti di quelle anteriori. Servono alla rana per fare grandi salti, e in questo modo le rane possono spostarsi per lunghe distanze.”
– oppure: “Questa è la testa della rana. Ha due grandi occhi, un naso e una bocca. All’interno della bocca la rana ha una grande lingua appiccicosa. Per nutrirsi la rana lancia la sua lingua fuori dalla bocca e cattura gli insetti.”
– oppure: “Questo è il tronco o corpo della rana. Nel tronco ci sono organi importanti come come lo stomaco,  il cuore, il fegato.”
– se il bambino mostra vivo interesse per questo genere di presentazioni, continuiamo nei giorni seguenti, finché non avrà acquisito familiarità con i nomi delle parti del corpo della rana
– per l’esercizio della lettura e della scrittura togliamo un incastro alla volta dalla tavola e componiamo la parola corrispondente con l’alfabeto mobile


– se il bambino è in grado di leggere, scriviamo sui cartellini in bianco i nomi delle parti del corpo ed abbiniamoli agli incastri, oppure introduciamo i cartellini pronti e i fogli di controllo

Età: a partire dai 4 anni

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Incastro della rana Montessori
Attività che possiamo proporre con l’incastro della rana

Le attività legate all’utilizzo dell’incastro della rana possono essere di discriminazione visiva, di discriminazione tattile,  di nomenclatura, di preparazione alla scrittura, di lettura; possono coprire varie fasce d’età:
– discriminazione visiva: lavorare con gli incastri; assemblare il corpo della rana su un foglio di controllo; gioco del “Cosa manca”
– discriminazione tattile: gioco del “Cosa manca”, borse del mistero, assemblaggio alla cieca
– preparazione alla scrittura: ricreare l’incastro col ritaglio
– sviluppo del linguaggio: gioco del detective, fogli di controllo e cartelli, nomenclature, definizioni.

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Incastro della rana Montessori
Lavorare con gli incastri

E’ l’attività più ovvia. Il bambino più piccolo può avere bisogno di procedere per più tentativi ed errori, mentre i più grandi sono in grado di mettere facilmente i pezzi negli incastri.

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Incastro della rana Montessori
Assemblare il corpo della rana su un foglio di controllo

Una volta che un bambino sa maneggiare gli incastri con facilità nella cornice, può provare a costruire il corpo della rana utilizzando un foglio di controllo.
I fogli di controllo in commercio prevedono un foglio muto con cartellini mobili e un foglio parlato: 

naturalmente questo è un materiale che si può realizzare facilmente in proprio, riportando i contorni degli incastri e preparando i cartellini necessari.

I fogli di controllo che ho preparato io, pronti per il download e la stampa, sono qui:

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Incastro della rana Montessori
Gioco: “Cosa manca?”

– mettiamo l’incastro della rana completo davanti al bambino
– chiediamo al bambino di voltarsi o di chiudere gli occhi (oppure bendiamolo), togliamo un pezzo dalla tavola e nascondiamolo
– chiediamo al bambino di guardare e di dirci il nome della parte mancante
– il gioco può essere reso più difficile, togliendo due pezzi invece di uno; oppure chiedendo di rispondere non a voce, ma scrivendo o disegnando la parte mancante
– si potrebbe anche chiedere di riconoscere al tatto la parte mancante (cioè tenendo gli occhi chiusi o con la benda sugli occhi).

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Incastro della rana Montessori
Incastro alla cieca

Il bambino può ricomporre l’incastro della rana con gli occhi bendati. Ricordate che è più semplice, all’inizio, se tutti gli incastri sono posizionati ordinatamente a lato della tavola, prima di bendare il bambino.

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Incastro della rana Montessori
Borsa del mistero

– scegliamo un pezzo dell’incastro della rana e mettiamolo in una piccola borsa del mistero
– il bambino tastando la borsa (oppure bendato) identifica la parte del corpo della rana
– si possono anche inserire nella borsa più pezzi alla volta, o anche tutti.

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Incastro della rana Montessori
Ricreare l’incastro col ritaglio

Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura, e si può rendere più interessante tracciando con la matita i pezzi e poi ritagliandoli, oppure tracciando i pezzi direttamente col punteruolo.

Materiale:
– incastro della rana
– fogli di carta colorata (verdi oppure in vari colori)
– foglio di carta bianca
– matita
– punteruolo o forbici
– colla da carta

Scopo:
– approfondire la conoscenza delle parti del corpo della rana
– esercitare l’occhio e la mano in preparazione alla scrittura.

Presentazione:
– chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale
– chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo
– mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta colorato e mostriamo come tracciarne il contorno con il punteruolo. Possiamo scegliere di punteggiare interamente il contorno:

oppure di fare fori distanti tra loro di circa mezzo centimetro, che serviranno come guida per le forbici:

– con l’aiuto dei bambini ritagliamo tutte le parti della rana nello stesso modo
– al termine componiamo la rana sul foglio di carta
– incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo
– se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.

Nomenclatura usata: testa, tronco, zampe anteriori, zampe posteriori.

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Incastro della rana Montessori
Ricreare l’incastro col disegno e preparare fogli di controllo da soli

Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura.  Creare il disegno completo dell’incastro è più impegnativo rispetto al collage, perché richiede che il bambino posizioni correttamente i pezzi sul foglio bianco prima di tracciarli.

Materiale:
– incastro della rana
– foglio di carta
– matita e matite colorate.

Scopo:
– approfondire la conoscenza delle parti del corpo della rana
– esercitare l’occhio e la mano in preparazione alla scrittura.

Presentazione:
– chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale
– chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo
– mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carte e mostriamo come tracciarne il contorno con la matita


– togliamo l’incastro e coloriamo usando lo stesso colore dell’incastro originale
– prendiamo un altro incastro e posiamolo sul foglio nella stessa posizione in cui si trova nella tavola originale. Tracciamone i contorni e coloriamolo
– continuiamo allo stesso modo finché non avremo disegnato tutta la rana
– incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo
– se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.

Nomenclatura usata: testa, tronco, zampe anteriori, zampe posteriori.

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Incastro della rana Montessori
Caccia al tesoro (o gioco del detective)

Una volta che il bambino conosce il nome di ogni parte del corpo della rana, è possibile utilizzare i pezzi per giocare al detective:
– togliamo tutti i pezzi dall’incastro e mettiamoli a lato della tavola
– diciamo: “Sto cercando… sto cercando… un pezzo che inizia con la lettera C”
– se i bambini non indovinano aggiungiamo un suono
– quando hanno indovinato mettiamo il pezzo nell’incastro
– possiamo giocare anche con le lettere finali o centrali.

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Incastro della rana Montessori
Nomenclature in tre parti immagine, titolo 

– i bambini abbinano la scheda immagine+titolo all’immagine singola e al nome singolo
– identificano la parte corrispondente sull’incastro, prendono il pezzo e lo pongono sulle carte corrispondenti.

Le carte delle nomenclature sono disponibili qui:

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Incastro della rana Montessori
Scrivere i cartellini appropriati

Se il bambino sa scrivere le prime parole, può esercitarsi a scrivere dei propri cartellini per l’incastro della rana. In questa fase, naturalmente, non importa se qualche parola non è scritta correttamente.
Se il bambino è nella fase in cui riconosce i suoni, ma non sa gestire praticamente gli strumenti di scrittura, può utilizzare gli alfabeti mobili.

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Incastro della rana Montessori
Nomenclature in tre parti immagine, titolo, definizione

Materiale
– carte delle nomenclature delle parti della rana (titolo, immagine, definizione)
– incastro della rana.

Presentazione:
– mettiamo sul piano di lavoro tutte le carte delle immagini
– distribuiamo tra i bambini (o mettiamo in ordine sparso sul piano di lavoro) i titoli
– chiediamo a un bambino quale parte del corpo della rana è evidenziato nella prima immagine. Il bambino abbina all’immagine il titolo, quindi pone su di esso l’incastro corrispondente
– proseguiamo allo stesso modo per tutte le parti del corpo della rana
– se i bambini sanno già leggere bene, distribuiamo le carte delle definizioni e chiediamo loro di abbinarle a titoli e immagini


– se i bambini non sanno leggere bene, leggiamo noi una ad una le definizioni e discutiamo coi bambini dove è corretto metterle.

Scopo:
– introdurre il nome e le definizioni delle parti del corpo della rana
– aggiungere informazioni particolari relative all’anatomia della rana.

Le carte delle nomenclature sono disponibili qui:

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Incastro della rana Montessori

 

Esercizi di approfondimento sulla preposizione ed estensioni – Psicogrammatica Montessori

Esercizi di approfondimento sulla preposizione ed estensioni – Psicogrammatica Montessori.

Esercizi di approfondimento sulla preposizione ed estensioni
1. Esercizi di compilazione degli schemi
Prepariamo per i bambini lunghe strisce di carta con i simboli grammaticali posizionati in un determinato ordine.

I bambini inventano delle frasi seguendo lo schema, o anche brevi racconti.

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Esercizi di approfondimento sulla preposizione ed estensioni
2. Caccia alla preposizione

I bambini cercano le preposizioni all’interno dei loro libri di lettura.

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Esercizi di approfondimento sulla preposizione ed estensioni

Introduzione alla preposizione – Psicogrammatica Montessori da 6 a 9 anni

Introduzione alla preposizione – Psicogrammatica Montessori da 6 a 9 anni. Presentazioni ed esercizi per la scuola primaria.

Preposizioni e congiunzioni sono parti del discorso che servono a collegare, a mettere in rapporto tra loro le altre parole (o gruppi di parole) ed hanno entrambe funzione di collegamento.
All’apparenza insignificanti, possono essere paragonate ai cardini di una porta composta di stipiti e di battenti, la quale però non potrebbe aprirsi né chiudersi se non ci fossero quei piccoli perni che fanno da collegamento e che le permettono appunto di funzionare. Di qui il nome “segni funzionali”, o connettivi, in quanto collegano e mettono in rapporto tra loro elementi del discorso.
Senza le preposizioni e le congiunzioni avremmo soltanto parole slegate: sono loro che assicurano in un testo la connessione, la coesione nelle frasi e tra le frasi, i legami tra le famiglie (i sintagmi nominali e verbali). Queste parole piccole, invariabili, sono perciò molto importanti.

Già nella casa dei bambini, con lezioni di tipo intuitivo date dopo l’avvio della lettura, si aiutano i bambini a cogliere la differenza di valore tra le parole, per arrivare a comprendere la funzione del nome, del verbo, dell’aggettivo, dell’articolo, come pure degli aiutanti.

Giunti nella scuola primaria questi giochi vengono ripresi, lavorando molto intensamente su semplicissimi comandi (o consegne) che si scrivono e si leggono davanti ai bambini, presentando poi i simboli grammaticali.
Sempre con giochi, animati da oggetti interessanti, si presenta il plurale dei nomi e la differenza tra articolo determinativo e indeterminativo.
Si presenta quindi la preposizione, preparando oggetti significativi, come ad esempio un vaso e un mazzo di fiori (magari artificiali, per avere un materiale sempre pronto a disposizione dei bambini). I fiori devono essere diversi tra loro e di vario colore, in modo che ci sia ricchezza di nomi e aggettivi.

Prendiamo dal mazzo un fiore, ad esempio una rosa rossa. Come prima azione viene naturale mettere il fiore nel vaso: IL FIORE ROSSO DENTRO IL VASO TRASPARENTE.
Su strisce di carta già preparate scriviamo le tre parti, ovvero le due famiglie relative ai due oggetti e la preposizione.

Come si vede, ci si muove in senso opposto alle grammatiche tradizionali che iniziano dalle preposizioni semplici e passano poi alle articolate e poi alle improprie, e trattano per ultime le locuzioni propositive.
Qui, dato che si vuole mettere in evidenza la funzione, si danno prima le preposizioni più evidenti, quelle che meglio esprimono la situazione.
Si potrebbe temere di creare confusione nel bambino perché la parola dentro è anche un avverbio. Ma invece, così facendo, si dà al bambino una chiave molto esatta di riconoscimento: la parola prende valore dalla funzione.
Nel nostro caso unisce due parti nominali come un ponte, mentre ha diversa funzione se usata come modificante del verbo (ad esempio in ‘correre dentro’).
Il simbolo, aiuto sensoriale per memorizzare la funzione di collegamento, è costituito da una sorta di parentesi in cartoncino verde che può essere messa così:

– ricorda un ponticello romano, diceva la Montessori

oppure così:

– fa pensare a una barchetta/traghetto tra due sponde.

In seguito si possono provare tutte le diverse posizioni che il fiore può assumere rispetto al vaso: davanti a, dietro, vicino a, accanto a, lontano da, fuori del, sopra, sotto, e così via.

Ogni cambiamento di relazione tra i due oggetti fiore-vaso è sottolineato da un nuovo foglietto con la preposizione scritta in verde ad evidenziarla, mentre le due famiglie non cambiano, né cambia il simbolo.

I bambini adoperano per conto loro questi o altri oggetti: non mancano certo di inventiva per trasferire in altre situazioni il concetto di preposizione.

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Introduzione alla preposizione
Presentazione 2

Prerequisiti: presentazione del nome, dell’articolo, dell’aggettivo e del verbo

Introduzione alla preposizione – Materiali:
– sedia in miniatura
– bambolina
– simboli grammaticali

– cartellini: sedia, bambola (in nero); la (azzurro); sulla, vicino alla, lontano dalla, sotto alla, sopra alla, davanti alla, dietro alla (verde).

Presentazione:
– invitiamo un piccolo gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– mettiamo la sedia sul piano di lavoro e aggiungiamo i cartellini
– mettiamo la bambola sul piano di lavoro e aggiungiamo il cartellino
– mettiamo la bambola sulla sedia e aggiungiamo la preposizione tra i cartellini

– spostiamo la bambola sotto alla sedia e sostituiamo il cartellino della preposizione

– continuiamo così con tutte le altre preposizioni

– diciamo ai bambini che sulla, vicino alla, lontano dalla, sotto alla, sopra alla, davanti alla, dietro alla, sono tutte preposizioni e che ci dicono dove si trovano le cose o le persone
– mostriamo il simbolo della preposizione e diciamo: “Il simbolo della preposizione è un ponte verde che ricorda uno di quei ponti che collegano le due rive di un fiume. Infatti la preposizione si usa per collegare tra loro i nomi”
– mettiamo i simboli grammaticali sui cartellini
– al termine della presentazione i bambini possono registrare lo schema sui loro quaderni di grammatica.

Introduzione alla preposizione – Scopo:
– comprendere la funzione delle preposizione
– conoscere il simbolo della preposizione
– conoscere la posizione della preposizione tra le parole.

Introduzione alla preposizione – Controllo dell’errore:
– la relazione nello spazio tra bambola e sedia
– il codice colore dei cartellini.

Introduzione alla preposizione – Varianti:
– lo stesso esercizio con gli elementi della fattoria Montessori
– aggiungiamo alla bambola un altro personaggio o alla sedia un altro oggetto.

Introduzione alla preposizione – Estensioni:
– mettiamo un oggetto in varie posizione nella classe e chiedere a i bambini di scrivere delle frasi per ogni preposizione usata
– svolgiamo esercizi simili con la fattoria Montessori.

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Introduzione alla preposizione – Psicogrammatica Montessori da 6 a 9 anni
Presentazione 3

Introduzione alla preposizioneMateriali:
– tre o quattro oggetti identici diversi per colore (fiori, o matite, o altro) e un contenitore adatto agli oggetti scelti (vaso, portapenne, o altro)
– simboli grammaticali

– vassoio con strisce bianche di carta e penna nera.

Introduzione alla preposizione – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– mettiamo sul piano di lavoro il vassoio con le strisce e la penna
– scriviamo su delle strisce IL PENNARELLO GIALLO, IL PENNARELLO ROSSO, IL PENNARELLO VERDE
– diamo una striscia a tre bambini diversi; ogni bambino leggerà la sua ed andrà a prendere l’oggetto descritto
– mettiamo ogni pennarello sulle parole corrispondenti
– scriviamo su un’altra striscia di carta: BICCHIERE TRASPARENTE
– diamo la striscia a un altro bambino, che la leggerà e andrà a prendere l’oggetto
– mettiamo la striscia in linea con le prime, lasciando uno spazio, e mettiamo il bicchiere sul suo cartellino:

– scriviamo su una striscia NEL, mettiamolo nello spazio lasciato e chiediamo a un bambino di leggere tutte le parole: IL PENNARELLO GIALLO IL PENNARELLO ROSSO IL PENNARELLO VERDE NEL BICCHIERE TRASPARENTE
– chiediamo ai bambini: “I pennarelli sono nel bicchiere?”. Risponderanno di no
– chiediamo a un bambino di risolvere la situazione:

– scriviamo su una striscia ACCANTO AL, mettiamolo al posto della preposizione precedente e chiediamo a un bambino di leggere tutte le parole: IL PENNARELLO GIALLO IL PENNARELLO ROSSO IL PENNARELLO VERDE ACCANTO AL BICCHIERE TRASPARENTE
– chiediamo ai bambini: “I pennarelli sono accanto al bicchiere?”. Risponderanno di no
– chiediamo a un bambino di risolvere la situazione:

– ripetiamo con altre preposizioni
– chiediamo ai bambini di mettere i simboli grammaticali che conoscono sulle parole chiedendo:
“Quali sono le parole che servono a nominare gli oggetti?”. I nomi. “Qual è il simbolo dei nomi?”. “Il triangolo nero”
“Qual è la parola che ci dice che sta arrivando un nome?”. L’articolo. “Qual è il simbolo degli articoli?”. “Il triangolo piccolo azzurro”
“Qual è la parola che ci dice una qualità del nome?”. L’aggettivo. “Qual è il simbolo degli aggettivi?”. Il triangolo blu medio
– poi chiediamo: “Qual è la parola che ci ha fatto cambiare la posizione dei pennarelli rispetto al bicchiere?”. I bambini la indicano
– diciamo: “Questa parola che ha fatto modificare la posizione dei pennarelli si chiama preposizione. Il suo simbolo è questo piccolo ponte verde”
– mostriamo il simbolo della preposizione e mettiamo sulla parola
– diciamo: “La parola che ci mostra la relazione tra un nome e un altro si chiama preposizione”
– diciamo: “La preposizione è una parola che ci mostra la relazione che le parole hanno tra loro”
Scriviamo il cartello dell’etimologia e diciamo: “La parola preposizione viene dal latino praepositionem, che significa ‘mettere prima’, perchè quando nominiamo una cosa la usiamo prima di qualcos’altro, ad esempio diciamo PENNARELLO e mettiamo la preposizione prima di BICCHIERE”
– mettiamo il cartello dell’etimologia sul piano di lavoro
– diciamo: “Il simbolo della preposizione è il ponte verde, perchè collega le parole come un ponte su un fiume, ad esempio è un ponte tra PENNARELLO e BICCHIERE. E’ il simbolo scelto per indicare la stretta relazione tra questi due oggetti”
– aggiungiamo il simbolo sulla preposizione:

– al termine i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica.

Scopo:
– comprendere la funzione della preposizione.

Controllo dell’errore: l’insegnante.

Età: dai 5 – 6 anni d’età.

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Introduzione alla preposizione
Presentazione 4

Introduzione alla preposizione – Materiale:
– simboli grammaticali

– una scatolina con qualche perla colorata
– cartellini di comandi con preposizioni.

Introduzione alla preposizione – Introduzione orale:
– prendiamo la scatola e spostiamo le perle  fuori dalla scatola, rimettiamole dentro, mettiamole sopra la scatola, davanti, dietro ecc… e chiediamo ogni volta ai bambini: “Dove sono le perle?”

Introduzione alla preposizione – Presentazione:
– scriviamo su dei cartellini alcuni comandi con le preposizioni, ad esempio: METTI LE PERLE NELLA SCATOLA, METTI LE PERLE DIETRO ALLA SCATOLA, ecc…
– mettiamo un comando sul piano di lavoro, chiediamo a un bambino di leggerlo ed eseguire l’azione
– procediamo allo stesso modo con altri comandi
– mettendo i simboli grammaticali sulle parole, man mano che le nominiamo diciamo: “Finora abbiamo parlato degli articoli, dei nomi, degli aggettivi e dei verbi. Oggi abbiamo usato una nuova parte del discorso molto interessante, che può essere nel, sulla, sotto alla, accanto a ecc…
Questa nuova parte del discorso si chiama preposizione e ci mostra come un nome è in relazione alle altre parti del discorso”
– “Il simbolo per la preposizione è questa mezzaluna verde, che rappresenta un ponte. Infatti le preposizioni sono come un ponte che mette in relazione una parola con le altre”.

Quando dare la lezione:
In genere le preposizioni si presentano dopo il verbo.

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Introduzione alla preposizione

Forme della terra e dell’acqua per i contrasti geografici Montessori

Forme della terra e dell’acqua per i contrasti geografici Montessori: presentazioni fatte utilizzando le cornici pronte offerte da Boboto: 

Il materiale pronto per questo genere di presentazioni è composto di solito da 3 coppie di forme contrastanti: lago-isola, golfo – penisola, stretto-istmo. Esistono anche set che prevedono 4 coppie, con l’aggiunta delle forme contrastanti baia-capo; oppure 5 coppie, con l’aggiunta ulteriore della coppia arcipelago-rete di laghi.

Come vedremo nei prossimi articoli, questo materiale è ampiamente utilizzato nel primo approccio alla geografia fisica sia nella scuola d’infanzia sia nella scuola primaria, ma esistono alternative didattiche che non ne prevedono l’uso con buone motivazioni.

Forme della terra e dell’acqua per i contrasti geografici Montessori
Presentazione 1


Materiali:
– forme dei contrasti terra-acqua: lago-isola, golfo – penisola, stretto-istmo, baia-capo,  arcipelago-rete di laghi
– un vassoio con una piccola brocca d’acqua (se volete colorata di blu), una ciotola vuota, un contenitore per la terra, una spugnetta.

Presentazione:
– mostriamo al bambino come trovare e portare le forme al tavolo o al tappeto
– mettiamo le forme scelte sul piano di lavoro, distanti dal bambino
– avviciniamo la prima forma e versiamo l’acqua e la terra al suo interno

– con delicatezza rimettiamo la forma riempita accanto alle altre
– proseguiamo così con le altre forme
– quando tutte le forme sono state riempite, mostriamo ai bambini la parte della forma occupata dalla terra e diciamo: “Questa è terra”. Poi indichiamo la parte occupata dall’acqua e diciamo: “Questa è acqua”. Infine indichiamole insieme e diciamo: “Questa è terra, questa è acqua”
– prendiamo il globo smerigliato e mettiamolo sul piano di lavoro. Mostriamo ai bambini le terre sul globo. Diciamo: “Questa è terra”. Indichiamo la terra nelle forme e diciamo: “Anche questa è terra”. Facciamo lo stesso con l’acqua


– prendiamo il globo colorato, e indichiamo anche su questo la terra e l’acqua; confrontiamole con le forme della terra e dell’acqua


– prendiamo l’incastro del planisfero e indichiamo la terra e l’acqua; confrontiamole con le forme della terra e dell’acqua.

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Forme della terra e dell’acqua per i contrasti geografici Montessori
Presentazione 2

Materiale:
– forme pronte per i contrasti geografici
– materiale di riempimento per la terra (riso venere, terriccio, sabbia)
– acqua limpida o colorata di blu

Presentazione:
– diciamo ai bambini: “Abbiamo parlato di altipiani, montagne, torrenti, fiumi, laghi e stagni. Anche i continenti sono forme che si creano tra terra e acqua”
– mostriamo le forme lago-isola e diciamo: “Un lago è uno specchio d’acqua circondato da terra. Un’isola è una terra circondata da acqua”
– “possiamo osservare queste due forme della terra e dell’acqua versando dell’acqua e della terra in questi stampi”
– versiamo l’acqua al centro dello stampo e la terra intorno, e avremo il lago
– versiamo nel secondo stampo la terra al centro e l’acqua intorno, e avremo l’isola

– indichiamo il lago e diciamo: “Il lago è una massa d’acqua circondata da terra”
– indichiamo l’isola e diciamo: “L’isola è una massa di terra circondata da acqua”
– ripetiamo con la coppia contrastante golfo-penisola:

e infine con la coppia stretto-istmo:

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Forme della terra e dell’acqua per i contrasti geografici Montessori
Presentazione 3

I materiali per la geografia che vengono in genere presentati prima di questo materiale sono:
– il globo smerigliato (terra e acqua)
– il globo a due colori (continenti e oceani)
– il globo colorato (nomi di continenti e oceani)
– l’incastro del planisfero (nomi dei continenti e degli oceani)
– incastro dell’Europa, cioè del continente in cui vivono i bambini (nomi dei Paesi Europei, dei mari e degli oceani).

Presentazione:
– mostriamo ai bambini il globo smerigliato e ricordiamo insieme ciò che abbiamo imparato. Chiediamo ai bambini di mostrarci i continenti e gli oceani, osserviamo le penisole, le isole, gli stretti e gli istmi, gli arcipelaghi… Discutiamo le definizione coi bambini

– mostriamo ai bambini le figure delle forme terra e acqua:

penisola: è la terra che si protende verso l’oceano.
stretto: un corpo sottile di acqua che collega due corpi più grandi di acqua.
capo: una terra che è in parte circondata dal mare
golfo: una zona d’acqua che penetra nella terra.
baia: una zona d’acqua in parte circondata da terra.
istmo : una stretta lingua di terra che collega due corpi più grandi di terra.
sistema di laghi: un gruppo di laghi vicini tra loro.
arcipelago: un gruppo di isole vicine tra loro.

– presentiamo le forme a due a due, per opposti, e diamone una breve definizione. Per iniziare presentiamo le tre coppie lago-isola, golfo-penisola, stretto-istmo
– mostriamo ai bambini gli stampi per i contrasti terra-acqua di questi tre primi opposti e riempiamoli insieme di terra e acqua

– abbiniamo le figure alle forme riempite e lasciamo i bambini liberi di toccare ed esplorare.

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Forme della terra e dell’acqua per i contrasti geografici Montessori
Presentazione 4

Materiali:
– forme della terra e dell’acqua: lago, isola, baia, penisola, istmo e stretto
– una brocca con acqua leggermente colorata di blu
– una ciotola di terra o sabbia o riso venere
– un panno e una spugna per pulire e asciugare
– un piccolo contenitore con oggetti in miniatura (pesci, barche, persone e animali).

Presentazione
– invitiamo un piccolo gruppo di bambini attorno a un tavolo, dove avremo già messo i materiali
– indichiamo ai bambini  le forme
– attiriamo la loro attenzione su una coppia di contrasti alla volta
– invitiamo un bambino a versare l’acqua blu nella prima forma e un altro bambino a versarla nella forma contrastante
– invitiamo un bambino a versare la terra nella prima forma e un altro bambino a versarla nella forma contrastante
– diciamo, ad esempio: “Questo è lo stretto”, e “Questo è l’istmo”.
– prendiamo gli oggetti in miniatura, uno alla volta, e chiediamo ai bambini se appartengono all’ambiente terrestre o all’ambiente acquatico, e mettiamoli nelle forme

– al termine mostriamo ai bambini come riordinare il materiale.

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Presentazione 5

Materiali:
– modelli per isola e lago, penisola e del golfo, istmo e stretto
– una ciotola vuota
– un contenitore per la terra
– una brocca d’acqua colorata di blu
– uno strofinaccio
– un cucchiaio
– una spugna.

Presentazione:
– portiamo due modelli di forme contrastanti sul tavolo
– versiamo l’acqua nel primo stampo e discutiamo la forma
– versiamo l’acqua nel secondo e discutiamo la forma
– fare lo stesso con la terra
– diamo la nomenclatura e la definizione
– quando il bambino è pronto passiamo ad una nuova coppia di opposti.

Scopo:
– aumentare la consapevolezza del bambino rispetto alle forme che assumono la terra e l’acqua sul pianeta

Età: dai 3 anni e mezzo

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Presentazione 6

I materiali per la geografia Montessori forniscono ai bambini  un modo pratico per esplorare il mondo. Il globo smerigliato:

presenta i continenti formati da una texture ruvida, in contrasto con gli oceani blu e lisci. I bambini imparano così a distinguere terra e acqua.

Il concetto può essere rafforzato con l’utilizzo delle forme contrastanti della terra e dell’acqua, che sono la rappresentazione tridimensionale del concetto:

Il bambino sperimenta e impara i nomi e le definizioni per le forme contrastanti di isola, lago, istmo, stretto, ecc.

Le figure delle forme terra e acqua sono invece la rappresentazione bidimensionale dello stesso concetto:

Infine vengono presentate le carte delle nomenclature.

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Presentazione 7

Materiale:
– cinque coppie contrastanti delle forme della terra e dell’acqua
– una brocca d’acqua
– un contenitore per la terra
– una piccola spugna
– un asciugamano
– una ciotola vuota
– una raccolta di piccoli oggetti

Presentazione 
– invitiamo un piccolo gruppo di bambini
– mostriamo lo scaffale dove si trovano le forme della terra e dell’acqua e prendiamo la prima coppia contrastante, ad esempio stretto ed istmo
– chiediamo a un bambino di portarle al tavolo, mentre un altro bambino porta una brocca d’acqua e se il materiale lo richiede la ciotola per la terra e il cucchiaio
– diciamo: “Ora verseremo l’acqua negli stampi per vedere diverse forme che può assumere in relazione alla terra” e versiamo l’acqua per rendere visibile appunto la zona occupata dalle acque
– facciamo lo stesso con le zone occupate dalla terra
– indichiamo il primo stampo e diciamo: “Questo è un…” i bambini completano la frase
– indichiamo lo stampo contrastante e diciamo: “Questo è un…”
– diamo una breve definizione e cerchiamo esempi reali nel globo o nel planisfero
– mostriamo altre coppie contrastanti
– al termine mostriamo come pulire ed asciugare il materiale utilizzato.

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Presentazione 8

Materiali:
– quattro coppie di modelli (strutture opposte): isola-lago, istmo-stretto, capo-baia, golfo-penisola
– acqua
– terra
– brocca
– spugna
– colorante blu (facoltativo)
– carte delle nomenclature (immagine, titolo, definizione)
– secchio.

Presentazione:
– mettiamo il vassoio sul tavolo e chiediamo a un bambino di versare l’acqua colorata e la terra nei modelli
– nominiamo ogni forma e diamo la definizione
– chiediamo a un bambino di formare le coppie di forme opposte chiedendo: “Cosa rende queste due forme l’una l’opposta dell’altra?”
– dopo la lezione, versiamo con attenzione l’acqua nel secchio e asciughiamo il modello con la spugna che si trova sul vassoio.

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Presentazione delle forme della terra e dell’acqua

Scopo:
– sperimentare concretamente in forma tridimensionale molte delle forme assunte dalla terra e dell’acqua sul pianeta,
– imparare le definizioni delle varie morfologie
– dare un’impressione sensoriale delle forme che assumono la terra e l’acqua sul pianeta
– arricchire il vocabolario relativo allo studio della geografia
– osservare le forme della terra e dell’acqua come esistono nella realtà.

Età: dai 3 ai 6 anni circa.

Estensioni:
– i bambini possono realizzare i loro modelli con plastilina, playdoug o pasta di sale, mettendo a loro disposizione un vassoio preparato con tutto il materiale necessario.

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Forme della terra e dell’acqua per i contrasti geografici Montessori

 

Nomenclature Montessori per le parti della rana

Nomenclature Montessori per le parti della rana per bambini della scuola d’infanzia (immagine, nome, immagine e nome) e per la scuola primaria (immagine, nome, definizione) pronte per il download e la stampa in formato pdf.

Per realizzare l’incastro della rana in proprio trovi il tutorial qui:

Per le presentazioni dell’incastro ai bambini:

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Nomenclature Montessori per le parti della rana
Set per attività con l’incastro della rana

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Nomenclature Montessori per le parti della rana
Nomenclature 3-6 anni 

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Nomenclature Montessori per le parti della rana
Nomenclature 6-9 anni 


Nomenclature Montessori per le parti della rana

Se preferite realizzare il materiale in proprio, questi sono i testi utilizzati:

La rana è un anfibio. Gli anfibi trascorrono metà della loro vita in acqua come i pesci, e metà sulla terra.
Il suo nome scientifico, usato per rane, rospi e raganelle, è anuria, che significa “senza coda”.
La rana è un carnivoro e si nutre di prede vive: insetti e piccoli invertebrati acquatici o terrestri.
Non sanno masticare, quindi ingoiano le prede intere. I maschi della rana per attirare la femmina gracidano: per emettere questo verso gonfiano dei sacchetti d’aria che si trovano nelle loro guance.

La rana ha grandi occhi sporgenti. Nella rana la palpebra inferiore è più lunga e si alza davanti all’occhio come un velo, mentre la palpebra superiore è sempre immobile. La rana può anche ritirare gli occhi all’interno della testa.
La vista della rana è sensibile al movimento, e si nutrono di prede vive perché non vedono bene le cose che non si muovono.
Gli occhi della rana possono muoversi in tutte le direzioni, anche quando l’animale è sott’acqua.

La rana ha lunghe zampe posteriori molto muscolose che permettono all’animale di spiccare grandi salti e nuotare con agilità.
Le zampe posteriori della rana hanno tre articolazioni, e per questo hanno la forma di una lettera zeta.

Le estremità delle zampe posteriori hanno cinque dita palmate che aiutano nel nuoto e non hanno unghie.
Le specie che si arrampicano sugli alberi, come le raganelle, sotto alle dita hanno dei dischetti adesivi.
Le estremità delle zampe anteriori hanno invece quattro dita soltanto, non palmate.

Il collo della rana è brevissimo e rigido, consentendo movimenti della testa molto limitati.

Le orecchie della rana sono prive di padiglione.
Le due macchie rotonde che si trovano sopra gli angoli della bocca sono le membrane timpaniche. Queste membrane si trovano a fior di pelle.
Attraverso le membrane timpaniche i messaggi uditivi raggiungono il cervello.
La rana può riconoscere il verso delle sue simili.

La bocca della rana è ampia e si estende da un lato all’altro della testa.
La lingua è molto lunga, piuttosto sottile ed appiccicosa e la rana può lanciarla velocemente fuori dalla bocca per catturare le prede vive.
La rana non mastica, ma ingoia le prede intere.

Le zampe anteriori della rana sono piccole e corte e servono principalmente per mantenere il corpo in equilibrio.
L’animale se ne può servire anche per spingere il cibo nella bocca.

La testa della rana è collegata al corpo attraverso un collo molto corto e piuttosto rigido. Presenta una bocca molto larga, due narici, le membrane timpaniche e occhi molto sporgenti.
Contiene il cervello della rana.

Le rane hanno un tronco tozzo e tarchiato.
Tutti gli organi interni della rana si trovano nel tronco: cuore, polmoni, apparato digerente.
La pelle è fine, umida e nuda, cioè senza squame.
Finché l’animale rimane nell’acqua non subisce danni, ma sulla terraferma può disidratarsi. Per questo le rane e tutti gli anfibi in genere si ricoprono di un sottile strato di muco, prodotto da apposite ghiandole della pelle, ed appaiono viscidi.

Le narici della rana si aprono nella cavità orale rendendo possibile all’animale di respirare senza aprire la bocca.
Le narici della rana, inoltre, le permettono di respirare anche sott’acqua.

 Nomenclature Montessori per le parti della rana

 

Il gioco della fattoria per la preposizione – Psico grammatica Montessori

Il gioco della fattoria per la preposizione – Psico grammatica Montessori. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Le attività con la fattoria Montessori rappresentano un grande aiuto nello studio della grammatica, e piacciono molto ai bambini della scuola primaria.
La fattoria deve essere molto ricca di elementi da muovere: animali, persone, siepi e alberi diversi, casa, stalla, canile, ecc.

Su un tavolino si dispongono tutti questi oggetti in miniatura e si prepara un altro tavolo più grande su cui, a poco a poco, eseguendo semplici comandi scritti, si costruisce l’intera fattoria:
L’ALBERO SECOLARE DAVANTI ALLA CASA COLONICA
IL RECINTO ROSSO DIETRO LA CASA COLONICA
I PULCINI GIALLI DENTRO IL RECINTO ROSSO
IL CAVALLINO MARRONE ACCANTO ALLA SIEPE ALTA
e così via.
I bambini partecipano con grande interesse a questo gioco che abbina lettura, manipolazione di piccoli oggetti gradevoli e maggiore comprensione degli elementi linguistici.

Quando usiamo la fattoria per la preposizione è in genere meglio non usare il verbo, anche se il bambino già lo conosce, per isolare meglio la parte del discorso su cui vogliamo lavorare, che è appunto la preposizione.

Se non abbiamo a disposizione la fattoria, possiamo organizzare giochi simili con altri insiemi di oggetti, ad esempio la casa delle bambole, la nave dei  pirati, il castello, il banco del supermercato. Possiamo anche utilizzare più di un insieme, l’importante è che i bambini se ne servano partendo dalla lettura dei cartellini.

Possono lavorare da soli o , cosa che di solito preferiscono, in due o in tre. Ad esempio un bambino legge la frase relativa a una famiglia, l’altro dispone gli oggetti, il terzo mette i simboli mobili sui vari vocaboli. Individualmente possono inoltre scrivere le parole delle varie strisce su propri fogli o sui loro quaderni di grammatica e disegnare i simboli, avviando così un lungo e importante lavoro di analisi grammaticale molto concreta.

Non bisogna aver timore di aggettivi insoliti. I bambini tendono ad usare un numero limitato di aggettivi: bello, brutto, buono, rosso, mentre questa è un’ottima occasione per aiutarli ad arricchire il proprio lessico, introducendo aggettivi di uso meno comune come variopinto, screziato, fruttifero, secolare, pezzato, tondeggiante.

Questa è già analisi grammaticale, pur senza dare per ora regole che confonderebbero e bloccherebbero i piccoli linguisti. L’importante è aiutarli a memorizzare con aiuti sensoriali, sempre utilissimi in ogni età, dando al tempo stesso chiarezza di classificazione.

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Il gioco della fattoria per la preposizione
Presentazione 1

Materiali:
ambiente in miniatura (fattoria, casa delle bambole, ecc.)
cartellini pronti serie A: cartellini- soggetto e cartellini-oggetto in grigio e preposizioni in verde (trovi i file stampabili in fondo all’articolo)
simboli grammaticali

Esercizio:
– diamo al bambino un cartellino-soggetto. Il bambino legge, prende l’oggetto e inserisce i simboli grammaticali corretti sulle parole
– diamo allo stesso bambino un cartellino-oggetto e il bambino procede come sopra
– infine diamo allo stesso bambino una preposizione. Il bambino mette la preposizione tra i due cartellini e sistema gli oggetti in modo che soddisfino il rapporto determinato dalla preposizione

– a questo punto il bambino copia il lavoro svolto sul suo quaderno di grammatica, disegnando i simboli grammaticali su ogni parola.
– ripetiamo con gli altri bambini e nuovi cartellini

– in seguito i bambini potranno lavorare in modo autonomo con i cartellini pronti, scegliendoli in modo casuale, e gli oggetti in miniatura.

Scopo:
– comprendere che la preposizione ha la funzione di mettere gli oggetti in relazione l’uno con l’altro in un determinato modo.

Età: dai 6 agli 8 anni.

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Il gioco della fattoria per la preposizione
Presentazione 2

Materiali:
ambiente in miniatura
– frasi preparate per l’esercizio serie B (trovi i file in fondo all’articolo)
simboli grammaticali

Esercizio:
– Ogni bambino a turno prende una frase, la legge ed esegue il comando, cioè posiziona gli oggetti in miniatura nel modo indicato dalla frase

– dopo averlo fatto copia la frase sul suo quaderno di grammatica, disegnando su ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente

– fatto questo toglie il cartellino e i simboli dall’ambiente in miniatura, lasciando gli oggetti come li aveva posizionati durante l’esercizio.

Anche in questo caso gli oggetti rimangono, ma le etichette vengono rimosse.

Scopo:
– comprendere che la preposizione ha la funzione di mettere gli oggetti in relazione l’uno con l’altro in un determinato modo.

Età: dai 6 agli 8 anni.

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Il gioco della fattoria per la preposizione
Presentazione 3

Materiale:
ambiente in miniatura (fattoria, castello, casa delle bambole o altro)
cartellini con articoli in azzurro, aggettivi in blu e nomi in nero e preposizioni in verde
simboli grammaticali

Presentazione:
– invitiamo un piccolo gruppo di bambini intorno all’ambiente in miniatura
– chiediamo ad ogni bambino di scegliere di scegliere due famiglie del nome e una preposizione
– ogni bambino compone una frase coi cartellini e la riproduce con gli oggetti in miniatura, ad esempio mettendo UN CAVALLO VELOCE DAVANTI AL CANCELLO

– al termine i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica, disegnando con le matite colorate i simboli grammaticali su ogni parola, a mano libera o con l’aiuto degli stencil

Scopo:
– esercitarsi con le preposizioni
– arricchire il vocabolario
– esercitare la comprensione dei testi scritti.

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Presentazione 4

Materiale:
ambiente in miniatura
– cartellini-soggetto e cartellini-oggetto grigi e cartellini-preposizione in verde (serie A)
simboli grammaticali.

Esercizio:
– incoraggiamo i bambini a lavorare insieme per sistemare gli oggetti nell’ambiente in miniatura
– mettiamo i cartellini in tre mazzetti: uno per i soggetti, uno per gli oggetti e uno per le preposizioni
– chiediamo a un bambino di scegliere un cartellino per tipo
– chiediamo quindi al bambino di comporre i cartellini in modo logico e di sistemare gli oggetti citati come indicato dalla preposizione, ad esempio IL MAIALE ROSA VICINO AL CAVALLO MARRONE, IL SILO GRIGIO DIETRO ALL’ASINO GRIGIO, IL TORO FORZUTO A LATO DELL’ALBERO VERDE, IL BEL CAVALLO VICINO AL FIENILE ROSSO, ecc.

– invitiamo a turno tutti i bambini a svolgere l’esercizio come descritto
– al termine chiediamo ai bambini di registrare l’attività sui loro quaderni di grammatica disegnando il corretto simbolo grammaticale su ogni parola.

Scopo:
– fare pratica con l’uso delle preposizioni.

Età:
– dai 6 anni.

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Il gioco della fattoria per la preposizione
Presentazione 5

Le locuzioni preposizionali sono combinazioni fisse di due o più parole che costituiscono unità con funzioni e significati simili a quelli delle preposizioni. Servono, come le preposizioni, a mettere in relazione altri costituenti della frase, segnalando una serie di possibili rapporti di posizione, di tempo, di causa, di mezzo, di modo, di fine, ecc.

Materiali:
– ambiente in miniatura
– cartellino-titolo LOCUZIONI PREPOSIZIONALI
– cartellini-soggetto (articolo, aggettivo, nome di animale) e cartellini- oggetto (aggettivo, nome di luogo) grigi e cartellini delle preposizioni in verde (serie C)

Presentazione:
–  invitiamo un piccolo gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– diciamo ai bambini che oggi avranno l’opportunità di imparare qualcosa di nuovo sulle preposizioni
– mettiamo gli oggetti della fattoria sul piano di lavoro
– prendiamo due cartellini grigi, ad esempio IL CANE MARRONE e IL FIENILE GIALLO
– mettiamo il cane davanti al fienile e invitiamo un bambino a finire la frase con una preposizione che esprima dove si trova il cane in relazione al fienile, cioè DAVANTI AL

– ora spostiamo il cane davanti al fienile e chiediamo ai bambini: “Adesso dov’è il cane?”. Risponderanno che è DAVANTI AL fienile

– mettiamo la preposizione tra i due cartellini grigi
– chiediamo a un bambini di leggere i cartellini IL CANE MARRONE DAVANTI AL FIENILE GIALLO

– ora spostiamo il cane DI FIANCO AL fienile. Chiediamo ai bambini: “Ora dov’è il cane?”
– spostiamo la prima preposizione in basso per fare spazio alla nuova preposizione

– chiediamo a un bambino di leggere i cartellini
– ripetiamo con altre preposizioni

– diciamo: “Queste preposizioni si chiamano locuzioni preposizionali perchè sono formate da più parole che indicano insieme il rapporto tra un oggetto e un altro”
– invitiamo i bambini a continuare a lavorare da soli utilizzando i cartellini preparati per l’esercizio e l’ambiente in miniatura
– al termine chiediamo ai bambini di registrare 3 o 5 frasi sui loro quaderni di grammatica.

Scopo:
– classificare le preposizioni
– riconoscere e usare le locuzioni preposizionali.

Età: dagli 8 anni.

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Presentazione 6
Per i soli rapporti di posizione nello spazio

Ad un primo livello possiamo scegliere di lavorare alla preposizione soltanto con le preposizioni che indicano una relazione nello spazio. Gradualmente possiamo aggiungere gli altri tipi di relazione, che il bambino conoscerà poi meglio grazie agli esercizi con la scatola grammaticale IV e gli esercizi di classificazione.

Materiali:
ambiente in miniatura
– frasi preparate serie B (soggetto + preposizione + oggetto)
simboli grammaticali.

Presentazione:
– mostriamo ai bambini i cartellini preparati
– mostriamo ai bambini come utilizzarli: si prende una frase, si legge e si mette sul piano di lavoro
– si sistemano gli oggetti nominati come indicato nella frase
– si aggiungono i simboli grammaticali su ogni parola della frase
– al termine del gioco ogni bambino scriverà sul suo quaderno di grammatica il titolo “La preposizione” e copierà tre o cinque frasi usate nell’esercizio, disegnando su ogni parola i simboli grammaticali appropriati.

Per la preparazione di questo esercizio comporremo frasi con le preposizioni: su, in, dentro, in cima a, sopra, contro, lungo, davanti a, avanti, dietro a, sotto, al di là di, di qua da, accanto, oltre a, in mezzo a, vicino a, insieme, all’interno, di fronte a, a fianco di,  lontano da, vicino, fuori, accanto, di fianco a,  con, prima, dopo, presso, verso, oltre, lungo, contro.

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Presentazione 7

Materiali:
ambiente in miniatura
– cartellini serie A della famiglia del nome in grigio, cartellini-preposizione in verde
simboli grammaticali.

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno all’ambiente in miniatura
– diciamo: “Conosciamo bene gli articoli, gli aggettivi, i nomi e i verbi. Oggi faremo qualcosa di nuovo con le preposizioni”
– invitiamo i bambini a sistemare l’ambiente in miniatura
– distribuiamo i cartellini delle famiglie dei nomi. Invitiamo i bambini a leggere i cartellini e metterli accanto agli oggetti corrispondenti
– distribuiamo i cartellini-preposizione. Invitiamo i bambini a scegliere due famiglie del nome. Il bambino mette la preposizione tra i due oggetti e legge
– il bambino posiziona i due oggetti come indicato dai cartellini, ad esempio IL CAVALLO MARRONE VICINO AL MAIALINO PIGRO e aggiunge sopra ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente
– ogni bambino ripete l’esercizio con altri cartellini e altri oggetti
– i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali su ogni parola
– il bambino può eseguire l’esercizio in modo indipendente quando lo desidera nei giorni seguenti

Materiali
Per esercitarsi con l’ambiente in miniatura prepariamo quattro serie di cartellini delle preposizioni:
– semplici
– articolate
– improprie
– locuzioni preposizionali.
Possiamo inoltre preparare frasi pronte con soggetto, preposizione e oggetto che riguardino gli oggetti in miniatura, simili a comandi, ad esempio:
METTI IL CAVALLO MARRONE ACCANTO AL MAIALINO ROSA
METTI IL TORO NEL RECINTO ROSSO
ecc.

Scopo:
– comprendere la funzione della preposizione
– conoscere i tipi di preposizione.

Età: dai 6 anni.

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Il gioco della fattoria per la preposizione
Materiale pronto in formato pdf

– trovi la mia versione di Fattoria Montessori stampabile, completa di cartellini (parole singole per ogni parte del discorso) qui: FATTORIA E CARTELLINI

– le serie A, B e C per la lavorare con la fattoria e la preposizione sono scaricabili qui:

cartellini serie A, B, C corsivo

cartellini serie A, B, C stampato minuscolo

Incastro del planisfero Montessori

Incastro del planisfero Montessori con presentazioni ed esercizi per bambini a partire della scuola d’infanzia e primaria.

L’incastro del planisfero utilizzato è offerto da Boboto:

Dai 3 ai 6 anni facciamo leva sulle caratteristiche della mente assorbente e della caratteristica sensibilità per il linguaggio per stimolare l’interesse del bambino verso la geografia, gettando le basi per la costruzione di un linguaggio tecnico connesso alla materia di studio.
In questo periodo i bambini interiorizzano molte informazioni sulla geografia facilmente e in modo gioioso, ad esempio i termini per indicare le zone di terraferma e quelle d’acqua, i nomi dei continenti, dei paesi, ecc.
Così, quando il bambino avrà bisogno di utilizzare questi termini per i suoi studi, nella scuola primaria, avrà già grande familiarità con essi. Questi termini saranno inoltre legati ad esperienze di successo e verranno visti dal bambino con simpatia e non con ostilità. Sarà sufficiente un breve riassunto perchè il bambino recuperi ciò che ha imparato quando era più piccolo.
E’ quindi bene che i bambini nella scuola d’infanzia entrino in contatto con i termini geografici: Equatore, Tropico del Cancro e del Capricorno, fasce climatiche, caratteristiche fisiche della terra e dell’acqua, nomi di continenti, paesi, stati, province e città, tipi di abitazioni, cibo, costume, movimenti delle persone, flora, fauna, produzioni tipiche, trasporti…
Nella scuola primaria questo lavoro verrà approfondito aggiungendo sempre più dettagli.
Possiamo dire che mentre nella scuola d’infanzia il bambino entra in contatto con i fatti, nella scuola primaria esplora le ragioni che stanno dietro i fatti e le relazioni tra i fatti.

Nella scuola d’infanzia l’apprendimento quindi si realizza attraverso esercizi pratici (ad esempio con le forme della terra e dell’acqua) ed esercizi sensoriali (ad esempio con gli incastri del planisfero, dei continenti, dei paesi ecc…).

La geografia col metodo Montessori viene presentata, come tutte le altre materie d’insegnamento, in risposta a un bisogno del bambino: in questo caso si tratta del bisogno di comprendere la loro posizione nel mondo in relazione alle loro storie personali e di viaggio.

La didattica Montessori dà molta importanza all’insegnamento della geografia, a partire da un’età molto precoce. Questo può sorprendere gli osservatori, soprattutto perchè la maggior parte dei programmi in età prescolare non comprendono la geografia. Nella didatta Montessori la geografia rappresenta un auto dato ai bambini per sviluppare una comprensione profonda del loro posto nell’universo. Il concetto chiave è quello di “educazione cosmica”.

Incastro del planisfero Montessori
Presentazione 1 

Materiali:
– incastro del planisfero Montessori
– globo colorato
– tappeto
– un mappamondo gonfiabile o una pallina di creta, plastilina o pasta di sale
– planisfero di controllo muto.

Presentazione:
– mostriamo ai bambini il globo colorato e ripetiamo insieme i nomi dei continenti. Per farlo possiamo cantarne i nomi, ad esempio, seguendo la melodia di “Fra Martino”, così:
(Fra Martino) – Europa
(campanaro) – Europa
(dormi tu) – Asia Africa
(dormi tu) – Asia Africa
(suona le campane) – America del Nord
(suona le campane) – America del Sud
(din don dan) – Antartide Oceania
(din don dan) – Antartide Oceania
cantando indichiamo i continenti nominati

– mostriamo l’incastro del planisfero, mettendolo sul tappeto accanto al globo colorato
– indicando il globo diciamo: “Questo è il modo in cui vediamo la terra dal cielo. Questa è la terraferma. Questa è l’acqua”
– “Noi viviamo sulla Terra. La Terra è una sfera. Ma per rappresentarla usiamo anche delle mappe, che invece di essere sfere, sono piatte. Infatti è più facile usare mappe piatte, e non a forma di sfera, ad esempio se stiamo facendo un viaggio”
– “Per fare una mappa praticamente dobbiamo appiattire il globo”
– se abbiamo a disposizione il mappamondo gonfiabile sgonfiamolo dicendo : “Guardate. Questa è la terra. Si tratta di una sfera. Ora la abbiamo appiattita”
– se usiamo creta, plastilina o pasta di sale facciamo una pallina, tagliamola in due metà e appiattiamole
– indichiamo l’incastro del planisfero e confrontiamolo con mappamondo sgonfio o con i due dischi di creta o pasta
– con la mano dominante e utilizzando la presa a 3 dita, afferriamo il pomolo e solleviamo l’Europa dicendo: “Questa è l’Europa, dove viviamo noi.”


– mettiamo l’incastro sul tappeto, lungo il margine superiore della tavola


– con l’indice seguiamo il contorno dell’Europa sul planisfero

– prendiamo di nuovo in mano l’incastro dell’Europa e tracciamone i contorni con l’indice
– fatto questo, rimettiamo l’incastro al suo posto nel planisfero
– ripetiamo con gli altri continenti
– mostriamo ai bambini il planisfero di controllo muto
– spostiamo gli incastri dalla tavola al planisfero di controllo, quindi rimettiamoli nella tavola.

Incastro del planisfero Montessori
Presentazione 2

Gli esercizi di geografia e di botanica sono anche esercizi sensoriali, e materiali come il il globo smerigliato e il globo colorato servono a dare un’introduzione concreta e tattile ai principi astratti della Geografia. Continenti e stati sono rappresentati con mappe colorate a incastri mobili. Queste mappe puzzle aiutano il bambino a sentire una connessione diretta tra loro e il mondo che li circonda.

Materiale:

– globo colorato
– incastro del planisfero (i continenti sono negli  stessi colori usati per il globo colorato, ognuno con un pomolo. Gli oceani sono blu e fissati al telaio)
– una pallina di creta o pasta di sale

Presentazione del materiale:
– invitiamo un gruppo di bambini
– portiamo il materiale al tappeto
– prendiamo il globo colorato e chiediamo a un bambino di indicarci un continente o un oceano
– mostriamo l’incastro del planisfero e diciamo: “Anche questa tavola rappresenta la nostra Terra, qui però la vediamo divisa in due metà e appiattita”
– possiamo dimostrare la cosa prendendo una pallina di creta o pasta di sale, tagliandola a metà e appiattendola in due cerchi

Incastro del planisfero Montessori – Presentazione:
– indichiamo un continente sul globo colorato e chiediamo al bambino di mostrarcelo sul planisfero
– invitiamo il bambino a tracciare il contorno del continente sul globo e sul planisfero
– chiediamo al bambino di togliere l’incastro e metterlo sul tappeto
– dopo che il bambino ha lavorato con l’intera mappa possiamo introdurre i nomi degli oceani con delle lezioni in tre tempi

Nomenclatura utilizzata:
I nomi dei continenti

Controllo dell’errore:
– gli incastri

Scopo:
– preparazione allo studio della geografia fisica

Età alla presentazione:
dai 3 anni e mezzo ai 4 anni, dopo il globo colorato

Incastro del planisfero Montessori
Presentazione 3
(imparare i nomi dei continenti con la lezione in tre tempi)

Gli incastri della geografia rappresentano il materiale che introduce il bambino alla conoscenza del mondo in cui vive.
Partendo dall’incastro del planisfero e progredendo attraverso gli incastri dei vari continenti e poi dei paesi, il bambino apprende una notevole quantità di informazioni che gli saranno utili negli anni successivi, e sviluppa interesse verso la geografia. La sua curiosità è costantemente stimolata. Gli incastri della geografia hanno anche uno scopo secondario, che è quello di perfezionare il controllo motorio in previsione dell’utilizzo degli strumenti di scrittura, la motricità fine e la coordinazione occhio-mano.

Incastro del planisfero Montessori – Materiale
– l’incastro del planisfero
– il globo colorato

Incastro del planisfero Montessori – Presentazione:
– inviamo i bambini a partecipare alla presentazione e portiamo il materiale sul tappeto
– mettiamo il globo colorato a sinistra del planisfero
– ripetiamo le nomenclature apprese sul globo colorato
– portiamo l’attenzione del bambino su un continente specifico sul globo e poi mostriamolo sul planisfero
– diciamo: “Anche questa tavola rappresenta la nostra Terra, qui però la vediamo divisa in due metà e appiattita”
– lentamente, utilizzando i pomoli, togliamo tre incastri, cioè tre continenti diversi
– mettiamo gli incastri a fianco della tavola
– reinseriamoli al loro posto, uno ad uno
– togliamo altri tre incastri, mettiamoli a fianco della tavola e chiediamo a un bambino alla volta di reinserirli in modo corretto
– ripetiamo togliendo quattro incastri
– ripetiamo togliendo tutti gli incastri
– ora togliamo tre incastri e nominiamoli, ad esempi dicendo: “Nord America, Oceania, Africa”
– ripetere i nomi: “Nord America, Oceania, Africa”


– chiediamo ai bambini di rimetterli al loro posto, nominandoli, cioè dicendo: “Per favore, rimetteresti a posto l’Africa?”
– quando tutti gli incastri sono di nuovo al loro posto, chiediamo a un bambino di prendere gli stessi tre pezzi, uno per uno, nominandoli, ad esempio dicendo: “Per favore, toglieresti l’incastro dell’Europa?”
– quando i tre incastri sono fuori chiediamo: “Quale continente vorresti rimettere al suo posto?”. Il bambino risponderà col nome di un continente e rimetterà l’incastro corrispondente al suo posto
– ripetiamo questa lezione in tre tempi con gli altri continenti, finché il bambino conoscerà i nomi di tutti e sette.

Incastro del planisfero Montessori – Estensioni


– il bambino può costruire il planisfero all’esterno del bordo della tavola

Incastro del planisfero Montessori – Nomenclatura usata:
Continenti, Nord America, Sud America, Europa, Africa, Asia, Oceania, Antartide.

Incastro del planisfero Montessori – Scopo:
– riconoscimento visivo delle forme dei continenti
– riconoscimento di continenti , oceani, emisferi e della loro relazione gli uni agli altri
– nomenclatura.

Incastro del planisfero Montessori – Controllo dell’errore
Gli incastri.

Incastro del planisfero Montessori – Età
Dai 3 anni e mezzo ai 4 anni

Incastro del planisfero Montessori – Nota
Possiamo presentare anche i nomi degli oceani, ma ricordando che è più importante per i bambini che conoscano i nomi dei continenti.

Incastro del planisfero Montessori
Presentazione 4

Materiali: 
– incastro del planisfero
– planisfero muto di controllo
– globo colorato
– plastilina, creta o pasta di sale

Scopo:
– introdurre il bambino alla rappresentazione piana del nostro mondo
– preparare il bambino per il lavoro sulla geografia successivo
– condurre il bambino verso l’astrazione
– comprendere il passaggio dal tridimensionale al bidimensionale
– discriminare visivamente le forme dei continenti e degli oceani
– rafforzare la mano in preparazione della scrittura.

Età: a partire dai 3 anni

Incastro del planisfero Montessori – Presentazione individuale
– portiamo sul tappeto il globo colorato, l’incastro del planisfero e il planisfero di controllo muto
– diciamo al bambino: “Oggi vedremo insieme come trasformare la mappa della terra, che è una sfera, in una mappa piatta”
– continuiamo dicendo: “E’ importante per gli uomini avere a disposizione una rappresentazione piatta della terra. Intanto è più facile disegnare le cose su un foglio che non su una sfera. Inoltre disegnando la terra su un foglio possiamo vederla tutta intera, mentre se la osserviamo nel globo possiamo vedere soltanto la parte che abbiamo di fronte, mentre l’altra parte rimane nascosta”
– formiamo una pallina con la creta, la plastilina o la pasta di sale. Con uno strumento appuntito (anche una matita) punteggiamo il contorno dell’Africa e mostriamola al bambino confrontandola col globo colorato
– tagliamo la sfera a metà, e appiattiamo le due metà cercando di non rovinare il disegno dell’Africa
– confrontiamo i dischi con gli emisferi sull’incastro del planisfero e diciamo: “Questo è il modo con cui possiamo ottenere una rappresentazione piatta del nostro mondo”
– “Quando abbiamo tagliato la sfera a metà abbiamo ottenuto i due emisferi: orientale e occidentale”
– mostriamo i due emisferi sull’incastro del planisfero e sul planisfero di controllo
– rimuoviamo gli incastri uno alla volta dalla tavola e mettiamoli nella posizione corrispondente sul planisfero di controllo


– al termine rimetterli nell’incastro.

Incastro del planisfero Montessori
Presentazione 5
(planisferi di controllo e cartellini)

Materiali:
– incastro del planisfero
– planisfero di controllo muto
– planisfero di controllo parlato.

Presentazione iniziale:
– mostriamo al bambino come prendere l’incastro dal mobiletto e portarlo sul tappeto o sul tavolo. Il piano di lavoro scelto dovrebbe essere parallelo alla parete nord della stanza. Mettiamo l’incastro nell’angolo in altro a destra del piano di lavoro
– con movimenti lenti e curati togliamo gli incastri dal planisfero e mettiamoli in ordine lungo il margine inferiore della tavola


– quando tutti gli incastri sono stati rimossi, rimettiamoli al loro posto con altrettanta lentezza e cura
– invitiamo il bambino a ripetere l’esercizio
– togliamo nuovamente tutti gli incastri e mescoliamoli. Chiediamo al bambino di riposizionarli sul planisfero
– possiamo mostrare al bambino come seguire i contorni dell’incastro tra le mani e poi quello dello spazio vuoto sul planisfero. Il pezzo va tenuto con la mano non dominante e i contorni vanno tracciati con la mano dominante
– nominiamo i continenti quando prendiamo gli incastri.

Presentazione col planisfero di controllo:
– mettiamo l’incastro del planisfero nell’angolo in alto a sinistra del piano di lavoro, col margine parallelo al muro nord della stanza
– mettiamo il planisfero di controllo a destra della tavola dell’incastro
– rimuoviamo un pezzo e spostiamolo nello spazio corrispondente sul planisfero di controllo
– continuiamo con gli altri pezzi


– rimettiamo i pezzi negli incastri originali
– nominiamo i pezzi.

Incastro del planisfero Montessori – Presentazione con i cartellini:
– mettiamo l’incastro del planisfero nell’angolo in alto a sinistra del piano di lavoro, a destra mettiamo il planisfero di controllo parlato
– disponiamo i cartellini sul piano di lavoro, sotto all’incastro del planisfero


– prendiamo un cartellino e mostriamo al bambino come trovare la parola corrispondente sul planisfero di controllo
– mettiamo il cartellino sul pezzo corrispondente nell’incastro
– continuiamo allo stesso modo con gli altri cartellini

– possiamo usare cartellini colorati negli stessi colori dei continenti al posto della mappa di controllo parlata

Incastro del planisfero Montessori
(schede delle nomenclature e cartellini)

Materiale:
– l’incastro del planisfero
– un cerchio di cartoncino da usare come modello per disegnare gli emisferi
– il globo terrestre III (globo colorato nei colori)
– una pallina di creta
– una mappa di controllo dei continenti
– una mappa dei continenti muta
– cartellini con i nomi dei continenti
– cartellini con i nomi degli oceani
– carte delle nomenclature dei continenti in tre parti (immagine, titolo, definizione)
– libretti dei continenti
– planisfero da parete

I colori usati per i continenti nel globo e negli incastri sono gli stessi. In commercio esistono in due versioni:
– Europa rosa, Asia giallo, America del nord rosso, America del sud rosso, Oceania arancio, Africa marrone, Antartide bianco;
– Europa rosso, Asia giallo, America del nord arancio, America del sud rosa, Oceania marrone, Africa verde, Antartide bianco.

Presentazione 
– indichiamo il globo III (globo colorato)
– diciamo: “Se riuscissimo a tagliare questo globo a metà e appiattire le due metà, otterremmo una rappresentazione della terra come un quadro piatto.
– prendiamo la pallina, tagliamola a metà e appiattiamola
– confrontiamo la pallina appiattita al planisfero
– mettiamo in relazione gli incastri del planisfero con i continenti globo colorato, togliendo gli incastri e verificando la congruenza con i continenti che si trovano sul globo
– ripetiamo i nomi dei continenti indicandoli sul globo
– ripetiamo i nomi degli oceani indicandoli sul globo
– correliamo i nomi dei continenti e degli oceani del globo con gli incastri dei continenti e gli oceani sul planisfero
– distribuiamo tra i bambini gli incastri del planisfero
– ogni bambino inserisce il suo incastro nel planisfero nominando il continente rappresentato
– distribuiamo i cartellini dei nomi dei continenti (i cartellini dell’Asia e dell’Antartide sono doppi  perché presenti in entrambi gli emisferi)


– ogni bambino legge il suo cartellino e lo abbina al continente appropriato
– togliamo i cartellini dei continenti ed esaminiamo i nomi degli oceani
– mettiamo in relazione i nomi degli oceani sul globo ai nomi degli oceani
sul planisfero
– distribuiamo i cartellini degli oceani (i cartellini per l’oceano Atlantico, Pacifico e Artico sono doppi perchè presenti in entrambi gli emisferi)
– ogni bambino legge il suo cartellino e lo abbina all’oceano corrispondente sul planisfero
– togliamo dal planisfero i cartellini degli oceani
– distribuiamo i cartellini di continenti ed oceani insieme


– ogni bambino legge il suo cartellino e lo pone sul continente o sull’oceano corrispondente
– togliamo tutti i cartellini dal planisfero
– mettiamo sul piano di lavoro planisfero muto
– abbiniamo i cartellini dei continenti e degli oceani agli elementi presenti sul planisfero muto
– trasferiamo gli incastri dei continenti dalla tavola al planisfero muto per verificarne l’esattezza
– prendiamo le carte delle nomenclature dei continenti e disponiamo le immagini dei continenti da sinistra a destra
– distribuiamo i titoli tra i bambini e chiediamo loro di abbinarli alle immagini


– leggiamo le definizioni di ogni continente
– distribuiamo le definizioni e chiediamo ai bambini di abbinarle alle immagini dei continenti.
– osserviamo insieme ai bambini il planisfero che abbiamo appeso al muro
– mostriamo ai bambini dove mettiamo il libretto dei continenti e le nomenclature nello scaffale della geografia
– prendiamo le carte delle nomenclature per gli oceani e disponiamo le immagini da sinistra a destra.
– distribuiamo i cartellini dei titoli tra i bambini e chiediamo loro di abbinarle alle immagini


– leggiamo le definizioni di ogni oceano.
– distribuiamo le definizioni e permettere ai bambini di abbinare le definizioni alle immagini
– osserviamo insieme il planisfero appeso alla parete
– mettiamo il libretto degli oceani e le nomenclature nello scaffale della geografia mostrandolo ai bambini

Scopo:
passare da una rappresentazione tridimensionale dei continenti e degli oceani ad una rappresentazione bidimensionale.

Età:
dai sei anni

Incastro del planisfero Montessori
Attività con l’incastro del planisfero 

– mettiamo i continenti dell’incastro del planisfero in un sacchetto del mistero: il bambino cercherà di identificarli al tatto


– abbinare i continenti degli incastri del planisfero ai continenti presenti sul globo colorato
– abbinare gli incastri del planisfero al planisfero muto
– abbinare i cartellini ai continenti sul planisfero
– abbinare i cartellini  agli oceani sul planisfero
– usare il modello di cerchio per disegnare i due cerchi che rappresentano i due emisferi e tracciare i continenti utilizzando gli incastri del planisfero. Etichettare i continenti e gli oceani.
– disegnare i continenti su cartoncini colorati seguendo i contorni degli incastri con la matita e ritagliarli. Mettere i continenti su cerchi di carta disegnati usando il cerchio di cartoncino ed etichettare continenti e oceani


– punteggiare i contorni degli incastri dei continenti su cartoncini colorati

– siccome ritagliare i continenti con le forbici può essere difficile per alcuni bambini, perchè i contorni sono molto irregolari, scegliere di punteggiarli può essere una soluzione migliore. Si può anche optare per una tecnica mista, punteggiando cioè i contorni dei continenti con punti distanziati di circa 0,5 cm e poi usare i fori come guida per le forbici. Mettere i continenti su cerchi di carta disegnati usando il cerchio di cartoncino ed etichettare continenti e oceani


– costruire un libretto dei continenti e degli oceani usando per i disegni gli incastri del planisfero e ricercando informazioni varie


– costruire da soli un planisfero di controllo, colorare i continenti (matite colorate, tempera o acquarello, gessi colorati)
– tracciare i contorni degli emisferi e dei continenti con una matita bianca su un cartoncino di colore scuro. Punteggiare i contorni. Mettere il lavoro sul vetro di una finestra per fare in modo che la luce passi attraverso la punteggiatura


– i planisferi realizzati dai bambino possono essere etichettati con cartellini prestampati, cartellini preparati dai bambini, oppure i nomi possono essere scritti direttamente sul planisfero.

– attività con le nomenclature e i libretti

– questionario sul mondo

Livello III
– questionari sui continenti (uno per ogni continente).

Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori

Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori in formato pdf, che comprendono: cartellini dei continenti, cartellini degli oceani, nomenclature in tre parti dei continenti, libretto dei continenti, nomenclature degli oceani in tre parti, libretto degli oceani, questionario sul mondo, questionari sui continenti (uno per continente), planisferi di controllo e planisfero muto, cerchio per disegnare gli emisferi…

Trovi tutto il materiale qui: 

Questo è il contenuto:

Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori
Cartellini dei continenti colorati con immagine del continente


Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori
Cartellini dei continenti colorati, degli oceani e dei punti cardinali


Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori
Nomenclature in 3 parti dei continenti colorate
(immagine, titolo, definizione)

Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori
Nomenclature in 3 parti dei continenti in bianco e nero
(immagine, titolo, definizione)


Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori
Nomenclature in tre parti dei continenti colorate
(immagine, planisfero e titolo)

Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori
Nomenclature in tre parti degli oceani colorate
(planisfero titolo e definizione) in due versioni

Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori
incastro del planisfero stampabile per realizzare il materiale in proprio e per i planisferi di controllo (parlati, muti, bianco e nero e colorati)

Planisfero di controllo I: una mappa con i continenti colorati e della stessa dimensione dell’incastro del planisfero
Planisfero di controllo II: negli stessi colori e delle stesse dimensioni del primo planisfero, ed ha in più i nomi dei continenti e degli oceani. Completa la tavola un set di cartellini (colorati o in bianco e nero) da usare per etichettare l’incastro del planisfero
Planisfero di controllo III: Un planisfero in bianco e nero. I continenti sono della stessa dimensione dell’incastro del planisfero
Planisfero di controllo IV: uguale al planisfero III ma con l’aggiunta dei nomi. Completa la tavola un set di cartellini da usare con l’incastro del planisfero.
(I planisferi di controllo vengono presentati al bisogno. In seguito possiamo preparare planisferi simili ma di dimensioni ridotte da usare per colorare ed etichettare).


Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori
Cartellini autocorrettivi (questionario sui continenti) e comandi per attività parallele

Qual è il continente il più piccolo del mondo?
Qual è il continente più grande del mondo?
Quali  oceani bagnano l’Africa?
Qual è l’oceano più piccolo?
Quale oceano tocca sia l’America del Nord sia l’Africa?
Attraverso quali continenti passa l’equatore?
Quale continente si trova al polo sud?
Quanti continenti ci sono al mondo?
Quanti oceani ci sono al mondo?
Qual è l’oceano più grande del mondo?
Quali oceani bagnano l’Oceania?
In quale continente viviamo?
Qual è l’oceano più vicino al polo nord?
In quali due luoghi del mondo fa molto freddo tutto l’anno?
Quali continenti bagna l’Oceano Indiano?
Quale oceano tocca sia l’America del Nord sia l’Australia?
Quali oceani bagnano il Sud America?
Quali oceani bagnano l’Europa?


Materiali stampabili per l’incastro del planisfero Montessori
Cartellini questionario sui singoli continenti (tre livelli)
e comandi per attività parallele

Questionario per ogni continente:
Qual è il nome del continente?
In quale emisfero si trova?
Quali mari o oceani bagnano il continente?
Quali continenti confinano con questo continente?
Quanti paesi ci sono in questo continente?
Quali sono i nomi di questi paesi?
Progetti:
Disegna la mappa del continente, poi scrivi i nomi dei paesi, degli oceani e dei mari.
Fai un libretto dei paesi del continente.
Fai un libretto delle bandiere dei paesi del continente.

Questionario per ogni continente II
Qual è lo stato più grande del continente? E il più piccolo?
Quali stati di questo continente sono isole?
Qual è lo stato più a sud? E quello più a nord?
Quali stati si trovano lungo la costa dell’oceano?
Quali stati non sono bagnati da oceani o mari?
Qual è lo stato più popolato?
progetti II
Cerca dei francobolli provenienti dagli stati di questo continente.
Cerca  immagini o articoli che parlino degli stati di questo continente su giornali o riviste.
Individua su una cartina geografica del continente le capitali di ogni stato.
Cerca la bandiera per ogni paese del continente.

Questionario per ogni continente III
Quali sono i principali fiumi e laghi del continente?
Quali sono le catene montuose principali?
Qual è il punto più alto del continente?
Quali animali si trovano nel continente?
Che tipo di vegetazione si trova nel continente?
progetti III
Disegna una cartina del continente che mostri montagne, fiumi e laghi più importanti del continente.
Disegna una cartina del continente che mostri i diversi animali che vi vivono.
Disegna una cartina che mostri la vegetazione che si trova nel continente.

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 Incastro del planisfero: presentazioni ed esercizi qui Incastro del planisfero Montessori

La dimostrazione del teorema di Pitagora col metodo Montessori

La dimostrazione del teorema di Pitagora col metodo Montessori utilizzando le tre tavole.

La dimostrazione del teorema di Pitagora col metodo Montessori

Le neuroscienze ci dicono che la comprensione della matematica presenta aspetti sia geometrico-percettivi sia simbolico-linguistici ed è necessario allenare il cervello a usare contemporaneamente entrambe le aree cerebrali.

Spesso la matematica è presentata ai bambini in modo puramente “linguistico”, come una lista di istruzioni da memorizzare. La memoria linguistica è molto potente e durevole, quindi i bambini inizialmente imparano con poco sforzo, ma quando la quantità di formule da memorizzare diventa eccessiva, la matematica diventa per loro materia arida e incomprensibile.

Per questo è necessario insegnare la matematica prima di tutto attraverso stimoli di tipo percettivo-sensoriale, soprattutto attraverso le mani, perché le aree cerebrali che ci permettono i movimenti fini sono molto vicine a quelle che ci fanno percepire le forme geometriche e le quantità approssimate.

Il materiale usato per la presentazione è offerto da:

I due testi fondamentali per l’insegnamento della matematica col metodo Montessori sono “Psicoaritmetica” e “Psicogeometria”, pubblicati per la prima volta nel 1934 in spagnolo quando l’autrice, a causa delle persecuzioni del fascismo, si trovava in esilio a Barcellona.
Le tesi esposte nelle due pubblicazioni, messe a confronto con le recenti scoperte delle neuroscienze, evidenziano marcati elementi di sintonia e attualità.

Prendiamo ad esempio il teorema di Pitagora: la sua formulazione “linguistica” recita che “in un triangolo rettangolo l’area del quadrato costruito sull’ipotenusa è uguale alla somma delle aree dei quadrati costruiti sui cateti”.
Lo sforzo per la memoria linguistica è modesto, dunque si tende a partire dall’enunciato del teorema, presentando la sua dimostrazione, e poi si fanno seguire gli esercizi.
L’idea montessoriana è diversa, ed è molto semplice: bisogna partire dalle “cose”, cioè dalle rappresentazioni concrete degli oggetti geometrici.

Non fu dalle cose, che i primi geometri trassero le loro conoscenze? Non furono corrispondenze e relazioni tra cose, che stimolarono qualche mente attiva e interessata a formulare degli assiomi e quindi dei teoremi?
“Il modo con cui un concetto è stato compreso per la prima volta dagli esseri umani è il modo naturale per presentare quel concetto ai bambini”.
Maria Montessori

Sulla base di questa idea Maria Montessori introdusse nei due testi un’enorme quantità di materiali, che con la loro muta eloquenza permettono ai bambini di scoprire, in modo indipendente, la geometria e l’aritmetica.

Nella scuola tradizionale lo studio del teorema di Pitagora rappresenta spesso un grosso scoglio da superare per i bambini, tanto che era chiamato “il ponte degli asini” (asino, si sa, era l’epiteto usato per gli studenti meno brillanti). Quando interrogati, gli studenti dovevano illustrare la dimostrazione del teorema disegnandola alla lavagna. Quelli che erano in grado di farlo avevano memorizzato sia il teorema sia la sua dimostrazione, ma erano in pochi quelli che l’avevano realmente compreso. Disegnando linee i bambini riproducono parallelogrammi equivalenti a quadrati, e rettangoli equivalenti a parallelogrammi e spiegano le ragioni dell’equivalenza. Le linee sulla lavagna si moltiplicano e alla fine il tutto diventa un labirinto che rispecchia il labirinto che c’è nella mente del bambino.
Anche se il postulato che recita: ‘Il quadrato costruito sull’ipotenusa è uguale alla somma dei quadrati costruiti sui sue altri lati’ è ben fissato nella mia mente, devo confessare che la prima volta che lo ho realmente compreso è stata quando ho visto la dimostrazione fatta con gli incastri delle tavole di Pitagora a bambini di 8 anni. Ma nella mente di tutte le persone a cui l’ho chiesto, il famoso teorema si riferisce soltanto ai quadrati. Nessuna altra figura geometrica gode dello stesso privilegio. Noi siamo in grado di utilizzare tutte le figure, purché esse siano equivalenti.
Questo è un esempio di cosa succede quando il bambino è liberato dalla schiavitù dei libri di testo e il suo potenziale intellettivo è stimolato e aiutato attraverso chiavi di conoscenza che gli permettono di investigare e creare con gioia ed entusiasmo.
I contenuti del programma scolastico sono coperti, ma se ne aggiungono molti altri ancora, e tutto con la piena comprensione e la gioia di imparare di una mente che ricerca e che vede le relazioni tra le cose.
Ciò accade non solo per quanto riguarda la geometria, ma anche per quanto riguarda il resto della matematica. Non è questo anche l’obiettivo dei sostenitori della nuova matematica?
Mario Montessori – Communications 1 (1969)

La dimostrazione del teorema di Pitagora col metodo Montessori

Il materiale per il teorema di Pitagora è composto da 3 tavole con pezzi ad incastro blu, rossi, gialli e bianchi.

Le tre tavole  rappresentano tre casi del teorema:
– primo caso (TAVOLA I): i due cateti sono uguali
– secondo caso (TAVOLA II): i due cateti stanno in proporzione 3:4 tra loro
– terzo caso (TAVOLA III): caso generale (la dimostrazione Euclidea).

La tavola 1 serve ad una dimostrazione del teorema a livello principalmente sensoriale.

La dimostrazione del teorema di Pitagora col metodo Montessori

TAVOLA I
i due cateti sono uguali

Per la prima dimostrazione abbiamo una cornice che corrisponde a uno spazio complesso, cioè:
– un triangolo rettangolo isoscele bianco
– lo spazio corrispondente ai quadrati costruiti sui tre lati:

Nel centro è collocato il triangolo bianco. Il resto del materiale è costituito dal quadrato diviso in otto triangoli a mezzo delle due diagonali e delle due mediane:

La dimostrazione del primo caso è estremamente intuitiva. In questo incastro:

– i due quadrati dei cateti sono divisi per mezzo della diagonale in due triangoli
– il quadrato dell’ipotenusa è diviso in quattro triangoli per mezzo di due diagonali.

Gli otto triangoli sono tutti uguali tra loro, quindi:
– i triangoli dei due cateti possono entrare nel quadrato dell’ipotenusa
– i quattro triangoli dell’ipotenusa possono riempire i due quadrati dei cateti.

Gli spostamenti sono molto divertenti, anche perchè i triangoli dei due cateti hanno lo stesso colore, mentre i quattro triangoli dell’ipotenusa hanno un colore diverso.
E’ facile vedere che i triangoli gialli e gli altri blu, fanno tra loro un quadrato col lato uguale al cateto di quello posto nel centro della cornice.
Gli altri 4 triangoli rossi, disposti in modo che i vertici siano tutti uniti al centro e le ipotenuse al di fuori, formano un quadrato, il cui lato corrisponde all’ipotenusa del triangolo che sta nella cornice.
Così gli 8 triangoli si possono collocare nella cornice riempendo tutto lo spazio, e dimostrando questo primo caso del teorema di Pitagora.
Con questa dimostrazione siamo partiti da un fatto noto, cioè il teorema di Pitagora, e da una cornice vuota che lo rappresenta; e abbiamo dimostrato il teorema riempiendo i vuoti della cornice.

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La dimostrazione del teorema di Pitagora col metodo Montessori

TAVOLA I – Presentazione 1
Esplorazione sensoriale del teorema di Pitagora

Mostriamo il materiale dicendo:
– “Le figure a destra della tavola mostrano i quadrati dei due lati del triangolo rettangolo isoscele, divisi a metà dalla linea diagonale, così da formare 2 triangoli interni per ogni quadrato, uno giallo e uno blu”
– “Il quadrato dell’ipotenusa è diviso da due linee diagonali , così da formare 4 triangoli interni rossi”
– “Gli 8 triangoli totali (2 gialli, 2 blu e 4 rossi) sono tutti identici, quindi con i triangoli gialli e blu dei quadrati dei cateti possiamo riempire lo spazio occupato dai 4 triangoli rossi del quadrato dell’ipotenusa”


– “Viceversa possiamo usare i 4 triangoli rossi per occupare lo spazio dei quadrati blu e giallo dei cateti”.

La sostituzione di questi differenti pezzi mobili è molto interessante, anche perchè presentano colori differenti. L’esercizio inoltre ricorda gli esercizi di equivalenza fatti con gli incastri delle frazioni.

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La dimostrazione del teorema di Pitagora col metodo Montessori

TAVOLA I – Presentazione 2

Materiale:
– tavola del teorema di Pitagora I

Presentazione:
– osserviamo lo schema di figure a destra della tavola
– rimuoviamo il triangolo bianco e chiediamo ai bambini: “Che tipo di triangolo è?”. E’ un triangolo rettangolo isoscele

– rimettiamo al suo posto il triangolo bianco indichiamo i quadrati. Chiediamo ai bambini: “Cosa sono?” Sono quadrati
– diciamo ai bambini: “Oggi conosceremo insieme la relazione tra quadrati e triangoli.”
– indichiamo i lati del triangolo e facciamo notare che i quadrati adiacenti ai lati del triangolo hanno la loro stessa lunghezza
– Chiediamo: “Quale lato del triangolo ha la stessa lunghezza del triangolo grande rosso?” L’ipotenusa
– indichiamo l’ipotenusa e diciamo: “L’ipotenusa ha la stessa lunghezza del quadrato rosso”
– esaminiamo i pezzi per mostrare le loro equivalenze


– passiamo allo schema di figure a sinistra della tavola e diciamo: “Questi sono gli stessi quadrati divisi da diagonali. Ci sono molte equivalente tra le figure dello schema”
– rimuoviamo interamente il quadrato rosso (formato da 4 triangoli) e incoraggiamo i bambini a notare che è equivalente alla somma dei quadrati gialli e blu combinati
– nota altre equivalenze, ad esempio che il quadrato giallo è metà del quadrato rosso, come ne è la metà anche il quadrato blu


– al termine dell’esperienza, diamo la regola: “Nel triangolo rettangolo, la somma del quadrato costruita sui cateti è uguale al quadrato costruito sull’ipotenusa”.

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La dimostrazione del teorema di Pitagora col metodo Montessori

TAVOLA I – Presentazione 3

Introduzione:
– diamo ai bambini qualche semplice informazione su Pitagora, dicendo che fu un grande matematico dell’Antica Grecia, nato nell’isola di Samo nel 500 aC. Egli fondò la sua scuola a Crotone (Italia meridionale), che era allora parte della Magna Grecia
– troviamo Pitagora nella linea del tempo.
Questa breve introduzione è molto utile perchè richiama il nome del materiale, cioè la tavola del teorema di Pitagora; inoltre il collegamento con la storia fa sentire ed apprezzare ai bambini il proprio legame con gli uomini del passato.

Presentazione

Primo passaggio: sostituzione dei pezzi:
– iniziamo con la tavola contenente tutti i pezzi già disposti nel modo corretto per dare una prima forte impressione

– togliamo tutti i pezzi dal primo schema


– prendiamo i pezzi dell’altro schema e mettiamoli nelle cornici del primo, cioè muoviamo i pezzi da un lato all’altro


Secondo passaggio:
– dallo schema nel quale i quadrati sono divisi dalle diagonali formando i triangoli colorati, togliamo i triangoli gialli e quelli blu. Chiediamo a un bambino di riempire i due quadrati dello schema a sinistra utilizzando i quattro triangoli rosso che formano il quadrato grande

– i triangoli rossi che erano sull’ipotenusa del triangolo bianco sono stati distribuiti in due quadrati posati sugli altri due lati (cateti) del triangolo bianco

– ora con i triangoli blu e gialli riempiamo lo spazio lasciato libero dai triangoli rossi: tutto ciò che era costruito sui cateti ora si trova sull’ipotenusa.

Applicazione del teorema:
– la somma dei quadrati costruiti sui cateti di un triangolo rettangolo è uguale al quadrato costruito sull’ipotenusa dello stesso triangolo.

Note:
– i triangoli dello schema sono tutti triangoli isosceli.

Scopo diretto:
– introduzione sensoriale al materiale
– preparazione per gli incastri seguenti

Età:
– dagli 8 anni.


Teorema di Pitagora col metodo Montessori
TAVOLA II
i due cateti sono in proporzione 3:4 

Nell’incastro i tre quadrati sono riempiti con quadratini di tre diversi colori. Il loro numero è:
– nel quadrato del cateto minore 3² = 9
– nel quadrato del cateto maggiore 4² = 16
– nel quadrato dell’ipotenusa 5² = 25.
In questo caso speciale calcolando le lunghezze dei lati per se stesse, si ha il numero di quadrati che riempiono le superfici, cioè:
3 x 3 =   9 quadrati
4 x 4 = 12 quadrati
5 x 5 =  25 quadrati
e quindi 25 = 16 + 9.

Siccome i quadratini relativi al quadrato di ogni lato sono di colore diverso, si possono disporre a disegni vari i quadratini corrispondenti ai due cateti, nel quadrato dell’ipotenusa.
Allora gli spazi relativi ai quadrati dei due cateti restano riempiti coi quadratini relativi all’ipotenusa, e rimanono di colore uguale i quadrati dei cateti.

La dimostrazione del teorema di Pitagora col metodo Montessori
Tavola II – Presentazione 1

Il gioco degli spostamenti è evidente:
– i due quadrati dei cateti possono essere riempiti completamente con i quadratini dell’ipotenusa, diventando dello stesso colore
– il quadrato dell’ipotenusa può essere composto in due colori creando bei disegni.

Così rimane materialmente ed esteticamente dimostrata la relazione pitagorica cambiando i quadratini mobili negli spazi della cornice che si trova nel materiale.

Tavola II – Presentazione 2

Materiale:
– tavola del teorema di Pitagora II

Presentazione:
– rimuoviamo dalla tavola il triangolo bianco e chiediamo ai bambini: “Che tipo di triangolo è?” E’ un triangolo rettangolo scaleno
– diciamo: “Questa è un’altra dimostrazione della teoria di Pitagora”.
– diciamo: “In questa tavola i quadrati sono divisi in quadratini tutti uguali. Possiamo usarla per verificare che la somma dei quadrati dei lati è uguale al quadrato dell’ipotenusa. “
– chiediamo l’aiuto dei bambini per inserire tutti i quadratini blu e gialli nella cornice quadrato grande e i quadratini rossi nelle cornici dei quadrati medio e piccolo:


– chiediamo ai bambini cos’hanno scoperto e chiediamo se quello che abbiamo fatto con i quadratini colorati può essere scritto
– facciamolo insieme:


– dopo essersi esercitati con la tavola i bambini possono risolvere problemi detti a voce, ad esempio possiamo dare la misura dell’ipotenusa e di un lato di un triangolo, e i bambini devono trovare la lunghezza dell’altro lato.

La dimostrazione del teorema di Pitagora col metodo Montessori – Nota:
Si tratta della terna pitagorica. Una terna pitagorica è una terna di numeri naturali , , tali che . Il nome viene dal teorema di Pitagora, da cui discende che ad ogni triangolo rettangolo con lati interi corrisponde una terna pitagorica e viceversa.

Tavola II – Presentazione 3

Materiale:
– tavola del teorema di Pitagora II

Presentazione:
– mostriamo il materiale e diciamo: “Qui i numeri magici sono 3, 4 e 5”
– “In questa figura i tre quadrati sono riempiti con piccoli quadratini tutti uguali e in differenti colori”
– con questo materiale il gioco delle sostituzioni viene spontaneo, per cui basta invitare il bambino a sperimentare il materiale in tutte le possibili combinazioni
– facciamo notare che i due quadrati costruiti sui due cateti (giallo e blu) possono essere interamente riempiti con i quadratini rossi del quadrato costruito sull’ipotenusa


– facciamo notare anche che i quadratini giallo e blu insieme possono riempire lo spazio occupato dal quadrato rosso
– facciamo notare che il triangolo bianco centrale è un triangolo rettangolo scaleno.

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La dimostrazione del teorema di Pitagora col metodo Montessori – Tavola II – Presentazione 4

Materiali:
– tavola del teorema di Pitagora II: tavola nella quale i lati del triangolo sono in proporzione 3:4. In questo caso c’è un solo schema sulla tavola. Il triangolo bianco è un triangolo rettangolo scaleno.

Presentazione:
– per prima cosa contiamo i pezzi. Questa tavola aggiunge elementi di aritmetica agli elementi sensoriali. Evidenziamo che il triangolo bianco centrale è un triangolo scaleno
– togliamo dallo schema tutti i quadratini gialli e tutti i quadratini blu. Proviamo a riempire gli spazi vuotati con i quadratini rossi
– al termine ci troveremo con lo spazio per il quadrato dell’ipotenusa vuoto. Riempiamo questo spazio con i quadratini gialli e con quelli blu
– nel fare questa operazione si possono ottenere combinazioni di giallo e blu molto interessanti


– contiamo i quadratini. Possiamo scrivere il conteggio così:

– la somma dei quadrati costruiti sui lati di un triangolo rettangolo è uguale al quadrato costruito sull’ipotenusa dello stesso triangolo.

Teorema di Pitagora col metodo Montessori
TAVOLA III
caso generale

In ogni triangolo rettangolo il quadrato costruito sull’ipotenusa è equivalente alla somma dei quadrati costruiti sui cateti.
Il materiale che serve a questa dimostrazione Il terzo incastro è di difficile descrizione e si presta a un notevole esercizio intellettuale.
Il materiale originale prevedeva una tavola 44 x 24 cm, con quattro incavi rettangolari ai due lati e al centro la cornice che, per la sua determinazione di forma, presenta appunto un teorema già stabilito, che bisogna dimostrare.

I pezzi mobili possono formare varie combinazioni per dimostrare vari principi del teorema, e cioè:
– due quadrilateri aventi base uguale e altezza uguale sono equivalenti
– due figure equivalenti a una terza figura sono equivalenti tra loro.
Occorre dimostrare che la somma dei due rettangoli equivale alla somma  dei quadrati costruiti sui cateti. La dimostrazione materiale si fa con lo spostamento delle figure.

Nell’incastro in posizione normale:

– il quadrato dell’ipotenusa è diviso in due rettangoli
– il secondo lato è determinato dalle divisioni dell’ipotenusa, su cui cade l’altezza del triangolo abbassata dal vertice opposto.

Nel materiale troviamo anche due romboidi che presentano:
– un lato uguale al lato del quadrato piccolo
– un lato uguale al lato del quadrato grande
– un lato uguale all’ipotenusa.

L’altezza minore dei due romboidi corrisponde all’altezza (o lato minore) dei rettangoli.

L’altezza maggiore corrisponde ai lati dei quadrati dei cateti:

Non è necessario che il bambino conosca già tutte queste corrispondenze dimensionali: vedrà dei pezzi a incastro rossi blu e gialli, e semplicemente li sposterà inserendoli negli incavi della tavola.

A far ragionare il bambino sul teorema è il suo agire materialmente inserendo i pezzi mobili sui fondi della tavola, e non la conoscenza astratta delle corrispondenze dimensionali dei lati e delle altezze delle figure geometriche.
In questo modo l’esercizio diventa molto semplice e interessante, e il materiale si presta dare diverse dimostrazioni.

TAVOLA III – Presentazione 1

– Partiamo dall’incastro riempito normalmente:

– togliamo prima i due rettangoli dell’ipotenusa e mettiamoli nei lunghi incavi laterali della tavola
– facciamo scorrere verso il basso il triangolo bianco fino a che l’ipotenusa tocca il lato inferiore del quadrato. Rimane vuoto, al di sopra del triangolo, uno spazio che evidentemente equivale al quadrato. Questo spazio vuoto equivale evidentemente al quadrato. Esso ha la forma di uno strano poligono a sei lati, però prolungando la linea corrispondente all’altezza del triangolo, subito si capisce che lo spazio si può dividere in due romboidi, uno maggiore e uno minore.
– riempiamo lo spazio rimasto coi due romboidi giallo e blu: le due figure riempiono perfettamente lo spazio.

Vediamo così che è sempre lo stesso spazio riempito:
– prima con 1 triangolo + 2 rettangoli
– poi con 1 triangolo + 2 romboidi.

Questo dimostra che la somma dei due rettangoli (quadrato dell’ipotenusa) è equivalente alla somma dei due romboidi.

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TAVOLA III – Presentazione 2

Consideriamo poi i romboidi invece dei rettangoli, per dimostrare la loro equivalenza coi due quadrati sui cateti:
– cominciamo dal quadrato maggiore e partiamo dall’incastro in posizione normale:

– consideriamo lo spazio occupato dal triangolo e dal quadrato maggiore: per farlo togliamo i pezzi e vuotiamolo
– riempiamo lo spazio vuotato con il triangolo e il quadrato grande in posizione normale
– ora togliamo il quadrato del cateto maggiore (giallo)
– facciamo scorrere nello spazio vuoto il triangolo, fino a che il vertice del suo angolo retto si incastra nello spazio di un angolo retto lasciato vuoto dal quadrato: il cateto maggiore corrisponde al lato sterno del quadrato perchè tutti i lati del quadrato spostato sono uguali al cateto maggiore
– è evidente che lo spazio che resta vuoto dopo aver inserito il triangolo è equivalente al quadrato portato via. Questo spazio vuoto ha la forma di un romboide: uno dei suoi lati corrisponde all’ipotenusa e l’altro al lato del quadrato, cioè al cateto maggiore del triangolo
– inseriamo nello spazio il romboide grande giallo:

– allo stesso modo possiamo considerare anche lo spazio occupato dal triangolo e dal quadrato minore: per farlo togliamo prima il quadrato del cateto minore
– facciamo scorrere nello spazio vuoto il triangolo, fino a che il vertice del suo angolo retto si incastra nello spazio di un angolo retto lasciato vuoto dal quadrato: il cateto minore corrisponde al lato sterno del quadrato perchè tutti i lati del quadrato spostato sono uguali al cateto minore
– è evidente che lo spazio che resta vuoto dopo aver inserito il triangolo è equivalente al quadrato portato via. Questo spazio vuoto ha la forma di un romboide: uno dei suoi lati corrisponde all’ipotenusa e l’altro al lato del quadrato, cioè al cateto minore del triangolo
– inseriamo nello spazio il romboide piccolo blu:

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TAVOLA III – Presentazione 3

Con queste attività vogliamo dimostrare le equivalenze tra i romboidi e i rettangoli e tra i romboidi e i quadrati, utilizzando gli incavi lunghi che si trovano ai lati della tavola. Questi incavi dimostrano che i pezzi hanno la stessa altezza.

– Partiamo dall’incastro in posizione normale:

– togliamo i due rettangoli che insieme riempiono uno spazio uguale al quadrato costruito sull’ipotenusa e mettiamoli insieme con i rombi negli incavi di sinistra (i maggiori nell’incavo più largo e i minori in quello più stretto):

Vediamo come le figure incastrate hanno uguale altezza. Basterà poi far combaciare i pezzi secondo la base per verificare l’uguaglianza: dunque le figure sono a due a due equivalenti.

Torniamo poi nella disposizione normale dell’incastro e procediamo allo stesso modo con i quadrati:

Negli spazi paralleli di destra si possono disporre il quadrato grande in fila col romboide grande, disposto però in un altro senso (cioè il senso dell’altezza maggiore).
Allo stesso modo si possono mettere nell’incavo minore di destra il quadrato piccolo e il romboide piccolo: quadrato e romboide hanno la stessa altezza e affiancandoli possiamo verificare che hanno base uguale. Dunque i quadrati e i romboidi sono equivalenti.
I rettangoli e i quadrati, equivalenti ai romboidi, sono perciò equivalenti tra loro.
Il teorema risulta dimostrato.

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TAVOLA III – Presentazione 4

Materiali:
– tavola del teorema di Pitagora III

Presentazione:
– rimuoviamo i rettangoli rossi dal telaio
– facciamo scorrere il triangolo bianco verso il basso e posizioniamo il parallelogramma giallo e blu nel telaio. Facciamo notare ai bambini che i parallelogrammi sono equivalenti ai rettangoli rossi. Rimettiamo i pezzi com’erano nella posizione iniziale
– rimuoviamo il quadrato giallo e facciamo scorrere verso l’alto il triangolo bianco. Mettiamo il parallelogramma giallo nello spazio vuoto. Facciamo notare ai bambini che il parallelogramma giallo è equivalente al parallelogramma giallo. Rimettiamo i pezzi com’erano nella posizione iniziale
– rimuoviamo il quadrato blu e facciamo scorrere verso l’alto il triangolo bianco. Inseriamo nello spazio vuoto il parallelogramma blu. Facciamo notare ai bambini che il parallelogramma blu è equivalente al quadrato blu. Rimettiamo i pezzi com’erano nella posizione iniziale
– diciamo: “Ora sappiamo che i lati di una figura con lati uguali e base uguale sono equivalenti.”
– mostriamo quanto abbiamo detto posizionando il quadrato giallo accanto al parallelogramma giallo confrontando base e altezza
– diciamo ai bambini: “Dal momento che le figure gialle sono equivalenti e il parallelogramma giallo è equivalente al rettangolo rosso, possiamo dire che il quadrato giallo e il rettangolo rosso sono equivalenti?”. Sì
– dimostriamo che il quadrato blu è equivalente al parallelogramma blu.
– diciamo ai bambini: “Poiché il quadrato blu e il parallelogramma blu sono equivalenti, cosa possiamo dire del quadrato blu e del piccolo rettangolo rosso?” Sono equivalenti.

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Tavola III – Presentazione 5

La tavola III, per essere precisi, non dimostra tanto il teorema di Pitagora quanto la teoria di Euclide. Si tratta del famoso teorema del pons asinorum (ponte degli asini) della geometria euclidea che afferma: “Gli angoli opposti ai due lati uguali di un triangolo isoscele sono congruenti“. Si tratta, in sostanza, del contenuto della proposizione 5 nel libro I degli Elementi di Euclide.
Per prima cosa i bambini noteranno che il triangolo centrale dello schema della tavola è un triangolo rettangolo scaleno, uguale a quello usato nella tavola II.

I principi già studiati o suggeriti attraverso gli esercizi sensoriali con le altre tavole e che dimostrano il teorema sono:
– due quadrilateri che hanno base uguale e altezza uguale sono equivalenti
– due figure equivalenti a una terza figura sono equivalenti tra loro
– il quadrato formato sull’ipotenusa è diviso in due rettangoli. La divisione è fatta prolungando perpendicolarmente la linea che va dall’apice del triangolo bianco all’ipotenusa
– nel materiale sono compresi anche due romboidi, ognuno dei quali ha un lato uguale rispettivamente al quadrato grande e al quadrato piccolo dei lati del triangolo bianco, e l’altro lato uguale all’ipotenusa
– le altezze minori dei due romboidi corrispondono alle rispettive altezze (lati corti) dei rettangoli
– il lato maggiore corrisponde rispettivamente al lato del quadrato grande e del quadrato piccolo dei lati del triangolo.

Non è necessario che il bambino conosca tutte queste corrispondenze. Egli vede i pezzi colorati di un inserto e semplicemente lo sposta, mettendolo nelle cornici. Questa attività è ciò che dà al bambino l’opportunità di ragionare sul teorema, e non l’idea astratta delle corrispondenze e delle relazioni tra le figure.

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TAVOLA III – Presentazione 6

Con questa tavola porteremo avanti due dimostrazioni:
– dimostrazione A, basata sul movimento della mano usata per scambiare i pezzi nelle cornici; questo porterà all’applicazione del concetto di equivalenza, in particolare l’equivalenza tra rettangoli e parallelogrammi e l’equivalenza tra quadrati e parallelogrammi
– dimostrazione B,  basata sulle relazioni tra le linee nelle figure equivalenti.

Dimostrazione A:
– rimuoviamo i rettangoli rossi dalla cornice centrale. Proviamo a mettere i parallelogrammi giallo e blu (che si trovano nelle cornici laterali) al loro posto. Ai primi tentativi non ci riusciremo, ma se facciamo scivolare verso il basso il triangolo bianco il gioco è fatto. Questo dimostra l’equivalenza tra i rettangoli rossi e i parallelogrammi giallo e blu
– rimettiamo tutti i pezzi al loro posto. Ora lavoriamo con le figure blu
– proviamo a mettere il parallelogramma blu al posto del quadrato blu: non è possibile
– muoviamo il triangolo bianco verso l’alto e verso destra nello spazio del quadrato blu. Ora il parallelogramma blu potrà essere inserito senza problemi
– facciamo lo stesso con i pezzi gialli
abbiamo così dimostrato la qualità transitiva dell’equivalenza:
A=B
B=C
A=C proprietà transitiva

Dimostrazione B:
– prendiamo il più piccolo dei rettangoli rosi e mettiamolo nella cornice di sinistra con il parallelogramma blu. Lo spazio è lungo abbastanza per i due pezzi. La larghezza della cornice rappresenta rappresenta le altezze delle due figure: le due altezze quindi sono uguali
– mettiamo le due figure fianco a fianco per dimostrare che le basi sono uguali. Due parallelogrammi che hanno la stessa altezza e la stessa base sono equivalenti
– facciamo la stessa cosa con il rettangolo rosso grande e il parallelogramma giallo. Rettangoli e parallelogrammi con la stessa altezza e la stessa base sono equivalenti
– ripetere l’attività con i parallelogrammi e i quadrati blu e giallo. Ora useremo le cornici di destra
– mettendo i pezzi nelle cornici dimostreremo che le altezze sono le stesse
– controlliamo anche la lunghezza delle basi delle due figure affiancando i due pezzi tra loro
– parallelogrammi e quadrati con la stessa altezza e la stessa base sono equivalenti

La dimostrazione del teorema di Pitagora col metodo Montessori – Conclusione:
– prendiamo le figure blu e il rettangolo rosso più piccolo
– il parallelogramma blu ha la stessa altezza e la stessa base del quadrato e del rettangolo rosso. Quindi il quadrato e il rettangolo sono equivalenti
– prendiamo le figure gialle e il rettangolo rosso più grande: esse sono equivalenti.

La dimostrazione del teorema di Pitagora col metodo Montessori – Scopo:
– comprendere il teorema
– risolvere problemi in modo pratico (dopo i 10 anni)

La dimostrazione del teorema di Pitagora col metodo Montessori – Età:
– a livello sensoriale, dopo aver presentato le altre due tavole del teorema di Pitagora (8 anni)
– per applicazioni a problemi geometrici a partire dai 10 anni.

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La dimostrazione del teorema di Pitagora col metodo Montessori

Le preposizioni e l’espressione corretta – Psicogrammatica Montessori

Le preposizioni e l’espressione corretta – Psicogrammatica Montessori. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Materiale:
– cartellini preparati
– cartellini dei titoli: ANIMALI e GRUPPO
simboli grammaticali
– pennarello nero e verde
– cartellini in bianco.

Le preposizioni e l’espressione corretta – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già bene l’articolo, l’aggettivo, il nome e il verbo. Oggi faremo un nuovo esercizio per conoscere meglio la preposizione.  Impareremo anche qualcosa di nuovo sui nomi degli animali quando sono soli e quando sono in gruppo”
– mettiamo lungo il margine superiore del piano di lavoro i due cartellini dei titoli: GRUPPO a sinistra e ANIMALI a destra

– leggiamo il primo nome di animale e mettiamo il cartellino sotto al titolo ANIMALI. Leggiamo il nome del suo gruppo. Mettiamo il cartellino sotto al titolo GRUPPO
– formiamo una colonna verticale con i cartellini degli animali sotto al titolo ANIMALI. Leggiamo tutti i cartellini man mano che li mettiamo sul piano di lavoro

– distribuiamo i cartellini dei gruppi di animali tra tutti i bambini. Ogni bambino legge il suo
– leggiamo il primo nome di animale, ad esempio MAIALINI. Chiediamo: “Chi ha il cartellino col nome del gruppo di questi animali?”. Il bambino che ha il cartellino che si abbina al nome lo legge a voce alta  e lo mette all’interno dello schema sul piano di lavoro, ad esempio UNA FIGLIATA DI
– continuiamo in questo modo con tutti i rimanenti animali e gruppi di animali

– i bambini possono aggiungere altri nomi di animali ed altri gruppi. Per farlo scriviamo i nomi da loro suggeriti su dei cartellini in bianco, usando il pennarello nero
– quando lo schema è completo, i bambini leggono il nome di ogni animale e del suo gruppo
– chiediamo: “Quale preposizione abbiamo usato in queste frasi?”. “La preposizione DI”
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali su ogni parola, a mano libera o utilizzando gli stencil
– i bambini possono continuare ad esercitarsi autonomamente con i cartellini pronti
– i bambini possono scrivere nuovi cartellini per esercitarsi.

Le preposizioni e l’espressione corretta – Scopo:
– comprendere la funzione della preposizione.

Le preposizioni e l’espressione corretta – Età: 6 anni.

Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA

L’INCASTRO DELLA PIANTA. Presentazione ed esercizi per bambini a partire dai 3 ai 5 anni.

L’incastro della pianta utilizzato per la presentazioni è offerto da :

Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA

Materiale:
– incastro della pianta

Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA
Presentazione 1
(presentazione del materiale)

Presentazione
– invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio
– andiamo allo scaffale della botanica e, se lo abbiamo a disposizione,  indichiamo il cofanetto per gli incastri della botanica
– diciamo: “Questo è il cofanetto degli incastri della botanica, e questi sono gli incastri della botanica”
– mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro della pianta e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto
– arrivati al posto diciamo: “Questo è l’incastro della pianta. Su questo incastro noi possiamo vedere le parti della pianta”
–  attiriamo l’attenzione del bambino sugli incastri, e diciamo che si tratta di un materiale molto utile a tutti e che lo maneggeremo  con delicatezza e cura


– mostriamo al bambino come prendere i pezzi in modo corretto utilizzando i pomoli, per rimuoverli dalla tavola
– prendiamo il primo incastro e posiamolo sul tappeto
– chiediamo al bambino di rimuovere i rimanenti incastri e metterli sul tappeto

– dopo aver rimosso tutti i pezzi, prendiamone uno per i pomoli e mostriamo al bambino come riposizionarlo correttamente nell’incastro

– invitiamo il bambino a proseguire l’attività con gli altri incastri
– quando il lavoro è concluso, riponiamo l’incastro della pianta nel cofanetto degli incastri della botanica, se lo abbiamo a disposizione, oppure sullo scaffale della botanica
– incoraggiamo il bambino a prendere dal cofanetto gli incastri dei vegetali e lavorare con essi ogni volta che lo desidera.

Scopo:
– introdurre i nomi delle parti dell’albero
– dare informazioni particolari sulle diverse parti della pianta
– consentire al bambino di confrontare la morfologia della pianta con quella degli esseri umani.
– sviluppare interesse e rispetto verso le piante.

Controllo dell’errore:
– visivo e tattile
– interconnessione degli incastri tra loro

Età consigliata: dai 4 anni

Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA
Presentazione 2
(nominare le parti della pianta)

Materiali:
– incastro della pianta
– alfabeto mobile (facoltativo)
– cartellini della parte della pianta pronti (oppure cartellini in bianco e penna nera).

Nomenclatura utilizzata:  tronco, fogliame, radice principale, radici laterali, radichette, ramo primario, ramo secondario, sistema delle radici.

Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA – Presentazione:
– invitiamo un bambino che ha già lavorato col cofanetto della botanica e chiediamogli di aiutarci a stendere il tappeto e a portare l’incastro della pianta sul piano di lavoro
– togliamo i primi tre incastri nominandoli, cioè dicendo ad esempio: “fogliame, tronco, radici”
– ripetere i nomi: “fogliame, tronco, radici”
– chiediamo ai bambini di rimetterli al loro posto, nominandoli, cioè dicendo: “Per favore, rimetteresti a posto il tronco?”
– quando tutti gli incastri sono di nuovo al loro posto, chiediamo a un bambino di prendere gli stessi tre pezzi, uno per uno, nominandoli, ad esempio dicendo: “Per favore, toglieresti l’incastro del fogliame?”
– fatto questo chiediamo: “Quale parte della pianta vorresti rimettere al suo posto?”. Il bambino risponderà col nome di una parte e rimetterà l’incastro corrispondente al suo posto
– ripetiamo questa lezione in tre tempi con le altre parti della pianta, finché il bambino conoscerà i nomi di tutti gli incastri
– se lo riteniamo efficace, mentre introduciamo i nomi delle parti possiamo darne una breve descrizione
– se il bambino mostra vivo interesse per questo genere di presentazioni, continuiamo nei giorni seguenti, finché non avrà acquisito familiarità con i nomi delle parti della pianta
– per l’esercizio della lettura e della scrittura togliamo un incastro alla volta dalla tavola e componiamo la parola corrispondente con l’alfabeto mobile

(vedi anche la presentazione seguente).

Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA
Presentazione 3
(scrivere i nomi delle parti della pianta)

Materiali:
– incastro della pianta
– alfabeto mobile.

Nomenclatura utilizzata:  tronco, fogliame, radice principale, radici laterali, radichette, ramo primario, ramo secondario, sistema delle radici.

Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA – Presentazione:
– invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio
– andiamo allo scaffale della botanica e, se lo abbiamo a disposizione,  indichiamo il cofanetto per gli incastri della botanica
– mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro della pianta e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto, quindi chiediamogli di portarci anche l’alfabeto mobile
– mettiamo l’alfabeto mobile lungo il margine superiore del tappeto
– mettiamo l’incastro della pianta accanto all’alfabeto mobile
– rimuoviamo il primo pezzo e mettiamolo sul tappeto
– nominiamo la parte della pianta corrispondente
– con l’alfabeto mobile componiamo la parola a destra del pezzo


– continuiamo così con ogni altro pezzo dell’incastro della pianta


– rimettiamo le parti nell’incastro
– rimettiamo le lettere nella scatola dell’alfabeto mobile
– riponiamo il materiale nello scaffale.

Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA

Scopo:
– nominare le parti della pianta
– scrivere il nome delle parti della pianta.

Controllo dell’errore:
– interconnessione degli incastri tra loro.

Età consigliata: dai 4 anni.

Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA
Presentazione 4

Materiale:
– una pianta
– incastro della pianta
– set per le attività con gli incastri della pianta.

Se il bambino è in grado di leggere, scriviamo sui cartellini in bianco i nomi delle parti della pianta ed abbiniamoli agli incastri, oppure introduciamo i cartellini pronti e i fogli di controllo.

I set per le attività con gli incastri della botanica sono molto interessanti perché isolano le singole parti dell’albero, della foglia e del fiore riportando il nome di ogni parte.

Si possono realizzare facilmente anche in proprio riportando i margini dell’incastro in nero su foglio bianco e preparando i cartellini da abbinare. Fogli e cartellini possono essere plastificati.

Per l’incastro della pianta ho preparato:
– foglio di lavoro senza nomi
– foglio di lavoro con nomi
– cartellini dei nomi.

PDF qui:


Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA
Presentazione a (foglio di lavoro con nomi)

– mostriamo una pianta in vaso o andiamo in giardino a guardare un albero
– chiediamo ai bambini di toccarlo, seguirne i margini, annusarlo, guardarlo
– mettiamo sul piano di lavoro l’incastro della pianta
– toccando le parti nominate, ricordiamo insieme i nomi delle parti della pianta che conosciamo e indichiamole sugli incastri
– mettiamo accanto all’incastro della pianta il foglio di lavoro con i nomi

– togliamo un pezzo dell’incastro e poniamolo sul foglio di lavoro
– chiediamo a un bambino di leggere il nome corrispondente sul foglio di lavoro

– procediamo allo stesso modo con tutti i pezzi dell’incastro

– dopo la presentazione i bambini potranno svolgere l’attività in modo indipendente.

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Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA

Presentazione b (foglio di lavoro senza nomi)
– mettiamo sul piano di lavoro l’incastro della pianta
– mettiamo accanto all’incastro della pianta il foglio di lavoro senza nomi

– distribuiamo i cartellini tra i bambini (oppure mettiamoli in ordine sparso sul piano di lavoro)
– togliamo un pezzo dell’incastro e poniamolo sul foglio di lavoro
– chiediamo ai bambini chi pensa di avere il cartellino da abbinare (oppure chiediamo a un bambino di cercarlo tra quelli sul piano di lavoro)

– posizioniamo il cartellino sul foglio di lavoro
– procediamo allo stesso modo con tutti i pezzi dell’incastro

– dopo la presentazione i bambini potranno svolgere l’attività in modo indipendente.

Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA
Attività che possiamo proporre con l’incastro della pianta

Le attività legate all’utilizzo dell’incastro della pianta possono essere di discriminazione visiva, di discriminazione tattile,  di nomenclatura, di preparazione alla scrittura, di lettura; possono coprire varie fasce d’età:
– discriminazione visiva: lavorare con gli incastri; assemblare le parti della pianta su un foglio di controllo; gioco del “Cosa manca”
– discriminazione tattile: gioco del “Cosa manca”, borse del mistero, assemblaggio alla cieca
– preparazione alla scrittura: ricreare l’incastro col ritaglio
– sviluppo del linguaggio: gioco del detective, fogli di controllo e cartelli, nomenclature, definizioni.

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Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA
Lavorare con gli incastri

E’ l’attività più ovvia. Il bambino più piccolo può avere bisogno di procedere per più tentativi ed errori, mentre i più grandi sono in grado di mettere facilmente i pezzi negli incastri.

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Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA
Assemblare la pianta su un foglio di controllo

Una volta che un bambino sa maneggiare gli incastri con facilità nella cornice, può provare a costruire la pianta utilizzando un foglio di controllo.

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Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA
Gioco: “Cosa manca?”

– mettiamo l’incastro  completo davanti al bambino
– chiediamo al bambino di voltarsi o di chiudere gli occhi (oppure bendiamolo), togliamo un pezzo dalla tavola e nascondiamolo
– chiediamo al bambino di guardare e di dirci il nome della parte mancante
– il gioco può essere reso più difficile, togliendo due pezzi invece di uno; oppure chiedendo di rispondere non a voce, ma scrivendo o disegnando la parte mancante
– si potrebbe anche chiedere di riconoscere al tatto la parte mancante (cioè tenendo gli occhi chiusi o con la benda sugli occhi).

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Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA
Incastro alla cieca

Il bambino può ricomporre l’incastro  con gli occhi bendati. Ricordate che è più semplice, all’inizio, se tutti gli incastri sono posizionati ordinatamente a lato della tavola, prima di bendare il bambino.

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Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA
Borsa del mistero

– scegliamo un pezzo dell’incastro e mettiamolo in una piccola borsa del mistero
– il bambino tastando la borsa (oppure bendato) identifica la parte
– si possono anche inserire nella borsa più pezzi alla volta, o anche tutti.

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Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA
Ricreare l’incastro col ritaglio

Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura, e si può rendere più interessante tracciando con la matita i pezzi e poi ritagliandoli, oppure tracciando i pezzi direttamente col punteruolo.

Materiale:
– incastro della pianta
– fogli di carta colorata
– foglio di carta bianca
– matita
– punteruolo o forbici
– colla da carta

Presentazione:
– chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale
– chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo
– mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta colorato e mostriamo come tracciarne il contorno con il punteruolo. Possiamo scegliere di punteggiare interamente il contorno, oppure di fare fori distanti tra loro di circa mezzo centimetro, che serviranno come guida per le forbici
– con l’aiuto dei bambini ritagliamo tutte le parti della pianta nello stesso modo
– al termine componiamo la pianta sul foglio di carta
– incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo
– se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.

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Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA
Ricreare l’incastro col disegno e preparare fogli di controllo da soli

Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura.  Creare il disegno completo dell’incastro è più impegnativo rispetto al collage, perché richiede che il bambino posizioni correttamente i pezzi sul foglio bianco prima di tracciarli.

Materiale:
– incastro della pianta
– foglio di carta
– matita e matite colorate.

Presentazione:
– chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale
– chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo
– mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta e mostriamo come tracciarne il contorno con la matita
– togliamo l’incastro e coloriamo usando lo stesso colore dell’incastro originale
– prendiamo un altro incastro e posiamolo sul foglio nella stessa posizione in cui si trova nella tavola originale. Tracciamone i contorni e coloriamolo
– continuiamo allo stesso modo finché non avremo disegnato tutta la pianta
– incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo
– se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.

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Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA
Caccia al tesoro (o gioco del detective)

Una volta che il bambino conosce il nome di ogni parte del corpo della pianta, è possibile utilizzare i pezzi per giocare al detective:
– togliamo tutti i pezzi dall’incastro e mettiamoli a lato della tavola
– diciamo: “Sto cercando… sto cercando… un pezzo che inizia con la lettera R”
– se i bambini non indovinano aggiungiamo un suono
– quando hanno indovinato mettiamo il pezzo nell’incastro
– possiamo giocare anche con le lettere finali o centrali.

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Nomenclature in tre parti immagine, titolo 

– i bambini abbinano la scheda immagine+titolo all’immagine singola e al nome singolo
– identificano la parte corrispondente sull’incastro, prendono il pezzo e lo pongono sulle carte corrispondenti.

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Scrivere i cartellini appropriati

Se il bambino sa scrivere le prime parole, può esercitarsi a scrivere dei propri cartellini per l’incastro. In questa fase, naturalmente, non importa se qualche parola non è scritta correttamente.
Se il bambino è nella fase in cui riconosce i suoni, ma non sa gestire praticamente gli strumenti di scrittura, può utilizzare gli alfabeti mobili.

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Nomenclature in tre parti immagine, titolo, definizione

Materiale
– carte delle nomenclature delle parti della pianta (titolo, immagine, definizione)
– incastro della pianta.

Presentazione:
– mettiamo sul piano di lavoro tutte le carte delle immagini
– distribuiamo tra i bambini (o mettiamo in ordine sparso sul piano di lavoro) i titoli
– chiediamo a un bambino quale parte della pianta è evidenziato nella prima immagine. Il bambino abbina all’immagine il titolo, quindi pone su di esso l’incastro corrispondente
– proseguiamo allo stesso modo per tutte le parti della pianta
– se i bambini sanno già leggere bene, distribuiamo le carte delle definizioni e chiediamo loro di abbinarle a titoli e immagini
– se i bambini non sanno leggere bene, leggiamo noi una ad una le definizioni e discutiamo coi bambini dove è corretto metterle.

Botanica Montessori L’INCASTRO DELLA PIANTA

 

Esperienze chiave per la preposizione – Psicogrammatica Montessori 6-9 anni

Esperienze chiave per la preposizione – Psicogrammatica Montessori 6-9 anni. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Esperienze chiave per la preposizione
Presentazione 1

Esperienze chiave per la preposizione – Materiali:
– penne nere e verdi
– strisce di carta
simboli grammaticali.

Esperienze chiave per la preposizione – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– chiediamo a un bambino di portarci un oggetto presente in classe, ad esempio un asciugamano
– chiediamo al bambino (ad esempio a Giovanni) di fare alcune cose, ad esempio: “Metti l’asciugamano in testa”; “Metti l’asciugamano sotto i piedi”, “Stringi l’asciugamano tra le gambe”, facendo le nostre proposte in modo giocoso
– Chiediamo ai bambini: “Cosa ha fatto Giovanni?”. I bambini rispondono e noi scriviamo la prima frase (tutte le parole in nero eccetto le preposizioni che scriveremo in verde): GIOVANNI HA MESSO L’ASCIUGAMANO IN TESTA

– facciamo la stessa cosa con gli altri bambini, facendo attenzione a che tutti possano partecipare
– per ogni bambino chiediamo agli altri cosa ha fatto e scriviamo una frase, ad esempio:

– leggiamo tutte le parole scritte in verde come un elenco (in, sul dietro, tra, dalla, con, sotto, a…),
– diciamo: “Queste parole ci hanno detto quale relazione c’era tra una cosa e un’altra o tra una persona e un’altra, o tra una persona e una cosa”
– aggiungiamo: “Di solito queste parole si mettono prima del secondo nome, per dirci dove va messo, come va messo, o altro.
– tagliamo le frasi in modo da prendere solo le preposizioni e formiamo con esse una colonna
– diciamo: “Queste parole in verde sono chiamate preposizioni”. Scriviamo il titolo PREPOSIZIONI su un cartellino, in verde, e mettiamo come titolo lungo il margine superiore del piano di lavoro
– diciamo: “Le preposizioni dicono la posizione o mettono i nomi in relazione tra loro”
– scriviamo l’etimologia e leggiamo dicendo: “La parola preposizione deriva dal latino praepositionem, che significa messo prima”

– mostriamo il simbolo grammaticale per il pronome e diciamo: “Questo è il simbolo di un ponte, un ponte verde, molto antico, che collega due sponde di un fiume. Proprio come il ponte che collega due sponde di un fiume, la preposizione collega due famiglie del nome tra loro.

Ad esempio nella frase ENRICO HA MESSO LE SCARPE DIETRO LA PORTA la preposizione collega le scarpe e la porta”

– diciamo: “La frase ENRICO HA MESSO LE SCARPE DIETRO LA PORTA è un po’ povera. Proviamo ad aggiungere un aggettivo per le scarpe e uno per l’asciugamano”. I bambini fanno le loro proposte e noi aggiungiamo gli aggettivi alla frase, ad esempio: ENRICO HA MESSO LE SCARPE ROSSE DIETRO LA PORTA CHIUSA
– mettiamo i simboli grammaticali su ogni parola
– scriviamo su una striscia di carta ESPERIENZA CHIAVE SULLA PREPOSIZIONE e mettiamolo sotto all’etimologia

– i bambini possono registrare lo schema sui loro quaderni di grammatica.

Esperienze chiave per la preposizione – Estensioni:
– scriviamo frasi contenenti preposizioni, un oggetto e un contenitore per l’oggetto (fiori/vaso, moneta/borsellino, matita/astuccio, ecc…) in diverse relazioni tra loro
– scriviamo frasi con più oggetti e che coinvolgano due bambini.

Esperienze chiave per la preposizione
Presentazione 2

Esperienze chiave per la preposizione – Informazioni di base
La preposizione è una parola che indica il rapporto tra due parole in una frase. Esempi di preposizioni sono: su, in, sotto, con, di…
Le preposizioni vengono prima di un sostantivo o un pronome, infatti la parola preposizione deriva dal latino praepositionem che significa ‘messo davanti’.
Il nome o pronome che segue una preposizione è noto come ‘oggetto della preposizione’. Tra sostantivo o pronome e preposizione può esserci un articolo. Nella frase IL GATTO DORME IN CUCINA, la preposizione IN lega GATTO e CUCINA. CUCINA è l’oggetto della preposizione.
Le preposizioni non sono sempre rappresentate da un’unica parola. Una preposizione può infatti essere formata da due e più parole raggruppate, come ad esempio: ACCANTO A, DAVANTI A, DI FIANCO A… Inoltre in italiano molte preposizioni quando incontrano l’articolo determinativo si fondono ad esso, come ad esempio: NELLA, SUL, DALLE
Il simbolo grammaticale per la preposizione è una mezzaluna verde. Esso può essere paragonato ad un ponte perchè collega tra loro le cose.

Esperienze chiave per la preposizione – Materiali:
– pennarello nero e verde
– strisce di carta
– un bicchiere
– un cucchiaio
simboli grammaticali

Esperienze chiave per la preposizione – Presentazione:
– diciamo ai bambini: “Oggi indagheremo insieme un altra parte del discorso molto interessante: la preposizione”
– mettiamo il bicchiere ed il cucchiaio sul tappeto, col cucchiaio a sinistra di modo che i bambini vedano il cucchiaio a sinistra e il bicchiere a destra
– scriviamo in nero su una striscia IL CUCCHIAIO AZZURRO e diamola a un bambino
– invitiamo il bambino a leggere a voce alta e mettere il cartellino accanto all’oggetto corrispondente
– su un’altra striscia scriviamo sempre in nero IL BICCHIERE TRASPARENTE e diamola a un altro bambino
– il bambino legge a voce alta e mette il cartellino accanto all’oggetto corrispondente
– su un cartellino scriviamo in verde NEL e mettiamolo tra le due strisce
– invitiamo un bambino a mettere i simboli grammaticali su ogni parola scritta in nero
– chiediamo a un bambino di leggere e mettere il cucchiaio come indicato:

– ripetiamo la procedura con altre preposizioni, ad esempio DIETRO AL

– DI FIANCO AL

– SUL

mettendoli sopra le preposizioni precedenti. Per ogni nuova preposizione incoraggiamo i bambini a turno a leggere la nuova frase e modificare la posizione del cucchiaio rispetto al bicchiere
– quando tutti i bambini hanno partecipato, visualizziamo le preposizioni in colonna, indichiamole e diciamo ai bambini: “Le preposizioni ci mostrano la relazione tra le parole, e vengono prima dei loro oggetti
– mostriamo il simbolo della preposizione, una mezzaluna verde, e spieghiamo che è il simbolo che usiamo per quelle parole che mostrano una relazione tra due cose. E’ come un ponte tra due sponde di un fiume
– inviamo un bambino a mettere la mezzaluna verde sulla parola corrispondente nella frase, e su tutte le altre preposizioni
– chiediamo ai bambini di registrare le frasi e le preposizioni sui loro quaderni di grammatica, disegnando il simbolo grammaticale appropriato su ogni parola, a mano libera o utilizzando gli stencil

Esperienze chiave per la preposizione – Età consigliata: 6 anni

Esperienze chiave per la preposizione – Scopo: familiarizzare con le preposizioni e capirne la funzione.

Esperienze chiave per la preposizione – Estensioni:
– per fare pratica con le preposizioni possiamo dividere i bambini in coppia. In  ogni coppia un bambino dice all’altro come spostare un certo oggetto rispetto a un certo altro.

Esperienze chiave per la preposizione – Caccia al tesoro per la preposizione: dopo l’esperienza chiave possiamo organizzare in classe una caccia al tesoro:
– nascondiamo un oggetto in classe, avvolgendolo in carta colorata per aumentare l’interesse del bambini
– scriviamo piccoli indizi su strisce di carta, che aiutino a trovare l’oggetto, ad esempio: guarda sotto la sedia (sotto la sedia ci sarà un cartellino con scritto “vicino al banco di Giovanni”) e così via per cinque o dieci indizi prima di trovare l’oggetto.

Esperienze chiave per la preposizione
Presentazione 3

Esperienze chiave per la preposizione – Materiali:
– pennarello nera e rosso
– strisce di carta
– due piccoli oggetti, ad esempio VASO e PENNELLO.

Esperienze chiave per la preposizione – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– scriviamo un cartellino per il primo oggetto: IL PENNELLO GRANDE,  chiediamo a un bambino di leggerlo e di posizionarlo accanto all’oggetto corrispondente
– scriviamo un cartellino per il secondo oggetto: IL VASO CILINDRICO e chiediamo a un altro bambino di leggerlo e di posizionarlo accanto all’oggetto corrispondente
– scriviamo in rosso la preposizione NEL. Chiediamo a un terzo bambino di leggere il cartellino e di posizionarlo tra i due cartellini precedenti. Leggiamo a voce alta insieme a tutti i bambini : IL PENNELLO GRANDE NEL VASO CILINDRICO
– Chiediamo: “La frase è giusta? Il pennello si trova nel vaso?”. Il bambino che aveva  il cartellino della preposizione mette il pennello nel vaso come indicato

– ora scriviamo DIETRO AL in rosso su un altro cartellino. Sostituiamo NEL con DIETRO AL. Leggiamo tutti insieme i cartellini e chiediamo a un bambino di spostare il pennello come indicato dalla nuova preposizione

– scriviamo un’altra preposizione, ad esempio ACCANTO AL e procediamo come fatto per le altre preposizioni

– indichiamo la preposizione e diciamo: “Questa parola ci dice dove si trova il pennello in relazione al vaso. Le parole che ho scritto in rosso sono chiamate preposizioni, dalla parola latina preapositionem, che significa messa davanti. Le preposizioni mettono gli oggetti in posizione o in relazione a un altro”
– scriviamo PREPOSIZIONE su un cartellino e mettiamolo lungo il margine superiore del piano di lavoro
– chiediamo a un bambino di aggiungere il corretto simbolo grammaticale ai due nomi. Poi mostriamo il simbolo grammaticale per la preposizione e diciamo: “Usiamo questo arco verde per simboleggiare le preposizioni, cioè le parole che ci dicono dove sono gli oggetti in relazione agli altri”

– I bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderno di grammatica scrivendo come titolo LA PREPOSIZIONE e disegnando sulla frase i simboli grammaticali corretti per ogni parola.

Esperienze chiave per la preposizione – Scopo: comprendere la funzione della preposizione

Esperienze chiave per la preposizione – Prerequisiti: il bambino deve saper leggere e scrivere senza difficoltà le parole usate nella presentazione

Esperienze chiave per la preposizione
Presentazione 4 

Esperienze chiave per la preposizione – Materiali:
– pennarello nero e verde
– strisce di carta
– forbici
– un bicchiere e un fiore
– simbolo tridimensionale della preposizione
– simboli grammaticali.

Esperienze chiave per la preposizione – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già gli articoli, gli aggettivi, i nomi ed i verbi.” Riassumiamo insieme ai bambini quello che sappiamo di queste parti del discorso
– diciamo: “Oggi faremo insieme un esercizio con delle parole nuove”
– mettiamo sul piano di lavoro gli oggetti facendo in modo che i bambini vedano il pennarello alla loro sinistra
– invitiamo i bambini a dettarci una famiglia del nome per il primo e per il secondo oggetto e scriviamo col pennarello nero due cartellini: IL FIORE GIALLO e IL VASO BLU

– mettiamo i cartellini accanto agli oggetti
– invitiamo i bambini a mettere i simboli grammaticali corretti su ogni parola
– col pennarello verde scriviamo la parola NEL su un cartellino. Diciamo: “Ora metto la parola NEL prima della seconda famiglia del nome”
– invitiamo un bambino a leggere la frase e a sistemare il fiore nel modo indicato da essa

– ripetiamo la procedura con altre preposizioni, ad esempio ACCANTO AL, SUL, SOTTO AL, DAVANTI AL. Ogni volta che mettiamo una nuova preposizione tra le due famiglie del nome, togliamo quella precedente e mettiamola a destra, formando una colonna

– diciamo: “questa parola che ho messo prima del secondo nome è chiamata preposizione. La parola preposizione deriva dal latino praepositionem che significa ‘messo davanti’. La preposizione si trova sempre davanti al secondo nome. La preposizione mette in relazione tra loro le parole. La preposizione mette il primo oggetto in relazione con secondo”
– mettiamo lungo il margine superiore del piano di lavoro i due cartelli dei titoli, dopo averli scritti col pennarello nero: ESPERIENZA CHIAVE SULLA PREPOSIZIONE e PRAEPOSITIONEM (latino): MESSO DAVANTI
– diciamo: “Anche la preposizione ha un suo simbolo, come i nomi, gli articoli, gli aggettivi e i verbi”
– mostriamo il simbolo tridimensionale della preposizione tenendo l’arco rivolto verso il basso e diciamo: “Questo è il simbolo di una ponte verde molto antico e dalla forma molto primitiva. Gli antichi facevano ponti come questo intrecciando rami di vite verde per attraversare i fiumi e passare da una riva all’altra. La preposizione, come il ponte, aiuta le persone a continuare a parlare senza intoppi, collegando gli oggetti che nominano”

– i ponti di vite sono stati usati per molto tempo, ma non ce ne sono rimasti perchè non erano molto duraturi. Quando gli antichi Romani cominciarono a costruire i loro ponti scoprirono come costruire l’arco, e i loro ponti durarono nel tempo”
– invertiamo il simbolo della preposizione con l’arco rivolto verso l’alto
– diciamo: “Gli archi romani sono strutture molto solide. Ancora oggi costruiamo ponti ad arco, proprio come facevano gli antichi Romani. Come questo ponte collega le due sponde di un fiume, così la preposizione mette in relazione le parole tra di loro. Le preposizioni agiscono come piccoli ponti nelle frasi”
– mostriamo il simbolo grammaticale e diciamo: “Quando ci esercitiamo con le parole scritte, useremo questo simbolo, che rappresenta una sola faccia del ponte verde”
– mettiamo il simbolo sulla preposizione

– su una striscia di carta bianca scriviamo la frase METTI IL TUO LIBRO SUL TAVOLO VICINO ALLO SCAFFALE
– invitiamo un bambino a leggere la frase e a mettere i simboli grammaticali su ogni parola

– diciamo: “Questa frase ha senso grazie alle preposizioni che ci indicano dove si trovano gli oggetti. In questa frase le preposizioni seguono un ordine logico e si trovano in una posizione logica”
– con le forbici togliamo le preposizioni dalla frase e leggiamo METTI IL TUO LIBRO TAVOLO SCAFFALE

– DICIAMO: “Se togliamo le preposizioni, la frase non ha senso. Il piccolo ponte SUL e VICINO ALLO ci permettono di conoscere la relazione tra gli oggetti”
– i bambini registrano questa attività nei loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali  su ogni parola, a mano libera o utilizzando gli stencil.

Esperienze chiave per la preposizione – Scopo diretto: comprendere la funzione della preposizione

Esperienze chiave per la preposizione – Età: dai 6 ai 9 anni (possibilmente ripetendo ogni anno)

Esperienze chiave per la preposizione

Botanica Montessori: l’incastro del fiore

Botanica Montessori: l’incastro del fiore. Presentazione ed esercizi per bambini a partire dai 3 ai 5 anni.

L’incastro utilizzato per la presentazioni è offerto da :


Botanica Montessori: l’incastro del fiore

Materiale:
– incastro del fiore

Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Presentazione 1
(presentazione del materiale)

Presentazione:
– invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio
– andiamo allo scaffale della botanica e, se lo abbiamo a disposizione,  indichiamo il cofanetto per gli incastri della botanica
– diciamo: “Questo è il cofanetto degli incastri della botanica, e questi sono gli incastri della botanica”
– mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro del fiore e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto
– arrivati al posto diciamo: “Questo è l’incastro del fiore. Su questo incastro noi possiamo vedere le parti del fiore”
–  attiriamo l’attenzione del bambino sugli incastri, e diciamo che si tratta di un materiale molto utile a tutti e che lo maneggeremo  con delicatezza e cura
– mostriamo al bambino come prendere i pezzi in modo corretto utilizzando i pomoli, per rimuoverli dalla tavola
– prendiamo il primo incastro e posiamolo sul tappeto
– chiediamo al bambino di rimuovere i rimanenti incastri e metterli sul tappeto

– dopo aver rimosso tutti i pezzi, prendiamone uno per i pomoli e mostriamo al bambino come riposizionarlo correttamente nell’incastro

– invitiamo il bambino a proseguire l’attività con gli altri incastri
– quando il lavoro è concluso, riponiamo l’incastro del fiore nel cofanetto degli incastri della botanica, se lo abbiamo a disposizione, oppure sullo scaffale della botanica
– incoraggiamo il bambino a prendere dal cofanetto gli incastri dei vegetali e lavorare con essi ogni volta che lo desidera.

Scopo:
– introdurre i nomi delle parti del fiore
– dare informazioni particolari sulle diverse parti del fiore
– consentire al bambino di confrontare la morfologia del fiore con quella degli esseri umani
– sviluppare interesse e rispetto verso le piante.

Controllo dell’errore:
– visivo e tattile
– interconnessione degli incastri tra loro

Età consigliata: dai 4 anni

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Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Presentazione 2
(nominare le parti del fiore)

Materiali:
– incastro del fiore
– alfabeto mobile (facoltativo)

Presentazione:
– invitiamo un bambino che ha già lavorato col cofanetto della botanica e chiediamogli di aiutarci a stendere il tappeto e a portare l’incastro del fiore sul piano di lavoro
– togliamo i primi tre incastri nominandoli, cioè dicendo ad esempio: “corolla, calice, stelo”
– ripetere i nomi: “corolla, calice, stelo”
– chiediamo ai bambini di rimetterli al loro posto, nominandoli, cioè dicendo: “Per favore, rimetteresti a posto il calice?”
– quando tutti gli incastri sono di nuovo al loro posto, chiediamo a un bambino di prendere gli stessi tre pezzi, uno per uno, nominandoli, ad esempio dicendo: “Per favore, toglieresti l’incastro della corolla?”
– fatto questo chiediamo: “Quale parte del fiore vorresti rimettere al suo posto?”. Il bambino risponderà col nome di una parte e rimetterà l’incastro corrispondente al suo posto
– ripetiamo questa lezione in tre tempi con le altre parti del fiore, finché il bambino conoscerà i nomi di tutti gli incastri
– se lo riteniamo efficace, mentre introduciamo i nomi delle parti possiamo darne una breve descrizione
– se il bambino mostra vivo interesse per questo genere di presentazioni, continuiamo nei giorni seguenti, finché non avrà acquisito familiarità con i nomi delle parti del fiore
– per l’esercizio della lettura e della scrittura togliamo un incastro alla volta dalla tavola e componiamo la parola corrispondente con l’alfabeto mobile

(vedi anche la presentazione seguente)

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Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Presentazione 3
(scrivere i nomi delle parti del fiore)

Materiali:
– incastro del fiore
– alfabeto mobile.

Presentazione:
– invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio
– andiamo allo scaffale della botanica e, se lo abbiamo a disposizione,  indichiamo il cofanetto per gli incastri della botanica
– mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro del fiore e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto, quindi chiediamogli di portarci anche l’alfabeto mobile
– mettiamo l’alfabeto mobile lungo il margine superiore del tappeto
– mettiamo l’incastro del fiore accanto all’alfabeto mobile
– rimuoviamo il primo pezzo e mettiamolo sul tappeto
– nominiamo la parte del fiore corrispondente
– con l’alfabeto mobile componiamo la parola a destra del pezzo

– continuiamo così con ogni altro pezzo dell’incastro del fiore
– rimettiamo le parti nell’incastro
– rimettiamo le lettere nella scatola dell’alfabeto mobile
– riponiamo il materiale nello scaffale.

Nomenclatura utilizzata (in grassetto):


1 – Fiore maturo
2 – Stimma
3 – Stilo
4 – Filamento
5 – Asse fiorale
6 – Articolazione
7 – Peduncolo o stelo
8 – Nettario
9 – Stame
10 – Ovario
11 – Ovuli
12 – Connettivo
13 – Microsporangio
14 – Antera
15 – Perianzio
16 – Corolla
17 – Calice.

Scopo:
– nominare le parti del fiore
– scrivere il nome delle parti del fiore.

Controllo dell’errore:
– interconnessione degli incastri tra loro

Età consigliata: dai 4 anni

Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Presentazione 4

Materiale:
– un fiore
– incastro del fiore
– set per le attività con gli incastri del fiore.

Se il bambino è in grado di leggere, scriviamo sui cartellini in bianco i nomi delle parti della pianta ed abbiniamoli agli incastri, oppure introduciamo i cartellini pronti e i fogli di controllo.

I set per le attività con gli incastri della botanica sono molto interessanti perché isolano le singole parti dell’albero, della foglia e del fiore riportando il nome di ogni parte.

Si possono realizzare facilmente anche in proprio riportando i margini dell’incastro in nero su foglio bianco e preparando i cartellini da abbinare. Fogli e cartellini possono essere plastificati.

Per l’incastro del fiore ho preparato:
– foglio di lavoro senza nomi
– foglio di lavoro con nomi
– cartellini dei nomi.

PDF qui:

Presentazione a (foglio di lavoro con nomi):
– distribuiamo un fiore per ogni bambino e teniamone uno per noi
– chiediamo ai bambini di toccarlo, seguirne i margini, annusarlo, guardarlo
– mettiamo sul piano di lavoro l’incastro del fiore
– toccando le parti nominate, ricordiamo insieme i nomi delle parti del fiore che conosciamo e indichiamole sugli incastri
– mettiamo accanto all’incastro del fiore il foglio di lavoro con i nomi

– togliamo un pezzo dell’incastro e poniamolo sul foglio di lavoro
– chiediamo a un bambino di leggere il nome corrispondente sul foglio di lavoro

– procediamo allo stesso modo con tutti i pezzi dell’incastro

– dopo la presentazione i bambini potranno svolgere l’attività in modo indipendente

Presentazione b (foglio di lavoro senza nomi)
– mettiamo sul piano di lavoro l’incastro del fiore
– mettiamo accanto all’incastro del fiore il foglio di lavoro senza nomi

– distribuiamo i cartellini tra i bambini (oppure mettiamoli in ordine sparso sul piano di lavoro)
– togliamo un pezzo dell’incastro e poniamolo sul foglio di lavoro
– chiediamo ai bambini chi pensa di avere il cartellino da abbinare (oppure chiediamo a un bambino di cercarlo tra quelli sul piano di lavoro)

– posizioniamo il cartellino sul foglio di lavoro
– procediamo allo stesso modo con tutti i pezzi dell’incastro

– dopo la presentazione i bambini potranno svolgere l’attività in modo indipendente.

Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Attività che possiamo proporre con l’incastro del fiore

Le attività legate all’utilizzo dell’incastro del fiore possono essere di discriminazione visiva, di discriminazione tattile,  di nomenclatura, di preparazione alla scrittura, di lettura; possono coprire varie fasce d’età:
– discriminazione visiva: lavorare con gli incastri; assemblare il corpo del fiore su un foglio di controllo; gioco del “Cosa manca”
– discriminazione tattile: gioco del “Cosa manca”, borse del mistero, assemblaggio alla cieca
– preparazione alla scrittura: ricreare l’incastro col ritaglio
– sviluppo del linguaggio: gioco del detective, fogli di controllo e cartelli, nomenclature, definizioni.

Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Lavorare con gli incastri

E’ l’attività più ovvia. Il bambino più piccolo può avere bisogno di procedere per più tentativi ed errori, mentre i più grandi sono in grado di mettere facilmente i pezzi negli incastri.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Assemblare il fiore su un foglio di controllo

Una volta che un bambino sa maneggiare gli incastri con facilità nella cornice, può provare a costruire il fiore utilizzando un foglio di controllo.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Gioco: “Cosa manca?”

– mettiamo l’incastro  completo davanti al bambino
– chiediamo al bambino di voltarsi o di chiudere gli occhi (oppure bendiamolo), togliamo un pezzo dalla tavola e nascondiamolo
– chiediamo al bambino di guardare e di dirci il nome della parte mancante
– il gioco può essere reso più difficile, togliendo due pezzi invece di uno; oppure chiedendo di rispondere non a voce, ma scrivendo o disegnando la parte mancante
– si potrebbe anche chiedere di riconoscere al tatto la parte mancante (cioè tenendo gli occhi chiusi o con la benda sugli occhi).


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Incastro alla cieca

Il bambino può ricomporre l’incastro  con gli occhi bendati. Ricordate che è più semplice, all’inizio, se tutti gli incastri sono posizionati ordinatamente a lato della tavola, prima di bendare il bambino.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Borsa del mistero

– scegliamo un pezzo dell’incastro e mettiamolo in una piccola borsa del mistero
– il bambino tastando la borsa (oppure bendato) identifica la parte
– si possono anche inserire nella borsa più pezzi alla volta, o anche tutti.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Ricreare l’incastro col ritaglio

Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura, e si può rendere più interessante tracciando con la matita i  – e poi ritagliandoli, oppure tracciando i pezzi direttamente col punteruolo.

Botanica Montessori: l’incastro del fiore – Materiale:
– incastro del fiore
– fogli di carta colorata
– foglio di carta bianca
– matita
– punteruolo o forbici
– colla da carta

Botanica Montessori: l’incastro del fiore – Presentazione:
– chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale
– chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo
– mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta colorato e mostriamo come tracciarne il contorno con il punteruolo. Possiamo scegliere di punteggiare interamente il contorno, oppure di fare fori distanti tra loro di circa mezzo centimetro, che serviranno come guida per le forbici
– con l’aiuto dei bambini ritagliamo tutte le parti del fiore nello stesso modo
– al termine componiamo il fiore sul foglio di carta
– incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo
– se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Ricreare l’incastro col disegno e preparare i fogli di controllo

Tracciare il contorno degli incastri è una valida attività di pre-scrittura.  Creare il disegno completo dell’incastro è più impegnativo rispetto al collage, perché richiede che il bambino posizioni correttamente i pezzi sul foglio bianco prima di tracciarli.

Materiale:
– incastro della pianta
– foglio di carta
– matita e matite colorate.

Presentazione:
– chiediamo ai bambini di portare al tavolo il materiale
– chiediamo a un bambino di scegliere un incastro e di darcelo
– mettiamo l’incastro scelto dal bambino sul foglio di carta e mostriamo come tracciarne il contorno con la matita
– togliamo l’incastro e coloriamo usando lo stesso colore dell’incastro originale
– prendiamo un altro incastro e posiamolo sul foglio nella stessa posizione in cui si trova nella tavola originale. Tracciamone i contorni e coloriamolo
– continuiamo allo stesso modo finché non avremo disegnato tutto il fiore
– incoraggiamo il bambino a ripetere l’esercizio da solo
– se il bambino sa già scrivere, può aggiungere al disegno la nomenclatura.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Caccia al tesoro (o gioco del detective)

Una volta che il bambino conosce il nome di ogni parte del fiore, è possibile utilizzare i pezzi per giocare al detective:
– togliamo tutti i pezzi dall’incastro e mettiamoli a lato della tavola
– diciamo: “Sto cercando… sto cercando… un pezzo che inizia con la lettera P”
– se i bambini non indovinano aggiungiamo un suono
– quando hanno indovinato mettiamo il pezzo nell’incastro
– possiamo giocare anche con le lettere finali o centrali.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Nomenclature in tre parti immagine, titolo 

– i bambini abbinano la scheda immagine+titolo all’immagine singola e al nome singolo
– identificano la parte corrispondente sull’incastro, prendono il pezzo e lo pongono sulle carte corrispondenti.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Scrivere i cartellini appropriati

Se il bambino sa scrivere le prime parole, può esercitarsi a scrivere dei propri cartellini per l’incastro. In questa fase, naturalmente, non importa se qualche parola non è scritta correttamente.
Se il bambino è nella fase in cui riconosce i suoni, ma non sa gestire praticamente gli strumenti di scrittura, può utilizzare gli alfabeti mobili.


Botanica Montessori: l’incastro del fiore
Nomenclature in tre parti immagine, titolo, definizione

Materiale
– carte delle nomenclature delle parti del fiore (titolo, immagine, definizione)
– incastro del fiore.

Presentazione:
– mettiamo sul piano di lavoro tutte le carte delle immagini
– distribuiamo tra i bambini (o mettiamo in ordine sparso sul piano di lavoro) i titoli
– chiediamo a un bambino quale parte del fiore è evidenziato nella prima immagine. Il bambino abbina all’immagine il titolo, quindi pone su di esso l’incastro corrispondente
– proseguiamo allo stesso modo per tutte le parti del fiore
– se i bambini sanno già leggere bene, distribuiamo le carte delle definizioni e chiediamo loro di abbinarle a titoli e immagini
– se i bambini non sanno leggere bene, leggiamo noi una ad una le definizioni e discutiamo coi bambini dove è corretto metterle.

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Psicogrammatica Montessori

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Psicogrammatica Montessori. Esercizi per comprendere la funzione della preposizione e l’ordine logico delle parole nella frase per bambini della scuola primaria.

Esercitandosi con la scatola grammaticale IV il bambino ha ricostruito molte frasi contenenti preposizioni con i cartellini colorati, e ha riprodotto le altre cambiando semplicemente il cartellino della preposizione. In questo modo ha visto come la posizione degli oggetti rispetto agli altri è determinata interamente e solo dall’uso della preposizione.

La preposizione, perciò, determina la relazione tra le parole, la relazione tra un nome con qualche altra parola, un altro nome o un verbo.

Trovi i cartellini pronti qui:


e qui il tutorial per costruire le scatole grammaticali:

Nella frase PORTA IL TAVOLINO DAVANTI A UNA FINESTRA:

se noi togliamo la preposizione rimane PORTA IL TAVOLINO UNA FINESTRA, e la relazione tra le parole TAVOLINO e FINESTRA è perduta:

Anche la posizione della preposizione nella frase è importante: la preposizione deve sempre precedere il suo complemento, e non ammette parole tra sé e la parola con cui esprime la relazione.
Per far intuire la posizione normale della preposizione, si possono fare delle serie di spostamenti lasciando insieme unite, nella posizione normale, la preposizione e il suo complemento: in tal caso si conserva un senso alla frase. Ad esempio: TENDI UN LACCIO DALLA PORTA ALLA FINESTRA, DALLA PORTA ALLA FINESTRA TENDI UN LACCIO, TENDI DALLA PORTA UN LACCIO ALLA FINESTRA, DALLA PORTA ALLA FINESTRA UN LACCIO TENDI, DALLA PORTA TENDI ALLA FINESTRA UN LACCIO

Facendo tutti questi spostamenti il bambino riconosce a orecchio che la frase giusta è la più chiara e semplice: TENDI UN LACCIO DALLA PORTA ALLA FINESTRA

D’altra parte, se noi separiamo la preposizione dal suo complemento o invertiamo la loro normale posizione, il significato è totalmente perso: TENDI UN LACCIO PORTA DALLA FINESTRA ALLA, TENDI LACCIO DALLA UN PORTA FINESTRA ALLA, LACCIO DALLA TENDI PORTA ALLA UN FINESTRA

 

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Psicogrammatica Montessori
Presentazione 1

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Materiali:
– cartellini bianchi
– pennarello nero e verde
– un pennarello e un bicchiere
– simboli grammaticali.

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già gli articoli, gli aggettivi, i nomi e i verbi. Oggi faremo qualcosa di nuovo con le preposizioni”
– mettiamo gli oggetti sul piano di lavoro, facendo in modo che i bambini vedano il pennarello a sinistra
– invitiamo i bambini a dettarci una famiglia del nome per ogni oggetto e scriviamo in nero, ad esempio, IL PENNARELLO ROSSO e IL BICCHIERE TRASPARENTE. Mettiamo i cartellini accanto agli oggetti

– scriviamo in verde la preposizione NEL su un nuovo cartellino e diciamo: “Metterò la parola NEL tra il primo e il secondo gruppo di parole”
– invitiamo i bambini a leggere i cartellini, aggiungere i simboli grammaticali su ogni parola e spostare gli oggetti nel modo indicato

– il primo spostamento consisterà nell’invertire le due famiglie del nome IL BICCHIERE TRASPARENTE NEL PENNARELLO ROSSO.

– chiediamo: “Ha senso?”. No. Diciamo: “Questa frase ha senso solo se il pennarello rosso viene prima”
– chiediamo a un bambino di tagliare le strisce per isolare le parole singole
– con i bambini spostiamo le parole in tutti i modi possibili per vedere che è solo uno l’ordine davvero sensato, ad esempio: IL PENNARELLO ROSSO BICCHIERE TRASPARENTE NEL, NEL PENNARELLO ROSSO IL BICCHIERE TRASPARENTE, IL NEL PENNARELLO ROSSO BICCHIERE TRASPARENTE, ecc.

– diciamo: “Questi spostamenti non hanno senso. L’ordine originale è l’unico ordine logico per questi oggetti. La preposizione si trova tra i due oggetti, ma vicino e fedelmente attaccata al secondo oggetto”
– sostituiamo la preposizione NEL con altre preposizioni, e per ogni preposizione usata invertiamo le due famiglie dei nomi
– primo esempio: IL PENNARELLO ROSSO ACCANTO AL BICCHIERE TRASPARENTE,

e poi IL BICCHIERE TRASPARENTE ACCANTO AL PENNARELLO ROSSO. Notiamo che in questo caso entrambe le frasi hanno senso

– secondo esempio: IL PENNARELLO ROSSO SOPRA AL BICCHIERE TRASPARENTE

e poi IL BICCHIERE TRASPARENTE SOPRA AL PENNARELLO ROSSO. In questo caso entrambe le frasi possono avere senso, ma questo senso è molto diverso da una frase all’altra

– diciamo: “Con alcune preposizioni lo spostamento delle due famiglie dei nomi non cambia il significato della frase. Con altre preposizioni il significato cambia oppure si perde il senso logico”
– presentiamo altre frasi e chiediamo ai bambini di procedere con gli spostamenti, ad esempio:
LA CONIGLIETTA NELLA GABBIA e poi LA GABBIA NELLA CONIGLIETTA (c’è un solo ordine logico);
LA CIOTOLA PICCOLA NELLA CIOTOLA GRANDE e poi LA CIOTOLA GRANDE NELLA CIOTOLA PICCOLA (c’è un solo ordine logico);
L’ACQUA NELLA TAZZA e poi LA TAZZA NELL’ACQUA (entrambe le frasi hanno senso, ma il significato cambia di molto);
– IL RAGAZZO VICINO AL CANE e poi IL CANE VICINO AL BAMBINO (entrambe le frasi hanno senso);
– L’ARIA NELLA PALLA e poi LA PALLA NELL’ARIA (entrambe hanno senso, ma il significato cambia di molto);
– diciamo: “La posizione corretta per queste piccole parole, le preposizioni, è davanti al secondo oggetto. Questa è l’unica posizione che garantisce a chi parla di esprimere esattamente quello che vuole dire”
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, disegnando i simboli grammaticali su ogni parola con le matite colorate, a mano libera o con l’aiuto degli stencil
– nei giorni seguenti il bambino può svolgere l’esercizio da solo.

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Scopo:
– comprendere la funzione della preposizione
– comprendere che la preposizione mette in relazione tra loro le famiglie del nome nelle frasi.

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Età: dai 6 ai 9 anni


Scatola grammaticale IV: spostamenti – Presentazione 2

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Materiale:
– scatola grammaticale IV
– cartellini di riempimento a scelta
– simboli grammaticali

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Presentazione:
– mettiamo sul piano di lavoro il materiale
– un bambino sceglie il primo cartello delle frasi, lo legge ed esegue la prima azione come indicata
– il bambino compone la prima frase del cartello coi cartellini colorati delle parole
– il bambino legge ed esegue la seconda frase, poi la compone coi cartellini sostituendo soltanto la preposizione
– se presente ripete l’esercizio anche per la terza frase
– fatto questo chiediamo al bambino di aggiungere all’ultima frase composta i simboli grammaticali, ad esempio POSA LA MATITA A LATO DEL TEMPERINO:

– proviamo a togliere la preposizione e leggiamo, ad esempio POSA LA MATITA TEMPERINO. Non ha senso

– rimettiamo la preposizione e spostiamo i cartellini in tutti i modi possibili. Non escludiamo nessuna possibilità. Gli spostamenti delle parole all’interno della frase mettono in evidenza il senso delle parole e il loro ordine logico. Gli spostamenti possono dar luogo a frasi prive di senso, oppure aggiungere un senso figurato, o poetico, o possono avere un senso molto diverso da quello originario


– al termine rimettiamo i cartellini nell’ordine di partenza


Scatola grammaticale IV: spostamenti – Presentazione 3

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Materiali:
– una tazza
– una cannuccia
– una brocca d’acqua
– un bicchiere
– strisce di carta
– pennarelli
– simboli grammaticali.

Scatola grammaticale IV: spostamenti – Presentazione:
– scriviamo i cartellini LA CANNUCCIA e LA TAZZA
– il bambino etichetta gli oggetti e aggiunge i simboli grammaticali
– scriviamo su un altro cartellino NELLA. Il bambino lo legge e lo mette tra i due cartellini precedenti
– leggiamo: LA CANNUCCIA NELLA TAZZA
– diciamo ai bambini: “Dobbiamo mettere la cannuccia nella tazza, come dicono i cartellini. Questa parola NELLA ha fatto cambiare la posizione della cannuccia. Si tratta di una preposizione, e il suo simbolo è questo piccolo ponte verde”. Mettiamo il simbolo sulla preposizione


– ricordiamo l’etimologia: “La parola preposizione deriva dal latino praepositionem che significa messo davanti. Il ponte è stato scelto per indicare che la preposizione mette in relazione tra loro gli oggetti”
– proviamo a invertire i cartellini

e notiamo che non è possibile eseguire questa azione: la frase non ha senso
– ripetiamo con IL LIQUIDO e IL BICCHIERE. Scriviamo i cartellini e etichettiamo la brocca e il bicchiere


– aggiungiamo NEL tra i due cartellini. Un bambino verserà l’acqua nel bicchiere
– aggiungiamo ai cartellini i simboli

– invertiamo i cartellini: IL BICCHIERE NEL LIQUIDO e notiamo che questa volta l’azione è possibile


Scatola grammaticale IV: spostamenti – Presentazione 4

Gli esercizi di spostamento sono particolarmente interessanti con la preposizione, perchè il significato della frase può cambiare notevolmente.

Dopo aver costruito una frase con la scatola grammaticale IV:
– proviamo a rimuovere le preposizioni leggiamo la frase. Come suona?
– proviamo a invertire le preposizioni e vediamo se la frase ha comunque senso. E’ possibile eseguire l’azione?
– lasciamo la frase preposizionale intatta e spostiamola all’interno della frase. In questo caso di solito la frase conserva il suo significato, ma non suona bene. Si formano frasi che possiamo trovare più comunemente in poesia, ma che non usiamo quando parliamo
– ricomponiamo la frase originale, poi permettiamo ai bambini di ricomporla spostando i cartellini in tutti i modi possibili. Chiediamo ogni volta: “Ha senso?”


Scatola grammaticale IV: spostamenti

Guida didattica Montessori per la BOTANICA dai 3 ai 9 anni

“Il pianeta Terra è una creazione della vita. La vita ha creato le rocce e il suolo, ed è la vita che sostiene l’armonia della terra. Gli oceani sono mantenuti in equilibrio chimico costante grazie agli esseri viventi, e sono gli esseri viventi che mantengono la purezza dell’aria. Tutte le creature che vivono sulla terra svolgono un ruolo cosmico.
Il mantenimento della vita sulla terra dipende da molti esseri viventi diversi, ognuno dei quali ha una speciale, specifica funzione. Gli animali si nutrono vivono e si riproducono; ognuno ha un ciclo vitale che assume un ruolo particolare in relazione alla vita di altre specie. Tutti sanno, per esempio, che la scomparsa di una specie in un certo luogo ne sconvolge l’equilibrio, perché le vite di tutte le specie sono interconnesse. La vita quindi può essere considerata come un’energia che mantiene la vita stessa”.
(Educazione e pace – Maria Montessori)

Le guide sono in fase di completamento, e saranno presto disponibili in:

  • formato Album pdf (scaricabili e stampabili)
  • formato Corso (consultabili online)

Resta aggiornato visitando le pagine:

ALBUM LAPAPPADOLCE

CORSI LAPAPPADOLCE

 

I contenuti e le presentazioni relative allo studio della Botanica dai 3 ai 9 anni verranno via via pubblicati anche sul sito. Gli articoli già pubblicati sono qui:

BOTANICA MONTESSORI

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 Guida didattica Montessori per la BOTANICA dai 3 ai 9 anni

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

MATERIALEMONTESSORI.IT

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Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo
Presentazione 1

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo – Materiale:
fattoria Montessori
– cartellini della fattoria per verbi, articoli, aggettivi e nomi

Presentazione:
– chiediamo ai bambini di allestire la fattoria

– mettiamo sul piano di lavoro i cartellini, formando una colonna per gli articoli, una per i nomi e una per gli aggettivi e chiediamo ai bambini di etichettare gli oggetti corrispondenti

– mettiamo sul piano di lavoro i cartellini dei verbi
– chiediamo ai bambini di leggere i cartellini del primo oggetto e di trovare un’azione appropriata tra i cartellini dei verbi
– mettiamo il verbo a destra della famiglia del nome
– proseguiamo con gli altri cartellini
– al termine leggiamo le frasi formate.


Il gioco della fattoria per il verbo
Presentazione 2

Materiale:
– fattoria Montessori
– cartellini per la fattoria
piramide nera e sfera rossa
simboli grammaticali
– cartellini in bianco
– penna nera e rossa
incastri metallici.

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– chiediamo a ogni bambino di scegliere un animale della fattoria e portarcelo
– posizioniamo tutti gli animali in fila uno accanto all’altro
– diciamo ai bambini che scriveremo per ognuno qualcosa che possono fare
– scriviamo un’azione con la penna rossa, ad esempio corre. Diamolo a un bambino e diciamo di leggerlo ed eseguire l’azione
– quando il bambino ritorna discutiamo coi bambini l’azione, come si è svolta e quanta energia è servita per eseguirla
– ricordiamo ai bambini il simbolo che usiamo per riconoscere le parole che ci dicono cosa fare e mettiamo il simbolo sul cartellino corrispondente
– scriviamo altre azioni e procediamo nello stesso modo
– ora facciamo osservare ai bambini gli animali che si trovano sul piano di lavoro e chiediamo: “Gli animali si sono spostati?”
– i bambini risponderanno di no e diremo: “No, perchè gli oggetti non possono muoversi da soli! Ma allora come hanno fatto ad arrivare al tavolo?” I bambini risponderanno che li hanno portati loro
– diciamo: “Gli oggetti non hanno l’energia per muoversi da soli”.
– scriviamo con la penna nera i cartellini per gli animali della fattoria, comprensivi di nome, articolo e aggettivo
– chiediamo ai bambini di mettere i cartellini accanto agli oggetti corrispondenti
– scriviamo altri cartellini in rosso con alcuni semplici verbi, come corri, mangia, saltella, canta
– i bambini leggono questi cartellini silenziosamente ed eseguono i comandi. Man mano mettiamo i cartellini dei comandi sul piano di lavoro
– osserviamo: gli animali si trovano con i cartellini corrispondenti, mentre i cartellini dei comandi sono da soli. Chiediamo ai bambini: “Gli oggetti sono qui, ma dov’è corri, mangia, saltella, canta?”. Le azioni sono scomparse
– diciamo: “Questi sono verbi. Il verbo è energia”
– facciamo vari esempi di energia in attività, come la combustione del legno o del carbone che sprigiona calore e luce
– diciamo: “L’energia è molto importante per la vita. I verbi mostrano energia”
– prendiamo la piramide nera e ricordiamo coi bambini quello che sappiamo del nome e del suo simbolo. Prendiamo la sfera rossa e ricordiamo ai bambini quello che sappiamo del verbo e del suo simbolo.  Il sostantivo è molto stabile; non può muoversi. Il verbo si muove liberamente. Come il triangolo rappresenta la piramide, così il cerchio rappresenta la sfera
– mostriamo gli incastri metallici per dimostrare la libertà di movimento delle forme: maggiore è il numero di lati, più la forma si muove liberamente.


Il gioco della fattoria per il verbo
Presentazione 3

Materiali:
– fattoria Montessori (fattoria, castello, casa di bambole o altro)
– cartellini per gli oggetti della fattoria
– simboli grammaticali.

Presentazione:
– invitiamo un piccolo gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– chiediamo ai bambini di andare ad allestire l’ambiente in miniatura
– prepariamo sul piano di lavoro le famiglie del nome per gli oggetti che vogliamo utilizzare per l’esercizio e chiediamo ai bambini di portarci gli oggetti corrispondenti
– mettiamo sul piano di lavoro i cartellini dei verbi e chiediamo ai bambini di abbinare l’azione più appropriata ad ogni oggetto
– aggiungiamo ad ogni parola il simbolo grammaticale corretto
– i bambini possono registrare l’esercizio sul loro quaderno di grammatica

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo – Scopo:
– fare pratica coi verbi
– arricchire il vocabolario
– comprendere testi scritti.

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo – Punti di interesse:
– allestire l’ambiente in miniatura
– etichettare gli oggetti.

Psicogrammatica Montessori: il gioco della fattoria per il verbo – Variazioni:
– etichettare oggetti presenti in classe
– variare i tipi di ambiente in miniatura.

Estensioni: lavorare con lettere maiuscole e punteggiatura.


Il gioco della fattoria per il verbo
Presentazione 4

Materiali:
– fattoria Montessori
– comandi con verbi scritti in rosso e famiglia del nome scritta in nero
– simboli grammaticali.

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già molte cose su articoli, nomi, aggettivi e verbi. Oggi faremo un nuovo esercizio coi verbi”
– distribuiamo i comandi tra tutti i bambini, ad esempio TIRA IL CARRETTO VUOTO. Il bambino esegue l’azione con l’oggetto della fattoria
– il bambino aggiunge i simboli grammaticali su ogni parola del suo comando
– i bambini registrano l’esercizio sui loro quaderni di grammatica usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali su ogni parola
– i bambini svolgono nei giorni successivi l’attività in modo autonomo.

Scopo:
– comprendere la funzione del verbo.

Età: dai 6 anni.


Il gioco della fattoria per il verbo

Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo

Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.


Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo
Presentazione 1

Materiali:
– 10 cartellini preparati con verbi scritti in rosso
– 10 cartellini preparati con la famiglia del nome scritta in nero
– cartellino del titolo FAMIGLIA DEL NOME scritto in nero
– cartellino del titolo VERBO scritto in rosso

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già il nome, l’articolo, l’aggettivo e il verbo. Oggi faremo un nuovo esercizio col verbo”
– mettiamo il titolo VERBO lungo il margine superiore del piano di lavoro, a sinistra, e il titolo FAMIGLIA DEL NOME a destra
– formiamo una colonna verticale con i cartellini delle famiglie del nome sotto al titolo corrispondente. Invitiamo i bambini a leggere i cartellini man mano che li disponiamo
– distribuiamo i dieci cartellini dei verbi tra tutti i bambini. Leggiamo la prima famiglia del nome e chiediamo: “Chi ha un verbo che può muovere questa famiglia del nome?”
– il bambino che risponde mette il verbo appropriato a sinistra della famiglia del nome, formando così una colonna sotto al titolo VERBO
– ripetiamo allo stesso modo con i verbi rimanenti abbinandoli alle famiglie dei nomi
– al termine i bambini leggono le frasi formate
– rivoltiamo tutti i cartellini dei verbi e chiediamo: “Chi ricorda quale verbo muove questa famiglia del nome?”. I bambini rispondono e noi giriamo nuovamente il cartellino in modo che sia leggibile. Ripetiamo con tutti i cartellini
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali corretti su ogni parola
– i bambini possono svolgere l’attività in modo autonomo nei giorni seguenti.

Scopo: comprendere la funzione del verbo

Età: dai 6 anni

Materiali:
– lucida le scarpe, disegna un cerchio, accendi una candela, inventa una storia, leggi un libro, lancia un sassolino, mangia una mela, bevi una bibita, lava un bicchiere


Gioco logico per il verbo
Presentazione 2

Materiali:
– 10 cartellini con verbi scritti in rosso
– 10 cartellini con famiglie del nome scritte in nero
– cartellini dei titoli VERBO e FAMIGLIA DEL NOME.

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già il nome, l’articolo, l’aggettivo e il verbo. Oggi faremo un nuovo esercizio col verbo”
– mettiamo il titolo VERBO lungo il margine superiore del piano di lavoro, a sinistra, e il titolo FAMIGLIA DEL NOME a destra
– formiamo una colonna verticale con i cartellini delle famiglie del nome sotto al titolo corrispondente. Invitiamo i bambini a leggere i cartellini man mano che li disponiamo
– distribuiamo i dieci cartellini dei verbi tra tutti i bambini. Invitiamo i bambini a mettere i cartellini dei verbi accanto ai cartellini delle famiglie dei nomi in modo casuale
– leggiamo le frasi così come si sono formate
– facciamo notare ai bambini che le frasi possono essere molto buffe quando nomi e verbi vengono abbinati senza pensare. Sottolineiamo come ogni verbo abbia bisogno di un oggetto e che questo oggetto deve avere una relazione logica con esso.

Scopo:
– comprendere la funzione del verbo
– comprendere la relazione logica esistente tra verbo e famiglia del nome.

Età: dai 6 anni

Materiali:
– lucida le scarpe, disegna un cerchio, accendi una candela, inventa una storia, leggi un libro, lancia un sassolino, mangia una mela, bevi una bibita, lava un bicchiere.


Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo
Presentazione 3

Materiali:
– 10 cartellini con verbi scritti in rosso
– 10 cartellini con famiglie del nome scritte in nero
– cartellini dei titoli VERBO e FAMIGLIA DEL NOME.

Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già il nome, l’articolo, l’aggettivo e il verbo. Oggi faremo un nuovo esercizio col verbo”
– mettiamo il titolo VERBO lungo il margine superiore del piano di lavoro, a sinistra, e il titolo FAMIGLIA DEL NOME a destra
– mettiamo sul piano di lavoro un verbo, ad esempio DISEGNA, sotto al titolo corrispondente
– distribuiamo le 10 famiglie dei nomi tra i bambini. Chiediamo: “Chi ha un nome che può essere mosso da questo verbo?” (ad esempio possiamo dire disegna le scarpe, disegna un cerchio, disegna una candela, disegna un libro, ecc.
– i bambini mettono le famiglie del nome scelte a destra del verbo, sotto al titolo corrispondente
– al termine i bambini leggono le frasi
– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali corretti su ogni parola
– i bambini possono svolgere l’attività in modo autonomo nei giorni seguenti.

Scopo:
– comprendere la funzione del verbo
– comprendere la relazione logica esistente tra verbo e famiglia del nome
– comprendere che un verbo può muovere molti oggetti.

Età: dai 6 anni

Materiali:
– lucida le scarpe, disegna un cerchio, accendi una candela, inventa una storia, leggi un libro, lancia un sassolino, mangia una mela, bevi una bibita, lava un bicchiere.

Psicogrammatica Montessori: gioco logico per il verbo

Psicogrammatica Montessori: l’energia richiede materia

Psicogrammatica Montessori: l’energia richiede materia. Presentazione ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Psicogrammatica Montessori: l’energia richiede materia
Presentazione 1

Materiali:
– cartelli in bianco
– penna nera.

Presentazione:
– invitiamo un piccolo gruppo di bambini
– diciamo: “Ora darò ad ognuno di voi un comando. Voi dovrete leggerlo ed eseguirlo”
– scriviamo sui cartellini in bianco alcune azioni  che non richiedono oggetti (cammina, balla, salta, ecc.). I bambini leggono i cartellini ed eseguono le azioni
– ora scriviamo un’azione che richiede un oggetto (mangia, disegna, sfoglia)
– chiediamo: “Perchè non mangi?”, “Perchè non disegni?”, “Perchè non sfogli?”
– osserviamo che i bambini non possono compiere le azioni del secondo gruppo perchè manca l’oggetto
– diciamo ai bambini che alcune azioni dipendono dagli oggetti mentre altre no.
– ai bambini più grandi diamo la terminologia corretta dicendo che i verbi possono essere intransitivi (se non richiedono un oggetto) oppure transitivi (se richiedono un oggetto).


Psicogrammatica Montessori: l’energia richiede materia
Presentazione 2

Materiali:
– cartellini bianchi
– penna rossa

Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo gli articoli, i nomi, gli aggettivi ed i verbi. Oggi faremo una nuova attività con queste parole”
– con la penna rossa scriviamo un comando su un cartellino bianco, ad esempio SALTA
– invitiamo un bambino ad eseguire il comando
– chiediamo: “E’ possibile che esista un’azione senza una persona?”. No
– diciamo: “Il verbo  SALTA, ad esempio, può manifestarsi solo perchè esiste il bambino che esegue l’azione, cioè che salta.”
– “I verbi hanno bisogno dei nomi per poter funzionare. I nomi danno realtà alla grande energia del verbo”
– con la penna rossa scriviamo un altro comando su un cartellino bianco, ad esempio MANGIA
– Invitiamo un bambino ad eseguire il comando, e ad esempio mangia una mela. Diciamo: “La mela è stata mangiata dal bambino. Se la mela e il bambino non fossero presenti, il verbo non potrebbe avere nessun effetto su alcuna cosa. Il verbo ha bisogno del bambino che esegua l’azione del mangiare, e la mela ha bisogno del bambino per essere mangiata. Sia il bambino sia la mela sono oggetti, oggetti speciali di cui il verbo ha bisogno per poter usare la sua grande energia potenziale
– scriviamo degli altri comandi e chiediamo ai bambini di eseguirli. Per ogni comando sottolineiamo che il verbo deve essere collegato ad un oggetto. Il verbo non può cambiare l’essenza di un oggetto, ma il verbo può dare movimento  a quell’oggetto. Se l’oggetto non è a disposizione del verbo, il verbo in effetti non esiste. Il verbo ha bisogno di un oggetto.

Scopo diretto:
– comprendere la funzione del verbo
comprendere la relazione tra verbo e nome.

Età: dai sei anni.


Psicogrammatica Montessori: l’energia richiede materia

Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia

Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia
Presentazione 1

Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia
Materiali:

– cartellini bianchi
– penna rossa.

Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia
Presentazione:

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– scriviamo alcuni comandi con verbo, articolo, aggettivo e nome, ad esempio SPOSTA LA SEDIA PICCOLA, APRI IL LIBRO ROSSO, TAGLIA UN CARTONCINO COLORATO, PIEGA UN FOGLIO BIANCO
– i bambini leggono ed eseguono i comandi
– in seguito chiediamo: “Dov’è la sedia?” e i bambini la indicano
– “Dov’è muovi?” I bambini diranno che non possono indicare muovi perchè l’azione è finita
– continuiamo allo stesso modo con gli altri comandi chiedendo: “Dov’è il libro?”, “Dov’è apri?”, “Dov’è il cartoncino?”, “Dov’è taglia?”, ecc.
– quando abbiamo lavorato con tutti i comandi, evidenziamo con i bambini come, una volta eseguita l’azione, gli oggetti rimangano mentre le azioni scompaiono, non possono più essere viste
– L’azione contiene l’energia che muove gli oggetti. La materia si muove attraverso l’energia. Nella grammatica, il verbo dà vita alla famiglia del nome


Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia
Gioco

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini
– chiediamo ai bambini di stare in piedi perfettamente immobili e rilassati
– diciamo: “Ora darò un comando ad ognuno di voi. Leggete il comando e continuate ad eseguire l’azione indicata finché io non riprenderò il cartellino
– scriviamo alcuni comandi, ad esempio dimenati, salta, balla, cammina, zoppica, ridi
– ogni bambini riceve il suo comando, e lo esegue senza mai smettere
– ad uno ad uno ritirare tutti i comandi: i bambini restituiscono il loro comando e interrompono l’azione
– diciamo: “il verbo è una parola per un’azione che anima la materia, come un burattinaio anima le marionette tirando i fili.


Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia
Presentazione 2

Materiali:
– una marionetta colorata

Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia
Presentazione:

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già l’articolo, il nome, l’aggettivo e il verbo. Oggi faremo una nuova attività con i verbi”
– facciamo danzare la marionetta in aria tirando i fili. Poi lasciamo i fili: la marionetta improvvisamente cade trasformandosi in un mucchio inerte di legno, stoffa e fili
– diciamo: “Ora la marionetta non danza più, non ha vita”
– “Se ora tirassi su di nuovo la marionetta, dicessi salta e muovessi i fili, col mio aiuto la marionetta potrebbe saltare”
– “Se dicessi cammina e muovessi i fili, la marionetta potrebbe camminare grazie a me”
– “Danza, salta, cammina sono le azioni che danno vita alla marionetta”
– “La materia richiede energia”
– ricordiamo ai bambini che quando giocano con le bambole o con la fattoria, ad esempio, prendono i personaggi, li muovono, li fanno parlare tra loro
– diciamo: “Il verbo è una parola potente che dà azione ai gruppi di parole. Gli oggetti hanno bisogno di verbi per muoversi”

Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia
Scopo diretto:

– comprendere la funzione del verbo
– comprendere la relazione tra verbo e nomi

Età: dai 6 anni


Psicogrammatica Montessori: la materia richiede energia

Psicogrammatica Montessori: l’espressione corretta (i versi degli animali)

Psicogrammatica Montessori: l’espressione corretta (i versi degli animali). Esercizi e presentazioni sugli animali e i loro versi per bambini della scuola primaria.

Materiali:

– cartellini preparati con versi  di animali scritti in rosso
– cartellini preparati con nomi di animali scritti in nero
– cartellini di controllo con le frasi composte da articolo, nome e verbo
– cartellini dei titoli: ANIMALE (scritto in nero) e VERSO (scritto in rosso)

Presentazione:

– raduna un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già molte cose sugli articoli, i nomi, gli aggettivi, i nomi e i verbi. Oggi faremo un nuovo esercizio coi verbi”
– mettiamo i due cartellini dei titoli lungo il margine superiore del piano di lavoro  (animali a sinistra e versi a destra)

– formiamo una colonna verticale con i  cartellini dei nomi di animale, invitando i bambini a leggere i cartellini man mano che li mettiamo sul piano di lavoro
– distribuiamo i cartellini dei versi tra tutti i bambini
– rileggiamo il primo cartellino del nome e chiediamo: “Chi di voi ha il verbo del verso che fa questo animale?”
– il bambino che ha il cartellino corretto lo posa accanto al nome dell’animale, formando così la colonna dei versi
– ripetere con tutti gli altri cartellini
– al termine posizionare accanto ad ogni coppia il cartellino di controllo, a destra
– invitiamo i bambini a rileggere i nomi degli animali, i versi e i cartellini di controllo
– i bambini registrano l’esercizio sui loro quaderni di grammatica
– i bambini possono poi svolgere l’attività in modo autonomo.

Psicogrammatica Montessori: l’espressione corretta – Scopo diretto:
– comprendere la funzione del verbo
– comprendere la relazione tra verbo e nome.

Età: dai 6 anni.

Materiali 

Psicogrammatica Montessori: l’espressione corretta

Psicogrammatica Montessori: caccia all’azione

Psicogrammatica Montessori: caccia al verbo. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Materiali:

– cartellini in bianco
– penna nera e penna rossa
– scatola dei simboli grammaticali.

Presentazione:

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo: “Conosciamo già molte cose sugli articoli, gli aggettivi, i nomi e i verbi. Oggi faremo un nuovo esercizio coi verbi”
– diciamo: “Ora faremo un gioco coi verbi, il gioco della caccia all’azione. Io cercherò in giro per la classe qualcuno o qualcosa che sta eseguendo un’azione”
– scriviamo su un cartellino, ad esempio, LA GRANDE LAMPADA ILLUMINA usando la penna nera per la famiglia del nome e la penna rossa per il verbo
– mettiamo la frase sul piano di lavoro e invitiamo i bambini a leggerla
– chiediamo ai bambini di mettere su ogni parola il simbolo grammaticale corrispondente
– invitiamo i bambini a cacciare l’azione in giro per la classe.
– scriviamo le azioni che i bambini scoprono su altri cartellini in bianco, come abbiamo fatto per il primo e chiediamo ai bambini di aggiungere i simboli (ad esempio l’insegnante legge, lo specchio riflette, Alma disegna ecc…)

– i bambini registrano l’attività sui loro quaderni di grammatica, usando le matite colorate per disegnare i simboli grammaticali sulle parole
– i bambini possono continuare a svolgere l’attività autonomamente
– i bambini potranno cacciare le azioni nei loro libri preferiti.

Psicogrammatica Montessori: caccia all’azione – Scopo diretto:
– comprendere la funzione del verbo

Psicogrammatica Montessori: caccia all’azione – Età: dai 6 anni


Psicogrammatica Montessori: caccia all’azione

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI

Presentazione 1

Materiale:

– cartellini in bianco
– penna nera e rossa
– simboli grammaticali di primo e secondo livello

Presentazione:

– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– diciamo : “Ora scriverò per voi delle cose che dovrete fare”
– scriviamo su un cartellino un verbo intransitivo, ad esempio SALTELLA, diamolo a un bambino e chiediamogli di eseguire l’azione. Quando il bambino si ferma, diciamo che non gli abbiamo chiesto di fermarsi
– scriviamo su un altro cartellino un verbo transitivo e un oggetto, ad esempio APRI LA FINESTRA, diamolo a un altro bambino e chiediamo di eseguire l’azione
– per un altro bambino scriviamo, ad esempio SCRIVI IL TUO NOME
– chiediamo al primo bambino di fermarsi e di tornare da noi. Chiediamogli di leggere il suo comando
– chiediamo anche agli altri bambini di leggere il loro comando
– diciamo: “Nei cartellini c’è scritto solo che azione svolgere, ma non c’è scritto quando tempo deve durare il movimento”
– “Sappiamo solo che l’azione di aprire la finestra finisce quando la finestra è aperta, e l’azione dello scrivere il nome finisce quando il nome è scritto, ma non sappiamo quando finisce il camminare”
– raccogliamo tutti i cartellini e scriviamone di nuovi
– diamo a un bambino un verbo intransitivo, ad esempio CAMMINA, e ad un altro bambino un altro verbo intransitivo, ad esempio ZOPPICA

– diamo a un bambino un verbo transitivo, ma senza oggetto, ad esempio LAVA e diciamo: “Oh, scusa, hai bisogno di più informazioni per eseguire l’azione…”
– scriviamo su un altro cartellino LA MELA e mettiamo il cartellino davanti al verbo: LA MELA LAVA. Chiediamo: “Ha senso?”

– discutiamo l’ordine corretto delle parole coi bambini e risistemiamo la frase: LAVA LA MELA

– diamo ai bambini il tempo di continuare la loro azione per un determinato periodo di tempo, quindi chiamare i bambini e discutere le azioni che hanno eseguito ed il tempo impiegato per svolgerle
– chiediamo ai bambini di mettere sui verbi il simbolo grammaticale del cerchio rosso
– coi bambini più grandi possiamo introdurre i termini transitivo e intransitivo e i simboli grammaticali di secondo livello

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Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI
Presentazione 2


Materiali:
– cartellini in bianco
– penna nera e rossa


Presentazione:

– scriviamo e diamo a un bambino una frase composta da soggetto, predicato e complemento oggetto, ad esempio GAIA MANGIA IL GELATO usando il nero per la famiglia del nome e il rosso per il verbo
– mettiamo i simboli grammaticali su ogni parola per analizzare la frase
– diciamo ai bambini che usiamo un nome speciale per il verbo, quando l’azione si svolge su un oggetto. Nella nostra frase c’è un movimento che attraversa il gelato. Questi verbi che ricadono su un oggetto si chiamano VERBI TRANSITIVI
– scriviamo su un cartellino VERBO e su un altro cartellino TRANSITIVO  e usiamo questi cartellini come titoli della presentazione
– spieghiamo l’etimologia: “Transitivo deriva dal latino TRANSIRE che significa passare, andare verso”. Scriviamo il cartello dell’etimologia ed aggiungiamolo al titolo
– scriviamo una frase senza oggetto, ad esempio ALMA BALLA

– chiediamo ai bambini se l’azione della frase passa su un oggetto
– BALLA non passa su un oggetto.
– scriviamo un altro esempio: GIOVANNI PASSEGGIA
– notiamo coi bambini che questi verbi non sono transitivi, perchè non transitano, cioè non passano dal soggetto all’oggetto. Per questo motivo si chiamano INTRANSITIVI
– scriviamo il  titolo INTRANSITIVO

– i bambini possono a turno dettare delle frasi per decidere insieme se contengono verbi transitivi o intransitivi

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI
Presentazione 3

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI – Materiali:
– cartellini in bianco
– penna nera e rossa

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI – Presentazione:
– scriviamo alcuni comandi, alcuni usando verbi transitivi ed altri intransitivi e distribuiamoli tra i bambini (scrivi una parola, apri la porta, resta fermo, cammina, salta, ecc.)
– chiediamo ai bambini di eseguire i comandi tutti insieme, così si potrà osservare che mentre alcuni termineranno la loro azione, altri continueranno ad eseguirla
– diciamo: “Un’azione senza un oggetto può durare per sempre. Un’azione con un oggetto ha un punto specifico di completamento. Il verbo rappresenta un’azione. Quando l’azione è conclusa, scompare. Un verbo può essere intransitivo o transitivo. E’ intransitivo quando non richiede un oggetto. E’ transitivo quando richiede un oggetto.”

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI
Presentazione 4

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI – Materiali:
– cartellini in bianco –
– matita
– simboli grammaticali
– cartellini dei verbi intransitivi e intransitivi (serie IT da 1 a 8)

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– scriviamo sui cartellini in bianco alcuni verbi intransitivi (azioni che non richiedono oggetto) ad esempio PASSEGGIA, TOSSISCI, SALTA
– chiediamo ad ogni bambino di leggere il cartellino e fare ciò che viene richiesto
– quando l’azione è completa, chiediamo ai bambini, ad esempio: “Dov’è il salto?”. Il salto non si vede più, è scomparso. “Dove sono i tuoi piedi?”. Sul pavimento.
– scriviamo sui cartellini in bianco alcuni comandi con verbi transitivi, ad esempio PRENDI UN QUADERNO, LANCIA UNA PALLINA, APRI IL LIBRO
– diciamo ai bambini di eseguire le azioni indicate e di tornare quando le hanno completate
– chiediamo: “Dov’è prendi?”. Prendi non si vede più, e così anche lancia e apri

– scriviamo su altri cartellini comandi quali CANTA, RIDI, SALTA, APRI LA PORTA, PORTAMI UN LIBRO, CHIUDI IL VASO, assicurandosi di avere a disposizione sia verbi transitivi sia intransitivi in modo che quando tale da avere bambini che continuano ad eseguire l’azione e bambini che la portano a termine
– mostriamo ai bambini i cartellini pronti ed i simboli grammaticali (livello avanzato) per i verbi transitivi e intransitivi

– usiamo i simboli adatti per ogni verbo usato
– mostriamo ai bambini i cartellini pronti di modo che possano continuare l’esercizio in modo autonomo

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI
Presentazione 5
verbi intransitivi

– scriviamo un comando senza oggetti, ad esempio CAMMINA su un cartellino; scriviamo su un altro cartellino un comando con un oggetto, ad esempio TEMPERA UNA MATITA
– diamo i cartellini a due diversi bambini e chiediamo loro di eseguire le azioni
– il bambino che deve camminare dovrebbe continuare a camminare; l’altro bambino dovrebbe terminare la sua azione del temperare la matita quando la matita avrà la punta
– diamo a un altro bambino un altro comando, ad esempio PIEGA UN FOGLIO
– diciamo al bambino che cammina di fermarsi. Sottolineiamo che gli altri due comandi sono già stati completati. Alcune azioni hanno una fine, e altri verbi non hanno una fine definita
– ai bambini più grandi possiamo insegnare i termini transitivo e intransitivo. I verbi transitivi hanno una fine e i verbi intransitivi non hanno una fine. I verbi transitivi hanno un oggetto e i verbi intransitivi non hanno un oggetto.

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI
Verbi intransitivi – esercizio

Materiale:
– cartellini di verbi intransitivi (sorridi, applaudi, salta, piangi, ridi, sbadiglia…)

Esercizio:
– il bambino legge l’azione, la esegue, mette il simbolo grammaticale e infine copia l’esercizio sul suo quaderno di grammatica, disegnando i simboli.

Estensioni:
– il bambino cerca sinonimi o contrari dei verbi usati nell’esercizio nel vocabolario e li registra sul suo quaderno di grammatica.

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI
Verbi transitivi – esercizio

Materiale:
– cartellini di verbi transitivi e azioni relative(innaffia la pianta, chiudi la porta, saluta un amico, stropiccia un foglio, indica la lavagna…)

Esercizio:
– il bambino legge l’azione, la esegue, mette i simboli grammaticali su ogni parola e infine copia l’esercizio sul suo quaderno di grammatica, disegnando i simboli.

Estensioni:
– il bambino cerca sinonimi o contrari dei verbi usati nell’esercizio nel vocabolario e li registra sul suo quaderno di grammatica.

Psicogrammatica Montessori VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME. Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

CONCORDANZA TRA VERBO E NOME
Presentazione 1

Prerequisiti: lezione introduttiva sul verbo

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME – Materiali:
– cartellini dei verbi scritti in rosso
– cartellini con articoli scritti in azzurro e nomi scritti in nero

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini al tavolo o al tappeto
– disponiamo i cartellini dei verbi sul piano di lavoro

– distribuiamo tra i bambini i cartellini degli articoli e dei nomi
– leggiamo il  primo verbo e chiediamo, ad esempio: “Chi ha un nome che può andare insieme a LEGGI?”
– un bambino risponderà UN LIBRO.
– componiamo sul tappeto la frase LEGGI UN LIBRO
– continuiamo così finchè tutti i cartellini saranno posizionati sul tappeto in modo appropriato
– i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica.

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME – Scopo diretto: fare pratica con l’uso dei verbi

Punti di interesse: abbinare le parole perché abbiano senso

Controllo dell’errore: c’è solo una disposizione che ha senso

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME – Variante:
disposizione illogica: formiamo una colonna con i cartellini dei verbi e chiediamo ai bambini di posizionare i cartellini dei nomi a caso per mostrare come possono apparire le frasi quando nome e verbo non concordano (ad esempio LEGGI UN DIVANO)

Materiale:
leggi un libro, fai un bagno, spazza il pavimento, spolvera la libreria, scrivi una lettera, canta una canzone, saluta un amico, annusa il fiore, lancia la palla;
alza le braccia, chiudi gli occhi, copia un disegno, lancia una pallina, pronuncia una parola, saluta un amico, spegni la luce, apri la porta.


Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME
Presentazione 2

Prerequisiti: lezione introduttiva sui verbi

Materiali:
–  cartellini di verbi scritti all’infinito,
–  cartellini nome-articolo

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME – Presentazione:
– invitiamo un gruppo di bambini attorno al tavolo o al tappeto
– scegliamo un verbo e mettiamolo sul piano di lavoro
– spargiamo i cartellini articolo-nome sul piano di lavoro (o distribuiamoli fra tutti i bambini) e chiediamo loro di scegliere quelli che potrebbero avere senso col verbo (dovrebbero esserci varie possibilità per ogni verbo)
– mettiamo i cartellini nome-verbo accanto al cartellino del verbo
– ripetiamo per gli altri verbi
– al termine i bambini possono registrare l’attività nei loro quaderni di grammatica.

Scopo diretto: fare pratica coi verbi

Scopo indiretto: senso logico del posizionamento  del verbo e dell’oggetto nella frase

Punti di interesse: trovare le diverse combinazioni che possono avere senso

Controllo dell’errore: non tutti gli oggetti concordano con ogni verbo

Varianti: concordanze illogiche

Estensioni: scrivere periodi usando le frasi.

Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME

Materiali:
– lucidare: una mela, una scarpa, una pietra, un vetro,
– accendere: la radio, una candela, la luce, l’aspirapolvere, l’interesse
– leggere: un libro, il pensiero, le carte
– gettare: sassi, la spugna, luce, il denaro, le fondamenta
– finire: la minestra, i compiti, il discorso
– grattare: il formaggio, la ruggine
– guadagnare: la stima, la fiducia, lo stipendio, tempo
– guardare: uno spettacolo, le spalle
– imbottire: il cuscino, il panino
– impiegare: il tempo, i lavoratori, le energie, i risparmi
– incassare: un assegno, un armadio,
– inseguire: il ladro, un sogno, un fantasma
– interpretare: un messaggio, un ruolo, una canzone
– lasciare: la presa, gli studi, la famiglia, il segno
– offrire: un aiuto, un’occasione, il pranzo, un cioccolatino, un sacrificio, uno spunto
– passare: un foglietto, il Rubicone, le acque, la voce, il segno, le verdure, le vacanze.


Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME


Psicogrammatica Montessori CONCORDANZA TRA VERBO E NOME

Psicogrammatica Montessori: la rubrica

Psicogrammatica Montessori: la rubrica. Dopo le prime attività nel campo della grammatica, diamo ai bambini una rubrica, nella quale potranno scrivere tutte le parole che desiderano collezionare, man mano che imparano a conoscerle. Nella rubrica le parole saranno registrate, naturalmente, in base alla lettera iniziale. I bambini costruiranno così i loro dizionari personali.

Durante le attività proposte per lo studio della grammatica, si possono offrire ai bambini tantissime parole che appartengono al lessico della storia naturale, della fisica, della chimica, ecc. Tutte queste parole possono essere registrati nella rubrica.

Psicogrammatica Montessori: la rubrica

Psicogrammatica Montessori VERBI SINONIMI (sfumature di significato)

Psicogrammatica Montessori VERBI SINONIMI (sfumature di significato). Presentazioni ed esercizi per bambini della scuola primaria.

Dopo aver presentato ai bambini il verbo, e dopo i primi esercizi con le scatole grammaticali e i comandi sui verbi, possiamo introdurre un nuovo materiale: i cartellini dei sinonimi.

Prepariamo una serie di verbi e gruppi di altri verbi che rappresentano una loro sfumatura di significato. Mettiamo i cartellini in una scatola rossa, separati per mezzo di elastici.

Esercitandosi con questo materiale i bambini sviluppano consapevolezza rispetto alle sottili differenze che possono esserci tra parole simili, e arricchiscono il proprio linguaggio.

Il materiale può essere presentato con lezioni individuali o di gruppo.

Presenteremo prima un set alla volta, poi due, poi sempre di più. E’ un lavoro che aiuta molto a costruire un lessico ricco e migliora le capacità espressive sia verbali sia scritte.

Gli esercizi con i sinonimi rappresentano anche un buon momento per introdurre l’uso del dizionario e la costruzione di una rubrica personale di parole nuove.


Materiale


Psicogrammatica Montessori VERBI SINONIMI (sfumature di significato)

Psicogrammatica Montessori VERBI SINONIMI (sfumature di significato)

Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo

Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo. Lezioni e presentazioni per bambini della scuola primaria.

Maria Montessori consiglia di stimolare l’attenzione dei bambini, nel primo approccio all’analisi grammaticale, sulla differenza che esiste tra nomi e verbi. Bisogna distinguere con molta chiarezza il nome (l’oggetto) dal verbo (l’azione, il moto), come distinguiamo la materia dalla forza, e la chimica dalla fisica.
Il verbo esprime lo stato e il moto, come la forza potenziale e attuale.
Come per lo studio del nome il bambino prende degli oggetti, così per lo studio dei verbi esegue azioni. Per eseguire queste azioni avrà bisogno del nostro aiuto iniziale, perchè non sempre sarà capace di interpretare una parola con l’azione che corrisponde precisamente ad essa.


Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo

Presentazione 1

Un verbo è una parola che mostra un’azione o una situazione o uno stato d’essere. Ci dà informazioni su ciò che qualcuno o qualcosa sta facendo.
Un verbo , come la grande sfera rossa infuocata del nostro sole, dà vita ai nomi ed è la sorgente di tutta l’energia.
E’ come una palla rossa brillante nelle mani di un bambino, non sta mai ferma.
Per questo motivo Maria Montessori ha scelto una grande sfera rossa per rappresentare il verbo, e un grande cerchio rosso da usare quando facciamo l’analisi grammaticali su un testo scritto.
Per le prime presentazioni usiamo verbi al modo indicativo che esprimano dichiarazioni di fatto o domande, ad esempio: Io lavo il piatto. Tu cosa fai?
Inoltre, grazie al lavoro coi cartellini dei comandi, i bambini familiarizzano col modo imperativo, ad esempio: Lava il piatto.
Non è necessario che i bambini conoscano i termini “indicativo” e “imperativo”, anche se apprenderanno l’uso del termine “comando”.
I bambini lavoreranno anche coi tempi verbali. Un tempo verbale indica quando l’azione o lo stato si verificano in relazione al tempo. Il tempo presente indica che l’azione si sta realizzando adesso, il passato indica che ha già avuto luogo e il futuro indica che l’azione avrà luogo in un tempo che deve ancora venire. I bambini lavorano in primo tempo soprattutto col presente e col passato.
Lavorando col materiale i bambini scopriranno anche che non tutti i tipi di verbo mostrano un’azione fisica e che non tutte le azioni possono essere viste:
– i verbi che indicano azioni mentali sono verbi che hanno un’energia interna e sono detti verbi psicologici. Ad esempio: pensare, immaginare, contemplare, decidere.
Esempi di frasi: Lei sta pensando al suo gatto. Lui sta pensando di andare al cinema.
In ognuna di queste frasi il verbo indica l’energia interna di ciò che il soggetto sta facendo;
– i verbi che collegano il soggetto al predicato e svolgono la funzione di unire il soggetto della frase a un nome o a un aggettivo sono detti verbi copulativi. Ad esempio: essere, parere, sembrare, stare, rimanere, diventare, riuscire. Esempi di frasi:
Sto bene. Il vetro sembra sporco.
In queste frasi il verbo collega il soggetto con un nome o un aggettivo.

Materiali

simboli grammaticali solidi per il nome e il verbo (la piramide nera e la sfera rossa)

scatola dei simboli grammaticali 

– otto oggetti presenti in classe, ad esempio un pennarello, una gomma, una colla, un paio di forbici, una matita, un elastico, un righello, un temperino

– matita rossa e nera

– strisce di carta bianca

carta della relazione tra famiglia del nome e verbo.

Presentazione

– diciamo ai bambini che oggi impareremo qualcosa di nuovo sul verbo
– mettiamo sul tappeto gli otto oggetti scelti
– invitiamo i bambini a nominare a turno gli oggetti
– ogni volta che un bambino nomina un oggetto, scriviamo con la matita nera il nome  su un cartellino bianco  e invitiamo il bambino ad abbinare i cartellini agli oggetti
– usando la matita rossa scriviamo la parola SALTA su una striscia di carta
– invitiamo un bambino a leggere la parola e ad eseguire l’azione
– mettiamo il cartellino sul tappeto, separato dagli oggetti
– ripetere usando ogni volta verbi differenti (ad esempio BALLA, CORRI, CAMMINA, MANGIA, RIDI)
– chiediamo a un bambino: “Dov’è il righello?”. Il bambino indicherà il righello che si trova sul tappeto
– chiediamo a turno ad altri bambini di trovare un oggetto alla volta ed indicarlo
– chiediamo a un bambino: “Dov’è SALTA?”. Il bambino non potrà indicare “salta” e indicarlo
– chiediamo ai bambini di mostrarci a turno altre azioni (balla, corri, cammina, mangia, ridi). Essi non potranno indicarli perchè le parole d’azione, i verbi, non sono oggetti concreti, cioè non sono nomi
– spieghiamo ai bambini che i nomi possono essere abbinati ad oggetti messi sul tappeto, ma le parole d’azione non possono essere abbinate a nessun oggetto
– spieghiamo che le parole che indicano un’azione, come applaudire, saltare, camminare, sono chiamate VERBI
– facciamo coi bambini molti esempi verbi
– ora chiediamo ai bambini che forma ha il sole: risponderanno che ha la forma di una palla o di una sfera. Poi chiediamo cosa succede al carbone quando quando viene messo sul fuoco: risponderanno che brucia, che diventa rosso e caldo.
– mostriamo ai bambini la piramide nera. Può muoversi facilmente? No, ha un’ampia base ed è molto stabile. Spieghiamo che il nome è proprio come la piramide: non può esprimere movimento, ma solo chiamare persone, luoghi o cose
– mostriamo ai bambini la sfera rossa. Facciamola rotolare per mostrarne la capacità di movimento. Spieghiamo che come il sole che dà vita a tutte le cose e come una palla che si muove naturalmente, i verbi sono parole che danno vita e movimento al nome. I verbi sono rossi per ricordare ciò che avviene al carbone  (il nome) quando entra in contatto col fuoco
– mostriamo ai bambini la carta della relazione tra famiglia del nome e verbo, spiegando come il verbo irradia energia sulla famiglia del nome

– diciamo ai bambini che non abbiamo sufficienti sfere rosse per ogni verbo, e che così nei nostri esercizi useremo i cerchi rossi al posto della sfera. Mostriamo ai bambini i simboli

– invitiamo i bambini ad usare i simboli grammaticali per analizzare ogni parola che si trova sul tappeto

– chiediamo ai bambini di registrare ogni parola col suo simbolo sui loro quaderni di grammatica

Scopo: familiarizzare con la funzione del verbo e i simboli grammaticali

Età: dai 6 anni

Estensioni

– fare una lista di cinque o più verbi che si riferiscano ad un particolare argomento, ad esempio sport (nuotare, correre, saltare, lanciare, pedalare…), aggiungendo i simboli grammaticali;
– cercare nel proprio libro preferito cinque o più frasi che contengano verbi e copiarli sul quaderno di grammatica, aggiungendo i simboli grammaticali.


Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo
Presentazione 2

Lavorando all’analisi grammaticale i bambini si dedicano ad un primo gruppo di attività legate alla famiglia del nome (nomi, articoli, aggettivi) e si esercitano con le scatole grammaticali I e II e con i simboli grammaticali.

Attraverso tutte queste attività interiorizzano le qualità del nome come elemento molto solido e stabile, come una piramide.
Quando parliamo del verbo sottolineiamo quindi come le sue qualità siano del tutto diverse da quelle del nome: il verbo è rappresentato da una sfera rossa ed è in costante movimento.
Da una parte abbiamo la solidità del nome, dall’altra l’energia del verbo.
Il grafico della relazione tra verbo e famiglia del nome mostra ai bambini come il verbo illumini la famiglia del nome dandole energia:

Per Maria Montessori il verbo è l’energia della lingua. Il termine VERBO deriva dal latino  VERBUM, la parola per eccellenza.

Materiale

piramide nera e sfera rossa
simboli grammaticali
scatola grammaticale III
cartellini di riempimento a scelta.

Presentazione

– diciamo ai bambini: “Ricordate che abbiamo detto che la piramide rappresenta parole molto antiche? Queste parole molto antiche sono i nomi, come donna, bambino, tavolo, porta… Le parole di cui parleremo oggi sono invece come questa sfera, sono sempre in movimento”.
– chiediamo: “La piramide può muoversi?” No, non da sola. “Pensate che la palla possa spostare la piramide?” Sì, certo. Spingiamo la piramide con la sfera.
– diciamo: “Oggi osserveremo più da vicino le parole d’azione, come correre, parlare, tirare… parole che muovono i nomi”
– chiediamo ai bambini di mettere i cartellini scelti nella scatola grammaticale

– un bambino leggerà la prima frase, mentre un altro eseguirà l’azione e un altro comporrà la frase coi cartellini delle parole
– poi il bambino leggerà la seconda frase, un bambino eseguirà l’azione e il bambino sostituirà il cartellino del verbo

– mettiamo sulle parole i simboli grammaticali appropriati e diciamo: ” Usiamo questo cerchio rosso al posto della sfera per le parole che descrivono un’azione”.

Dopo la lezione

– i bambini continuano a lavorare con le scatola grammaticale III e i vari set di cartellini di riempimento
– faremo coi bambini gli esercizi di spostamento.


Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo
Presentazione 3

La parola verbo deriva dal latino verbum che significa “la parola”. E’ la parola-capo in una frase, la parola che rende un gruppo di parole una frase.
Maria Montessori  per simboleggiare il verbo ha scelto la sfera rossa, per sottolineare il movimento e l’energia che il verbo porta alla frase.

Prerequisiti

lezioni su nome, articolo e aggettivo

Materiali

piramide nera e sfera rossa su un vassoio,
– tappeto del nome (triangolo nero in feltro o cartone) e tappeto del verbo (tappeto rotondo rosso in feltro o cartone),
– cartellini dei nomi scritti in nero e cartellini dei verbi scritti in rosso.

Presentazione

– invitiamo un gruppo di bambini e stendiamo i due tappeti
– mettiamo il vassoio con la sfera e la piramide tra i due tappeti
– teniamo in mano la piramide e ricordiamo perchè Maria Montessori ha scelto questo simbolo per il nome
– distribuiamo tra i bambini i cartellini dei nomi, chiediamo loro di leggerli e di prendere l’oggetto corrispondente e portarlo sul tappeto del nome

– diamo a un bambino il cartellino di un verbo, chiediamogli di leggerlo e di portare quello che è scritto sul cartellino sul tappeto rosso (ad esempio SALTARE)
– quando i bambini capiscono che non possono prendere ‘saltare’ e metterlo sul tappeto, chiediamo al bambino di saltare sul tappeto rosso

– continuiamo allo stesso modo con gli altri cartellini dei verbi, chiamando un bambino alla volta
– diciamo: “Quando lavoriamo con il tappeto dl nome, possiamo portare oggetti al tappeto. Le parole che abbiamo letto adesso invece sono azioni. Le parole che rappresentano energia e movimento sono chiamate verbi”
– prendiamo in mano la sfera rossa e facciamola rotolare avanti e indietro tra le mani
– diciamo “Maria Montessori ha scelto questa forma per il verbo perché rappresenta il sole. Il sole dà energia e movimento. Senza il sole non potrebbe esserci vita, e senza verbo non può esserci una frase”
– i bambini possono registrare l’esercizio sui loro quaderni di grammatica.

Scopo diretto

– introduzione alla funzione del verbo,
– comprensione della differenza tra sostantivi e verbi.

Punti di interesse

– eseguire azioni,
– capire che non si può portare un verbo sul tappeto.

Controllo dell’errore

i nomi sono scritti in nero e i verbi in rosso

Varianti

usare verbi psicologici come pensare, sognare ecc…

 
Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo
Presentazione 4

Scopo

comprendere la funzione del verbo.

Prerequisiti

il bambino deve essere in grado di leggere e scrivere senza difficoltà le parole utilizzate nella presentazione.

Materiali

– due larghi tappeti: uno rosso e uno nero
– un triangolo nero e un cerchio rosso ritagliati nello stesso materiale usato per i tappeti
– matite colorate
– strisce di carta bianca
– cartellino del titolo IL VERBO
piramide nera del nome e sfera rossa del verbo
simboli grammaticali del nome e del verbo
grafico della relazione tra famiglia del nome e verbo.

Presentazione

questa presentazione viene fatta per suscitare nei bambini l’impressione della differenza tra la funzione del nome (materia) e la funzione del verbo (energia)
– stendiamo i due tappeti sul pavimento e mettiamo i due simboli grammaticali in alto

– invitiamo un piccolo gruppo di bambini. Scriviamo su una striscia di carta il nome di un oggetto, ad esempio PIANTA. Il primo bambino legge e porta l’oggetto. Chiediamo al bambino di mettere l’oggetto sul tappeto nero e mettiamo il cartellino sul triangolo nero
– ripetiamo facendo in modo che ogni bambino porti al tappeto uno o due oggetti (ad esempio TAZZA, MATITA, CESTINO, SCATOLA, GOMMA, RIGHELLO, ecc.)
– ora scriviamo un’azione, ad esempio SALTARE. Il primo bambino regge ed esegue l’azione sul tappeto rosso. Chiediamo al bambino di mettere il cartellino sul cerchio rosso
– ripetiamo facendo in modo che ogni bambino esegua una o due azioni (ad esempio APPLAUDIRE, SORRIDERE, SALUTARE, CANTARE, SALTARE, ecc.)
– al termine dell’esercizio richiamiamo i bambini davanti ai due tappeti  e diciamo: “Antonio (il nome del bambino) tu hai portato la pianta e la pianta è ancora lì. Alma, tu hai portato la tazza, ed è ancora lì…” e così via, nominando tutti gli oggetti.

Poi indichiamo il tappeto rosso e diciamo: “Qui non c’è nulla! Dov’è SALTARE? Dov’è APPLAUDIRE? E’ sparito!”. Questo genere di osservazioni coinvolgono moltissimo i bambini, che diranno: “L’ho fatto prima!”
– chiediamo: “Quali parole abbiamo usato per chiamare gli oggetti?”. I bambini risponderanno PIANTA, TAZZA, MATITA, ecc. Chiediamo: “Come chiamiamo queste parole?” I bambini risponderanno che si tratta di nomi
– chiediamo: “Quali parole abbiamo usato per le azioni?”. I bambini risponderanno SALTARE, APPLAUDIRE, SORRIDERE, ecc. Diciamo: “Le parole che usiamo per le azioni si chiamano VERBI, dal latino VERBUM che significa LA PAROLA. Il verbo indica l’azione”
– posizioniamo il cartellino del titolo VERBO sul cerchio rosso sul quale abbiamo messo il cartellini dei verbi
– mostriamo ai bambini la piramide nera e ricordiamo che rappresenta il nome
– mostriamo la sfera rossa e diciamo: “La sfera rossa è il simbolo del verbo. Mentre la piramide è stabile e ferma, la sfera si può muovere liberamente (facciamola rotolare). Il verbo dice o trasmette l’azione. La sfera rossa rappresenta l’azione, l’energia o il movimento del verbo”
– mostriamo i simboli grammaticali. Sovrapponiamo il triangolo nero ad una faccia della piramide nera e mettiamo il cerchio rosso sotto alla sfera rossa. Diciamo: “Per i nostri esercizi scritti useremo il cerchio rosso al posto della sfera”
– chiediamo: “Qual è il simbolo del nome?”. Il triangolo nero. “Qual è il simbolo del verbo?”. Il cerchio rosso
– indichiamo il triangolo nero e chiediamo: “Cosa rappresenta questo simbolo?” Il nome. Indichiamo il cerchio rosso e chiediamo: “Cosa rappresenta questo simbolo?” Il verbo
– mostriamo ai bambini il grafico della relazione tra famiglia del nome e verbo, che mostra il simbolo del verbo che irradia la sua energia sul nome, l’articolo e l’aggettivo:

Psicogrammatica Montessori: introduzione al verbo

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