Lana cardata – ghirlanda natalizia

Lana cardata – ghirlanda natalizia con piccola natività.

Lana cardata – ghirlanda natalizia

Preparare la base (per tutti i modelli di ghirlanda)

Materiale occorrente
fil di ferro
(facoltativo) lana pulita di recupero (sciarpe vecchi, vecchi maglioni ecc…)
lana cardata bianca

Come si fa

 Preparate un anello col fil di ferro (per questo modello con un diametro di circa 20 cm)

Se non volete usare tantissima lana cardata, che è preziosa, potete preparare un primo rivestimento con delle strisce di lana di recupero, così:

avvolgete stringendo bene:

proseguite poi con la lana cardata:

fino ad arrivare allo spessore desiderato (che dipende dal gusto personale):

Lana cardata – ghirlanda natalizia

decorazione

Materiale occorrente
aghetto da feltro
lana cardata in vari toni di azzurro e verde, violetto, giallo

Come si fa

Preparate allargando con le mani una striscia alla volta di lana cardata azzurro cielo

ed avvolgete tendendo bene e in modo costante per ottenere una superficie liscia e dai colori delicatamente sfumati (non usate troppo lana):

Procedete con l’azzurro cielo per circa tre quarti e completate con il verde prato per la parte rimanente:

Con l’aghetto da feltro aggiungete delle puntine di violetto e di un azzurro diverso nella parte del cielo:

modellate tra le mani una stella con il violetto e applicatela:

aggiungete la scia della stella:

fate la stessa cosa con la lana cardata azzurra:

punteggiate di stelle lo sfondo con la lana cardata gialla:

preparate sul tavolo la scia della stella usando vari toni di giallo e arancio:

e applicatela alla ghirlanda:

 con piccoli peletti sempre gialli e arancio disegnate la stella:

e fissatela delicatamente con l’aghetto:

Per il prato applicate alla base tanti ciuffetti blu, gialli, e di varie tonalità di verde; create delle sfumature delicate e varie, come quando si dipinge, e quando siete soddisfatti del risultato, fissate qua e là con l’aghetto:


Lana cardata – ghirlanda natalizia  

Creazione dei personaggi e rifiniture

Materiale occorrente:
un assortimento di lana cardata in vari colori
aghetto da feltro
fil di ferro
filo dorato


Mangiatoia e bambino – Come si fa

Rivestite con della lana cardata marrone un pezzo di fil di ferro, modellandolo a forma di lettino man mano che procedete:

Aggiungete qualche filo dorato e della lana cardata gialla e arancio per la paglia:

Giuseppe e Maria – Come si fanno

Preparate due figure (Giuseppe e Maria).  Avevo già preparato un tutorial che potete trovare qui:

forse può essere utile seguire la descrizione e il tentativo di video che seguono…Si tratta di preparare una falda di lana cardata rosa incarnato, e fare un nodo al centro:

Poi dividere il ciuffo presente ad una delle estremità del nodo e usarle per rivestirlo (portandole verso il basso):

Si attorciglia della lana attorno a quello che sarà il collo della figura, quindi si prendono due falde uguali a destra e a sinistra della testa, per le braccia:

si fanno due nodi, approssimativamente grandi uguali ed alla stessa distanza:

si ribalta il ciuffo che sporge dal nodo sul braccio,  e si attorciglia il più stretto possibile della lana cardata attorno a  quelle che saranno le braccia.

Infine con della lana cardata bianca si modella la tunica, avvolgendo attorno alla figura:

Queste sono le due figura vestite. Per i particolari della tecnica fate riferimento al video che segue, o se volete consultate il tutorial fotografico pubblicato qui

Se appoggiate soltanto i mantelli fissandoli soltanto alla sommità del capo, potete poi usarli per fissarli direttamente con l’aghetto da feltro alla ghirlanda, modellandoli e drappeggiandoli a piacere intorno alla mangiatoia.

Se cerchi idee per attività in stile steineriano per il periodo dell’avvento, puoi trovarle raccolte qui:

E qui trovi le istruzioni per realizzare il tradizionale presepe in lana cardata:

Lavoretti per bambini FIORI – 70 e più progetti

…lavoretti per bambini FIORI: una collezione di tutorial per realizzare coi bambini della scuola d’infanzia e primaria fiori per festeggiare la primavera e la festa della mamma…

…rose, margherite, ciclamini, gerbere, giacinti, fiori fantastici: lavoretti per bambini fiori di ogni genere realizzati riciclando materiali poveri quali lattine, bottiglie di plastica o cartoni delle uova, e sperimentando varie tecniche: fiori collage, fiori dipinti con le impronte digitali, fiori con la pittura a dito, fiori di carta, tessitura, uncinetto, quilling, carta crespa, ecc…

1

1. gerbera realizzata con i cartoni delle uova, tutorial illustrato di http://www.duitang.com

2

2. narciso – girandola, realizzato con cartoncino colorato e cartoni per le uova, tutorial di http://nurturestore.co.uk

3

3. narcisi realizzati ancora coi cartoni delle uova, tutorial di http://www.intimateweddings.com

4

4. tutorial fotografici per realizzare vari fiori di carta: garofano, margherita, rosa, narciso, di http://grosgrainfabulous.blogspot.it

5

5. fiori realizzati con le impronte delle manine, di http://www.teachpreschool.org

6

6. ciclamini, sempre realizzati coi cartoni delle uova, tutorial fotografico di http://www.liveinternet.ru

 

7

7. ancora narcisi, ancora coi cartoni delle uova, in versione quadretto, tutorial fotografico di http://www.liveinternet.ru

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8. collage ispirato a Picasso. I bambini tracciano l’impronta della loro mano, la ritagliano, aggiungono strisce di carta verde e quindi per i fiori avvolgono pezzi quadrati di carta velina colorata intorno matita…  di http://artrageousafternoon.blogspot.com.au

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9. corona di narcisi, bellissima idea anche per festeggiare i compleanni primaverili, tutorial di http://www.sunhatsandwellieboots.com

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10. mazzolino di pratoline realizzato con la tecnica del quilling, cioè arrotolando le striscioline di carta. Tutorial fotografico di http://www.duitang.com

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11. fiori di lana realizzati con uno specialissimo telaio, semplice da costruire con legno e chiodini o anche cartone spesso e puntine, tutorial fotografico di http://www.knitting-and.com

Trovate altre informazioni su questa tecnica qui http://www.liveinternet.ru

 

12

12. versione più elaborata, realizzata in rafia, da http://www.knitting-and.com

13

13. da http://www.marthastewart.com l’idea di realizzare fiori primaverili utilizzando i porta biscotti di carta

14

14. fiori di carta realizzati piegando e incastrando tra loro le parti ritagliate dal modello. Trovate le varie proposte qui: https://docs.google.com , https://docs.google.comhttps://docs.google.com, e qui https://docs.google.com

15

15. battendo ripetutamente col martello su fiori e foglie appoggiate ad un pezzo di tessuto o ad un foglio di carta spessa, otterrete una sorta di stampa botanica molto bella. Si può fare anche con le foglie autunnali… Immagine da http://kindlingplayandtraining.blogspot.it/

16

16. fiori realizzati con le graffette colorate, in vendita qui http://www.modcloth.com (non c’è tutorial)

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17. rose di carta crespa, tutorial fotografico di http://greenweddingshoes.com

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18. giacinti di carta colorata, tutorial fotografico di http://krokotak.com

19

19. collage; i fiori sono realizzati con pezzetti di carta piegata. Tutorial di http://www.jeknutseleikwijt.nl

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20. rami fioriti di ciliegio, tutorial per realizzare i fiori in carta velina di http://sarahndipities.blogspot.it/

 

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21. pesco in fiore realizzato coi pop corn, via http://olhaoquevinoeducanaweb.blogspot.it/

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22. decorazione trasparente per finestre, idea di http://www.sillyeaglebooks.com (non c’è tutorial)

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23. ciliegio in fiore realizzando stampando la tempera rosa col fondo di una bottiglia di plastica, di http://alphamom.com/

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24. fiori nei gusci d’uovo. L’idea originale, di http://www.tuinadvies.nl/vrolijk_pasen.htm, utilizza fiori veri per realizzare una composizione da usare come centrotavola, ma può essere realizzata anche una variante con fiori di carta…

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25. delicati fiori di carta, video tutorial di http://www.craftstylish.com/

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26. deliziosa coroncina da principessa dei fiori in panno, tutorial di http://thatlittleworld.blogspot.it

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27. rose origami, vari modelli e link ai tutorial, qui http://www.bloomize.com/

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28. semplici fiorellini di panno, qui proposti come applicazioni per cuscini, di http://www.marthastewart.com

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29. ghirlanda “fiorita” di stricioline di tessuto multicolore, di http://www.lindamade.com

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30. la classica collana di fiori e cannucce da infilare, di http://thecraftingchicks.com

 

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31. narcisi di carta velina, tutorial fotografico di http://www.momsandkids.co.uk/

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32. tulipani in cartoncino, si possono utilizzare i rotoli di carta igienica, tutorial di http://www.easy-child-crafts.com

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33. fiore per collage, modello gratuito di http://whimsycoutureboutique.blogspot.it/

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34. fiori di carta piegata, semplici da realizzare. Tutorial di http://whimsicalworldoflaurabird.blogspot.it

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35. decorazioni floreali ottenute fissando i fiorellini di carta ad una palla di  polistirolo, con degli spilli con la capocchia colorate, tutorial di http://www.fancypantsweddings.com

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36. fiori pom pom, idea e  tutorial di http://www.domestifluff.com

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37. fiori realizzati incollando a una forma sferica ritagli tondi di tessuto, tutorial di http://www.oncewed.com/

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38. fiore di carta crespa. Questa e molte altre proposte per realizzare fiori di carta qui http://www.lollychops.com/

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39. i bellissimi fiori kusudama giapponesi, tutorial dettagliatissimo in quattro parti a partire da qui http://foldingtrees.com/

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40. fiori realizzati coi sacchetti di carta, tutorial di http://www.aplaceforusblog.com

 

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41. bellissima rosa di carta, tutorial di http://www.ellinee.com/. Semplice da realizzare grazie al modello stampabile gratuitamente.

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42. calla in carta e pasta da modellare, tutorial di http://craftinomicon.blogspot.it

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43. quadro realizzato con pastelli a cera colati col phon e fiori, tutorial di http://www.aroundbeads.blogspot.

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44. tutorial per realizzare questo fiore con foglia, completo di modello, di http://increations.blogspot.it/

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45. rami di ciliegio fiorito, tutorial di http://bkids.typepad.com/

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46. fiori realizzati coi rotoli di carta igienica, tutorial di http://www.thecraftycrow.net

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47. tutorial per realizzare questi bei fiori in carta crespa di http://howaboutorange.blogspot.it

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48. mollette e cerchietti per capelli floreali, tutorial di http://kittycatsandairplanes.blogspot.it

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49. fiore di carta tipo papavero, tutorial di http://alittlehut.blogspot.it/

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50. fiore di carta finito a matita, tutorial di http://whipup.net/

 

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51. lillà origami, tutorial di http://www.origami-instructions.com via http://www.handyhausfrau.com

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52. questi fiori, in vendita qui http://www.etsy.com/ sono realizzati tagliando lattine da bibita. Coi bambini l’idea può essere utile sostituendo alle lattine i bicchieri di carta o di plastica.

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53. ghirlanda floreale realizzate con pagine di vecchie riviste tagliate a cuore, di http://flowerpatchfarmgirl.blogspot.it

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54. tulipani realizzati con fogli di carta colorata tagliati e piegati secondo il tutorial fotografico e cannucce da bibita, di http://skapligtenkelt.blogspot.

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55. girasole con semi veri, di http://www.rockabyebutterfly. I semi, invece di essere incollati, possono essere posati sul cerchio di carta e poi fissati con un coperchio trasparente dello yogurt. In questo modo possono essere piantati. Si possono usare, oltre ai semi di girasole, altri semi e anche fare fiori diversi.

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56. fiori ritagliati nelle pagine di vecchie riviste, idea di http://splishsplashsplatterart.blogspot.it

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57. fiori di ciliegio kirigami, tutorial di http://omiyageblogs.blogspot.it

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58. fiori di carta di http://madebyjoel.com, tutorial

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59. fiore coi rotoli di carta igienica, questo e molti altri esempi in http://www.michelemademe.com/

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60. tutorial per realizzare bellissimi fiori coi cartoni delle uova, vari modelli, di http://www.intimateweddings.com/

 

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61. facciamo germogliare i fiori per il giardino nei gusci d’uovo, idea di http://themagnifyingglass.typepad.com/

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62. un piatto di carta diventa un telaio circolare e un fiore, tutorial di http://familyfun.go.com

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63. tutorial fotografico molto dettagliato per realizzare queste rose di carta riciclata di http://papernstitchblog.com

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64. corona di papaveri, tutorial di http://wishingelephant.blogspot.it

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65. quadretto di fiori di cartone, tutorial di http://www.craftstylish.com

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66. rose, tutorial di http://heart-of-light.blogspot.it

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67. fiori realizzati con le bottiglie di plastica, non c’è tutorial ma l’idea è molto semplice, di http://artprojectgirl.blogspot.it/

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68. collage floreale realizzato coi porta biscotti di carta, di http://www.kiboomu.com

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69. fiori stampati con le gomme delle matite, di http://creativitymypassion.blogspot.co.uk

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70. rosa realizzata con cucchiai di plastica, tutorial fotografico di http://www.duitang.com/

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71. rosa a uncinetto, tutorial di http://www.pompomemporium.com

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

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Lavoretti per bambini – scatole di fiammiferi

Lavoretti per bambini – scatole di fiammiferi. Le scatole di fiammiferi sono molto semplici da realizzare e permettono di realizzare tantissimi lavori creativi coi bambini, soprattutto durante il periodo natalizio, ma non solo.

Di seguito propongo vari modelli; tutti possono essere variati per dimensioni e decorati in un’infinità di modi diversi. Potete scegliere di stampare i modelli già pronti, oppure di crearli coi bambini: un bel progetto didattico per i più grandi.

Trovi tutti i modelli qui:

Lavoretti per bambini – scatole di fiammiferi – come costruire i cartamodelli

Il progetto più semplice è questo. Il mio porta a realizzare una scatola di fiammiferi di 8 x 4,5 x 2 cm di altezza:

Si traccia al centro del foglio il rettangolo delle dimensioni scelte:

Ai quattro lati si disegnano altri rettangoli, nella misura che si vuole per l’altezza della nostra scatola:

Infine si aggiungono quattro linguette in corrispondenza degli angoli:

In corrispondenza dei due lati corti si disegnano altri due rettangoli, sempre di larghezza pari all’altezza che si vuole per la scatola (qui sempre 2 cm). A questi due ultimi rettangoli, per rendere più precisa la piegatura che dovrà poi essere fatta, togliamo qualche millimetro facendo una riga più interna (che sarà la linea per il taglio):

Per realizzare il coperchio disegniamo il primo rettangolo a sinistra largo 2 cm (altezza della scatola), ma per garantire che poi scivoli bene questa volta aggiungiamo qualche millimetro. Poi aggiungiamo un rettangolo largo 4,5 (larghezza della scatola) sempre aggiungendo qualche centimetro), poi ancora un rettangolo 2 cm più qualcosa, poi ancora un rettangolo 4,5 più qualcosa; infine un rettangolo largo 2 cm senza aggiunte. Aggiungiamo qualche millimetro anche ad uno dei lati lunghi del rettangolo totale:

Lavoretti per bambini – scatole di fiammiferi – variante per il coperchio

Indipendentemente dalle dimensioni scelte per la vostra scatola di fiammiferi, potete scegliere di realizzare un coperchio che scivoli in entrambe le direzioni, oppure un coperchio con chiusura a linguetta (apribile solo da un lato o da entrambi i lati).

Questo modello è per una scatolina che misura 5 x 4 x 1 cm di altezza:

Per farlo basta aggiungere ad uno dei due rettangoli più grandi del modello per il coperchio spiegato sopra:

– un rettangolo alto quanto l’altezza della scatola più qualche millimetro (nel mio caso 1 cm) e un secondo rettangolo alto sempre quanto l’altezza della scatola, senza aggiunta. L’operazione va fatta su entrambi i lati del rettangolo scelto.

– se si vuole che la scatola sia apribile da entrambi i lati, aggiungere la linguetta, alta un poco meno dell’altezza della scatola e con gli angoli tagliati.

– se si vuole che la scatola sia apribile su un solo lato, aggiungere ad uno dei due estremi due linguette laterali. In questo caso, dove si sono le linguette laterali si può non disegnare la linguetta lunga.


Lavoretti per bambini – scatole di fiammiferi – variante per realizzare la scatola

Avrete notato che utilizzando il modello base il fondo della scatola non risulta rivestito dalla carta decorativa. Se volete evitare l’inconveniente, rendendo al tempo stesso la scatolina anche più solida, potete fare questa modifica al cartamodello:

Questo modello si riferisce a una scatolina che misura 6 x 4,5 x 1,5 di altezza. La modifica che dicevo consiste nel dividere a metà la misura del lato lungo della scatola (nel mio caso 6:2 = 3) e aggiungere questi centimetri (nel mio caso tre) ai due lati corti del modello, così:


Lavoretti per bambini –  scatolina  8 x 4,5 x 2 cm 

il cartamodello pronto:

scatola di fiammiferi 8×4,5×2

Lavorando coi bambini, il modo più semplice è di stampare il modello direttamente sulla carta colorata, oppure incollare il modello sul retro della carta decorativa:

Si ritaglia e si riveste il fondo della scatola con un rettangolo ritagliato dalla stessa carta:

Si fanno tutte le piegature seguendo le linee presenti sul modello:

Quindi si montano scatola e coperchio, incollando:

Lavoretti per bambini –  scatolina  con coperchio a linguetta cm 5 x 4 x 1 cm

il cartamodello pronto:

Lavoretti per bambini – scatole di fiammiferi

Lavoretti per bambini – scatola con fondo ricoperto 6 x 4,5 x 1,5 cm

Il modello pronto:

scatola con fondo ricoperto 6 x 4,5 x 1,5

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Lavoretti per bambini – una piccola scatolina con coperchio

Lavoretti per bambini – una piccola scatolina con coperchio – la scatolina misura 4 cm x 4 cm x 2 cm di altezza. I bambini possono realizzarla partendo dal progetto del cartamodello, e naturalmente con la stessa tecnica si possono realizzare scatole di qualsiasi dimensione.

Se preferite, potete anche scaricare o stampare il modello pronto in formato pdf.

Questa scatolina può contenere piccoli tesori, miniature, essere usata come confezione regalo e anche per realizzare un calendario dell’avvento.

Lavoretti per bambini – scatolina piccolissima con coperchio – realizzare il modello

Per la scatola i bambini disegneranno al centro del foglio un quadrato 4 cm x 4 cm:

Poi, intorno al quadrato, una cornice larga 2 cm:

e una seconda cornice, sempre larga 2 cm:

Col righello si congiungono tra loro le righe, tutte tranne quelle del quadrato centrale:

E si disegna in alto a sinistra questo triangolo:

Il modello è pronto. Le righe nere sono linee da piegare, quelle rosse sono linee da tagliare:

Per il coperchio della scatolina si parte disegnando un quadrato delle stesse dimensioni di quello disegnato per la scatola (nel nostro caso sarà 4 cm x 4 cm). Attorno al quadrato si disegnano quindi due cornici, larghe 1 cm ognuna:

Per allargare leggermente il modello, in modo che il coperchio possa inserirsi agevolmente nella scatola, spieghiamo ai bambini come fare due puntini in corrispondenza degli angoli del quadrato e delle cornici, così:

Congiungiamo i puntini con delle linee:

E se vogliamo ripassiamo a penna le ultime linee fatte (se il primo disegno è fatto a matita, si può cancellarlo):

E anche il modello per il coperchio è pronto:

Questo è il mio modello pronto per la stampa:


Lavoretti per bambini – scatolina piccolissima con coperchio – materiale occorrente

carta decorata o colorata
forbici
modello
eventualmente colla.

Lavoretti per bambini – scatolina piccolissima con coperchio – come si fa

 Naturalmente per prima cosa ritaglierete i modelli della scatola e del coperchio.

Potete scegliere di stampare il modello su carta colorata, disegnarlo direttamente sulla carta decorativa scelta, oppure potete semplicemente incollare i modelli alla carta, come ho fatto io:

Ora bisogna piegare lungo tutte le linee disegnate, così:


Fatte tutte le pieghe, la scatola si monta a partire dal lato contrassegnato col numero 1 nel modello, quello a destra del triangolo:

Quindi si piega su questo il secondo lato:

poi il terzo, ed infine quello col triangolo:

Ora si tratta solo di inserire il lato a punta all’interno del primo lato. Non serve incollare, ma se volete farlo la vostra scatolina risulterà ancora più solida. Potete rivestire il fondo con un quadrato di carta decorata:

oppure, come ho fatto qui per il coperchio, potete incollarlo sul modello prima di tagliarlo e piegarlo:

La scatolina è pronta.

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Lavoretti di Natale – scatoline a forma di campana

Lavoretti di Natale – scatoline a forma di campana: queste scatoline sono molto semplici e possono essere usate come addobbi per l’albero di Natale, per costruire un calendario dell’avvento e come confezioni regalo.

Lavoretti di Natale – scatoline a forma di campana – materiale occorrente

carta da stampante o di recupero
forbici
colla da carta
nastrini
il modello in formato pdf, scaricabile e stampabile qui:

A seconda di come intendete utilizzarlo, l’ho preparato in diverse dimensioni. Potete anche pensare di ingrandirlo con la fotocopiatrice.

Lavoretti di Natale – scatoline a forma di campana – come si fa

Stampate il modello su carta colorata, su uno spartito musicale, oppure riportatelo con la carta carbone su carta di giornale o carta da regalo.

Ritagliate e fate eventualmente disegni e decorazioni; per realizzare un calendario dell’avvento potete ad esempio numerare le scatoline, che poi conterranno piccoli pensieri per i bambini:

Piegate la carta lungo tutte le linee tratteggiate e anche lungo la sagoma delle campane (che ho dimenticato di tratteggiare)

fate due forellini per poter chiudere ed appendere la scatolina:

quindi incollate:

E le vostre scatoline sono pronte.

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Biglietti natalizi – 140 e più progetti

Biglietti natalizi – una raccolta di biglietti d’auguri per Natale, con più di 140 progetti e lavori cui ispirarsi per lavorare coi bambini del nido, della scuola d’infanzia e primaria.

1

1.  biglietti natalizi decorati con stelle ritagliate e applicata, di   http://blessedmom.hubpages.com/

2

2. i bambini possono realizzare bellissimi biglietti natalizi disegnando con la ceretta bianca un motivo natalizio a piacere, e colorando poi il foglio con le tempere utilizzando il pennello, il rullo o le spugnette. Di http://familyworkshops.wordpress.com/

3

3. collage molto delicato che può essere di ispirazione per realizzare i vostri biglietti natalizi, non c’è tutorial, l’immagine è di http://www.homemadechristmasornaments.org/

4

4. albero di Natale realizzato con rettangolini di carta verde, pom pom e stelline, di http://saplingsrathfarnham.blogspot.it/

5

5. pupazzo di neve realizzato con colore effetto neve e brillantini, di http://saplingsrathfarnham.blogspot.it/. Il colore effetto neve si prepara molto facilmente, mescolando in parti uguali schiuma da barba e colla per carta.

6

6. alberi di Natale che possono realizzare anche i bambini più piccoli. Si tratta di ritagliare la sagoma dell’albero per ottenere una mascherina che si applica al biglietto con del nastro carta. Il bambini dipingerà l’interno col verde, si toglierà le mascherina e il bambino, una volta asciutto, potrà procedere con le decorazioni. Tutorial di http://themadhouse-themadhouse.blogspot.it/

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7. la busta presenta un foro a stella e delle decorazioni in carta velina, e all’interno si trova il biglietto d’auguri scritto dal bambino, e una sua fotografia. Di http://www.littlerunningteacher.com/

8

8. collage di http://kidszone.sailusfood.com/. Non c’è tutorial, ma è interessante pensare a un lavoro misto di pittura, ritaglio e collage.

9

9. biglietto natalizio realizzato con avanzi di lana, tutorial di http://craftsideasforkids.com/

10

10. biglietti natalizi pop up con pupazzo di neve realizzando sovrapponendo e fissando tra loro con la cucitrice vari dischi di carta velina bianca. Tutorial qui http://craftsideasforkids.com/

11

11. albero di Natale pop up, molto semplice da realizzare anche coi più piccoli. Tutorial di http://craftsideasforkids.com/

12

12. biglietti natalizi decorati con colla vinilica e brillantini, di http://thriftychristmas.co.uk/

13

 13. biglietto con albero di Natale pop up, tutorial di http://craftsideasforkids.com/

14

14. biglietti natalizi con applicazioni di carta scozzese a forma di albero di Natale o stella, e bottoni; tutorial di http://www.tescomagazine.com/

15

15. biglietto decorato con un albero realizzato con le perline dorate su fondo scuro e decorazioni a tempera, tutorial di http://www.artistshelpingchildren.org/

16

16. biglietto decorato con tre semplici candeline applicate, tutorial di http://spoonful.com/

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17. biglietto decorato con un paio di guantini appesi con piccole mollette da bucato a uno spago, tutorial di http://spoonful.com/

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 18. biglietto a forma di casetta di pan pepato, tutorial di http://spoonful.com/. Nel sito è possibile scaricare gratuitamente il cartamodello. Per realizzarla possiamo usare carta vetrata e per le decorazioni colla colorata e brillantini.

19

19. il bellissimo abete pop up firmato Robert Sabuda, con tutorial e cartamodello stampabile gratuitamente qui

http://wp.robertsabuda.com/

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20. sempre di Robert Sabuta, sempre con tutorial molto dettagliato e modello stampabile gratuitamente, il pupazzo di neve pop up, qui http://wp.robertsabuda.com/

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 21. e ancora dalla stessa fonte, un Babbo Natale pop up, tutorial e modello qui http://wp.robertsabuda.com/

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22. qui l’angelo http://wp.robertsabuda.com/

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23. e qui la renna http://wp.robertsabuda.com/

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24. biglietto decorato con un albero di Natale fatto coi bottoni, di http://www.activityvillage.co.uk/

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25. biglietti natalizi realizzati tagliando varie spugnette a forma di rettangolo, quadrato e triangolo, da usare per stampare la tempera. Tutorial di http://www.christmascrafts.com/

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 26. biglietto natalizio decorato con una pallina dell’albero di natale a collage, tutorial di http://www.fiskarscrafts.com/

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27. biglietti natalizi decorati con foglie di agrifoglio di carta verde e bottoni rossi; tutorial e cartamodello di http://www.activityvillage.co.uk/

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 28. questi biglietti natalizi sono stati realizzati disegnando le sagome su cartoncini colorate con gli stampini per i biscotti. Tutorial di http://www.redtedart.com/

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 29. biglietto natalizio con pacchetti regalo pop up e stelline; tutorial di http://inspirationforhome.blogspot.it/

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30. per realizzare questo bellissimo biglietto serve soltanto un foglio di carta bicolore: si taglia sulla metà destra metà del disegno che si intende ottenere, quindi si piega il ritaglio sulla sinistra. Di http://inspirationforhome.blogspot.it/ (non c’è tutorial)

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31. biglietti dipinti con le impronte delle dita, di http://www.rubywren.com/

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32. biglietti natalizi con alberi di Natale doppi, tutorial e cartamodello gratuito di http://www.canadianliving.com/

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33. biglietti natalizi con alberelli natalizi applicati in pannolenci; di http://rosinahuber.blogspot.it/

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34. biglietto con addobbi natalizi; tutorial e cartamodello di http://extremecards.blogspot.it/

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35. cartolina natalizia pop up; tutorial e cartamodello gratuito di http://extremecards.blogspot.it/

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36. biglietto natalizio decorato realizzando un abete con una catenella di perline e stelline, tutorial di http://www.ehow.com/

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37. alberello realizzato con la tecnica del quilling, per decorare un biglietto natalizio. Tutorial di http://www.jojoebi-designs.com/

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 38. bigliettini stampabili gratuitamente di made by Joel, qui http://madebyjoel.com/

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 39. biglietto decorato con un albero realizzato con le cannucce da bibita di http://www.readingconfetti.com/

40

 40. di http://www.thechocolatemuffintree.com/ questi bellissimi biglietti natalizi che sono anche un’interessante attività, soprattutto per i bambini più piccoli. Si mette un piatto di carta sul fondo della centrifuga da insalata, si aggiungono colori a tempera e si fa girare. Si possono preparare così più piatti, che una volta asciutti vengono tagliati e composti per formare gli alberelli.

41

41. biglietti natalizi decorati con ghirlande e alberi di Natale realizzati con le impronte delle dita di http://handsonaswegrow.com/

42

42. biglietto natalizio decorato con un presepe in pannolenci stilizzato, di http://mamasmiles.com/

43

 43. biglietti natalizi decorati con casette di pan pepato di cartoncino di http://handsonaswegrow.com/

44

 44. vari disegni stampabili gratuitamente, utili per realizzare biglietti natalizi, offerti da http://www.welovetoillustrate.com/

45

45. biglietto decorato con un alberello realizzato con un bottone e con dei rotolini di carta colorata, di http://acreativemint.typepad.com/

46

 46. di http://www.firstpalette.com/ questi biglietti decorati con la tecnica della biglia nel tubo di cartone. Si fodere l’interno di una scatola cilindrica (tubo delle patatine, ecc…) con un foglio verde. Si mette sul fondo della scatola della tempera bianca e un paio di biglie. Si chiude la scatola e si agita. Si preparano così più fogli, che una volta asciutti serviranno a realizzare il collage.

47

47. simpatici pupazzi di neve stampati con i polpastrelli, che ballano sul pentagramma. Di http://kidsartists.blogspot.it/

48

48. biglietto d’auguri decorato con un nastro che passando attraverso i fori nel cartoncino, crea un albero di Natale. Via http://img.photobucket.com/

49

 49. Alberello realizzato annodando nastri verdi di misura crescente su una bacchetta marrone con la stella in cima; di http://sarahsinkspot.com/

50

50. alberello realizzato con rotolini di carta (quilling) di http://clairespapercraft.blogspot.in/search/label/paper%20quilling  (non c’è tutorial)

51

1. pallina dell’albero di Natale realizzata con la tecnica del quilling, via http://clairespapercraft.blogspot.in/ (non c’è tutorial)

52

52. altro biglietto decorato con un alberello realizzato con la tecnica del quilling, via http://clairespapercraft.blogspot.in/ senza tutorial

53

53. angioletto realizzato con la tecnica del quilling, per decorare biglietti natalizi. Senza tutorial, via http://clairespapercraft.blogspot.in/

54

54. biglietto abbraccio con guanti di lana: non c’è tutorial ma le immagini sono molto chiare, di http://www.diychatroom.com/

55

55. biglietti realizzati utilizzando spartiti musicali per le applicazioni, varie idee, di http://cardz.wordpress.com/2010/12/15/a-musical-theme/

56

56. biglietto realizzando incollando sul cartoncino un nastro a zig zag, di http://klitzeklein.wordpress.com/tag/bestellen/ 

57

57. questo alberello è realizzato con la macchina da cucire su cartoncino; ai bambini può essere proposto nella variante con cucitura ad ago e filo. Tutorial di http://www.amyalamode.com/

58

58. biglietti natalizi decorati con candele realizzate con la tecnica del quilling,  di http://www.flickr.com/

59. biglietto decorato con piccolo Gesù bambino di cartoncino, di http://www.twopeasinabucket.com/ (non c’è tutorial)

60

 60. Biglietto a forma di giubba di Babbo Natale; tutorial molto dettagliato di http://meylah.com/

61

61. biglietto natalizio realizzato con vari tipi di carta decorativa e collage di palline dell’albero di Natale; non c’è tutorial; di http://debraclarkpunchart.blogspot.com.es/

62

 62. una simpatica renna, di http://debraclarkpunchart.blogspot.com.es/ (non c’è tutorial)

63

63. biglietto decorato con semplice presepe collage, di http://debraclarkpunchart.blogspot.com.es/2010/12/punch-art-fun-look-in-book-pages-35-to.html (non c’è tutorial)

64

64. bellissimo biglietto d’auguri realizzato in formato flag book di http://www.flickr.com/photos/cornerstonelae/4077790815/lightbox/ (non c’è tutorial, ma è molto semplice e intuitivo)

65

65. Biglietto d’auguri con albero di Natale pop up di carta pieghettata, con chiarissimo video tutorial, qui http://stampingmaria.blogspot.it/

66

66. tutorial per realizzare biglietti natalizi ad effetto sfera di neve di http://www.darkroomanddearly.com/

67

67. biglietti natalizi semplici e molto belli realizzati con fili colorati e una stellina, video tutorial di http://mollymoo.ie/

68

68. anche se non c’è tutorial l’idea è semplice richiede soltanto precisione e pazienza… di http://www.ashbeedesign.com/

69

69. semplici ed eleganti questi biglietti natalizi, senza tutorial, trovati via http://www.origami-resource

70

70. la particolarità di questo biglietto è che è montato su un foglio trasparente; trovi il video tutorial per realizzarlo qui http://www.stamperdog.com/

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71. tutorial per realizzare questo biglietto d’auguri con pupazzo di neve di ritagli di carta di giornale, di http://blogs.babycenter.com/

72

72. biglietti natalizi decorati con angeli realizzati a collage con le ali ottenute con le impronte delle mani, tutorial di http://rubsomedirtblog.com/

73

73. biglietto d’auguri Babbo Natale. La barba è realizzata con le impronte delle manine. Di http://www.meetthedubiens.com/

74

 74. Un bel progetto adatto a decorare biglietti natalizi, anche per i più piccoli: gli alberi di Natale sono formati da una serie di cuori di dimensione crescente. Di http://mrsrussellscreativeclass.blogspot.it/ (non c’è tutorial)

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75. Una famiglia di pupazzi di neve sull’impronta della mano; di http://funhandprintart.blogspot.it/

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 76. biglietto natalizio con una bella famiglia di renne realizzate con le impronte dei polpastrelli, di http://www.meetthedubiens.com/

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77. biglietto natalizio decorato con le lucette di Natale realizzate con le impronte dei polpastrelli di http://www.meetthedubiens.com/

78

 78. biglietti natalizi a forma di pallina dell’albero di Natale; tutorial di http://spoonful.com/

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79. Biglietto decorato con marshmallows di http://happyhomefairy.com/

80

 80. Altro angioletto realizzato a collage e impronte delle mani, bello per decorare i bigliettini d’auguri, di http://www.amommysadventures.com/

81

81. biglietto d’auguri con finestrella circolare: all’interno un collage. Non c’è tutorial, via http://nicolegoding.blogspot.it/

82

82. biglietto d’auguri con la famiglia che canta i canti natalizi, realizzato con l’impronta dei polpastrelli. Di http://www.squidoo.com/

83

83. biglietto d’auguri decorato con calze natalizie realizzate con le impronte dei polpastrelli, di http://www.squidoo.com/

84

 84. biglietto decorato con un pupazzo di neve fatto di bottoni, di http://craftyenough.wordpress.com/

85

 85. biglietto d’auguri di carta bianca e trasparente, di http://www.nath-s-cards.blogspot.it/

86

 86. Biglietti natalizi realizzati a collage con fili di lana colorata, di http://www.makeandtakes.com/

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87. questo semplice alberello può essere incollato alla copertina di un biglietto d’auguri. Di http://papierwunder.blogspot.co.uk/

88

 88. biglietti natalizi realizzati con i famosi campionari da imbianchino, con tutorial. Di http://angelasgro.blogspot.it/

89

89. Biglietti natalizi, senza tutorial, di http://www.fler.cz/fotogalerie/

90

 90. vari motivi natalizi stampabili gratuitamente, offerti da http://sassysites.blogspot.it/

91

91. senza tutorial, ma di grande ispirazione. Di http://www.yheine.de/

92

92. biglietto d’auguri realizzato con cuoricini e perle, di http://makingpapercrafts.blogspot.co.uk/

93

93. biglietto realizzato ricamando il cartoncino e decorando con perline; una bella attività per i bambini, con un bel risultato. Di http://cabinfeveredgem.blogspot.it/

94

 94. biglietto d’auguri con stelline volanti; video tutorial di http://www.mystamplady.com

95

 95. biglietto decorato con ritagli di tessuto e filo di lana, via http://wohnidee.wunderweib.de/

96

 96. biglietto natalizio con tazzina trasparente, stelline e bustina di tè, via http://wohnidee.wunderweib.de/

97

 97. semplice biglietto d’auguri, di http://www2.fiskars.com/

98

98. semplice biglietto d’auguri con ritagli di carta a forma di stella incollati su supporto trasparente (non c’è tutorial). Di http://inacroft.blogspot.ch/

99

99. biglietto natalizio decorato con una ghirlanda realizzata con tondini di vari colori e dimensioni di carta, via http://www.curbly.com/

100

100. semplice biglietto d’auguri decorato con un pacchetto regalo, via http://www.curbly.com/

101

101. biglietti natalizi decorati con collage di tessuto; di http://folksy.com/

102

102. Biglietto d’auguri origami, a forma di Babbo Natale. Istruzioni dettagliate e biglietto stampabile gratuitamente di http://origami-n-stuff4kids.blogspot.ch/

103

103. bellissimi biglietti natalizi decorati con albero di Natale origami. Istruzioni dettagliate e video tutorial di http://www.hobbycraft.co.uk/

104

104. biglietto d’auguri decorato con albero di carta ottenuto pieghettando un foglio bicolore tagliato a forma di cerchio tagliato a metà; di http://www.craft-craft.net/

105

105. alberelli realizzati con gli stecchi di legno del gelato, per decorare i biglietti d’auguri di Natale, di http://www.craftymamablog.com/

106

106. biglietto d’auguri decorato con Gesù bambino nella mangiatoia, di http://www.craftymamablog.com/

107

107. questi telai per tessere, una volta ultimati, possono diventare decorazioni per biglietti d’auguri. Di http://justjoanna.com/

108

108. bellissimi biglietti natalizi realizzati con le graffette colorate, di http://paperplateandplane.wordpress.com/

109

109. biglietto decorato con bottoni che formano una serie di palline natalizie, di http://www.splitcoaststampers.com/gallery/photo/2170620

110

110. Ancora biglietti natalizi decorati coi bottoni, di http://www.marthastewart.com/

111

111. biglietto realizzato con le impronte dei polpastrelli di http://leapfrogandladybugs.blogspot.it/

112

 112. varie idee e un tutorial illustrato per realizzare vari biglietti d’auguri; di http://www.thatartistwoman.org/

113

113. pupazzo di neve visto dall’alto… un biglietto d’auguri natalizi semplice e molto simpatico. Di http://dolvinartknight.blogspot.it/

114

114. l’albero di Natale può essere realizzato in pannolenci, o anche col play dough. Via http://www.onextrapixel.com/

115

115. con istruzioni e cartamodello stampabile, di http://crafts.kaboose.com/

116

116. Angioletto, di http://www.littlepumpkingrace.com/

117

117. Qui l’alberello è costruito tagliando in strisce un triangolo di carta decorata. Di http://www.craftown.com/

118

118. semplici biglietti natalizi con video tutorial per realizzarli di http://alittlehut.blogspot.it/

119

119. di http://warmhotchocolate.com

120

120. un bel lavoretto per i più piccoli, di http://allcraftsblogs.com/christmas_crafts/

121

121. tutorial di http://www.notimeforflashcards.com/

122

122. via http://itsallrosie.blogspot.it/

123

123. di http://judymay.typepad.com/

124. di http://cardcornerbycandee.blogspot.it/

125

125. di http://lalattystampnstuff.blogspot.it/

126

126. tutorial fotografico dettagliato, di http://songofmyheartstampers.typepad.com/

127

127. di http://sharynsstampbiz.blogspot.

128

128. di http://tenealewilliams.com.au/

129. biglietti natalizi a forma di cappello di Babbo Natale; tutorial di http://ryemilan.blogspot.it/

130

130. di http://sharynsstampbiz.blogspot.it/2012/07/do-you-ice-skate.html

131

131. busta a forma di cuore, da decorare. Tutorial fotografico di http://www.saifou.com/entry/14013.html

132

132. di http://iheart2stamp.com/2011/12/01/christmas-tags/

133

133. via http://www.scrapbook.com/gallery/?m=image&id=3461839&type=card&f=1&vote=2

134

134. via http://www.scrapbook.com/gallery/?m=image&id=3471701&type=card&f=1&start=20&vote=2

135

135. di http://aschoss.blogspot.it/search?updated-max=2011-01-08T03:00:00-05:00&max-results=10

136

136. di http://createwithsarah.blogspot.it/search/label/Christmas

137

137. via http://www.scrapbook.com/gallery/?m=image&id=3466103&type=card&f=1&start=60&vote=2

138

138. di http://kismetartlife.blogspot.com.au/2012/11/cas-ual-fridays-so-torn.html

139

139. con tutorial e cartamodelli; di http://www.hgtv.com/handmade/

140

140. di http://www.papercraftsconnection.com/blog/

141

141. di http://www.themummyblogger.co.uk/, con istruzioni e cartamodello

105.  http://www.craftymamablog.com/

106

106.  http://www.craftymamablog.com/

107

107.  http://justjoanna.com/

108

108.  http://paperplateandplane.wordpress.com/

109

109.  http://www.splitcoaststampers.com/gallery/photo/2170620

110

110.  http://www.marthastewart.com/

111

 111.  http://leapfrogandladybugs.blogspot.it/

112

 112.  http://www.thatartistwoman.org/

113

113.  http://dolvinartknight.blogspot.it/

114

114. Via http://www.onextrapixel.com/

115

115.  http://crafts.kaboose.com/

116

116.  http://www.littlepumpkingrace.com/

117

117. http://www.craftown.com/

118

118. video tutorial here: http://alittlehut.blogspot.it/

119

119. di http://warmhotchocolate.com

120

120.  http://allcraftsblogs.com/christmas_crafts/

121

121. tutorial by http://www.notimeforflashcards.com/

122

122. via http://itsallrosie.blogspot.it/

123

123.  http://judymay.typepad.com/

124.  http://cardcornerbycandee.blogspot.it/

125

125.  http://lalattystampnstuff.blogspot.it/

126

126. tutorial here: http://songofmyheartstampers.typepad.com/

127

127.  http://sharynsstampbiz.blogspot.

128

128.  http://tenealewilliams.com.au/

129.  tutorial by http://ryemilan.blogspot.it/

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130.  http://sharynsstampbiz.blogspot.it/2012/07/do-you-ice-skate.html

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131. Tutorial here: http://www.saifou.com/entry/14013.html

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132.  http://iheart2stamp.com/2011/12/01/christmas-tags/

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133. via http://www.scrapbook.com/gallery/?m=image&id=3461839&type=card&f=1&vote=2

134

134. via http://www.scrapbook.com/gallery/?m=image&id=3471701&type=card&f=1&start=20&vote=2

135

135.  http://aschoss.blogspot.it/search?updated-max=2011-01-08T03:00:00-05:00&max-results=10

136

136.  http://createwithsarah.blogspot.it/search/label/Christmas

137

137. via http://www.scrapbook.com/gallery/?m=image&id=3466103&type=card&f=1&start=60&vote=2

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138.  http://kismetartlife.blogspot.com.au/2012/11/cas-ual-fridays-so-torn.html

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139. tutorial and pattern here:  http://www.hgtv.com/handmade/

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140.  http://www.papercraftsconnection.com/blog/

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141. tutorial and pattern here:  http://www.themummyblogger.co.uk/

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

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biglietti natalizi – biglietto a stella

biglietti natalizi – biglietto a stella – un’idea davvero molto semplice da realizzare. Il tutorial mostra lo schema di base. I vostri bambini possono completare il biglietto con disegni, decorazioni, collage, i loro messaggi d’auguri, le loro fotografie, una poesia…

biglietti natalizi – biglietto a stella – MATERIALE OCCORRENTE

un foglio di carta tagliato a forma di triangolo equilatero, di qualsiasi dimensione.

biglietti natalizi – biglietto a stella – COME SI FA

per prima cosa marcare la metà di ognuno dei lati facendo una piccola piega (io ho scritto la procedura all’interno del mio triangolo solo per rendere più chiaro il procedimento):

Quindi piegate tenendo come riferimento le tacche che segnano le metà dei lati, così:

Fatte le tre pieghe, aprite. Uno alla volta ripiegate i triangoli ottenuti, stabilite una certa misura (io ho scelto la larghezza del righello), e sulla misura scelta piegate il triangolo verso l’esterno:

Questo è il risultato:

Questo è il biglietto aperto, per la lettura:

E questo è il biglietto chiuso, sul retro.

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Star Christmas cards tutorial an idea very simple to implement. The tutorial shows the basic scheme. Your children can complete the greeting card with drawings, decorations, collages, their messages of good wishes, their photographs, a poem …

Star Christmas cards tutorial

What do you need?

a sheet of paper cut in the shape of an equilateral triangle, of any size.

Star Christmas cards tutorial

What to do?

first mark the middle of each side making a small fold (I wrote the procedure inside my triangle just to make things clear):

Then fold with the reference the notches that mark the middle of each edge, like this:

Made the three folds, open. One by one folded triangles obtained, determined to some extent (I chose the width of the ruler), and on the measure chosen fold the triangle to the outside:

This is the result:

Close your Star Christmas card.

This is the open card, for reading:

And this is the card closed at the back.

Lavoretti per Natale – carta da regalo realizzata con pittura e stampa a colla

Lavoretti per Natale – carta da regalo realizzata con pittura e stampa a colla. Questa semplice tecnica permette di preparare delle carte decorative e da regalo molto resistenti ed originali…

Lavoretti per Natale – carta da regalo realizzata con pittura e stampa a colla – MATERIALE OCCORRENTE
– colla fatta in casa con amido di mais, zucchero ed aceto (trovi la ricetta qui

– carta di recupero (carta di scarto della stampante, carta da pacco, fogli di giornale, volantini pubblicitari del supermercato, ecc…)
– un pennello largo
– colori: coi bambini più piccoli è preferibile utilizzare coloranti alimentari, ma si possono usare anche tempera, acquarello, inchiostro…
– attrezzi a scelta, quali forchette, cucchiai, pettini, stampini per biscotti, bicchieri e barattoli, ecc…


Lavoretti per Natale – carta da regalo realizzata con pittura e stampa a colla – COME SI FA

Esistono varie possibilità. Possiamo distribuire la colla in piattini diversi, in modo tale che i bambini possano colorarla coi loro colori preferiti:

e quindi stenderla sui fogli col pennello, ma anche con spatoline o col cucchiaio

Le loro pitture vengono poi lavorate con attrezzi vari, ottenendo tantissimi effetti diversi

Lavoretti per Natale – carta da regalo realizzata con pittura e stampa a colla – COME SI FA

Un’altra possibilità è quella di spennellare il foglio scelto di colla non colorata:

E di colorarla poi col pennello:

I bambini piegano il foglio:

Lo riaprono:

Lo richiudono:

e stampano una forma (ad esempio utilizzando un barattolo):

Riaprendo il foglio questo è il risultato:

Questa è una variante da tenere in considerazione sia per il risultato finale, sia perchè permette di realizzare fogli di dimensioni maggiori e più adatti ad essere usati come carta da regalo, sia perchè consente di dare dignità al flagello della pubblicità dei supermercati nella cassetta della posta…

… si stende sempre la colla non colorata:

Poi si colora con colori opachi o abbastanza scuri o coprenti (noi abbiamo usato coloranti alimentari in polvere, ma vanno benissimo anche le tempere):

Si piega il foglio:

E si stampa:

Riaprendo il foglio il fondo colorato delle pubblicità creerà da solo arcobaleni vari nei contorni creati con gli stampini:

La carta ottenuta con questa tecnica è impermeabile e molto resistente. Se qualche effetto che avete ottenuto non vi piace, o se avanzano ritagli dal confezionamento dei pacchetti regalo, avete sempre a disposizione un materiale fantastico per lavoretti interessanti, quali la tessitura con le strisce di carta:

e il collage:

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Glue painting and glue stamping tutorial. This simple technique allows the preparation of decorative paper and gift papers very strong and original …

Glue painting and glue stamping tutorial

What do you need?


– homemade glue with cornstarch, sugar and vinegar (you can find the recipe here)
-waste paper (scrap paper of the printer, wrapping paper, newspaper, advertising flyers, etc …)
– A wide brush
– Colors: with younger children is preferable to use food coloring, but you can also use tempera, watercolor, ink …
– Tools of your choice, such as forks, spoons, combs, cookie molds, cups and cans, etc …


Glue painting and glue stamping tutorial

What to do?

There are various possibilities. We can distribute the glue in different small plates, so that children can color it with their favorite colors:

and then spread it on the sheets with the brush, but also with a spoon or spatula

Their paintings are then processed with different tools, getting many different effects

Glue painting and glue stamping tutorial

What to do?

Another possibility is to brush the chosen sheet of glue not colored:

And then paint it with a brush:

The Children bow the sheet:

They reopen it:

Close it again:

and stamp a form (for example, using a can):

When you unfold the the sheet this is the result:

This is a variant to take into consideration both for the final result, and because it allows to realize sheets of larger dimensions and more suitable to be used as wrapping paper, and because it allows you to give dignity to the scourge of advertising in the mailbox …

… Lies always glue not colored:

Then paint with opaque colors or quite dark or covering (we used food coloring powder, but also are fine tempera or acrylic):

fold the paper:

and stamp:

When you unfold the the sheet the colored background of advertising alone will create many rainbows in the contours created with stencils:

The paper achieved with this technique is waterproof and very resistant. If any effect you’ve had you do not like, or if they advance scraps from gift packages, you always have a fantastic material for interesting crafts, such as weaving with strips of paper:

and collage:

Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE

Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE – un lavoretto classico per la festa di San Martino, adatto a bambini della scuola primaria, a partire dalla terza classe.

Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE – Materiale occorrente
avanzi di carta velina colorata
colla per carta
taglierino
cartamodello stampato:

che puoi scaricare o stampare qui:

Lavoretti per San Martino QUADRO TRASPARENTE – Come si fa

Stampa il modello su un normale foglio bianco A4 (se hai a disposizione carta un po’ più spessa di quella solita è meglio per la maggiore resistenza, ad esempio andrebbe benissimo la carta fotografica opaca o anche lucida usata a rovescio; comunque io ho usato carta normale ed è assolutamente fattibile):

I bambini ritagliano tutti i contorni con il taglierino (eventuali piccoli strappi sono del tutto  sistemabili poi con la carta veline… non scoraggiateli, strappano anche le maestre 🙂 )

Le imperfezioni nel ritaglio possono essere corrette ripassando il tutto col pennarello scuro:

Poi si gira il quadro sul rovescio:

E si incolla la carta velina colorata, così:

Questo è il quadretto ultimato, sul rovescio:

E questo è il quadretto come appare applicato su una finestra:

E’ un lavoretto che richiede più giorni di lavoro, ma che proprio per questo dà ai bambini molta soddisfazione.

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San Martino DISEGNO DA COLORARE

San Martino DISEGNO DA COLORARE

DISEGNO DA COLORARE stampabile in formato pdf, grande (foglio A4 orizzontale) e piccolo (foglio A4 verticale). Può essere utile anche coi bambini più piccoli, e come modello per disegnare alla lavagna o per impostare altri lavoretti artistici sul tema.

 

Puoi stampare o scaricare l’immagine da qui:

Il file comprende:
– San Martino DISEGNO DA COLORARE pdf grande
– San Martino DISEGNO DA COLORARE pdf piccolo.

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St. Martin COLORING DRAWING Printable in pdf format, large (A4 horizontal) and small (A4   vertical). It can also be helpful with younger children, and as a model to draw on the board or to set other artistic works on the theme.

 

You can print or download the image from here:

St. Martin COLORING DRAWING  pdf

https://shop.lapappadolce.net/prodotto/disegni-da-colorare-per-san-martino/

Biscotti facili a forma di bustina da tè

 

Biscotti facili a forma di bustina da tè

Biscotti facili a forma di bustina da tè: con le ragazze avevamo trovato tempo fa questa bellissima idea:

e finalmente, arrivato il compleanno giusto, ci siamo cimentate…

Materiale occorrente

– pasta frolla (surgelata o preparata al momento, è molto semplice da fare anche per me che non so cucinare; di seguito la mia “ricetta”)
– una tavoletta di cioccolata
– filo di cotone
– cartellini da bustina da tè ( si possono togliere dalle bustine di tè vere, stamparle gratuitamente ad esempio qui http://www.accenttheparty.com/ oppure fare come hanno fatto le ragazze, se vi può servire qui il pdf

Se li preparate coi bambini, è  bellissimo pensare di decorare i cartellini con i loro disegni…
– una scatola da tè vuota
– carta colorata

Pasta frolla

Non so se sia proprio una pasta frolla, ma per fare i biscotti coi bambini io di solito faccio così, e il risultato non è male…

Servono:
 4 tuorli d’uovo
500 g di farina bianca
150 g di zucchero
200 g di burro freddo a dadini
un goccio di latte (se la pasta si briciola troppo)
mezza bustina scarsa di lievito per dolci
(aromi a scelta)

In una ciotola schiaccio con la forchetta il burro con lo zucchero, aggiungo la farina, mescolo, aggiungo il lievito, e sempre mescolando con la forchetta, i tuorli d’uovo. Poi comincio ad impastare con le mani, aggiungendo solo se serve poche gocce di latte. Metto la pasta in un sacchetto per alimenti e la tengo un’ora in frigo.

Stendiamo la pasta col mattarello e ritagliamola col coltello seguendo i contorni di una bustina da tè vera:

Ricordiamoci di fare un foro (con la cottura si chiude un po’, ma siccome i biscotti caldi sono ancora abbastanza morbidi, si può poi allargare con la punta di un coltello prima che raffreddino):

Mentre i biscotti vanno nel forno (io per evitare di bruciacchiarli lo tengo a 200 gradi e imposto 10 minuti, poi controllo e casomai aggiungo),

si può cominciare a lavorare ai cartellini

ed a rivestire la scatola:

Quando i biscotti sono pronti se serve rifiniamo i fori:

poi sciogliamo a bagnomaria la tavoletta di cioccolata ed immergiamo l’estremità dei biscotti

Quando la cioccolata si sarà solidificata aggiungiamo i cartellini:

E mettiamo i nostri biscotti nella scatola:

Trovo sia un bel regalino per tutti gli amanti del tè, e può essere un’idea da tenere a mente anche per il prossimo Natale…

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

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Lavoretti per Halloween – ragnetti con le impronte delle dita

Lavoretti per Halloween – ragnetti con le impronte delle dita: semplicissimi, sono una bella decorazione e un buon pretesto per contare fino a otto…

Lavoretti per Halloween – ragnetti con le impronte delle dita: materiale occorrente:
– tempera nera
– un piattino
– un pennarello
– un pollice

Lavoretti per Halloween – ragnetti con le impronte delle dita: come si fa

Il bambino stampa il suo pollice su un foglio di carta bianca, con la tempera nera:

Ad ogni impronta aggiunge otto zampette col pennarello, e se lo desidera la testa del ragno.

I ragnetti possono essere utilizzati in vari modi, e possono anche essere incollati alle ragnatele di carta ritagliata:

Se il vostro bambino trova interessante questa attività, potete trovare altri spunti di lavoro con le impronte delle dita qui:

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

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Spiders with fingerprints:  simple, are a nice decoration and a good excuse to count to eight …

Spiders with fingerprints

What do you need?

– Black paint
– a dish
– A marker
– a thumbs

Spiders with fingerprints

What to do?

The child press his thumb on a white sheet of paper with black paint:

At each footprint he adds eight legs with a marker, and if he want the head of the spider.

The spiders may be used in various ways, and can also be glued to the webs of paper:

If your child finds interesting this activity, you can find other ideas for working with fingerprints here:

Lavoretti per Halloween – il ragno nella ragnatela

Lavoretti per Halloween – il ragno nella ragnatela: si tratta di una variante del telaio per tessitura circolare,

che si può realizzare in poco tempo ottenendo una bellissima decorazione per la festa.

Lavoretti per Halloween – il ragno nella ragnatela – materiale occorrente

– 8 stecchi da spiedino

– 8 cotton fioc

– plastilina (o play dough) nei colori nero e bianco

– tempera nera e bianca

– filo bianco di lana o cotone, purchè abbastanza grosso

– forbici.

Lavoretti per Halloween – il ragno nella ragnatela – come si fa

Il bambino modella il corpo del ragno con la plastilina nera, aggiungendo gli occhietti bianchi:


Poi si inseriscono gli stecchi da spiedino, possibilmente a distanza regolare, e il bambino li colora di bianco:

Si piegano i cotton fioc in questo modo:


Il bambino li colora di nero prendendoli per l’estremità a destra (nella foto), che poi andrà tagliata:

Soprattutto se si propone questo lavoretto ai bambini più piccoli, può essere utile applicare delle palline di plastilina bianca sugli stecchini, per facilitare il lavoro di tessitura:


Si taglia l’estremità non dipinta dei cotton fioc e il bambino li inserisce nel corpo del ragno:

Questo è il risultato:

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The spider in the web tutorial. This is a vantiation:

The spider in the web tutorial

What do you need?

– 8 sticks for skewer

– 8 cotton swab

– Plasticine (or play dough) in black and white

– Paint black and white

– White thread of wool or cotton, as long as enough big

– Scissors.

The spider in the web tutorial

What to do?

The child shapes the body of the spider with black modeling clay, adding the white eyes:

Then they put the sticks for skewer, possibly at regular intervals, and the child color them in white:

Bending the cotton swabs in this way:

The child color them black taking them for the end on the right (in the picture);then that will cut:

Especially if you offer this little work to younger children, it may want to apply some balls of white plasticine on sticks, to facilitate the work of weaving:

Cut the ends unpainted cotton swabs and the child puts them in the body of the spider:

Then weave the spider’s web:

Lavoretti per Halloween – fantasmini stampati con la patata

Lavoretti per Halloween – fantasmini stampati con la patata : una proposta adatta anche ai piccolissimi, semplice, economica e d’effetto… salvo non siate contrari all’uso della patata per scopi non alimentari…

Lavoretti per Halloween – fantasmini stampati con la patata – Materiale occorrente

– una patata

– un pennarello

– un taglierino

– un foglio di carta scuro

– tempera bianca densa

– un pennello (se si vuole) e un piattino

Lavoretti per Halloween – fantasmini stampati con la patata – come si fa

Tagliate la patata in modo da ottenere una superficie liscia e piatta e disegnate il fantasmino:

Incidete intorno al lenzuolo e scavate gli occhi; lo stampo è pronto:

Il bambino può stendere il colore sullo stampo col pennello, oppure tamponandolo sul piattino:

Quindi creerà i suoi fantasmini:

Eccoli!

Lavoretti per Halloween – fantasmini stampati con la patata

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Ghosts printed with potato: a proposal also suitable for toddlers, simple, inexpensive and beautiful … except you’re opposed to the use of the potato for purposes nonfood …

Ghosts printed with potato

What do you need?

– A potato

– A marker

– A cutter

– A sheet of dark paper

– Dense white paint

– A brush (if you want) and a dish

Ghosts printed with potato

What to do?

Cut the potato in order to obtain a smooth, flat surface and draw the ghost:

Engrave

The child can draw the color onto the mold with a brush, or dab it on the dish:

Then he will create his ghosts:

Here they are!

Ragnatela di carta ritagliata – tutorial

Ragnatela di carta ritagliata – tutorial

Ragnatela di carta ritagliata – realizzare ragnatele ritagliate è davvero semplicissimo. Le ragnatele sono utilissime come decorazioni per la festa di Halloween: possono essere messe ai vetri delle finestre, alle pareti, possono essere incollate sui palloncini, sui biglietti di invito, sui sacchetti di carta porta dolcetti, e possono essere usate anche come centrini, sottobicchieri o sottopiatti.

E’ una bella attività di ritaglio per i bambini che già hanno acquisito una certa abilità nell’uso delle forbici, mentre le piegature possono essere preparate dall’adulto.

Ragnatela di carta ritagliata

materiale occorrente

– un foglio di carta rettangolare (io ho usato un normale foglio A4 da stampante)
– forbici

Ragnatela di carta ritagliata

come si fa

Le piegature sono le stesse che si fanno anche per realizzare i fiocchi di neve.

Ponete il foglio sul tavolo, in verticale e piegatelo a metà in modo tale che la piega si trovi in basso:

Marcate la metà (senza piegare tutto il foglio).

Aprite.

Ora si tratta di piegare così il lembo a destra e quello a sinistra in modo da ottenere questo triangolo. Questa è la piegatura più difficile, perchè, a parte il segno della metà, non ci sono altri particolari punti di riferimento. Può essere utile fare una sorta di cono e poi marcare le pieghe, ma non vi preoccupate: anche se non è tutto perfetto, otterrete una bellissima ragnatela:

tagliate in corrispondenza dell’altezza dell’angolo destro del triangolo piegato:


e piegate a metà:

La piega principale è quella “non sfogliabile”.

Tracciate sul triangolo una linea curva in alto e un tratteggio a piacere a poca distanza dalla piega principale. Disegnate tante linee curve, parallele alla prima, seguendo il tratteggio. Ritagliate seguendo le linee fatte:

Una ragnatela così fitta è naturalmente più difficile da ritagliare:

Aprite:

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Cropped spiderweb tutorial – Make cropped spiderweb is really simple. The webs are useful as decorations for Halloween: can be put in the windows and on the walls, they can be pasted on the balloons, the invitation cards, the paper bags for sweets, and can also be used as doilies, coasters or underplates.

It is a nice activity of cropping for children who already have acquired some skill in the use of scissors, while the folds can be prepared by the adult.

Cropped spiderweb tutorial

What do you need?

– a rectangular sheet of paper (I used a normal A4 sheet)
– scissors

Cropped spiderweb tutorial

What to do?

The folds are the same that are also made to achieve snowflakes. Place the paper on the table, vertically, and fold it in half in such a way that the fold is at the bottom:

Mark the middle (without folding the whole sheet):

open:

Now we have to bend the flap on the right and the flap to the left so as to obtain this triangle. This is the folding more difficult, because, apart from the sign of the half, there are no other particular reference points. It may be useful to make a sort of cone and then mark folds, but do not worry: even if everything is not perfect, you will get a beautiful spider web:

cut along a horizontal line that starts at the height of the angle right of the triangle folded:


and fold in half:

The main fold is that “not browsable”.

Draw on the triangle many curved lines parallel. Cut along the lines made:

crop:

open:

I spy Halloween

I spy Halloween

I spy Halloween – si tratta di un gioco sensoriale che stimola la capacità visiva e l’attenzione, adatto anche ai bambini più piccoli, semplice ed economico da realizzare.

I spy Halloween – materiale occorrente per la VERSIONE 1

– cartone (io ho usato un contenitore per pizza)

– pannolenci (o altro tessuto)

– riso

– plastica trasparente (io ho usato un ritaglio di un sacco da spazzatura)

– colla a caldo

– forbici e taglierino

– l’ideale sarebbe avere a disposizione piccoli oggettini tridimensionali, ma in alternativa si possono usare anche delle immagini a tema, come ho fatto io

– carta per preparare le schede da allegare (se volete) al gioco

I spy Halloween – come si fa – VERSIONE 1

Ritagliate due forme identiche nel cartone:

In una delle due incidete l’interno, in modo tale che rimanga soltanto una cornice, e preparate anche delle striscioline:

Incollate vari strati di striscioline intorno alla forma di cartone, per creare un certo spessore:

Foderate l’interno e la cornice col pannolenci, fissandolo sempre con la colla a caldo:

Incollate un pezzo di pannolenci anche alla cornice:

Poi incidete la parte centrale lasciando un margine che, rigirato, possa bastare a rivestire il cartone lungo lo spessore e l’altro lato della cornice:

Sul rovescio della cornice incollate la plastica trasparente:

Riempite di riso il primo cartone preparato, aggiungete gli elementi che il bambino si divertirà poi  a cercare e chiudete sovrapponendo il secondo elemento (quello con la plastica), quindi chiudete con la colla a caldo:

Rivestite il retro con altro pannolenci:

Girate sul davanti e rifinite i bordi con la colla a caldo:

O se preferite con ago e filo:

I spy Halloween – materiale occorrente per la  VERSIONE 2

– riso

– colla a caldo

– pannolenci

– elementi da inserire a tema Halloween

– una custodia da cd

I spy Halloween – come si fa – VERSIONE 2

Smontate la custodia, eliminate la parte centrale e rimontate (rimangono dei fori e un’apertura a lato, che chiuderemo poi col pannolenci):

Se utilizzate immagini e non elementi tridimensionali, incollateli su del cartoncino  da una parte e dall’altra; il mio cartoncino aveva una facciata verde e una rossa:

Mettete nella custodia del cd del riso e gli elementi scelti:

Chiudete con del pannolenci fissato con la colla a caldo lungo i quattro lati:

I spy Halloween – il gioco può essere utilizzato così, soprattutto per i più piccoli, oppure può essere accompagnato da un elenco (illustrato o scritto),

o anche da carte (simili alle carte delle nomenclature Montessori) che possono contenere solo l’immagine,

oppure anche il nome (se il bambino sa già leggere):

Potete anche pensare di utilizzare il gioco per aiutare la memorizzazione dei nomi in Inglese:

Questo è il materiale che ho utilizzato io (immagini, carte scritte in Italiano, carte scritte in Inglese) disponibile per gli abbonati

I spy Halloween

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Lanterna di foglie – tutorial

Lanterna di foglie – variamo la classica lanterna realizzata con pezzetti di carta velina e colla vinilica su palloncino (il tutorial qui),

sostituendo alla carta le foglie autunnali.

Lanterna di foglie – materiale occorrente: foglie secche, un palloncino, un vaso vuoto, nastro adesivo, colla vinilica diluita con poca acqua, un pennello.

Lanterna di foglie – come si fa

Gonfiate il palloncino, annodatelo e fissatelo con del nastro adesivo al vasetto.

Applicate vari strati di foglie (o petali) sul palloncino, con la soluzione di acqua e colla vinilica

Fate asciugare perfettamente, quindi bucate il palloncino e rimuovetelo con delicatezza.

Le foglie sono molto più delicate della carta velina: se doveste accidentalmente strappare la lanterna, però, il danno è facilmente rimediabile con la colla a caldo.

Incollate al fondo un lumino con la colla a caldo, e accendete:

Le lanterne di foglie illuminate sono davvero molto belle:

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Leaves lantern tutorial

We vary the classic lantern made with pieces of tissue paper and white glue on the balloon (the tutorial here), replacing the paper with autumn leaves.

Leaves lantern tutorial

What do you need?

dried leaves
a balloon,
an empty jar,
adhesive tape ,
white glue diluted with a little water,
a brush.

Leaves lantern tutorial

What to do?

Inflate the balloon, tie it and secure it with adhesive tape on the jar.

Apply various layers of leaves (or petals) on the balloon, with the solution of water and white glue

Let dry completely, then punctured the balloon and remove it gently.

The leaves are more delicate of tissue paper: If you accidentally tear the lantern, though, the damage is easily remedied with hot glue.

Glued to the bottom of the lantern a candle with hot glue, and light the candle:

Leave lanterns  illuminated are really beautiful:

Canti per San Martino – Il poverello

Canti per San Martino – Il poverello: un canto molto semplice da cantare e anche da suonare col flauto dolce, per arricchire il repertorio di canzoncine che accompagnano la festa delle lanterne.

Di seguito puoi trovare lo spartito da stampare, il testo ed il file mp3 della melodia.

Canti per San Martino – Il poverello – spartito

Canti per San Martino – Il poverello – testo

Chi pensa al poverello?

Soccorso chi gli dà?

La carità, signori,

fate la carità….

Il poverello – Spartito  e traccia mp3 qui:

Lavoretti per Halloween – fantasmini da ritagliare

Lavoretti per Halloween – fantasmini da ritagliare

Ho preparato un tutorial con modello scaricabile gratuitamente, per proporre ai bambini più piccoli un’attività di ritaglio della carta.

Per le maestre d’asilo che amano questa attività, il modello è adatto anche ad essere ritagliato col punteruolo, invece che con le forbici.

Il risultato è molto simpatico:

Lavoretti per Halloween – fantasmini da ritagliare
Trovi istruzioni e modello stampabile qui:

http://www.genitorichannel.it/In-famiglia/Creare-con-i-bimbi.html

Lavoretti per Halloween – fantasmini da ritagliare

San Martino: 40 e più progetti per lanterne

San Martino: 40 e più progetti per lanterne… trovi tutto il materiale preparato per la festa di San Martino qui:


1. In questo sito semplici istruzioni (da copiare con misure e decorazioni a piacere, senza download) per realizzare una lanterna in cartone a base quadrata, di http://www.paper-source.com/

2. Altra versione (da copiare con decorazioni a piacere, senza download) per realizzare una lanterna in cartone, con i quattro lati aperti. La base misura 15x15cm finita (si ricava da un quadrato 19×19), i lati sono alti 15cm, di http://www.heiliger-martin.de/

3. Altra variante con istruzioni (da copiare con decorazioni a piacere, senza download) per realizzare una lanterna in cartone a base quadrata con un numero di finestrelle a scelta. La lanterna misura 14x14cm di base e 14×32 di altezza, di http://www.heiliger-martin.de/

4. Dallo stesso sito è possibile stampare, per i bambini più grandi, disegni per realizzare le finestre intagliate e completate con la carta velina qui http://www.heiliger-martin.de/

5. tutorial per questa lanterna a forma di stella a 6 punte, realizzata piegando un rettangolo di carta decorata dodici volte e montandola su una stella di cartone a sei punte; materiale già fustellato e tutorial, di http://shop.labbe.de/info/

6. lanterna a tamburo, istruzioni di base. Serve una striscia di cartoncino per lo spessore, e due tondi nei quali si realizza a piacere la decorazione. La parte in altro della lanterna naturalmente deve avere un’apertura; materiale già fustellato e tutorial, qui http://shop.labbe.de/

7. lanterna con sagoma a piacere (pesce, nuvola, città, animali vari…). Lo spessore può essere realizzato con cartone ondulato oppure con questo materiale fustellato: http://shop.labbe.de/info/

8. lanterna tonda realizzata unendo tra loro vari cerchi di cartoncino nei quali è disegnato un triangolo, tutorial di http://shop.labbe.de/info/

9. qui un altro tutorial simile al precedente di http://www.selbst.de/

10. I laboratori di feltro coi bambini danno sempre molta soddisfazione. Se sapete infeltrire la lana cardata con acqua calda e sapone, queste lanterne con base di legno sono una bellissima idea… purtroppo non so se troverò il tempo per un tutorial. Foto di http://fionaduthie.blogspot.com/

11. bellissimo portalanterna realizzato con legnetti del bosco, idea di http://tenaciouslace.blogspot.com/

12. lanterna cavallino, idea e tutorial di http://www.maminetz.de/familie/

13. con le perline di plastica da fissare col ferro da stiro (Ikea) e dei pezzetti di carta velina è possibile realizzare bellissime lanternine come questa di http://www.kikisweb.de/

14. lanterna realizzata coi tubi dei rotoli di carta da cucina, idea e tutorial di http://www.kikisweb.de/crafting/cardboardtubes/lantern.htm

14. lanterna realizzata coi cartoni delle uova e pezzetti di carta velina, idea e tutorial di http://www.kikisweb.de/

15. lantena cuore in cartoncino e carta velina di http://www.kikisweb.de/

16. lanterna costruita coi Lego di http://www.kikisweb.de/

17. lanterna casetta, idea e tutorial di http://www.selbst.de/

18. Lanterna bianca con sagome nere che narrano la storia di san Martino, il download delle sagome è a pagamento ma non è difficile realizzarle coi bambini, il tutorial è di http://www.grundschulmarkt.com/

19. con l’aggiunta di parti in cartoncino, lana e altri materiali, le lanterne realizzate col palloncino velina e colla possono diventare personaggi fantastici e animali; foto di http://www.sauerlaender-kleinbahn.de/

20. tutorial per realizzare questa lanterna gufo, con modelli in pdf da stampare gratuitamente di http://www.familie.de/

21. tutorial per realizzare questa lanterna mucca, con modelli in pdf da stampare gratuitamente

di http://www.familie.de/laterne-basteln/

22. tutorial per realizzare questa lanterna gatto con due piattini di carta e una striscia di cartone ondulato, tutorial

di http://www.familie.de/spielen-basteln/

23. lanterna decorata con foglie autunnali di carta velina, foto

di http://www.deutscheschule.ru/

24. lanterna passerotto, idea e tutorial (senza modello)

di http://blog.wanaba.de/

25. lanterne gocciolina, caramella, oca, sole, casetta e molte altre in questa galleria fotografica

http://www.vohwinkel.net/feste/

26. lanterna giraffa con modello pdf stampabile gratuitamente e tutorial

di http://www.familie.de/spielen-basteln/

27. tutorial per realizzare lanterne con le vecchie lattine per alimenti, utilizzando un grosso chiodo e il martello,

di http://untangling-knots.com/

28. tutorial per lanterna di carta giapponese, molto semplice e d’effetto,

di http://niftythriftythings.blogspot.com/

29. una bella idea che può essere riprodotta anche utilizzando una mezza bottiglia di plastica invece del vaso di vetro, di http://blog.fossil.com/2011/04/d-i-y-candle-holder/

30. lanterne realizzate con corteccia d’albero, foto di http://www.4bildcasa.it/2011/08/shopping-da-primrose.html

31. vasetti di vetro decorati con colla e carta velina, tutorial di http://homemadeserenity.blogspot.com/

32. vasetti decorati con stecche di cannella e nastri, tutorial di http://www.jonathanfongstyle.com/

33. vasetti o mezze bottiglie di plastica decorate con foglie autunnali, di http://www.marthastewart.com/

34. non potevano mancare le lanterne realizzate a partire da una pittura ad acquarello, tutorial di http://uncommongrace.typepad.com/uncommongrace/

35. non perdetevi questo dettagliatissimo tutorial per creare meravigliose lanterne origami a stella, utilizzando una pittura ad acquarello, di http://www.homebakedonline.com/2010/11/

36. qui una variante delle lanternine giapponesi realizzata con pannolenci o feltro, di http://rhythmofthehome.com/

37. altre lanterne realizzate utilizzando una pittura ad acquarello e carta velina, tutorial di http://lusaorganics.typepad.com/clean/

38. variante colorata delle lattine da alimenti forate con chiodo e martello, tutorial di http://www.lowescreativeideas.com/idea-library/

39. deliziosa vetrofania della festa delle lanterne, foto di http://www.flickr.com/photos/crunchyfamilyrising/

40. intrecciando strisce di cartoncino intorno a una mezza bottiglia di plastica di può ottenere una lanterna molto economica e di grande effetto, foto da http://lillysartcreationandcrafts.blogspot.com/

41. carta velina, colla, e aggiungendo contorni neri l’effetto cambia… tutorial di http://www.frugalfamilyfunblog.com/

42. lanterna in tessuto, tutorial di http://daisyjanie.typepad.com/daisyjanie/

43. lanterna con legnetti del bosco, foto di http://www.shelterness.com/

44. una lanterna… di ghiaccio, tutorial di http://chezlarsson.com/

45. lanterna cilindrica di carta con code di carta velina, tutorial di http://www.lawteedah.com/2010/

lanterna di foglie https://www.lapappadolce.net/lanterna-di-foglie-tutorial/

Lanterne realizzate con sacchetti di carta decorati:

photo credit: http://www.laufstall.de/forum/viewtopic.php?f=15&t=2308

vedi anche qui: http://silexzeitung.de/page/2/

lanterne realizzate con la tecnica del papercutting (lanterna giapponese)

photo credit: http://housewife.splinder.com/archive/2007-03

lanterne realizzate coi vasetti di vetro:

photo credit: http://motherbabyearth.com/blog/?p=898

lanterne realizzate con la tecnica del paperfolding:

istruzioni (in Inglese) qui: http://www.pacon.com/projects/PaperLanterns.htm

Altre idee per realizzare semplici lanterne coi bambini qui:

photo credit: http://www.etsy.com/listing/30929318/lantern-walkmartinmas-guide-for-waldorf

photo credit: http://maehegirl.blogspot.com/2009/11/martinmas.html

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

Tutti gli album

St. Martin: 40 and more projects for lanterns:


1. On this site simple instructions (to copy sizes and decorations as desired, without download) to create a lantern in
cardboard square based, http://www.paper-source.com/

2. Another version (to copy with decorations   at will, without download) to make a lantern in cardboard, with four sides open. The base measures 15x15cm finished (is obtained from a square 19×19), the sides are 15cm high, http://www.heiliger-martin.de/

3. Another variant with instructions (to copy with decorations as desired, without download) to achieve a lantern in cardboard square based with a number of windows to be chosen. The lantern measuring 14x14cm base and 14×32 in height, http://www.heiliger-martin.de/

4. From the same website you can print, for older children, drawings for making window carved and finished with tissue paper here: http://www.heiliger-martin.de/

5. tutorial for this lantern shaped 6-pointed star, made by bending twelve times   a rectangle decorated paper
and mounting it on a cardboard star with six points; material already punched and tutorials, http://shop.labbe.de/info/

6. lantern drum, basic instructions. It serves a strip of cardboard to the thickness, and two rounds in which the decoration is realized at will. The upper part of the lantern naturally must have an opening; material already punched and tutorials, here: http://shop.labbe.de/

7. lantern with various shapes (fish, cloud, city, various animals …). The thickness can be made with corrugated cardboard or
with this material blank: http://shop.labbe.de/info/

8. tutorial by http://shop.labbe.de/info/

9. tutorial by: http://www.selbst.de/

10. felt lantern: http://fionaduthie.blogspot.com/

11.  idea byhttp://tenaciouslace.blogspot.com/

12. tutorial by http://www.maminetz.de/familie/

13. http://www.kikisweb.de/

14. tutorial by http://www.kikisweb.de/crafting/cardboardtubes/lantern.htm

14.carton eggs, tutorial by http://www.kikisweb.de/

15.  http://www.kikisweb.de/

16.  Lego, by http://www.kikisweb.de/

17.tutorial by http://www.selbst.de/

18.tutorial by http://www.grundschulmarkt.com/

19.  http://www.sauerlaender-kleinbahn.de/

20. tutorial to make this lantern owl, with models in pdf to print for free http://www.familie.de/

21. tutorial to make this lantern cow, with models in pdf to print for free

di http://www.familie.de/laterne-basteln/

22.  tutorialby  http://www.familie.de/spielen-basteln/

23.  http://www.deutscheschule.ru/

24. tutorial by http://blog.wanaba.de/

25. http://www.vohwinkel.net/feste/

26. tutorial to make this lantern giraffe, with models in pdf to print for free  http://www.familie.de/spielen-basteln/

27. tutorial by  http://untangling-knots.com/

28. http://niftythriftythings.blogspot.com/

29.  http://blog.fossil.com/2011/04/d-i-y-candle-holder/

30.  http://www.4bildcasa.it/2011/08/shopping-da-primrose.html

31. tutorial by http://homemadeserenity.blogspot.com/

32. tutorial by http://www.jonathanfongstyle.com/

33. jars or half plastic bottles decorated with autumn leaves, here:  http://www.marthastewart.com/

34. tutorial by http://uncommongrace.typepad.com/uncommongrace/

35. tutorial by http://www.homebakedonline.com/2010/11/

36.  http://rhythmofthehome.com/

37. tutorial by http://lusaorganics.typepad.com/clean/

38. tutorial by http://www.lowescreativeideas.com/idea-library/

39.  http://www.flickr.com/photos/crunchyfamilyrising/

40.  http://lillysartcreationandcrafts.blogspot.com/

41. tutorial di http://www.frugalfamilyfunblog.com/

42. lantern in fabric, tutorial http://daisyjanie.typepad.com/daisyjanie/

43.  http://www.shelterness.com/

44. ice lantern, tutorial by http://chezlarsson.com/

45. cylindrical lantern of paper with queues of tissue paper, tutorial here: http://www.lawteedah.com/2010/

Lanterns made with paper bags decorated, photo credit: http://www.laufstall.de/forum/viewtopic.php?f=15&t=2308

and here: http://silexzeitung.de/page/2/

photo credit: http://housewife.splinder.com/archive/2007-03

photo credit: http://motherbabyearth.com/blog/?p=898

paperfolding lantern, tutorial here:  http://www.pacon.com/projects/PaperLanterns.htm

Other lanterns:

photo credit: http://www.etsy.com/listing/30929318/lantern-walkmartinmas-guide-for-waldorf

photo credit: http://maehegirl.blogspot.com/2009/11/martinmas.html

Guest post: La festa di Tanabata e l’albero dei desideri

Ho letto della festa di Tanabata e mi ha molto colpita, così ho chiesto a Junko di raccontarcela…

 … anche se il 7 luglio è già passato, come leggerete poi in alcune regioni del Giappone Tanabata si festeggia anche durante il mese di agosto, e così spero che molti bambini possano realizzare coi loro genitori un “albero dei desideri”, magari ascoltando la leggenda e avendo un’occasione in più per ammirare il cielo stellato dell’estate…

La leggenda di Orihime e Hikoboshi

Ogni anno, la notte del 7 luglio, si scrivono i propri desideri su delle strisce di carta di vari colori (tanzaku), che si appendono a un ramoscello di bambù (L’albero dei desideri). Poi si pregano le stelle affinchè questi desideri possano realizzarsi.

Ci sono diverse teorie sull’origine di questa tradizione, ma una delle teorie popolari e’ quella che la lega alla leggenda cinese delle due stelle Orihime (Vega) e  Hikoboshi (Altair).

Grazie a questa leggenda ogni anno molti giapponesi alzano gli occhi al cielo nella speranza di poter vedere Altair e Vega abbracciarsi ancora una volta. La leggenda del loro amore eterno narra così:

Prima versione:

“Un tempo il dio dell’universo scelse Hikoboshi (la stella dell’agricoltura) come marito di sua figlia Orihime (la stella del cucito). Hikoboshi ed Orihime si sposarono e insieme furono molto felici. Giocavano sempre tra loro, ma purtroppo così facendo dimenticarono il loro lavoro…

Il dio dell’universo si arrabbiò e decise di separarli ponendoli uno ad est e l’altra ad ovest della galassia. Ora Orihime si trovava ad ovest e Hikoboshi si trovava a est. Non potevano incontrarsi e neanche vedersi perche’ la galassia vastissima esisteva tra loro.

Questo li rese tristissimi, e di nuovo non furono in grado di svolgere il loro lavoro, perchè non potevano far altro che piangere e piangere.

Vedendo questa situazione, il dio dell’universo permise loro di incontrarsi di nuovo, ma soltanto una volta all’anno e soltanto a condizione che ogni giorno lavorassero seriamente.

Orihime e Hikoboshi obbedirono. Da allora tutti i giorni svolgono i loro compiti nell’attesa del loro incontro, il 7 di luglio.

E la notte di Tanabata, notte del 7 luglio (Tanabata Matsuri o Festa delle stelle innamorate), queste due stelle brillano di piu’ perche’ sorridono di gioia e felicita”

In  forma estesa:

“Anticamente, sulle sponde del Fiume Celeste (la Via Lattea) viveva Tentei, l’imperatore del Cielo. Tentei aveva  una figlia, Orihime (Vega). 

Orihime era un’abile sarta e tessitrice, e lavorava senza sosta per confezionare stoffe e vestiti per le divinità, realizzando abiti sempre più splendidi. Lavorava talmente tanto che non aveva neppure il tempo di pensare a sè stessa e ai propri interessi.

Così, giunta all’età adulta, il padre le scelse un marito: un giovane mandriano di nome Hikoboshi (Altair). L’occupazione di Hikoboshi era quella di far pascolare i buoi e far attraversare loro le sponde del Fiume Celeste. Era un grande lavoratore e anche lui non pensava ad altro che a svolgere il suo lavoro.

Trattandosi di un matrimonio combinato, i due si conobbero solo il giorno delle nozze, ma questo non fu un male   perchè non appena si incontrarono si innamorarono follemente l’uno dell’altro.

Furono talmente presi dal profondo sentimento che provavano, che dimenticarono completamente i loro doveri, il loro lavoro e gli altri Dei. La loro unica ragione di vita era il loro amore e la loro passione. Così la mandria di buoi finì per essere abbandonata a se stessa e agli dei cominciarono a mancare gli abiti fino ad ora confezionati da Orihime.

A questo punto il sovrano degli dei non potè trattenere la rabbia e li punì severamente: i due innamorati, che fino a quel momento erano inseparabili, avrebbero dovuto vivere le loro vite separatamente. Per evitare che i due potessero incontrarsi, rischiando così di abbandonare nuovamente i loro doveri, l’Imperatore del Cielo creò due sponde separate dal fiume Ama no Gawa (la Via Lattea), e rendendolo impetuoso e privo di ponti, fece si che i due non potessero mai più incontrarsi.

Il risultato non fu però quello sperato: il pastore sognando e pensando sempre alla sua innamorata non accudiva ugualmente le bestie e neppure la dolce fanciulla, pensando continuamente al suo amore cuciva più i vestiti agli dei.

Il sovrano allora, disperato e mosso da pietà e commozione, con il consenso anche degli altri dei altrettanto commossi, emise questa sentenza: “Se deciderete di ritornare ad occuparvi delle vostre attività come un tempo rispettando i vostri doveri, rimarrete divisi dalle sponde del Fiume Celeste per un anno intero però, vi sarà consentito di potervi incontrare una volta soltanto nella notte del settimo giorno del settimo mese dell’anno.”

A queste parole, i due giovani innamorati, pensando all’idea di potersi incontrare di nuovo ripresero di buona lena a lavorare sodo con la speranza di potersi presto riabbracciare. Da quel momento in poi infatti, dopo un anno di lavoro e fatica i due ogni 7 luglio attraversano il Fiume Celeste e nel cielo stellato si incontrano.”

Seconda versione:

“Un tempo nel cielo vivevano a Ovest gli uomini, e a Est le divinità.

Il pastore Hikoboshi (la stella Altair) e la dea Orihime (la stella Vega) si innamorarono e si sposarono in gran segreto, contro la volontà del padre della dea. Andarono a vivere ad Ovest, ed ebbero anche due figli, un maschio e una femmina.

Quando il padre lo venne a sapere, però, saparò i due sposi, riconducendo la figlia nella terra degli dei, e per evitare il  suo ricongiungimento con Hikoboshi, mise tra loro un fiume, la Via Lattea.

I due ne soffrirono moltissimo e alla fine il padre di Orihime finì col commuoversi per le tante lacrime versate dai due sposi; così acconsentì a che potessero incontrarsi di  nuovo, ma solamente una volta l’anno: la settima notte del settimo mese.”

Terza versione:

“C’era una volta in Cina, una bella tessitrice di nome Shokujo. La ragazza era la figlia di un re, e suo padre era molto orgoglioso di lei.

Giunta ad una certa età, il padre cominciò a pensare che per lei fosse giunto il momento di sposarsi, e scelse per lei un giovane agricoltore di nome Kengyu. Dopo essersi sposata, però,  Shokujo cominciò a trascurare il suo lavoro di tessitura.

Suo padre reagì cacciando il marito e decise che d’ora in avanti le sarebbe stato consentito incontrarlo soltanto una volta l’anno,  il 7 luglio. 
Quando il tempo per incontrare Shokujo si avvicina, gli uccelli vanno da Kengyu e costruiscono un  ponte, in modo che lui possa andare da sua moglie.”

Quarta versione

“C’era una volta una stella eccezionalmente bella e saggia, la Principessa Shokujo (Vega) , che oltre ad essere  la figlia del re, era anche un’abilissima tessitrice, ed era responsabile di tutti i tessuti reali. Un giorno Kengyu (Altair), il pastore celeste, si trovò a passare col suo gregge sulla collina vicina al palazzo, proprio mentre Shokujo era affacciata alla finestra.  I loro sguardi si incrociarono e fu amore a prima vista. Si corsero incontro e, dopo un breve fidanzamento, Shokujo e Kengyu chiesero al re la sua benedizione, che lui concesse senza problemi.

Sfortunatamente, però,  i problemi arrivarono presto. I due erano così follemente innamorati che lei trascurò la tessitura, e lui il gregge. Il re intervenne e ordinò che i due sposi fossero separati per sempre da un fiume di stelle (la Via Lattea), fatta eccezione per un solo giorno all’anno,  in cui possono ancor oggi far visita l’uno all’altro.

Quel giorno è il giorno di Tanabata, il giorno in cui Shokujo la principessa e Kengyu il pastore si incontrano, attraversando la Via Lattea con l’aiuto di un ponte formato da uno stormo di passeri, loro fedeli amici.”

Non dimenticarti della leggenda che potra’ darti un grande sogno. (Questa foto e ‘ stata fatta la notte del 7 luglio all’asilo di Ginga).

Questa è la foto di una via del centro di Marugame. Come vi ho detto, per la festa di Tanabata si appendono tante strisce di carta che portano scritte i desideri di ognuno. In questa foto, le decorazioni di bambu che vedete sono state realizzate da una ventina di scuole materne di Marugame.

Quando ero piccola, il giorno seguente , cioe’ l’8 luglio, di mattina molto presto, noi bambini andavamo al fiume con i nostri genitori facendo strisciare per terra i grandi rami di bambu decorati. Al fiume li mettevamo sulla corrente e loro scorrevano fino al mare, con i nostri desideri.
Adesso non si puo’ più fare perche’ si teme che sporchino i fiumi e il mare. Quindi, i rami di bambù decorati ora rimangono appesi per tutto il mese di luglio.

In Giappone, in quasi tutti gli ospedali, si festeggiano tutte le feste annuali per consolare i pazienti. All’ingresso dell’ospedale dove vado, c’è in questi giorni un ramo di  bambu di Tanabata. Un giorno ho letto quello che c’e’ scritto sulle strisce di carta. Tante frasi mi hanno commossa. Ricordo la frase che ha scritto una donna:  ” Spero di poter scrivere per Tanabata anche l’anno prossimo”… 

Nell’epoca Heian (dal 794 AD~al 1192 AD) solo le persone nella corte imperiale festeggiavano Tanabata. Facevano offerte di frutta, verdure e pesci alle stelle e le guardavano, bruciando incenso, e suonando il Koto (la  lira orizzontale giapponese con 13 corde) o il Biwa (il liuto giapponese) e componendo delle poesie. Consideravano la rugiada della notte precedente una goccia di Amanogawa ( il fiume del cielo, la Via Lattea) e la mattina del 7 luglio raccoglievano la rugiada sulle foglie del taro d’Egitto, ci preparavano l’inchiostro e scrivevano i  loro desideri sulle foglie di un albero speciale che si chiama Kaji, un albero sacro usato nei templi.

Dopo l’epoca Heian, questa festa si diffuse tra il popolo e si iniziarono ad usare le strisce di carta al posto delle foglie di Kaji, e i rami di bambù per appenderle.

Fortunatamente ho avuto un’occasione di festeggiare Tanabata come se fossi una persona nell’epoca di Heian, quando ho ballato la danza classica giapponese in un parco a Takamatsu ( la capitale della provincia di Kagawa). Era uno spettacolo molto elegante, che si è tenuto la mattina del 7 luglio nel 2007. Questa foto e’ stata fatta in quel momento.

Junko  N.

 

Tanabata (Settima notte) è una tradizionale festa giapponese, che cade il 7 luglio di ogni anno, quando le stelle Vega e Altair si incrociano nel cielo. In qualche località si festeggia invece il 7 agosto.

La più famosa festa di Tanabata del Giappone si tiene a Sendai dal 6 all’8 agosto. Nel Kanto, la più grande festa di Tanabata si tiene a Hiratsuka, Kanagawa, il 7 luglio. Un’importante festa di Tanabata si svolge anche a São Paulo, in Brasile, alla fine della prima settimana di luglio.

La data originale di Tanabata si basa sul calendario lunisolare giapponese, che è circa un mese indietro rispetto al calendario gregoriano. Come risultato di ciò, la maggior parte delle feste di Tanabata si svolgono il 7 luglio, mentre in alcune località si tengono il 7 agosto, e in alcune altre vengono invece organizzate ancora  il settimo giorno del settimo mese lunare del calendario giapponese tradizionale lunisolare, che di solito cade nel mese di agosto del Calendario Gregoriano.
Le date del calendario gregoriano corrispondenti al settimo giorno del settimo mese lunare del calendario lunisolare giapponese per i prossimi anni sono:
6 agosto 2011
24 agosto 2012
13 agosto 2013
2 agosto 2014
20 agosto 2015
9 agosto 2016
28 agosto 2017
17 agosto 2018
7 agosto 2019
25 agosto 2020

La fanciulla tessitrice della leggenda viene identificata con Vega perchè secondo i popoli orientali Vega, appartenente per noi alla costellazione della Lira, è, secondo gli orientali appartenente alla costellazione della Tessitrice. Allo stesso modo il giovane mandriano viene identificato con Altair della costellazione dell’Aquila, perchè per gli orientali la costellazione di Altair equivale a quella del Mandriano.

La scelta del settimo giorno del settimo mese dell’anno, oltre ad avere una valenza sacra in quanto è un ripetersi del numero 7, dipende dal fatto che, secondo gli studiosi, è questo il periodo di massima luminosità delle stelle e soprattutto nei primi giorni del mese di luglio si nota anche una grande vicinanza tra Altair e Vega rispetto a tutti gli altri giorni.

Sebbene le feste di Tanabata varino da regione a regione, l’usanza è quella di rivolgere preghiere ai due astri, e soprattutto i giovani chiedono protezione per i loro sentimenti e aiuto per poter migliorare le loro abilità e lo studio. Tanabata oggi è una grande festa popolare caratterizzata da vistose e colorate decorazioni, foglietti di carta con preghiere e desideri appesi ai rami degli alberi, sfilate, parate e cibi tipici.

Tanabata è anche un’importante festa per i bambini, e gli alberi dei desideri vengono preparati in tutte le scuole giapponesi, decorati dai bambini con poesie, preghiere e desideri che si vogliono vedere avverati e che possono andare dal miglioramento negli studi a desideri più frivoli…  In ogni caso, desideri e poesie sono ancora oggi le offerte chiave per questa festa, e le famiglie  si riuniscono per scriverle su strisce di carta colorata e per legarle ai rami di bambù. Oltre che in famiglia, alberi dei desideri “pubblici” con pennarelli e strisce di carta pronte si trovano ovunque, anche nelle stazioni ferroviarie, ed ognuno è libero di esprimere i propri desideri e legarli all’albero.

Tradizionalmente sono previsti sette diversi tipi di decorazioni per l’albero dei desideri, ognuna delle quali ha significati diversi:

photo credit: http://en.wikipedia.org

Tanzaku: sono le strisce di carta colorata delle quali abbiamo già parlato,  dove scrivere poesie e desideri da appendere sugli alberi.

fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/File:Kamigoromo.jpg

Kamigoromo: in passato servivano per chiedere di migliorare nell’arte del cucito, ora hanno il significato di scongiurare incidenti e malattie.

fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/File:TanabataOrizuru.jpg

 Senbazuru: file di origami (soprattutto gru), per chiedere salute alla famiglia e lunga vita. Per ogni persona anziana della famiglia si piega una gru da appendere all’albero dei desideri.  

fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/File:Kinchaku.jpg

Kinchaku: borsettine di carta, per chiedere lavoro, prosperità, e per mettere in guardia contro lo spreco di denaro .

fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/File:Toami.jpg

Toami: reti da pesca per varie decorazioni, per chiedere buona pesca e buoni raccolti.

 http://en.wikipedia.org/wiki/File:Kuzukago.jpg

Kuzukago: la carta avanzata dalla preparazione delle altre decorazioni viene raccolta e messa in un “sacco della spazzatura” di carta, a simboleggiare il risparmio e  l’importanza di risparmiare.

fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/File:TanabataStreamer.jpg

Fukinagashi: strisce decorative di carta colorata, che simboleggiano le fibre che Orihime  utilizza per tessere.

Altre fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Tanabata

http://en.wikipedia.org/wiki/Tanabata

http://sakuramagazine.com/tanabata-matsuri-festa-delle-stelle-innamorate/

http://www.psychicsophia.com/aion/chap7.html

http://gojapan.about.com/cs/japanesefestivals/a/tanabata.htm

http://web.mit.edu/jpnet/holidays/Jul/song-tanabata.shtml

http://web-jpn.org/kidsweb/explore/calendar/july/tanabata.html

http://www.astroarts.co.jp/special/2012tanabata/legend-j.shtml

http://www.sendaitanabata.com/en/rekisi.html

Tutorial: uova sode colorate

Tutorial: uova sode colorate. Preparare uova decorate è molto piacevole ed interessante per i bambini piccoli. Anche se le uova decorate sono tipicamente pasquali, le uova sode si mangiano volentieri in estate, con l’insalata o la pasta fredda… e prepararle coi bambini è sempre divertente e permettere di esercitare la motricità fine e la coordinazione occhio mano, di imparare a dosare la propria forza, e molto altro.

Cosa serve:

– uova sode non sbucciate

– un piccolo martello

– coloranti alimentari

Come si fa:

– si prendono le uova sode, si posano su uno strofinaccio da cucina sul tavolo, e si mostra al bambino come crepare in più punti possibile il guscio col martello, senza toglierlo.

– le uova col guscio crepato si rimettono poi nel pentolino, con acqua e colorante alimentare, si fanno bollire ancora qualche minuto, quindi si aspetta che siano abbastanza fredde per poterle sbucciare, ed è fatta.

– i gusci delle uova, che all’interno sono colorati, possono essere ulteriormente sminuzzati e servire per realizzare bellissimi collage.

Queste sono le nostre uova decorate, con un bell’effetto marmorizzato… a volte si creano dei disegni molto simili a ragnatele, e potrebbero anche essere utilizzate per una festa di Halloween.

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Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo

Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo

Anche se l’accrescimento può essere soggetto a diversi fattori ambientali, l’orientamento della pianta è guidato da tre fattori principali che sono il fototropismo, il gravitropismo e il tigmotropismo:

il fototropismo, o crescita verso la luce, assicura che le foglie ricevano una quantità ottimale di luce per la fotosintesi;
il gravitropismo, o crescita in risposta alla gravità, permette alle radici di crescere nel suolo verso il basso e ai fusti di crescere verso l’alto, lontano dal suolo;
il tigmotropismo, o crescita a seguito di contatto, permette alle radici di crescere attorno agli ostacoli ed permette alle piante rampicanti di avvolgersi attorno alle strutture di supporto.

Il fototropismo è mediato dall’auxina (un ormone vegetale della crescita). L’auxina si forma nell’apice e poi scende distribuendosi uniformemente in tutte le cellule della pianta, ma se l’illuminazione non proviene dall’alto, l’auxina anziché distribuirsi uniformemente si sposta verso il lato non illuminato. L’accumulo di questo ormone determinerà crescita maggiore nel lato in ombra, con conseguente piegamento verso la luce.

Il fototropismo è stato descritto per la prima volta da Darwin, ed è stato osservato anche nel plancton acquatico.

Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
 Materiale necessario per costruire il labirinto:

– una scatola di cartone con coperchio, possibilmente di colore scuro
– ritagli di cartone, possibilmente di colore scuro

Piantine:

l’esperimento riesce particolarmente bene utilizzando patate, patate dolci o cipolle germogliate che possono essere messe in un vaso di terriccio ben bagnato, oppure sospese in un vaso d’acqua con degli stecchini di legno:

photo credit http://amicidellortodue.blogspot.it/

oppure piantando un seme di fagiolo in un vasetto con un po’ di terriccio ben bagnato:

photo credit: http://lalica.wordpress.com/

Se usiamo il vaso con terriccio, sia per la semina, sia per patate e cipolle germogliate, occorrerà  di tanto in tanto innaffiare, e anche se usiamo il vaso d’acqua dovremo controllare se serve aggiungerne.

Con le patate e le cipolle si può anche provare a metterle nella scatola così, senza acqua né terriccio: contengono in effetti acqua e nutrienti che per un po’ possono assicurare la crescita del germoglio anche in assenza di terra ed acqua. Se scegliete questa soluzione, il processo di sviluppo della pianta potrebbe essere un po’ più lento, ma vi sarà possibile sigillare meglio il coperchio alla scatola.

Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
Obiettivi dell’esperimento:

dimostrare l’effetto della luce sulla crescita delle piante.

Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
Tempi:

occorreranno circa due settimane dall’esperimento, per poter osservare i risultati. Di più se rinunciate a terriccio ed acqua.

Per preparare i bambini possiamo, nei giorni precedenti, invitarli ad osservare le piante sul davanzale della finestra. Cosa possiamo dire della loro crescita?  Che le piante non crescono verso la stanza, ma verso l’esterno della casa. Perchè? Perchè le piante si rivolgono alla luce del sole. Possiamo anche uscire all’aperto ed osservare e confrontare la crescita delle piante che incontriamo.

Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
Preparazione della scatola

La scatola può essere preparata in diversi modi, l’importante è che presenti un solo foro in alto per l’ingresso della luce e che i cartoni divisori siano alternati in modo tale da non impedire alla luce di seguire un certo percorso verso la pianta, ed alla pianta di crescere verso il foro, una volta che la scatola sarà chiusa.

I cartoni divisori devono avere esattamente la stessa altezza di quella della scatola, in modo tale da toccare il coperchio, quando la scatola verrà chiusa. Potete farne quanti ne volete. Possono essere di lunghezza diversa, oppure posso essere tutti lunghi come la lunghezza della scatola, e si possono praticare fori (finistrelle di circa 3×3 cm) a distanze diverse per il passaggio della luce.

Alcuni esempi:

http://www.asc-csa.gc.ca/

photo credit: http://www.epa.gov/

photo credit: http://www.imsa.edu

photo credit: http://kitchenpantryscientist.com/
 
photo credit http://bangkokpatanascience.blogspot.it/
 
photo credit: http://archive.blisstree.com/
 

Per la riuscita ottimale dell’esperimento, naturalmente, la scatola deve essere integra ed il coperchio deve chiudere perfettamente, così la luce può davvero entrare solo attraverso il foro superiore. Si può controllare inserendo una torcia,al buio, nel foro superiore, e si può provvedere a sigillare meglio con l’aiuto del nastro adesivo, ma bisogna ricordare che ogni tanto la scatola deve essere aperta per dare l’acqua alla pianta.

È essenziale che anche i cartoni divisori all’interno siano a tenuta di luce lungo i punti di fissaggio alla parete della scatola e utilizzare nastro adesivo nero può essere una buona soluzione.

Inoltre anche tutti i bordi dei cartoni divisori che toccano il coperchio, quando viene montato, devono essere a tenuta di luce; per impedire alla luce di fuoriuscire al di sopra dei divisori che vengono in contatto con il coperchio si può provvedere a rivestire l’interno del coperchio con un foglio di spugna o qualche strato di feltro, e poi mettere il coperchio premendo delicatamente, in modo tale da comprimere l’imbottitura contro i divisori di cartoni ed i bordi esterni della scatola.

Possiamo anche più semplicemente incappucciare la scatola con un telo nero che presenti solo un foro in corrispondenza del foro per la luce praticato sulla scatola.

Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
Cosa fare

Preparata la scatola e il germoglio, posizionare la piantina sul fondo, chiudere col coperchio e posizionare in un luogo soleggiato, in modo che il foro in alto possa ricevere quanta più luce possibile.

Possiamo coi bambini fare previsioni rispetto a quello che accadrà all’interno della scatola, e i bambini possono provare a disegnarle.

Si può approfittare dell’apertura della scatola per le innaffiature, per fare misurazioni e registrazioni.
Quanto velocemente può la vostra pianta di fagioli o di patate crescere? Patate e fagioli sono piante che crescono molto in fretta: una pianta di fagioli raggiunge l’altezza di circa 50 centimetri in tre settimane, e una pianta di patata cresce fino a 60 centimetri in quattro settimane. I bambini possono usare un righello per misurare la crescita della pianta, e fare un segno all’interno della scatola . Queste misurazioni possono essere fatte ogni giorno. Osserveremo che durante i primi giorni la crescita sarà molto molto lenta, ma poi accelererà notevolmente dopo il terzo o quarto giorno, soprattutto se saremo costanti con le innaffiature.

Possono inoltre essere preparate delle “scatole di controllo”. La più interessante sarà quella preparata come spiegato, ma poi, invece di essere esposta al sole col foro in alto, la si può appendere a un sostegno alto, in modo che l’apertura per la luce venga a trovarsi in basso. Cosa accadrà alla piantina in questa scatola? Sarà in grado di sfidare la forza di gravità e crescere a testa in giù per raggiungere la luce?

Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
Conclusioni possibili

Le piante, che appaiono immobili per definizione in quanto saldamente ancorate alla terra con le loro radici, in realtà sono in grado di compiere movimenti in risposta a stimoli esterni.

La luce solare è essenziale per la crescita delle piante, e le piante fanno tutto il possibile per riceverla.

Coi bambini più grandi possiamo parlare nello specifico del fototropismo e dei suoi meccanismi ricorrendo ai termini esatti, oppure presentare il fenomeno a partire da ciò che è direttamente osservabile.

Le piante, come tutti gli esseri viventi, sono costituiti da piccole unità chiamate cellule. Nelle piante, alcune cellule presenti nelle foglie e negli steli sono sensibili alla luce. Mentre gli esseri umani e altri animali mangiano cibo per ottenere energia, le piante ricavano l’energia che serve loro per vivere dal sole. Una pianta che non può ricevere una quantità di luce adeguata  può morire, e per questo ogni pianta cerca sempre di crescere in direzione del sole. Per la nostra piantina chiusa nel labirinto, anche la piccola quantità di luce che entra attraverso il foro è sufficiente a guidare il germoglio verso l’esterno.

All’apertura della scatola potremo notare come il germoglio e le foglioline appaiano biancastre nelle zone più lontane dal foro. Le piante infatti, ricevuta l’energia che serve loro attraverso la luce del sole, producono una sostanza chimica chiamata clorofilla, che è di colore verde. Quando la clorofilla manca, le foglie invece di essere verdi diventano bianchicce, gialle, rossicce, marroncine; come avviene naturalmente in autunno.

Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo – Fonti:

– http://www.imsa.edu

– http://scienceforcuriousstudents.blogspot.it

– http://www.planet-science.com/

– http://kitchenpantryscientist.com/

– http://www.ehow.com/

– http://plantsinmotion.bio.indiana.edu

– http://www.asc-csa.gc.ca/

– http://bangkokpatanascience.blogspot.it

– http://archive.blisstree.com/

– http://herbarium.desu.edu/

– http://it.wikipedia.org/wiki/Fototropismo

– http://www.tesionline.it/v2/

fototropismo

Lavoretto per la festa della mamma – fiore di feltro


Lavoretto per la festa della mamma – fiore di feltro. Avevo già descritto la tecnica di produzione dei fiori di feltro

per gli adulti, ma si tratta di  un procedimento troppo impegnativo proposto ai bambini.

La lana cardata che occorre per il lavoretto si può trovare, ad esempio, qui: LANA CARDATA

__________________________

Genitori Channel ospita il mio articolo che mostra come è semplice, con pochi accorgimenti aggiuntivi, far fare questa bella esperienza anche ai bambini più piccoli.

E’ un’attività che consiglio davvero, per esperienza: è molto ricca dal punto di vista sensoriale, avvicina al mondo della natura, porta calma e concentrazione (anche per il massaggio dei polpastrelli che la lana ci ricambia mentre la massaggiamo, ma non solo) e, siccome la bellezza della lana (anche senza essere lavorata) è garanzia di successo, porta tutti i bambini a sentirsi “bravissimi” e in questo caso davvero orgogliosi di poter fare alla mamma un così bel regalo…

… potete leggere l’articolo completo qui: http://www.genitorichannel.it

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Canto: La mamma

Canto: La mamma. Con testo, spartito scaricabile e stampabile gratuitamente e file mp3. Per flauto dolce e canto.

Canto: La mamma
La mamma: testo

Ci sono al mondo tante cose belle
i fiori il mare il cielo con le stelle
il sorriso del sole d’oro che dà luce e dà calor.
Ma per me più che il cielo e il mar
più del sole che ci dà calor
c’è la fiamma del focolare
c’è la mamma col suo amor.

Spartito e file mp3 QUI:

Canto: La mamma

La mamma

Festa della mamma – ebook – Libretto d’auguri illustrato con tisane, tè, sale grosso e collage…

Festa della mamma – ebook – Libretto d’auguri illustrato con tisane, tè, sale grosso e collage… In realtà è quasi un libro tattile e non ha molto senso come ebook, ma lo condivido volentieri sperando possa essere di ispirazione per inventare lavoretti simili coi vostri bambini.

Festa della mamma – ebook – Libretto d’auguri illustrato con tisane, tè, sale grosso e collage…

Si tratta della poesia “Alla mamma” di Luisa Nason, illustrata con tecniche varie:

Alla mamma
Mamma, per la tua festa
io ti offro
una cesta di baci
e un cestino di stelle.
Ti offro un cuscino di fiori
su cui posare la testa
quando sei stanca;
una fontana di perle lucenti
color della luna,
una ghirlanda di rose
e una montagna
di cose gentili
un cuore tanto piccino
e un amore grande così:
mamma per questo dì. ( L. Nason)

file pdf del libretto:

Festa della mamma – ebook – Libretto d’auguri illustrato con tisane, tè, sale grosso e collage…

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

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Tutorial fiori in feltro

Tutorial fiori in feltro – Un tutorial fotografico per imparare a realizzare fiori di feltro con la tecnica dell’infeltrimento con acqua e sapone. Non si tratta di un fiore in particolare, ma di “un’idea di fiore” che si costruisce, come avviene davvero anche in natura, con la luce ed  il calore che insieme portano alla formazione prima del bocciolo, e poi del fiore.

Con questi fiori possiamo realizzare fermacapelli, spille per giacche, collane, braccialetti, segnalibri, ferma tende, cinture, coroncine da principessa per le bimbe ecc… o anche semplicemente fiori sullo stelo per il tavolo delle stagioni.

Anche a prescindere  dal valore che può avere l’oggetto finito, e ci sono veri artisti del feltro,  penso che la manualità creativa che porta a realizzare piccole cose non in serie sia anche per gli adulti  un’importante esperienza sensoriale e meditativa, e per questo il tutorial punta a creare una situazione da risolvere solo nel momento non prevedibile dell’apertura del bocciolo: dipenderà dai colori scelti, dalla grandezza e dalla forma  assunta dalla lana nel bocciolo, dallo spessore, dai bordi regolari o irregolari,  dal vostro modellare e tirare il feltro in un modo o nell’altro, quale fiore avrete creato.

Considerare solo il  tempo che richiede realizzare un fiorellino così, può farci capire quale ne sia il vero valore per chi si è cimentato.

Materiale occorrente:

– lana cardata colorata verde, gialla ed in altri colori a scelta
– sapone di marsiglia meglio se all’olio d’oliva (ma si può usare anche detersivo per piatti) e acqua bollente
– una stuoietta (tipo quelle da sushi, ma si può usare anche un pezzo di arella rotta o simili, o in alternativa anche un pezzo di plastica a bolle) e un asciugamano
– mattarello
– una matita
– eventualmente fil di ferro, elastico per capelli, spilla, ecc..
– ago e filo per assemblare fiori e foglie, e altri eventuali elementi

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Come si fa:
Mettere sulla stuoia delle nuvolette di lana asciutta nei colori che preferite (io ho scelto verde, rosso, arancione e giallo). La nuvoletta può essere di qualsiasi dimensione, e tenete presente che con l’infeltrimento diventerà molto più piccola; la mia era all’inizio circa 20 cm, ed al termine circa 11cm:

Cominciate a massaggiare coi polpastrelli, con movimenti circolari, bagnando le mani con l’acqua calda ed insaponandole più volte:

Ripete da entrambe le facce, rivoltando la nuvoletta più volte; questo lavoro può richiedere 3 minuti circa:

Ora arriva la fase della follatura, che può richiedere 15 – 20 minuti (tenendo presente che più si lavora, più il feltro sarà di buona qualità.
Alternativamente facciamo le seguenti operazioni, e durante ognuna di questa operazioni spostiamo la nuvoletta in ogni senso (vedrete infatti come la lana “si accorcia” sempre nel senso in cui la arrotoliamo, quindi se variamo i sensi, avremo un feltro omogeneo):

rulliamo la lana nella stuoia, premendo, prima con leggerezza per non spostare i colori, poi via via sempre più forte

premiamo sulla stuoia ruotando il mattarello, sempre prima con leggerezza per non spostare i colori, poi via via sempre più forte

usiamo come mattarello una matita, avvolgiamo la nuvoletta e ruotiamo premendo con forza.

E’ anche importante, di quando in quando, tirare la nuvoletta lungo i bordi, per ottenere un feltro più compatto, prezioso e sottile:

Questo è il mio fiore dopo tutti i maltrattamenti subiti:

Ora possiamo accartocciare la nuvoletta come a formare un germoglio, poi la ruotiamo tra le mani e premendo leggermente, rigirandola molto velocemente (attenzione a non esagerare, altrimenti vi sarà impossibile aprirlo…):

Passiamo alla fase più divertente e creativa; apriamo il germoglio e (il trucco è pensare a un fiore) per prima cosa inseriamo il pollice all’interno e tiriamo i petali; poi osservando attentamente, possiamo decidere come aprire, tirare o arricciare i petali, accentuare il calice (si può inserire la matita e premere) ecc…

Mentre il fiore si asciuga, facciamo utilizzando la stessa tecnica qualche foglia:

Ed ora possiamo decidere cosa fare del nostro fiore…
Per realizzare un fiore sullo stelo, avvolgiamo la lana verde asciutta intorno a del fil di ferro modellato a piacere (avvolgendo fino all’ultimo peletto finale, la lana si blocca da sola). Poi, se volete, passare su tutto lo stelo dell’acqua e sapone, massaggiando leggermente

Montate a vostro gusto, fissando gli elementi con punti invisibili dati con ago e filo:

Per realizzare una semplice decorazione, una spilla, un fermacapelli create la composizione di fiori e foglie, fissate con ago e filo, e aggiungete sul l’eventuale elastico, cerchietto, molletta, spilla scelta:

La composizione può essere puoi cucita su una corda di feltro, che si prepara così:

– predisponete una lunga striscia di lana asciutta, ricordando che tutte le aggiunte in lunghezza possono essere fatte solo finchè la lana è asciutta.

– bagnando ripetutamente le mani con acqua calda e sapone, cominciare a ruotare la lana sulla stuoia, con leggerezza e calma, fino a bagnare tutta la lunghezza. Tornare all’inizio della striscia e ricominciare, e così più volte, aumentando progressivamente la pressione. Ogni tanto appallottolare tra le mani, girare premendo, poi distendere e tirare la striscia con forza… almeno un quarto d’ora di lavoro, per un  buon feltro.


Montando i  fiori sulla corda di feltro, come già detto, potrete realizzare svariati oggetti ed accessori…

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Recite per bambini e racconti sulla Festa del lavoro e i mestieri

Recite per bambini e racconti sulla Festa del lavoro  e i mestieri – una raccolta di testi di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Tutti lavorano
Per non studiare le sue lezioni, per non fare i compiti, per non aiutare i grandi, Silvio è scappato via di casa, solo soletto, e corre come un capriolo via per i campi e per i boschi, mentre la sua povera mamma si affligge e lo cerca da tutte le parti.
Silvietto è felice di essere libero, di non far nulla, e parla con tutto ciò che gli sta intorno.
“Oh piccola ape, color dell’oro, dove corri così frettolosa?” chide Silvietto, “Fermati un po’; sii buona; scherza e ridi con me.”
“Non posso, piccino”, risponde l’ape color dell’oro, “Bisogna ch’io succhi il nettare dei fiori, per farne del miele e della cera”.
Silvietto, si da pensoso per un istante; poi ripiglia la corsa e dice all’asinello bigio macchiato di bianco, che pascola nel prato: “Pigliami in groppa, asinello grazioso, e fammi fare una bella trottata!”
“Non posso, bimbo caro” risponde l’asinello, “Ora che ho mangiato, il mio padrone mi carica di erbe e di frutta, e andremo insieme in città”.
Silvietto fa una smorfia di dispetto. Si china sul ruscello limpido, vivace, rapido e gli mormora: “Ruscelletto, ruscelletto mio, te ne prego: arrestati un po’ e divertiti con me che sono solo solo e mi annoio”.
“Non posso, piccino mio: devo correre verso il mulino di Tonio, per far girare la macina; se no, il grano non si cambia in farina”.
E Silvietto è stupito e indispettito. Ma come? Hanno tutti qualcosa da fare? Un dovere da compiere, un lavoro da eseguire?
Una povera vecchia appare da un bosco lontano; è curva sotto un fascio di legna secca e cammina adagio adagio, ansimando.
“Che cosa fate, cara vecchietta?”, domanda il bambino.
“Eh, figliolo mio, ho raccolto con grande stento questa legna in montagna; ora la porto in paese e la vendo al fornaio per un po’ di pane. Così potrò mangiare per qualche giorno.
“Datemi il vostro fascio, lo porterò io”, dice Silvietto a un tratto.
E passo passo la vecchia e il bimbo ritornano al villaggio.
M. Serao

Recite per bambini e racconti sulla Festa del lavoro  e i mestieri – Storia di un passerotto e di una formica
C’era un passerotto molto sfaccendato e prepotente. Un giorno trovò un chicco di grano. Stava per ingoiarlo, quando una formica gli disse: “Per piacere, passerotto, regalami quel chicco”
“Che discorsi!” esclamò il passero, “Ho trovato un chicco di grano e questa formica lo vuole. C’è della gente sfacciata a questo mondo!”

“Non lo voglio gratis”, disse la formica “Quest’estate vieni a trovarmi e, invece di un chicco, te ne darò cinque”.
Il passero ci pensò sopra per qualche minuto, poi disse: “Mi conviene. Vorrei solo sapere come farai”.
“Pianterò questo chicco in terra”, spiegò la formica, “A primavera spunterà una piantina. La piantina crescerà e metterà la spiga. Il sole la maturerà e, se tu conosci le spighe, e io so che le conosci, saprai che di chicchi ne contengono tanti. Così io potrò darti cinque granelli e il resto lo metterò in magazzino”.
“Mi fai sudare solo a sentirti parlare”, disse il passero sfaccendato, “Eccoti il chicco di grano ed arrivederci a quest’estate”.
Venne il mese di giugno e tutti i campi erano d’oro. Il passero si ricordò del granello che aveva dato in prestito e andò a trovare la formica.
Vide la spiga di grano, piena di chicchi, che dondolava al vento, davanti al formicaio.
“Questa è la mia spiga!” disse, “Ora la beccherò”
“Piano, piano!” replicò la formica, “Questa non è la tua spiga. Tuoi sono soltanto cinque granelli”.
“Chi è questa formica importuna?” gridò il passero, “Qui c’è una spiga nata da un chicco di grano che io trovai un giorno”.

“Ah, la pensi così?” disse la formica. Chiamò in aiuto le sue compagne, le quali dettero tutte addosso al passero che, con quelle formiche infuriate attorno, non trovò di meglio che volarsene via.
“Ho conosciuto, una volta, una formica sfacciata!” gridò da lontano.
“E io un passero prepotente e poltrone!” rispose la formica e, svelta svelta, si dette da fare per portare i chicchi nel formicaio, al sicuro dal becco del passero.
Ma, poichè era anche una formica onesta, i suoi cinque granelli glieli lasciò.

Recite per bambini e racconti sulla Festa del lavoro  e i mestieri – Il bambino e la formica
C’erano una volta un bambino e una formica. Disse il bambino: “Come sei piccola, formichina nera! Sta tutta sulla mia unghietta e io ti posso schiacciare col dito!”
“Non lo fare,” rispose la formichina “ammazzeresti una grande lavoratrice!”.
“Ma che sai fare tu di tanto importante?” domandò incuriosito il bimbo.
“Saresti capace di portare sulle tue spalle un grosso albero?”, chiese la formica.
“Non ancora” rispose il bimbo.
“Questa foglia che io porto nella mia tana pesa per me quanto un albero per te”.
“Oh!”, fece il bimbo.
“E saresti capace di trascinarti dietro un elefante per la coda?”
“Davvero no, non ci riuscirebbe nemmeno il mio papà!”
“Quel bruco morto, che io mi tiro nella mia dispensa, pesa per me quanto un elefante per te!”
“Uh!” disse il bimbo, “Meriti davvero una medaglia!”
“Io ho più che una medaglia,” rispose la formichina, “perchè in tutti i libri di scuola insegno ai bambini l’amore per il lavoro”.

Recite per bambini e racconti sulla Festa del lavoro  e i mestieri – L’amico
Un uomo era sempre sereno, sempre contento. Lavorava e cantava.
“Beato lui!” diceva la gente, “E’ sempre allegro”.
“E’ il mio amico che mi tiene allegro”, rispondeva l’uomo.
Non andava quasi mai all’osteria e a chi gli chiedeva il perchè, rispondeva: “Il mio amico mi tiene abbastanza compagnia”.
Raramente era malato e a chi se ne meravigliava, diceva:”Il mio amico mi tiene in salute”.
Sempre metteva avanti questo suo amico, che nessuno aveva mai visto.
Ma dov’è questo vostro amico?” chiedevano all’uomo.
“Come? Non lo vedete? Dalla mattina alla sera è con me!”
“Ma gli volete tanto bene?”
“Che volete! L’ho conosciuto da bambino e mi è stato subito simpatico. In sua compagnia sono stato sempre bene”.
“Ma chi è, dunque?”
“Non lo vedete? Siete proprio ciechi? E’ il lavoro.
(da Gira gira mondo, Vallecchi)

Il figlio dotto
Il figlio giunse dalla città a far visita al padre in campagna. Il padre gli disse: “Oggi si falcia: prendi il rastrello e vieni ad aiutarmi!”
Ma il figlio non aveva voglia di lavorare e rispose: “Io ho studiato le scienze e ho dimenticato tutte le parole dei contadini: che cos’è un rastrello?”
Non appena uscì in cortile, inciampò in un rastrello e il manico lo colpì in testa. Allora si ricordò che cos’era un rastrello, si premette una mano sulla fronte e disse:”Chi è quell’imbecille che ha lasciato qui il rastrello?”
L. Tolstoj

Recite per bambini e racconti sulla Festa del lavoro  e i mestieri

Lavori in fattoria e ciclo dell’anno

Gennaio.
Il pastore è ora molto occupato perchè cominciano ad arrivare gli agnellini e deve badare a loro ed alle loro madri.
All’aperto, quando è bel tempo, gli uomini tagliano le siepi, potano gli alberi da frutta e puliscono i fossati.
Forse le patate sono state accatastate e ora il contadino vuole venderne un po’: così bisogna aprire la catasta e suddividere le patate secondo la grandezza.Poi vengono messe nei sacchi, pesate e mandate al mercato o dal compratore.
C’è molto più lavoro con gli animali, d’inverno, perchè bisogna portare loro il cibo e portar fuori il letame col carro (molto diverso da quando erano all’aperto).
Questo è anche il momento di revisionare le macchine, aggiustare gli attrezzi, riparare steccati e cancelli, le costruzioni, e fare tutte quelle manutenzioni che non si ha tempo di fare durante l’estate.

Febbraio
Il lavoro di questo mese è molto simile a quello di gennaio. Se non piove molto, forse, è possibile coltivare un po’ verso la fine del mese.
Il terreno deve essere preparato per i nuovi prodotti.
Il contadino ha tanti lavori diversi da fare durante l’inverno. Oltre ad organizzare tutto il lavoro della fattoria, deve decidere che cosa far crescere e dove, e quali sementi comprare.
E’ anche molto importante che egli fatta tutto il suo lavoro d’ufficio. Ha tante carte da riempire per l’amministrazione e le tasse.

Marzo
In marzo è freddo, ma la primavera non è molto lontana.
Il frumento invernale comincia appena a mostrarsi attraverso il terreno, ma la superficie della terra si è fatta un po’ troppo compata e bisogna smuoverla. A questo scopo il contadino manda i suoi uomini a smuovere un po’ il terreno con gli erpici, attrezzi che hanno tantissime piccole punte. Gli erpici vengono trascinati sopra le piante o con i trattori o con i cavalli, ne sradicano alcune, senza tuttavia danneggiare il raccolto e al tempo stesso estirpano le erbacce.
Se ora il terreno è a blocchi, si usa il rullo, purchè il tempo sia asciutto.
Se il tempo è buono, il campo delle patate può esser preparato, anche se per la semina sarebbe ancora un po’ presto. Si usa un attrezzo che è come un doppio aratro. e che quando viene spinto attraverso il terreno, butta la terra sui due lati facendo un solco profondo. Questo solco è necessario per piantare le patate. Si fa poi passare il doppio aratro sui bordi del solco e così le patate vengono ricoperte. Il gelo uccide le patate, perciò devono essere piantate in modo che quando i germogli sbucano dal suolo non ci sia più pericolo di gelate.
I contadini amano un marzo asciutto.
Verso la fine del mese possono essere seminati avena, orzo e frumento primaverile.

Aprile
E’ un mese delizioso. Nella natura tutto comincia ad apparire nuovamente fresco.
Nella fattoria i campi sono di varie sfumature di verse, a seconda dei prodotti che vi stanno crescendo, o di marrone, dove la terra è ancora nuda.
Questo è un grande mese per seminare.
La seminatrice è probabilmente l’attrezzo più usato di questo mese. Essa sparge i semi di barbabietola da zucchero, di foraggio, di rapa, di verza e di fagioli nei vari campi.
Alcuni prodotti, come i cavoletti, vengono prima seminati in piccole cassette o terrari, e poi trapiantati.
Le mucche possono uscire dalle stalle per un’ora o due al giorno, ma non devono restare fuori troppo a lungo perchè altrimenti mangerebbero troppa erba fresca e si ammalerebbero.
Agli agnelli viene tosata la coda per evitare che si sporchino e si infestino di mosche.
Per la famiglia si piantano nell’orto un po’ di carote, cipolle ed altri ortaggi.

Maggio
In questo mese le mucche possono lasciare le stalle ed andare nei campi.
Per le pecore è tempo di essere tosate.
Nei campi tutto cresce in fretta, comprese le erbacce. I contadini escono con gli estirpatori tirati dai trattori o dai cavalli e vanno su e giù per i filari per diserbare. Le erbacce che non possono essere rimosse con mezzi meccanici, vengono estirpate con la zappa.
Le patate crescono molto velocemente, e devono essere ricoperte con altra terra, perchè se le nuove vengono in superficie diventano verdi e non sono buone da mangiare.
I cavoli vengono ora piantati in piazzole, in modo che il terreno tra l’uno e l’altro possa esser coltivato.
Se le pecore sono state tenute nell’ovile, bisogna portare il letame nei campi col carro.

Giugno
E’ un buon mese per far fieno. L’erba che si lasciata crescere per questo, e per far riposare la terra, viene ora tagliata e poi stesa al suolo per asciugarsi bene. Se il tempo è buono, in pochi giorni è pronta per essere raccolta ed ammucchiata, ma per asciugarsi bene ha bisogno di essere rivoltata prima più volte. Qualche volta piove e così si deve ricominciare daccapo. Può succedere qualche volta che piova così tanto che il fieno si rovini, e questa è una grande perdita. Per stabilire se il fieno è abbastanza asciutto per essere ammucchiato, il contadino ne torce tra le mani una manciata: se scricchiola e si rompe, vuol dire che è pronto.
Naturalmente il lavoro con gli animali continua ininterrotamente. Due volte al giorno le mucche devono essere riportate nelle stalle per la mungitura. Le galline probabilmente stanno ora facendo grandi quantità di uova.
Nel frutteto la frutta comincia a svilupparsi e maturare.

Luglio
Un giorno, di buon mattino, il contadino si mette il suo vestito migliore, tira fuori l’automobile, e va nella città più vicina.
Al mercato del bestiame ci sono mucche, pecore, maiali e galline. Lì incontra molti suoi amici e se la passa con loro chiacchierando e discutendo di animali, battendo i fianchi alle mucche, e strofinando il dorso dei maiali. Se poi trova qualche animale che gli va a genio, lo compera.
Naturalmente i mercati agricoli vengono organizzati in tutti i periodi dell’anno, ma di solito è a luglio che si svolgono le fiere agricole più importanti. In queste occasioni si possono vedere gli animali di razza più pregiata, e le macchine agricole più moderne. Contadini, commercianti,allevatori ed esperti di una cosa o dell’altra si incontrano qui e possono parlare dei loro problemi.
Alla fattoria il lavoro continua come al solito.
Le barbabietole da zucchero e da foraggio e le rape sono diventati così grandi che le loro foglie si toccano l’una con l’altra.
Le patate hanno foglie fresche verde scuro alte circa trenta centimetri. I cavoli ed i fagioli sono alti circa sessanta centimetri.
I cereali cominciano a formare le spighe.
Se i covoni di fieno sono all’aperto, devono essere coperti. Il vecchio modo di farlo è procurarsi della paglia e rimboccarli. La paglia di frumento è la migliore per questo scopo.

Agosto
Questo è il mese della mietitura del grano. Un giorno il contadino esamina il suo frumento e trova i grani non più lattiginosi, ma compatti: significa per lui che è ora di tagliarlo. Manda fuori la mietitrice, che è una macchina che taglia il grano e lo lega in fasci. I fasci vengono poi messi in biche, cioè otto o dieci fascine vengono messe in piedi e appoggiate l’una verso l’altra. Vengono lasciate così un po’ di giorni e poi raccolte e immagazzinate.
Una macchina più complicata potrebbe fare il lavoro più velocemente, ma ad alcuni contadini le macchine complicate non piacciono. Essi pensano che sia meglio mietere il grano e poi lasciarlo a maturare ancora un po’ al sole, prima di immagazzinarlo.
L’avena è pronta per la mietitura quando il campo è di colore biondo cenere, o quando l’aveva “mostra i suoi denti”.
I grani dell’orzo hanno piccoli filetti color porpora che scompaiono quando sono maturi.
Nel frutteto le prugne sono ora gonfie e succose e alcune mele sono pronte per essere raccolte.

Settembre
Settembre è un mese pieno di colori. Gli alberi diventano rossi, gialli e marroni. Il sole brilla attraverso una leggera bruma. La maggior parte delle piante ha completato il suo ciclo di crescita e c’è intorno una sensazione di compiutezza. Questo è il mese del raccolto. Le forze che hanno fatto uscire le piante dalla terra non sono più attive.

Ottobre
Tutto il terreno che è stato spogliato dal raccolto deve ora essere nuovamente preparato. I campi che sono rimasti a riposo negli anni precedenti devono ora essere concimati ed arati.
Alcuni prodotti non sono stati ancora raccolti, ma ora finalmente la barbabietola da zucchero può essere spedita alla fabbrica e le rape e le barbabietole da foraggio vengono portate nei magazzini e conservate per quando serviranno. Per conservarle al meglio il contadino ne fa delle cataste coperte di paglia e terra: i tuberi, con questa antica tecnica, possono conservarsi per mesi e mesi.
Le mucche devono essere nutrite e munte, le loro stalle devono essere ripulite e provviste di paglia sempre fresca.
I maiali devono essere nutriti e ripuliti.
Anche il pollame deve essere accudito, ma questo è spesso compito della moglie del contadino.
Qualcuno deve badare anche alla pecore.

Novembre
Il lavoro di aratura continua. Continua anche la raccolta degli ultimi prodotti.
Se il contadino decide di seminare il grano invernale, il terreno deve essere preparato e seminato.
Le pecore vengono portate nei campi dove si sono raccolti i tuberi, per mangiare tutte le foglie verdi che sono rimaste nel campo, e anche per concimare il terreno.
E’ anche tempo di portare le mucche nelle stalle per l’inverno, dove saranno foraggiate con fieno, tuberi, cavoli, pastone e un particolare impasto che deve essere comperato: si tratta di un cibo speciale che le aiuta a produrre più latte.
Il contadino terrà d’occhio il giornale per vedere i prezzi sul mercato dei prodotti che ha da vendere. Se pensa che il prezzo sia giusto, manda alcuni dei suoi uomini a prendere cavoletti e verze, o anche qualche animale, e li manderà al mercato.

Dicembre
Le giornate sono fredde e corte. Quando il tempo è adatto, forse è possibile arare ancora un po’, e c’è sempre il lavoro da fare con gli animali.
Una giornata di gelo è buona per portare nei campi il concime col carro, perchè il terreno è duro.
Il pastore è ora occupato a costruire piccoli ricoveri di paglia nel campo, perchè presto nasceranno gli agnellini. Egli ora deve stare quasi sempre col gregge.
Se non è stata usata una macchina agricola di quelle che fanno tutto, ora è il momento di sgranare il grano. Di solito questo si fa in un grande granaio, ed è un lavoro che si può fare con la pioggia ed anche con la neve.

La prima giornata di lavoro del giovane emigrato

Paolo arrivò primo al lavoro. Studiò la facciata, osservò le impalcature, passò la mano sui mattoni e sulle pietre del muro. Severo era il job nel suo odore fresco e pungente di calce, legna spaccata, vernice e rugiada. Nel mattino rigido il sole s’alzava in una gloria di toni fulvi che promettevano una calda giornata di lavoro.
Santo, il manovale, aprì il ripostiglio degli attrezzi, si levò il giacchettone di pelle, rimboccò le maniche fin sopra i gomiti e preparò il necessario per la calce.

“Mattinieri siamo, eh, mastro Paolì?” disse, e tirò fuori dal ripostiglio i tubi dell’acqua, la pala, la marra, la carriola. Aggiustandosi i risvolti delle maniche studiò il sole.
“Oggi farà caldo. Non levarti troppa roba di dosso; i primi caldi portano la polmonite”.
Poi, come uno che ha un’eternità di strada da percorrere e se la prende calma, tirò fuori adagio, uno dopo l’altro, i sacchi di cemento e li pose ritti presso il recinto della calce.

Gli uomini arrivavano e Paolo era pronto con la mestola. Il fischio scatenò il concerto delle mestole sonanti, raspanti, picchiettanti sui mattoni.
Giuseppe Febbregialla, uno della corporazione, piccolo, itterico, dalle mascelle quadrate, chiamò Paolo: “Neh, Filippo, chiammo a tte!”
Paolo accorse e l’altro gli mostrò dove doveva riempire di calce e mattoni gli interstizi tra le stecche parallele che poggiavano sul piano di cemento. Quando Paolo gli disse che il suo nome era Paolo, Febbregialla fece: “Va bbuò, Filippo, tira avanti!”
E Paolo lavorò per ore e ore, solo, in ginocchio, chino sulle stecche. Ogni volta che piegava la schiena, sentiva una fitta acuta ai lombi. Il manico della mestola cominciò a sembrargli di pietra, la polvere di mattone gli escoriava le dita, la calce gli scottava le mani. Si Alzava, di quando in quando, in piedi per distendere i muscoli della schiena e, una volta, alzandosi, posò il piede su stecche malferme, scivolò e cadde, battendo su una pietra aguzza. Il dolore gli mozzò il fiato e gli riempì di lacrime gli occhi. Dio che male, ma non voglio che nessuno se ne accorga, devo lavorare, si disse. Si morse la lingua e si rimise in piedi e si sentiva gonfiare la botta, che gli faceva male. Appoggiò una mano in terra e lavorò con l’altra sola. Per posare un mattone deponeva la mestola, e se doveva rompere un mattone in due per riempire un mezzo vuoto, doveva ogni volta sedersi sui talloni. Tra le lacrime vedeva male, e una volta, rompendo un mattone, si picchiò sul pollice, e il dolore fu tale che si portò il pollice alla bocca per non gridare. Non è niente, non è niente, devo finire questo lavoro. Il pollice pulsava forte, si gonfiava, diventava livido, ma lui non voleva mollare.

Quando fischiò l’ora del pranzo i ginocchi raggranchiti non furono in grado, lì per lì, di sollevarlo in piedi.
Pietro Di Donato

L’oste che non voleva lavorare
Personaggi: oste, la moglie, un dottore e un notaio.

(La scena si svolge nella stanza da letto dell’oste)

Moglie: Sono le undici, l’osteria è piena di gente e tu te ne stai a letto come se non fosse affar tuo
Oste: Che affare e non affare! Se tu ti sentissi male come mi sento io, non parleresti a questo modo, te l’assicuro.
Moglie: Ma a chi vuoi darla a bere? A sentir te, da quando siamo sposati non sei stato bene nemmeno un giorno. Se fosse vero, carino mio, a quest’ora saresti morto e seppellito.
Oste: Eh, già! Per te fingo, vero? E tutta la camomilla che bevo e non mi piace?
Moglie: Già. E tutto il vino che ti piace e che bevi quando vengono quei bricconi dei tuoi amici a farti visita?
Oste: Quale vino?
Moglie: Lasciamo andare, altrimenti si rischia di non finirla più. Ma sta’ sicuro che una volta o l’altra te la faccio passare io la voglia di darti malato per startene comodamente a letto quanto ti pare!

(La moglie esce e il sipario si chiude per due minuti. All’apertura nella stessa stanza, accanto al letto dell’oste, si trovano il dottore e il notaio)

Dottore: (parla nell’orecchio al notaio, ma in modo che l’oste lo senta) Ormai non c’è più nulla da fare. E’ spacciato…
Notaio: (con meraviglia)Ma è possibile?
Oste: (in tono lamentoso) Ahi, ahi! Dottore, sto male!
Dottore: Eh! Via, non vi disperate. Vedrete che con queste gocce vi passerà tutto.
Oste: (piangendo) Signor notaio, chi l’avrebbe mai detto che anche per me sarebbe arrivato il gran giorno?
Notaio: Ma perchè piangete! Il dottore mi ha detto che non siete grave. Vero dottore?
Dottore: Certo… certo… (Poi parla nell’orecchio del notaio) E’ solo … ps… ps… ps…
Notaio: (rivolgendosi all’oste) Avete sentito? Niente di grave. Piuttosto perchè non pensate a regolare i vostri conti con gli uomini e con Dio?
Oste: (disperato) Come?
Notaio: Sì, insomma… cosa fatta capo ha.
Oste: Mi dica un po’, signor notaio, perchè lei che ha sempre tanto da fare, si è scomodato a venirmi a trovare?
Notaio: Son passato dall’osteria e vostra moglie mi ha detto che stavate male. Allora son salito: ecco tutto.
Oste: Ah, è così, vero? Dottore, datemi un bicchiere di vino, perchè malato o no, io mi voglio alzare e dire alla mia donna due parole!
Notaio: e questo che c’entra?
Oste: Che c’entra, eh? Crede che non abbia capito? Mi manda il notaio per farmi credere di essere moribondo. Glielo do il testamento! (Fa per alzarsi, molto arrabbiato)
Dottore: Ma che fate, state sotto!
Oste: Stia tranquillo, dottore. So io come curarmi. Quanto a lei, caro signor notaio, se ha voluto guadagnare qualche soldo con me, ha sbagliato porta. Lei, con me, dovrà sempre pagare se vorrà bere un bicchiere di buon vino! E ora vada pure a dirglielo a mia moglie!

(Il notaio si allontana)

Dottore: ma voi state male… non potete!
Oste: La ringrazio per le sue cure, caro dottore! Ma creda a me, a morire c’è sempre tempo!

(Anche il dottore esce e l’oste resta solo)

Oste: M’hanno fatto prendere una bella paura, quei due! E io che quasi non mi ero accorto dell’inganno. Spacciato, capisci? Io… certo… quella povera donna… lavora tutto il giorno come una bestia e io me ne sto qui a letto a far niente. Ha ragione.
In fondo in fondo, il padrone dell’osteria sono io. Certo!

(Affacciandosi alla porta)
Pietrooo! Attacca la mula. Andiamo a caricare il vino dal fattore.

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dettati ortografici e letture LA FESTA DEL LAVORO – MESTIERI

Dettati ortografici e letture LA FESTA DEL LAVORO – MESTIERI: una raccolta di dettati ortografici e letture di autori vari per la scuola primaria

Importanza del lavoro
Ogni lavoro è importante, sia quello compiuto dalle braccia, sia quello compiuto dalla mente perchè in ogni uomo che lavora c’è sempre una mente che pensa e provvede, c’è sempre una persona che pensa, che fatica per sè, per i propri cari, per il bene dell’umanità.
Ogni luogo in cui vivi, porta l’impronta dell’operosità di chi ti ha preceduto perchè la storia del progresso è la storia del lavoro.
Come tu stesso puoi concludere, vedi allora come è importante il lavoro per la dignità della nostra vita individuale e sociale. Ed è per questo che la Repubblica Italiana è fondata sul lavoro.

Tutti lavorano: nei campi, nelle officine, nei negozi, nelle scuole. Il lavoro è necessario all’uomo. Anche il bambino ha il suo lavoro: egli studia, aiuta la mamma nelle piccole faccende, si rende utile nella casa con lavoretti leggeri.

Il falegname adopera la sega, la pialla, il martello. E con il legno fabbrica le porte, le finestre, i mobili solidi e belli.
Il calzolaio batte la suola. Seduto al suo deschetto, egli taglia il cuoio e fabbrica gli scarponi per gli uomini e le scarpette per i bambini.
C’è un pezzo di stoffa: il sarto potrà trasformarla in un bel vestitino e per questo ha bisogno dell’ago, del filo, delle forbici e della macchina da cucire.
Ecco il muratore che costruisce la casa. Mette  i mattoni uno sull’altro, li tiene insieme con la calcina, e il muro viene su, diritto, solido, forte.
Guardati attorno: quante cose sono fatte di legno! Le porte, le finestre, le travi, i mobili… Il grande albero della foresta si è trasformato in un armadio, in un banco, per il lavoro del falegname.
Di ferro sono le chiavi, le serrature, i cardini su cui girano le porte. Di ferro sono le navi che solcano il mare e il chiodino per attaccare il quadretto.
Non lavorano soltanto i falegnami, i fabbri, i calzolai. Lavora anche chi scrive, chi pensa, chi studia. Lavorano il medico, il professore, l’impiegato. Chi lavora con le braccia, chi col cervello.

Il primo maggio si celebra la festa del lavoro in tutto il mondo. In questo giorno,le macchine cessano di rombare, i forni di ardere, i martelli di battere. L’uomo cessa, in tutto il mondo, la sua attività lavorativa.

Se non ci fosse il lavoro, noi dovremmo vivere ancora come l’uomo delle caverne. E’ per opera del lavoro umano che noi abbiamo le case, i vestiti, i mezzi di trasporto. Supponiamo, per un momento, che nessuno lavori più: dopo qualche tempo le case cadrebbero in rovina, gli uomini sarebbero coperti di stracci la terra non darebbe più che un frutto misero e insufficiente.

In tutto il mondo, il primo maggio, per ventiquattro ore, cessa il frastuono delle macchine, il fischio delle sirene, il ronzio affaccendato degli operai che vanno e tornano dal lavoro. Dopo la brevissima sosta, il lavoro riprenderà il suo ritmo incessante, dalla grande officina e dall’affollato stabilimento, alla modesta botteguccia dell’artigiano del  paese, e all’umilissimo bischetto del ciabattino, che ripara e rattoppa le scarpe. Ogni lavoro ha la sua importanza e la sua nobiltà, purchè venga accuratamente ed onestamente compiuto, non solo nell’interesse del singolo, ma anche a vantaggio dei nostri simili, della collettività. (da S. I. M.)

Anche lo studio è lavoro. Lavoro non è solamente quello che esce dalle mani del muratore, del calzolaio, dell’operaio: lavoro è tutto quanto è frutto dell’opera dell’uomo, tanto della mano quanto della mente. Anche voi, studiando, lavorate: il vostro lavoro è lo studio.  (P. Dazzi

Il lavoro è una veste che nutre voi e me, che edifica le vostre case e prepara i vostri letti, apre le strade, fabbrica i veicoli che le percorrono, stende i fili della corrente elettrica e del telefono; falcia l’erba, miete il grano, dispone i fiori nei giardini, illumina le nostre stanze, stampa i libri, dipinge i quadri, fotografa le nostre persone, scolpisce le statue, costruisce le navi e gli aeroplani; trasforma la creta in fine porcellana. (Gould)

Vi sono delle fabbriche in cui non si può interrompere il lavoro neanche la notte, come non si può interrompere in certe grandi officine meccaniche, nei forni dove si fonde la ghisa, nelle stazioni ferroviarie, nelle tipografie dei grandi giornali e così via. C’è quindi una massa di operai, di artigiani, di ferrovieri, di tipografi, che deve lavorare la notte… Di notte vegliano farmacisti e dottori, a turno, perchè siano pronti i soccorsi sanitari, se qualche malato ne ha bisogno; a turno lavorano, negli ospedali, anche ostretriche ed infermieri. Tutta questa gente compie un dovere sacro di lavoro e di assistenza. Ammiriamoli e siamo loro riconoscenti. (M. Serao)

Il lavoro umano ha mille aspetti e strumenti diversi. Accanto al lavoratore del braccio trovi il lavoratore della mente; quando il contadino si avvia per i campi, il minatore scende nelle viscere della terra; mentre l’operaio suda fra lo strepito delle macchine ed il fabbro batte il ferro sull’incudine, l’architetto disegna progetti di edifici e il chirurgo si curva sul malato disteso sul tavolo operatorio. Anche tu sei un lavoratore perchè con lo studio ti prepari ad essere di aiuto alla società.

Incontri il lavoro dell’uomo dovunque tu posi le mani, qualsiasi oggetto tu adoperi. La casa dove abiti, la strada che percorri, la scuola che frequenti, l’abito che indossi sono frutto del lavoro dell’uomo. Immagina che non ci sia più intorno a te nulla di ciò che ha fatto l’uomo. Vedresti intorno a te la foresta selvaggia, oppure la palude insidiosa, o il deserto solitario. Sentiresti il brivido del freddo, o il bruciore del sole, avresti il terrore delle belve selvagge.

Primo maggio: oggi il mondo è in festa. E’ una festa che affratella tutti gli uomini di tutte le nazioni del mondo e che fa pensare al più bello dei doveri della vita: quello del lavoro. In tutto il mondo oggi gli uomini sono fratelli nella gioia di questa festa,  come erano ieri e come lo saranno domani nella fatica dei muscoli e nello sforzo del pensiero.

Tutti gli uomini lavorano; chi lavora nei campi, chi nelle officine, chi nei negozi, chi negli uffici; chi lavora con il braccio, chi con la mente. Lavorare è necessario. Anche il bambino ha il suo lavoro: studia e si rende utile in casa con qualche servizietto. Il fannullone, invece, che non ha voglia di lavorare, vive del lavoro degli altri. Egli è come la pianta di edera che si aggrappa all’albero e ne succhia la vita per mezzo delle radici che gli affonda nel tronco. Per questo, forse, il grande albero morrà, ma con lui morrà anche la pianta infingarda.

L’elettricista. Arriva, bene accolto, l’elettricista. In cima a una scala, come il ragno che fa la tela, tende fili e fili; ogni tanto un isolatore, qua e là alcune valvole e poi anche qualche presa di corrente… (L. Bartelletti)

I pescatori. Di buon mattino, quando il primo sole rischiara gli scogli e la spiaggia, i pescatori tornano. Se cantano, vuol dire che la pesca è stata fortunata. Se non cantano, vuol dire che il rischioso lavoro di una notte è stato inutile. Le ultime ombre della notte sembrano allora ai poveri pescatori più oscure e cattive. (M. Comassi)

Il calzolaio. Non credo che nessun banco da lavoro sia così affollato e disordinato come un bischetto: nè così piccolo.  Lesine, punteruolo, trincetti, il vasetto della colla, ritagli di pelle, pezzetti di vetro; e fino negli estremi angoli, qualcosa da trovare,  per esempio il sego, nel quale di tanto in tanto si tuffa la frettolosa punta della lesina, per poi bucare meglio il cuoio. (G. Fanciulli)

Muratori. I manovali riempivano i cofani di calcina; infilavano le scale sorreggendosi con la mano di piolo in piolo, recando sull’omero i cofani e le pile di mattoni. I muratori raggiungevano i ponti spingendosi su per le scale; il sole ricominciava a cuocere il loro viso, le braccia, la nuca; grondavano sudore. (V. Pratolini)

Di notte. Mentre ciascuno di noi riposa tranquillamente in un letto che non avrebbe saputo costruire con le proprie mani, i fornai attendono a cuocergli il pane per la mattina dopo, telefonisti, scrittori e tipografi collaborano in vario modo a preparargli il giornale, e la guardia notturna cammina su e giù per impedire l’opera losca dei malandrini, e il pompiere veglia pronto a spegnere il fuoco devastatore, e marinai e ferrovieri guidano nella notte i veicoli che recano le lettere, giornali, derrate e il nutrimento del corpo e la gioia dell’animo.

Gli spazzini. E’ mattina presto in città. Il silenzio è quasi assoluto ma, ad un tratto, ecco comparire dal fondo della strada un grosso furgone tutto chiuso. Si arresta e, rapidi, scendono gli spazzini. Le loro mani, protette da grossi guanti di gomma, afferrano i carrelli e li spingono verso gli ingressi delle case. Inizia il loro lavoro: bidoni pieni che vanno verso il furgone pronto a ingoiare rumorosamente quintali di rifiuti, bidoni vuoti che tornano. Ogni giorno così, con tanta abilità, con tanta dignità.

Pescatori. Le paranze alzano le vele gialle pittorescamente decorate e lasciano il porto. In alto mare i pescatori calano le reti che galleggiano, perchè sostenute dai sugheri. Quando le ritirano sono pesanti. Le issano a bordo con fatica e nella barca, allora, è tutto un guizzare di pesci argentei, azzurrini, rosei. (G. Facco)

Il fabbro. Nell’officina il mantice soffia e palpita con ritmo incessante, come organo di vita. Il carbone arde, alita la fiamma e investe, il ferro rosseggia. Prigioniero di solide tenaglie il rovente metallo geme sull’incudine. Sopra di lui scendono celeri, ripetuti, i colpi del martello. L’abile, insistente picchiar del martello plasma forme nuove, rendendo ubbidiente la dura materia alle esigenze dell’arte. Dall’oscuro, sudato lavoro del fabbro, nascono mirabili opere. I colpi del martello, che risuonano a sera sull’incudine, sono canti di vita operosa, sono canti di vittoria. (A. Magnani)

L’orologiaio. Per le sue mani passano oro, argento, rubini minuscoli, ma non se ne accorge: per lui merita tanti riguardi il pataccone d’acciaio del ferroviere, quanto il microscopico orologino tempestato di brillanti della gran signora. L’importante è cercare il male e guarirlo, come sulla tavola operatoria sono uguali il principe e il povero, così per l’orologiaio meritano la stessa considerazione l’orologio da polso e quello da tasca, quello che scintilla sulla scrivania e quell’altro che alla parete scandisce i secondi col pendolo grave. Orologi di ogni dimensione sono lì davanti a lui e sembrano famiglie patriarcali riunite: il nonno, i genitori e la schiera garrula dei figli e dei nipotini. (D. Provenzal)

Il barbiere. La sua non è una bottega, ma uno “studio”, quasi… Nelle botteghe si compra, si vende, e qualche volta si fabbrica: qui nulla di ciò. Qui vedi giovani vestiti di bianco i quali si affettano a gettare un manto bianco alche sulle spalle dei clienti perchè sia tutto candido: e specchi, tavolette di marmo, acciai lucidi e tersi: nell’aria un vago sentore di profumi e di cipria. D’inverno l’ambiente è caldo, d’estate piacevolmente fresco: sifoni d’acqua olezzante sostituiscono, in piccolo, gli zampillo odorosi dei giardini del Gran Sultano. (D. Provenzal)

Il fornaio. Un delizioso odore di pane appena sfornato si spande per tutta la piazza del paese. Il fornaio ha lavorato varie ore della notte: ha impastato la farina ed ha sorvegliato la macchina impastatrice; ha tagliato dall’impasto grissini, panini, pagnotte, cornetti e li ha messi nel forno osservandone di tanto in tanto la cottura. Al mattino il pane è pronto per chi si reca al lavoro. Passano gli operai e comprano la grossa pagnotta odorosa; passano gli scolari e comperano il panino croccante… E finalmente il fornaio può andare a riposare. (O. Vergani)

Il postino. Con il sole o con la pioggia, chi è che non si ferma mai e va tutto il giorno, paziente, di porta in porta? Va con la neve, va con il fango, non ha paura del freddo, non ha paura del caldo. Pensa quante cose ti porta: la letterina d’auguri dei nonni, il pacchetto con il regalo della zia, le cartoline degli amici. E quante cose ancora ti porterà, con il volgere degli anni. E non ti dirà neanche il suo nome, non chiederà nemmeno che lo ringrazi; e ogni giorno camminerà per te, dall’alba al tramonto, con la sua grande borsa a tracolla, per tutta la vita… ( O. Vergani)

Contadini. Il contadino non si riposa mai, nemmeno quando la neve copre la sua terra. Ma la stagione dei lavori grandi è certamente quella che va da maggio ad ottobre e culmina con la mietitura. Dopo questa fatica il contadino un po’ si riposa, ma il campo chiama il vomere. Le prime nebbie di inizio novembre chiamano ad altri lavori. Il grano è nei sacchi allineati al muro, la dispensa odora di mele cotogne, di sorbe, di pere, di conserve. L’anno ricomincia, c’è nell’aria l’aria di un inizio. Ed è la semina: quella del grano, la più solenne dell’anno. (G. Titta Rosa)

La zappa. Voi non sapete quanto sia bella una zappa.Non potete sapere, voi cittadini di città, quanto può essere bella una zappa! Una semplice zappa di campagna, una vera zappa nelle due mani del contadino, una reale zappa appoggiata ai sassi del muro, accanto all’uscio del contadino. Un pezzo di legno infilato in un pezzo di ferro: un povero pezzo di legno, una semplice stanga di legno forte: un pezzo di legno appena squadrato dal filo dell’accetta, e non pulito, non verniciato, non lustrato: le due mani dello zappatore, ingrossate, indurite, gli daranno giorno per giorno la lucentezza dell’antico; un povero pezzo di ferro, un piccolo pezzo di metallo nero che il fabbro fece rosso nel fuoco, e che il contadino fa splendere al sole come l’argento. (G. Papini)

I pompieri. A un tratto si sente lo strido lugubre, tenace, prima fioco, poi più forte, e finalmente come palle di cannone, piombano sul luogo e si arrestano di scatto le automobili dei pompieri. Senza guardare in faccia nessuno, i pompieri balzavano a terra srotolando di corsa i tubi delle pompe, aprono le prese d’acqua, avvitano le pompe, le stendono sul selciato. Ecco, l’acqua gorgoglia nei tubi che si gonfiano, si snodano, si induriscono e, in meno che non si dica… quattro o cinque getti violenti entrano in pieno nelle finestre. (A. Campanile)

Un’operaia. Un’operaia, in una fabbrica di terraglie, sta davanti ad una macchina che svolge un nastro corrente largo due palmi, perchè il piatto è appena stampato in una polvere che soltanto il colpo vigoroso dello stampaggio riesce a tenere insieme. La mano della donna prende uno dopo l’altro questi piatti e li depone in una catasta che andrà al forno. Basterebbe un movimento un poco meno delicato per sbriciolare la polvere friabile in cui è stampato l’oggetto. Non c’è una macchina al mondo che possa fare questa operazione. Dalla mano di questa donna dipende, in definitiva, il rendimento della fabbrica. (C. Alvaro)

Il magnano. Intanto il magnano ha piantato in piazza la sua officina. Ha fatto in terra una fossetta, e nella fossetta accende un po’ di carbone; ha appeso a un treppiede il suo manticino, e con una funicella lo muove; strige tra le ginocchia una piccola incudine, ci picchia sopra con il mazzuolo. Chi aveva una secchia bucata, una pentola ammaccata, una brocca sconquassata, è andato a scovarla nella polvere dei ripostigli. Le comari vengono in processione, armate di casseruole rugginose e di padelle senza fondo, ed egli attentamente le gira e le rigira, le guarda contro luce, ne saggia il suono con le nocche, e infine, rassegnato, le lascia cadere nel mucchio. (U. Fracchia)

Da un bioccolo di lana l’uomo, col suo lavoro, fabbrica un morbido e caldo tessuto; con un bozzolo fa la lucida stoffa di seta; per opera dell’uomo il tronco di un albero viene trasformato in una tavola, in una sedia; una pianta di lino in una bella e candida tela; un pezzo di minerale in una chiave, in una forchetta.

Il vigile. Veste proprio come tutti gli altri “ghisa”. Si chiama Clementina Guarneri ed è la prima donna-vigile di Milano. Le piacciono le automobili, il traffico e… il suo lavoro. Non crede che ci siano lavori adatti solo a uomini e lavori adatti solo a donne, ma pensa che ogni persona debba scegliersi il mestiere che più le piace. Spesso un passante si ferma per chiederle un’informazione: dove si trova una certa via, quale tram si può prendere per raggiungere il tal posto, se c’è nelle vicinanze una farmacia. Ora dal margine della strada osserva scorrere il traffico, automobilisti e pedoni sono più disciplinati quando vedono un vigile. Deve essere sempre pronta ad intervenire in caso di necessità: il passaggio di un’ambulanza, un ingorgo stradale, un incidente, il guasto di un semaforo. “Avanti, avanti!”, “Alt! Adesso tocca a voi!”, dice coi i movimenti delle braccia e delle mani quando si pone in mezzo ad un incrocio.  (S. Ceruti)

I lavori di un tempo. Il mestiere del contadino, del muratore, del fabbro, del falegname è uno dei quattro più antichi. Il contadino rompe la zolla e ne cava il pane; il muratore squadra la pietra ed innalza la casa: la casa del povero, la casa del re, la casa degli scolari; il fabbro arroventa e torce il ferro per dar la spada al soldato, il vomere al contadino, il martello al falegname; il falegname sega e inchioda il legno per costruire la porta che protegge la casa dei ladri e per fabbricare il letto sul quale dormono innocenti e ladri. Queste semplici cose ordinarie, comuni, usuali che non le vediamo più, che passano ormai disavvedute sotto i nostri occhi avvezzi a più complicate meraviglie, sono le più semplici creazioni dell’uomo, ma più miracolose e necessarie di tutte le altre inventate dopo. (G. Papini)

Mietitori. Il sole diede il suo oro alla campagna e nelle spighe è già pronto il frumento. Calano da ogni parte a brigate i mietitori, e nelle sere odorose di gigli s’odono canzoni di tutti i paesi. Brillano le falci e la fronte dell’uomo si bagna di sudore. Nelle ore di afa, che tutte le cose s’assannano e l’aria è come un mare di fuoco, le cicali stridono e le stoppie saltando in aria scoppiettano. Gli alveari, poichè le api succhiano instancabili tutta la primavera, colano di miele, e nelle celluzze i nuovi nati s’impinzano, molli come cera. Il tempo del pane nuovo è venuto. (F. Lanza)

La mietitrice. Ho fatto la conoscenza di una macchina straordinaria, che miete il frumento, lo raccoglie in manipoli, lega a uno a uno questi manipoli con un giro di corda, e a uno a uno li scaglia fuori, là dove il campo è già spoglio. Le andate e i ritorni restringono sempre più il campo da mietere, finchè neppure una spiga resta più sul proprio gambo ed il campo è nudo. E gli uomini? Uno siede alla guida, un altro sta in piedi sul carrello, attento al lavoro della macchina; e un terzo, in disparte, raccoglie i manipoli, li raggruppa e forma i covoni. (D. Valeri)

La trebbiatrice. Il macchinista ha fatto presto ad avviare il motore , la cinghia è stata subito innestata; sotto alla trebbiatrice han disteso un panno a raccogliere quel poco che la macchina avrebbe lasciato perdere dagli ingranaggi; e l’uomo è subito montato su. Il contadino porge un covone dopo l’altro, con un falcetto un altro taglia il legaccio, e il primo infila un covone per un capo, nella bocca della tramoggia. Solo il macchinista se ne sta inoperoso, una gamba appoggiata al suo motore. (G. Titta Rosa)

Il pompiere. Durante un incendio ogni vigile del fuoco ha il suo compito. Alcuni attaccano i tubi alle prese dell’acqua e all’autocisterna. Altri dirigono i getti d’acqua verso il fuoco. Altri, con un telone, raccolgono coloro che si lanciano dai piani superiori degli edifici per sfuggire alla furia delle fiamme. Altri ancora traggono in salvo le persone in pericolo. (da I quindici)

Il barbiere. Dicono che sia un po’ adulatore. Infatti, a un giovinetto che abbia una peluria quasi invisibile sul viso egli domanda: “Barba?”, mentre a un vecchio che ha forse quattro o cinque peli sul cranio deserto, egli chiede ossequioso: “Capelli?”. (D. Provenzal)

Disoccupato. Non tutti hanno la fortuna di possedere un lavoro. Molte persone, pur avendo la buona volontà di lavorare, non ne trovano oppure non ce l’hanno più perchè la loro fabbrica è stata chiusa, o a causa di infortuni che non permettono più una vita attiva. Il lavoro è un bene prezioso, che va rispettato.

Nella costruzione di una casa lavora il muratore ma, prima di lui ha lavorato l’ingegnere che ha fatto il progetto, l’architetto che lo ha studiato nei minimi particolari; per fare i mobili lavora il falegname, ma prima di lui ha lavorato colui che li ha disegnati; lavora il contadino per far fruttare la terra, ma prima di lui hanno lavorato coloro che hanno studiato la composizione della terra, dei concimi, i fenomeni metereologici ed è seguendo le regole che essi ne hanno tratto, che il contadino può ricavare il massimo prodotto dal terreno.

Se è lavoro quello dell’artigiano, è lavoro non meno nobile e in alcuni casi infinitamente più gravoso, quello dello scienziato che studia le malattie, quello dell’astronomo che passa le sue notti a consultare il giro delle stelle; è lavoro quello dello scrittore che compone i suoi racconti, quello del medico che cura l’ammalato; quello dell’insegnante che cerca di educare e istruire i bambini. E’ lavoro quello dello scolaretto che studia per diventare un uomo utile ai suoi simili, quello della casalinga è lavoro.

Il valore del lavoro non è dato dalla sua specialità, ma dal modo come viene eseguito. Un professore che scrive un libro sopra un argomento difficile, ma che fa il suo lavoro senza esattezza nè precisione, fa un lavoro inutile. L’importante non è eseguire un dato lavoro, ma eseguirlo il più perfettamente possibile. Tutti i lavori sono necessari. Tutti sono belli, nobili, degni di lode. Non c’è un lavoro che possa aver la supremazia su un altro lavoro, ma è degno di lode qualsiasi lavoro purchè sia eseguito bene.

Anche gli animali lavorano. Non solo gli animali domestici, ma anche gli animali liberi, come gli uccellini, ad esempio. Nonostante l’apparenza spensierata, la loro vita è tutto un lavoro: lavorano per cercare il materiale e poi per costruirsi il nido, lavorano per allevare la prole, lavorano per procurare il cibo a sè e ai piccoli.
Guardiamo gli insetti. Non fanno che girare tutto il giorno, da un fiore all’altro, e oltre a fare un lavoro indiretto, utile all’uomo, qual è quello dell’impollinazione, fanno un lavoro per se stessi, in quanto si procurano il cibo e cercano il luogo più adatto per deporre le uova. Talvolta usano accorgimenti straordinari: forano la corteccia degli alberi, perforano semi, e tutto questo in un lavoro sagace, continuo.
Guardiamo le api, i lavoratori per eccellenza che, per fabbricare una certa quantità di miele e di cera, devono visitare migliaia di fiori, che costruiscono una casetta perfetta, che allevano i piccoli come amorose nutrici, che combattono per difendere l’alveare dagli intrusi.
Guardiamo le formiche, da sempre esempio di laboriosità e prudenza.
Guardiamo  le vespe che costruiscono il nido trasformando il legno in solido cartone e che, forse, hanno insegnato all’uomo la maniera di fabbricare la carta.
Anche l’animale selvatico lavora: lavora per procurarsi il cibo, per scavarsi la tana, giungendo, come nel caso del castoro, a dare esempio all’uomo di edilizia e ingegneria.
Persino il ragno, dette forse all’uomo la prima idea per filare e tessere, senza parlare del filugello il cui filo ci dà addirittura la seta.

I mestieri necessari per costruire la casa 
Il muratore spegne la calce viva con l’acqua e la mescola con la sabbia: con questo materiale, che si chiama malta, unisce i mattoni che dispone uno sopra l’altro per fare il muro. Per fare questo lavoro adopera la pala, la cazzuola, la secchia, lo sparviero, il filo di piombo. I muratori lavorano anche in alto, sulle impalcature. Questo è perciò anche un mestiere pericoloso. Dobbiamo considerare con simpatia questi lavoratori che, nel lavoro, rischiano anche la vita. Alla costruzione della casa, col muratore lavorano l’elettricista e l’idraulico, e il piastrellista. Quando la casa è finita per quel che riguarda i muri e i pavimenti, c’è da pensare agli infissi: porte e finestre. Li fabbricherà il falegname, con la collaborazione del vetraio, e dopo sarà sempre lui a costruire anche i mobili per arredare la casa. A volte il falegname partecipa anche alla costruzione vera a propria della casa, perchè le travi che sostengono il tetto sono di legno. Gli strumenti del falegname sono la sega circolare, la pialla e altri tipi di sega, il martello, la morsa, il tornio. La casa è ormai fornita di porte e di finestre; sono pronti anche i mobili, manca però l’opera di un altro operaio, il fabbro, che dovrà fabbricare le serrature, i cardini, le chiavi. Il fabbro batte con il maglio sull’incudine. Prima mette una sbarra di ferro sul fuoco fino a renderla incandescente. Il fuoco arde nella fucina, dove viene alimentato  dal mantice; il ferro, sulla fiamma, diventa rosso e malleabile. Il fabbro, col suo martello, riesce a dargli la forma che vuole. Altri strumenti che adopera per il suo lavoro sono la morsa, le tenaglie e le pinze.

Pendolari. “Noi pendolari, in fondo, siamo dei senza famiglia. Adesso, se permette, mi rimetto a dormire. Tanto il ritardo è assicurato: a Rogoredo si blocca tutto un’altra volta…”. L’operaio si tira sulla faccia la tenda, pesante, impolverata, che copre il finestrino, allunga le gambe come può e rimane immobile. Scene come questa sono di tutti i giorni, di tutte le albe sugli accelerati. Una vita da forzati. I pendolari dell’alba, dei primi accelerati, sono tra quelli che salgono ed hanno appena il tempo di lasciarsi cadere sul sedile, tirare la tendina e ricominciare a dormire (se il troppo caldo o il troppo freddo, d’inverno, lo consentono). Nei convogli successivi, quelli delle sette e mezzo, trovare un posto a sedere, specie nelle stazioni intermedie, è come vincere un terno. Bisogna rassegnarsi a stare in piedi, pigiati,  tra gli spifferi, la gente che passa e ripassa, con l’occhio all’orologio, pronte a scendere di volata e a saltare sul primo tram. Di sera la stessa trafila, faticosa, interminabile. Aspettare, aspettare, rassegnarsi a non vedere i figli, a non scambiare due chiacchiere con loro, con la moglie, con gli amici, mandar giù un boccone di cena e trascinarsi a letto. (V. Emiliani – “Il giorno” del 6 ottobre 1972)

L’architetto urbanista. L’architetto urbanista si occupa della sistemazione organica di nuovi quartieri, della distribuzione logica di scuole, mercati, del verde pubblico e dei campi da gioco. Agli urbanisti è anche affidato l’incarico di stabilire gli itinerari e i sensi obbligati della circolazione automobilistica della nostra città dal traffico sempre più congestionato. L’urbanista non lavora quasi mai solo, ma all’interno di un gruppo di lavoro. (M.P. Lanieno)

Tutti lavorano. Non lavora soltanto chi esercita la forza delle braccia, chi suda sul martello, sulla vanga, sulla zappa. Lavora anche chi scrive, chi studia, chi pensa. Lavora il medico che cura l’ammalato, il maestro che arricchisce la mente dei ragazzi, lo scienziato che scopre nuove leggi e nuovi ritrovati per la felicità e il benessere degli uomini.

Nessun lavoro è umile. Nessuno deve vergognarsi del suo lavoro anche se è modesto. Tutti i lavori sono belli, nobili se eseguiti con diligenza e buona volontà. Ogni lavoro ha la sua importanza purchè sia eseguito bene.

Il lavoro. Quando rovinate e rompete le vostre cose, pensate a tutto il lavoro che è stato necessario per fabbricarle. E pensate che voi, per pigrizia o trascuratezza, in un momento avete distrutto il lavoro di tanti giorni, di tanti uomini.

Tutti lavorano. Tutti lavorano: il contadino e l’artista, il fabbro e il letterato, il muratore e lo scienziato. Ciascuno secondo le proprie inclinazioni, ciascuno secondo le proprie forze. Soltanto gli oziosi non lavorano perchè preferiscono sfruttare il lavoro altrui. (Bitelli)

Anche gli animali lavorano. L’ape visita un fiore dopo l’altro per portare la sua provvista all’alveare; la formica corre corre tutto il giorno per riempire i suoi magazzini; il cavallo tira il carro con pazienza; gli uccellini si affaticano per fabbricare il nido prima, e per dar da mangiare ai piccini, poi. Spesso gli animali sono d’esempio all’uomo.

Nessun lavoro è vile. Meglio un buon ciabattino che un cattivo dottore. Chi si vergogna del suo mestiere, o del mestiere di suo padre, non sa quello che fa. Bisogna vergognarsi di eseguire male un lavoro, ma quando un lavoro è portato bene a termine, chi lo ha eseguito è un uomo che ha diritto alla gratitudine e al rispetto di tutti (Dazzi)

Il lavoro. Anche lo studio è lavoro. Lavoro non è soltanto quello che esce dalle mani del muratore, del fabbro, del calzolaio; il lavoro è frutto dell’opera della mano come della mente. Il marinaio che attraversa gli oceani, il magistrato che giudica, il medico che cura i malati, il maestro che insegna, lo scrittore che scrive libri, lavorano tutti.

La festa del lavoro. Coloro che in tutto il mondo vivono di lavoro, impiegati, operai, contadini, sospendono oggi la loro dura fatica per riunirsi fraternamente, per ricordare che deve essere organizzato un mondo in cui tutti gli uomini possano godere i beni della terra. (N. Tramontano)

Il portalettere

Arriva il postino con la sua borsa gonfia di lettere, di cartoline, di giornali. Porta le notizie dei figli lontani ai genitori che le aspettano; porta le letterine dei nipoti ai nonni e agli zii; porta i saluti degli amici; porta le importanti lettere di affari. Qualche volta deve anche portare lettere che recano dispiacere. Le lettere sono chiuse e il postino non sa se porta gioia o pena. Ci sono anche giornali e belle riviste illustrate nella borsa del postino, ma egli non può distrarsi, egli deve sempre andare. Non sarà mai stanco di camminare il postino?

La festa del lavoro

Il primo maggio, in ogni città e in ogni paese del mondo si celebra la festa del lavoro. Il lavoro genera il progresso, affratella i popoli, rende più comoda e più facile la vita dell’uomo.
Quando l’uomo comparve nel mondo, non era molto diverso dagli animali: viveva nelle caverne, coperto di ispide pelli, correva per le foreste in cerca di cibo, non aveva armi per difendersi, non conosceva il fuoco, tremava di terrore quando udiva scoppiare il tuono fra le nubi, e si nutriva di carni crude e di frutta selvatica.
Ebbene, l’uomo, così debole, vinse il leone e la tigre,conquistò il fuoco, trasse dalle viscere della terra i metalli, si fabbricò le armi, costruì le case e le città, addomesticò gli animali e li piegò al suo volere; tracciò le strade, navigò sui mari…
E tutte queste meraviglie le compì col lavoro, grazie a quella volontà che lo spinse a non essere mai pago, a fare sempre, a cercare, studiare, sperimentare, senza scoraggiarsi di fronte alle difficoltà, ai pericoli, alle sofferenze.

Dettati ortografici e letture LA FESTA DEL LAVORO – MESTIERI. Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. 

poesie e filastrocche sui MESTIERI – Festa del lavoro

Poesie e filastrocche sui mestieri – una raccolta di poesie e filastrocche sul lavoro dell’uomo e i mestieri, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Il treno degli emigranti
Non è grossa, non è pesante
la valigia dell’emigrante…
C’è un po’ di terra del mio villaggio,
per non restar solo in viaggio…
un vestito, un pane, un frutto
e questo è tutto.
Ma il cuore no, non l’ho portato:
nella valigia non c’è entrato.
Troppa pena aveva a partire,
oltre il mare non vuole venire.
Lui resta, fedele come un cane,
nella terra che non mi dà pane:
un piccolo campo, proprio lassù…
Ma il treno corre: non si vede più.
Gianni Rodari

I colori dei mestieri
Io so i colori dei mestieri:
sono bianchi i panettieri,
s’alzan prima degli uccelli
e han farina nei capelli;
sono neri gli spazzacamini,
di sette colori son gli imbianchini;
gli operai dell’officina
hanno una bella tuta azzurrina,
hanno le mani sporche di grasso:
i fannulloni vanno a spasso,
non si sporcano nemmeno un dito,
ma il loro mestiere non è pulito.
Gianni Rodari

Gli odori dei mestieri
Io so gli odori dei mestieri:
di noce moscata sanno i droghieri,
sa d’olio la tuta dell’operaio,
di farina sa il fornaio,
sanno di terra i contadini,
di vernice gli imbianchini,
sul camice bianco del dottore
di medicina c’è un buon odore.
I fannulloni, strano però,
non sanno di nulla e puzzano un po’.
Gianni Rodari

Capelli bianchi
Quanti capelli bianchi
ha il vecchio muratore?
Uno per ogni casa
bagnata dal suo sudore.
Ed il vecchio maestro
quanti capelli ha bianchi?
Uno per ogni scolaro
cresciuto nei suoi banchi.
Quanti capelli bianchi
stanno in testa al nonnino?
Uno per ogni fiaba
che incanta il nipotino.
Gianni Rodari

L’omino della gru
Filastrocca di sotto in su
per l’omino della gru.
Sotto terra va il minatore,
dov’è buio a tutte l’ore;
lo spazzino va nel tombino,
sulla terra sta il contadino,
in cima ai pali l’elettricista
gode già una bella vista,
il muratore va sui tetti
e vede tutti piccoletti…
ma più in alto, lassù lassù
c’è l’omino della gru:
cielo a sinistra, cielo a destra,
e non gli gira mai la testa.
Gianni Rodari

Il giornalista
O giornalista inviato speciale
quali notizie porti al giornale?
Sono stato in America, in Cina,
in Scozia, Svezia ed Argentina,
tra i Sovietici e tra i Polacchi,
Francesi, Tedeschi, Sloveni, Slovacchi,
ho parlato con gli Eschimesi,
con gli Ottentotti, coi Siamesi,
vengo dal Cile, dall’India e dal Congo,
dalla tribù dei Bongo-Bongo…
e sai che porto? Una sola notizia!
Sarò licenziato per pigrizia.
Però il fatto è sensazionale,
merita un titolo cubitale:
tutti i popoli della terra
han dichiarato guerra alla guerra.
(G. Rodari)

Nel giardino
Nel bel giardino, sotto il sole d’oro,
un ragno tesse la sua tela fina
fra stelo e stelo; alla sua casettina
porta un chicco di grano la formica.
Un’ape succhia il nettare di un fiore
e, con voli felici, il suo nidietto,
fa un passero canoro sotto il tetto.
Una gallina insegna ai suoi pulcini
come si becca… Ognuno ha il suo lavoro
nel bel giardino, sotto il sole d’oro.
C. Bettelloni

Lavoro
Sono un bambino e vivo in città
ma il lavoro lo conosco in verità:
mi lucido le scarpe ed al mattin
sorveglio il latte e studio la lezione;
e, dopo desinar, gioco un pochino
poi faccio spesa, e sono proprio buone
le frutta quando io le ho comperate
chè, a voi lo dico in tutta confidenza,
con molta cura le ho scelte ed assaggiate;
prima di sera scrivo con pazienza
il compito, e ripasso la lettura,
giocattoli ripongo e poi preparo
i libri nella borsa con gran cura.
Ditelo, via; “E’ un bimbo proprio raro!”
T. Belforti

L’alba
Tutta dolce, tutta bianca
l’alba sale il cielo azzurro…
corre un fremito, un sussurro
sulla terra non più stanca;
ogni fiore si ridesta,
gli uccellini fanno festa…
sorge a un tratto il sole d’oro:
bimbi ed uomini, al lavoro!
E. Bossi

Il fannullone
Oh! Che piacere – mangiare e bere
andare a spasso – e fare chiasso,
senza lavori – senza sudori
senza doveri – senza pensieri!
passare il giorno – … ma sbadigliando!
In conclusione
del fannullone,
qual è la gioia?
Morir di noia.
L. Schwarz

La fucina
Il mantice rifiata a più non posso
nella fucina e la fiammella balla,
sul mucchierello del carbone rosso,
con ali azzurre come una farfalla.
N. Vernieri

La scelta del mestiere
-Ho da scegliermi un mestiere-
pensa Piero tutto il giorno.
-Se facessi il panettiere?
Oh, ma scotta troppo il forno!…
Se facessi il muratore?
Ma il mestiere è tanto duro!
Forse forse il minatore…
Ma sta sempre giù all’oscuro!
Potrei fare l’imbianchino!
E se piglio il torcicollo?
Mi farò spazzacamino!
E se il tetto mi dà un crollo?
Ho da fare il macellaio?
No, del sangue ho un grande orrore!
E se andassi marinaio?
Ma del mare ho un gran terrore!
Così Piero tutto il giorno
per cercar la professione,
se ne va girando attorno
sfaccendato e bighellone.
Cerca cerca, il tempo passa
nulla impara e nulla sa
e se ora in ozio ingrassa,
come mai la finirà?
L. Schwarz

I bravi omettini
I due bravi omettini
han lasciato i balocchi.
Quattro manine d’oro
quattro lesti piedini
due vispe paia d’occhi
si son messi al lavoro.
Perchè ognuno è felice
perchè il lavoro è un gioco
la fatica allegria
quando la mamma dice:
-Aiutatemi un poco,
bravi bambini, via._
C. Del Soldato

Sveglia
Chicchirichì fa il galletto,
cì cì cì fa l’uccelletto,
din don dan fa la campana
sia vicina, sia lontana,
annunciandoci il ritorno
del radioso nuovo giorno.
Si alzan tutti a questo coro
e si avviano al lavoro;
si alza presto il contadino:
va nei campi dal mattino.
Si alza presto l’operaio:
la fatica lo fa gaio.
Si alza pure dal lettino
e va a scuola ogni bambino.
Resta solo nella culla
il piccin che non fa nulla.
L. Scardaccione

Girotondo del fannullone
Il lunedì, ch’è il dì dopo la festa,
o Dio, che ho il mal di testa,
non posso lavorar!
Il martedì mi siedo sulla soglia
ad aspettar la voglia
che avrò di lavorar.
Il mercoledì preparo i miei strumenti,
ma, ahimè, c’è il mal di denti,
non posso lavorar.
Il giovedì, che da così bel tempo,
davvero non mi sento
di andare a lavorar.
Il venerdì, ch’è il dì della passione
mi metto in devozione,
non posso lavorar.
Sabato sì ch’è proprio il giorno buono;
ma per un giorno solo
che vale lavorar?
D. Valeri

Anch’io lavoro
La formica innanzi giorno
va pei campi, va per l’aie
cerca, cerca d’ogni intorno,
fino a sera cercherà.
Ed il ragno, che si cela
fra le siepi e in mezzo ai rami,
cominciata ha la sua tela,
fino a sera tesserà.
E la rondine al mio tetto
fabbricando va il suo nico;
fino a sera durerà
nel lavor quell’uccelletto.
O formica, o rondinella,
lavorate, lavorate!
Anche questa bambinella
come voi lavorerà.
S. Dazzi

Il lavoro
Lavoro è zappare la terra,
battere il martello nella buia bottega,
guidare i treni veloci,
partire e tornare pei cieli;
lavoro è pulire le strade,
cuocere il pane,
curare chi soffre.
Ecco, ogni azione compiuta
per il bene di tutti è lavoro.
A. Ferrari

Il grillo vagabondo
Sono un grillo pellegrino.
pazzerello e canterino:
vivo libero e giocondo
saltellando per il mondo.
Salto sempre allegramente,
passo a volo ogni torrente,
salto un fosso, un campo, un muro
per cercar grano maturo.
Se non trovo la semente
salto i pasti indifferente,
salto anche il venerdì
un po’ pazzo sono sì.
Non mi piace lavorare
preferisco saltellare;
potrei fare il ballerino,
ma viaggiare è il mio destino;
mi diverte esser cantante,
ma per me, da dilettante.
Canto e salto tutto il giorno
ed a casa mai ritorno:
sono un grillo giramondo,
un eterno vagabondo.
Così vivere mi va,
per goder la libertà.
M. Argilli

L’omino dei gelati
Nel parco pubblico della città
è ricomparso alla fine di maggio
un simpatico e strano personaggio…
(Un uomo o un mago?
Nessuno lo sa!)
In giacca bianca e bottoni dorati
– tondo, rubizzo, giocondo all’aspetto –
spinge pian piano un grazioso carretto
su cui c’è scritto in azzurro “Gelati”.
Quel carrettino! Che grandi sospiri
quando nel parco compie i suoi giri!
I bimbi sognano di poter dire:
“Mi dia un gelato da mille lire!”.
Da quale strana terra incantata
è qui venuto quel caro omino
con le delizie del suo carrettino
fatte di crema e di panna montata?
Forse le fate della montagna
gli dan la neve pei suoi sorbetti:
forse nel regno della cuccagna
a lui, di notte, mille folletti
portan le essenze più dolci e strane
di miele, fragole, menta e banane.
Forse… (bambini sentite me)
del parco pubblico quell’uomo è il re!
Quando si chiudono tutti i cancelli
e buoni dormono bimbi ed uccelli,
sotto un gran platano il nostro ometto
si siede in trono sul suo carretto.
Il venditore di palloncini
a lui s’inchina con riverenza,
gli rende omaggio la diligenza
frenando il trotto dei suoi ciuchini.
E intanto ammiccano, là fra le rose,
le lucciolette lievi e curiose…
Ma chi può dirlo? Nessuno sa
chi sia davvero quel personaggio
ch’è ricomparso alla fine di maggio
nel parco pubblico della città.
V. Ruocco

La vocazione del perdigiorno
Vediamo un po’:
che mestiere farò?
Il meccanico no,
perchè ci si insudicia tutti
e così neri e brutti
e con la faccia scura
si fa brutta figura.
Vediamo un po’:
che mestiere farò?
Il falegname no,
perchè quando seghi di lena
ti fa male la schiena,
e quando pialli
ti vengono i calli.
Vediamo un po’:
che mestiere farò?
Il contadino no
perchè nella terra che è soda
la vanga s’inchioda,
e per bene zappare
bisogna faticare.
Vediamo un po’:
che mestiere farò?
Io proprio non lo so,
il sarto
lo scarto,
il cuoco
può scottarsi col fuoco,
il muratore
può sciogliersi in sudore,
il calzolaio poi non mi va giù
per quel puzzo di cuoio e caucciù,
e piuttosto di fare il parrucchiere
faccio un altro mestiere.
Ecco proprio non so
che mestiere farò.
Che non ci sia davvero
un mestiere leggero
in cui si possa stare
in pace a riposare?
A. Novi

La piccola massaia
Perchè mamma ha da finire
di stirare e di cucire,
dopo il pranzo la bambina
rigoverna la cucina.
Toglie l’acqua dal fornello,
mette i piatti nel mastello.
Poi asciuga le posate
chè non restino macchiate.
Ora mira quel che ha fatto
con il cuore soddisfatto.
Prende il libro e si dispone
a imparare la lezione.
R. Pezzani

Chi lavorò per la casetta?
Vien per primo il muratore:
calce e pietre egli ha portato.
Con che cosa ha lavorato?
Viene avanti un falegname
travi e porte, anche scalini
e finestre ha preparato.
Con che cosa ha lavorato?
Viene il fabbro: chiavistelli,
serrature e infin cancelli
mise a posto e preparò.
Con che cosa lavorò?
Non scordiamo l’imbianchino
e nemmen l’elettricista
e l’idraulico e il giardiniere:
tutti han fatto il loro dovere.
Ed infine dal mattino
la mamma cara e buona
rende linda ognor e gaia
la casetta, che risuona
di tua vita, o mio piccino.
T. Belforti

La macchina per cucire
La macchina cuce ronzando
via, rapida, sempre di più.
La stoffa si ammucchia frusciando,
su e giù vola l’ago, su e giù.
Che bella impuntura perfetta!
Han fatto un grembiule in un’ora:
la macchina allegra che ha fretta
la mamma che canta e lavora.
A. Lugli

La mietitrice
La mietitrice,
in mezzo al biondo grano,
canta e miete
con l’agile mano.
Miete e canta:
“O spighe tutte d’oro,
frutto di terra,
frutto di lavoro!”
Canta e miete:
“O morbidi covoni,
che date i pani
saporiti e buoni
a tutti i bimbi
ricchi e poveretti.
turgidi chicchi
siate benedetti!”
La mietitrice,
in mezzo al grano biondo
mietendo canta:
“Com’è bello il mondo!”

Piccolo pescatore
Lietamente batte l’onda
sulla sponda…
dallo scoglio un bimbo tende
l’amo e attende…
Fanno i pesci: “Oh lo sappiamo!
Quello è un amo”.
Ed al largo van nuotando,
canzonando.
Ma di luce è il cielo, e pare
cielo il mare.
Tutto lieto il bimbo pesca
l’acqua fresca.
L. Schwarz

Filastrocca dei mestieri
C’è chi semina la terra,
c’è chi impara a far la guerra,
chi ripara le auto guaste
e chi sforna gnocchi e paste.
C’è chi vende l’acqua e il vino,
chi ripara il lavandino,
c’è chi pesca nel torrente
e magari prende niente.
C’è chi guida il treno diretto
e chi a casa rifà il letto,
chi nel circo fa capriole
e chi insegna nelle scuole.
C’è chi recita, chi balla
e chi scopa nella stalla.
Così varia è questa vita
che la storia è mai finita.
Gianni Rodari

Per essere contenti
Diceva un’ape: “Ohimè che gran fatica
correr sempre su e giù di fiore in fiore;
d’ogni corolla sugger l’umore!
Di me ben più felice è la formica!…”
Diceva la formica: “Oh, che dannata
vita girare in cerca di alimenti
faticar sempre, vivere di stenti!…
L’ape, certo, è di me più fortunata…”
Da un ramo un uccellino che le udì,
modulò il canto e disse lor così:
“Sorelle, ognuno il suo destino porta
e l’invidia davver non ci conforta.
Un mezzo c’è per vivere contenti:
fare il proprio dover senza lamenti!”
G. Fabiani

Il vigile urbano
Chi è più forte del vigile urbano?
Ferma i tram con una mano,
con un dito, calmo e sereno,
tiene indietro un autotreno;
cento motori scalpitanti
li mette a cuccia alzando i guanti.
Sempre in croce in mezzo al baccano;
chi è più paziente del vigile urbano?
Gianni Rodari

Il mio vigile
Ad un angolo della città
il mio vigile fermo sta
impeccabile ed attento
a sorvegliare il movimento.
I veicoli che vanno
a un suo cenno fermi stanno
e anche i grossi torpedoni
fan la sosta buoni buoni.
E’ assai alto di statura
però a me non fa paura.
Quando gli passo sotto il viso
mi fa perfino un sorriso.
Mamma Serena (I libri del come e del perchè)

L’arrotino
O quell’ometto, con quel carretto,
che giri la ruota in quel vicoletto,
che giri la ruota tutto il dì:
pedali, pedali e sei sempre lì!
Gianni Rodari

Disoccupato
Dove sen va così di buon mattino
quell’uomo al quale m’assomiglio un poco?
Ha gli occhi volti all’interno, la faccia
sì dura e stanca.
Forse cantò coi soldati di un’altra
guerra, che fu la nostra guerra. Zitto
egli sen va, poggiato al suo bastone
e al suo destino,
tra gente che si pigia
in lunghe file alle botteghe vuote.
E suona la cornetta all’aria grigia
dello spazzino.
Umberto Saba

Cose utili
L’incudine e il martello
la lima e lo scalpello,
la pialla e il pialletto,
la lesina e il trincetto,
le forbici e il ditale,
e l’ago e l’agoraio,
la penna e il calamaio,
son per l’uomo cose d’oro
perchè servono al lavoro.
F. Dall’Ongaro

I mestieri
Il falegname dice:
“Io lavoro felice
il pioppo e la betulla.
Fo la madia agli sposi,
al bambino la culla
perchè sogni e riposi”.
Arriva l’arrotino
e si ferma ai cancelli
e chiama il contadino
che gli porta i coltelli,
le forbici, le scuri.
Tutti quei ferri oscuri,
invecchiati nei campi,
ora mandano lampi.
Il contadino dice
al bove che l’aiuta
e faticando tace:
“La stagione è venuta;
dobbiamo arar la terra”…
Com’è bella la pace!
Com’è brutta la guerra!
R. Pezzani

Il lavoro
I piccoli animali
fanno tutti un mestiere:
fanno il fabbro e l’artiere,
son sarti e manovali.
Il ragno tessitore
rifabbrica la tela,
che somiglia a una vela
su un mare di splendore.
La rana che si liscia
all’orlo del fossato
sta in guardia dall’agguato
che le tende la biscia.
Lo scarabeo al cantiere
rotola una pallina:
così come cammina
somiglia a un carrettiere.
E, se senti un scricchio,
e un passo nel fogliame:
se senti un falegname
che batte e pialla, è il picchio.
C’è tutto un gran fervore
c’è tutto un gran da fare:
perchè chi vuol mangiare
bisogna che lavori.
G. Porto

Il ferro
Come canta, stamattina,
il martello tuo, fuciina.
Il sagrato ne è percosso,
anche il cielo si fa rosso.
Con la cresta di corallo
l’accompagna, adesso, il gallo;
e anche il bue manda un muggito,
che da poco poco è uscito,
e il bifolco l’aia spazza
e si leva la ragazza.
S’è svegliata, già vestita,
la farfalla colorita
e risale sopra il coppo
del camino, poi sul pioppo.
La piazzetta tutta suona
e di stelle si incorona.
Rosso è il ferro come il cielo:
ecco, ha fatto fiore e stelo.
Lina Carpanini

Bellezza e lavoro
Disse l’ape alla farfalla:
Io t’invidio, o mia sorella:
tu sei libera, sei bella,
voli amabile tra i fiori;
mentre io son condannata
tutti i giorni ai miei lavori”.
Ma la vaga farfallina
le rispose assai gentile:
“Non aver, mia cara, a dire
più al lavor che alla beltà.
A te il miele; a me che resta
quando il verno tornerà?”
A. Alfani

I due vomeri
Un dì d’autunno un vomere
fattosi per lungo ozio rugginoso,
vide il fratel tornarsene
dai campi luminoso,
e domandò curioso:
“Sopra la stessa incudine
fatti, e d’un solo acciaio,
io son pieno di ruggine,
tu sì pulito e gaio:
chi mai ti ha fatto così bello?”
“Il lavoro, caro fratello!”.
C. Betteloni

Nel giardino
Nel bel giardino, sotto il sole d’oro,
un ragno tesse la sua tela fina
fra stelo e stelo; alla sua casettina
porta un chicco di grano, la formica.
Un’ape succhia il nettare di un fiore,
e, con voli felici, il suo nidietto,
fa un passero canoro sotto il tetto.
Una gallina insegna ai suoi pulcini
come si becca… Ognuno ha il suo lavoro
nel bel giardino, sotto il sole d’oro.
C. Betteloni

Il pastorello e il marinaio
Il pastorello guarda
l’immenso azzurro mare
e pensa: “Se potessi
io pure navigare
verso i lidi infiorati
d’eterna primavera,
correre sopra l’onde,
lottar con la bufera!”
Il marinaio guarda
la collina fiorita,
pensa: “Lassù fra il verde,
com’è bella la vita!
Lungi dalle tempeste,
nella casetta sola,
dove l’amor riunisce
la lieta famigliola”.
Dalla collina al mare
soffia leggero il vento,
e pensa: “Del suo stato
nessun uomo è contento”.
A. Tedeschi

Il tesoro
Quanto a tesori, un’altra se ne narra:
c’era una volta un vecchio contadino
che aveva il suo campetto e la sua marra
e tre figlioli. Giunto al lumicino
volle i suoi tre figlioli accanto al letto.
“Ragazzi” disse “vado al mio destino
ma vi lascio un tesoro, è nel campetto…”
e non potè più dir altro, o non volle.
A mente i figli tennero il suo detto.
Quando fu morto, quelli il piano, il colle
vangano, vangano, vangano invano
voltano al sole e tritano le zolle
niente! Ma nel raccolto, quando il grano
vinse i granai, lo videro il tesoro
che aveva detto il vecchio: era in lor mano.
Era la vanga dalla punta d’oro.
G. Pascoli

I seminatori
Van per il campo i validi garzoni
guidando i vuoi dalla pacata faccia
e, dietro quelli, fumiga la traccia
del ferro aperta alle seminagioni.
Poi, con un largo gesto delle braccia
spargon gli adulti la semenza, e i buoni
vecchi, levando al cielo le orazioni
pensa a frutti opulenti, se a Dio piaccia.
Quasi una pia riconoscenza umana
oggi onora la terra! Nel modesto
lume del sole, al vespero, il nivale
tempio di monti innalzasi, una piana
canzon levano gli uomini, e nel gesto
hanno una maestà sacerdotale.
G. D’Annunzio

Il pane
Il mulin, rombando, il grano
frange in candida farina
il fornaio la raffina
staccia, intride, a mano a mano;
cuoce poi nel forno ardente
gli odorosi bianchi pani
e li porge alle tue mani
oh, mio piccolo ridente.
V. Brocchi

Evviva ogni lavoro
La farfalletta vola
i bimbi vanno a scuola
il gatto fa le fusa
se sbaglio chiedo scusa.
La rondine è sul tetto
il cappellino metto
buongiorno buonasera
saluto anche una pera.
Grazie, per favore,
sorrido con amore
il cavalier cavalca
chi pesca è sulla barca.
Il pane fa il fornaio
tra i fiori sta il fioraio
fa i conti il ragioniere
le aiuole il giardiniere.
Fa gli abiti la sarta
e c’è chi vende la carta.
Cantiamo tutti in coro:
“Evviva ogni lavoro!”

Il minatore
Sempre giù nei regni oscuri
batto batto col piccone
ed al grembo della terra
strappo i blocchi di carbone.
Giù nel cuore della terra
nero nero e impolverato
compio lieto il mio lavoro
che parrebbe tanto ingrato.
Il bel sole non mi scalda
non mi allieta col suo raggio
ma nel cuore ho un altro sole
che ravviva il mio coraggio.
“Batti” dico “minatore
tutto il mondo è rallegrato
se riceve il buon calore
che il tuo braccio ha preparato”.
E la terra ti sorride
se la liberi dai doni
da millenni custoditi
per i figli tristi e buoni.
E. Minoia

Il ciabattino
Tira, tira, ciabattino
il tuo filo, ch’è impeciato
sarà lieto il fanciullino
che la scarpa hai risuolato;
sempre curvo sul bischetto
batti il cuoio col martello
poi lo tagli col trincetto
e lo rendi liscio e bello.
Suole e tacchi, canticchiando,
tu ripari attentamente
e i bambini, saltellando,
te li rompon nuovamente.
Taglia, impecia, tira, batti
fino a sera senza posa
ma i lavori saran fatti
e sereno poi riposa.
I piedini affonderanno
nella neve, asciutti asciutti,
ed un grazie ti diranno
di gran cuore, i bimbi tutti.
E. Minoia

Canzone del cuoco
Cuoco cuoco
cuoci un poco
nel tuo forno
grande e tondo
il buon pane
dall’odore
che rallegra
il nostro cuore.

Calzolaio
Io sono l’ometto
che fa il calzolaio
seduto al deschetto
lavoro e son gaio.
Se avete una scarpa
che è rotta e non va
portatela subito
portatela qua.

Il lavoro
Scuote la mamma
i panni al sole
spuntan già
le prime viole.
Batte il cuoio
il ciabattino
nel suo buio
sgabuzzino.
Zappa il babbo
la sua aiuola
mentre il bimbo
corre a scuola.

Falciatura
Taglia falce
spoglia il prato
dell’erbetta
che ci ha dato.
Presto un mato
indosserà
che più bello
ancor sarà.
Di fioretti
tempestato
e di aromi
profumato.
Taglia falce
su, t’affretta
già la mucca:
l’erba aspetta.
E la terra
liberata
della messe
che ci ha data,
lenta esala
sopra il prato
il respiro
suo beato.
E. Minoia

Semina
Nel silenzio del mattino
getta il chicco il contadino
getta il chicco, getta getta
alla terra che lo aspetta.
Gli gnometti nel profondo
si rallegran per il mondo
getta il chicco, getta getta
alla terra che lo aspetta.
Guarda il ciel benedicente
il cader della semente
getta il chicco, getta getta,
la semente è benedetta.

Il contadino
Porta sull’ampie spalle il suo fardello.
la zappa luccicante ed il piccone,
cammina fischiettando una canzone
mentre lo bacia in fronte il sol novello.
Sorride alla campagna circostante,
che lo vide ogni giorno alla stess’ora,
saluta con lo sguardo le sue piante
e il fertile terreno che l’onora.
Poi si accinge al lavoro con fermezza,
senza indolenze, senza un sol lamento:
passa tra l’erbe sussurrando il vento
che scompiglia i capelli e li accarezza.
A mezzogiorno, smette di zappare
per la parca, affrettata colazione;
poi ricomincia sotto il solleone
con maggiore entusiasmo a lavorare.
Finchè viene la sera… O contadino,
io t’ammiro e ti guardo con rispetto,
mi piace il fare tuo sincero e schietto,
che non conosce l’ozio cittadino.
R. Rippo

Gli attrezzi del contadino
Io son la zappa buona a dissodare
i terreni più duri e più sassosi;
l’erbacce e le radici so estirpare
e i luoghi incolti rendere ubertosi.
Ed io sono il rastrel dai forti denti
che rompon e sminuzzano il terreno,
ricoprono le piccole sementi
e, se tu vuoi, radunano il buon fieno.
E siamo noi le forbici e i coltelli
per ben potare e far gli innesti belli:
falci e falcetti siamo per segare
l’erba fiorita o il gran da macinare.
Sono l’aratro pio, grande e possente,
che col vomere smuovo il suol profondo,
che apro il diritto solco alla semente
del granoturco e del frumento biondo.
A. Cuman Pertile

Il lavoro
Lavoro, miei bimbi, sapete
che cosa vuol dire?
Guardatevi attorno: tutto il mondo
lavora.
Lavoro è zappare la terra
battere il martello nella buia bottega,
guidare i treni veloci,
partire e tornare pei cieli;
lavoro è pulire le strade,
cuocere il pane,
curare chi soffre.
Ecco: ogni azione compiuta
per il bene di tutti è lavoro.
Nel lavoro ognuno trova
la gioia;
e sol chi lavora è felice.
A. Ferrari

L’ape, la formica e il baco
Su un gelso s’incontrò un baco da seta
intento a mangiucchiare
le ghiotte foglie, con la vecchia amica
l’ape, in cerca di miele e la formica
affaccendata sempre ed irrequieta.
“Quanto, quanto daffare!”
diceva l’ape, “Ho tanto miele e cera
ancora da recare all’alveare
del mio vecchio padrone!
Ma godo sol pensando a quanto ghiotto
miele pei suoi piccini avrò prodotto”.
“E io qui sto facendo indigestione,”
soggiunse il bravo baco,
“per rendere più liete
le donne, con le mie lucenti sete.
Ma tu, cara formica,
che sempre intorno vai
con sì lunga fatica,
agli uomini che utile tu dai?”
E la formica: “Ciò che offro loro
è meglio di un tesoro:
l’esempio del lavoro.”
Favolello

Speranza dell’emigrante
Prende un sacco, bacia la terra,
va lontano e non va alla guerra.
Porta il picco come una croce
se parla, il pianto gl’incrina la voce.
Rottame vivo di beni distrutti
ha sulla faccia il bacio di tutti,
che, lui pensando, raccolti ogni sera,
musicheranno miseria e preghiera.
Grande è la terra, più grande il mare:
Dio solo sa se potrà ritornare
a rivedere suo figlio, perchè
in mezzo al mare una strada non c’è.
Solo il dolore egli avrà per compagno
e nella tasca di duro fustagno,
dentro la tasca più fonda e segreta,
la chiave nera e la poca moneta.
Con quella chiave egli vuole partire.
Senza speranza che vuole morire.
Chissà che un giorno approdando un naviglio
ritroverebbe, cresciuto, suo figlio
e la sua piccola donna nei bui
silenzi, desta, che prega per lui.
R. Pezzani

Pizzicheria
“Ettogrammo, chilo, mezzochilo,
cacio, burro, prosciutto, salame,
acciughe, salacche, baccalà…”
Sono voci del gergo
si questo virtuoso reame.
“Mi serve o non mi serve?
Ho tanta fretta!”
“Aspetti…”
“Mi dia retta.
Venga qua”.
S’infuria una servetta,
una s’acquieta.
“Il solito formaggio
ma con poca corteccia”.
E una sicura mano
apre una breccia nel parmigiano.
Molla e tira, tira e molla,
poca corteccia e di molta midolla.
Aver fretta ed aspettare,
pesare, tagliare, affettare,
entrare, andar via,
sono le note costanti
della quotidiana sinfonia
in una antica pizzicheria…
A. Palazzeschi

Tutti lavorano
Dice il cane:
io guardo la casa.
Dice il gatto:
io acchiappo i topi.
Dice il bue:
io tiro il carro.
Dice la gallina:
io faccio le uova.
Dice la mucca:
io do il latte.
Dice la pecora:
io do la lana.
Dicono gli uccelli:
noi cantiamo e facciamo festa a tutti.
Dice il bambino:
io gioco e vado a scuola.
M. Ciliberti

Ode al muratore tranquillo
Il muratore
dispose
i mattoni.
Mescolò la calce, lavorò
con la sabbia.
Senza fretta, senza parole,
fece i suoi moviemtni
erigendo la scala
livellando il cemento.
Lento andava e veniva
nel suo lavoro
e dalla sua mano
la materia cresceva.
La calce coprì i muri
un pilastro levò in alto
la sua nobiltà
e il tetto
frenò la furia
del sole esasperato.
Sa un punto all’altro
andava
con mani tranquille il muratore
rimovendo materiali.
E alla fine
della settimana,
i pilastri,
l’arco,
figli della calce, della sabbia,
della saggezza e delle mani
inaugurarono la semplice saggezza
e la frescura.
Pablo Neruda.

Nostro lavoro quotidiano

Se tu lavori
con la gioia nel cuore,
il lavoro non pesa.
se tu pensi
che il tuo lavoro
è un granello di sabbia che si aggiunge
a tutto il lavoro del mondo,
anche il lavoro più duro
è leggero.
Se tu pensi che l’ape
lavora, l’uccello lavora,
ogni essere del mondo
lavora,
tu ti senti creatura
del mondo in perfetta
armonia col creato. (A. Rosi)

Il più bel giorno

S’io facessi il fornaio
vorrei cuocere un pane
così grande da sfamare
tutta, tutta la gente
che non ha da mangiare.
Un pane più grande del sole,
dorato, profumato
come le viole.
Un pane così
verrebbero a mangiarlo
dall’India e dal Chili
i poveri, i bambini,
i vecchietti e gli uccellini.
Sarà una data da studiare a memoria:
un giorno senza fame!
Il più bel giorno di tutta la storia! (G. Rodari)

Il falegname

La pialla mormora, stride la sega
del falegname nella bottega,
spesso il martello picchia sonoro
e senza posa ferve il lavoro.
Il buon artiere non è mai stanco;
eh, quanti arnesi tiene sul banco:
lime, tenaglie, torni, succhielli!
E sceglie e adopera or questi or quelli.
I grossi tronchi prima recide,
indi paziente leviga, incide,
trafora il legno con precisione
e mille oggetti poi ne compone.
Ne fa balocchi, gabbie, utensili,
tavole e sedie rozze e gentili.

Il pastore

Sopra l’erbetta tenera
sta un pastorello assiso,
e il gregge suo che pascola
guarda con lieto viso.
A lui d’accanto mormora
il ruscelletto lieve,
quegli dell’acqua limpida
placidamente beve.
Quand’ecco vede sorgere
nube nel cielo oscura,
che in breve tempo ingombralo
e ispira a ognun paura. (G. Leopardi)

La bottega del fabbro

Dall’alba a sera, di settimana
in settimana, sopra l’incudine
come i rintocchi di una campana
suonano i tocchi del martel rude;
sulle stridenti braci il ventoso
mantice anela senza riposo.
I fanciulletti, che dalla scuola
tornano, all’uscio fermano il passo
e contemplando senza parola
stanno il martello, che or alto or basso
fuor della soglia correre a milla,
come la pula, fa le scintille. (G. Zanella)

Seminatore

Con gesto largo dell’esperta mano,
o contadino, semini il frumento,
sai che la terra non promette invano
e il viso hai serio e l’animo contento.
Sembra che brilli, nel suo volo, il grano
come se al sole lo spargesse il vento.
La bruna terra ride al colle, al piano,
ed ogni chicco te ne darà cento. (F. Socciarelli)

L’arrotino

Arriva l’arrotino
e si ferma ai cancelli
e chiama il contadino
che gli porti  i coltelli,
le forbici, le scuri.
Tutti quei ferri oscuri
invecchiati nei campi
ora mandano lampi. (R. Pezzani)

I pescatori notturni

Vengono al mar quando la luna accende
per gli spazi tranquilli il mesto vel;
vengono al mar quando la nebbia stende
le bianche braccia e lo congiunge al ciel;
portan la vela lacerata ai venti,
come stendardo che in battaglia errò;
portano remi e canapi stridenti,
che il nerbo delle braccia affaticò;
e sulla tolda silenziosa e bruna
restan le lunghe notti ad aspettar,
ad aspettar sotto la fredda luna
che il pan dell’indomani apporti il mar. (E. Praga)

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Lavoretti per bambini piccoli “scarabocchi” pop up

Lavoretti per bambini piccoli “scarabocchi” pop up.  Una semplice idea per realizzare coi bambini piccoli un biglietto d’auguri pop up (ad esempio per la festa della mamma), valorizzando i loro “scarabocchi” in un modo così scenografico che stupirà loro stessi e li farà sentire davvero molto bravi…

A seconda dell’età, i bambini possono partecipare attivamente a tutte le fasi di costruzione del pop up.

Bambini molto piccoli: disegnare, passare all’adulto il materiale richiesto, decidere dove incollare, incollare.

Bambini piccoli e medi: possono anche ritagliare.

Bambini più grandi: possono effettuare anche le piegature.

Come si potrebbe procedere

Il bambino fa i suoi disegni su vari fogli bianchi, seguendo un tema dato dall’insegnante o liberamente. Si può anche chiedere di disegnare un sole, tanti fiori, tante foglie, una farfalla, ecc…

Poi gli si chiede di fare un bel disegno anche su un foglio di cartoncino A3. Mentre il bambino piccolo disegna, si può preparare il foglio che regge il meccanismo pop up; se i bambini sono tanti è forse meglio prepararli prima di proporre l’attività e far decorare la copertina di cartoncino già piegata a metà.

Se il bambino è già in grado di farlo, può ritagliare i suoi disegni da solo, altrimenti lo faremo noi.

Raccogliamo  tutti gli elementi ritagliati in un contenitore che renda semplice la ricerca da parte del bambino.

Prendiamo un foglio di carta A4 e pieghiamolo a metà (o chiediamo al bambino di farlo)

Pratichiamo dei tagli di diversa lunghezza, come mostrato nell’immagine, partendo dalla piegatura verso i bordi esterni. Se è il bambino a fare questa operazione possiamo tracciare noi le linee guida: esercitarsi a fermare le forbici al momento giusto è un ottimo esercizio di concentrazione.

Procediamo alle piegature (o mostriamo ai bambini come farle). Pieghiamo così:

apriamo le piegature fatte:

apriamo il foglio:

pieghiamo alternativamente le linguette così mentre ripieghiamo nuovamente il foglio lungo la meta:

apriamo e chiudiamo più volte per controllare il meccanismo:

Siccome la decisione di cosa fare (un prato fiorito) è maturata in corsa d’opera, io in questo caso ho preferito colorare il foglio dopo, e per questo ho dovuto farlo io: è difficile colorare un foglio tutto piegato e tagliuzzato. Certo sarebbe meglio provvedere allo sfondo prima…

incolliamo (noi o il bimbo) sul cartoncino così:

Cominciamo (noi o il bimbo) ad incollare gli “scarabocchi”. Anche se il bambino piccolo è stanco di incollare o non desidera farlo, è importante che partecipi alla composizione. Possiamo coinvolgerlo chiedendo di passarci i vari disegni dal vassoio (che è anche un divertente esercizio di linguaggio) e sentire il suo parere su dove posizionare l’elemento (ottimo esercizio che implica un processo decisionale in relazione al rispetto di una legge naturale: ad esempio il sole sopra, il fiore sotto).

Chiudiamo e riapriamo il nostro pop up più volte durante il lavoro: piacerà tantissimo ai bambini e noi saremo certi del funzionamento… Ecco alcuni esempi terminati:

Prato fiorito con farfalla, tartaruga e uccellini.

Prato fiorito con ape e stelle.

Quattro gatti con tre giochi (filo di lana, palla, uovo) e una ciotola di crocchette.

Gita in barca.

Possiamo poi arricchire la decorazione della copertina esterna:

Se i disegni prodotti dai bambini sono per noi “macchie informi” possiamo a seconda dell’età chiedere sempre al bambino di descrivere il suo disegno (con delicatezza, non “Cos’è questo?” ma “Raccontami un po’” indicando col dito quello che ci sfugge), e coi piccolissimi realizzare pop up “astratti” oppure interpretare noi le loro macchie con le forbici, ma sempre facendo partecipare i bambini…

Questo articolo fa parte dell’Album di Vita pratica:

Tutti gli album

Recita per la festa della mamma – La fata

Recita per la festa della mamma – La fata  – Una semplice recitina scritta da T. Lovera, adatta a bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Primo atto: in un giardino

Giulianella:
Mi piacerebbe tanto andare un po’ nella casa delle fate.
Devono essere molto belle e piene di bontà.

(Un fruscio leggero leggero: appare una fatina tutta vestita d’azzurro)

Giulianella:
Oh, la bella fata!

La fatina azzurra:
Mi ha mandato a prenderti la regina delle fate.

Giulianella:
Sono tanto contenta! Vengo con te!

(La bambina si alza, si avvicina alla fata. I fiori si muovono e recitano)

Fiori:
Un palazzo pieno di fiori è lassù nel cielo turchino,
fra le nuvole e le stelle delle fate è il regno d’or.
Cara bambina, ti salutiamo:
addio, piccina, ritorna ancor!
Fru… fru… fru… fru…

(I fiori ritornano al loro posto. Gli uccelli svolazzano intorno alla pianta, poi si fermano davanti alla bambina ed alle fate per dire)

Uccelli:
Un palazzo pien di luce,
è lassù nel ciel turchino,
fra le nuvole e le stelle,
delle fate è il regno d’or.
Cara bambina, ti salutiamo,
addio piccina, ritorna ancor!
Cip… cip… cip… cip…

(Anche gli uccelli ritornano al loro posto)

Azzurrina: Allora, vuoi proprio venire?

Giulianella: (battendo le mani)
Sì! Sì!

(La fatina prende per la mano la bimba. Escono insieme. I fiori e gli uccelli le accompagnano con un gesto di saluto)

Fiori e uccelli:
Cara bambina, ti salutiamo:
addio piccina, ritorna ancor!

Secondo atto: nel palazzo delle fate

(Nel palazzo delle fate, la regina delle fate è seduta in una poltroncina. Entrano la fata Azzurrina e Giulianella)

Giulianella: (inginocchiandosi)
Sono io.

Regina:
Vuoi rimanere sempre nel mio palazzo?

Giulianella:
Sì, sempre.

Regina:
Va bene, diventerai anche tu una piccola fata.

La fatina azzurrina: (avvicinandosi)
Vieni con me, ti metterai il vestito bianco.

(Escono insieme)

Regina:
Chiamerò tutte le fate.
(Suona un campanello)

(Entrano le fate ad una ad una. Ogni fatina ha un vestito di colore diverso: rosso, rosa, giallo, verde e arancio)

Fatine:
Un inchino alla nostra regina!

Regina:
Vi ho chiamate per farvi vedere una fatina nuova, la fata più piccola.

(Entra Giulianella, tutta vestita di bianco: ha in mano la sua bacchetta magica)

Fatine:
Evviva la fatina bianca!

(Le fate danzano a due a due e dicono):

Fatine:
Giriamo, giriamo nel cielo,
portate da nuvole d’or.
Cantiamo vaghe canzoni
per dire la gioia del cuor!

Fatina rossa:
vieni con noi!

Fatina gialla:
vedrai cose belle!

(Riprende il coro)

Fatine:
Giriamo, giriamo nel cielo,
portate da nuvole d’or.
Cantiamo le vaghe canzoni
per dire la gioia del cuor!

Terzo atto: nel palazzo delle fate

(Entra la fatina bianca con altre fatine. Si dispongono davanti alla regina)

Regina:
E così ti sei divertita?

Fatina bianca:
Ho visto tante cose belle.
Ho guardato giù giù…

Regina:
Che cosa hai visto?

Fatina bianca:
Una casa piccina piccina, in fondo al bosco, con tanti bambini. Sulla porta, una bella fata, piena di luce…

Regina:
Una fata?

Fatina bianca:
Sì sì, una fata tanto bella!

Regina: (lentamente)
In quella casa c’è la tua mamma…

Fatina bianca:
Mamma, mamma! Voglio ritornare dalla mia mamma!

Regina:
Hai ragione, non si può essere contenti lontani dalla mamma.

Fatina bianca:
Aiutami, regina, a ritornare dalla mamma.

Regina:
Chiudi gli occhi, in un momento sarai dalla mamma.

Fatina bianca:
Grazie, fata regina, grazie, fatine buone!

(La bambina chiude gli occhi, porta le mani alla fronte. Si avvicinano due fatine, fanno il seggiolino con le mani incrociate e portano fuori la bimba. Le altre fate recitano):

Fatine:
In ogni cuore di bimbo buono
c’è una gran fiamma di luce d’or.
Fiamma d’amore per la sua mamma,
fiamma radiosa che mai non muor.

Di T. Lovera

Recita per la festa della mamma – Con lo stesso amore

Recita per la festa della mamma – Con lo stesso amore – una semplice recita adatta a bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Personaggi
Due presentatori e tredici mamme. Ogni mamma ha un bambino (una bambola) tra le braccia e rappresenta un’epoca e un paese diverso. I presentatori sono ai due lati della scena sulla quale man mano arriveranno le varie mamme.

Primo presentatore
In tutti i tempi le mamme hanno cullato i loro bambini

Secondo presentatore
In tutte le epoche e in tutti i paesi del mondo le mamme hanno cantato la ninna nanna

Primo presentatore
Con lo stesso cuore…

Secondo presentatore
Con lo stesso amore…

Primo presentatore
Quando gli uomini vivevano nelle caverne c’era talvolta un bimbo che non voleva dormire. Ascoltate!

(Avanza nel mezzo della scena la mamma della preistoria)
Mamma dell’età preistorica
Perchè piangi? Hai paura? Il sole si è spento, ma il fuoco è acceso e fa fuggire le fiere. Dormi… L’orso non si può avvicinare, il lupo fugge lontano. Sei tra le braccia della mamma, non temere, bambino!

Secondo presentatore
(Mentre la mamma dell’età preistorica si allontana). Nell’antico Egitto, dove regnavano i Faraoni e si costruivano le piramidi… (Entra la mamma egiziana)

Mamma egiziana
Il tempio del sole è chiuso: le stelle aspettano la luna; il Nilo va e va. Le mie braccia come l’onda sulla riva, la mia voce come il vento tra le canne… Qui, sul cuore della mamma, fa’ la nanna, fa’ la nanna…

Primo presentatore
A Sparta, la città greca degli eroi. (Entra la mamma spartana, mentre l’altra si ritira)

Mamma spartana
Il carro del sole si è tuffato nel mare. Dormi, bambino. Un giorno sarai lo scudo della tua patria: il tuo petto sarà saldo come il bronzo, il tuo braccio sarà il terrore di ogni nemico. Dormi intanto tra le braccia della mamma.

Secondo presentatore
A Roma, al tempo degli Imperatori, quando i cristiani vivevano nelle catacombe. (Entra la mamma romana e prende il posto della spartana)

Mamma romana
Ti segno sul petto con la croce; nulla potrà farti male, bambino mio. Sarai seguace di Cristo e come tuo padre non rinnegherai la tua fede. Dormi dolcemente sul mio cuore, bambino; oggi, questo cuore, laggiù sotto le volte delle catacombe al lume delle fiaccole, ha ricevuto la visita del Signore. Ninna nanna con Gesù. Con la tua mamma…

Prima presentatrice
Nel Medioevo, l’età dei castelli, dei cavalieri, delle lotte e dei tornei. (Mentre si allontana la mamma di Roma, avanza la castellana)

La castellana
Perchè piangi? Il ponte levatoio è stato alzato, le guardie vegliano sugli spalti, le mura ti difendono e se ancor non bastasse, c’è il cuore della mamma. Fa’ la nanna… non senti? Un suono di mandola ti dice: “Dormi… dormi…”. E’ spuntata la luna ed io voglio filare i suoi raggi per farti una coltre d’argento. Ninna nanna, mio tesoro.

Secondo presentatore
All’epoca delle scoperte, quando i navigatori andavano lontano alla ricerca di terre sconosciute. (Entra una donna della fine del ‘400)

Donna del ‘400
Il babbo se n’è andato. Oltre il mare, lontano, che terra ci sarà? Anche tu, bimbo mio, un giorno te ne andrai: già ti corre nel sangue l’ansia di navigare. Sogna tra le mie braccia! Sogna di dondolare in una bella nave. Il vento apre le vele, l’onda ti culla piano. E’ tanto grande il mare! Piano piano, così…

Primo presentatore
Venne l’età del nostro Risorgimento: gli Italiani combattevano per l’indipendenza e avevano a cuore il tricolore (Entra una donna dell’800)

Donna dell’800
Ti voglio fare una culla di fiori, tutta tessuta di gigli bianchi, di verdi foglie, di vermiglie rose. Sono tre colori da portare in cuore: ninna nanna, mio tesoro.

Secondo presentatore
(Mentre si allontana la donna dell’800). Vedete? In tutti i tempi è sempre stato lo stesso cuore di mamma; cambia la foggia del vestito, cambiano le case e le abitazioni degli uomini, ma l’amore di una mamma che cullo il suo bambino non può mutare.

Primo presentatore
E non solo, lo stesso è sempre avvenuto in ogni tempo in ogni luogo della terra. Così in Giappone…

Mamma giapponese
Come sei bello, bambino mio! Il tuo vasino è più dolce del glicine. Chiudi gli occhietti: domani, quando li aprirai, fioriranno i ciliegi. Giocheremo con la pioggia dei petali. Chiudi gli occhietti, amore mio.

Secondo presentatore
E così nel cuore dell’Africa

Mamma africana
La notte batte le ali sulla foresta; urlano le belve. Ma non temere: tra le braccia nessuno potrà farti male, neppure il leopardo, la pantera, il serpente. Ti preparerò, domani mattina, un frutto dolcissimo.

Primo presentatore
E lassù, nelle terre polari…

Mamma eschimese
Com’è lunga la notte, lunga… lunga… Com’è fredda la notte, fredda… fredda… Ma il nostro igloo è caldo… caldo… Il cuore della mamma lo riscalda. Dormi bene, bambino. Dormi… dormi…

Primo presentatore
E così tutte le nostre mamme: per ogni bambino una canzone, per ogni culla una stella, per ogni cuore piccino il cuore di una mamma.

Entrano tre mamme di oggi e cantano in coro e recitano una dopo l’altra qualche ninna nanna popolare e tradizionale. Alla fine tornano in scena le mamme di tutti i tempi e di tutti i paesi; tutte cullano i loro bambini.

Tutte le mamme
Ninna nanna, ninna nanna…

Primo presentatore
Vedete, con lo stesso amore…

Secondo presentatore
Con lo stesso cuore…

Primo presentatore
Ogni cuore che è più grande del mare…

Secondo presentatore
Più splendido del sole…

Primo presentatore
Più ardente della fiamma…

Secondo presentatore
Il cuore della mamma!

(recita per la festa della mamma da “I giorni più belli”, edizioni CEM)

Dettati ortografici FESTA DELLA MAMMA

Dettati ortografici FESTA DELLA MAMMA – Una raccolta di dettati ortografici di autori vari sulla mamma e la sua festa, per la scuola primaria.

La mamma
Ogni volta che temo di rintracciare nel passato le impronte della beatitudine, mi rivedo accanto alla mamma nei pomeriggi d’inverno quando calava presto la notte, seduti a una stessa tavola, sotto la luce quieta che veniva dal globo di vetro appannato del lume a petrolio. Lei, tutta rinvoltata in uno scialle di lana celeste, cuciva con l’ago o con la macchina; io appiccicavo sopra un foglio grandi farfalle azzurre di carta… La strada era silenziosa, in casa non c’è nessuno all’infuori di noi due, soli, soli, vicini vicini, al riparo dal vento, dal freddo, dal buio, e io mi sentivo salvo e sicuro sotto la protezione della luce colma della lampada e degli occhi potenti e lucenti di mia madre. (G. Papini)

La mamma
Mi rammento che, quando ero stanco di correre, andavo a sedermi dinanzi alla tavola del tè sul mio alto seggiolino. Era già tardi… e gli occhi mi si chiudevano dal sonno; ma non mi muovevo: restavo lì fermo e ascoltavo. Come non ascoltare? La mamma parla con alcune persone… La guardo fisso fisso con gli occhi offuscati dal sonno e ad un tratto ella diventa piccina piccina: la sua faccia non è più grande di uno dei suoi bottoni, ma la distinguo nettamente e vedo che mi guarda e mi sorride… Chiudo ancor più le palpebre ed ella diminuisce, diminuisce… Ma, ecco, mi sono mosso e l’incanto è rotto. (L. Tolstoj)

La mamma
Vi è un nome soave in tutte le lingue, venerato fra tutte le genti; il primo che suona sulle labbra del bambino; un nome che l’uomo maturo e il vecchio invocano con tenerezza di fanciulli nelle ore solenni della vita, anche molti anni dopo che non è più sulla terra chi lo portava. E’ il nome della mamma. (E. De Amicis)

La mamma
La mamma! Dicono che sia buona. Sarà. Per me si tratta della donna più misteriosa del mondo. Quando dorme?  Mah. Entro in casa dopo la mezzanotte e la trovo che fruga nei cassettoni. Se mi sveglio, anche prima dell’alba, la sento camminare leggera nella stanza o parlare sottovoce col mio fratellino.
Fa, inoltre, della magia: prepara, poniamo, la valigia.
“Ho messo  le maglie, i fazzoletti, le camicie…”.
Guardo, prima di chiuderla, e vedo le maglie, i fazzoletti, le camicie… e una grossa ciambella. Come? Quando?
Insomma questo agire nascosto a lungo andare impensierisce. Di giorno sta ore e ore in mezzo a cumuli di calze. Chi rompe tante calze? Non esageriamo, i buchi ce li fa lei per restare pomeriggi interi vicino alla finestra. (C. Zavattini)

La mamma
L’aringa fu ripulita, messa in un piatto, cosparsa di olio e io e mia madre ci mettemmo a tavola. In cucina, dico, col sole alla finestra dietro le spalle di mia madre avvolta nella coperta rossa e i capelli castani molto chiari. La tavola era contro la parete e io e mia madre seduti l’uno di fronte all’altro col braciere sotto e il piatto dell’aringa sopra, quasi colmo di olio. E mia madre mi gettò un tovagliolo, mi allungò un piattino e una forchetta, tirò fuori dal cassetto un grosso pane consumato a metà.
“Non ti importa se non stendo la tovaglia?” chiese.
“Oh, no” dissi io.
E lei: “Non posso lavare ogni giorno… Sono vecchia ora.” (E. Vittorini)

La mamma
Mamma. Nessuna parola è più bella. La prima che si impara, la prima che si capisce e che si ama. La prima di una lunga serie di parole con cui si è risposto alle infinite, alle amorose, timorose domande della maternità. E anche se diventassimo vecchi, come chiameremmo la mamma più vecchia di noi? Mamma. Non c’è un altro nome. (M. Moretti)

La mamma
Le mani della mamma sono belle e buone. Le mani della mamma sono laboriose e carezzevoli. Le mani della mamma sono utili e umili, amorose e infaticabili. Sono utili perchè compiono tanti lavori. Umili perchè non rifiutano di fare qualsiasi servizio…Infaticabili perchè sono sempre attive. Guidano e sorreggono; ammoniscono e accarezzano; insegnano a bere e a mangiare, a leggere e a scrivere. (N. Salvaneschi)

La mamma
Nelle circostanze più terribili della mia vita, quando l’oceano ruggiva sotto la carena, contro i fianchi della mia nave, sollevata come un sughero; quando le palle fischiavano alle mie orecchie e piovevano a me d’intorno fitte come la gragnola, io vedevo sempre mia madre inginocchiata, immersa nella preghiera, ai piedi dell’Altissimo. Ed in me, quello che trasfondeva quel coraggio, di cui anch’io rimanevo stupito, era la convinzione che non poteva cogliermi alcuna disgrazia, mentre una così santa donna, un tale angelo pregava per me. (Giuseppe Garibaldi)

La mamma
Ogni parola diretta a tua madre sia una carezza; ogni tuo  nobile pensiero sia pensato in nome di lei; ogni tua opera buona e bella sia fatta per lei; perchè nessuno ti amerà  mai a questo mondo come ti ha amato e ti ama la mamma. (V. Guerrazzi)

La mamma
Tu ammiri gli sportivi; pensa al lavoro che compie la tua mamma ogni giorno, ai pesi che solleva, ai chilometri che percorre in casa e fuori. Tu ammiri gli eroi che sanno affrontare il sacrificio col sorriso sulle labbra: pensa alle fatiche che tua madre sopporta sorridendo. Tu sei ancora un ragazzo, ma senti che gli adulti discutono spesso di giustizia sociale, di fatiche degli operai, di paghe più o meno scarse, di orari pesanti di lavoro…Ammira la tua mamma che lavora solo per il tuo amore, ad ogni ora del giorno e della notte, ricompensata solo da un tuo abbraccio e dalla tua bontà, dal tuo sorriso e dalla tua felicità.

La mamma
Indovinate chi amo più di tutti sulla terra? Io amo mia madre. Povera mia madre! Se voi la conosceste, forse non ci capireste nulla. E’ una donna quieta come un cielo sereno, una donna alla buona, che ama il suo figliolo, come voi amate voi stessi. Quando mio padre talvolta mi sgridava, ella mi consolava, mi asciugava le lacrime, mi baciava, mi dava un trastullo, mi riconduceva alla gioia. Quando andavo a scuola, e mi ero innamorato dei libri, mia madre mi dava il denaro per comprarmeli. Ella mi ama come il suo cuore: io sono il suo cuore. (C. Bini)

La mamma
Il sorriso della mamma è più luminoso del primo raggio di sole, quando il bambino riapre gli occhi al mattino e vi trova dentro la sicurezza del suo nido. Il sorriso della mamma è un’ultima carezza quando saluta e dice ciao dal davanzale della finestra, accompagnando il bambino, che va a scuola, fino alla svolta della strada. E il bambino lo porta con sè, nel cuore, come un caro segreto: la strada gli sembra più amabile, il mondo più roseo, la vita più buona. Il sorriso della mamma è soave fino alle lacrime, quando attende sull’uscio il ritorno del bimbo; e il bimbo lo riceve come un premio alla sua fatica, come una benedizione e un augurio. (A. Novaro)

La mamma
La mamma è l’angelo di questa terra che ci protegge e ci guida. Chi veglia sui bambini quando dormono? La mamma! Chi pensa ai vestiti, a tenere i bambini lindi e puliti? La mamma… sempre la mamma!  E i bambini cosa possono fare per ricompensarla? Una cosa sola: essere buoni. (U. Nocentini)

La mamma
Agli uomini sono dati molti doni: l’acqua limpida e fresca per dissetarsi; la terra fertile che dà il pane quotidiano; gli animali docili che ci aiutano e ci nutrono; il sole che ci riscalda e dà luce; le stelle e la luna che ci rallegrano la notte; il buio che ci riposa; il canto degli uccelli; gli smaglianti colori dei fiori; i profumi meravigliosi della terra. Ma il dono più bello, che l’inverno e il mal tempo o la carestia non riescono a portar via, è il dono che ha ogni bambino: l’amore della mamma. (L. Giovinazzi Oliva)

La mamma
Tu sai comprendere che cosa vuol dire avere una mamma? Sai tu comprendere ciò che vuol dire essere un fanciullo, un piccolo povero bambino, debole, nudo, misero, affamato, solo al mondo e sentire che hai vicino a te, intorno a te, sopra di te, una donna che cammina se tu cammini, che si arresta se tu ti fermi, che sorride se tu piangi? No, non è una donna, è un angelo che ti guarda, che ti insegna a parlare, che ti insegna a leggere, che ti insegna ad amare! Ella riscalda le tue dita nelle sue mani, il tuo corpo fra le sue braccia, la tua anima sul suo cuore! Ti dona il suo latte quando sei piccolo, il pane quando sei grande, la sua vita sempre! Com’è dolce poter dire: “Oh, mamma!”. E sentirsi rispondere: “Oh, figlio mio!”. (Victor Hugo)

Così parlava il ragazzo eschimese
Le nostre mamme raccolgono le poche bacche di mirtillo e di ginepro che incontrano nei boschi di confine, per farci marmellate; pescano salmoni, scuoiano le pelli, seccano i pesci, fabbricano collane di ossicini, badano a non far spegnere la lucerna, remano, quando tutta la famiglia si sposta sull’imbarcazione, badano all’igloo, cucinano, lavano, cuciono i vestiti di pelliccia e si prendono cura di noi bambini.

Così parlava il ragazzo del deserto
Prima del tramonto, ci fermiamo: le nostre mamme alzano le tende, disponendole a fila o in cerchio, col bestiame al centro; noi bambini andiamo a cercare legna per il fuoco e i padri vanno a caccia o riposano nelle tende. E’ una grande responsabilità quella dei nostri padri, che devono guidarci nel deserto per la via giusta, senza che ci siano indicazioni; e guai sbagliarla. Tirati fuori gli utensili per cucinare, munto il bestiame, acceso il fuoco, le nostre mamme preparano il “cous cous” che è il nostro saporito cibo quotidiano.

Così parlava il ragazzo africano
Torniamo dalla pesca; è mattino e la marea ci risospinge sulla spiaggia. La mamma, che ha atteso a riva, scaricherà i gamberoni e comincerà subito a dividerli. E’ la mamma che macina sulla pietra il granoturco per fare la polenta e il grano per fare il pane e le focacce, e anche il sorgo per ricavarne la birra. Dal babbo e dalla mamma ho imparato ad essere cortese e gentile verso tutti, specialmente verso gli ospiti. Ho una bella capanna, perchè il babbo è molto abile ad innalzarle e la mamma è bravissima ad intrecciare stuoie. Tra poco avrò un fratellino al quale insegnare tutte quelle cose che ho imparato; per ora è piccolo ed è nel “tari”, dietro le spalle della mamma.

Così parlava la ragazza pellirossa
Nel nostro “tee pee” sulle rive del fiume Mississipi, siamo in sette; la nonna, il babbo, la mamma, un frate,,o e una sorella maggiori di me, io – Germoglio di Rosa – e Piccolo Daino, il fratellino nato da poco. Vedeste com’è simpatico! Di solito sta in una cestina di vimini intrecciata dalla mamma. Se usciamo al lavoro ce lo portiamo dietro in una culla di legno, che è già servita per tutti noi, alla quale Piccolo Daino è legato stretto, in modo che la culla può stare anche diritta, appoggiata ad un albero, e lui non può cadere.

Così parlava una ragazza indiana
Abito in un villaggio, vicino a Benares, la nostra città santa, sul sacro fiume Gange. Il mio babbo è orafo. La mia casetta si trova al centro del villaggio, tra quelle dei Bramini, che sono i nostri sacerdoti. Io sto scrivendo mentre la mia mamma, nel cortile che è in ogni casa, sta preparando il pranzo. Più tardi preparerò l’acqua, perchè la mamma, nel pomeriggio, laverà e per domani mattina sarà tutto in ordine.

Così parlava un ragazzo australiano
Abito, con la mia tribù, nel nord dell’Australia. Tra noi gli uomini di fanno tatuare. I più anziani si mettono anche ossi di animali attraverso il naso. La mamma si fabbrica, da sola, le collane e i braccialetti di denti e di ossicini, e si mette conchiglie sui capelli; costruisce la capanna, porta le provviste e gli utensili nelle marce di trasferimento, provvede la legna, cucina, ha cura di noi bambini. Il babbo ha tutte le responsabilità della famiglia, perchè spetta a lui provvedere il vitto per tutti, difenderci dai pericoli e guidarci nella foresta; perciò la mamma lo fa riposare, quando torna a casa, e pensa lei a tutti gli altri lavori.

Idee per la composizione:
La compagnia della mamma
Un momento divertente con la mia mamma
Un momento felice con la mia mamma
Penso alla mia mamma
Ricordo della mamma
Giochi con la mamma
Faccio il ritratto della mia mamma.

Dettati ortografici FESTA DELLA MAMMA – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Botanica: il giardino delle meraviglie, un semplice esperimento sulla disseminazione

Botanica: il giardino delle meraviglie, un semplice esperimento sulla disseminazione. Prepariamo due cassette, da posizionare all’aperto sul terrazzo o sul davanzale di una finestra: in una di queste piantiamo qualche seme: grano, lenticchie, piselli, qualche bulbo. Li vedremo presto  germogliare, crescere e infine fiorire. Nell’altra cassetta non pianteremo niente, e la chiameremo “Il giardino delle meraviglie”…

Coi bambini diamo le stesse cure ad entrambe le cassette, provvedendo ad innaffiare la terra, e osservando via via quello che avviene.

Cosa succederà nel Giardino delle meraviglie? Un bel giorno anche qui, pur non avendo seminato nulla, spunteranno delle piantine. Chi le ha seminate allora? Il vento, oppure un uccellino di passaggio che ha lasciato cadere un semino. Potremo così parlare ai bambini della disseminazione.

La pianta ha un solo unico fine: quello di produrre il seme; ecco perchè fiorisce e fruttifica. Quando poi i suoi semi sono maturi, la natura provvede affinchè essi siano portati il più possibile lontano dalla pianta madre.

Il vento è un gran disseminatore e così gli uccelli, che ingoiano il frutto e lasciano cadere il seme. Ma spesso è la pianta stessa che provvede a questo compito vitale. Osserviamo ad esempio il seme dell’acero, munito di elica che gli permette di volare lontano sulle ali del vento; i semi di altre piante sono, invece, muniti di pungiglioni con cui si attaccano al vello delle pecore che li porteranno lontano; altri sono forniti di peli leggeri che li faranno vagare nell’aria, come i semi del soffione e della cicoria.

Qualcuno di questi semi andrà sicuramente a cadere nel nostro Giardino delle meraviglie, e darà origine ad alcune piantine nelle quali potremo riconoscere qualche piantina che cresce nel prato vicino.

Poesie per la festa della mamma

Poesie per la festa della mamma – una raccolta di poesie e filastrocche per la festa della mamma, di autori vari, adatte a bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Ti voglio bene
Ti voglio bene, mamma… come il mare!
Non basta: come il cielo! No, più ancora.
Mamma, ci penso già quasi da un’ora,
eppure quel nome non lo so trovare.
So che quando torno dalla scuola
i gradini li faccio a rompicollo,
per l’impazienza di saltarti al collo
e il cuoricino, puf, mi balza in gola.
Ti voglio bene quando sei vicina
e quando non ci sei: quando mi abbracci.
Ti voglio bene anche se mi fai gli occhiacci.
Ti voglio bene sempre, sai, mammina?     L. Santucci

Il mazzo di fiori
Tre garofani, due rose,
sei viole del pensiero,
cinque bianche tuberose:
un bel mazzo per davvero!
Carlo porta i fiori in dono
alla mamma: quanti sono?

Proprio quella
Chiede Lilì: “Ma dimmi, babbo mio,
come hai potuto indovinar da te,
proprio la mamma che volevo io,
proprio la mamma che va ben per me?” L. Schwarz

Fiori per la mamma
Io raccolgo roselline,
tu ranuncoli dorati
tu narcisi e pratoline
sulle rive e in mezzo ai prati.
Oh mammina, tanti fiori
raccogliamo, sai perchè?
Per l’aroma? Pei colori?
Per donarli tutti a te. D. A. Rebucci

Mamma
Quando l’ombra discende sonnolenta,
mamma, mi piace di sentir la mano
tua, che carezza i miei capelli, lenta;
sentir la voce tua che parla piano;
posar la testa sopra i tuoi ginocchi!
E quando chini il viso sul mio viso,
tutta la luce, mamma, è nei tuoi occhi,
nel tuo sereno e limpido sorriso;
e una gran pace scendo in me così,
null’altro desiderio il cuor m’infiamma,
e la gioia del mondo è tutta qui,
nella tua mano che mi sfiora, mamma!  Zietta Liù

Il bimbo e la mamma
Mammina, quante
dolci piccole stelle!
Ma le piante
sono come belve
accovacciate! Un’ombra si muove
piano, piano…
dove sei, mamma!
Prendimi per mano.
Un passo leggero
ci segue. Uno sconosciuto nero
muove le fronde…
Si nasconde
come per farci spavento!
E’ il vento.
Non è vero, mammina? E’ il vento.
Le stelle sono lontane lontane…
Sembrano carovane
sperdute nell’oscurità…
E si cercano invano!
Di là dalle stelle, che ci sarà?
Mammina, prendimi per mano. (U. Betti)

Alla mamma
Mamma, per la tua festa
io ti offro
una cesta di baci
e un cestino di stelle.
Ti offro un cestino di fiori
su cui posare la testa
quando sei stanca;
una fontana di perle lucenti
color della luna,
una ghirlanda di rose
e una montagna
di cose gentili
un cuore tanto piccino
e un amore grande così:
mamma per questo dì. L. Nason

La mamma
Che cos’è la mamma?
Oh, bambino,
tu vuoi saperlo cos’è?
Qualcosa di grande! Benchè
il tuo cuoricino
sia piccino piccino
la mamma dentro ci sta!
La mamma è lo stesso
del tuo cuore
che soffre per te
che vive soltanto perchè
tu vivi, suo tenero fiore! C. Pagani

Gli occhi della mamma
Se mi soffermo a guardare
negli occhi la mia mamma
vi scorgo uno stagno incantato.
Attorno s’innalzano gli alberi
e un’isola un poco confusa
circondan le limpide acque.
Potessi io volger la prua
della mia povera barca
verso quelle acque silenti!
I pesci più rari vi nuotano
e uccelli preziosi sugli alberi
dell’isola a me tanto cara
innalzano canti di giubilo.
Se mi soffermo a guardare
negli occhi della mia mamma
vi scorgo uno stagno incantato. Poesia popolare giapponese

Per la mamma
Filastrocca delle parole:
si faccia avanti chi ne vuole.
Di parole ho la testa piena,
con dentro “la luna” e “la balena”.
Ma le più belle che ho nel cuore,
le sento battere: “mamma”, “amore”. Gianni Rodari

Favola e sogno
Oh, la brina degli anni sui capelli!
E’ scesa lenta
e d’improvviso
è sera.
Ma nel crepuscolo ancora
l’anima ad una qualche favola s’indora
dolcemente.
Un navicello antico scivolando
su meraviglie d’acque
nel mattino
mi porta ad un’isola verde
ove sotto platani frondosi
in riva a un quieto lago
sorridono le madri:
la mia con gli occhi andalusi,
giovane come nel tempo ch’era appena fanciulla.
Non parla,
tra le braccia mi stringe al seno:
e l’aria m’avvolge
d’un canto invisibile d’uccelli
tra i rami
in mutevoli voli
dentro le folte fronde.
Oh, la brina degli anni sui capelli!
Ma io come un bambino stordito
cerco mia madre
e può ricondurmi da lei
qualche favola bella
che l’anima indora. C. Saggio

Ti voglio tanto bene
Ho pregato un poeta
di farmi una poesia
con molti auguri per te,
mammina mia;
ma il poeta ha risposto
che il verso non gli viene;
così ti dico solo:
ti voglio bene! L.Schwarz

Mamma cangura
Quale mamma si cura
del suo piccolino
più della cangura?
Anziché in passeggino
in giro lo porta
in una sorta di sporta
fatta di pelle
senza manici nè bretelle
senza cinghie nè tracolla,
e come una molla
spicca salti
lunghi e alti
mentre il suo cuccioletto
sta comodo come a letto…

Auguri mamma
Se io fossi, mamma, un uccellino
che vola nel cielo profondo
vorrei offrirti il mio canto
più dolce, soave, giocondo.
Se io fossi, mamma, una stella
che brilla nel bruno firmamento
con more e baci a cento a cento.
Ma essendo solo un bambino
e non avendo che il cuore,
ti voglio stare vicino
per dirti tutto il mio amore.

L’amore per la mamma
Mammina, mia dolce, mia cara mammina,
vuoi conoscere l’amore della tua bambina?
Il mio amore per te è lungo come una strada
che non finisce, non finisce mai,
e più cammini, più lontano vai,
non termina l’amore e non si chiude la strada. M. Remiddi

Ho fatto un mazzolino
Ho fatto un mazzolino
coi fiori del giardino
li ho colti stamattina
insieme col papà,
sono i fiori per la tua festa,
cara mamma eccoli qua:
una rosa perché ti voglio bene,
una viola perché sarò ubbidiente,
un papavero non so perché
un non ti scordar di me.
Un mughetto insieme
a un gelsomino
da quest’oggi sarò sempre
più buono
una primula vuol dire che
il primo pensiero sei per me!
Qualche ciclamino perché
dimentichi che sono birichino,
un girasole, una margherita,
perché tu sei il sole della vita!
Una rosa perché ti voglio bene
una viola perché sarò ubbidiente,
un garofano, una pansé
e tutto l’amore che c’è in me!

La mamma viene
Alla finestra
sono affaccendati insieme tre piccini.
tre fratelli.
E guardano ansiosi per la via
fra muri e siepi, così bianca e lunga,
se alfine giunge chi tarda: se giunga
la mamma, che ha promesso, andando via,
di tornare presto con le mani piene.
“Mamma! La mamma viene!”
scoppia dalle tre gole un solo grido.
E’ spuntato, là in fondo, il caro viso
di mamma, che già guarda alla finestra,
agitando un involto con la destra.
E s’affretta, s’affretta… Ecco, è vicina
e già saluta col soave riso
i bimbi ch’ella adora
ed ha lasciato triste la mattina,
lavorando di lena tutto il giorno
sol per quest’ora dolce del ritorno. D. Garoglio

Festa per la mamma
Mamma, per la tua festa
avevo preparato
un fiore di cartapesta:
gambo verde, petali rosa
vedessi mamma che bella rosa!
Ma per la strada il fiore è caduto,
o forse sull’autobus l’ho perduto.
Che pasticcio, mammina mia,
avevo imparato la poesia:
la poesia non la so più,
ora che faccio, dimmelo tu.
Posso offrirti un altro fiore
quello che nasce nel mio cuore.
Posso dirti un’altra poesia:
Ti voglio bene, mammina mia.

Per la mamma
La mia preghiera ascolta
angelo dolce e pio,
tu che in cielo ogni volta
puoi parlare con Dio.
Digli che sono piccino,
che la mia mamma adoro,
che sono birichino
ma sono il suo tesoro.
Digli che sarò buono,
che a lui mi raccomando
e che nessun bel dono
per questo gli domando. I. Alliaud

Augurio alla mamma
Quando ti levi splenda il sole
cantino gli uccellini.
Quando sfaccendi in ogni stanza
ci sia un lume di speranza.
Se accarezzi i tuoi bambini
siano un mazzetto di fresche viole;
se rammendi, se dipani
benedette le tue mani.
Se riposi a tarda sera
nel giardino della preghiera
ti sia lampada una stella,
la più chiara, la più bella.
E la notte, quando chiudi
gli occhi e al sonno ti abbandoni,
venga l’angelo a piedi nudi,
e di sogni t’incoroni. A. Rebucci

Ha detto mamma
Venite anche voi l’udrete:
ha detto proprio bene
“Mamma!” il mio uccellino;
l’ha detto, ve ne assicuro!
Voi sorridete incredule
e pensate che io vi inganni
ma no, egli l’ha detto
poco fa, distintamente.
Ma ora perchè mai
si ostina a restar muto
mentre vi chiamo
per farvelo sentire?
“Mamma” su dilla
ripeti la parola meravigliosa;
su, mio piccolo, parla,
altrimenti mi derideranno
rideranno di me.
E diranno che tua madre
ha sognato di ufire quello
che tu pure dici così bene!
Ah! Perchè taci?
E’ dunque una grazia
che tu fai solo a tua madre
il dirmi “mamma” distintamente? Anonimo del Congo

Che cosa è una mamma
Una mamma è come un albero grande
che tutti i suoi frutti ti dà:
per quanti gliene domandi,
sempre uno ne troverà.
Ti dà il frutto, il fiore, la foglia,
per te di tutto si spoglia:
anche i rami si taglierà.
Una mamma è come un albero grande.
Una mamma è come il mare.
Non c’è tesori che non nasconda.
Continuamente con l’onda
ti culla e ti viene a baciare.
Con la ferita più profonda
non potrai farla sanguinare.
Una mamma è come il mare.
Una mamma è questo mistero.
Tutto comprende, tutto perdona,
tutto soffre, tutto dona,
non coglie fiore per la sua corona.
Puoi passare da lei come straniero
poi calpestarla in tutta la persona:
ti dirà: buon cammino, bel cavaliero!
Una mamma è questo mistero. F. Pastonchi

La festa della mamma
O mamma, ti vo’ far la serenata
e ti dirò che un angelo tu sei,
donato dal Signore ai giorni miei.
Con i fiori più rari, una corona
voglio intrecciarti, mia mammina buona,
e al sole vo’ rubare i raggi belli,
per farne un serto per i tuoi capelli.
Ti donerò ogni giorno tanto amore
e specialmente se ti piange il cuore;
il cielo pregherò perchè tu viva
tanti e tant’anni, sempre più giuliva;
giuliva di vedere i figli tuoi
sempre più buoni, come tu li vuoi. T. Romei Correggi

L’infinito amore
E’ grande il cielo, e riluce di stelle,
è grande il mare e in fondo ha le sue perle,
è grande il mondo e in seno ha una gran fiamma
che brucia dentro il cuore d’ogni mamma;
e questa fiamma il suo cuore s’affina,
e la sublima, la rende divina:
le fa scordare le sue pene amare,
se un bimbo le sta in grembo a trastullare.
O amor di mamma! O nome tutto santo!
Commuovi il cuore da venirne il pianto! C. Di Bella

Essere re
Ti piacerebbe essere re
con un bel cavallo bianco
una spada d’oro al fianco,
un castello tutto per te?
Aver dietro scudieri armati,
così bene allineati
che uno ne vedi ma cento ce n’è.
Avere in tasca cento fiorini
che tutto il mondo si può comperare
quanto è la terra e quanto è il mare
e montagne, città, giardini.
Ma non avere la mamma con te
che dentro gli occhi ti cerca il cuore.
Avere tutto , meno il suo amore.
Ti piacerebbe essere re? R. Pezzani

Mamma
Ho pregato un poeta di farmi una poesia
con molti auguri per te,
mammina mia,
ma il poeta ha risposto
che il verso non gli viene
così ti dico solo:
“Ti voglio tanto bene!” Lina Schwarz

Madre
La parola più bella sulle labbra del genere umano è madre
e la più bella invocazione è “madre mia”.
E’ la fonte dell’amore, della misericordia,
della comprensione, del perdono.
Ogni cosa in natura parla della madre
la stella sole è madre della terra
e le dà il suo nutrimento di calore;
non lascia mai l’universo nella sera
finchè non abbia coricato la terra
al suono del mare e al canto melodioso
degli uccelli e delle acque correnti.
E questa terra è madre degli alberi e dei fiori.
Li produce, li alleva e li svezza.
Alberi e fiori diventano
madri tenere dei loro grandi frutti e semi.
La parola “madre” è nascosta nel cuore
e sale sulle labbra
nei momenti di dolore e di felicità,
come il profumo sale dal cuore della rosa
e si mescola
all’aria chiara e all’aria nuvolosa. Kalil Gibran

Madre
Io credo senza incertezza
e affermo che per le tue preghiere,
madre,
Dio mi ha concesso l’intenzione
di non proporre,
non volere, non pensare,
non amare altro
che il raggiungimento della verità. Sant’Agostino

Mamma
Quando l’aurora desta
sotto il limpido cielo mattutino,
ad uno ad uno tutti i campanili,
e sopra il tuo balcone è già una festa
di lunghi trilli, di squittii, di gridi,
tu sogni Cappuccetto, che il cammino
perso ha nel cuore della gran foresta,
o Pinocchio che sfugge agli assassini.
Ma la mamma ti bacia sui capelli,
e il lupo fugge, cadono i briganti,
compaiono le fate
coi principi a cavallo entro castelli
dalle torri incantate,
cantano al bosco, dentro argentei nidi
sospesi sopra limpidi ruscelli,
uccelli tutti d’oro sfolgoranti;
e, sotto i cigli chiusi, tu sorridi. V. Bosari

Stornellata alla mamma
Fior di gaggia…
E’ bello il sol nella gran luce sua.
Più bello è il viso della mamma mia.
Fior di piselli…
Occhieggiano i bei fior su monti e valli;
ma gli occhi della mamma son più belli.
Fior d’amaranto…
Cantar per l’aria gli uccellini sento;
ma assai più dolce è della mamma il canto.
Fiore che olezza…
Zeffiro lieve carezzando passa;
ma più lieve di mamma è la carezza.
Fiore d’acanto…
Se una pena nel cor pungere sento,
corro da mamma; e si rasciuga il pianto.
Ginestre d’oro…
Nè ricchezze nè beni in terra spero:
mi basta il cor di mamma: è il mio tesoro. B. Fosi

Finestra illuminata
Forse è una buona vedova… Quand’ella
facea l’imbastitura e il soprammano,
venne il suo bimbo e chiese la novella.
Venne ai suoi piedi, ella contò del topo,
del mago… Alla costura, egli , pian piano,
l’ultima volta le sussurrò: “Dopo?”
Dopo tanto c’è sempre qualche occhiello.
Il topo è morto, s’è smarrito il mago.
Il bimbo dorme sopra lo sgabello,
tra le ginocchia, al ticchettio dell’ago. G. Pascoli

Mia madre
Non sempre il tempo la beltà cancella,
o la sfioran le lacrime e gli affanni;
mia madre ha sessant’anni
e più la guardo e più mi sembra bella.
Non ha un accento, un guardo, un riso, un atto
che non mi tocchi dolcemente il cuore;
ah, se fossi pittore,
farei tutta la vita il suo ritratto!
Vorrei ritrarla quando inchina il viso
perch’io le baci la sua treccia bianca,
o quando, inferma e stanca,
nasconde il suo dolor sotto un sorriso…
Ma, se fosse un mio prego in cielo accolto,
non chiederei del gran pittor d’Urbino
il pennello divino
per coronar di gloria il suo bel volto:
vorrei poter cambiar vita con vita,
darle tutto il vigor degli anni miei,
veder me vecchio e lei,
dal sacrificio mio, ringiovanita. E. De Amicis

La mamma
Anche povera come l’uccello
che, fuor del nido, nulla possiede,
sempre la mamma ha cuore da dare
chè suo figlio non abbia a penare.
Sempre la mamma è il fiore odoroso
che tutto intorno riempie di sè,
anche se sta lontano da te
col suo pensiero ti vive accanto.
Splende il suo cuore come una stella,
vive il suo amore come una fonte:
alla sua acqua riprendi lena,
alla sua luce rischiari la fronte.
Tu ti nascondi, ma lei ti vede;
tu non le parli, ma lei t’intende;
sulla tua soglia sempre si siede;
pena le dai e letizia ti rende.
Come albero che goccia nel sole
rivestito di subito incanto,
se tu le dici dolci parole
diventa luce pure il suo pianto. I.Drago

Mamma
La casa senza mamma
è un fuoco senza fiamma,
un prato senza viole,
un cielo senza sole.
Dove la mamma c’è
il bimbo è un vero re,
la bimba reginella
la casa tanto bella. R. Pezzani

La mamma
Sul paesino bianco bianco
scende la notte scura scura,
ma il cuor piccino non ha paura
anzi è preso da un dolce incanto.
Che cos’ha per compagnia
la piazzetta solitaria?
Ha la fontana che sempre varia
la sua canzone di fantasia.
E l’alberella che par morta
senza un fremito di volo?
L’alberella ha l’usignolo
che col suo piangere la conforta.
E nella casa che s’empie già
d’uno stuolo vago e leggero
d’ombre vestite di mistero,
il bambino felice cos’ha?
Il bambino ha la sua mamma
ce gli fa nido con le sue braccia,
che se lo stringe guancia a guancia
e gli canta la ninna nanna. D. Valeri

Cantilena della mamma per il bimbo malato
Non piangere, uccellino azzurro
venuto d’oltre mare tra il sussurro
delle palme di Barberia,
viticcio della vita mia,
buono come la mandorla nel guscio,
gentile come il cucciolo sull’uscio,
dolce come la mora della siepe,
bello come la stella del presepe:
non piangere per amore
della mamma tua:
manderemo via la bua. A. S. Novaro

La tua mamma
La tua mamma vien ridendo,
vien ridendo alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?
Il suo vivo e rosso cuore,
e lo colloca ai tuoi piedi
con in mezzo, ritto, un fiore:
ma tu dormi e non lo vedi. A. S. Novaro

La tua villa, mamma!
Perchè tu mi dici
che sei stanca,
io ti faccio,
per il tuo riposo,
una piccola villa
sulla riva del mare.
Esiguo è questo foglio,
non più grande del palmo
d’una tenera mano.
Pure ha spazio che basta.
E qui metto la strada
con la siepe e le more,
e qui metto le aiuole,
e qui con un fruscio
di timidi piedini,
i pioppi e il viale.
E qui metto, sul mare,
il dolce girotondo
di quattro finestre
di quattro sorelle
vestite di verde.
E un tetto di rose.
E un grido di gioia.
Ci metto l’amaca
che dondola lenta,
ci metto una tenda,
ci metto i tuoi fiori,
ci metto il mio cuore.
Riposati. E’ tua. V. Malpassuti

La mamma
Se un bimbetto fa un capitombolo,
se brucia il ditino sulla fiamma,
chi chiama subito subito?
La mamma, sempre la mamma!
E la mamma è lì che consola,
che conforta, che consiglia,
con un bacio, una parola. B. Brusoni

Serenata
Dormi se dormir ti piace,
o ricciolin di spuma,
dormi nella tua piuma.
C’è chi per te si impegna
per darti pace
e fila e cuce
per darti luce.
Dormi se dormir ti piace.
Se vedessi quante stelline
picchiano alle tue finestrelle,
a sette a sette per vederti dormire
nel tuo lettin di gigli
per vedere i tuoi cigli
che fanno ombra alle guance rotondelle!
Se vedessi quanti stelline! F. Pastonchi

La veste nuova
Voglio farti una vestina
di lanetta e cotonina
che nessuno ce l’avrà.
Ma per fare economia
taglierò una veste mia
che nessuno lo saprà.
Non ho l’ago, nè il cotone.
Per cucirla una canzone
la tua mamma canterà
taglia e cuci si fa sera.
Per vederci una preghiera
sul mio labbro splenderà.
Ecco fatta. E domattina
sembrerai una regina.
Oh! La mia felicità, R. Pezzani

Alla mamma
Mamma, per la tua festa
io ti offro una cesta
di baci
e un cestino di stelle.
Ti offro un cuscino di fiori,
su cui posare la testa
quando sei stanca,
un cuore tanto piccino
e un amore grande così,
mamma, per questo dì. Luisa Nason

Alla mamma
Non vo’ vederti più sera e mattina
pensare agli altri e non pensare a te:
non la vo’ più veder la mia mammina
vegliar la notte e lavorar per me.
Voglio comprare una casina bianca
piena di sole e piena d’allegria,
e là ti condurrò quando sei stanca,
là ti riposerai, mammina mia. R. Fucini

Mamma
Chi dice mamma dice paradiso,
luce del cuore, tenerezza, incanto!
E’ sempre della mamma dolce il viso,
e nel suo bacio, benedetto e santo,
sta chiusa dell’amor tutta l’essenza…
Chi dice mamma dice provvidenza! E. Fiorentino

Che fa la mamma?
Che fa il tuo babbo, dimmi, piccina?
Il falegname.
Brava bambina!
E sai tu dirmi che fa la mamma?
Oh, sissignora, lei fa la mamma.
Tu non m’intendi, fanciulla mia:
il suo lavoro chiedo qual sia.
La mamma cuce giubbe e calzoni,
gonne, vestiti, bei grembiuloni…
Oh, fa la sarta, vero, bambina?
Oh, nossignora. La mia mammina
rammenda e stira… come si dice?
Che fa, vuoi dire, la stiratrice.
Nemmeno questo…
Di bene, allora!
Lei non m’intende, buona signora.
Spiegati, dunque.
Per noi bambini
cuce la mamma bei vestitini:
quando son sporchi li rifà netti,
spazza le stanze, prepara i letti,
i buoni cibi cuoce alla fiamma…
insomma, creda, che fa la mamma! A. Cuman Pertile

Nell’aia
La donna ha messo
contro il muro il bambino e, accoccolata
davanti a lui, gli tende
le braccia e dice:
“Vieni!”. Ma il bimbo non osa. E la madre:
“Avanti, gioia mia! Fatti coraggio.
Vieni da mamma tua! Vieni”. E il piccino
si lascia andare, tentenna un momento
poi casca tra le braccia della madre.
Ride la donna e abbraccia
stretto stretto il figliolo.
Ride il bimbo. Dall’orto
lì presso il nonno
alza la testa dal lavoro e grida
al nipotino: “Bravo!”.
Intanto dalla strada,
appoggiato al suo lungo
bastone, un vecchio mendicante guarda. Michele Lessona

Prime stelle
Una mamma è seduta
col suo bambino in braccio
sul poggiolo infiorato;
vedo nella penombra
le due manine tese
verso un fiore dorato.
E spesso le manine
si levano, e si tuffano
d’un tratto nella bruna
chioma della pensosa
madre che par sorrida
alla nascente luna.
Si scuote ella, e raccoglie
le due piccole mani
nelle sue mani, e china
la persona sul piccolo
corpo, e la testa preme
sopra quella testina.
Io non vedo; ma certo
ora la madre bacia
il suo bimbo. Non vedo:
ma le stelle si svegliano
tremolando, e sorridono
solo per questo, io credo. Milly Dandolo

Mamma
Non c’è parola più bella
tra centomila parole;
sono due sillabe sole
lucenti più d’una stella.
Non c’è parola più cara,
nè più soave e serena;
sono due lettere appena
che l’uomo subito impara.
Non c’è parola più grande
su tutta, su tutta la terra;
risuona in pace ed in guerra,
in lontanissime lande.
Non c’è parola più santa,
tra le parole, nel cuore,
comprende tutto l’amore,
dolce parola che incanta. R. Bossa

Voci
Quante voci, nel mondo grande!
La voce del vento tra le fronde,
il fischio del treno,
lo sciacquio delle onde.
Il rombo del tuono lontano,
il ti-tac del cuore vicino,
la cascata col suo fragore
e il ronzio d’un motore.
…E la dolce ninna nanna
cantata al più piccino
da una voce soave di mamma. Gina Vaj Pedotti

Il bambino e la mamma
Gli chiedo:”Mi vuoi bene?”
Dice: “Mammina, sì”
Insisto ancora:”Quanto?”
“Guarda: tanto così!”
Apre le nude braccia
come ali pronte al volo:
da una manina all’altra
c’è un mezzo metro solo.
E sorride, con gli occhi
color del cielo terso.
Fra le due braccine tese
c’è tutto l’universo. Gina Vaj Pedotti

Mamma
Mammina cara, per la tua festa
vorrei regalarti una collana d’oro
per dirti: “Mamma, ti adoro!”.
Vorrei regalarti una perla blu,
per dirti quanto preziosa sei tu.
Vorrei regalarti un anello con un grosso diamante
per dirti, mamma, quanto sei importante.
Vorrei regalarti un orologio con un fiore
per dirti, mamma, “Ti voglio bene a tutte le ore”. A. A.

Poesie per la festa della mamma – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. 

Tutorial – gallinella realizzata con un quadrato di maglia

Tutorial – gallinella realizzata con un quadrato di maglia: lavoretto tipico della scuola Waldorf, dove grande importanza è data al lavoro manuale e in particolare al lavoro a maglia, queste gallinelle sono indicate anche per il gioco e come regalo o decorazione per Pasqua, e possono essere confezionate anche con ritagli di vecchi maglioni.

Materiale occorrente:

un quadrato di maglia realizzato a punto legaccio, o un quadrato ritagliato da una maglia vecchia o infeltrita

lana per imbottire

filo dello stesso colore della pezza, ago, uncinetto

qualche filo di lana arancio, gialla, grigia per le rifiniture

eventualmente un sassolino.

Come si fa:

Piegate il vostro quadrato a metà lungo la diagonale e cucite sul rovescio, lasciando un apertura per ribaltare il lavoro:

ribaltate sul dritto e imbottite con la lana; se volete dare più stabilità potete aggiungere alla fine un sassolino:

quindi chiudete:

Con l’uncinetto aggiungete crestina, piume della coda, e con ago e filo occhi e becco:

Per leggere gli altri tutorial clicca sull’immagine che ti interessa:

tutorial per coniglietto in maglia
tutorial per gattino e leoncino di maglia

Tutorial coniglietto realizzato con un quadrato di maglia

Tutorial coniglietto realizzato con un quadrato di maglia. Come saprete nelle scuole Waldorf i bambini si cimentano, a partire dalla prima classe, col lavoro a maglia. Questi animaletti sono tra i primi lavoretti che realizzano e confezionano con le loro mani. I coniglietti, naturalmente, sono anche un bel lavoretto per Pasqua.

Naturalmente i primi lavori consistono in pezzette quadrate o rettangolari a punto legaccio, e sorge l’esigenza di farne qualcosa di spettacolare… da questo sono nati i notissimi animaletti imbottiti che sicuramente avrete già visto anche nel web:

Gli stessi animaletti possono essere realizzati anche utilizzando una maglia vecchia o reduce da un errore di lavaggio, insomma infeltrita…

Questo il tutorial per il coniglietto, in versione pezza a punto legaccio e maglia riciclata:

Materiale occorrente:

un quadrato di maglia (dimensioni a scelta)

lana per imbottire

filo robusto per cucire.

Come si fa:

Preparate una pezza quadrata a punto legaccio, oppure tagliate da una vecchia maglia due quadrati, cuciteli a doppio sul rovescio e ribaltate il lavoro:

Con ago e lana dello stesso colore della vostra pezza fate una filza per arricciare lungo la linea della metà del quadrato, poi salite verso il centro del lato superiore e scendete tornando al punto di  partenza. Togliete l’ago lasciando il filo libero (andrà tirato per l’arricciatura):

Preparate una pallina di lana da imbottire (se usate una pezza scura potete avvolgere la pallina con un po’ di lana dello stesso colore, tipo gomitolo:

Tirate la filza per arricciare, chiudendo all’interno della maglia la pallina di lana, e fermate con un doppio nodo:

Come vedete, con pochi semplici passi il vostro coniglietto ha già testina e orecchie; ora cucite tra loro i due lembi di maglia del corpo:

e inserite ne tubo ottenuto la lana per imbottire:

Chiudete arricciando il fondo. Un trucco per rendere il coniglietto più stabile è quello di inserire un sassolino qui, prima di cucire:

Ora bisogna preparare il codino a pallina. Se usate la maglia infeltrita, preparate una pallina di lana per imbottire, rivestitela con un ritaglio di maglia e applicatela. Se usate una pezza di maglia, preparate la pallina di lana per imbottire, fissatela al coniglietto, e poi ricamatela con la lana dello stesso colore:

Ora i coniglietti sono pronti; se volete aggiungete occhi e nasino ricamati:

Per leggere gli altri tutorial clicca sull’immagine che ti interessa:

tutorial per la gallinella di maglia
tutorial per gattino e leoncino di maglia

Poesie e filastrocche per Pasqua

Poesie e filastrocche per Pasqua – una raccolta di poesie e filastrocche a tema, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

La sorpresa
Son di zucchero?
Son vere?
Hanno il tuorlo
o la sorpresa?
Zitti zitti miei bambini,
che ci son dentro i pulcini.
Spunta un becco
poi un ciuffetto
una zampina
una codina.
Quanti!
E in quell’uovo
cosa c’è?
La sorpresa, la sorpresa!
Non ci credi? Sì davvero!
Un pulcino tutto nero! (K. Jackson)

Pasqua
Che chiasso c’è nell’aria
che si svaria
in mille suoni?
Son canzoni
vagabonde,
come l’onde,
che si perdono nel cielo
con un velo
di sonora poesia,
dolce e pia.
Sono accordi di campane,
cori striduli di rane;
gridi allegri di monelli
su le piazze e dentro l’aia.
Son risate di grondaie,
animate
da nidiate,
di festosi passerotti;
son strambotti
musicali,
batter d’ali… (M. Argante)

Resurrezione
Che hanno le campane
che squillano vicine,
che ronzano lontane?
E’ un inno senza fine
or d’oro, ora d’argento
nell’ombre mattutine… (G. Pascoli)

Pasqua
A festoni la grigia paretaria
come un bimba gracile s’affaccia
ai muri della casa centenaria.
Il ciel di pioggia è tutto una minaccia
sul bosco triste, che lo intrica il rovo
spietatamente, con tenaci braccia,
quand’ecco dai polla, sereno e nuovo,
il richiamo di Pasqua empie la terra
con l’antica favola dell’uovo. (G. Gozzano)

Pasqua
La gemma priì, dal pesco, un occhiolino;
vide il cielo turchino
e il sol di primavera,
si ridestò, leggera…
dopo il suo lungo sonno un roseo fiore
donò al suo ramo.
Allora tutta la schiera
dei ciliegi, dei mandorli, dei meli,
su verso i puri cieli
gettò petali bianchi e profumati,
lievi come carezza,
cantando con la brezza:
“O sole, o primavera, ben tornati!”
Passò il vento ridendo gaiamente
e destò, la campana del villaggio:
“Oh, si avvicina maggio!”
e din don dan si dette a scampanare
din don! Din dan!
Erano così chiare,
fresche, squillanti, trepide, sonore
le sue note canore!
Uomini, donne, bimbi in allegrezza
di nuova vita, in un con la natura
gettarono alla pura
aria, al sereno cielo il nuovo canto!
Pasqua, il suo dolce incanto
dona alla terra che sorride e tace
per troppa gioia!
E la Pasqua parlò: “Con voi sia pace!” (Hedda)

Pasqua
E’ Pasqua stamattina,
per questo la collina
si sveglia tutta in fiore.
L’argento degli ulivi
illumina i declivi:
ogni fontana aspetta
con l’acqua benedetta;
campane e campanelle
sono tutte sorelle;
festose, umili, chiare
cominciano a cantare. (D. Rebucci)

Pasqua
Din don dan: le campane
nell’azzurro pasquale
hanno un tono cordiale,
quasi di voci umane.
Che cosa farai, tu,
di nuovo e di fecondo?
Con sua cert’aria scaltra
la gallinella arzilla
prima da una pupilla
ti guarda e poi dall’altra,
e dice: “Ho fatto l’uovo
pasquale, coccodè.
Adesso tocca a te,
cot cot, a far del nuovo!”
Uscita dall’ovile
la pecora brucando
fa un belato blando
tra attonito e gentile:
“Be-eh, vi ho fatto dono
dei miei figlioli cari,
e tu non ti prepari
a un sacrificio buono?”
La colomba nel sole
con aria un poco tronfia
tuba dalla rigonfia
gola le sue parole:
“Io sono dell’amore
il simbolo, glu glu.
Ma, rissosetto, tu
cos’hai in fondo al cuore?”
Una mano cortese
a capo del tuo letto
un fragile rametto
di fresco ulivo appese,
e, se ogni cosa tace,
non sembra dire anch’esso
un non so che, sommesso,
di dolcezza e di pace? (F. Bianchi)

Giorno benedetto
Il passero all’alba
cinguetta sopra il tetto:
-Di Pasqua, ecco, è spuntato
il giorno benedetto!
Ed il ramo fiorito
del pesco, giù, nell’orto,
fremendo all’aria lieve
dice: -Gesù è risorto.
Lo festeggia l’aprile
col verde, i fiori, il sole;
coll’aria che ha un profumo
di tenere viole.
E di mille campane
s’ode il festoso suono,
che al cuor dell’uomo parla
di amor, pace e perdono. (M. Bernardini)

Pasqua
-Uscite, uscite!- dice allegro il sole;
-volete star in casa ad ammuffire?
Tra l’erba nova olezzano le viole
e tornan tutti i rami a rinverdire.
-Uscite, uscite!- cantano gli uccelli;
-ogni nido, ogni zolla si ridesta,
la terra, il cielo, il mar son tanto belli;
e prati e colli son vestiti a festa.
Inni giocondi canta lieto il core,
e la parola del rancor si tace;
torna la Pasqua, festa dell’amore,
che ci vuol tutti buoni e tutti in pace. (A. C. Pertile)

Campane di Pasqua
Per l’aria si spande la voce
del pio campanile.
Squillate in letizia, campane,
che è festa d’amore nel cielo!
In terra, tra i solchi, lo stelo
matura del pane.
So so quel che dite a rintocchi
– La pace… il perdono… la fede…- (L. Rinaldi)

La domenica dell’ulivo
Han compiuto in questo dì gli uccelli
il nido (oggi è la festa dell’ulivo)
con foglie secche, radiche, fuscelli;
quel sul cipresso, questo sull’alloro,
al bosco, lungo il chioccolo d’un rivo,
nell’ombra mossa d’un tremolio d’oro.
E covano sul musco e sul lichene,
fissando muti il cielo cristallino,
con improvvisi palpiti, se viene
un ronzio d’api, un vol di maggiolino.
(Giovanni Pascoli)

Campane di Pasqua
Gli orti di rosa chiaro
restano stupefatti:
musico è il campanaro.
Il giacinto si sente
il riso sulla bocca:
gioiscono le mente,
la vigna immusolita,
tanto è bello il concerto
che ritorna alla vita.
E il bambinetto balla
tutto vestito a festa
tra un fiore e una farfalla. (L. Carpanini)

Pasqua
La gemma aprì, dal pesco, un occhiolino;
vide il cielo turchino
e al sol di primavera,
si ridestò leggera…
Allor tutta la schiera
dei ciliegi, dei mandorli, dei meli,
su, verso i puri cieli,
gettò petali bianchi e profumati,
lievi come una carezza
cantando con la brezza:
-O sole, o Primavera, ben tornati!-
Passò il vento ridendo gaiamente
e destò la campana del villaggio:
-Oh, s’avvicina maggio!-
e: din don dan! si dette a scampanare.
Erano così chiare,
fresche, squillanti, trepide, sonore
le sue note canore!
Uomini, donne, bimbi, in allegrezza
di nuova vita, in un con la natura
gettarono alla pura
aria, al sereno cielo il nuovo canto!
Pasqua il suo dolce incanto
dona alla terra che sorride e tace
per troppa gioia.
E la Pasqua parlò: -Con voi sia pace!- (Hedda)

La dolce festa
-Dimmi, chiesina candida e gentile,
che cosa ti rallegra stamattina?
-Aspetto che si svegli il campanile
con la squilla più dolce ed argentina.
Per la festa di Pasqua tutta splendo,
per dire al mio Signor che anch’io l’attendo.
E tu, caro piccino, dove vai
in questa bianca luce mattutina?
Questi bei fiori a chi li donerai?
-A Gesù ch’è risorto stamattina,
perchè in ogni fior veda brillare
il cuor che voglio a Lui tutto donare! (L. Nason)

Odor di rose
E’ Pasqua. Quanta festa
c’è nell’aria, nei campi, fra la gente!
Il bel tempo si desta
e il mondo lo saluta allegramente.
I bambini, ridendo,
saltellano nei prati e sui ciglioni,
van viole cogliendo,
e cantan della scuola le canzoni.
Cristo è risorto e gioia
si legge in tutti i volti e delle cose.
Com’è lungi la noia…
Si sente, fra le siepi, odor di rose. (A. Castoldi)

Pasqua
Perchè le campane,
stamane,
hanno un suono sì lieto?
Perchè odorano tanto le viole
e il sole risplende sereno?
Perchè gli uccellini
e i bambini
cantan con gioia sì pura?
Perchè risorge l’amore
e la dolcezza nel cuore;
perchè nel cielo, laggù,
torna a guardarci Gesù. (T. Stagni)

E’ risorto
Vola una gentil rondinella
portando nel becco l’ulivo,
essa reca una lieta novella,
e colui che l’ascolta è giulivo.
Nel prato sorridono i fiori,
ancor tardi sul timido stelo;
li bacia coi miti tepori
il sole, splendente nel cielo.
Ogni cosa gioisce e si tace,
profonda letizia è nel cuore:
in questo bel giorno di pace,
risorto è da morte, il Signore. (M. Mariconda)
Aprite il cuore
E Pasqua viene con la primavera,
col sole, con le rondini e le stelle:
e il cielo è di brillanti, quand’è sera.
E mentre tutto s’addormenta e tace,
un angelo, col ramo suo d’argento,
batte a ogni porta e dice: -Uomini, pace!-
Dice ai bambini: -Aprite il vostro cuore
in boccio alle speranze della vita!
E’ la resurrezione del Signore!- (zietta Liù)

Pasqua
Un odore di viole
l’aria ci porta in dono,
lassù fiorisce il sole
per tutti: oh, com’è buono!
Il mandorlo è gremito
il pesco non decide
di farsi un bel vestito
aspetta e intanto ride…
Un bambino già muove
sull’aia il primo passo,
il sole scherza e piove
nel ruscello, più in basso…
Una bambina bionda
si guarda le scarpine,
una cincia gioconda
prova le canzoncine.
La chioccia già ammaestrata
la sua piccola schiera,
spalanca una finestra
in ciel la primavera;
un angelo si sporge
e guarda e si compiace,
dice: -Gesù risorge,
agli uomini sia pace!- (L. Nason)

Sabato santo
Sabato santo
perchè sei stato tanto?
perchè non sei venuto?
-Perchè non ho potuto!-
Una coscia di gallina,
un uovo benedetto,
una fetta di schiacciata…
Ecco Pasqua bell’e ritornata! (versi popolari)

Pasqua

Dice il sole: “Voglio oggi brillare, lucente come l’oro”
E gli uccellini: “E noi cantare in coro”
E i fiori: “Freschi e belli oggi vogliam sbocciare”
E le campane: “A festa vogliam suonare”
Dicono i bimbi: “E’ Pasqua, giorno del Signore
il suo splendore doni una voce ad ogni cuore”

Mattino di Pasqua
Din-don, din-don, din-don!
Sole sui fiori
e rondini sul tetto
Sia benedetto il nome del Signore.
Din-don, din-don, din-don!
Festa d’amore
Gesù è risorto,
l’inverno è morto.
Din-don, din-don, din-don! (G. Fanciulli)

Pasqua
Tre campane ha il campanile
che fan festa a tutto il cielo,
e vicino al dolce ovile
son fioriti il pesco e il melo;
è tra i fiori un’acqua chiara
che rallegra e che consola;
è nei cuori una parola
che ogni fior sbocciando impara.
Oggi è Pasqua d’ogni fiore;
è la festa del Signore.
Giù dai monti il pastorello
per la messa arriverà
col vestito nuovo e bello
per la pia solennità;
e il viandante frettoloso
ed il povero mendico
troveranno un tetto amico
e buon pane e buon riposo. (L. Nason)

Ritorno di Pasqua
Una fonte che ci parla
fra l’erbette e le viole,
una nuvola dorata,
rose sparse in mezzo a il sole,
la finestra spalancata
fin dall’alba, il prato in fiore;
una storia che, a cantarla,
ci vuol proprio il nostro cuore,
una siepe e una agnellino,
una chioccia ed un pulcino,
l’uovo in bianca e rossa vesta,
tutto ornato per la festa,
la colomba con l’ulivo
nel tramonto rosso vivo,
tornan tutti al nostro cuore
per la Pasqua del Signore.
Din don dan…
L’angioletto ancor si vede
con la croce della fede
la campana che stornella,
il capretto che saltella,
il pastore che s’affretta
per la festa benedetta,
la massaia che conduce
il suo bimbo in questa luce.
Din don dan…
Ma una cosa non si vede
senza l’occhio de la fede;
non si vede il nostro cuore
col bel dono del Signore
che, nel giorno Suo divino
accompagna ogni bambino. (L. Nason)

Resurrezione
Dormivi, e la siepe è fiorita;
dormivi, ed il rovo
che ancora al crepuscolo nere
tendeva le braccia, stamane
è tutto un rigoglio di fiori
E il cielo ha smaglianti colori.
E squillano mille campane.
Le rondini volano a schiere
nell’aria: già sono lontane.
E’ Pasqua: la chiesa gremita
odora d’incenso e di ceri.
Sfiorato da tremule dita
già l’organo geme
e un inno tra i fiocchi leggeri
d’incenso dilaga nell’aria
che tutta ne palpita e freme. (M. Castoldi)

Pasqua

I cieli sono in festa
la terra si è ridesta
canta felice il cuore
è risorto il Signore! (L. Schwarz)

Campane di Pasqua
Dalla valle rifiorita
alle vette più lontane
dice il suon delle campane
ch’è risorto il Salvator.
Splende il sole dell’aprile
sul sorriso d’ogni fior!
Dolce Pasqua d’amor
tu, che porti col sole,
mille fresche viole,
mille rondini in vol,
fa sbocciare nei cuori
di chi spera e chi crede,
al calore delle fede,
mille rose d’amor! (R. Tosi)

Rami d’olivo
-Quanti rami d’olivo! Avanti! Avanti!
Son bell’e benedetti: o chi ne vuole?
Li ho colti stamattina, e tutti quanti
coi primi raggi li ha baciati il sole.
Sull’uscio, alla finestra, a capo al letto
metteteci l’olivo benedetto;
come la luce e le stelle serene
un po’ di luce, al cor, fa tanto bene… (M. Giarrè Billi)

Pasqua

Esulta la terra di fiori ammantata
si veste di luce la silfide alata
e sfreccia nel cielo tra stormi di uccelli
che al Cristo cinguettano i canti più belli
Nell’acqua le ondine tra veli fluenti
rispecchiano i cieli d’azzurro ridenti
Scintilla la pietra dal sole irradiata
tra il verde giocondo dell’erba spuntata
Il Cristo è risorto trionfa di morte
a impulsi di amore spalanca le porte
Al coro armonioso di tutto il creato
s’unisce la voce dell’uomo rinato
La luce del Cristo ha accolta nel cuore
la tenebra ha vinto fa Pasqua d’amore. (E.Minoia)

Pasqua del bambino
O Signore, Signore,
che ritorni al Tuo regno,
potessi del mio amore
darti un piccolo segno.
Ho chiesto fiori al pesco
ho chiesto al vecchio ulivo
il rametto più fresco
che si celava schivo.
L’offro: ma se più care
le promesse ti sono,
oh, le vedrai sbocciare.
Sarò il tuo bimbo più buono. (D. Rebucci)

La Pasqua viene
Questa voce innocente
che ci chiama dal bosco
è voce, la conosco, di sorgente.
Là in margine s’adorna
di steli e di corolle,
l’agnello all’erba molle, già ritorna.
Bambini, apriamo il cuore
alle gioie serene:
la dolce Pasqua viene:
la Pasqua del Signore. (D. Rebucci)

Pasqua
Il sole stamattina è molto affaccendato
a risvegliare i fiori del frutteto e del prato.
Poi bussa d’ogni nido alla porta piccina:
-Su, cinguettate, presto: è festa stamattina.
Alle campane dona il raggio più lucente
e prega: -Sorelline, chiamate tanta gente!
Chiede mammina rondine: -Che succede laggiù?
Cantano i bimbi in coro: – E’ risorto Gesù!
Ogni bimbo ha nel cuore un fiore ed un sorriso;
Gesù tutto contento li porta in Paradiso. (L. Nason)

Pasqua
Senti… Canta una fonte l’armonia
dolce di Pasqua: come canta bene!
e un usignolo le fa compagnia
Senti… cantano i rami dei frutteti,
cantano i fior di pesco e le verbene;
è Pasqua, oggi non hanno più segreti.
Senti… Cantano insieme le campane;
dal monte e dalla cerula prianura
ci porta il vento le voci lontane.
Ascolta… C’è una voce nel tuo cuore
come una fonte di dolcezza pura:
-E’ Pasqua, è Pasqua, è risorto il Signore!-
Non vedi… ogni finestra par fiorita:
se non ha fiori il soli li provvede
che si compiace a risvegliar la vita;
ed ogni viso è ormai senza dolore,
perchè alle pene basta questa fede:
-E’ Pasqua, è Pasqua, è risorto il Signore!- (L. Nason)

Poesie e filastrocche per Pasqua – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

Dettati ortografici e racconti PASQUA

Dettati ortografici e racconti PASQUA – Una raccolta di dettati ortografici e racconti sulla Pasqua per la scuola primaria.

 Le uova di Pasqua del coniglietto

La notte di Pasqua, al chiaro di luna, un coniglietto cercava un posto per nascondere le uova di cioccolato, vicino alla casa di due bambini. Come sarebbero stati contenti i bambini, di trovare piccole uova colorate nascoste dappertutto! Però il coniglietto non riusciva a trovare il posto adatto. L’erba era troppo bassa e non le avrebbe nascoste, i cespugli avevano i rami troppo in alto, gli alberi non avevano fessure abbastanza grandi. Infine, il coniglietto rinunciò a nasconderle fuori casa. “Lascerò il cestino e le uova in salotto” decise, “dal momento che fuori non le posso nascondere. Ormai è l’alba e devo sbrigarmi…”.

Mentre stava per entrare in casa, la luna tramontò e il sole spuntò. Allora il coniglietto vide quello che non aveva notato al chiaro di luna. Il prato era tutto coperto di fiori di croco, bianchi, gialli e azzurri, che rassomigliavano a tante uova colorate. Era proprio un posto meraviglioso per nascondere le uova di Pasqua! Il coniglietto felice cominciò a disporre le sue uova fra l’erba, in mezzo ai fiori, ed esse non si distinguevano per niente dai fiori di croco. Sembrava che d’improvviso i fiori sul prato si fossero moltiplicati.

“Che sorpresa per i bambini, quando troveranno le uova!”, pensò il coniglietto soddisfatto, contemplando il prato. A piccoli salti corse nella sua tana a dormire, stanco e contento, mentre il sole saliva alto nel cielo e i bambini, sbadigliando, si svegliavano nel lieto giorno di Pasqua. (K. Jackson)

La terribile Pasqua di Topo Gigio

Il mattino di Pasqua, Ino si svegliò alle 11, di buon umore, perchè c’era il sole nel cielo e un’aria di festa in casa. Sbadigliò, si stiracchiò, poi saltò dal letto e si mise a girellare per la casa. Diede un’occhiatina ai fiori sul balcone, raddrizzò il ritratto del nonno Teodoro che, come al solito, era appeso storto alla parete, infine, fischettando “I tre corsari”, entrò in cucina dove Rosy stava mettendo in forno degli squisiti pasticcini all’anice. Ino tentò invano di rubarne uno.

“Ancora sono crudi, ti faranno male!” Lo ammonì Rosy e gli diede una cucchiaiata sulla mano ladruncola.
“Fa più male una cucchiaiata!” rispose Ino, “Perchè mi tratti così?”
“Su, su, poche storie, io ho da fare! Va a svegliare quel dormiglione di Gigio”.
Ino si diresse verso la camera dell’amico, urlando: “Gigio, Gigione, Gigetto, Gigiaccio, svegliaaaa!”
Quelle grida avrebbero svegliato la bella addormentata nel bosco, ma Gigio non diede nessun segno di vita. Ino entrò nella stanza come un carro armato, aprì con un fracasso d’inferno le finestre, e… restò con un palmo di naso! Il letto di Gigio era vuoto. Sul comodino spiccava un biglietto che diceva: “Impegni urgenti mi chiamano fuori casa. Ma tornerò all’ora di colazione. Bacioni, Gigio”.

“Antipatico!” mormorò Ino. “Scompare proprio stamattina che dovevano andare sull’otto volante!”
Vediamo ora quali sono gli “impegni urgenti” di Gigio. Un affare? Un amico malato? Una multa da pagare?  Nossignori, una pasticceria. E che fa in quella pasticceria, nota in tutta la città come la miglior produttrice di uova di Pasqua? Niente, sta aspettando. Sono già due ore che aspetta e a un certo punto si spazientisce.
“Ehi, pasticcere” grida, “c’è ancora molto?”
“Un momentino” risponde il pasticcere, “vedrà, vedrà che lavoro”.
Dopo un’oretta, il lavoro è finito. Si tratta di un enorme uovo di cioccolata ancora diviso in due parti, come le valve di una conchiglia.
“Mamma, com’è bello!” gongola Gigio. Poi, entra in uno dei due mezzi gusci dell’uovo, come una culla, si sistema bene e dice: “Ecco, io sono pronto”.

Allora il pasticcere e il suo aiutante prendono l’altro mezzo guscio e con molta cura lo sovrappongono al prima, come un coperchio. Gigio si trova improvvisamente avvolto da un buio profumato di cioccolata. Ma, perbacco, non c’è aria! Allora batte contro il guscio, e grida: “Aprite! Aprite!”
Il pasticcere solleva il coperchio: “Che c’è?” chiede.
“Gnocco!” risponde Gigio, “C’è che qui si soffoca!”
“Oh, che distratto” si scusa il pasticcere “provvedo subito a fare un buchino nell’uovo!”
Ecco, Gigio può respirare. Poi l’uovo viene avvolto in una grande carta stagnola con un buchino; sopra la carta stagnola viene posto un foglio crocchiante di cellophane, con un buchino, sopra il cellophane viene sistemato un artistico nastrone rosso senza buchino e sul nastrone rosso viene attaccato un biglietto, senza buchino, che dice: “Uomo con sorpresa per Rosy e Ino. Con i migliori auguri di Gigio”.
L’uovo viene quindi caricato sul portapacchi di una bicicletta e il pasticcere dice al garzone: “Senza perdere tempo, porta quest’uovo a Ino e Rosy!”
“Sissignore” risponde il garzone e se ne va.

Dentro l’uovo Gigio è tutto contento. Dagli ondeggiamenti che subisce, comprende che il garzone sta pedalando di buona lena. Gli giungono anche, remoti e ovattati, i rumori della stradaa, lo scampanellio dei tram, i clacson delle auto, le parolacce che si scambiano automobilisti e pedoni. La corsa cessa di colpo: Gigio, sbatte col naso contro la parete dell’uovo ma si consola leccandosi i baffi che sanno di cioccolata.
“Mamma che frenata!” esclama.
L’immobilità continua.
“Saremo fermi a un semaforo” pensa Gigio, “ma quanto dura il rosso?”
Ahimè, il povero Gigio non sa che il garzone si è fermato per vedere uno spettacolo di burattini all’aperto. Stanno rappresentando, con grande spreco di bastonate, “Pulcinella maestro di piano della figlia di Alì, sultano delle isole Mammalucche”.
A un tratto la bicicletta si muove.

“Oh, meno male!” si rallegra Gigio che comincia a sudare nell’uovo, “Ci muoviamo!”
Ahimè, il povero Gigio non sa che un ladro si è impadronito della bicicletta e ora sta pedalando come un fulmine, verso il suo rifugio. Il ladro è il famoso gatto Renatone, ricercato dalle polizie di 42 stati, noto per la straordinaria abilità nel rubare biciclette, figurine di calciatori e palline di vetro colorato. Questa volta però Renatone, che è padre di 12 figli, ha mirato soprattutto all’uovo: pensa alla felicità dei suoi gattini e della sua sposa quando vedranno quel meraviglioso ovone. Infatti l’ingresso del papà nella stamberga è accolto da un coro di miagolii di sorpresa e di esultanza.
Quei miagolii però giungono anche all’orecchio di Gigio, che dapprima non si raccapezza ma poi, quando intuisce di essere capitato per sbaglio in un covo di gatti, si fa piccino piccino, nella vana speranza che, una volta aperto l’uovo, non si accorgano di lui.

Figurarsi! I gattini smaniano per aprire l’uovo e vedere la sorpresa!
“Pensa, mamman, se ci fosse dentro un topo!” esclama Eberardo, il più grandicello.
“Macchè topo” lo sgrida la mamma, “Non metterti in testa idee balorde! I topi costano! Ci sarà dentro il solito portachiavi!”
“Dai, dai, papà, aprilo!” gridano in coro i gattini.
Renatone, felice e paterno, alza la zampa per spaccare l’uovo, quando, zac, dall’uovo stesso spuntano due gambette (le gambette un po’ stortine di Gigio) e l’uovo si mette a correre qua e là alla cieca, urtando contro spigoli e mobili.

“Acchiappalo! Acchiappalo!” gridano i gattini eccitati. Ma l’uovo è più svelto di loro, infila la porta, rotola per le scale, e scappa lungo la via, fra le grida dei pedoni e le frenate degli automobilisti.
Renatone, sua moglie, i dodici gattini, seguono in una corsa pazza quell’uovo con le gambe. La circolazione si ferma, la gente si affaccia alle finestre, le guardie fischiano. E al fischio delle guardie Renatone ordina il dietro front: meglio una Pasqua senza uovo, che in prigione.
Il corteo dei gattini ritorna mestamente verso casa proprio mentre due guardie riescono ad arrestare l’uovo. Vorrebbero multarlo, ma nel codice stradale non si parla di uova con le gambe e la voce. E allora, per non avere grane, decidono di portare l’uovo al comando di polizia: deciderà il generale delle guardie. Ma il generale delle guardie ha altro a cui pensare: deve organizzare le ricerche per un certo topo Gigio scomparso da casa. Davanti a lui, infatti, Ino e Rosy stanno piangendo e implorando che si faccia qualcosa, perchè sono già le 14.00 e Gigio non è ancora tornato a casa.

“Scusi, generale” dicono le guardie, “Abbiamo arrestato un uovo con le gambe”.
“Macchè uovo con le gambe, sono Gigio!” geme una vocetta soffocata.
“Non ho tempo di sentire queste storie!” urla il generale.
“Ma signor generale, l’uovo è Gigio. E’ lui! L’abbiamo riconosciuto dalla voce e dalle gambe un po’ stortine!” urlano Ino e Rosy.
Volete sapere come è andata a finire questa storia?
Beh, è facile: è finita con un bel pranzetto pasquale, presenti Gigio, Rosy, Ino, e il generale delle guardie invitato per l’occasione e rivelatosi ospite amabile e compitissimo.
(Da “Corriere dei Piccoli)

Dettati ortografici e racconti PASQUA

 Usanze pasquali

In tutte le Regioni d’Italia si usa far benedire le uova sode e il salame che di mangiano a colazione il giorno di Pasqua.
In Toscana è usanza andare per i campi e piantare in terra piccole croci fatte con ramoscelli d’olivo.
In Calabria si preparano, in occasione della festività, colombe di pasta dolce in mezzo alle quali si pone un uovo sodo. Questa usanza è favorevolmente accolta in particolare dai bambini.
A Firenze, celebre lo “scoppio del carro”: in piazza, di fronte alla cattedrale, è innalzata una costruzione, il “carro”, a cui viene comunicato il fuoco per mezzo di una “colombina”. Il fuoco è portato da carboni accesi alla scintilla di due pietre del Santo Sepolcro, recate in città dai Crociati. La “colombina” corre su un filo che, partendo dall’altar maggiore della chiesa, giunge fuori fino al carro; dal modo come va e dalla rapidità con cui i petardi si accendono si traggono auspici sull’annata e sul raccolto.
Nel bergamasco, i contadini, al suono delle campane di Pasqua, vanno ad abbracciare gli alberi da frutta, per augurio di buon raccolto.

All’estero

In America, Texas, il giorno di Pasqua, prima che sorga il sole, gli agricoltori mettono in bocca ai loro figli l’uomo più grosso fatto dalle galline il venerdì santo; dopo di che i ragazzi partono di corsa per fare il giro della fattoria (sempre con l’uovo in bocca). Se riescono a compiere tutto il percorso prima che si levi il sole, secondo la credenza popolare, la prosperità sarà assicurata per tutto l’anno.

Campane a festa

Un’ondata di suono metallico, seguita come da un lungo ululo, si rovesciò sui tetti, si propagò col vento per tutto il piano. E i rintocchi s’incalzavano: il bronzo pareva animato, pareva un mostro pazzo di collera, oscillava spaventosamente affacciandosi a destra e a sinistra, fra un’apertura e l’altra, gettando due note cupe, ampie, legate da un rimbombo continuo, rompendo il ritmo a un tratto, accelerando il moto, allargandosi a distesa solenne. I campi sotto si svegliarono. (G. D’Annunzio)

I fidanzati olandesi invece sono soliti fare tre giri di danza su un terreno cosparso di uova. Se sono tanto abili da non romperne nessuno, il matrimonio sarà felice (almeno così dicono loro!).

Un’usanza del Montenegro è il “bacio dell’uovo”. Ciascuno invita una persona qualunque, che non può rifiutare anche se l’invito fosse stato fatto dal suo peggior nemico. L’invitato prende un uovo e lo fa urtare contro l’uovo che l’altro tiene in mano. La rottura dell’uovo è simbolo di pace e di riconciliazione.

Perchè a Pasqua si regalano le uova

Anticamente, le uova erano proibite durante la quaresima. Esse ricomparivano sulla mensa insieme con il salame, il latte, il cacio, l’agnello, il capretto, e le focacce a forma di agnello o di colomba, il giorno di Pasqua.

L’uso di regalare uova dipinte, sostituite poi da uova di porcellana, o di zucchero e di cioccolata, sorse appunto dal fatto che le massaie, non potendo consumare tutte le uova accumulate durante la quaresima, incominciarono a regalarle ai bambini e a dipingerle, perchè fossero più gradite.

Tutto risorge

La festa pasquale coincide con il periodo in cui tutto risorge: i prati si coprono di erba nuova, gli alberi fioriscono, il sole riscalda la terra, nascono gli agnelli, si schiudono le uova… Risorge la natura dopo il letargo invernale e risorgono la vivacità e l’energia degli uomini. E’ una vera resurrezione della natura che ci accompagna come un grande concerto d’organo accompagna un rito. Già la primavera è avanzata, tutto è in fiore, le piante germogliano vigorosamente, la terra sembra scoppiare di umore fecondo, il sole brilla e riscalda. Anche il nostro cuore si sente gonfio di pace, grazia e bontà.

La domenica delle Palme

La domenica delle Palme si annunciava a mezzogiorno di sabato con una gran festa di campane. Cominciava il campanone della parrocchia che suonava in tre riprese lasciando ogni volta nell’aria un vasto ronzio bronzeo che si sperdeva sulle case e sugli orti. Questo concerto di campane durava quasi un’ora e lo chiudeva il campanone, con lenti rintocchi scanditi e solenni. Nel silenzio ogni cosa pareva che ascoltasse immota: gli alberi e le case, nella luce, stavano come in una vuota attesa. (G. Titta Rosa)

La settimana santa

Cominciava la settimana santa. I giorni erano lucenti, asciutte le strade, nitidi gli orli dei monti. Fino a giovedì i contadini andavano ai campi, a seminare o a potare; e per tutto il giorno, dalle colline coltivate a frutteti e dalle vigne, si udivano i colpi secchi e brevi dei potatori. S’udiva anche qualche raro canto. Le donne pulivano le case. Lavavano i pavimenti, i vetri delle finestre, le porte. Negli orti erano stese le biancherie lavate e abbagliavano; e fra il canto dei galli e i rumori diversi del paese, squillava la voce di qualche ragazza che cantava, in cucina o nell’orto, una strofa lenta e dolce. Ma era bello vedere le ragazze che tornavano dal fiume con conche di rame sul capo, lustre e balenanti di barbigli d’oro. Conche, cuccume, casseruole, coperchi: non v’era oggetto di rame che esse non avessero reso splendente come la rena del fiume; e ora, riappesi nelle nere cucine, lucevano con un’aria di nuova letizia. (G. Titta Rosa)

La natura è risorta

E’ Pasqua. Siamo in primavera. La terra si è risvegliata dal lungo sonno invernale. I prati si sono rivestiti di tenero verde, smaltati di fiori; i bucaneve sulle vette ancora nevose, han gettato fuori le bianche corolle, e gli alberi si sono vestiti festosi di verde come i campi, come i colli ed i giardini. Mandorli, peschi, meli, peri sono completamente fioriti. Le bimbe e i bimbi sono giulivi, corrono per i prati come capretti, trillano come uccellini. E’ Pasqua! Udite? Le campane suonano a festa! E’ Pasqua: la natura è risorta. (G. Ferrara)

Le uova di Pasqua

Quanto alle uova di Pasqua, nelle vetrine ce n’è per tutti i gusti, di zucchero e di cioccolata, di vetro e di seta, di tutte le dimensioni e a sorpresa. In campagna si tingono specialmente in rosso le uova naturali, e  si usa scambiarsele fra parenti e amici in segno d’augurio. Le uova di cioccolata hanno origine abbastanza recente, poichè le prime furono fabbricate nel secolo scorso, in Olanda, con una pasta ottenuta mescolando in giusta dose il cacao con lo zucchero. A chi non piace l’uovo nero? Chi non vorrebbe un uovo a sorpresa, di quelli nel cui interno si racchiudono ninnoli, piccoli fantocci, anellini e porta fortuna? (G. Fanelli)

Pulizie di Pasqua

Da forse due settimane biancheggiano sventolando per le siepi, sui terrazzi, ai balconi, i bucati. E’ una bianca fioritura che fa sparire l’aspetto secco, senza colori, senza vita, proprio dell’inverno. Per le case è un affaccendarsi di massaie e di ragazze a spazzare, a spolverare, a lucidare vetri, a forbire metalli, togliendo o spostando casse, armadi, comodini; mettendo fuori seggiole, sgabelli e panchetti… Polvere e canti; frastuono di oggetti rimossi, di materassi sbattuti, e allegria di comari. Pasqua è vicina. (T. Casini)

La Pasqua ebraica

Il nome “Pasqua” significa “passaggio”. Il Faraone, che impediva agli Ebrei, fermatisi in Egitto, di ripartirne, non era rimasto scosso dalle calamità mandate dal Dio degli Ebrei sul paese: la verga di Mosè tramutata in serpente, acqua del Nilo tramutata in sangue, invasione di rane, invasione di zanzare, mosche, mortalità di armenti, grandine devastatrice, invasione di locuste, oscurità. Per costringerlo a dare il suo assenso, il Dio degli Ebrei, per mezzo di Mosè, provocò l’ultima piaga che si rivelò la più terribile: la morte di ogni primogenito. Per evitare che anche gli Ebrei fossero colpiti da questa sciagura, egli ordinò che, da ogni famiglia ebrea, fosse immolato un agnello maschio, senza macchia e nato nell’anno e che il suo sangue fosse sparso sugli stipiti delle porte, mentre la carne dell’animale doveva essere arrostita e consumata in fretta, in piedi, con l’aggiunta di pane non lievitato (azimo). Il sangue sparso sugli stipiti delle porte degli ebrei doveva far sì che Dio, passando, risparmiasse la vita dei primogeniti ebrei. E così avvenne. Mentre perirono, colpiti dalla mano di Dio tutti i primogeniti egiziani, quelli ebrei furono salvi, e da allora fu celebrata la Pasqua ebraica.

Simbolo di vita

La festa di Pasqua è, anche, la festa delle uova, che sono simbolo di vita, poichè ognuna di esse nasconde un nuovo essere invisibile e misterioso, che si sviluppa nel suo segreto, si accresce e trionfa. E’ la vita che sempre si rinnova. E’ la stagione delle uova. A Pasqua si consumano per tradizione e si offrono abitualmente in dono, perchè simboleggiano anche la resurrezione, la rinascita dell’uomo a una vita nuova. (G. Fanelli)

Tempo pasquale

Il cielo è tutto azzurro e soltanto qualche bianca nuvola vaga qua e là velando appena il sole. Le rondini girano intorno al campanile gridando e cercando il cibo. Le donne  puliscono le case e le fanno tutte lucide e belle. Gli alberi sono in fiore e gli uccelli preparano i nidi. Le api volano sui fiori a succhiare il nettare. Tutto si rinnova.

Campane di Pasqua

Tutte le campane che hanno taciuto nei giorni scorsi ora suonano a distesa: sono migliaia di note che partono da tutti i campanili, che inondano la città di un’armonia fragorosa, solenne come il risveglio alla vita, come un fremito di esultanza. Chi non si commuove a questa voce possente che scende dal cielo, che sale dalla terra, che si spande e penetra nei cuori?

Mattinata di Pasqua

E’ Pasqua, anche il sole stamane è arrivato per tempo; anzi, con un leggero anticipo. Anch’io mi sento buono, più buono del solito. Siamo tutti un po’ angeli, oggi. Mi pare quasi di volare, leggero come sono. Esco di casa canticchiando. Voglio bene a tutti. Distribuisco saluti a destra e a sinistra. Vorrei compiere una buona azione e tutti, lo si vede dai volti raggianti, hanno questo segreto proposito.  Anche i ladri stanno a casa a pitturare le uova per i loro bambini. Le galline razzolano nell’aia con visibile orgoglio: è un po’ la loro festa. Ma il sole non tramonta ancora e la massaia le chiude nel pollaio. “E’ un sopruso”, pensano, “almeno oggi un’oretta in più”. La chioccia dice: “Ahimè! I bambini preferiscono le uova a sorpresa…” . Si addormentano pensando a queste strane uova. Chissà, col tempo, riusciranno a farle  anche loro. (C. Zavattini)

Alleluia

Le campane hanno spezzato le funi che le tenevano legate. La terra ha sobbalzato, s’è aperta e versa fiori. E i fiori vanno in processione, si affollano per le valli, strisciano per i muri, si annidano nei crepacci, si arrampicano sulle pergole, si affacciano agli orli dei sentieri. Le farfalle sciamano, volano, ruotano, prese nel gaio vortice. Gli uccelli si sono ridestati tutti insieme battendo le ali. Alleluia! Le campane suonano a festa, a gran voce. Valli e monti si rimandano gli echi festosi. Alleluia! (A. S. Novaro)

Pasqua

A Pasqua, le campane suonano dolcemente e l’aria è tutta piena dei loro rintocchi festosi. Il cielo è azzurro e le rondini volano allegre e gridano forte. I mandorli e i  peschi sono tutti fioriti e anche il grano è spuntato. I prati sono verdi. A Pasqua tutti sono in festa. Quelli che sono in collera tra loro, si abbracciano e fanno la pace.

Quand’è Pasqua tutti sono contenti. La stagione è bella, il cielo è sempre azzurro e nei prati ci sono i fiori. Son tornate le rondini che girano in tondo sopra i tetti delle case; gli uccellini preparano il nido per i piccini che verranno. Pasqua è la festa della pace e gli uomini si sentono più buoni ed hanno desiderio di riconciliarsi con coloro che li offesero. In questo giorno le campane squillano giocondamente e tutti sorridono e si fanno gli auguri.

La settimana santa

A poco a poco il rigido si stempera e cede; il sole effonde una calura languida: odore, lontano, di fiori che nascono. Ma ecco che il cielo si copre nuovamente di nuvole, scroscia daccapo il diluvio: chicchi di grandine balzano sul lastricato, picchiano sui vetri: nel cielo, squarci di azzurro e groppe di nuvole in fuga. Tale mi pare sia sempre stata la stagione dell’avvicinarsi e durante la settimana santa. (B. Cicognani)

Dolci pasquali

Quando ero piccolo s’andava sotto Pasqua nella casa di campagna di certe zie per farsi dare le ciambelle di pane messe nel forno con una corona di uova incastrate sopra. Ricordo ancora l’odore e il sapore di quelle uova, talvolta chiuse in una specie di gabbia di pane infornato, con i gusci abbrustoliti che rompendo le ciambelle rimanevano qua e là attaccati al pane scoprendo l’uovo sodo fitto e gustoso. (E. Patti)

La tradizione dell’uovo pasquale

La tradizione dell’uovo di Pasqua ha origini molto antiche. Già tremila anni fa, presso i Cinesi, le uova di gallina dipinte a vivaci colori rappresentavano il simbolo della rinascita primaverile, della speranza della fecondità. I Romani invece usavano regalare uova rosse per ricordare la leggenda secondo la quale, nel giorno della nascita dell’imperatore Alessandro Severo, una gallina aveva fatto un uovo rosso. Gli antichi Ebrei tenevano l’uovo come cosa sacra e se ne servivano nei riti di espiazione, donavano uova colorate nella festività che ricorda la fuga dall’Egitto. L’usanza passò così ai cristiani e divenne una delle principali tradizioni pasquali.

Un’usanza pasquale bolognese

In molti luoghi, il giorno di Pasquetta o lunedì dell’Angelo, si usa fare allegre scampagnate nei dintorni della città. Per i bolognesi la meta caratteristica è il vicino colle della Guardia, sul quale sorge la chiesa di San Luca. Sotto il porticato, frotte di uomini, di donne, di bambini, salgono faticosamente la lunga scalinata, soffermandosi, di tanto in tanto, davanti alle immagini che adornano le pareti del portico. Giunti in cima, si recano in chiesa e, infine, colmi di gustosi cibi locali e di dolci, fra i quali primeggiano le uova di cioccolato. Poi si scende verso Casalecchio, lungo una stradicciola impervia e sassosa, detta, con termine non traducibile esattametente, “i brègnal”.

Come nacque la colomba di Pasqua

Racconta la leggenda che il truce re longobardo Agilulfo, sposo di Teodolinda, prima di convertirsi al cristianesimo, abbia voluto invitare a banchetto, nel giorno di venerdì santo, il vescovo San Colombano e gli abbia fatto portare in tavola una schidionata di colombe. La confusione del santo fu grande: avrebbe voluto rispettare il precetto cristiano di non mangiare carne il venerdì e, nello stesso tempo, non voleva offendere l’irascibile sovrano.  Ma. con l’aiuto di Dio, avvenne il prodigio: improvvisamente tutte le colombe ripresero vita e spiccarono il volo. Il miracolo commosse talmente Agilulfo che, nel giorno di pasqua, fece confezionare e offrì a tutti grandi colombre di pane.

Pulizie pasquali

Da una settimana era dietro le pulizie pasquali. Dalla mattina presto al pomeriggio tardi era un continuo lavare, strofinare e  lustrare. Le braccia se le stancava a pulire i soffitti. Erano talmente alti che bisognava legare il piumino a una canna. I vetri andavano prima lavati e poi insaponati. Per pulire gli ottoni bisognava infilarsi nella mano una vecchia calza di lana. Bisognava spolverare i soprammobili e tirare fuori, uno alla volta, gli oggetti chiusi nella credenza, che ora ingombravano il piano del tavolo (C. Cassola)

Che cos’è la Pasqua

La Pasqua è la festa della pace, è la festa del perdono, e tutti, in questo giorno lieto, debbono essere in pace tra loro. Se nel tuo cuore hai rancore verso un compagno che ti ha offeso, perdona e sarai anche tu perdonato.
E’ Pasqua di Resurrezione! Fai del bene in questi giorni di festa! Aiuta chi ha bisogno, consola chi soffre. Soltanto così potrai celebrare felicemente la Pasqua. (M. Menicucci)

Dettati ortografici e racconti PASQUA – Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

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